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1 Contributo per “Governareper” La Commissione Prodi di Sandro GOZI 1 1. Introduzione 2. Bilancio della Commissione Prodi 3. Elenco delle principali proposte e iniziative 1. Introduzione Nel marzo 1999, al momento del Consiglio europeo di Berlino in cui, all'unanimità, i leader europei conferivano a Romano Prodi l’incarico forse più difficile in Europa, la presidenza della Commissione europea, la credibilità della Commissione era a pezzi e il morale delle truppe bassissimo in seguito agli scandali che avevano portato alle dimissioni della Commissione Santer. La congiuntura non era inoltre per nulla favorevole. Non vi erano più assi privilegiati tra i governi: il motore franco-tedesco stentava a ripartire e le reticenze nella varie capitali ad avanzare nel cammino europeo non erano mai state così forti. Il muro di Berlino era crollato da dieci anni, ma non esisteva ancora una strategia chiara su come realizzare la prima unificazione pacifica del continente europeo, attraverso il processo di allargamento. Era quindi fondamentale rilanciare il ruolo e il prestigio della Commissione e proporre all’Unione obiettivi strategici che rispondessero alle esigenze storiche e alle preoccupazioni degli Europei. Tali obiettivi sono stati perseguiti con coerenza, nonostante le difficoltà legate ad un contesto politico e istituzionale, in Europa e nel mondo, in grande evoluzione: dalla crisi in Kosovo alla tragedia dell’Ossezia, passando attraverso l’11 settembre di New York, l’intervento in Afghanistan, la guerra in Iraq e l’11 marzo di Madrid. Consideriamo anzitutto l’unificazione continentale. Prodi ha saputo indicare un percorso chiaro e credibile all’Unione e ai paesi dell’Europa centrale e orientale candidati all’adesione. Nel 1999, infatti, esistevano forti incertezze sia su quando realizzare l’allargamento dell’Unione sia sul numero dei paesi coinvolti. Si pensava ad un processo limitato al massimo a sei paesi, e non vi era un orizzonte temporale definito né regole certe. Erano poi forti i timori della stampa e dell’opinione pubblica sull’emigrazione, sulla criminalità e sulla sostenibilità del processo. Neppure le prospettive che l'unione offriva 1 Il contributo riprende e sviluppa alcuni passaggi del testo dell'autore “La Commissione europea”, edito da Il Mulino (2005). Sandro Gozi è Consigliere del Presidente della Commissione europea, João Manuel Barroso, ed è già stato membro del Gabinetto di Romano Prodi sempre presso la Presidenza della Commissione. Le tesi sostenute e le opinioni espresse non impegnano l’istituzione alla quale l’autore appartiene.

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Contributo per “Governareper”

La Commissione Prodi

di Sandro GOZI1 1. Introduzione 2. Bilancio della Commissione Prodi 3. Elenco delle principali proposte e iniziative 1. Introduzione Nel marzo 1999, al momento del Consiglio europeo di Berlino in cui, all'unanimità, i leader europei conferivano a Romano Prodi l’incarico forse più difficile in Europa, la presidenza della Commissione europea, la credibilità della Commissione era a pezzi e il morale delle truppe bassissimo in seguito agli scandali che avevano portato alle dimissioni della Commissione Santer. La congiuntura non era inoltre per nulla favorevole. Non vi erano più assi privilegiati tra i governi: il motore franco-tedesco stentava a ripartire e le reticenze nella varie capitali ad avanzare nel cammino europeo non erano mai state così forti. Il muro di Berlino era crollato da dieci anni, ma non esisteva ancora una strategia chiara su come realizzare la prima unificazione pacifica del continente europeo, attraverso il processo di allargamento. Era quindi fondamentale rilanciare il ruolo e il prestigio della Commissione e proporre all’Unione obiettivi strategici che rispondessero alle esigenze storiche e alle preoccupazioni degli Europei. Tali obiettivi sono stati perseguiti con coerenza, nonostante le difficoltà legate ad un contesto politico e istituzionale, in Europa e nel mondo, in grande evoluzione: dalla crisi in Kosovo alla tragedia dell’Ossezia, passando attraverso l’11 settembre di New York, l’intervento in Afghanistan, la guerra in Iraq e l’11 marzo di Madrid. Consideriamo anzitutto l’unificazione continentale. Prodi ha saputo indicare un percorso chiaro e credibile all’Unione e ai paesi dell’Europa centrale e orientale candidati all’adesione. Nel 1999, infatti, esistevano forti incertezze sia su quando realizzare l’allargamento dell’Unione sia sul numero dei paesi coinvolti. Si pensava ad un processo limitato al massimo a sei paesi, e non vi era un orizzonte temporale definito né regole certe. Erano poi forti i timori della stampa e dell’opinione pubblica sull’emigrazione, sulla criminalità e sulla sostenibilità del processo. Neppure le prospettive che l'unione offriva

1 Il contributo riprende e sviluppa alcuni passaggi del testo dell'autore “La Commissione europea”, edito da Il Mulino (2005). Sandro Gozi è Consigliere del Presidente della Commissione europea, João Manuel Barroso, ed è già stato membro del Gabinetto di Romano Prodi sempre presso la Presidenza della Commissione. Le tesi sostenute e le opinioni espresse non impegnano l’istituzione alla quale l’autore appartiene.

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ai Balcani erano sufficientemente chiare, mentre era molto forte il rischio che la situazione balcanica faceva pesare sul Continente. Oggi, invece, l’Unione a 25 è una realtà, destinata ad espandersi ad altre paesi con i quali sta negoziando l’adesione, e anche ai Balcani è stata finalmente data una chiara e credibile prospettiva d’integrazione; inoltre, attraverso la cosiddetta “politica di vicinato” è stata sviluppata la prima dottrina sulle frontiere dell’Unione allargata. Per quanto concerne l'euro, la decisione di passare alla moneta unica era stata presa, ma nel 1999 era tutta completamente da attuare. Anche su questo fronte, fortissimi erano i timori, i dubbi, lo scetticismo sulla reale possibilità di condurre in porto l’operazione. Oggi l’euro è una realtà che sempre più si sta affermando sulla scena internazionale. Dagli anni sessanta, poi, non era mai stata intrapresa un riforma seria e profonda della struttura amministrativa della Commissione, nonostante le indicazioni di vari rapporti che erano stati elaborati nel corso degli anni. Durante il mandato Prodi, la Commissione è stata completamente riformata, sia nella struttura che nella gestione del personale. A ciò si aggiungono i numerosi risultati positivi raggiunti in vari settori: dal sistema satellitare Galileo all’Agenzia alimentare, dalla riforma della politica della concorrenza al protocollo di Kyoto… Certamente, Prodi ha dovuto adattare la sua agenda alla nuove esigenze apparse nel corso del mandato, tra le quali spicca, innanzitutto, quella relativa alla sicurezza. E ha dovuto fare i conti con l’ostilità di vari governi a progredire sulla via dell’integrazione: l’euro ha ancora bisogno di un vero governo economico, anche se le proposte della Commissione hanno reso il Patto di Stabilità e di Crescita decisamente più “intelligente”; la strategia di Lisbona, che vuole rilanciare crescita e competitività, va a rilento. Prodi si è trovato ad operare in un momento non certo favorevole all’integrazione europea, con forti tendenze intergovernative in seno al Consiglio europeo e nelle principali capitali. Un Consiglio europeo ben diverso da quello in cui aveva potuto agire Jacques Delors, ad esempio, forte dell’appoggio e del disegno strategico di due statisti come Kohl e Mitterand. Inoltre, sin dalla conferenza intergovernativa del 2000 e dal mezzo fallimento di Nizza, Prodi ha presentato una serie di forti proposte istituzionali. Si pensi, ad esempio, al rapporto dei Tre Saggi, presentato da Jean-Luc Dehaene durante la conferenza intergovernativa del 2000, oppure alla proposta di utilizzare il metodo della Convenzione per le nuove revisioni dei trattati, fatta nella notte della conclusione dei negoziati a Nizza, oppure ancora al Libro Bianco sulla Governance europea, ai vari contributi della Commissione durante i lavori della Convenzione e della Conferenza intergovernativa nel 2003 e 2004, e al progetto di Costituzione denominato “Penelope”2. Nei documenti che seguono, vengono analizzati in maggior dettaglio i passaggi fondamentali della Presidenza Prodi e elencate le principali proposte politiche e legislative che hanno caratterizzato il mandato. 2 Cfr. Documento di lavoro “Contributo ad un progetto di Costituzione europea”, elaborato su domanda del Presidente Prodi con l’accordo di A. Vitorino e M. Barnier, disponibile sul sito Europa/Futurem: htpp://europa.eu.int/futurum/comm/const051202. Su Penelpe, cfr;, inter alia, il numero speciale della rivista Droit et Politques de l’Union européenne, 2003, a cura di A. Mattera.

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2. Bilancio della Commissione Prodi Gli avvenimenti che si sono prodotti durante il mandato della Commissione Prodi, dal 15 settembre 1999 al 31 ottobre 2004, hanno modificato profondamente il quadro politico ed istituzionale dell’Unione. Oltre cinquant'anni dopo l’istituzione della prima Comunità e a quindici anni dalla caduta del muro di Berlino, l’Unione si estende da un capo all’altro del continente europeo. Il mandato di Romano Prodi ha avuto inizio poco dopo le crisi in Serbia e nel Kosovo, in un contesto di incertezza economica e di crescita fiacca, ed è giunto al termine in un’atmosfera dominata dalla guerra in Iraq sulla scia dell’11 settembre e del conflitto in Afghanistan. Nel corso di tutti questi cinque anni, l’Unione è stata quasi costantemente impegnata in negoziati istituzionali. La Commissione è entrata in carica poco dopo l’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, che ha introdotto importanti innovazioni, in particolare nel campo della politica estera e di sicurezza, e della giustizia e degli affari interni. Il successivo evento fondamentale è stato rappresentato dalla Conferenza intergovernativa sfociata nel Trattato di Nizza, inizialmente respinto dall’Irlanda prima di entrare infine in vigore nel febbraio 2003. La Commissione ha continuato a sollecitare un ampio dibattito su una nuova struttura istituzionale per l’Unione: questo invito, che aveva ricevuto il sostegno del Parlamento europeo, è stato ascoltato dal Consiglio europeo ed ha portato alla convocazione della Convenzione europea. Per la prima volta nella nostra storia, rappresentanti dei parlamenti, dei governi e delle istituzioni nazionali hanno avuto l’occasione di discutere l'architettura istituzionale dell'Europa e di raggiungere un accordo su un progetto di Costituzione dell’Unione. Alla Convenzione ha fatto seguito una Conferenza intergovernativa piuttosto difficile, che si è comunque conclusa positivamente nel giugno 2004, e che ha portato alla firma della Costituzione il 29 ottobre dello stesso anno, a Roma. Il mandato della Commissione Prodi è stato dunque segnato da due nuovi trattati e da un progetto di costituzione, da due conferenze intergovernative e dal più vasto, complesso e impegnativo allargamento nella storia dell’Unione. È alla luce di questo contesto politico ed istituzionale che deve essere visto, considerato e valutato il lavoro e l'operato di Romano Prodi, e i progressi realizzati nel perseguire quattro grandi obiettivi politici, che sotto la guida di Prodi la Commissione si era data all'inizio del mandato e sui quali si era impegnata di fronte al Parlamento europeo: l’effettiva, sana e robusta introduzione dell’euro, l’unificazione del continente, il contributo alla redazione della Costituzione e la riforma interna della Commissione. Quando la Commissione Prodi entrava in carica, non si trattava affatto di traguardi acquisiti:

• il passaggio alla moneta unica era molto di più di una sfida tecnica. All’epoca, le prospettive economiche erano tutt'altro che incoraggianti ed erano ancora diffusi notevoli timori, dubbi e scetticismi sulla nostra capacità di risolvere in modo adeguato problemi relativi alle banche, alla finanza e ai mezzi di pagamento;

• ancora maggiori erano le incertezze sulla data dell’allargamento e sul numero di paesi

che avrebbero fatto parte della "prima ondata". Molti erano favorevoli ad un allargamento "a più velocità", e premevano affinché esso non includesse che un

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ristretto gruppo di sei paesi. Intatto non erano stati stabiliti né un calendario né regole precise, né era stata definita alcuna chiara strategia. La stampa e l’opinione pubblica erano estremamente preoccupate delle conseguenze dell’allargamento per l’immigrazione, la criminalità e, più in generale, per la sostenibilità del processo medesimo. All’epoca, i paesi dei Balcani non avevano ricevuto alcuna chiara indicazione sul loro futuro e vi era un rischio reale che, senza una strategia europea chiara e convincente per la regione, la situazione ancora precaria nei Balcani potesse generare notevoli problemi per l’intero continente;

• nel 2000, nessuno credeva seriamente nella possibilità che un giorno all'interno

dell’Unione ci si sarebbe messi d’accordo su una costituzione o su una profonda riforma della governance europea. Le discussioni si limitavano a cercare di sgombrare i problemi lasciati irrisolti dal trattato di Amsterdam (cosiddetti left-overs), un’agenda di portata molto ristretta che trascurava le nuove sfide che la globalizzazione e i nuovi assetti internazionali ponevano all’Unione;

• infine, a seguito degli avvenimenti del 1998 e del 1999, la Commissione in quanto

istituzione si trovava nella più grave crisi della sua storia. La sua credibilità e autorità erano state seriamente minate, e si doveva riparare la sua immagine e affrontare i limiti organizzativi e gestionali interni emersi durante la crisi della Commissione Santer. Nonostante i numerosi rapporti che dalla fine degli anni ’70 avevano individuato le principali lacune della struttura amministrativa interna, non si era mai avuta una seria e radicale riforma dell’amministrazione della Commissione.

E' su questo sfondo che nel febbraio 2000 venivano proposti quattro grandi obiettivi strategici: (1) promuovere nuove forme di governance europea, (2) stabilizzare il continente e dare più forza alla voce dell’Europa nel mondo, (3) sviluppare una nuova agenda economica e sociale e (4) assicurare a tutti una migliore qualità della vita. 1. Promuovere nuove forme di governance europea Sulla base del Libro bianco sulla governance europea, la Commissione Prodi ha elaborato, a partire dal 2001, nuove misure per promuovere la consultazione e il dialogo e per incoraggiare la società civile, le regioni e gli enti locali ad assumere un ruolo attivo nel processo decisionale comunitario. I processi di consultazione sono stati resi più coerenti e trasparenti, producendo proposte che mettevano a fuoco la missione essenziale delle politiche e delle istituzioni. Queste proposte hanno successivamente contribuito a dare forma al dibattito costituzionale in seno alla Convenzione. Al tempo stesso, fin dall’inizio la Commissione ha sottolineato l’esigenza di estendere la portata delle riforme istituzionali al di là di ciò che era stato lasciato da parte nel trattato di Amsterdam. C’era bisogno di un dibattito di ampio respiro sulla natura e sugli obiettivi dell'Unione e si doveva rivedere e rinnovare l’intera sua struttura istituzionale. Nella notte del Consiglio europeo di Nizza e nei giorni successivi, la proposta presentata dalla Commissione insieme al Parlamento europeo di convocare una Convenzione per rivedere i trattati non era stata affatto accettata da tutti. Allo stesso modo, molte delle proposte presentate in sede di Convenzione europea e nel corso della successiva Conferenza intergovernativa sarebbero state altamente innovative (per es. la proposta di un Ministro degli

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Affari esteri dell’Unione), per quanto dovessero sempre essere "calmierate" al fine di preservare l’indispensabile equilibrio istituzionale. Un altro processo non scontato che la Presidenza Prodi ha dovuto guidare, un processo con un profilo pubblico e mass-mediatico meno importante degli altri, ma ugualmente estrememamente essenziale per il futuro dell'Unione, è stato quello della riforma amministrativa della Commissione. Si trattava di una questione di vitale importanza perché non si può realizzare alcun cambiamento politico senza avere a disposizione una valida macchina amministrativa che sia grado di trasformare gli input che vengono dal livello politico (politcs) in forti e mirate politiche pubbliche (policies). Per la prima volta nella storia della Commissione, è stata quindi portata a termine una riforma radicale con quattro obiettivi di base: (1) sviluppare una cultura amministrativa di servizio, (2) integrare pienamente la programmazione politica e quella finanziaria, (3) modernizzare la politica di gestione del personale e (4) migliorare i controlli interni e la gestione finanziaria, in particolare allo scopo di ridurre il rischio di frodi. In vari settori, quali il controllo finanziario decentrato e i programmi di aiuto esterno, le misure cominciano oggi a produrre i loro frutti. Ma la cosa più importante è che la riforma ha lanciato forti messaggi politici intesi a ripristinare la legittimità, l’indipendenza e l’efficienza della Commissione. 2. Stabilizzare il continente europeo e dare più forza alla voce dell’Europa nel mondo L’unificazione del continente, voce che comprende l’allargamento dell’Unione a dieci nuovi paesi, un calendario chiaro per gli altri paesi candidati e una reale prospettiva di piena integrazione per tutti i paesi dei Balcani occidentali, è il massimo contributo possibile che l’Unione potesse dare per stabilizzare e sviluppare l’Europa intesa come spazio e insieme unico, da un punto di vista politico, economico e culturale. Fin dall’inizio era stato precisato che si dovesse stabilire una data per l’allargamento. Tutti i principali progetti europei richiedono la definizione di scadenze e di una tabella di marcia chiare, che spetta alla Commissione proporre, organizzare e sostenere. Tenendo presente questa esigenza, la Commissione Prodi disegnava e metteva in atto un processo globale e strutturato. L’iniziativa della Commissione aveva poi immediatamente un impatto positivo sui processi di riforma in corso in diversi paesi, perché tracciava un itinerario chiaro e credibile, elaborava un metodo per distinguere tra loro i vari paesi, e strutturava i negoziati in grandi capitoli. Alla fine del processo di adesione dei nuovi dieci Stati membri, i risultati positivi dei referendum hanno rispecchiato l’appoggio popolare già espresso dalle élites politiche dei diversi paesi. Si è dimostrato che il negoziato e il dialogo, per quanto alle volte ardui, lenti e complessi, sono l’unico modo per esportare davvero la democrazia e la stabilità. In tal modo, la Commissione Prodi ha dato un contributo chiave alla prima unificazione pacifica nella storia del nostro continente. L’allargamento, comunque, non è servito solamente a rendere l’Europa più stabile e più sicura: ha anche permesso di assicurare che l’Unione europea potesse funzionare con

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successo, nonostante le sue enormi differenze, mantenendo nel contempo la sua diversità culturale e linguistica. L’allargamento non doveva neppure servire a spostare il Muro di qualche centinaio di chilometri più ad Est o a Sud. Al contrario, per far fronte alla sfida dell’era iniziata con la caduta del Muro di Berlino, la Commissione ha prodotto la sua prima proposta d'insieme relativa alle frontiere dell’Unione, nella forma di una nuova "politica di vicinato", che proponeva di stabilire relazioni speciali con l'anello dei paesi che la circondano, dalla Russia al Marocco, sfruttando nel miglior modo possibile il potenziale esterno delle varie politiche comuni. Attraverso questo approccio, la Commissione Prodi ha contribuito molto ad incoraggiare il dialogo tra le culture, specialmente nell’area euro-mediterranea. In questo contesto, l'azione personale di Romano Prodi ha contribuito attivamente allo sblocco delle relazioni con la Libia, che ha portato ad una svolta della politica libica ed ha avviato il ritorno del paese nella comunità internazionale, che ha trovato espressione nella visita del colonnello Gheddafi a Bruxelles nell'aprile 2004. La Commissione si è anche schierata chiaramente a favore del multilateralismo. Nonostante grandi difficoltà, sono stati realizzati progressi molto significativi nella cooperazione multilaterale. Doha e Monterrey sono delle pietre miliari, per quanto riguarda rispettivamente il commercio e il finanziamento dello sviluppo, sulla via che porta a soddisfare le esigenze dei paesi in via di sviluppo (PVS) e dei paesi meno avanzati (PMA). Su proposta della Commissione, l’Unione è stata la prima ad aprire il suo mercato ai paesi più poveri del mondo con l’iniziativa Tutto tranne le armi. A Johannesburg, dove la frattura tra Nord e Sud era profonda e il risentimento del Sud nei confronti dei paesi sviluppati particolarmente aspro, sono stati poi compiuti progressi importanti nella lotta per ridurre la povertà, arrestare la distruzione dell’ambiente e tracciare una via più equa e comune verso lo sviluppo in un contesto multilaterale più efficace. Una maggiore governance mondiale e regionale, una più stretta collaborazione con le Nazioni Unite e una riduzione delle disparità tra Nord e Sud sono gli obiettivi che hanno guidato l’azione della Commissione Prodi. Si è sempre tentato di abbinare l’obiettivo della liberalizzazione del commercio con l’esigenza di prestare più ampio ascolto alle legittime richieste della società civile e dei paesi in via di sviluppo e meno avanzati. Nella consapevolezza del bisogno di riformare e sviluppare le istituzioni preposte alla governance globale, in particolare nella sfera economica e finanziaria, la Commissione ha svolto un ruolo chiave nel facilitare l’adesione della Cina all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e si è adoperata con impegno per rendere più vicina quella della Russia. Nello stesso spirito, sotto la Presidenza Prodi si è arrivati a proporre una riforma fondamentale delle sovvenzioni alle esportazioni agricole e ad incentrare i programmi umanitari, di cooperazione e di sviluppo sulla riduzione della povertà e sul rafforzamento del coinvolgimento dei beneficiari. Il sostegno della Commissione europea all’Unione africana è un chiaro segno di un nuovo approccio che intende davvero contribuire a rafforzare il regionalismo nel mondo. Nei cinque anni di mandato della Commissione Prodi, sono stati ugualmente intrapresi passi concreti per rafforzare le relazioni transatlantiche. Dopo la guerra in Iraq, molti ritenevano

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che la frattura tra i due continenti non potesse più essere sanata. La Commissione ha lavorato duramente ed efficacemente con i partner americani sulle questioni realmente centrali della sicurezza e della lotta al terrorismo, e al loro fianco in talune regioni, in primis i Balcani. Da ultimo, la Commissione si è adoperata per rafforzare i legami dell’Unione con l’Asia e con l’America Latina, ed ha conseguito una serie di successi in vari incontri al vertice regionali. Non bisogna nascondere, tuttavia, che rimane ancora molto da fare per coordinare le azioni esterne dell’Unione e renderle più efficaci, come la crisi irachena e la crisi finanziaria in Argentina hanno fin troppo chiaramente dimostrato. 3. La nuova agenda economica e sociale In campo economico, l’introduzione dell’euro è senza dubbio uno degli eventi di primaria importanza che hanno segnato il mandato Prodi. Questo anche alla luce del fatto che, se la moneta unica era destinata ad essere la pietra angolare dell’economia della nuova Europa, essa era stata pensata anche per sostenere l'Unione sotto il profilo politico. Fin dall’inizio, la Commissione Prodi aveva considerato l’euro come un progetto fondamentale in termini politici oltre che economici — un progetto per leader politici e non solo per banchieri centrali. Durante l’intero mandato ha quindi insistito sull'esigenza di rafforzare la governance economica. L’assenza di una più forte dimensione europea in questo campo è diventata sempre più lampante, e continua ancora a penalizzare eccessivamente l’Europa. Sebbene la Commissione Prodi avesse continuato a proporre l’introduzione di nuove modalità di coordinamento delle economie nazionali, la situazione non è troppo migliorata. Al tempo stesso, continuando ad adempiere ai suoi doveri istituzionali e a svolgere il suo ruolo di custodi dei trattati, su impulso del suo Presidente, la Commissione ha presentato una serie di proposte per adeguare il Patto di stabilità e crescita alle nuove sfide, ossia per renderlo più "intelligente" e in grado quindi di affrontare la nuova situazione economica in Europa. Questo ha significato mostrare il coraggio di aprire su un tema conteso un dibattito pubblico che molti ritenevano necessario. La Commissione non ha poi mai tralasciato gli sforzi per contribuire alle misure previste dalla strategia di Lisbona inaugurata in Portogallo nel 2000, e sono state presentate le proposte necessarie per favorire una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. L’istituzione di uno Spazio europeo della ricerca, la promozione dell’innovazione nelle imprese e nella società dell’informazione, la liberalizzazione del mercato interno dell’energia, la promozione dello spirito imprenditoriale e dell’innovazione, l’incoraggiamento dell’apprendimento nell’intero arco della vita e l’apertura delle nostre università al resto del mondo con il programma Erasmus mundus: sono solo alcune delle iniziative adottate durante il mandato Prodi per progredire nella realizzazione del programma di Lisbona. La riforma della politica di concorrenza, inoltre, ha rappresentato uno dei contributi più importanti alla promozione della competitività. La Commissione ha cercato di regolamentare tenendo sempre presente la salvaguardia del principio di concorrenza, garantendo così l’efficacia del sistema di allocazione delle risorse e stimolando le imprese a migliorare la loro efficienza e competitività sul loro mercato nazionale e sui mercati internazionali.

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Al tempo stesso la Commissione è riuscita a garantire la protezione dei consumatori in misura maggiore rispetto al passato, combattendo ad esempio i cartelli ed esaminando attentamente la situazione dei servizi di interesse generale. In un clima di gravi scandali finanziari, ristabilire la fiducia tra gli operatori e i risparmiatori è stato un compito essenziale e sono state prese misure di ampio respiro in materia di governo societario e di sistema di audit delle società. Sulle questioni sociali, la nuova agenda della politica sociale ha costituito un quadro di riferimento per una lunga serie di misure destinate a promuovere il lavoro, salvaguardare la rete di protezione sociale come anche la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, e a promuovere l’inclusione sociale. Un'analisi rigorosa ed onesta deve tuttavia riconoscere che in questo campo non sono stati conseguiti tutti gli obiettivi che la Commissione avrebbe voluto veder raggiunti. In particolare, il processo di Lisbona può avere successo solo se tutti gli attori – e in primo luogo gli Stati membri – si assumono le proprie responsabilità e si impegnano veramente ad assicurare il successo della strategia. I problemi incontrati con il brevetto europeo, che è stato ripetutamente bloccato per motivi linguistici, sono particolarmente eloquenti. Ma rimanere attaccati al principio dell’unanimità crea problemi anche in altri settori, primi fra tutti la tassazione, dai quali dipende il successo dell'intera strategia europea. E' chiaro che si devono imprimere oggi un nuovo slancio e una nuova direzione all’azione dell’UE per stimolare la crescita e promuovere la competitività e la coesione sociale. 4. Una migliore qualità di vita per tutti Per iniziare a perseguire l’obiettivo di una migliore qualità di vita per tutti, la Commissione Prodi aveva adottato misure concrete in quattro settori: (1) libertà, sicurezza e giustizia; (2) tutela dell’ambiente; (3) energia e trasporti; (4) salute e sicurezza dei consumatori. L'attuazione dell’agenda di Tampere, che ha comportato la redazione di relazioni trimestrali sull’avanzamento dei lavori (che facevano il punto sull’iter delle proposte della Commissione su questioni quali l’asilo, l’immigrazione e la gestione delle frontiere esterne), è stata accompagnata da un forte impegno per rispondere alla nuova minaccia posta dal terrorismo internazionale dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. L'azione della Commissione Prodi ha potuto, nel settore della libertà, della sicurezza e della giustizia, solo dare un primo grande impulso e indicare la direzione da seguire. Ma è chiaro che rimane ancora molto da fare in un settore che è diventato prioritario per i cittadini europei. Il quadro instaurato permette però di andare avanti efficacemente sulla strada tracciata a Tampere. Sul secondo fronte su cui si è concentrata l'azione della Commissione Prodi per migliorare la qualità di vita dei cittadini europei, la strategia per lo sviluppo sostenibile di Göteborg, il vertice di Johannesburg e l’impegno europeo per promuovere il protocollo di Kyoto sono probabilmente i migliori indicatori degli sforzi profusi per giungere ad una protezione dell’ambiente maggiore, più efficace e meglio integrata. I successi nel campo dei cambiamenti climatici e dei prodotti chimici dimostrano il valore aggiunto di un’azione a livello europeo in un contesto multilaterale. Durante il mandato Prodi, l’Unione ha assunto in particolare un ruolo guida sulla scena internazionale con la sua strategia per lo sviluppo sostenibile. Chiaramente, tra le sfide che

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l'Unione dovrà affrontare negli anni a venire, ci sarà certamente la piena realizzazione di questa strategia. Un approccio strategico e intersettoriale è stato applicato anche alla politica dell’energia e dei trasporti. Questa si è concentrata sull'obiettivo di garantire gli approvvigionamenti energetici, soprattutto nel momento in cui il prezzo del petrolio cominciava a diventare quasi insostenibile per alimentare l'economia e la cresita europea; sull'obiettivo di trovare un nuovo equilibrio tra i vari modi di trasporto e affrontare il sempre più grave problema della congestione del traffico e il suo impatto ambientale, oltre ad analizzare le nuove opportunità offerte dall’idrogeno. La Commissione era consapevole dell'assoluta necessità di un piano strategico, che avrà effetti tangibili solo nel lungo periodo. Esso ha comportato misure quali il programma d’azione europeo per dimezzare il numero delle vittime di incidenti stradali entro il 2010, il sistema di navigazione satellitare europeo Galileo, e la strategia globale per il Cielo unico europeo. Mentre sviluppava tale piano di lungo periodo, la Commissione era anche chiamata a reagire prontamente alle emergenze e ai bisogni creati da disastri quali quello della nave Erika, affondata nel 1999, e il naufragio del Prestige nel 2002. Tra queste rapide risposte va menzionata l’istituzione delle Agenzie europee per la sicurezza marittima e per la sicurezza aerea. All’inizio del mandato dela Commissione, i prodotti alimentari erano un altro settore nel quale la fiducia dei consumatori aveva disperatamente bisogno di essere ristabilita dopo la crisi della "mucca pazza". La strategia integrata “dal campo alla tavola”, con strumenti come l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, ideata e proposta dalla Commissione Prodi, e numerose iniziative mirate per migliorare la protezione dei consumatori, hanno rappresentato passi avanti importanti per rispondere ad una profonda aspirazione dell'opinione pubblica europea. Infine, la politica agricola comune è stata riformata in modo da poter rispondere alle nuove sfide interne e mondiali attraverso una strategia intesa ad assicurare una maggiore sostenibilità, che attribuisce una maggiore importanza allo sviluppo rurale. 5. Preparativi per il futuro: le prospettive finanziarie 2007-13 La Commissione Prodi era poi chiamata a proporre un nuovo progetto politico per la nuova Unione; per un'Unione, cioè, che si estendeva ormai da un capo all’altro del continente. Questo progetto doveva inoltre cercare di farsi carico delle nuove responsabilità a cui l’Unione era chiamata nei confronti dei suoi cittadini. Doveva proporre, quindi una nuova forma di regionalismo politico, economico e "umano" per i paesi vicini e doveva consentire di assumere il ruolo confacente all'Unione sulla scena internazionale. Le prospettive finanziarie proposte dalla Commissione Prodi per il periodo dal 2007 al 2013 erano intese a realizzare questi obiettivi con tre priorità principali: primo, il Mercato unico doveva essere completato per raggiungere l’obiettivo più vasto della crescita sostenibile, mobilitando a tale scopo la politica economica, sociale e ambientale dell’UE; secondo, il concetto politico di cittadinanza europea doveva trovare sostanza concreta attraverso il completamento dell’area di libertà, sicurezza e giustizia e l’accesso ai beni pubblici essenziali; terzo, l’Europa doveva diventare un attore sulla scena globale, traendo ispirazione dai propri valori fondamentali per far fronte alle sue responsabilità regionali, promuovere lo sviluppo

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sostenibile e contribuire alla sicurezza civile e strategica. Questi sono gli input che la Commissione Prodi ha dato. Sono il messaggio e l'eredità che ha lasciato. Sono la sfida che l'Unione deve oggi raccogliere. Conclusione La Commissione Prodi ha iniziato a lavorare in una situazione di profonda crisi. Scegliendo un approccio consensuale e evitando tensioni interne, ha lavorato con coerenza e decisione per conseguire gli obiettivi strategici individuati al momento di entrare in carica. Sullo sfondo di cambiamenti profondi occorsi in Europa e nel mondo, in un clima che è stato spesso in scarsa armonia con una certa idea dell’Europa — un’Europa più strettamente integrata e più coesa, con un più alto profilo politico — la Commissione guidata da Romano Prodi ha cercato di fare fronte alle nuove sfide; ha cercato di fare la sua parte per rispondere alle principali preoccupazioni dei cittadini europei.

CINQUE ANNI DI OBIETTIVI e RISULTATI

SCHEDE PER AREA POLITICA

1. PROMUOVERE NUOVE FORME DI GOVERNANCE EUROPEA COORDINAMENTO DELLE POLITICHE E CONSULENZA LEGALE 2 BILANCIO 4 CONTROLLO DEL BILANCIO 5 LOTTA ANTI FRODE 6 AMMINISTRAZIONE 7 MEDIA E COMUNICAZIONE 8 2. STABILITA' DEL NOSTRO CONTINENTE E RAFFORZAMENTO DEL RUOLO DELL'EUROPA NEL MONDO

ALLARGAMENTO 9 RELAZIONI ESTERNE 11 COMMERCIO 14 SVILUPPO E RELAZIONI CON I PAESI A.C.P. 16 AIUTO UMANITARIO 18 3. LA NUOVA AGENDA ECONOMICA E SOCIALE AFFARI ECONOMICI E FINANZIARI 19 STATISTICHE 20 OCCUPAZIONE ED AFFARI SOCIALI 21 MERCATO INTERNO 23 TASSAZIONE E DOGANE UNIONE 25 CONCORRENZA 27 IMPRESA 30

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RICERCA 32 RICERCA DIRETTA 34 SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE 36 POLITICA REGIONALE 38 AGRICULTURA E SVILUPPO RURALE 40 PESCA 42 4. UNA MIGLIORE QUALITA' DELLA VITA PER TUTTI GIUSTIZIA ED AFFARI INTERNI 44 ISTRUZIONE E CULTURA 46 AMBIENTE 48 ENERGIA E TRASPORTI 51 SALUTE E PROTEZIONE DEI CONSUMATORI 54

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COORDINAMENTO DELLE POLITICHE E ATTIVITA’ GIURIDICA

• La Commissione Prodi ha registrato sviluppi istituzionali mai visti, grazie all'entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, il negoziato e l'entrata in vigore del Trattato di Nizza e il dibattito sul futuro dell’Unione, nell'ambito della Convenzione e della CIG, che ha portato ad un accordo sul primo Trattato Costituzionale dell'Unione. Dalla scadenza del Trattato della Comunità Economica del Carbone e dell'Acciaio, nel luglio 2002, l’attività svolta dalla CECA è disciplinata secondo il Trattato CE.

• Il Libro Bianco sulla governance europea ha contribuito alla promozione di un procedimento politico più aperto e trasparente. Esso ha introdotto numerose innovazioni chiave al fine di migliorare la consultazione e il dialogo con le varie parti interessate, lo sviluppo delle valutazioni d'impatto, priorità nel monitoraggio dell’applicazione della legge comunitaria, procedure della comitatologia più trasparenti ed una migliore regolamentazione attraverso il consolidamento e la semplificazione della legislazione esistente (l’acquis).

• Come uno degli obiettivi prioritari della propria riforma interna, la Commissione Prodi ha sviluppato una nuova pianificazione strategica e un procedimento programmatico che ha portato ad una migliore allocazione delle risorse ed una migliore organizzazione delle priorità insieme con le altre istituzioni UE. Rapporti annuali sull'attività effettuati da tutte le direzioni generali ed i servizi della Commissione hanno permesso di realizzare una migliore gestione contabile vis à vis con l'autorità per il bilancio.

• La trasparenza e il pubblico accesso ai documenti sono stati fortemente favoriti attraverso nuove disposizioni ed una migliore attuazione. Questo ha contribuito a sviluppare una nuova cultura amministrativa all'interno dei dipartimenti della Commissione, all'insegna della trasparenza e della qualità del servizio offerto al pubblico.

• Dopo l’aumento significativo delle Agenzie non esecutive e dopo la decisione della definitiva ubicazione di alcune di esse, a livello di Capi di Governo nel dicembre 2003, si è assistito ad un miglior coordinamento delle relazioni della Commissione con le agenzie attraverso la realizzazione di un nuovo gruppo di coordinamento interservizi e attraverso riunioni periodiche tra il Segretario Generale e tutti i rappresentanti della Commissione sulla base di comitati per la gestione dell'agenzia.

• Il coordinamento delle maggiori questioni trasversali è stato rafforzato attraverso la realizzazione di gruppi specifici interservizi con lo scopo di fornire contributi attivi in diverse aree politiche. Nell’ambito di queste questioni trasversali sono stati contemplati la promozione della Strategia di Lisbona, lo sviluppo sostenibile, scelte di politiche industriali, preparazioni di proposte per le prospettive finanziarie ed il Libro Bianco sui servizi di interesse generale, il coordinamento di questioni legate alla biotecnologia e l'iniziativa europea per la crescita.

• La Commissione nella sua qualifica di custode dei trattati ha assolto le proprie responsabilità riferendo alcune questioni delicate alla Corte di Giustizia. Le pronunce della Corte hanno confermato la legge comunitaria e rafforzato le politiche dell'UE. Esempi in tal senso sono: il pronunciamento della Corte con cui è stato deciso che gli Stati Membri non hanno più competenza a negoziare su specifici punti chiave relativi agli accordi "Open Sky" conclusi con gli USA. Altro esempio è quello attinente l'ambito della sfera istituzionale, in cui la Corte ha confermato che il regolamento, concernente le investigazioni dell'Olaf, si applica anche alla BCE e alla BEI e con cui ha affermato che le procedure di deficit eccessivo devono rigorosamente seguire le fasi previste dal Trattato e

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dal Patto di Stabilità e devono rispettare il diritto di iniziativa della Commissione. Inoltre, le azioni promosse, in linea con quanto previsto dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), hanno avuto in appello esito sfavorevole sia nei confronti delle originali decisioni degli USA relative al trattamento fiscale delle società straniere, sia nei confronti del sistema, come emendato, in seguito alla decisione iniziale del WTO.

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BILANCIO

1. La Commissione Prodi ha completamente riformato e modernizzato la procedura del bilancio UE.

• Dalla redazione del progetto provvisorio di bilancio, che è adesso parte della Strategia Politica Annuale, nella quale le priorità politiche della Commissione, del Consiglio e del Parlamento sono formulate con le necessarie risorse umane e finanziarie;

• Attraverso l’analisi del bilancio che adesso è effettuata sulla base delle attività politiche (Activity Based Budgeting);

• Attraverso l’implementazione del bilancio nel qual è entrato in vigore, dopo 25 anni, un nuovo regolamento finanziario, definendo chiaramente le responsabilità degli attori finanziari, stabilendo regole comprensive per l’uso delle finanze dell’Unione e preservando in modo più efficace il bilancio da ipotesi di frode;

• Alla contabilità, la cui riforma prevede un progetto di tagli nel settore pubblico.

La procedura è adesso pronta per il futuro.

2. Bilanci saldamente fondati e future pianificazioni finanziarie orientate

• Non ci sono state crisi nell’approvazione del bilancio sotto la Commissione Prodi. Tutti i bilanci sono stati adottati in tempo e con schiacciante supporto da parte delle autorità di bilancio.

• Agenda 2000 è stata implementata con successo. Tutti i bilanci annuali erano molto più economici di quanto era stato previsto nell’Agenda. E le stesse risorse necessarie per i nuovi impegni in Kosovo, Afghanistan, Iraq e per gli aiuti in caso di disastri naturali erano coperti.

• Il finanziamento per l’integrazione di 10 nuovi Stati Membri è stato considerato un punto fermo.

• Per il periodo successivo al 2006, la Commissione Prodi ha avanzato proposte rigorose e realistiche per assicurare che l’UE sia in grado di far fronte alle politiche ambiziose ed alle priorità stabilite dai governi, dirette a promuovere una crescita più alta e una migliore occupazione in tutti i 25 Stati Membri, garantendo libertà, giustizia e sicurezza, e dando all’Europa gli strumenti per essere un forte attore a livello mondiale. Queste proposte, che prevedono una giusta ripartizione degli oneri sulla base del reddito, sono strutturate per assicurare che lo stanziamento annuale dell’UE rappresenti la media dell’1,14% del Reddito Nazionale Lordo dei 27 Stati Membri, che è molto lontano dall’1,24%, stabilito dalla legge attuale. Con il pacchetto proposto, la Commissione Prodi ha indicato la via per realizzare politiche comuni di successo nella Unione europea allargata.

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CONTROLLO DI BILANCIO

• La creazione del Servizio interno di controllo di bilancio (IAS) e le capacità interne di controllo di bilancio (IAC) nell’ambito dei dipartimenti della Commissione è parte integrante della riforma prevista dalla Commissione Prodi.

• Il Servizio interno di controllo di bilancio è una direzione generale indipendente sotto l’autorità del Vice Presidente responsabile per la riforma. Esso risponde al Collegio dei Commissari, attraverso l’Audit Progress Committee (APC) e presenta un rapporto annuale alle istituzioni.

• Le capacità interne di controllo di bilancio costituiscono parte d’ogni dipartimento della Commissione e rispondono direttamente ai loro direttori generali.

• I revisori interni della Commissione nel loro complesso (IAS più IAC) condividono, attraverso la rete AuditNet network, strumenti, esperienze e metodologie di lavoro.

• I revisori interni della Commissione (IAS e IAC) esaminano indipendentemente l’efficienza e l’efficacia dei sistemi di controllo interni e il modo in cui i dipartimenti agiscono; ed inoltrano le raccomandazioni che ritengono necessarie per aumentare i controlli e limitare i rischi.

• In accordo con le linee guida tracciate nel Libro Bianco per la Riforma, la IAS ha esaminato ogni direzione generale della Commissione tra il 2001 e il 2004.

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LOTTA ANTI - FRODE

• Il lavoro del neo-istituito Ufficio Europeo Anti-Frode (OLAF) è stato rafforzato. Istituito nel 1999, esso ha dato prova, soprattutto negli ultimi anni, di poter lavorare con sempre maggiore efficienza.

• Nonostante ciò, il caso Eurostat ha dimostrato la necessità di rafforzare il quadro regolamentare dell’Ufficio. La riforma dell’OLAF è adesso in corso.

• Questa migliorerà il flusso d’informazioni tra l’OLAF e la Commissione ed aumenterà l’efficienza operativa dell’ufficio rafforzando, d’altra parte, la protezione legale dei soggetti sottoposti a procedura d’investigazione.

• L’idea di stabilire un Pubblico Ministero europeo è diventata più concreta con l’incorporazione dell’Articolo III-274 nel Trattato Costituzionale (che prevede la creazione di un Ufficio di Pubblico Ministero dopo la decisione unanime del Consiglio). Questo può essere considerato come uno dei maggiori successi della Commissione Prodi ed offrire prospettive interessanti per lo sviluppo futuro dell’OLAF.

• Il 28 giugno 2000, la Commissione ha adottato una metodologia strategica complessiva per la protezione degli interessi finanziari della Comunità. Questa strategia è stata attuata in larga misura con il Piano d’Azione della Commissione per il 2001-2003. L’attuazione continuerà con il Piano d’Azione recentemente adottato per il 2004-2005. La strategia ha contribuito, inter alia, a realizzare una cooperazione più stretta tra gli Stati Membri e la Commissione.

• Nel giugno 2004, la Commissione Europea, insieme con 10 Stati Membri, ha firmato un accordo multiannuale con Philip Morris International. Esso introduce un sistema efficace di strumenti di lotta contro il contrabbando e la contraffazione di sigarette e prevede pagamenti sostanziali dalla stessa Philip Morris International (1.25 miliardi di dollari).

• La conclusione dei negoziati con la Svizzera, relativi ad un accordo d’assistenza reciproca contro frode e riciclaggio di denaro sporco nel giugno 2004, è un risultato notevole considerando che la Svizzera ha accettato per la prima volta standard UE relativi a procedure d’assistenza amministrativa e giudiziaria in materia di crimini finanziari.

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AMMINISTRAZIONE

• I Regolamenti del Personale, che coprono tutti gli aspetti relativi alla carriera e alle condizioni di lavoro del personale UE dall’assunzione alla pensione, sono stati rivisti sostanzialmente come parte di una molto più radicale modernizzazione interna della Commissione. I punti principali prevedono l’introduzione di una struttura lineare di carriera che offra prospettive di carriera ininterrotta nell’arco della vita lavorativa; l’adozione di una struttura salariale che conduca il sistema delle indennità in linea con le condizioni di lavoro attuali; l’aumento dell’ età pensionabile dei funzionari a 63 anni che tenga conto dei cambiamenti demografici, introducendo nello stesso tempo uno schema flessibile di pensione per quanti del personale intendano lasciare il servizio prima del raggiungimento dell’età pensionabile; una modernizzazione delle condizioni di lavoro, in particolare nell’ottica di conciliare vita professionale e privata; la previsione di regole più chiare e procedure più trasparenti in materia di etica professionale (regole relative all’affidabilità finanziaria dei funzionari e procedure disciplinari) ed infine l’introduzione di un nuovo tipo di contratto per gli “agenti contrattuali”, ai quali verranno assegnati compiti che non si ritiene di dover necessariamente affidare a funzionari permanenti.

• Politiche e strumenti specifici sono stati previsti con lo scopo di migliorare la motivazione e l’efficienza del personale. Sono state anche previste delle misure con lo scopo di rafforzare le capacità manageriali dei capi unità e sono state elaborate delle linee guida per la selezione e la nomina del senior management, con lo scopo di assicurare che i criteri principali di selezione siano il merito e l’esperienza, rispettando allo stesso tempo un certo equilibrio tra le nazionalità e promuovendo le pari opportunità.

• Le pari opportunità all’interno della Commissione sono state favorite attraverso l’adozione di programmi d’azione che intendono aumentare il numero di amministratori e manager donne.

• L’ Activity Based Management (ABM) è stata messa in atto con lo scopo di migliorare la pianificazione delle risorse umane e la gestione finanziaria secondo le priorità politiche. Al fine di riportare l’amministrazione alle sue attività e compiti chiave, sono stati realizzati gli uffici della Commissione (PMO, OIB e OIL) per gestire funzioni amministrative (pagamenti, infrastrutture e logistica). L’Ufficio Europeo per la Selezione del Personale a livello interistituzionale (EPSO) è stato creato con lo scopo di sfruttare le sinergie e rendere più economiche le procedure d’assunzione per tutte le istituzioni.

• I preparativi amministrativi per l’allargamento, incluse le procedure di assunzione, a tutti i livelli, del personale proveniente dai nuovi Stati Membri, sono stati portati a termine con successo. La Commissione ha previsto una serie di misure in cooperazione con i paesi candidati con lo scopo di adattare la propria capacità di traduzione ed interpretariato in vista dell’allargamento.

• E’ stato negoziato e firmato con il Belgio un contratto vincolante per acquistare il Palazzo Berlaymont. Conseguentemente, è stata accelerata la conclusione dell’opera di ristrutturazione e ha avuto inizio l’occupazione dello stesso palazzo a partire dall'autunno 2004.

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MEDIA E COMUNICAZIONE

• Fin dal 2001, la Commissione ha proposto una strategia comune d’informazione e comunicazione per tutte le istituzioni UE, che vede il coinvolgimento anche degli Stati Membri. Essa si basa sulla individuazione di questioni chiave: l’euro, l’allargamento, l’area di libertà, sicurezza e giustizia, il futuro dell’Unione ed il ruolo dell’Unione nel mondo.

• La Commissione ha aperto 10 nuovi uffici di rappresentanza nelle capitali dei nuovi Stati Membri e ha realizzato "Europe Direct", un nuovo network che potrà contare su più di 400 collegamenti d’informazione nel 2005 per l’Unione a 25.

• Il sito internet EUROPA della Commissione è diventato il sito internet di pubblico servizio con il maggior numero di visitatori nel mondo. Ogni anno il sito ha più di 100 milioni di visitatori che consultano quasi un miliardo di pagine con un incremento del 500% nel 1999. E’ stato attivato, inoltre, un numero verde per rispondere in 21 lingue alle domande provenienti dai cittadini.

• L’utilizzazione del servizio di comunicazione televisiva della Commissione Europe by Satellite (EbS) è aumentato in modo significativo negli ultimi cinque anni. Oggi EbS è il settimo più grande fornitore d’informazione a Eurovision (su 75) ed è regolarmente utilizzato da più di 600 stazioni TV. Questo ha determinato contestualmente un chiaro incremento dei giornalisti audiovisivi accreditati a Bruxelles.

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ALLARGAMENTO

Fare dell’allargamento dell’UE un successo è stato uno dei principali obiettivi della Commissione Prodi al momento del suo insediamento. L’adesione di 10 nuovi Stati Membri (CY, CZ, EE, HU, LT, LV, Mt, PL, SI and SK), il 1 Maggio 2004, conferma il successo della strategia dell’allargamento.

• I negoziati per l’adesione sono stati avviati con sei paesi nel 1998 prima di essere estesi ad altri sei nel 2000 su raccomandazione della Commissione. Questo è stato il numero più grande di paesi con i quali l’Unione ha condotto allo stesso tempo i negoziati per l’adesione. Questi negoziati erano anche divenuti più complessi dei precedenti a causa della considerevole estensione dell’acquis communautaire negli anni recenti e delle differenze tra gli Stati Membri ed i paesi aderenti. La Commissione ha giocato un ruolo centrale nel guidare questo processo verso una conclusione positiva sulla base dei meriti propri di ciascun paese candidato.

• Allo scopo di far procedere i negoziati ed organizzare il lavoro in modo efficiente, alla fine del 2000 la Commissione ha proposto una road map con l’individuazione delle priorità da seguire nei successivi tre/sei mesi. La road map intendeva coinvolgere tutte le parti nei negoziati — Stati Membri, paesi candidati e Commissione — allo scopo di vincolare ad una tempistica fattibile. Questo metodo, che è stato più tardi confermato dal Consiglio europeo, ha contribuito indubbiamente ad una positiva conclusione dei negoziati con i nuovi dieci Stati Membri alla fine del 2002. La Commissione ha inoltre giocato un ruolo centrale nella redazione del Trattato di Adesione firmato il 16 Aprile 2003 con quei dieci paesi che hanno aderito all’Unione il 1 Maggio 2004.

• Il Trattato di Adesione per Bulgaria e Romania è stato firmato il 25 aprile 2005, e i due paesi faranno il loro pieno ingresso nell'Unione nel gennaio 2007.

• Durante la fase dei negoziati fino alla stessa adesione, la Commissione ha monitorato da vicino l’avanzamento dei paesi candidati. Registrati eventuali ritardi o inadempienze nella implementazione dell’acquis, questo veniva messo in evidenza affinché i paesi candidati mettessero in atto le azioni di rilancio necessarie. Su proposta della Commissione, l’Unione ha anche messo in atto gli strumenti necessari per garantire che il singolo mercato funzionasse in modo adeguato, al fine di assicurare, dove necessario, un clima di fiducia, soprattutto in specifici settori quali giustizia e affari interni. Questo ha dato ai paesi aderenti una linea guida nei loro sforzi di assunzione di responsabilità e ha fornito la necessaria rassicurazione, agli attuali nuovi Stati Membri, circa i preparativi dei paesi candidati all’adesione.

• Con riferimento alla Turchia, la Commissione ha presentato rapporti annuali monitorando la situazione nel paese. Agendo sulla base di un mandato specifico del Consiglio iuropeo, il 6 ottobre 2004 la Commissione ha presentato il suo parere sul rispetto dei criteri politici di Copenhagen da parte della Turchia, supportato da una valutazione preliminare circa i potenziali effetti dell’adesione turca.

• Durante la fase dei negoziati, la Commissione ha fornito un’adeguata assistenza finanziaria per aiutare i paesi a preparare l’adesione. I programmi Phare, ISPA e Sapard hanno fornito un contribuito significativo nella fase di avvicinamento all’acquis. Questa assistenza ha permesso in modo particolare la realizzazione ed il rafforzamento delle istituzioni responsabili per l’applicazione dell’acquis in ogni paese.

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Negli anni 1999-2004 sono stati messi a disposizione, solo attraverso il programma Phare e i programmi di pre-adesione per la Turchia, circa 8 miliardi di euro

• Il 20 aprile 2004 la Commissione ha espresso un parere positivo sulla domanda formale di adesione della Croazia. Conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2004, i negoziati con la Croazia sono cominciati ad inizio 2005.

• Al fine di rafforzare la pace e la stabilità e prevenire qualsiasi nuova divisione lungo i nuovi confini dell’Unione, la Commissione ha lanciato con successo una nuova Politica di Vicinato, che verrà implementata attraverso piani di azione negoziati individualmente con i paesi confinanti.

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RELAZIONI ESTERNE

1. Politica estera e di sicurezza comune

• La Commissione ha incrementato la capacità dell’Unione di rispondere velocemente a situazioni di crisi, in particolare con la creazione di un Meccanismo di Reazione Rapida che permetta di fornire aiuti non umanitari in caso di situazioni di emergenza.

• E’ stato sviluppato un metodo credibile e visibile di Osservazione e Assistenza Elettorale con la dislocazione di 28 missioni di osservazioni elettorali per coprire 34 elezioni in 19 paesi.

• Un supporto politico e finanziario concreto da parte dell’UE ha contribuito ad assicurare che il Tribunale Penale Internazionale potesse diventare velocemente operativo.

• La volontà di definire una strategia UE più efficace per i diritti dell’uomo e la democratizzazione è confermata dall’adozione di linee guida UE in alcune aree chiave, come la lotta contro la tortura, la protezione dei bambini e la difesa dei diritti umani. Questa strategia si è concretizzata attraverso l’Iniziativa Europea per la Democrazia e i Diritti Umani.

2. Balcani occidentali

• La Commissione ha contribuito a rafforzare la stabilità e ad implementare riforme nell’area dei Balcani occidentali attraverso misure autonome per il commercio, un’assistenza comunitaria di notevole entità e promuovendo i cambiamenti necessari per raggiungere accordi di stabilizzazione e associazione con questi paesi. Essa ha anche favorito la cooperazione regionale. Le prime partnerships europee sono state realizzate con i paesi dell’area dei Balcani occidentali nel 2004.

• L’ Accordo di Stabilizzazione e Associazione con la Croazia è stato firmato nel 2001. In seguito alla domanda di adesione della Croazia e il parere positivo della Commissione, il Consiglio europeo ha attribuito alla Croazia lo status di paese candidato. L’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’ex-repubblica Jugoslava di Macedonia è entrato in vigore nell’aprile 2004. Nello stesso anno la FYROM ha inoltre avanzato la domanda di adesione.

3. Politica di vicinato

• La Commissione ha sviluppato una politica di vicinato che traccia un nuovo quadro per le relazioni con i paesi vicini dell’est e del sud incluso il Caucaso meridionale. Essa è diretta a promuovere stabilità, sicurezza e prosperità al di là delle frontiere esterne dell’Unione allargata, in quei paesi che attualmente non hanno prospettive di adesione. Sono stati preparati Piani di Azione con un primo gruppo di partner, in modo specifico Israele, Giordania, Moldova, Marocco, Autorità Palestinese, Tunisia e Ucraina. La procedura è stata avviata anche con altri paesi.

• A partire dal 2007, un nuovo Strumento Europeo di Partenariato e Vicinato (ENPI) fornirà sostanzialmente tutta l’attività di assistenza ai paesi ENP più la Russia, rimpiazzando i programmi Meda e Tacis. Una rilanciata cooperazione transfrontaliera ai confini esterni dell’Unione rappresenterà uno specifico interesse dell’ENPI .

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• La partnership strategica dell’Unione con la Russia è stata sviluppata in modo particolare attraverso quattro Spazi Comuni (spazio comune economico, spazio comune di libertà, spazio comune di sicurezza esterna, spazio comune di ricerca e educazione, inclusa la cultura). L’Unione è riuscita a risolvere la delicata questione politica della libera circolazione per i cittadini russi lungo il territorio dell’Unione tra l'enclave di Kaliningrad e il resto della Russia.

• L’ Unione ha rafforzato l’interesse regionale al dialogo e alla cooperazione con i paesi dell’Asia Centrale, in particolare attuando una strategia di cooperazione regionale, un dialogo più stretto sull’energia e la firma di un Accordo di Partenariato e Cooperazione con il Tajikistan.

• L’Unione ha aumentato l’interesse strategico dei suoi programmi di cooperazione con i paesi nella regione, introducendo in particolare un nuovo Regolamento Tacis (dal 2000), il metodo strategia-paese (dal 2002), rafforzando la cooperazione transfrontaliera e attribuendo maggiore enfasi alla cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni.

• Un ammontare di fondi pari a 10 miliardi di euro al mese sono stati impegnati tra la metà del 2001 e il 2002 per sostenere l’Autorità Palestinese, fornendo allo stesso tempo assistenza diretta per circa 80 miliardi di euro nel 2003. E’ stata poi risolta la questione commerciale con Israele relativa alle importazioni dai territori palestinesi.

• L’Unione ha sostanzialmente concluso il suo network di Accordi di Associazione Euro-Mediterranei. La politica di integrazione economica è stata portata avanti con slancio incoraggiando i diritti umani. A livello istituzionale, questa partnership ha visto la creazione di un’Assemblea Euro-Mediterranea e l’istituzione della Fondazione Anna Lindh per il dialogo tra le culture.

4. Stati Uniti, Giappone e altri paesi industrializzati. • La Commissione ha positivamente gestito una serie di problemi relativi alla sicurezza

che hanno rischiato di intaccare la relazione transatlantica (come gli accordi sulla trasmissione dei nomi dei passeggeri registrati, la sicurezza dei Container, l’estradizione e l’assistenza legale reciproca, e Galileo). Il vertice del giugno 2004 ha aperto la via per una partnership più forte. Iniziative e accordi di cooperazione sono stati attuati con Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Sono stati conclusi accordi con la Svizzera e i negoziati hanno spianato la strada per un accordo commerciale e di investimenti con il Canada. Con la Corea del Nord è stato mantenuto il dialogo anche se sono state evidenziate contestualmente preoccupazioni relative alla non proliferazione delle armi ed al rispetto dei diritti umani.

5. America Latina

• Sono state rafforzate le relazioni con l’America Latina attraverso la conclusione di accordi di Associazione economica, consultazione politica e cooperazione con il Messico (2000) ed il Cile (2003).

• Gli Accordi di Dialogo Politico e Cooperazione firmati nel 2003 a Roma tra l’UE e i paesi dell’America Centrale e tra l’UE e i paesi della Comunità Andina hanno potenziato le relazioni con quei paesi ed aperto la strada per accordi di associazione in futuro.

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6. Asia

• Il quadro strategico Europa-Asia del 2001 per Partnership rafforzate, insieme con un Policy Paper sulla Cina e due comunicazioni sul Sud-Est Asiatico e India hanno contribuito ad intensificare la partnership strategica con l’Asia.

• La Commissione ha potenziato la propria posizione divenendo uno dei maggiori attori nella gestione delle crisi e del post-crisi in Asia ed in particolare in Afghanistan con il programma di riabilitazione CE per il quale sono stati stanziati più di 1 miliardo di euro.

7. Assistenza Esterna

• Il 16 Maggio 2000, la Commissione ha lanciato un programma di riforma dell’assistenza esterna. Durante i precedenti quattro anni, la Commissione aveva provveduto a modificare le modalità con le quali essa stabilisce le priorità, organizza ed implementa i programmi di assistenza e i progetti all’estero. Essa ha tentato di ottimizzare l’uso dei fondi forniti dagli Stati Membri al fine di dedicarsi a questioni di interesse comune, incluso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

• L’1 gennaio 2001 è stato creato l’Ufficio di Cooperazione EuropeAid al fine di migliorare la competenza nella gestione di progetti e programmi.

• Allo scopo di creare programmi di assistenza più vicini ai bisogni locali, di facilitare il coordinamento e accelerare l’implementazione, la Commissione ha deciso di costituire delegazioni responsabili della gestione dell’aiuto esterno. 75 delegazioni della Commissione che coprono 141 Stati e territori sono interamente responsabili per la gestione dell’ assistenza esterna della Commissione. Le cinque rimanenti delegazioni a copertura di sette Stati e territori sono diventate operative nel 2004.

• La produttività è stata migliorata durante il periodo di riforma. I pagamenti sono stati incrementati del 47%; il volume degli impegni rilevanti ancora da saldare (RAL) è stato stabilizzato sebbene il bilancio annuale è stato incrementato; la percentuale di fatture pagate dopo 60 giorni è stata dimezzata; e i progetti adesso sono completati più velocemente (3.66 anni alla fine del 2003 contro 4.61 anni alla fine del 1999).

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COMMERCIO

• La Commissione ha svolto un ruolo attivo e primario nel lanciare negoziati multilaterali per il commercio durante l’Agenda di Doha per lo Sviluppo con lo scopo di aprire ulteriori mercati, rafforzare le regole di commercio e coinvolgere i paesi in via di sviluppo nel sistema del commercio internazionale, con l’obiettivo di combattere la povertà.

• Negoziati bilaterali positivi hanno aperto la strada all’ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio di partner commerciali chiave, in particolare la Cina. I negoziato proseguono con la Russia..

• Risultati importanti sono stati ottenuti con il Sistema di Risoluzione delle Controversie dell’OMC, in particolare contro gli Stati Uniti (acciaio, FSC, emendamento Byrd, etc.) così come contro il Canada, l’India, l’Indonesia e altri. La CE ha vinto tutti i casi tranne uno, avviato secondo il sistema di risoluzione delle controversie OMC, e ha anche avuto successo in tre casi intentati contro di lei.

• Regolamenti diretti a disciplinare l’uso degli strumenti commerciali di difesa (anti-dumping, sovvenzioni irregolari, di salvaguardia) sono stati aggiornati allo scopo di snellire le procedure ed introdurre una maggiore flessibilità nei confronti di quei paesi considerati non ancora in piena economia di mercato.

• Utilizzando il Regolamento delle Barriere Commerciali e dove necessario il sistema di risoluzione delle controversie dell’OMC, la Commissione è stata in grado di condizionare mercati aperti in Cile, USA, Corea del Sud ed altrove.

• Una revisione dei controlli CE sulle esportazioni doppio-uso beni e tecnologia ha ridotto la burocrazia nel commercio legale intensificando al contempo i controlli sui prodotti sensibili.

• I bisogni dei paesi in via di sviluppo e meno abanzati sono stati considerati una priorità attraverso l’iniziativa “Tutto tranne le armi” ed il lancio di negoziati per Accordi di Partenariato Economico con i paesi ACP.

• La Commissione ha svolto un ruolo attivo in vertici e conferenze mondiali, come quelle tenute a Monterrey e a Johannesburg, dirette a far sì che lo sviluppo sostenibile diventi un elemento chiave della politica commerciale.

• Un accordo internazionale su medicine generiche, voluto dalla Commissione, ha permesso ai paesi più poveri di ottenere accesso alle medicine ad un prezzo più abbordabile.

• E’ stata realizzata una fitta rete di accordi commerciali regionali e bilaterali con partner commerciali chiave, come ad esempio i paesi Euromed, Messico e Sud Africa. Sono in corso negoziati per il raggiungimento d’accordi con il Mercosur e il Consiglio di Cooperazione per il Golfo.

• La Commissione ha continuato a sviluppare la propria banca dati per l’accesso al mercato al fine di consentire alle imprese UE una migliore penetrazione nei mercati mondiali di beni e servizi. E’ stato lanciato anche uno Sportello per l’Espansione delle esportazioni per incoraggiare le esportazioni dai paesi in via di sviluppo.

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• Il Sistema generalizzato di preferenze è stato rivisto al fine di assicurare la sua effettiva funzionalità, affinché esso non fosse soltanto aperto, ma anche più stabile, prevedibile, oggettivo, semplice e mirato.

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SVILUPPO E RELAZIONI CON I PAESI ACP

1. Sviluppo

• Una dichiarazione sulla Politica di Sviluppo della Commissione Europea è stata adottata congiuntamente dal Consiglio e dalla Commissione nel novembre 2000.

• In preparazione della Conferenza Internazionale di Monterrey sul Finanziamento allo Sviluppo nel 2002, l’Unione ha espresso il proprio consenso sugli otto "Obiettivi di Barcellona", incluso l’incremento dello 0,39% del PIL UE per il 2006, con l’obiettivo di realizzare una semplificazione e migliorare il coordinamento della politica di sviluppo. Nel 2004, è stata presentata dalla Commissione, una proposta diretta a realizzare un sistema d’aiuti disgiunti di tutta la comunità.

• Con il lancio delle due più importanti iniziative sull’acqua e l’energia, l’Unione ha fornito un contributo significativo per il successo della Conferenza Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD) a Johannesburg.

• L’Unione ha supportato le maggiori iniziative internazionali, come l’iniziativa per i paesi poveri più altamente indebitati (HIPC) (1.6 miliardi di euro), il Fondo Mondiale contro la Malaria, la Tubercolosi e l’AIDS, (460.5 miliardi di euro) e la sua stessa iniziativa per l’Acqua (500 miliardi di euro).

• Nel marzo 2004, il programma Enea con fondi per il 2004-2008 pari a 250 miliardi di euro, è stato adottato per andare incontro ai bisogni dei paesi non membri con particolare attenzione ad una migliore gestione dei flussi migratori.

2. Relazioni con i paesi ACP

• Nel giugno 2000, l’Accordo di Partenariato di Cotonou, tra 77 paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico (ACP), inclusi sei nuovi paesi provenienti dal Pacifico, è stato firmato per un periodo di 20 anni. Sono stati messi a disposizione 25 miliardi di euro per il periodo 2000-2007. L’accordo rappresenta un quadro effettivo ed integrato attraverso il quale la CE può dialogare con i paesi partners non solo su questioni relative allo sviluppo, ma anche su questioni di sicurezza e pace. Il IX Fondo Europeo di Sviluppo (FES) è stato previsto per tutte le regioni ed i paesi ed è stata varata una revisione di medio termine.

• La Commissione ha avanzato una proposta diretta ad inserire il Fondo Europeo di Sviluppo all’interno del bilancio comunitario a partire dal 2008.

• Dal 2002, è stata stabilita una forte relazione politica con l’Unione Africana (UA), che è culminata con un seminario congiunto tra la UE e la UA il 24 Marzo 2004. Su richiesta dell’UA, nell’aprile 2004 è stata creata l’African Peace Facility con fondi che ammontano a 250 miliardi di euro diretti a finanziare le operazioni di supporto dell’African Peace.

• Le relazioni tra l’Unione e il Sud Africa sono divenute più forti in seguito alla ratifica ed all’entrata in vigore dell’Accordo sul Commercio, Sviluppo e Cooperazione, e l’avvio di un dialogo politico concreto a livello ministeriale.

• Il Presidente Prodi è stato attivamente coinvolto negli sforzi diretti a risolvere la crisi nella Costa d’Avorio e nelle Regione dell’Africa dell’Ovest. La Commissione è stata

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particolarmente attiva anche nel processo di pacificazione della Regione dei Grandi Laghi.

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AIUTO UMANITARIO

• Durante il periodo 1999-2004, un numero di vittime di crisi umanitarie compreso tra i 40 e i 50 milioni, ha beneficiato annualmente di aiuti umanitari provenienti dalla Commissione attraverso operazioni svolte in più di 60 paesi in tutti i continenti. L’ Unione ha garantito circa il 25% dei fondi annuali di aiuti internazionali umanitari. Spendendo annualmente una media di 600 miliardi di euro dal 1999 al 2004, l'UE è stata il solo o principale donatore di aiuti umanitari in molte crisi.

• L’aiuto umanitario UE ha risposto in maniera adeguata e tempestiva alle crisi umanitarie in tutto il mondo, inclusi il verificarsi di disastri naturali (come ad esempio le inondazioni in Mozambico nel 2001, le eruzioni del vulcano Nyiragongo nelle Repubblica Democratica del Congo nel 2002 e i terremoti in Iran, Algeria e Marocco nel 2003), i più importanti conflitti di lungo periodo (come il Sudan/Darfur, la Cecenia, l'Afghanistan, l'Iraq e il Medio Oriente) e le crisi dimenticate (come il Sahara occidentale, il nord Uganda e la Somalia). Nel 2001 la Commissione ha stabilito un nuovo meccanismo di decisione rapida che garantisce la possibilità di prendere decisioni finanziarie e impegni per propositi di aiuti umanitari nel giro di poche ore successive al verificarsi di un disastro. Il tasso di allocazione è stato vicino al 100%, il che significa che tutti i fondi sono stati utilizzati per gli scopi prestabiliti, quasi fino all’ultimo euro.

• Attraverso il proprio ufficio di aiuti umanitari ECHO, la Commissione rappresenta un riferimento internazionale in qualità di donatore nel campo degli aiuti umanitari, giocando un ruolo attivo nel definire ed influenzare la politica di sviluppo a livello internazionale in questioni umanitarie chiave.

• A livello UE, la Commissione Prodi ha assunto un ruolo guida sviluppando una serie di metodologie, dirette a formulare ed attuare strategie di aiuti umanitari. Queste tracciano criteri per identificare le aree più bisognose di aiuti umanitari, le crisi dimenticate e le strategie di entrata-uscita. La Commissione ha anche sviluppato un sistema di scambio di informazioni tra gli Stati Membri che è il più avanzato del mondo in questo genere, ancora più del sistema del Financial Tracking delle Nazioni Unite. Questo modello è ora usato come esempio per lo sviluppo di sistemi simili a livello europeo in altre aree politiche.

• Questa Commissione ha sviluppato con successo una relazione strategica con le principali organizzazioni umanitarie. L’Accordo Quadro di Partenariato è stato rivisto nel 2003 per favorire aiuti di qualità, professionalità e responsabilità. La pianificazione di strategie annuali di aiuto è oggetto di un forte dialogo con i partner più importanti, incluso il sistema ONU, la Croce Rossa e le ONG, nel quadro dei “Dialoghi di Programmazione Strategica”.

• Il forte consenso politico creatosi negli anni 1999-2004 attorno agli aiuti umanitari comunitari è stato confermato dall’introduzione nel Trattato Costituzionale di specifiche disposizioni relative alla politica di aiuti umanitari, che riconoscono il bisogno primario e l’approccio morale dell’aiuto umanitario UE, basato sul rispetto dei fondamentali principi umanitari di imparzialità, non discriminazione e neutralità.

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AFFARI ECONOMICI E FINANZIARI

• L’introduzione delle banconote e monete euro all’inizio del 2002 ha segnato una tappa decisiva nella storia dell’integrazione europea. Grazie ai preparativi meticolosi e all’accoglienza entusiastica nella maggior parte del pubblico, il passaggio alle banconote e alle monete euro è stato un successo inaspettato che ha contraddistinto la nascita di una area monetaria comprendente più di 300 milioni di persone.

• L’Unione Economica e Monetaria va al di là dell’introduzione delle banconote e delle monete. Essa completa il Mercato Unico, in particolare spingendo verso l’integrazione dei mercati finanziari. Essa accompagna anche la realizzazione di una comune politica macroeconomica orientata alla stabilità e di una cooperazione rafforzata in una grande varietà di politiche economiche.

• Le Linee Guida di Politica Economica Generale, il controllo multilaterale delle politiche economiche negli Stati Membri e il Patto di Stabilità e Crescita, sono elementi centrali per il coordinamento della politica a livello UE e giocano un ruolo chiave nella realizzazione della Strategia di Lisbona. In diversi procedimenti di controllo e coordinamento, la Commissione ha utilizzato pro-attivamente gli strumenti diretti ad assicurare le funzioni dell’Unione Economica e Monetaria e tracciare un quadro politico volto alla crescita ed alla occupazione.

• In seguito all’ultimo allargamento, i dieci nuovi Stati Membri sono stati inseriti con successo nei processi di coordinamento dell’Unione. Tre dei nuovi Stati Membri hanno aderito all’ERM II, il regime successivo al Meccanismo Europeo del Tasso di Cambio.

• Le difficoltà nell’attuazione del Patto di Stabilità e di Crescita hanno evidenziato il bisogno di una larga riflessione sul piano della governance economica. La Commissione Prodi ha proposto l’introduzione di una logica più economica nell’attuazione del Patto di Stabilità e Crescita rafforzando nello stesso tempo il controllo e l’imposizione. Le riforme proposte hanno mirato a supportare la stabilità macroeconomica, assicurare finanze pubbliche sostenibili, contribuire al miglioramento del potenziale di crescita dell’UE e la realizzazione dell’Agenda di Lisbona. La Commissione ha fatto avanzare il dibattito su queste riforme in maniera trasparente ed in stretta collaborazione con gli Stati Membri.

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STATISTICHE

• E’ stato redatto un programma quinquennale di statistica comunitaria (2003-07) per assicurare coerenza e comparabilità dei dati statistici all’interno dell’Unione.

• I sistemi statistici dei 10 nuovi Stati Membri sono stati inseriti all’interno del sistema statistico europeo, ciò significa che i principali indicatori statistici per questi paesi sono disponibili agli utenti.

• Una nuova politica di diffusione dei dati è stata introdotta dal 2004, dando priorità ad un libero accesso ai dati statistici via Internet.

• Il numero di missioni verso gli Stati Membri su questioni relative a Procedura di Deficit Eccessivo è stato aumentato in modo tale da favorire il procedimento di controllo di bilancio.

• Sono stati fatti dei miglioramenti sulla qualità delle statistiche economiche infra annuali, in particolare con riferimento alla loro tempestività, copertura e frequenza, e lunghezza della serie. In aggiunta, è stata redatta una lista di principali indicatori economici europei e sono stati adottati diversi rapporti da parte del Comitato Economico e Finanziario in modo tale da migliorare la disponibilità e la tempestività delle statistiche dell’Unione Economica e Monetaria (EMU Action Plan and follow-up).

• Dal 2001, gli indicatori strutturali utilizzati per monitorare la Strategia di Lisbona sono stati inseriti nel rapporto della Commissione al Consiglio Europeo di Primavera.

• E’ stato realizzato un quadro metodologico e redatta una prima lista di indicatori al fine di supportare la Strategia di Sviluppo Sostenibile della Comunità.

• E’ stata migliorata la qualità dei dati del mercato del lavoro, grazie ad un continuo esame della forza lavoro e a definizioni di disoccupazione più specifiche.

• E’ stata completata una nuova Indagine Comunitaria sulle Condizioni di Vita e di Reddito (EU-SILC), al fine di fornire informazioni più rapide e aggiornate sulla povertà e l’esclusione sociale.

• E’ stato realizzato un Piano di Azione per l’Immigrazione e Statistiche di Asilo.

• E’ stata portata a termine un’analisi autorevole sulle attività della Commissione relative al settore delle statistiche agricole con lo scopo di assicurare che il risultato del Sistema Europeo di Statistiche Agricole sia “adeguato allo scopo”. E’ stato approvato il Regolamento sulle Statistiche concernenti i Rifiuti. E’ stata redatta una comune Nomenclatura delle Unità Territoriali per la Statistica (NUTS), importante per i Fondi Strutturali.

• Sono state rafforzate le procedure amministrative e finanziarie: è stato adottato, nel novembre 2003, un nuovo organigramma e dal maggio 2004 è operativo un nuovo Board.

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OCCUPAZIONE E AFFARI SOCIALI

• Al fine di contribuire all’attuazione della Strategia di Lisbona, la Commissione Prodi ha adottato un’Agenda di Politica Sociale per il periodo 2000-2005. Confermata dal Consiglio Europeo di Nizza, essa intende andare incontro ai nuovi cambiamenti legati alla società della conoscenza, alla ristrutturazione economica e alla globalizzazione. L’Agenda è stata rivista nel 2003.

• La Commissione Prodi ha implementato la Strategia Europea per l’Occupazione proponendo delle nuove linee guida per l’occupazione e raccomandazioni annuali agli Stati Membri. La Strategia, che ricalca le Linee Guida Generali per le Politiche Economiche, è stata rivista sulla base del rapporto della Task Force sull’Occupazione.

• La Commissione Prodi ha introdotto un metodo aperto di coordinamento nel settore della protezione sociale che si estende all’inclusione sociale, alle pensioni e, più recentemente, alla salute come misure di supporto per le riforme necessarie dei sistemi di protezione sociale negli Stati Membri.

• La Commissione Prodi ha attuato programmi parzialmente finanziati attraverso il Fondo Sociale Europeo, in cooperazione con autorità nazionali per il periodo 2000-2006. Essa ha anche adottato proposte di regolamento che introducono un nuovo genere di Fondi Strutturali per il 2007-2013.

• Quattro Programmi di Azione Comune sono stati adottati ed attuati nei settori dell’occupazione, dell’inclusione sociale, dell’azione contro la discriminazione e le pari opportunità tra uomini e donne. La Commissione Prodi ha anche proposto un nuovo programma di azione chiamato "PROGRESS", che coprirà la programmazione futura in queste aree (2007-13).

• La Commissione ha favorito il dialogo sociale, contribuendo alla creazione di una “partnership per il cambiamento” e a nuove commissioni settoriali a livello UE. I partner sociali hanno concluso un accordo europeo relativo all’organizzazione del tempo di lavoro dei lavoratori mobili nell’aviazione civile (2000) e un Accordo Europeo su specifici aspetti delle condizioni di lavoro dei lavoratori mobili assegnati a servizi transfrontalieri interoperabili (2004).

• La Commissione Prodi ha adottato un Piano di Azione sulla Mobilità che ha portato in particolare all’introduzione di una Carta Sanitaria Europea, all’applicazione di un nuovo Regolamento sul coordinamento europeo dei sistemi nazionali di sicurezza sociale (estensione dei diritti attuali ai cittadini non comunitari legalmente residenti nella UE), la riforma della base legale di EURES e la creazione di un Portale Europeo sulla Mobilità del Lavoro.

• In vista degli obiettivi stabiliti dal Consiglio Europeo di Lisbona relativi a migliori posti di lavoro, la Commissione ha adottato una nuova Strategia Comunitaria per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro (2002-06). Essa si basa su un’idea generale di benessere sul posto di lavoro, in particolare attraverso il consolidamento di una cultura della prevenzione del rischio che si estenda non solo ai rischi fisici, ma anche a quelli psicologici e sociali. Questo approccio ha portato all’adozione di diverse proposte legislative.

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• La Commissione ha adottato una proposta di Direttiva sul lavoro temporaneo che sancisce il principio secondo cui i lavoratori temporanei non devono essere discriminati rispetto a lavoratori che occupano posti simili all’interno della stessa azienda. La Direttiva sull’informazione e la consultazione dei lavoratori è stata adottata dal Parlamento e dal Consiglio nel 2002.

• Le due più importanti Direttive contro la discriminazione sono state adottate sulla base del nuovo articolo 12 del Trattato CE. Una si riferisce all’uguale trattamento senza distinzione di razza o etnia, mentre l’altra stabilisce un quadro generale per il trattamento paritario nell’occupazione e sul lavoro. A seguito della dichiarazione dell’anno 2003 quale Anno Europeo dei Disabili, un gran numero di persone ha avuto consapevolezza delle difficoltà a cui vanno incontro dette persone nell’integrazione sociale, così come dei fenomeni di discriminazione.

• La disuguaglianza sessuale è stata combattuta attraverso la strategia quadro comunitaria diretta promuovere l’uguaglianza sessuale per il 2001-2005. La Direttiva che attua il principio di pari trattamento tra uomini e donne, con riferimento all’accesso all’occupazione, alla formazione professionale, alla promozione e alle condizioni di lavoro, è stata riformulata per prendere in considerazione i precedenti legali. Ultimamente, la Commissione ha adottato una proposta di Direttiva che attua il principio di pari trattamento tra uomini e donne nell’accesso e nella fornitura di beni e servizi.

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MERCATO INTERNO

• La Commissione Prodi ha formulato una strategia di medio termine prevedendo dieci priorità per trarre il massimo beneficio dal mercato interno in termini di competitività, crescita e occupazione.

• E’ stata avanzata una proposta ambiziosa per permettere alle imprese, ed in particolare alle PMI, di fornire più facilmente servizi in tutta la UE.

• La Commissione Prodi ha presentato una proposta per una modernizzazione generale del sistema UE e per il riconoscimento delle qualifiche professionali al fine di permettere alle persone qualificate di muoversi più facilmente nell’ambito UE.

• L’adozione di una seconda Direttiva sui servizi postali segna una nuova fase nella graduale apertura alla concorrenza dei servizi postali, mantenendo allo stesso tempo un servizio universale.

• E’ stata avviata una riforma profonda allo scopo di semplificare e modernizzare il quadro legislativo applicabile all’appalto pubblico nell’Unione.

• L’adozione di una Direttiva sul commercio elettronico ha dato impeto ad un ecommerce in Europa fornendo sicurezza legale alle imprese ed ai consumatori.

• Grazie alla Direttiva sul copyright nella società dell’informazione, ideatori, artisti ed imprese possono adesso affrontare le sfide del commercio elettronico con maggiore fiducia.

• La Direttiva sul diritto di seguito delle opere d’arte permette agli artisti di ottenere vantaggi da questo diritto ovunque, all’interno dell’Unione, siano vendute le loro opere.

• La protezione del design in tutto il mercato interno è stata facilitata dall’introduzione di una procedura di registrazione semplice ed economica.

• Un Piano di Azione per i Servizi Finanziari è stato elaborato ed attuato, apportando un’enorme progresso al completamento dei mercati finanziari europei.

• Un nuovo metodo di regolamentazione dei mercati finanziari UE attribuisce all’Unione Europea la possibilità di reagire molto più velocemente ed efficacemente agli sviluppi del settore finanziario.

• Adottato dopo 30 anni di negoziati, lo Statuto Societario Europeo, attribuisce alle imprese che operano in più di uno Stato Membro la possibilità di impiantarsi come aziende soggette alla legislazione europea.

• La Commissione Prodi ha formulato un Piano di Azione per modernizzare il Diritto societario e migliorare la governance aziendale nella UE.

• A partire dal 2005, tutte le aziende europee registrate applicano standard di contabilità internazionale che hanno come obiettivo quello di migliorare l’efficienza del mercato e di ridurre il costo di finanziamento aziendale.

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• L’adozione di una Direttiva sui fondi pensione è un grande passo avanti verso la realizzazione di un mercato unico nel settore delle pensioni.

• E’ stato adottato un Regolamento sui costi bancari transfontalieri. Esso stabilisce che i costi bancari relativi a pagamenti transfrontalieri in euro debbano essere gli stessi di quelli per transazioni simili all’interno di uno o dello stesso Stato Membro.

• Lo scopo della Direttiva sul riciclaggio del denaro è stato esteso in modo da coprire il più ampio numero di attività criminali.

• Le Direttive sull’assicurazione diretta sulla vita sono state riformulate in un testo legale completo, chiaro e coerente. Questo le ha rese più comprensibili.

E' stato redatto un quadro legale per assicurare alti standard professionali tra gli intermediari di assicurazione.

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TASSAZIONE E DOGANE UNIONE

• Adottata a seguito di intense negoziazioni, la Direttiva sulla tassazione dei redditi da

risparmio sotto forma di pagamenti di interessi contribuirà alla eliminazione delle distorsioni nel mercato interno che hanno eroso il gettito fiscale degli Stati membri.

• Gli Stati membri sono intenti a ritirare 96 misure nazionali considerate dal Codice di

condotta per la tassazione delle imprese come concorrenza fiscale dannosa e si sono impegnati a non introdurre nuove misure di questo genere.

• Diverse altre direttive fiscali in materia societaria sono state adottate o sono prossime

all’adozione, riducendo così i casi in cui le società sono soggette a doppia imposizione. • È stato avviato un lavoro, sulla base di una strategia complessiva della Commissione

Prodi, per permettere alle società dell’UE di servirsi di una sola base fiscale consolidata per calcolare i loro profitti tassabili su scala europea. Si intende così rimuovere la maggior parte degli ostacoli fiscali per le società nel mercato interno.

• Una strategia chiara è stata adottata per far fronte agli ostacoli fiscali alla libertà degli

individui, che desiderano contribuire ai regimi pensionistici al di fuori del loro Stato membro, e degli istituti pensionistici che desiderano offrire prestazioni pensionistiche transfrontaliere.

• Una struttura fiscale nuova ed innovativa per servizi elettronici è stata realizzata. Essa

rimuove il serio handicap competitivo che le imprese dell’UE hanno fronteggiato rispetto ai fornitori di servizi digitali dei paesi terzi.

• Le regole comuni in materia di IVA sono diventate più favorevoli alle imprese attraverso

misure di semplificazione come l’abolizione del requisito dei rappresentanti fiscali e l’accettazione di fatture elettroniche, riducendo così i costi per le imprese.

• Il sistema di livelli minimi di tassazione per tutte le fonti di energia aiuterà l’Unione a

soddisfare i suoi obiettivi ambientali, ed in particolare quelli del Protocollo di Kyoto. • Il nuovo regime di accise sui prodotti del tabacco assicura un livello più appropriato di

tassazione e riduce le differenze fiscali tra Stati membri. • La Commissione Prodi ha adottato una Comunicazione sulla tassazione delle autovetture

per favorire la libera circolazione delle persone nell’Unione e per consentire all’industria di trarre vantaggio dal Mercato Unico.

• Regole più severe sulla cooperazione amministrativa tra amministrazioni fiscali

aiuteranno gli Stati membri a combattere le frodi fiscali e a proteggere il loro gettito fiscale.

• Un monitoraggio proattivo dell’applicazione delle libertà del Trattato e delle norme

comunitarie specifiche in materia fiscale ha assicurato che i cittadini dell’UE e le imprese cogliessero i benefici dell’integrazione del mercato interno.

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• La realizzazione e il rinnovamento di programmi di cooperazione fiscale e doganale offrono una solida base per maggiore cooperazione e per numerose applicazioni IT su scala europea. Il che facilita il lavoro quotidiano delle amministrazioni nazionali e il commercio.

• Le norme doganali sono state modernizzate (attraverso dichiarazioni computerizzate da

parte dei commercianti e nuovi regimi per le zone franche) per facilitare il commercio, assicurando allo stesso tempo controlli adeguati.

• Il lancio dell’iniziativa e-customs, per l’uso delle IT da parte delle dogane, faciliterà il

commercio e rafforzerà la sicurezza e i controlli doganali ai confini esterni dell’Unione allargata, contribuendo così alla sicurezza dei cittadini nell’UE.

• La lotta ai prodotti contraffatti, che conta circa il 6% del commercio internazionale e

costa all’industria dell’UE oltre 2 miliardi di euro in perdite, ha fatto un grande passo in avanti con una normativa che da agli ufficiali doganali maggior potere per sequestrare articoli falsificati.

• L’Unione ha concluso un accordo con gli Stati Uniti sugli aspetti legati alla sicurezza dei

movimenti internazionali dei container. Una cooperazione doganale più stretta giocherà un ruolo chiave nella lotta contro il crimine e il terrorismo.

• L’Unione ha concluso accordi di cooperazione doganale e di assistenza reciproca con

l’India e la Cina, che faciliteranno il commercio ed aiuteranno la lotta alla falsificazione e alla pirateria.

• La Commissione Prodi ha aperto un dibattito sul futuro delle regole di origine negli

accordi commerciali preferenziali, che si applicano ai paesi in via di sviluppo, per aiutarli a migliorare il loro accesso al mercato dell’UE e per fornire un ambiente sicuro per il commercio preferenziale.

• Assistenza tecnica in materia doganale e fiscale è stata fornita ai nuovi Stati membri,

alla Federazione russa e ai paesi balcanici, il che contribuirà ad assicurare una protezione adeguata dei nuovi confini esterni dell’Unione.

• Ora completamente operativo, il Nuovo Sistema di Transito Computerizzato gestisce

correntemente 25000 e-dichiarazioni al giorno tra gli Stati membri e i paesi EFTA. I collegamenti commerciali sono numerosi e questo sistema è un passo in avanti notevole nella lotta alle frodi.

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CONCORRENZA

1. Politica antitrust • Modernizzazione delle norme antitrust: il 1 maggio 2004 è entrata in vigore la

maggiore riforma in materia antitrust dal 1962, insieme a numerose misure di applicazione. Le norme antitrust comunitarie sono ora il punto di riferimento, il che favorisce enormemente le imprese rispetto al sistema attuale che comprende invece, oltre alle norme comunitarie, 15 sistemi antitrust nazionali. Inoltre, è stato eliminato l’onere di notificazione per le imprese, sicché la Commissione può concentrarsi sull’individuazione delle infrazioni serie alla normativa antitrust. Le 25 autorità nazionali stanno creando un European Competition Network (ECN), che consentirà alle autorità della concorrenza poste nelle migliori condizioni di trattare i casi. I denuncianti (comprese le organizzazioni dei consumatori) giocheranno inoltre un ruolo di primo piano nelle indagini della Commissione.

• La Commissione Prodi ha adottato nuovi regolamenti di esenzione per categoria

concernenti settori specifici e la distribuzione di autovetture. L’idea di fondo è di concentrarsi sugli effetti attuali sul mercato piuttosto che sull’accertamento legale e formale tradizionale. Questi strumenti chiariscono quali accordi devono essere considerati infrazioni serie delle norme antitrust comunitarie.

• Nella lotta ai cartelli, il nuovo programma di clemenza (leniency programme) sta

riscontrando un grande successo. Esso offre incentivi alle società coinvolte per incoraggiarle a fornire informazioni il più rapidamente possibile e per aiutare la Commissione a scoprire e eliminare i cartelli. In 27 decisioni riguardanti cartelli, la Commissione ha inflitto multe per circa 3,5 miliardi di euro. Esempi di particolare rilevanza sono il cartello su scala mondiale concernente le vitamine, il cartello per il trasporto aereo SAS/Maersk e il cartello delle banche austriache. La Commissione Prodi è stata inoltre molto attenta contro i tentativi volti ad impedire il commercio parallelo, adottando decisioni contro molte case automobilistiche e Nintendo. La Commissione Prodi ha manifestato chiaramente la propria intenzione di applicare le norme antitrust ai professionisti adottando una decisione contraria alle “tariffe raccomandate” degli architetti belgi.

• L’azione per combattere l’abuso di posizione dominante si è concentrata in particolare sui

mercati liberalizzati, come evidenziato dalle decisioni contro i gestori dei servizi postali, delle telecomunicazioni e dei trasporti. Questa politica è particolarmente attuale a seguito della decisione della Commissione contro Microsoft.

• Nuove regole applicabili agli accordi di trasferimento di tecnologia sono entrate in

vigore il 1 maggio 2004, in linea con l’approccio normativo assunto nelle nuove regole sugli accordi in settori specifici. L’industria ha apprezzato questa tendenza che da alle società maggiore flessibilità e favorisce in questo settore la convergenza tra le politiche dell’UE e degli Stati Uniti.

2. Politica di controllo delle concentrazioni

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• La sfida nel settore del controllo delle concentrazioni è di assicurare che il nostro sistema continui ad essere efficace di fronte alla maggior complessità dei casi e allo scrutinio della Corte europea.

• Le concentrazioni sono essenziali per soddisfare i bisogni di un’economia dinamica. La

Commissione non ha alcun intenzione di impedire la ristrutturazione del mercato. Essa ha agito solo per proteggere gli interessi dei consumatori. Ecco perché la Commissione ha impedito le concentrazioni proposte solo in pochissimi casi: 18 su più di 2.200 notifiche dal 1990.

• La riforma del Regolamento relativo al controllo delle operazioni di concentrazioni

tra imprese introduce maggiore flessibilità nelle investigazioni. Essa ottimizza la distribuzione dei casi tra la Commissione e le autorità antitrust nazionali attraverso una semplificazione del sistema di rinvio. Essa inoltre chiarisce che il criterio di valutazione sostanziale del Regolamento copre tutti gli scenari che possono colpire gli interessi dei consumatori.

3. Aiuti di Stato • Gli orientamenti per gli aiuti a tutela dell’ambiente e in forma di crediti all’esportazione

sono stati aggiornati. Nuovi orientamenti sul salvataggio e sulla ristrutturazione delle imprese in difficoltà e un nuovo contesto per gli aiuti al settore navale sono stati adottati. In quest’ultimo settore, il meccanismo di difesa provvisorio offre un aiuto ai cantieri navali della Comunità contro la concorrenza sleale della Corea.

• La Commissione Prodi ha presentato delle Comunicazioni sugli aiuti di Stato in favore

del capitale di rischio, del servizio pubblico di radiodiffusione e delle produzioni audiovisive, e una Raccomandazione concernente la definizione delle piccole e medie imprese (SMEs). Essa ha adottato un Regolamento di esenzione per categoria per gli aiuti alle SMEs, il cui scopo è stato poi esteso per includere gli aiuti per la ricerca e lo sviluppo. Esso ha anche adottato esenzioni di categoria per gli aiuti alla formazione e all’impiego.

• Il nuovo Multi-Sectoral Framework (2003) riduce in maniera sostanziale l’aiuto

disponibile ai grandi progetti di investimento riducendo i rischi di distorsione e delocalizzazione.

• Per garantire agli Stati membri certezza giuridica nel finanziamento delle imprese

responsabili dei servizi di interesse economico generale, la Commissione Prodi ha preparato un progetto quadro per gli aiuti di Stato nella forma di compensazione degli obblighi di servizio pubblico ai sensi dell’articolo 86(3) del Trattato CE, e una proposta di modifica della Direttiva sulla trasparenza nelle relazioni finanziarie tra gli Stati e certe imprese.

• La trasparenza è stata migliorata attraverso il registro degli aiuti di Stato e la tabella

degli aiuti di Stato. • Le misure di aiuto che trovano applicazione nei nuovi Stati membri dopo il 1 maggio

2004 sono state valutate alla luce dell’acquis comunitario.

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• Alcune decisioni chiave della Commissione nel campo degli aiuti di Stato sono servite ad aprire il settore dei servizi finanziari e ad assicurare una concorrenza leale tra banche pubbliche e private (German Landesbanken, Crédit Mutuel, CDC), a limitare i danni causati alla concorrenza dal salvataggio statale di società in difficoltà (Alstom ed Energia britannica), e ad assicurare una concorrenza leale in settori recentemente liberalizzati (Deutsche Post, France Telecom e EdF).

4. La cooperazione internazionale • L’Unione ha rafforzato i suoi legami bilaterali con gli Stati Uniti e il Canada (best

practices nella cooperazione UE-USA nei casi di concentrazioni). Essa ha concluso un Accordo di Cooperazione in materia antitrust con il Giappone e ha avviato il dialogo con la Cina.

• Nel contesto multilaterale, la Commissione Prodi ha implementato i principi guida e le

pratiche raccomandate dell’International Competition Network, in particolare nel settore delle concentrazioni.

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IMPRESA 1. Il Mercato Unico

• La normativa farmaceutica è stata modernizzata per rafforzare l’innovazione e la

concorrenza nell’industria del settore, migliorando l’accesso alle medicine e assicurando un alto livello di protezione sanitaria.

• Una nuova politica per i prodotti chimici (REACH) è stata avviata per rafforzare la

protezione della salute e dell’ambiente, salvaguardando la concorrenza e incoraggiando l’innovazione nell’industria.

• Un contesto giuridico chiaro è stato adottato per i prodotti cosmetici. Esso prevede

l’interruzione programmata delle prove su animali, garantendo che i prodotti siano sani per i consumatori.

• Diverse Direttive sulle autovetture sono state adottate per ridurre l’inquinamento e

migliorare la sicurezza, in particolare per pedoni. • L’adozione dello Statuto della Cooperativa europea è estremamente utile nella pratica

per molte imprese. • La Commissione Prodi ha lavorato per migliorare la qualità normativa attraverso l’uso di

verifiche di impatto. 2. Migliorare la competitività delle imprese e dare nuovo impeto alla politica

industriale • È stato dato nuovo impeto alla politica industriale, in particolare per contrastare la

deindustrializzazione. La Commissione Prodi ha presentato rapporti regolari sulla competitività nell’UE. Inoltre, essa ha preso iniziative in settori specifici, in particolare nel settore farmaceutico (G10 Medicine e Piano d’Azione per rafforzare l’industria farmaceutica a favore dei pazienti), delle biotecnologie, delle industrie per la difesa, dei cantieri navali (LeaderSHIP 2015), dell’industria aerospaziale (STAR 21), dell’industria tessile e del turismo.

3. Imprenditorialità e Innovazione • Il Programma pluriennale per l’Impresa e l’Imprenditorialità 2000-04 ha dato nuovo

impeto alla politica dell’impresa. Una Carta europea per le Piccole imprese è stata adottata. La Commissione Prodi ha anche presentato un Libro verde e un Piano d’Azione per l’Imprenditorialità.

4. Sviluppi internazionali • La cooperazione internazionale ha avuti sviluppi in campo normativo (Dialogo

Transatlantico per le imprese (TABD) e Cina). • Accordi di riconoscimento reciproco sono stati conclusi con diversi partner della

Comunità.