La Comunicazione nelle Squadre di Rugby

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I principi del Rugby per comunicare meglio in squadra, come in azienda, come in tutte le aree della vita. Un libro di Lapo Baglini, veloce e piacevole per addentrarsi nel mondo della comunicazione interpersonale.

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mesSaggi

LAPO BAGLINI

LA COMUNICAZIONE NELLE SQUADRE DI RUGBY

© 2009 PLS - Firenze © 2009 Phasar Edizioni – Firenze ISBN: 978-88-6358-021-1 Progetto grafico ed Editing – PLS www.plsweb.it Stampato presso Global Print, Gorgonzola (MI) Della stessa collana mesSaggi di PLS: AAVV, Cambiare con Creatività: la Formazione Outdoor, Phasar Edizioni, 2008 I lettori che desiderano informarsi sui libri e sull’insieme delle attività edito-riali di PLS possono consultare il sito www.psicolab.net oppure scrivere a [email protected] I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere usata, riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza autorizzazione scritta dell’autore.

INDICE PREMESSA ....................................................................................................... 9 PARTE PRIMA - LA TEORIA ............................................................... 13 LA COMUNICAZIONE E I SUOI ELEMENTI............................................ 15 GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE ................................................ 20 LA COMPETENZA COMUNICATIVA ....................................................... 28 LA CAPACITÀ DI ASCOLTO ..................................................................... 31 LA COMUNICAZIONE VERBALE ............................................................ 33 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE .................................................. 37 LA CONGRUENZA ..................................................................................... 52 PARTE SECONDA - LA PRATICA ...................................................... 55 LA COMUNICAZIONE DELL’ALLENATORE ........................................... 57 GLI STILI DI COMUNICAZIONE .............................................................. 59 LA COMUNICAZIONE EFFICACE ............................................................. 65 L’INTELLIGENZA EMOTIVA .................................................................... 74 LA COMUNICAZIONE POSITIVA ............................................................. 77 LA GESTIONE PSICOLOGICA DEL GRUPPO .......................................... 79 LE CRITICHE ............................................................................................. 84 LO SPOGLIATOIO ...................................................................................... 88 DALLE TRE ALLE QUATTRO ESSE ........................................................ 90 SPIRITO DI SQUADRA ............................................................................. 93 LA MOTIVAZIONE ..................................................................................... 97 LA MENTALITÀ VINCENTE ................................................................... 102 CONCLUSIONE ........................................................................................ 104 BIBLIOGRAFIA ...................................................................................... 107

Il rugby è un gioco primario: portare una palla nel

cuore del territorio nemico. Ma è fondato su un principio assurdo, e meravigliosamente perverso: la palla la puoi passare solo all’indietro. Ne viene fuori un movimento paradossale, un continuo fare e disfare, con quella palla che vola continuamente all’indietro ma come una mosca chiusa in un treno in corsa: a furia di volare all’indietro arriva comunque alla stazione finale: un assurdo spetta-colare. Alessandro Baricco

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PREMESSA Negli ultimi anni, grazie anche alle prove convin-centi e alle vittorie della Nazionale Azzurra, da sport da troppo tempo “emergente”, il rugby si è trasformato in fenomeno di costume, quasi di moda, con opportuna copertura mediatica. E lo abbiamo visto negli ultimi mondiali in Francia, con appendici scozzesi e gallesi. La pubblicità si è resa conto, in maniera ormai rile-vante, di come il rugby e i suoi interpreti siano un otti-mo veicolo di comunicazione per i brand rappre-sentati. Ci si è anche accorti di come i principi di questo sport (motivazione, avanzamento, sostegno, lavoro di squadra, leadership… fra gli altri) siano fondamentali anche nel mondo del lavoro: il risultato è che si fa for-mazione per manager sui campi da rugby, dopo avergli fatto indossare magliette a righe e scarpe da gioco. Si è assistito in questi anni a una progressiva pro-fessionalizzazione di tutti i ruoli e le competenze che ruotano intorno a una squadra. Fra gli argomenti non ancora trattati in maniera approfondita, e lo dimostra la scarsità di pubblicazioni in lingua italiana, vi sono le problematiche relative alla comunicazione all’interno della squadra di rugby. Si è fatta molta attenzione a come comunicare verso l’esterno, verso il pubblico, gli

stakeholders1, gli addetti ai lavori, e poca su come rela- 1 Con il termine stakeholder si individuano i soggetti "portatori di interessi" nei confronti di un'iniziativa economica, sia essa un'azienda o un progetto. La definizione fu elaborata nel 1963 al Research Institute dell'università di Stanford, intendendo i soggetti senza il cui supporto l'impresa non è in grado di sopravvivere. Ne fanno, ad esempio, parte: i clienti, i fornitori, i finanziato-

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zionarsi all’interno dei team. Una delle regole storiche della materia, anche se riferita alle imprese, dice che non ci può essere buona comunicazione esterna senza un’adeguata e altrettanto valida comunicazione inter-na. Eppure in altri sport si è visto un sempre maggiore interesse per i fattori psicologici e relazionali come si-curi responsabili del successo. La maggior parte degli allenatori di squadre sportive concordano su come l’unità del team, e quindi la coesione interna dei suoi membri, sia un fattore fondamentale per i buoni risul-tati. Oltre a questo non va dimenticato che una squadra, o meglio le squadre che vanno dalle Under 7 alle Old, non sono certo formate solo da allenatori e giocatori, ma anche da dirigenti, accompagnatori, genitori (assai importanti nei settori giovanili) e appassionati. Ognuno con un suo ruolo e ognuno importante per raggiungere la coesione del gruppo. In senso psicologico la coesione è, fra l’altro, un “processo dinamico che si riflette nella tendenza di un gruppo a stare assieme e a restare unito nella ricerca di obiettivi concreti”2. Proprio tale coesione appare fondamentale nell’in-fluenzare la prestazione nell’attività sportiva, e in ge-nerale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo stesso. Il rugby poi è definito tradizionalmente come uno ri (banche e azionisti), i collaboratori, ma anche gruppi di interesse esterni, come i residenti di aree limitrofe all'azienda o gruppi di interesse locali. 2 Carron A. V., Brawley L. R., Widmeyer W. N., The measurement of cohesive-ness in sport groups

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sport di “contatto” e di “situazione”. La prima carat-terizzazione necessita di poche spiegazioni, bastano venti secondi di qualsiasi partita per rendersene conto. La seconda invece acquista sempre maggiore impor-tanza: nel gioco moderno infatti la comprensione im-mediata del contesto in continuo divenire è un requisi-to determinante per ogni giocatore di qualità. Al di là dei ruoli predeterminati che si resettano a ogni ripar-tenza da situazione statica, è proprio la capacità e la ve-locità di adattamento alle situazioni che fanno la diffe-renza. La flessibilità e la duttilità sono requisiti impre-scindibili come la capacità di adattarsi a qualsiasi posi-zione in campo ed a qualsiasi fase di gioco. Nel rugby moderno è diventato perciò importante, oltre a una preparazione fisica di altissimo livello, esse-re in grado di pensare velocemente e reagire altrettan-to rapidamente. Fra l’altro la sublime assurdità del rugby, conqui-stare spazio passandosi la palla all’indietro, presup-pone una fortissima capacità di comunicazione fra i giocatori. Lo stesso rapporto con l’arbitro, con il quale può comunicare soltanto il capitano, e nei dovuti modi, pre-suppone il rispetto assoluto delle regole. Il che necessi-ta forte disciplina e autodisciplina, ma anche orgoglio, spirito di squadra, solidarietà e senso di appartenenza, di amicizia, così come il valore della condivisione, della comunicazione condivisa. Visti questi presupposti allenare la mente dei gioca-tori, ma anche degli allenatori, dei dirigenti e di tutti gli stakeholders, nel senso ampio visto in precedenza, è importantissimo. E uno dei primi passi è comunicare

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all’interno delle squadre. Comunicare meglio per gioca-re meglio, per analizzare meglio una partita, per diver-tirsi di più, tutti.