La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un...

26
La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria 4.0: esternalità positive e negative Il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto”, da oltre un ventennio in ascesa esponenziale, sta determinando nuovi paradigmi e cardini della geografia mondiale, annullando preesistenti confini fisici e facendone emergere nuovi virtuali: uno scenario che trova nel termine Industria 4.0 la sua concretizzazione. L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all'Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro. Lo scorso novembre 2015 il Ministero per lo sviluppo economico ha annunciato un documento intitolato “Industry 4.0, la via italiana per la competitività”, con sottotitolo “Come fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione”, nel quale ha indicato la propria strategia d’azione. Finora la macchina a vapore, il motore a scoppio e l’informatica sono stati considerati elementi caratterizzanti le tre rivoluzioni industriali occidentali, la quarta rivoluzione industriale, attualmente in atto, si sta concretizzando proprio nella interconnessione totale di cose e persone. In tale frame in ogni ambito, culturale, scientifico, sociale, occorre una seria riflessione delle riverberazioni e delle esternalità che tale rivoluzione determina, con l’ulteriore difficoltà di una maggiore complessità di indagine legata al fatto che gli effetti prodotti sono sistemici e dunque non affrontabili tematicamente ma in logica integrata. Quali le declinazioni di tale rivoluzione alla città, al viaggio e al turismo? A questa domanda, rispondono gli scritti che seguono, che forniscono le riflessioni di ricercatori, studiosi, professionisti e operatori di settore. Gli interrogativi sono tanti e complessi: quanto, ad esempio, la digitalizzazione e interconnessione del tutto alimenta i processi urbani di co-creazione di valore, soprattutto nell’ulteriore specificità di aree urbane periferiche o aree rurali? Quanto essa diventa fattore di catalizzazione di fenomeni di accoglienza in questo particolare momento storico e quanto invece è co-responsabile di alienazione umana? Il piano Industria 4.0 previsto nella prossima legge di stabilità punta a mobilitare nel 2017 investimenti privati aggiuntivi per 10 miliardi, 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione con focus sulle tecnologie, più 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage. In tale prospettiva quanto le nuove tecnologie di virtualizzazione di siti museali, culturali, artistici e ambientali contribuiranno a rafforzare gli attrattori turistici e quanto invece esse potranno determinare una riduzione dei flussi turistici e dei relativi viaggi. Infine come coniugare il concetto di identità storica urbana o ad esempio di originalità artistica sotto l’effetto distorsivo dell’impiego di tecnologie di fruizione remota del bene? In conclusione, dunque, il tema dell’interferenza, sia positiva che negativa, delle azioni concretizzate nel piano Industria 4.0 con quello di elementi quali la città, il viaggio e il turismo, è il cuore centrale dei saggi di seguito raccolti. Stefano de Falco 1517

Transcript of La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un...

Page 1: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria 4.0: esternalità positive e negative

Il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto”, da oltre un ventennio in ascesa esponenziale, sta determinando nuovi paradigmi e cardini della geografia mondiale, annullando preesistenti confini fisici e facendone emergere nuovi virtuali: uno scenario che trova nel termine Industria 4.0 la sua concretizzazione. L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all'Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro. Lo scorso novembre 2015 il Ministero per lo sviluppo economico ha annunciato un documento intitolato “Industry 4.0, la via italiana per la competitività”, con sottotitolo “Come fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione”, nel quale ha indicato la propria strategia d’azione. Finora la macchina a vapore, il motore a scoppio e l’informatica sono stati considerati elementi caratterizzanti le tre rivoluzioni industriali occidentali, la quarta rivoluzione industriale, attualmente in atto, si sta concretizzando proprio nella interconnessione totale di cose e persone. In tale frame in ogni ambito, culturale, scientifico, sociale, occorre una seria riflessione delle riverberazioni e delle esternalità che tale rivoluzione determina, con l’ulteriore difficoltà di una maggiore complessità di indagine legata al fatto che gli effetti prodotti sono sistemici e dunque non affrontabili tematicamente ma in logica integrata. Quali le declinazioni di tale rivoluzione alla città, al viaggio e al turismo? A questa domanda, rispondono gli scritti che seguono, che forniscono le riflessioni di ricercatori, studiosi, professionisti e operatori di settore. Gli interrogativi sono tanti e complessi: quanto, ad esempio, la digitalizzazione e interconnessione del tutto alimenta i processi urbani di co-creazione di valore, soprattutto nell’ulteriore specificità di aree urbane periferiche o aree rurali? Quanto essa diventa fattore di catalizzazione di fenomeni di accoglienza in questo particolare momento storico e quanto invece è co-responsabile di alienazione umana? Il piano Industria 4.0 previsto nella prossima legge di stabilità punta a mobilitare nel 2017 investimenti privati aggiuntivi per 10 miliardi, 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione con focus sulle tecnologie, più 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage. In tale prospettiva quanto le nuove tecnologie di virtualizzazione di siti museali, culturali, artistici e ambientali contribuiranno a rafforzare gli attrattori turistici e quanto invece esse potranno determinare una riduzione dei flussi turistici e dei relativi viaggi. Infine come coniugare il concetto di identità storica urbana o ad esempio di originalità artistica sotto l’effetto distorsivo dell’impiego di tecnologie di fruizione remota del bene? In conclusione, dunque, il tema dell’interferenza, sia positiva che negativa, delle azioni concretizzate nel piano Industria 4.0 con quello di elementi quali la città, il viaggio e il turismo, è il cuore centrale dei saggi di seguito raccolti.

Stefano de Falco

1517

Page 2: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

 

Page 3: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Turismo e smart cities nel paradigma Industria 4.0 Stefano de Falco

Università di Napoli Federico II – Napoli – Italia Parole chiave: smart cities, turismo, industria 4.0, innovazione, geografia. 1. Introduzione:

Il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto”, da oltre un ventennio in ascesa esponenziale, sta determinando nuovi paradigmi e cardini della geografia mondiale, annullando preesistenti confini fisici e facendone emergere nuovi virtuali: uno scenario che trova nel termine Industria 4.0 la sua concretizzazione. In tale frame in ogni ambito, culturale, scientifico, sociale, occorre una seria riflessione delle riverberazioni e delle esternalità che tale rivoluzione determina, con l’ulteriore difficoltà di una maggiore complessità di indagine legata al fatto che gli effetti prodotti sono sistemici e dunque non affrontabili tematicamente ma in logica integrata. Quali le declinazioni di tale rivoluzione alla città, al viaggio e al turismo? A questa domanda, questo contributo ambisce a fornire argomentazioni e riflessioni, attraverso un riesame della letteratura di settore, che inducano elementi circa il nuovo carattere “intelligente” che una città deve possedere per soddisfare le nuove dinamiche esigenze della domanda turistica e relativi alla propensione che l’utente-turista manifesta nel fenomeno di adozione delle nuove tecnologie di pianificazione turistica, di fruizione esperienziale e di gestione dei dati raccolti da tale esperienza. 2. La propensione dei turisti a fruire di servizi smart

L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all’Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro. In tale frame, anche la domanda turistica si sta conformando allo scenario digitale e sta divenendo sempre più esperta e qualificata con impatti rilevanti sull’elemento cardine dei fenomeni turistici rappresentato dalla città. L’adeguamento a tali trasformazioni digitali sta determinando modifiche strutturali di molte funzioni urbane e di elementi fisici del contesto urbano, quali, ad esempio, stazioni ferroviarie, aeroporti e terminali marittimi che sono i primi ad essere interessati dai flussi turistici e, pertanto, i primi a dover erogare servizi tecnologicamente avanzati (mappe interattive, mappe ontologiche, guide turistiche virtuali, beacon systems, realtà aumentata e così via. Si veda l’Appendice). Smartphone, telefoni cellulari avanzati con funzionalità di accesso ai dati e una moltitudine di applicazioni software, svolgono un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana di un turista e nelle fasi pre e post attività turistica, in termini di pianificazione del viaggio e soggiorno prima della partenza e di memorizzazione ed elaborazione di dati acquisiti durante il viaggio nella fase post. Il rapporto tra turismo e tecnologia può essere spiegato anche solo osservando dati oggettivi. Da un lato si ha che la stragrande maggioranza dei consumatori di entrambe le economie, sviluppate ed emergenti, possiede un telefono cellulare e in quella maggioranza la percentuale di proprietà di smartphone è in aumento (Nielsen Research, 2013).

1519

Page 4: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Allo stesso tempo, i dati sul turismo internazionale dicono che esso ha continuato ad espandersi e l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite ha stimato che nel 2013 i turisti internazionali erano più di 1 miliardo con ricavi di 1,4 trilioni di dollari (UNWTO, 2014). Se il rapporto tra tecnologia e turismo è evidente da semplici osservazioni, va, invece, approfondita la propensione dei turisti rispetto alla adozione delle nuove tecnologie e alle modalità con cui questa è rilevata nella letteratura scientifica di settore. Modelli di accettazione tecnologica (in inglese noti come TAMs, Technological Acceptance Models) come quelli proposti da Venkatesh et al. (2003), Venkatesh et al. (2012) e altri forniscono un quadro per analizzare le decisioni di adozione delle tecnologie, ma si concentrano principalmente sui fattori di input che contribuiscono all’adozione della tecnologia, piuttosto che sui fattori di output legati ai comportamenti di utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei turisti. Altri studi sull’utilizzo della tecnologia mobile tra i turisti (ad esempio Bader et al., 2012; Lai, 2015; Kim et al., 2008; No & Kim, 2014; Oh et al., 2009) si sono orientati, in questi anni recenti, a spiegare la fase preliminare dell’utente-turista, ossia a capire le motivazioni della sua intenzione di adottare la tecnologia, piuttosto che indagare specifici comportamenti d’uso una volta che la tecnologia sia già stata adottata. Comprendere come i turisti stiano utilizzando le loro tecnologie mobili è importante perché, come hanno dimostrato alcuni autori (Neuhofer et al., 2014), la tecnologia ha il potenziale di migliorare significativamente l’interazione tra imprese e consumatori nel contesto turistico, portando ad un’esperienza personalizzata rispetto ai bisogni e gusti del turista. 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo

Con la rapida crescita delle tecnologie informatiche basate su internet, le applicazioni di comunicazione informatica e tecnologie (ICT), in questi ultimi anni,sono diventate un argomento principale sia nel dibattito scientifico e sia tra gli attori del settore turistico (Buhalis & Deimezi, 2004; Wu, 2004 , Chen & Yung, 2004, Wu & Chang, 2006, Alvarez et al., 2007, Buhalis & Law, 2008, Law & Cheung, 2009, Hjalager, 2010, Pena & Jamilena, 2010, Aldebert et al. El-Gohary, 2012; Berne et al., 2012). Per sopravvivere in un mercato fortemente dinamico, gli operatori del settore turistico sono obbligati a far fronte rapidamente al cambiamento delle richieste dei clienti in termini di prodotti e servizi richiesti (Berne et al., 2012). Con lo sviluppo di dispositivi wireless e mobili, le applicazioni di tecnologia mobile sono attualmente considerate come uno dei canali di distribuzione chiave attraverso i quali gli addetti possono fornire i propri servizi (Burgess et al., 2012; Wang et al., 2012; Xiang et al., 2015; Law et al., 2015; Murphy et al., 2016). Pertanto, gli utenti possono accedere istantaneamente alle informazioni rilevanti in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo utilizzando dispositivi mobili (Bart et al., 2014; Xiang et al., 2015). Il trend sull’utilizzo dei cellulari presenta dati di diffusione geografica molto rapida: cinque miliardi di persone nel mondo hanno un telefonino, e ancora di più sono gli abbonamenti sottoscritti, pari a 7,4 miliardi complessivi. Che, poi, è lo stesso numero cui ammonta l’intera popolazione mondiale a maggio 2016. Lo rivela il Mobility Report di Ericsson 2016. Se è ancora in lieve maggioranza chi possiede un cellulare tradizionale (3,7 miliardi gli abbonamenti sottoscritti finora), rispetto a chi ha già in uso uno smartphone (fermi nel 2016 a quota 3,4 miliardi di abbonamenti), le schede sim associate agli smartphone supereranno per numero quelle relative ai telefoni cellulari nel terzo trimestre dell’anno 2016, tra luglio e settembre. Entro il 2021, prosegue il rapporto sulla mobilità di Ericsson, le sottoscrizioni associate a smartphone raddoppieranno, passando da 3,4 a 6,3 miliardi. Smartphone e cellulari, tuttavia, verranno a loro volta superati dall’Internet of Things, cioè gli oggetti connessi. Gli analisti,

1520

Page 5: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

infatti, prevedono che entro il 2018 nel mondo si conteranno più dispositivi connessi a internet che telefonini. Attualmente esistono tre principali tecnologie mobili: i codici QR (Canadi, Höpken & Fuchs, 2010), i siti web mobili (Tsiotsou & Ratten, 2010) e le applicazioni mobili (Dickinson et al., 2014; Lai , 2013), che costituiscono la tipologia più diffusa e ampiamente utilizzata nell’industria del turismo. Nella maggior parte dei lavori di ricerca, riportati nella letteratura di settore, incentrati sul tema del rapporto tra tecnologia e turismo (Bigne et al., 2008; Chen & Yung, 2004; Law et al., 2009; Mallat et al., 2003; Ronnie et al., 2005; Wu et al., 2008; Wu & 2006; Stamboulis & Skayannis, 2003), le ICT sono state ampiamente esplorate dal punto di vista della loro capacità di migliorare l'efficienza operativa e l’esperienza dei clienti nel settore turistico e non si è indagato il ruolo degli effetti legati alla adozione di tecnologie mobili dalla prospettiva dell’innovazione organizzativa. In realtà, invece, l’adozione di una tecnologia mobile è un problema complesso che conduce ad una serie di decisioni aziendali strategiche piuttosto che a una sola decisione. 4. Conclusioni

Il miglioramento dell’offerta turistica rappresenta uno dei principali obiettivi delle politiche di sviluppo mirate a migliorare l’immagine delle città e il rilancio competitivo urbano, ma uno sviluppo strategico territoriale non può essere basato solo ed esclusivamente sulla realizzazione di servizi avanzati in logica smart(guide turistiche virtuali, realtà aumentata, sistemi Beacon, e così via). Al contrario, esso dovrebbe essere il risultato di un accurato progetto di nuova funzionalizzazione e organizzazione dell’offerta urbana, che dovrebbe essere in grado di integrare le varie direttrici secondo cui intercettare i bisogni turistici (sicurezza, mobilità, accesso selettivo alle informazioni, alloggio, e così via). Il turismo è un’attività antropologica esperienziale non lineare nella quale la percezione soggettiva non è proporzionale alla sommatoria dei fattori attraenti, ma è legata alla capacità che i posti visitati e la loro forma di fruizione, sempre più basata su tecnologia evoluta, manifestano nel suscitare emozioni nel singolo turista. Appare evidente, quindi, la sottile linea di confine che in tale scenario 4.0 viene a configurarsi tra le funzioni di ausilio e meta facilitazione da un alto e distorsione dall’altro che possono essere attribuiti ad una tecnologia smart di impiego turistico. Bibliografia

Abacus International, 2011. New Technology and Innovation Critical for Continued Growth in Travel. Retrieved August 31, 2015, from http://www.4hoteliers.com/features/article/6366 Aldebert B, Dang RJ, Longhi C. 2011. Innovation in the Tourism Industry: The Case of Tourism@. Tourism Management 32(5): 1204–1213. Alvarez LS, Martin AMD, Casielles RV. 2007. Relationship Marketing and Information and Communication Technologies: Analysis of Retail Travel Agencies. Journal of Travel Research 45(4): 453–463. Bader A, Baldauf M, Leinert S, Fleck M, Liebrich A. 2012. Mobile tourism services and technology acceptance in a mature domestic tourism market: the case of Switzerland. In Information and Communication Technologies in Tourism 2012, Fuchs M, Ricci F, Cantoni L (eds). Springer-Verlag/Wien: Vienna; 296–307. Bart Y, Stephen AT, Sarvary M. 2014. Which Products are Best Suited to Mobile Advertising? A Field Study of Mobile Display Advertising Effects on Consumer Attitudes and Intentions. Journal of Marketing Research 51(3): 270–285. Berne C, Garcia-Gonzalez M, Mugica J. 2012. How ICT Shifts the Power Balance of Tourism Distribution Channels. Tourism Management 33(1): 205–214.

1521

Page 6: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Bigne JE, Aldas J, Andreu L. 2008. B2B Services: IT Adoption in Travel Agency Supply Chains. Journal of Services Marketing 22(6): 454–464. Buhalis D, Deimezi O. 2004. E-Tourism Developments in Greece: Information Communication Technologies Adoption for the Strategic Management of the Greek Tourism Industry. Tourism and Hospitality Research 5(2): 103–130. Buhalis D, Law R. 2008. Progress in Information Technology and Tourism Management: 20 Years on and 10 Years After the Internet-The State of eTourism Research. Tourism Management 29(4): 609–623. Canadi M, Höpken W, Fuchs M. 2010. Application of QR Codes in Online Travel Distribution. Information and Communication Technologies in Tourism 2010: 137–148. Chen KH, Yung CY. 2004. Business Model for Exploration of Travel Websites in Taiwan. Tourism Management 25(3): 405–407. Hjalager AM. 2010. A Review of Innovation Research in Tourism. Tourism Management 31(1): 1–12. Kim DY, Park JK, Morrison AM. 2008. A Model of Traveler Acceptance of Mobile Technology. International Journal of Tourism Research 10(5): 393–407. Kim MJ, Chung N, Lee C, Preis MW. 2015. Motivations and Use Context in Mobile Tourism Shopping: Applying Contingency and Task–Technology Fit Theories. International Journal of Tourism Research 17(1): 13–24. Lai IK. 2013. Traveler Acceptance of an App-Based Mobile Tour Guide. Journal of Hospitality & Tourism Research 39(3): 401–432. Lai IKW. 2015. Traveler Acceptance of an App-Based Mobile Tour Guide. Journal of Hospitality & Tourism Research 39(3): 401–443. Mallat N, Rossi M, Tuunainen VK, Öörni A. 2009. The Impact of use Context on Mobile Services Acceptance: The Case of Mobile Ticketing. Information & Management 46(3): 190–195. Murphy HC, Chen MM, Cossutta M. 2016. An Investigation of Multiple Devices and Information Sources Used in the Hotel Booking Process. Tourism Management 52: 44–51. Neuhofer B, Buhalis D, Ladkin A. 2014. A Typology of Technology-Enhanced Tourism Experiences. International Journal of Tourism Research 16(4): 340–350. Nielsen Research. 2013. The Mobile Consumer: A Global Snapshot. [online] Accessed May 22, 2013 from http://www.nielsen.com/us/en/reports/2013/mobile-consumer-report-february-2013.html No E, Kim JK. 2014. Determinants of the Adoption for Travel Information on Smartphone. International Journal of Tourism Research 16(6): 534–545. Oh S, Lehto XY, Park J. 2009. Travelers’ Intent to Use Mobile Technologies as a Function of Effort and Performance Expectancy. Journal of Hospitality Marketing & Management 18(8): 765–781. Pena AIP, Jamilena DMF. 2010. The Relationship Between Business Characteristics and ICT Deployment in the Rural Tourism Sector. The Case of Spain. International Journal of Tourism Research 12(1): 34–48. Ronnie Y, Jerrold L, Lee B, Hu WT. 2005. Analysis of Ecommerce and Information Technology Applications in Hotels: Business Travelers’ Perceptions. Asia Pacific Journal of Tourism Research 10(1): 59–83. Stamboulis Y, Skayannis P. 2003. Innovation Strategies and Technology for Experience-Based Tourism. Tourism Management 24(1): 35–43. Venkatesh V, Morris MG, Ackerman PL. 2000. A Longitudinal Field Investigation of Gender Differences in Individual Technology Adoption Decision Making Processes. Organizational Behaviour and Human Decision Processes 83(1): 33–60.

1522

Page 7: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Venkatesh V, Morris MG, Davis GB, Davis FD. 2003. User Acceptance of Information Technology: Toward a Unified View. MIS Quarterly 27(3): 425–478. Venkatesh V, Morris MG. 2000. Why Don’t Men Ever Stop to Ask For Directions? Gender, Social Influence, and Their Role in Technology Acceptance and Usage Behaviour. MIS Quarterly 24(1): 115–139. Venkatesh V, Thong JYL, Xu X. 2012. Consumer Acceptance and Use of Information Technology: Extending the Unified Theory of Acceptance and Use of Technology. MIS Quarterly 36(1): 157–178. Wu JH, Wang SC. 2005. What Drives Mobile Commerce? An Empirical Evaluation of the Revised Technology Acceptance Model. Information & Management 42(5): 719–729. Wu JJ, Chang YS. 2006. Effect of Transaction Trust on e- Commerce Relationships Between Travel Agencies. Tourism Management 27(6): 1253–1261.

1523

Page 8: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

 

Page 9: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Una metodologia evoluzionistica per lo sviluppo urbano Italo Del Gaudio

Associazione Italiana Cultura per il Trasferimento Tecnologico – Napoli – Italia Parole chiave: socio economia, frattale, cyber, quartieri spagnoli, rue des bouchers. 1. Napoli: città tutta da scoprire

Negli ultimi tempi scrittori napoletani e non, si stanno sbizzarrendo a cercare ed a descrivere tutta una serie di eccellenze e di primizie che la città di Napoli ha espresso nella sua storia più o meno recente e, proprio mentre mi accingo a scrivere questo lavoro, apprendo in anteprima dalla rete che “la finanza è nata a Napoli con i cosiddetti banchi pubblici, negli anni a cavallo tra il 1400 e il 1500”. Il ritrovamento delle fedi di credito con cui fu pagato Caravaggio per un quadro (Madonna con bambino in un coro di angeli) che non fu mai ritrovato e i documenti che attestano il pagamento del Cristo Velato dello scultore Sanmartino mi offrono lo spunto per descrivere una delle caratteristiche che contraddistinguono la metodologia per la pianificazione economica e territoriale oggetto del presente lavoro, con l' ambizioso obiettivo di collegare il glorioso passato col futuro mediante le potentissime tecnologie informatiche e telematiche che nel frattempo si sono rese disponibili per far evolvere i degradati quartieri spagnoli in un fiore all' occhiello tale da contribuire positivamente allo sviluppo economico della Città. 2. La Cyber Socio Economia Frattale Il concetto informatore che ha portato a coniare la locuzione di Cyber Socio Economia Frattale si basa sulla seguente considerazione: dalla più piccola unità sociale, persona, nucleo familiare, tribù o comunità che sia, fino alle grandi aggregazioni di province o stati, la struttura comune che le caratterizza è costituita da un numero limitato ed economicamente e matematicamente descrivibile di blocchi elementari funzionalmente definiti e connessi attraverso flussi quantificabili economicamente. Una famiglia, una tribù o una comunità, un' azienda, un laboratorio di ricerca, sono costituiti da raggruppamenti di individui capaci di produrre, con la loro attività, un valore aggiunto che si trasforma in reddito che in parte serve a procurarsi beni di consumo per la sopravvivenza delle singole individualità, in parte in risparmio e in beni immobili e così via. Inoltre ogni frattale socioeconomico di una certa dimensione può essere descritto come aggregazione di frattali di ordine inferiore collegati tra di loro da flussi di beni e servizi che possono provenire o fluire dall'interno del frattale stesso, da e verso frattali contigui o molto remoti, come capita ad aziende che esportano o importano beni o servizi da altre regioni o paesi. I blocchi frattali possono essere caratterizzati come entità territoriali o geografiche ma anche come entità sovraterritoriali perché costituite da blocchi funzionalmente strettamente legati ma appartenenti a territori geografici diversi. Sostanzialmente si tratta di definire le funzioni matematiche che legano tra di loro i flussi economici entranti, i flussi economici uscenti, i capitali investiti ed immobilizzati, il numero di addetti, l'utile di esercizio, la potenziale ricaduta economica (nel caso di istituzioni) e così via. Questa descrizione, potrà anche essere ricavata parametricamente da serie storiche precedenti mediante metodologie di intelligenza artificiale che aggiornano continuamente il processo. Ma la cosa innovativa, che può rendere la metodologia estremamente dinamica, consiste nel fatto che i dati relativi ai diversi frattali, che vengono definiti dagli studiosi in un sito di background, verranno introdotti dai soggetti costituenti gli stessi in rete

1525

Page 10: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Ciò garantisce un continuo aggiornamento da parte dai registri delle imprese, delle camere di commercio, delle unioni degli industriali, delle associazioni di categoria, dei privati, di enti di ricerca, istituti bancari, ministeri e così via. In background si costruirà un modello matematico del frattale i cui dati verranno, sapientemente ottenuti vagliando e pesando i dati forniti dal social network e pertanto alimentati dal Cyber Spazio. 3. La persona fisica (la particella di Higgs dellôuniverso socioeconomico)

Seguendo i criteri sopra indicati proviamo a definire l’elemento base di ogni frattale socioeconomico che è un essere umano, senza il quale non esisterebbe alcuna aggregazione sociale ne alcuna forma di economia. Un essere umano per sopravvivere deve consumare cibo, proteggersi dalle intemperie e da altre condizioni ambientali aggressive, quindi, in sostanza richiede un apporto di risorse economiche che ne consentano la sopravvivenza . Non è questa la sede per approfondire le notazioni, le formulazioni, gli algoritmi e le euristiche da sviluppare per descrivere il comportamento socio economico della persona perchè questi argomenti dovranno essere affrontati da team costituiti da economisti, sociologi, matematici e storici, perchè, non sembri irriverente, ma Michelangelo, Raffaello o Vivaldi, oltre al compenso percepito per le opere prodotte hanno generato fenomeni economici ricostruibili attraverso la valutazione dei flussi di visitatori che affollano i musei che ospitano le loro opere, gli eventi organizzati per la divulgazione delle stesse e così via. 4. Le aggregazioni di persone fisiche come frattali

Le persone fisiche, nel nostro schema, vanno analizzate per classi sociali, categorie, professioni etc. da individuare a cura degli studiosi di sociologia, in base ai diversi comportamenti economici. In ogni caso ogni frattale potrà essere caratterizzato da flussi economici entranti caratterizzati dalle diverse aree di provenienza dei proventi, da flussi economici uscenti per beni di consumo, beni mobili e immobili acquisiti, servizi pubblici e privati , tasse etc. Nonché da capitali immobilizzati e/o investiti. Le persone fisiche si aggregano spontaneamente o vengono aggregate a loro volta sotto forma di aziende produttive di beni materiali e immateriali, servizi pubblici o privati e le forme più svariate di istituzioni aventi le funzioni più varie. 5. Il cyberspazio come supporto vivo alla sperimentazione

la Socio Economia Frattale per definizione trova la sua localizzazione nel cyberspazio in sedi diverse come cloud, domini , portali e simili, funzionalizzati alle diverse esigenze che qui di seguito vengono descritte: 5.1. La sede della realtà

Può essere simile a un social network nel quale, in maniera anagrafica i frattali socioeconomici vengono registrati, corredati dei dati economicamente e socialmente rilevanti, costantemente aggiornati dagli operatori stessi e dagli enti pubblici e privati del caso, come comuni, regioni, associazioni di categoria, camere di commercio, unione degli industriali e così via.

5.2. La sede degli studiosi, dei ricercatori e degli sperimentatori

Questo spazio può essere paragonato a un Blog munito di biblioteca per depositarvi pubblicazioni, appunti, schemi e simili per consentire la libera contaminazione delle idee,

1526

Page 11: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

lavori di gruppo e simili, aventi come obiettivo la rappresentazione in formule, algoritmi ed euristiche dei fenomeni socio economici che si presentano nella evoluzione temporale dei frattali di diverso ordine. 5.3. La palestra dello sperimentatori

In questo portale, sito, dominio o social network, anch’ esso assimilabile a un Blog multi gestito gli studiosi, ricercatori o sperimentatori possono inserire i sistemi da loro concepiti ed effettuare le relative evoluzioni al variare di parametri, variabili, condizioni al contorno e quant’altro. 5.4. lo spazio della realtà virtuale

I componenti sviluppati e testati in palestra convergeranno, quando maturi, in questo spazio in cui interi frattali individuati nello spazio delle realtà consentendo di studiarne gli sviluppi in diversi scenari, situazioni e modalità di evoluzione, per studiare le soluzioni ideali di conduzione. 6. I quartieri spagnoli

I quartieri spagnoli iniziarono ad essere costruiti nel 1500 per far insediare le guarnigioni militari spagnole destinate alla repressione di possibili rivolte del popolo napoletano, oppure come alloggio temporaneo per viaggiatori in transito nella città. La collocazione dei militari e la precarietà degli altri ospiti favorirono, fin dal principio la criminalità e soprattutto prostituzione, che nemmeno le apposite leggi promulgate dal viceré di Napoli, don Pedro de Toledo, riuscirono a contenere, consentendone la “tradizione” fino ai nostri giorni. É importante però notare che questo stato di degrado sociale e ambientale mentre si accetta per i quartieri periferici delle grandi metropoli non dovrebbe essere tollerato per un territorio estremamente centrale per la città di Napoli: la posizione dei quartieri dislocati lungo l’ arteria più popolare della città, con alcuni degli edifici storici che mostrano le monumentali facciate su via Toledo mentre le altre tre pareti accolgono bassi e botteghe fatiscenti è a un tiro di schioppo dalla casa comunale, da piazza del Plebiscito assurta a simbolo della Città, vicinissima alla stazione marittima dalla quale le grandi navi da crociera immettono sul suolo cittadino migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo e attualmente servita da tre bellissime stazioni della metropolitana, quella di Piazza Dante , quella di Toledo che ha ricevuto nel 2013 il premio Emirates leaf international e, secondo il Daily Telegraph è la stazione più bella d’ Europa che si addentra, mediante scala mobile e tapis roulant fino a Montecalvario nel cuore dei quartieri e, infine , la stazione Porto (Piazza Municipio).Questa particolare posizione li renderebbe estremamente fruibili ai turisti di di massa a caccia di esperienze gastronomiche di dieta mediterranea locale, di souvenir di artigianato locale, di concerti di mandolino e chitarra e così via, se solo si creassero le condizioni per fornire in maniera sicura , corretta e rilassata i suddetti servizi senza imbattersi in spacciatori, prostitute e travestiti.Da queste considerazioni è scaturita l’idea di applicare la metodologia della Cyber Socio Economia Frattale a questo ambiente paragonandolo, per similitudine al quartiere che circonda Rue des Bouchers a Bruxelles che in un certo senso può rappresentare il punto di arrivo di una operazione di questo tipo.Basandosi sui principi informatori di questa disciplina che prevede che alla base dello sviluppo socio economico vi sia la persona con le sue capacità creative e produttive, si potrebbe effettuare una sorta di censimento di tutte le capacità ed esperienze creative e produttive esistenti in loco. Si pensi, ad esempio alle persone capaci di confezionare alimenti tradizionali con ricette tramandate in famiglia che potrebbero essere addestrate e formate per poterli cucinare secondo le norme HCCP e dei dettami della cucina internazionale e attenendosi alle specifiche mittel europee anche per quanto concerne il costo

1527

Page 12: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

del coperto e le mance per organizzare piccoli ristoranti tipici e punti di ristoro.Si tratterebbe di far rinascere, accanto ai ristoranti tradizionali, tradizioni conservate fino a qualche anno fa come la trippa “’o pere e ’o musso”, gli spaghetti “di strada” e il polpo lesso col pepe, le frittelle e le paste crescute e via discorrendo ovviamente tutte rigorosamente certificate HCCP.Inoltre si potrebbero far rinascere antichi mestieri come quelli della realizzazione dei guanti per i quali Napoli era famosa nella produzione “su misura” che vedeva artigiani specializzati operare in anguste botteghe, la lavorazione delle caffettere napoletane realizzae con la bandella stagnata in maniera artigianale, il venditore di “spasso” cioè il carrettino attrezzato con fornello per tostare noccioline, semi di zucca, arachidi etc e munito di fischietto di richiamo azionato a vapore, il “pianino” a schede perforate che riproduce i classici napoletani e, dulcis in fundo i suonatori di chitarra, mandolino e tamburelli che si esibiscono in teatrini opportunamente attrezzati.In sostanza se Napoli è ricordata per la sua veste oleografica è opportuno attrezzarsi perchè il turista la possa vivere in prima persona e nel migliore dei modiOccorrerà poi effettuare un accurato censimento degli edifici e gli ambienti per utilizzarli come ambienti museali, alberghetti, bed and breackfast o “zimmer”.Infine il problema della praticabilità del quartiere, da affrontare in maniera radicale. 7. I luoghi di riferimento

La struttura che circonda La rue des Bouchers, dal punto di vista urbanistico non è molto diversa dai quartieri spagnoli anche se meno compatta, ma essendosi da anni stabilizzata come zona di attrazione turistica, è sufficientemente documentata per farne una modellizzazione di confronto mediante la metodologia della CSEF, Infatti intorno alla rue des Bouchers sono localizzati vari ristoranti che offrono le loro specialità gastronomiche.Vi sono inoltre numerosi edifici di interesse architettonico, botteghe artigianali, bar etc. il tutto strutturato per invogliare I turisti ad addentrarsi nel quartiere. La modellizzazione di questo territorio con la metodologia in rete sopra descritta potrà consentire di studiarne le caratteristiche socio economiche per risalire al tenore di vita medio, il livello di occupazione, il grado di soddisfazione e vivibilità degli abitanti e dei visitatori e verificarne la validità di assunzione come punto di riferimento tendenziale dei quartieri spagnoli per trarne indirizzi operativi per eventuali azioni operative di tipo urbanistico e sociale allo scopo di recuperare questo interessantissimo quartiere ad una fruibilità decisamente più gradevole e redditizia per i napoletani e per il mondo. Bibliografia

Del Gaudio I., 2015. La Socio economia Frattale, IX Giornata Studio INU. Istituto Nazionale di Urbanistica. De Falco S., Del Gaudio I., 2013. Innovazione d’impresa. v. 1: L,a capacità innovativa. Diogene Edizioni. Forrester J.W., 1967. Industrial dinamics – after the first decade. Massachussets Institute of Technology. Forrester J.W., 1973. System Dynamics Group, i limiti dello sviluppo, verso un equilibrio globale, Mondadori. Hofstadter D., Godel, Escher, Bach: as Eternal Golden Braid. Basic Books, 1979. Mandelbrot B., 1997. Fractals and Scaling in Finance, Selecta, v. E, Springer-Verlag, New York. Mandelbrot B., Hudson R., 2004. The (Mis)Behavior of Markets. A Fractal View of Risk, Ruin, and Reward, Basic Books. Labini P. S., 1988. Saggio sulle classi sociali, Laterza.

1528

Page 13: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Horizon 2020: un nuovo orizzonte tecnologico per una Industria del Turismo 4.0

Paolo Neri Warrant Group s.r.l. – Correggio (Re) – Italia

Parole chiave: Industria del Turismo, Horizon 2020, Catena del Valore del Turismo, Ricerca & Innovazione. 1. L’industria del turismo in Europa In Europa il turismo rappresenta, in termini di contributo al PIL e all’occupazione, la terza maggiore attività di rilievo socio-economico dopo i settori del commercio e dell’edilizia. Si tratta peraltro di uno dei pochi comparti ad aver mostrato un impatto positivo sulla crescita economica, sull’occupazione e sullo sviluppo sociale, nonostante la crisi economico-finanziaria e la crescente concorrenza di altre regioni del mondo. In particolare, secondo le stime della Commissione europea, l’Industria del Turismo, nella sua accezione più stretta, conta circa 1,8 milioni di imprese – principalmente PMI – genera tra il 3% e il 5% del PIL dell’UE e contribuisce all’occupazione per il 5,2%. Se si considerano anche i settori economici collegati al turismo, quali ad esempio i trasporti, le costruzioni, l’ambiente e la cultura, il contributo aumenta, superando il 10% del PIL e il 12% dell'occupazione totale1. L’Industria del Turismo costituisce, dunque, un settore chiave dell’economia europea, che può contribuire in modo sostanziale alla crescita, all’occupazione e allo sviluppo sociale europeo e, in definitiva, all’attuazione della Strategia “Europa 2020”. La Commissione europea ha di recente rilanciato l’Osservatorio virtuale del turismo2, un portale che raccoglie informazioni, dati, statistiche e analisi sui flussi e le tendenze del turismo in Europa e nei Paesi membri. Questo strumento testimonia la necessità e l’importanza di inquadrare il fenomeno europeo, nelle sue declinazioni nazionali, al fine di migliorare la conoscenza socio-economica del settore e fondare le politiche pubbliche su evidenze concrete. 2. Il ciclo di vita dell’area turistica

Crescita, redditività e competitività sono i pilastri su cui poggiano le strategie di qualunque azienda, dalla più piccola che lavora in ambito distrettuale alla più grande che opera su scala globale. Ed è ormai riconosciuto da tutte le parti che crescita, redditività e competitività dipendono dalla capacità dell’azienda di portare al mercato soluzioni innovative di prodotto o servizio in grado di attrarre clienti attuali o potenziali. Dopo la grande rivoluzione turistica del secondo dopoguerra che ha segnato il passaggio a livello globale da 25 milioni di viaggiatori internazionali nel 1950 al miliardo e 186 milioni del 2015 (dato WTO), il comparto turistico europeo si trova oggi da affrontare una nuova sfida. Seguendo il modello del ciclo di vita dell’area turistica (Touristic Area Life Cycle – TALC), già noto nella letteratura economica come ciclo di vita del prodotto e utilizzato per spiegare la dinamica del mercato dei beni di consumo durevoli, il numero di visitatori tende a crescere all’aumentare della notorietà e dell’organizzazione turistica di un determinato Paese. Da luoghi inesplorati, le destinazioni turistiche diventano sempre più oggetto di sviluppo e investimenti, fino a trasformarsi in aree di turismo consolidato. Quando il consolidamento diventa stagnazione, occorre ri-orientare l’offerta per puntare sul rinnovamento, ossia su nuove forme e tipologie di turismo ed evitare così il declino. Esattamente come avviene per qualsiasi altro prodotto dell’industria manifatturiera.

1 CDP Studio di settore n.07 – febbraio 2016, p. 33. 2 https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/vto/home.

1529

Page 14: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Fig. 1. Il ciclo di vita dell’area turistica

3. La catena del valore del turismo

Nel corso degli ultimi sessant’anni il turismo ha visto crescere e intensificarsi il suo impatto sulla realtà socio economica di quasi tutti i Paesi del mondo. Anzi, da attività concentrata soltanto nelle aree economicamente più avanzate, è andato via via diffondendosi anche nei Paesi più arretrati, dove è spesso uno dei driver di sviluppo. Il suo peso in termini di PIL e occupazione è di estremo rilievo non solo per gli effetti legati direttamente alla spesa dei turisti, ma anche per l’impatto in numerosi altri comparti, grazie alla fitta rete di relazioni esistenti tra il turismo e le altre attività economico produttive del Paese. I turisti abitualmente spendono il loro denaro in una grande varietà di beni e servizi, per trasporti, alloggi, divertimenti, musei, vitto e altro ancora. Si è detto di come il prodotto turistico sia costituito da un insieme di beni e servizi sostanzialmente eterogenei sul piano merceologico e accomunati solamente dal tipo di bisogno soddisfatto. Appare evidente dunque come il turismo sia strettamente connesso a moltissimi comparti, coinvolgendo nel suo sviluppo l’intera economia. I settori interessati, in maniera più o meno intensa, dalle attività turistiche sono, solo per citarne alcuni:

- i trasporti, che del turismo sono un driver imprescindibile: una località non sarà turistica fin tanto che non sarà raggiungibile;

- la tipicità, ovvero il “Made in” (moda, artigianato, agro-alimentare), in quanto attrattore di flussi turistici e motivazione della scelta di viaggio, ma anche perché oggetto di acquisto da parte del turista, sia durante la sua permanenza, sia una volta rientrato a casa;

- i servizi pubblici locali e il settore edile, dato che la “qualità” delle città e degli agglomerati urbani rappresenta oggi un importante fattore per l’attrazione dei flussi turistici;

- l’ICT, per il rivoluzionario impatto che il digitale ha avuto per il settore; - la “green economy”, per il ruolo sempre più rilevante che la sostenibilità ambientale,

sociale ed economica sta assumendo per un crescente numero di turisti; - il settore dei beni culturali e del restauro, per l’indiscutibile peso del turismo di tipo

culturale;

1530

Page 15: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

- l’industria creativa, il cui rapporto con il turismo passa principalmente per beni intangibili, legati alle tradizioni, agli stili di vita, alla contemporaneità di un Paese, coinvolgendo nella creazione dell’offerta turistica l’intera popolazione, e interessando anche attività come gli eventi e gli spettacoli.

Il rilancio dell’Industria del Turismo non passa quindi unicamente in un rinnovamento infrastrutturale finalizzato alla ricettività, ma anche e soprattutto per la capacità di intercettare tecnologie emergenti in tutti questi comparti di complementarietà, quasi si trattasse di una “catena del valore del turismo”, utilizzando il celebre modello teorizzato da Micheal Porter. La catena del valore è uno strumento che serve a valutare in maniera dinamica il vantaggio competitivo di una struttura. Secondo Porter un’organizzazione è vista come un insieme di 9 attività, di cui 5 primarie e 4 di supporto: le attività primarie sono quelle che contribuiscono direttamente alla creazione del prodotto o del servizio; quelle di supporto sono funzionali alle precedenti in termini di creazione di valore. Se applichiamo quello modello al comparto turistico, possiamo senz’altro dire che ricettività, trasporti, sicurezza, ambiente e beni culturali contribuiscono in maniera determinante alla creazione di valore, ma le tecnologie ict, i servizi, le tipicità di un luogo e l’industria creativa diventano leve imprescindibili.

Fig. 2. La catena del valore del turismo

La Ricerca e l’Innovazione sono dunque fattori abilitanti per la crescita ed il riposizionamento strategico dell’offerta turistica in Europa. 4. Horizon 2020, il programma quadro per ricerca e innovazione

Nonostante non esista una linea di intervento, un programma o uno strumento finanziario dedicato esclusivamente al turismo, il finanziamento europeo delle iniziative turistiche è stato tradizionalmente realizzato nell’ambito della politica di coesione, tramite il supporto dei fondi strutturali, principalmente il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). La Ricerca e l’Innovazione, al contrario, vengono finanziati dalla Commissione europea in maniera continuativa e strutturata dal 1984 tramite i Programmi Quadro per la Ricerca (PQ), che tutt’oggi rappresentano il principale strumento attuativo di sostegno alla politica comunitaria in materia di scienza e tecnologia. Horizon 2020 è il Programma di finanziamento in corso per la Ricerca e l’Innovazione e rappresenta lo strumento principale dell’Unione europea per il finanziamento della ricerca in Europa per il periodo 2014 – 2020. Horizon 2020 è il più importante programma di ricerca finora varato dall’UE, uno dei più grandi del mondo

1531

Page 16: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

finanziato con fondi pubblici ed è lo strumento finanziario di attuazione dell’Unione dell’Innovazione, una delle 5 iniziative faro della strategia Europa 2020, volta a garantire la competitività globale dell’Europa. Una delle caratteristiche principali dei Programmi Quadro è l’approccio “top down” dove la Commissione europea a vincola le priorità su cui fare Ricerca ed Innovazione, identificando annualmente i bandi che saranno oggetto di finanziamento nei diversi Programmi di lavoro tematici. 5. Verso una industria del turismo 4.0

Mentre fino al 7° Programma Quadro i Work Program tematici erano orientati principalmente alla Ricerca intesa come sviluppo di nuova conoscenza, con Horizon 2020 la Commissione europea ha introdotto una visione maggiormente legata al concetto di Innovazione, ovvero alla dimensione applicativa della conoscenza che deve essere fortemente orientata al mercato. Questa scelta è stata certamente indotta dagli obiettivi di crescita economica ed occupazionale della Strategia “Europa 2020”, ma senza dubbio ha sortito effetti concreti sull’Industria del Turismo, fino a quel momento di fatto esclusa dalle priorità comunitarie nel campo della Ricerca. Con il programma Horizon 2020, l’Europa sta finanziando lo studio e la sperimentazione di nuove tecnologie per la valorizzazione del proprio patrimonio culturale: nuovi materiali per la protezione di opere d’arte e monumenti, soluzioni innovative per la conservazione del “cultural heritage” del XX secolo, ma anche la protezione dell’ambiente come driver per una crescita sostenibile o la tracciabilità di “traditional food”. Sono diversi infatti i bandi proposti dalla Commissione europea con cui vengono finanziati progetti di eccellenza che hanno ricadute dirette nella “catena del valore del turismo”. Così come il processo di “digitalizzazione e di interconnessione del tutto” sta conducendo il comparto manifatturiero verso una ridefinizione dei propri paradigmi che trovano nel termine Industria 4.0 una dimensione attuativa, l’investimento continuativo in nuove tecnologie, il coinvolgimento di Università, Centri di Ricerca, Imprese ed Enti Pubblici, attori imprescindibili dei Programmi Quadro, porteranno l’Industria del Turismo ad una vera e propria rivoluzione 4.0. 6. I progetti finanziati

L’elenco progetti dalla Commissione europea che stanno contribuendo a questa rivoluzione tecnologica nel comparto turistico è lungo ed in continua evoluzione. A titolo esemplificativo e non esaustivo vengono riportati di seguito i riferimenti a sette progetti finanziati le cui ricadute tecnologiche avranno un forte impatto sulla catena del valore del turismo: 6.1. Nano-Cathedral3

Il progetto Nano-Cathedral ha lo scopo di sviluppare nuove tecnologie e procedure per la conservazione di materiali lapidei deteriorati negli edifici monumentali ponendo attenzione alla preservazione dei materiali originari. In particolare il progetto prevede lo sviluppo di nano-materiali per la conservazione e il restauro applicabili su scala europea attraverso un lavoro di ricerca condotto su litotipi rappresentativi di aree geografiche, stili e condizioni climatiche differenti. I prodotti innovativi a base di nano-particelle saranno sperimentati su cinque cattedrali rappresentative della diversità dei beni culturali europei: il Duomo di Pisa, la Catterale di Santa Maria di Vitoria Gasteiz in Spagna, la Cattedrale di Ghent in Belgio, il Duomo di Colonia in Germania e la Cattedrale di Santo Stefano a Vienna in Austria. 6.2. NanoRestArt4 3 http://cordis.europa.eu/project/rcn/196845_en.html. 4 http://cordis.europa.eu/project/rcn/196839_en.html.

1532

Page 17: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Il progetto NanoRestArt affronta il tema della conservazione a lungo termine dell’arte moderna e contemporanea. Il progetto mira allo sviluppo di materiali specifici per arginare i fenomeni di degrado che colpiscono una parte considerevole del patrimonio culturale globale, in particolare le opere realizzate dalla fine del 1800 agli anni ’40 del Novecento che sono spesso composte da materiali deperibili, come legno, stoffa o realizzate su superfici fragili. La ricerca di NanoRestArt si basa sull’individuazione della compatibilità fisico-chimica dei materiali di restauro con i materiali artistici innovativi per ridurre al minimo i rischi di non conservazione. 6.3. Scan4Reco5

Scan4Reco vuole sviluppare una nuova soluzione portatile, integrata e modulare per una digitalizzazione automatica in situ del patrimonio culturale. L'obiettivo finale è quello di creare "surrogati" digitali di alta precisione dei beni culturali, fornendo un quadro dettagliato sulla loro superficie e sulla struttura volumetrica, dalla composizione materiale e la forma e struttura dei sottostanti materiali, permettendo il rendering sia tramite tecniche di visualizzazione o tramite stampa 3D multi-materiale. Questa tecnologia faciliterà ulteriormente la conservazione, indicando parti o segmenti di beni culturali che necessitiamo di una imminente protezione e che richiedono una particolare attenzione. 6.4. Oleum6

L’obiettivo di Oleum è quello di garantire la qualità e l’autenticità dell’olio di oliva, rafforzando l’individuazione e la prevenzione delle frodi. Venti partner provenienti da quindici paesi porteranno in seno al progetto competenze diverse che spaziano dall’analisi dei prodotti alimentari, alla legislazione in materia di alimenti, e ancora alla progettazione di attrezzature industriali, alla bioinformatica, alla comunicazione ed allo scambio di conoscenze. 6.5. CITY.RISKS7

Il progetto City.Risks sviluppa un ecosistema innovativo di applicazioni mobili che trasformeranno lo smartphone ed il tablet dei cittadini in uno strumento per raccogliere, visualizzare e condividere con le autorità e la comunità le informazioni critiche per la sicurezza. Le applicazioni sviluppate consentiranno di prevenire o attenuare l'impatto degli episodi di criminalità o di altre minacce alla sicurezza in modo collaborativo. Il progetto contribuirà ad incrementare la percezione di sicurezza dei cittadini, misurando e convalidando i risultati in scenari d'uso, attraverso l'implementazione di azioni pilota in diverse città. 6.6. DESTINATIONS8

Il progetto ha l’obiettivo di studiare e sviluppare un set comune di misure e servizi di mobilità e turismo sostenibile in 6 località turistiche Europee caratterizzate dal fenomeno della variabilità della domanda di mobilità e trasporto dovuta ai flussi turistici, che rendono le piccole realtà del tutto simili alle classiche aree urbane delle grandi città per quanto riguarda la gestione dei servizi e le problematiche legate a congestione, inquinamento e consumi energetici. Nelle 6 località coinvolte, Funchal (Portogallo), Las Palmas (Spagna), Limmassol (Cipro), La Valetta (Malta), Isola d'Elba (Italia) e Rethymno, (Grecia), le soluzioni innovative verranno studiate, definite, implementate e valutate affrontando anche le differenze organizzative, operative, tecnologiche, di policy e di comportamento della domanda. 5 http://cordis.europa.eu/project/rcn/197123_en.html. 6 http://cordis.europa.eu/project/rcn/204671_en.html. 7 http://cordis.europa.eu/project/rcn/196894_en.html. 8 http://cordis.europa.eu/project/rcn/204144_en.html.

1533

Page 18: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

6.7. POSEIDON9

Il progetto sviluppa un dispositivo per il rilevamento ottico automatico dell'agente patogeno della Legionella, un batterio molto pericoloso per la salute dell'uomo, che viene trasmesso da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di locali condizionati o con l'uso di umidificatori. Costituisce un elemento di rischio per tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come avviene in hotel, ospedali, piscine, terme e altri luoghi pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione, di trattamento dell'aria o di ricircolo delle acque. La nuova piattaforma assicurerà una rapida intercettazione ed analisi, consentendo di rilevare in poche ore il batterio e quindi di poter procedere tempestivamente con le contromisure di disinfezione dell'impianto e controllo delle persone esposte all'agente patogeno. 7. Conclusioni

La competitività del settore turistico dovrà giocare una partita fondamentale nel campo dell’innovazione in un mercato globale dove da sempre dominano le imprese ed i sistemi economici che mettono in primo piano forti componenti di innovazione scientifico‐tecnologica. La programmazione comunitaria del triennio 2018-2020 di Horizon 2020 sarà pubblicata ufficialmente dalla Commissione nel prossimo mese di ottobre 2017, ma dagli “orientation paper” ad oggi disponibili è facilmente ipotizzabile che lo sviluppo tecnologico delle attività classificate nella catena del valore del turismo avranno un ruolo centrale nei prossimi piani di lavoro. E forse non è proprio un caso che la Commissione europea abbia proclamato il 2018 come “The first European year of Cultural Heritage”. Bibliografia

R.W. Butler, “The concept of a Tourist Area Cycle of Evolution: implications for management of resources”, marzo 1980. Cassa Depositi e Prestiti, Studio di Settore n.07 “L’Industria del Turismo, le azioni prioritarie per valorizzare la destinazione Italia”, febbraio 2016. Commissione europea, https://ec.europa.eu/culture/european-year-cultural-heritage-2018_en Commissione europea, http://cordis.europa.eu/projects/home_it.html. G. Feller, “Il rilancio dell’innovazione nelle imprese italiane”, Harvard Business Review Italia, numero 6, giugno 2007. M. Porter,“The Competitive Advantage: Creating and Sustaining Superior Performance”, NY Free Press, 1985.

9 http://cordis.europa.eu/project/rcn/194231_en.html.

1534

Page 19: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Produzione e Città: nuovi contesti urbani Emanuele Protti

Politecnico di Torino – Torino – Italia Parole chiave: Industry 4.0, Urban Manufacturing, City, Infrastructure, Platform, Social space. 1. Introduzione

All’interno degli effetti di un nuovo paradigma industriale, identificato come industria 4.0, assume particolare importanza la ridefinizione del rapporto che sussiste tra città e produzione, al fine di indagare come l’evoluzione dei processi industriali conduca di riflesso ad una trasformazione dello spazio e delle relazioni al suo interno. Seppur non condividendo una definizione univoca e condivisa, “l’industrie 4.0” o “smart factory” si pone in antitesi alle rivoluzioni che l’hanno preceduta. La difficoltà nell’identificare la quarta rivoluzione industriale, nel darne una definizione accurata, deriva dall’essere concentrata sull’interconnessione piuttosto che su un processo, e di conseguenza spostare il fulcro d’interesse dal soggetto/i all’atto della comunicazione. Viene così ad identificarsi il ruolo di potere dell’infrastruttura comunicativa, non solo come strumento ma come spazio, reale e digitale, delle interazioni. Allo stesso modo, i nuovi processi produttivi cambiano lo spazio e il ruolo della fabbrica, che ritrova luogo all’interno della città, ricoprendo la funzione economica e sociale lasciata vuota dalla delocalizzazione. Questo rinnovato rapporto con il contesto urbano è indagato nella delineazione di valori e proposte per altri ambiti della città creativa. Lo studio si focalizza sulle realtà industriali che stanno sperimentando la ricollocazione nello spazio urbano, fondamentale per una riflessione spaziale e sociale ancora mancante nelle linee guida dell’industria 4.0. 2. Lo spazio dell’industria 4.0

Nella storia dell’umanità, questa dichiarata imminente rivoluzione è preceduta da altre tre rivoluzioni industriali: la prima, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo e intensificatasi per tutto il XIX secolo, attraverso l’introduzione di impianti di produzione meccanica. La seconda, definitasi a partire da metà del XIX secondo grazie all’introduzione dell’elettrificazione, del motore a scoppio e all’organizzazione scientifica del lavoro. Infine la terza rivoluzione industriale, chiamata anche “rivoluzione digitale”, attiva dagli anni settanta del XX secolo, quando l’elettronica avanzata e la tecnologia dell’informazione svilupparono ulteriormente l’automazione dei processi produttivi1. L’introduzione dell’ “Era della meccanizzazione”2 e la portata dei processi che hanno caratterizzato i tempi di queste rivoluzioni, si sono resi catalizzatori di un’innovazione che ha segnato non solo i campi tecnici e industriali ma l’intera struttura spaziale e sociale. Una ridefinizione che ha trovato all’interno dello spazio urbano, nella Città, il luogo predefinito per l’interazione e la condensazione di nuovi modelli. La lettura dell’urbano, attraverso l’evoluzione dei processi industriali, identifica la città del XX e XXI secolo come fortemente “manipolata” dal rapporto con la produzione che ne ha trasformato le pratiche spaziali, temporali e comportamentali.3 Una trasformazione che è in atto tuttora e che è nostro obiettivo analizzare. L’industria 4.0 si delinea, per la prima volta, come una rivoluzione industriale a priori, non osservata ex-post. Un anomalo caso che declina le sue incertezze all’interno della sua stessa 1 R. Drath, A. Horch, Industrie 4.0: Hit or Hype?, in IEEE Industrial Electronics Magazine, 8, 2014, pp. 56-58. 2 S. Giedion, “Mechanization Takes Command”, Oxford, Oxford University Press, 1948. 3 P. Panerai, J. Castex, J. C. Depaule, Urban forms the death and life of the urban block, Orford, MA: Architectural Press, 2004.

1535

Page 20: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

natura, identificandosi come un raggruppamento di differenti campi d’azione, sotto un unico “cappello” dai differenti nomi: “Industrie 4.0”, “Advanced Manufacturing”,“Integrated Industry”, “Smart Industry”, o ancora “Smart Manufacturing”4. Il Boston Consulting Group definisce le tecnologie che abiliteranno questa nuova definizione del campo industriale come appartenenti a nove pilastri: Big Data and Analytics, Autonomous Robots, Simulation, Horizontal and Vertical System Integration, The Industrial Internet of Things, Cybersecurity, The Cloud, Additive Manufacturing e Augmented Reality, dichiarando un’ottimizzazione di quello che viene a definirsi come un universo disaggregato di realtà industriali, verso un automatizzato, ottimizzato e integrato processo di produzione “changing traditional production relationships among suppliers, producers, and customers, as well as between human and machine”5. In questo contesto l’analisi dei piani e delle strategie europee6 per l’implementazione dell’industria 4.0 chiarisce il ruolo determinante di un nuovo sistema infrastrutturale, capace di realizzare un livello superiore di comunicazione, e trasformare radicalmente il modello di interazione uomo-macchina. In questa direzione si muove anche l’“Industrie 4.0 Working Group” dichiarando l'integrazione dell'Internet of Things (IoT) nella realtà dell’industria come la chiave che abiliterà la quarta rivoluzione industriale7 . La fabbrica tramuta nuovamente la sua natura; da spazio dell’uomo a spazio della macchina, viene chiamato ora a comporsi come un nuovo spazio interattivo, definendo il suo ruolo di piattaforma, sulla quale differenti attori, come plug-in, entrano in relazione.

Fig. 1. Industrial Platform. L’identità spaziale della fabbrica è messa in crisi, trasformandosi questa in unità infrastrutturale, una piattaforma plug and play, dove utenti, macchine e informazioni si

innestano a formare reti

4 M. Hermann, T. Pentek, B. Otto, Design Principles for Industrie 4.0 Scenarios, in 49th Hawaii International Conference on System Sciences (HICSS), Koloa, HI, 2016, pp. 3928-3937. 5 Articolo redatto dal Boston Consulting Group. 6 T. Bidet-Mayer, L’industrie du futur: une compétition mondiale, Paris, Mines-Transvalor, 2016; H. Kagermann, W. Wahlster, J. Helbig, eds., Recommendations for implementing the strategic initiative Industrie 4.0: Final report of the Industrie 4.0 Working Group, Frankfurt, 2013; Industry 4.0 Digitalisation for productivity and growth, European Parliament, 2015, Piano Nazionale Industria 4.0, Ministero dello Sviluppo Economico, 2017. 7 H. Kagermann, W. Wahlster, J. Helbig, eds., Recommendations for implementing the strategic initiative Industrie 4.0: Final report of the Industrie 4.0 Working Group, Frankfurt, 2013.

1536

Page 21: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

Lo spazio della fabbrica rompe i suoi limiti estensivi, il recinto con il quale essa si riconosce e con il quale definisce la presenza all’interno del tessuto urbano, sottratta dalla regolarità formale e gerarchica del flusso produttivo per una flessibilità capillare. Questa interoperabilità delle parti avviene in una fusione della realtà con la struttura digitale dove RFID, sensori, interfacce, smartphones diventano i nodi attraverso i quali i due mondi entrano in connessione. Keller Easterling analizza come l’infrastruttura, considerata essere un substrato nascosto, assuma invece una posizione di potere nella costruzione dello spazio urbano, interconnettendo differenti attività del vivere e della produzione, assumendo essa stessa il ruolo di spazio sociale, “far from hidden, infrastructure is now the over point of contact and access between us all, the rules of governing the everyday life”8 Lo spazio della produzione si sdoppia, assume una consistenza digitale, dove realtà aumentata e simulazioni permettono di studiarne flussi e dinamiche ancor prima che qualsiasi macchina venga messa in funzione. La fabbrica virtuale diviene lo specchio di quella reale, assumendone il controllo e le funzionalità, all’interno di una logica di servizi che ne caratterizza l’interazione con il produttore e consumatore.

Fig. 2. Real and Digital Industry. La fabbrica assume una doppia natura reale e digitale, definendo una nuova gerarchia nei processi produttivi

La realizzazione di sistema informatico in grado di interagire in modo continuo con il sistema fisico, sovrapponendosi alla complessità delle funzioni aziendali richieste dal mercato, sia questo regionale, nazionale o globale, aumenta la necessità di servizi intermedi per gestire quelle funzioni che prima era possibile gestire in-house. La crescita della domanda di servizi intermedi sia nei settori economici tradizionali che nei cosiddetti settori creativi, insieme ad una continua crescita dell’attenzione all’esperienza dei consumatori, genera la necessità di una riformulazione di questo settore. Il rapporto storico tra produzione e servizi si inverte, da un’economia di servizi sviluppati per soddisfare le esigenze dei produttori, una produzione, prevalentemente urbana, seguendo la customizzazione di massa, offre le proprie prestazioni, a progettisti, industrie culturali, il campo delle costruzioni e altri mestieri che sono parte

8 K. Easterling, Extrastatecraft: The power of infrastrcuture space, New York, Verso, 2014, p. 11.

1537

Page 22: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

integrante delle economie avanzate di servizi9. Modelli spaziali e di interazione ai quali l’Industria 4.0 si rivolge. Allo stesso modo Fablab, Techshop, Maker Space e Hack Lab definiscono una forma di produzione basata sulla creazione di una comunità locale, uno spazio di condivisione dove lo scambio di conoscenze e la possibilità di utilizzare strumentazioni professionali stabilisce nodi di aggregazione e di servizi di importanza strategica sempre maggiore.

Fig. 3. Urban Manifacturing. La produzione diventa uno spazio di attraversamento in cui produttore e consumatori costruiscono la catena del valore del prodotto

La prototipazione rapida e le nuove tecnologie produttive ridimensionano le esigenze spaziali delle lavorazioni, collocandosi nuovamente all’interno delle città, per sfruttare le potenzialità derivanti dalla vicinanza a fornitori e clienti, fornendo una produzione just in time, interagendo con altre aziende di settore e stabilendo partnership con centri di ricerca e università, determinando il fenomeno descritto come Knowledge Spillover , aumentando le capacità di essere innovativi sul mercato. Un’economia di agglomerazione che si concentra nelle città, dove trova una mixitè di competenze di ampia gamma in settori specializzati, che caratterizza quest’ultima come centro di formazione. 3. Manifattura urbana

Nella difficoltà di definire cosa sia esattamente l’industria 4.0, riconosciamo i caratteri determinanti che guidano una trasformazione dello spazio della produzione. Esso è elemento imprescindibile, strutturale, anche all’interno di una rivoluzione dichiaratamente legata ad una interconnessione attraverso la realtà digitale. Questa condizione ci porta a riconsiderare ed investigare la produzione non solo come elemento fondamentale all'interno dei processi economici e sociali ma anche come attore spaziale per lo sviluppo della città contemporanea. Le città post-industriali si trovano in una situazione di forte concorrenza economica nell’attirare risorse e capitali per sopravvivere alla scomparsa delle loro società di produzione, spesso caratterizzata da un’unica grande industria, la cui delocalizzazione ha creato una crisi capillare, danneggiando le attività satellitari inserite nell’indotto. Le nuove tecnologie di produzione e la rete digitale stanno trasformando le industrie e il loro valore economico, creando la condizione per un nuovo rinascimento industriale. Nuove forme di produzione stanno emergendo, occupando quei contesti urbani che le città post-industriali hanno 9 S. Sassen, Cities Today: A New Frontier for Major Developments, in The Annals of the American Academy of Political and Social Science, The Shape of the New American City, Thousand Oaks, Sage Publications Inc., v. 626, 2009, pp. 53-71.

1538

Page 23: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

abbandonato, nel tentativo di creare una nuova economia basata sui servizi. Manuel Castells descrive questa fase come una transizione dal “Industrialism to Informationalism” la cui caratteristica fondamentale è una produzione flessibile distribuita attraverso reti globali10. Questi luoghi non si posizionano all’esterno della citta ma occupano il tessuto industriale, assorbito dall’espansione urbana, all’interno di aree residenziali e terziarie, creando sinergie con altri servizi e la comunità, sottolineando l’urgenza di una ridefinizione delle caratteristiche e delle normative per gli spazi di produzione. Il rapporto tra città e industria è delineato da fattori positivi per entrambe le parti. La città mantiene un'economia prospera e diversificata, un valore intrinseco nel suolo e investimenti privati, mentre la fabbrica trova un habitat, contatti e esperienze che non possono trovarsi al di fuori dell'ambiente urbano. Piccole e medie imprese possono prosperare in città grazie ai vantaggi che queste offrono, in quello che Saskia Sassen determina essere “a Prisoner Dilemma”: se il produttore dovesse uscire dalla rete urbana, l’effetto positivo di agglomerazione andrebbe perduto11. Le economie di agglomerazione e i vantaggi derivati dal localizzare le proprie attività all’interno del tessuto urbano determinano lo sviluppo di modelli di gestione e di produzione capaci di confrontarsi con il contesto dinamico, anticipando alcuni caratteri di un’industria 4.0 ancora embrionale. L’area di Poblenou a Barcellona, successivamente alla decisione della municipalità di realizzare una riconversione dell’ex quartiere industriale tradizionale in un distretto tecnologico, combinando attività industriali, a servizi e aree residenziali, subisce una trasformazione che ne modifica fortemente i caratteri spaziali. In particolare la trasformazione del distretto 22@Barcelona anticipa la necessità di una riformulazione dell’infrastruttura urbana al fine di soddisfare le necessità di una nuova produzione digitale. Il progetto ha portato alla realizzazione di 700km di fibra ottica e più di 200 unità, nodi d’accesso, su una superficie di intervento 1.250.000 m2, oltre all’implementazione una nuova infrastruttura per l’ottimizzazione dell’uso razionale delle acque, per il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, il sistema energetico e di trasporto. Al di fuori del dibatto sulle caratteristiche dell’intervento e sul rapporto che il piano di riqualificazione stabilisce con la memoria e la percezione lo spazio urbano12, con un investimento di 180 milioni viene progettata e realizzata una nuova infrastruttura necessaria per supportare lo sviluppo di un distretto di produzione digitale, elemento strategico e leva economica per la riqualificazione urbana e l’investimento privato all’interno dell’area. In maniera differente rispetto alla realtà di Barcellona ma adottando una politica innovativa verso la produzione urbana, la città di New York, all’interno del distretto di Brooklyn, storicamente definito da forte tradizione industriale, anche pesante come gli impianti della Standard Oil nell’area dell’East River, favorisce la nascita e lo sviluppo di nuove realtà produttive. Tra queste Shapeways e il gruppo GDMC sono due casi interessanti di come la produzione si lega al mondo digitale e come lo spazio manifatturiero urbano diventi elemento portante per la riqualificazione del quartiere, per la creazione di posti di lavoro e attore resiliente a beneficio della comunità locale. Fondata nel 2007 come spin-off da Philips Electronics, Shapeways offre la possibilità di stampare in 3D un oggetto che gli utenti caricano sulla loro piattaforma internet. In pochi giorni l’oggetto viene stampato e consegnato all’indirizzo. La “fabbrica del futuro” come la

10 M. Castells, The Informational City: Information Technology, Economic Restructuring, and the Urban Regional Process, Cambridge, MA: Blackwell, 1989. 11 S. Sassen, Cities Today: A New Frontier for Major Developments, in The Annals of the American Academy of Political and Social Science, The Shape of the New American City, Thousand Oaks, Sage Publications Inc., v. 626, 2009, pp. 53-71. 12 M. P. Balibrea, Urbanism, culture and the post-industrial city: challeging the “Barcelona Model”, in TimMarshall, Trasforming Barcelona, Oxfordshire, Taylor & Francis Ltd, 2004, pp. 205-224.

1539

Page 24: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

descrive Kegan Fisher, direttore della società, assume un carattere diverso dalla linea di montaggio Fordista per la produzione di massa, la visione di Shapeways è quella della personalizzazione di massa, consentendo al privato, all’artigiano e all’imprenditore di accedere ai mezzi di produzione. La fabbrica che copre l'intero piano di un vecchio stabilimento industriale a Queens, New York, possiede solo una piccola parte dei suoi 2.400 m2 come spazio dedicato alla produzione13. Lo spazio rimanente è riservato ai propri dipendenti, alla ricerca e alla logistica, che diventano una parte fondamentale del business. L'immagine della fabbrica non corrisponde più ad un grande impianto inquinante e sovradimensionato, ma uno spazio che attraverso l’uso della piattaforma digitale si definisce come luogo ibrido, spazio di lavoro ma anche di servizi. La rigenerazione di spazio per la collettività è la base della nascita del GreenPoint Design and Manufacturing Center di New York. Questo sviluppatore industriale senza scopo di lucro è stato fondato negli anni ’80 come intersezione di due interessi: riqualificare le fabbriche abbandonate all'interno del quartiere GreenPoint, quartiere industriale nel nord di Brooklyn e sostenere la produzione nella città di New York. Dal 1992 il gruppo ha acquisito e recuperato sei edifici industriali abbandonati nella zona, affittando spazi per piccole e medie imprese manifatturiere. Il primo edificio recuperato è stata la fabbrica The Mills Chelsea in Manhattan Avenue, Brooklyn. Realizzata per la produzione di funi, dopo il trasferimento delle attività, si specializza nella produzione e nella tintura di tessuti. La città di New York confisca l’edificio nel 1974 e durante gli anni ottanta decide di demolirlo a causa del costo di manutenzione troppo elevato. Le organizzazioni di quartiere, gli artisti e le imprese che occupano l'edificio, opponendosi alla demolizione, iniziano una trattativa con gli enti locali per realizzare un piano di riqualificazione e convertire la proprietà in un centro di produzione. Nei primi anni '90 questi enti sostennero la formazione di un accordo di sviluppo con la città di New York. GMDC, come società senza scopo di lucro per lo sviluppo locale, acquista la proprietà al costo simbolico di un dollaro. Oggi, il complesso di Manhattan Avenue ha 76 inquilini tra piccole e medie imprese e 360 dipendenti delle comunità adiacenti. Nel maggio 2000, il GDMC ha investito 6 milioni di dollari per lo sviluppo di un progetto per la GreenPoint Wood Excange situato al numero 810 di Humboldt Street. La riabilitazione di questo edificio di 7500 m2 è il primo progetto di sviluppo economico del gruppo dopo il completamento dell'edificio a 1155 Avenue di Manhattan. I. fabbricato che ospitava in precedenza una sala da bowling è stato ripristinato in soli tre mesi, al fine di fornire spazio per nuovi inquilini che sono stati espulsi dai loro spazi di produzione a causa della conversione residenziale delle aree limitrofe. L’edificio è completamente affittato e dispone di 12 unità per l'attività di lavorazione del legno e una zona comune. Nel 2010 l'edificio crea una partnership con Gotham Greens, una start-up che sviluppa progetti di agricoltura urbana in diverse città statunitensi, con la realizzazione di unaserra creata sul tetto del GreenPoint Wood Excange; primo progetto di una serra ad uso commerciale su un tetto negli Stati Uniti. La sperimentazione Gotham Green è un ottimo esempio di come le produzioni diverse possono trovare sinergie e condividere lo stesso spazio, aumentando le prestazioni e la qualità. 4. Conclusioni

La letteratura e le prescrizioni per l’implementazione dell’industria 4.0 non si confrontano con la trasformazione che si verificherà nella costruzione spaziale del sistema produttivo. Un paradigma che è stato più volte motore e indice di un cambiamento strutturale delle pratiche sociali e di conseguenza urbane. I tre esempi raccolti sono indicatori di queste trasformazioni, circoscrivendo fenomeni di innovazione e di trasformazione del rapporto tra città e industria.

13 Shapeways megazine, Factory of the Future: Our Plan to 3D Print 3 to 5 Million Unique Products Per Year in NYC.

1540

Page 25: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

L’infrastruttura urbana diviene elemento fondativo per l’implementazione di un nuovo polo tecnologico digitale all’interno del quartiere industriale di matrice ottocentesca di Poblenou, elemento di potere nella definizione di economie di agglomerazione e valore economico all’interno del mercato immobiliare. L’infrastruttura assume un ruolo decisivo, imprescindibile, permettendo l’interconnessione del sistema digitale con il contesto reale, mettendo in relazione, come nel caso di Shapeways, la fabbrica con la piattaforma digitale, vera interfaccia tra il cliente e produzione. Ma mentre la fabbrica entra a fare parte di un sistema di servizi avanzato, la sua forma spaziale si apre ad altri usi, eliminando il recinto che ne identificava la presenza. La separazione tra attività sociali e lavorative scompare in uno spazio che rende visibile l'atto di produrre, ne racconta i valori e crea una comunità attorno a essa. La produzione non si nasconde più all'interno di capannoni prefabbricati e confinati ma diventa uno spazio di attraversamento in cui produttori e consumatori costruiscono la catena di valore del prodotto. Produzione e città vivono in costante relazione. Una relazione che sta modificando le proprie pratiche per far fronte a nuovi valori e necessità. Lo scopo di questa indagine è di mettere in luce questa condizione. L’industria 4.0 non si identifica solo con trasformazione dei processi produttivi, in un’interazione costante tra sistemi digitali e realtà fisica ma si ripercuote in modelli urbani, chiavi di lettura all’interno del cambiamento costante dell’esperienza urbana sia questa lavorativa, turistica o giornaliera, fondamentale nei rapporti delle città globali. Bibliografia

Boston Consulting Group, Industry 4.0: The Future of Productivity and Growth in Manufacturing Industries, consultato il 20 giugno 2017 (https://www.bcgpers pectives.com/ content/articles/engineered_products_project_business_industry_40_future_productivity_growth_manufacturing_industries/?chapter=2#chapter2). H. Kagermann, W. Wahlster, J. Helbig, eds., Recommendations for implementing the strategic initiative Industrie 4.0: Final report of the Industrie 4.0 Working Group, Frankfurt, 2013. Industry 4.0 Digitalisation for productivity and growth, European Parliament, 2015 (http:// www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2015/568337/EPRS_BRI(2015)568337_EN.pdf). K. Easterling, Extrastatecraft: The power of infrastrcuture space, New York, Verso, 2014, p. 11. M. P. Balibrea, Urbanism, culture and the post-industrial city: challeging the “Barcelona Model”, in TimMarshall, Trasforming Barcelona, Oxfordshire, Taylor & Francis Ltd, 2004, pp. 205-224. M. Castells, The Informational City: Information Technology, Economic Restructuring, and the Urban Regional Process, Cambridge, MA: Blackwell, 1989. M. Hermann, T. Pentek, B. Otto, Design Principles for Industrie 4.0 Scenarios, in 49th Hawaii International Conference on System Sciences (HICSS), Koloa, HI, 2016, pp. 3928-3937. P. Panerai, J. Castex, J. C. Depaule, Urban forms the death and life of the urban block, Orford, MA: Architectural Press, 2004. Piano Nazionale Industria 4.0, Ministero dello Sviluppo Economico, 2017 http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/guida_industria_40.pdf ,consultato il 5 luglio 2017.

1541

T. Bidet-Mayer, L’industrie du futur : une compétition mondiale, Paris, Mines-Transvalor, 2016

.

Page 26: La città, il viaggio, il turismo nell’epoca dell’industria ... · 3. La necessità di un approccio olistico alle smart cities per il turismo Con la rapida crescita delle tecnologie

.