La Civetta Ordine: Strigiformi Famiglia: Strigidi Nome scientifico: Athene Noctua La civetta...

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La Civetta• Ordine: Strigiformi Famiglia: Strigidi Nome scientifico: Athene Noctua• La civetta presenta un corpo massiccio,

ricoperto di piume di colore bruno-grigiastro-castano . In genere il petto e il ventre sono chiari con striature brunastre. Il sottocoda è biancastro.

• I giovani si distinguono facilmente dagli adulti oltre che per il piumaggio di colore molto più uniforme anche perchè le piume sulla fronte sono poco sviluppato e corte. 

• La civetta non presenta dimorfismo sessuale anche se la femmina è leggermente più grande del maschio.

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• E’ diffusa in tutta l’Europa centrale e meridionale, l’Asia centrale e nell’Africa settentrionale.

• In Italia si calcolano oltre 10.000 esemplari. Non è diffusa nelle zone alpine: infatti in genere il suo aerale va dal livello del mare fino a 600 m di altitudine (salvo qualche rara eccezione). È stata introdotta con successo anche in Gran Bretagna e nella Nuova Zelanda.

• L'habitat originale della civetta erano le zone desertiche sabbiose e rocciose, le steppe e le falesie. La civilizzazione ha ridotto sensibilmente queste zone facendo sì che questi spazi divenissero sempre più rari.

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• Le civette nidificano di preferenza nelle cavità degli alberi, come salici o vecchi alberi da frutto. La riproduzione ha luogo nei primi mesi dell'anno.La femmina cova le uova per un periodo di quattro settimane.

• L'incubazione delle uova comincia prima che la covata sia completata così, quando nascono i primi piccoli, il maschio porta il nutrimento a loro e alla femmina che continua a covare le uova non ancora schiuse. Successivamente saranno invece ambedue i genitori a nutrire i piccoli della covata.

• I piccoli quando nascono sono ciechi e sordi, coperti di una peluria biancastra, ma nel giro di una settimana essi cominciano a vedere e a sentire.

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• La civetta si nutre di vertebrati, quali mammiferi, uccelli e rettili ma  la parte più considerevole della sua dieta è costituita da invertebrati soprattutto insetti quali  coleotteri ed ortotteri (cavallette).

• La civetta in genere tende dei veri e propri agguati alle sue prede che cattura a terra dopo un piccolo volo e, in genere, preferisce cacciare nei luoghi aperti piuttosto che nelle fitte foreste

• Per lo studio delle sue abitudini alimentari gli ornitologi si aiutano studiando delle palline (borre) che sono rigurgitate dalla civetta e che contengono piume, ossa e peli degli animali mangiati, in quanto queste parti non sono digerite. Spesso si trovano dei mucchi di borra nei luoghi dove una civetta si è appollaiata o vicino al nido o dove ha mangiato.

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Curiosità• Le civette producono suoni acuti e stridenti. Per il canto lamentoso,

la civetta fu considerata un tempo un uccello presagio di morte e perseguitata ovunque si facesse vedere. Una delle possibili spiegazioni ne fa risalire la causa ai secoli passati, quando di notte si tenevano i lumi accesi solo in rarissimi casi, per esempio la veglia di un moribondo. La luce, attirava insetti e le civette... Poi, prevedibilmente, il moribondo moriva e la responsabilità veniva attribuita alla povera civetta…

• Nell'antica Grecia, invece, la civetta era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome del genere, quello della specie riporta il nome latino dell'uccello), dea della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna.

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Il Barbagianni

• Ordine: Strigiformi Famiglia: Titonidi Nome scientifico: Tyto alba• Il barbagianni è un uccello rapace notturno di medie dimensioni

dall'aspetto molto elegante; ha una lunghezza fra i 32 e i 40 cm, mentre l'apertura alare va dai 105 ai 110 cm. I maschi sono mediamente più piccoli delle femmine.

• I barbagianni hanno una notevole acuità visiva, sia durante le ore diurne sia durante quelle notturne e sono in grado di localizzare i suoni con una certa precisione. Le orecchie sono dotate di piccole alette che possono chiudersi quando il rumore percepito è particolarmente intenso.

• Un'altra interessante caratteristica è la capacità di volare in modo silenzioso, grazie alla particolare conformazione delle piume.

• Il barbagianni ha una vita media allo stato selvatico abbastanza breve (circa 2 anni), mentre può vivere molto di più in cattività (16-17 anni).

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• Il barbagianni è diffuso ovunque tranne nelle zone antartiche; nel nostro Paese lo si trova un po' dappertutto fatta eccezione per le zone alpine e alcune isole più piccole.

• Il barbagianni preferisce ambienti abbastanza aperti e necessita di cavità nelle quali effettuare la nidificazione (cavità negli alberi, fessure nei muri, nelle rocce, nei ruderi ecc.). È un uccello sedentario che difficilmente tende a migrare.

• In Italia un tempo era diffuso in tutte le zone coltivate, oggi invece lo si avvista più di frequente nei centri abitati. Infatti popola la cupola del Duomo di Firenze e le mura urbane di quasi tutte le città.

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• L'accoppiamento, in genere annuale, può avvenire durante qualsiasi periodo dell'anno.

• I barbagianni possono deporre da un minimo di due a un massimo di diciotto uova. La cova dura poco più di un mese; una volta che la cova è terminata nascono i pulcini che la femmina nutrirà per poco più di tre settimane.

• I piccoli barbagianni lasciano il nido e compiono il primo volo dopo circa 50-70 giorni dalla nascita, anche se per circa due mesi la notte fanno ritorno al nido familiare che verrà poi definitivamente abbandonato. I pulcini di barbagianni devono essere protetti dai serpenti, dagli ermellini, dai gufi reali, dalle poiane, dall'allocco, dall'aquila reale e da altri uccelli predatori. 

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• Il Barbagianni esce di notte e occasionalmente anche di giorno a caccia di piccoli mammiferi e di uccelletti, in particolare di topi, ratti, toporagni, talpe ecc.

• Nelle città cattura spesso gli usignoli, i tordi ed i fringuelli che si trovano nelle gabbie appese fuori dalle finestre.

• Il Barbagianni si nutre anche di arvicole, rane e insetti e di animali dannosi per l'uomo come i ratti, i sorci, le talpe. Un barbagianni adulto mangia circa 3 topi al giorno.

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• Sono in grado di arrampicarsi facilmente anche su superfici quasi verticali.

 • Nel sud della Francia si credeva che lo stridio del barbagianni

appollaiato sul camino preannunciasse la nascita di una bambina.  • I barbagianni si prendono cura dei fratelli più piccoli aiutando i

genitori nelle cure parentali, fenomeno noto con il nome di “fratellanza”.

• I barbagianni, per scacciare i parassiti dalle penne, possono gettarsi in mare.

• Nel dialetto genovese il barbagianni è chiamato “oxello gatto” ossia uccello-gatto a causa del disco facciale che ricorda molto il muso di un gatto.

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Il Gufo Reale• Ordine: Strigiformi Famiglia: Strigidi Nome scientifico: Bubo bubo• E' il rapace notturno più grande

d'Europa con un'apertura alare che varia da 1,60 fino a 2 metri per gli esemplari femmine più grandi, ed un'altezza che arriva fino agli 80 centimetri.

• Il dimorfismo sessuale è dato unicamente dal peso, senza nessuna differenza cromatica.

• Il gufo reale può girare la testa di 270 gradi. Ha coda corta e grande capo; gli occhi frontali con iride giallo-arancio sono sormontati da lunghi ciuffi di penne. Il piumaggio è bruno striato

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• ll gufo reale si trova in quasi tutta

l'Europa tranne  Danimarca, Olanda, Isole Britanniche, Francia settentrionale e nelle latitudini più settentrionali; vive anche in Nord africa e Medio oriente e infine in gran parte dell'Asia centrale

• In Italia è presente ovunque tranne che in Sardegna; la popolazione totale è stimata per circa 200/400 esemplari . Sulle Alpi nidifica sino al limite superiore delle foreste, prediligendo un'alternanza di piccole barre rocciose, boschi e zone aperte.

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• Il gufo reale nidifica tra marzo ed aprile, collocando i nidi nelle crepe delle rocce o in buche del terreno, in vecchi edifici, nel cavo degli alberi o tra i cespugli. Talvolta non disdegna i nidi abbandonati da altri uccelli senza preoccuparsi di restaurarli.

• La femmina depone 2-3 uova bianche dal guscio ruvido (raramente sino a 4) che cova 34-36 giorni; i piccoli restano al nido per 5-6 settimane e vagano quindi nei dintorni per altri 20-30 giorni, dipendendo dagli adulti per il reperimento del cibo. I pulcini sono protetti da un piumaggio lanuginoso di colore grigio topo.

• Un gufo reale allo stato libero può vivere anche 19 anni, mentre in cattività alcuni esemplari hanno superato il sessantesimo anno di vita.

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• Esce al tramonto e all’alba in cerca di prede. Si ciba principalmente di piccoli mammiferi (come lepri e conigli), ma anche di prede di taglia maggiore come volpi e cuccioli di cervi. Preda anche altri uccelli tra cui altri rapaci e in particolare galli e fagiani. Può arrecare gravi danni anche ai volatili domestici.

• Come gli altri rapaci notturni ingoia intere le prede di piccole o medie dimensioni; le parti non digeribili (ossa, penne, peli, parti chitinose degli insetti) vengono rigettate sotto forma di "borre" di forma allungata con diametro di 3-4 cm. che è possibile trovare a terra durante le escursioni nei boschi.

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Curiosità • E' stato osservato che il gufo reale imprime nella sua

mente, al momento in cui viene al mondo, la prima cosa che vede e la considera sua madre. Questo fatto è molto importante quando dei pulcini nascono in cattività in quanto se la prima persona che vedono è un essere umano, considereranno loro madre la persona che hanno visto e questo rende molto difficile l'inserimento dei gufi reali in natura se non sono stati allevati da un genitore gufo.

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Poiana

• Ordine: Falconiformi Famiglia:Accipitridi Nome scientifico: Buteo buteo• Ha una lunghezza tra i 51 e i 57 cm

con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, misure che lo rendono un predatore diurno di medie dimensioni.

• Ha forme compatte con ali ampie e arrotondate e una coda piuttosto corta. Il colorito è bruno scuro superiormente mentre la coda presenta numerose sottili barre scure.

• Le femmine sono leggermente più grandi dei maschi. La poiana è un abile veleggiatore che sfrutta al meglio le correnti ascensionali passando dall’una all’altra con un potente volo battuto.

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• La poiana comune  è un uccello rapace tipico dell'Europa. Il suo habitat copre la maggior parte dell'Europa e si estende in Asia. Vive in tutte le zone tranne che in quelle più fredde..

• Il numero delle poiane presenti in Italia è molto calato nella seconda metà del 1900 a causa delle persecuzioni da parte di cacciatori e agricoltori che la reputavano nociva all’agricoltura, ignorando la sua importante funzione di distruttore di roditori, ma è andata migliorando nell’ultimo decennio soprattutto nel Mezzogiorno e sulle isole.

• Generalmente non si spostano in stormi ma possono essere visti insieme durante una migrazione o in un buon habitat.

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• La stagione riproduttiva ha inizio generalmente in marzo. Il nido viene di solito costruito sugli alberi, anche se questi sono aggrappati a pareti rocciose, o più raramente sulla nuda roccia: di solito è a 8-20 metri di altezza sul suolo e viene riutilizzato anno dopo anno.

• Dopo l’accoppiamento, vengono deposte 2-3 uova nella prima quindicina di aprile. Entrambi gli adulti covano le uova per 33-35 giorni dopo i quali nascono i pulcini che vengono nutriti e riparati inizialmente dalla sola femmina. Lasceranno il nido dopo poco più di un mese e mezzo e raggiungeranno la maturità sessuale a 3 anni di età.

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• È agevolmente osservabile posata su pali e alberi isolati, dai quali pratica la caccia da appostamento.

• Si nutre di piccoli roditori, ma anche rettili, uccelli, anfibi, grossi insetti e animali morti; riesce a catturare anche piccoli conigli selvatici o lepri ed eccezionalmente scoiattoli e lepri, per un bisogno medio giornaliero di circa 150 grammi di carne.

Piccolo Roditore

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Curiosità• Il tipico verso che si associa ai rapaci normalmente è proprio quello

della Poiana. Questo consiste in un alto e lamentoso "Piuu-piuu-uuu".

• In natura non è difficile osservare questo rapace inseguito da gruppi di corvidi (come cornacchie e gazze), che non tollerano la presenza di predatori nel proprio territorio e perciò li infastidiscono fino a farli volar via. Questo comportamento è detto mobbing e deriva dall'inglese to mob "infastidire" .

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