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BOLOGNA – 4 NOVEMBRE 2015 – 15° MEETING ACEF – TERZA GIORNATA

La comunicazioneparte dalla testa

Alessandro MattioliConsulente per l’Immagine e la Comunicazione

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BOLOGNA – 4 NOVEMBRE 2015 – 15° MEETING ACEF – TERZA GIORNATA

La comunicazioneè come la chitarra:

uno strumento che è molto facile imparare a suonare male.

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BOLOGNA – 4 NOVEMBRE 2015 – 15° MEETING ACEF – TERZA GIORNATA

Tutti comunichiamo…

La comunicazione è un processo base dell’interazione umana, ed è un’attività che ciascuno di noi pratica quotidianamente sia a livello conscio che a livello istintivo.

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…e farlo è sempre più semplice.

In particolare nel nostro tempo, caratterizzato dal facile accesso a strumenti evoluti per la produzione e l’emissione di contenuti e da una pervasiva connettività, le potenzialità di una buona comunicazione sono aumentate esponenzialmente.

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Farsi ascoltare è difficile…

Viviamo un tempo caratterizzato da un’overdose di informazioni.

I due beni supremi in gioco oggi sono il tempo e l’attenzione, e li contendiamo in ciascun istante ad ogni altro produttore di contenuto (rilevante o meno)

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LA POPOLAZIONE INTERNET NEL 2015 CONTA

2,6 MLDDI PERSONE

QUANTA INFORMAZIONE

VIENE GENERATA OGNI MINUTO?

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…ma esserci è fondamentale.

Il moderno spostamento del controllo informativo nelle mani degli utenti ha plasmato un mondo dove è difficile farsi vedere ma deve essere facile essere contattati.

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E se qualcosa non funziona?

Per la loro natura «intangibile», gli errori nella comunicazione sono molto bravi a nascondersi o a sembrare altro: è facile non accorgersi delle opportunità perse o dare la colpa degli errori strategici a cause contingenti.

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COME PRENDERE LE REDINI?

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1- Comunicare non è apparire

«Potete ingannare tutti per un po’.

Potete ingannare qualcuno per sempre.

Ma non potete ingannare tutti per sempre.»

Abraham Lincoln

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2- La buona comunicazione parla di chi siamo davveroLo sforzo creativo per sembrare ciò che non siamo non paga mai.

Meglio lavorare su chi siamo: la nostra comunicazione ne guadagnerà in coerenza e in efficacia.

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3- Chi è il professionista? (1)

Una buona comunicazione per lo Studio non può prescindere da questa domanda.

Il professionista non è un fornitore di servizi come gli altri.

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3- Chi è il professionista? (2)

Deontologia, trasparenza, veridicità e correttezza non sono vestiti che vanno stretti, ma valori da curare e sottolineare.

Sono aspetti attesi dal cliente potenziale, e in quanto tali rassicurantie coerenti.

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4- Scegliamo su cosa puntare…• Immagine coordinata

• Pubblicazioni

• Public speaking

• Partecipazione a incontri

• Networking

• Organizzazione di eventi

• Comunicati stampa

• …etc

• Sito

• Posizionamento

• Canali video

• Presenza social network

• Self publishing

• Newsletter

• Blog

• …etc

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5- …e destiniamo le risorse necessarieChe si tratti di un progetto globale di revisione dell’immagine dello Studio, della pianificazione di una newsletter per i clienti, del nuovo sito o di una pagina facebook…

…non esiste improvvisazione.

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6- Ricordando che sembra semplice, ma……un piano di comunicazione presenta tutte le caratteristiche di un progetto complesso che per le molte risorse coinvolte, i tempi lunghi, e la difficoltà tecnica richiede un’attenzione specifica per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, nel rispetto dei tempi e dei costi pianificati.

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…e una volta messo in moto…

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Il piano di comunicazioneè uno strumento che

• porta chiarezza e facilita la convergenza tra comunicazione interna ed esterna

• incentiva la costruzione di relazioni bidirezionali con il pubblico/target di riferimento

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Il piano di comunicazioneè uno strumento che

• aiuta il coordinamento tra tutti i soggetti, le strategie e le azioni che la struttura mette in campo per il raggiungimento dei propri obiettivi.

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Ricordando sempreperché comunichiamo:

La COMUNICAZIONE non è il fine, ma il mezzo per arrivare alla RELAZIONE.

E’ la relazionead essere il FINE.

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