La Certificazione Energetica · 2016. 9. 13. · La Certificazione Energetica Ed eccoci finalmente...
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Stefano Geom. Bertazzo
La Certificazione Energetica
Ma quali sono i passi fondamentali ed i dati principali da inserire per eseguire un calcolo energetico ?Lo vediamo assieme nelle prossime slide.
Riprendiamo oggi, con l’introdurre i passaggi fondamentali, per eseguire un calcolo energetico.Supponiamo pertanto di avere già eseguito il sopraluogo ed aver ricavato:Le stratigrafie ed i relativi materiali che le compongono;Definito i serramenti per tipologia telaio, vetro, eventuale cassonetto o schermatura;Recuperati i dati del generatore;Recuperati e definito le dimensioni e la tipologia dell’impianto solare-termico;Recuperato e definito le dimensioni e la tipologia dell’impianto fotovoltaico;
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Il primo passo da fare riguarda lacompilazione dei dati generali,in modo particolare la zonatermica.
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Verificare ed eventualmentemodificare le impostazioni dicalcolo
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Inserire i dati costruzione definire la Classe e le superfici.
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I dati zona termica, definisconoil punto di partenza per ilnostro immobile, particolareattenzione se vi fosse lapresenza di VMC va posta allaparte in basso, dove è presentel’efficienza del recuperatore.
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Per poter procedere a questo punto è necessario generare le strutture, stratigrafie, che ci servono.
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Per poter procedere a questo punto è necessario generare le strutture, stratigrafie, che ci servono.
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Per poter procedere a questo punto è necessario generare le strutture, stratigrafie, che ci servono.
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E creare il foroserramento per tipologia.
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Nella sezione ponti termici, sonopresenti tutti quelli normati nellaUNI EN ISO 14683 del 2008, pertutti gli altri serve calcolare ilcoefficiente lineareψ con appositiprogrammi di analisi agli elementifiniti.
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L’inserimento dei dati viene fatto perstratigrafia ed orientamento,inserendo di volta in volta le misuredella parete, solaio o altra struttura.
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Ed eccoci finalmente arrivati al generatore, elemento cruciale che spesso genera problemi ed errori.
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Se e solo se, tutti i dati inseriti, sono corretti e nessun errore è stato commesso nella procedura, sigenera finalmente un rapporto di controllo. Nella sezione risultati delle strutture si può osservare se lastruttura inserita risulta verificata.
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A livello normativo devono essere verificati due requisiti:
GLASER
1- l’assenza di condensa interstiziale.
2- l’assenza di condensa superficiale.
Secondo Voi il diagramma di Glaser, li verifica ?Se si, cosa verifica ?
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Glaser, verifica il fenomeno della condensa interstiziale, su una stratigrafia,omogenea di 100 x 100 cm., non è dunque lo strumento indicato per verificarela formazione di condensa superficiale.
Non è possibile pertanto verificare alcun nodo strutturale, ad esempio lapresenza di:
Travi;
Pilastri;
Cordoli;
Aggetti;
Solai (verso esterno);
Finestre.
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Ed eccoci finalmente arrivati all’APE, quelle 5-6 paginette, che ci servono perottemperare a qualsiasi trasferimento immobiliare, ad accedere agli incentivifiscali per il recupero e la riduzione energetica. .La funzione dell’APE, però non deve intendersi conclusa, lostudio energeticoserve innanzitutto nella progettazione di nuovi edifici e nel recupero di quelliesistenti. .
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IL CERTIFICATO DI PRESTAZIONE ENERGERTICA
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IL CERTIFICATO DI PRESTAZIONE ENERGERTICA
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IL CERTIFICATO DI PRESTAZIONE ENERGERTICA
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IN COSA CONSISTE IL CERTIFICATO ENERGETICO ?
La maggior parte delle persone, tecnici compresi, sono convinte che ilcertificato consista nelle poche pagine che si stampano, inmedia 5, qualchevolta 6.
.Nella realtà non è così, il certificato energetico è un documento complesso chepuò, si, essere riassunto, per facilità di lettura in 5-6 pagine, ma, si componeanche di numerosi altri elaborati che stampati, formano un fascicolomediamente di circa 70-80 pagine, molto simile ad una L.10/91, dalla qualepoco si discosta.
Gli elaborati che lo compongono sono riassunti nelle seguenti due immagini.
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I PONTI TERMICI
Stefano Geom. Bertazzo
Con l’aumentare dell’efficienza energetica, sono aumentati anche i problemi
legati al ricambio d’aria negli ambienti.Il comfort può facilmente essere raggiunto se pensiamo alla temperatura, ma il benessere è tutt’altra questione.Sigillare sempre più ermeticamente gli ambienti all’aumentare dell’efficienza energetica ed al risparmio, ha portato al proliferare di muffe e batteri con forte aumento delle patologie legate a questi fenomeni.Fenomeni, che si manifestano essenzialmente per errori progettuali, mancanza di particolari costruttivi e errori esecutivi.Fenomeni dovuti essenzialmente alla presenza di ponti termici non corretti o non risolti a sufficienza.È quindi necessario verificare che vi sia assenza di:- rischio di formazione di muffe, con particolare attenzione ai ponti termici negli edifici di nuova costruzione
COSA E’ UN PONTE TERMICO ?
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Viene definito come quella zona locale, limitata, dell'involucro edilizio cherappresenta una densità di flusso termico maggiore rispetto agli elementicostruttivi adiacenti.
Semplicemente, si può dire, che il ponte termico è una zona dell’elementoopaco verticale od orizzontale in cui il passaggio di energia è maggiore epertanto in questa zona si determina un repentino abbassamento odinnalzamento della temperatura superficiale interna. .Possiamo anche dire che un ponte termico è quella zona in cui il flusso migradal caldo verso il freddo, generando nella maggior parte dei casi unabbassamento della temperatura superficiale interna al di sotto della soglia dicondensazione e pertanto in quella zona muffe e batteri troveranno «terreno»fertile per proliferare.
COSA E’ UN PONTE TERMICO ?
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TRE le norme principali, la UNI EN ISO 10211-1 del 1998 e la UNI EN ISO14683 (abaco ponti termici) e la EN ISO 10211:2008 (calcolo flusso termicobidimensionale e tridimensionale).
La UNI EN ISO 10211-1 definisce così il ponte termico: «i ponti termici,generalmente localizzati in corrispondenza delle giunzioni tra gli elementiedilizi o dove la composizione degli stessi elementi edilizi si modifica,producono due effetti:»
a) una modifica del flusso termico .e
b) una modifica della temperatura interna superficiale. .
Rispetto ai componenti privi di ponti termici.
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Il flusso termico, calcolato di base con Glaser, determinava mediantel’interpolazione della linea di temperatura con quella di pressione, la possibileformazione di condensa interstiziale, ma come abbiamo in precedenzaosservato, Glaser è riduttivo perché non considera il contorno o la presenzastratigrafie diverse. Comunque sia è il modo più veloce per capire seall’interno di una stratigrafia omogenea che stiamo creando, si formacondensa interstiziale.
Pertanto, per calcolare il flusso termico, le curve isometriche ed ottenere undiagramma simile ad una termografia dell’elemento da progettare, necessitaeseguire un calcolo agli elementi finiti. .Di certo più complesso di «glaser», di certo più preciso e completo. .Oggi o programmi con cui eseguire calcolo agli elementi finiti, sono diversi,alcuni gratuiti, altri a pagamento, alcuni calcolano l’elemento bidimensionalealtri lo calcolano tridimensionale.
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Sempre la norma ci dice che si ha ponte termico quando:a) compenetrazione totale o parziale di materiali con conduttività termica diversa nell’involucro edilizio;e/ob) variazione dello spessore della costruzione;e/oc)differenze tra l’area della superficie disperdente sul lato interno e quella del lato esterno, come avviene per esempio in corrispondenza dei giunti tra parete e pavimento o parete e soffitto.
I più comuni nodi costruttivi che normalmente possono dare luogo ad un ponte termico sono elencati nella seguente tabella.
I NODI COSTRUTTIVI
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Identificarli e conoscerli, purtroppo non basta. Per conseguire un risparmio energetico qualora non siano risolti, vanno inserite le rispettive dispersioni.Nelle nuove costruzioni non dovrebbero più esistere e pertanto è proprio nella fase progettuale che vi è la necessità di risolverli.
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L’immagine che ci apprestiamo ad osservare rappresenta un classico nodo termico, presente in un immobile con porticato al piano terra, poggiolo a sbalzo e muratura porizzata.
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Ponti Termici
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Come avete notato il flusso termico è molto intenso in alcune zone,meno, in altre, ciò significa che le curve isometriche di temperatura,avranno maggiore effetto in alcune posizioni piuttosto che in altre.Quando mi appresto ad utilizzare questo tipo di programmi, adottouna temperatura esterna di -5°C nettamente peggiorativa rispettoalla temperatura media mensile calcolata da Arpa Veneto e di cuimolti programmi tengono conto.
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Ponti Termici
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La seguente immagine, assomiglia ad una immagine termografica,invece è solamente la rappresentazione grafica delle temperaturenelle curve isometriche. La parte colorata in giallo, rappresenta lazona in cui si genera condensa all’interno della struttura.
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Ponti Termici
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Vi propongo ora altri esempi di strutture classiche, vediamo dicommentarli assieme tentando di capire cosa poteva essere fatto perevitare il problema.
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Ponti Termici
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Ponti Termici
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Ponti Termici
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Ponti Termici
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Ponti Termici
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Ponti Termici
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Ponti Termici
IMPIANTISTICA
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Il settore impiantistico, riveste oggi sempre più importanza, in alcuni casi aiuta nonsolo a migliorare la prestazione energetica dell’immobile, ma anche a «guadagnare unaclasse energetica». .Il settore in continua evoluzione, è riuscito a migliorare notevolmente le prestazioni ditutte le apparecchiature, consentendo al progettista di poter scegliere un’ampia gammadi prodotti sia per «marca» che per «tipologia. .
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Prima di continuare ad elencare quali impianti è possibile e necessario installare negliimmobili, serve un breve accenno storico.
Come già detto, già dal 1977 con la L.373, l’Italia ha tentato di migliorare leprestazioni energetiche, senza però ottenere significativi risultati. Solo dal 1991 con laL.10, si introduce e si norma in favore del contenimento energetico. Purtroppo moltidecreti attuativi non sono stati emanati e pertanto una buona Legge è rimasta «nellacarta» ma sostanzialmente inapplicata, sebbene gli impianti venissero comunquedimensionati. Solo dal 2002 con la direttiva 2002/91/CE, l’Europa ha deciso diintervenire, obbligando gli stati membri ad emanare le prime norme. L’Italia lo ha fattonel 2005 emanando il D.lgs 192/06, ed attendendo il primo decreto attuativo il D.lgs311/06.
Come sono cambiati i nostri edifici?. .Il distinguo, può essere fatto schematicamente nel seguente modo:
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Per tutti gli edifici costruiti dal 1950 e fino al 2000, sebbene costruiti con differentimateriali, l’unico impianto presente consisteva nel generatore per il riscaldamento el’acqua calda sanitaria. Solo nell’ultimo ventennio o poco più si sono installati icondizionamenti estivi. Gli immobili possedevano e molti posseggono ancora oggiscarsa capacità termica, ed elevati spifferi dai serramenti. Qualora presenti, le muffe, sirilevavano quasi esclusivamente nelle pareti Nord in modo particolare dietro gliarmadi, che appoggiati quasi in aderenza alle pareti non permettevano un ricircolodell’aria. D’altra parte, le nostre mamme, aprivano per arieggiare, le finestre, tutti igiorni al mattino.
Oggi, tutto è cambiato, forse anche per la frenesia della vita. Da un lato perché dal 1998in poi sono stati immessi nel mercato i «blocchi porizzati» dall’altro perchè sebbene ilvetrocamera esistesse già da qualche anno, è arrivato nel 2000 quello a carica digas«argon». Vivere in ambienti più caldi era bellissimo, ma dal lato opposto cisiamodimenticati di arieggiarli e così le muffe dalle pareti Nord, hanno iniziato a rivelarsianche in quelle a Sud, in ambienti dove prima non si erano mai manifestate.
Pertanto se prima avevamo edifici con generatore di calore e ACS, con un impiantoaggiuntivo di condizionamento «CDZ», ed una ventilazione naturale di ricambiod’aria.
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Successivamente abbiamo per quasi un ventennio, mantenuto gli stessi impianti, ma ilricambio d’aria, la ventilazione naturale è scomparsa, sostituita da serramenti con unao due guarnizioni di tenuta.
Oggi, le nostre conoscenze sono aumentate e spetta a noi, progettare, tenendo contoanche della ventilazione. Abbiamo a disposizione una tale quantità di impianti che nonsempre è semplice scegliere ed ognuno avrà la propria preferenza. Non dobbiamodimenticare però, che il troppo «storpia». Esagerare si fa presto, ma aquali costi inizialied a quali costi di manutenzione ?
Oggi l’edificio per eccellenza che tutti vorrebbero poter comprare è una….
CLASSE A
Quale allora l’impianto per eccellenza, che non piò mancare in una classe A ?
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LA VMC(ventilazione meccanica controllata)
Il termine ventilazione controllata sta per una ventilazione forzata meccanicamentemediante ventilatori e perciò controllabile in quanto regolabile.
La ventilazione è veramente necessaria se si vuole arrivare ad un edificio a bassoconsumo energetico?
E’ una delle domande che spesso viene posta dai committenti ed alla quale non si puòrispondere con un SI o un NO.
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SI se si vuole ottimizzare comfort igienico
SI se l’obiettivo è un edificio cosiddetto passivo
SI se si vuole raggiungere il traguardo di una classe A con il minor costo.
NO è possibile comunque raggiungere una classe A, ma con quali spessoriisolanti e quali problematiche igieniche interne.
Quali i benefici che si ottengono dalla VMC ?
Risparmio energetico, comfort igienico per immissione di aria con flussocostante,comfort igienico per la possibilità di filtraggio aria di ripresa (ambienti senza pollini),comfort acustico in quanto non si aprono più le finestre, maggiore comfort estivo. Nondimentichiamo infine che la VMC, entalpica, è in grado di mantenere nell’ambiente laquantità desiderata di HR% e pertanto non vi saranno ne più odori, ne muffe.
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La VMC può essere puntuale a flusso alterno
A puntuale a doppio flusso
Ma anche
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VMC- questa sconosciuta –
Esempio di montaggio ventilatori puntuali
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VMC- questa sconosciuta -
La VMC può essere canalizzata
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Tutti noi ne abbiamo sentito parlare, molti li conosciamo, alcuni abbiamo avuto modo di adoperarli, ma quali sono i più conosciuti?Senza nulla togliere alla funzionalità il più antico è certamente il….
Il camino a legna La stufa economina
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
La tecnica si è poi affinata negli anni….. e la trasformazione ha portato a…
Vere e proprie opere di design
La stube Moderno camino ventilato
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
La sempre maggiore richiesta di apporto calorico nelle abitazioni dagli anni ‘50 in poi, ha portato allo studio impianti sempre più complessi ed efficienti.Tra i primi si possono annoverare le centrali termiche a gasolio.Molte ancora oggi in funzione.
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
La naturale conseguenza è stata quella di:o convertire i generatori a gasolio sostituendo il bruciatore con uno a gas,oppure,sostituire l’intero gruppo con uno nuovo ad alte prestazioni.
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Dove possibile oggi vengono montati i cosiddetti generatori a cascata, che entrano in funzione a richiesta.Ed il cui funzionamento a condensazione contribuisce rispetto ad un tradizionale camera aperta ad una notevole riduzione di consumi.
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Nella sottostante immagine è rappresentato il principio di funzionamento di un generatore a condensazione.
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Queste sono solo alcune tipologie di impianto di riscaldamento e/o raffrescamento oggi possibili, la scelta sta a noi, alla materia prima disponibile, legna, cippato, gas, elettricità oppure al costo di esercizio ed al committente.Comunque sia è giusto non esagerare, i costi aumenterebbero più dei benefici.
L’evoluzione tecnologica non si è comunque fermata ai pochi impianti trattati, anzi molte altre tipologie sono state prodotte e commercializzate.
Giusto per dare un’idea tra gli impianti più utilizzati si riscontrano:1) impianto geotermico con sonda verticale;2) impianto geotermico con sonda orizzontale;3) impianto con pompa di calore aria/aria , aria/acqua, acqua aria;4) VMC ventilazione meccanica controllata.
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
L’impianto geotermico sfrutta il calore del sottosuolo può essere con sonda verticale o orizzontale, in questo caso necessita un ampio giardino.
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
La pompa di calore.Il mercato ormai ne offre di tantissimi modelli e tipologie, da quelle che sfruttano il differenziale termico aria-aria a quelle che sfruttano il differenziale termico aria-acqua o acqua-acqua.
La pompa di calore acqua-acqua /geotermia Pompa di calore aria-aria
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Se il riscaldamento avviene mediante VMC, il calore sarà trasferito dall’aria all’ambiente, per tutti gli altri, il sistema più semplice è quello radiante a pavimento a parete o a soffitto.
Radiante a pavimentoRadiante a parete
Radiante a soffitto
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Rimane tuttavia la possibilità di utilizzare i classici elementi radianti.
Termosifone – termoarredo
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Per tutti gli impianti valgono comunque i medesimi principi così come dal UNI EN ISO 11300 parte 2.
Rendimento globale minimo: si intende per mantenere in un locale (sia esso isolato o meno) la temperatura ambiente di progetto, l’energia Qh dispersa deve essere reintegrata dall’impianto di riscaldamento. In realtà, però, il corpo scaldante dovrà fornire una maggiore quantità di energia rispetto a Qh, e il generatore dovrà bruciare una quantità di energia primaria maggiore di quella emessa dal corpo scaldante.Il miglioramento delle prestazioni termiche degli impianti di riscaldamento non può prescindere da un’attenta analisi dei quattro rendimenti che li caratterizzano.ng = ne * nc * nd * np
Rendimento di emissione – medio stagionale è definito come il rapporto fra il calore richiesto per il riscaldamento degli ambienti con un sistema di amissione teorico di riferimento in grado di fornire una temperatura ambiente perfettamente uniforme ed uguale nei vari locali ed il sistema di emissione reale, nelle stesse condizioni di temperatura ambiente e di temperatura esterna. «il rendimento di emissione individua quindi l’influenza del modo di emissione del calore sulle perdite di calore dovute a trasmissione localizzata, stratificazione dell’aria, movimenti dell’aria, etc..
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GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Rendimento di regolazione – medio stagionale è il rapporto fra calore richiesto per il riscaldamento degli ambienti con una regolazione teorica perfetta ed il calore richiesto per il riscaldamento con un sistema di regolazione reale. Tale rendimento può essere migliorato adottando sonde termostatiche.
Rendimento di distribuzione nd, è il rapporto fra la somma di calore utile emesso dai corpi scaldanti e del calore disperso dalla rete di distribuzione all’interno dell’involucro riscaldato dell’edificio ed il calore in uscita dall’impianto di produzione ed immesso nella rete di distribuzione.
Rendimento di produzione medio stagionale, è il rapporto fra calore utile prodotto dal generatore nella stagione di riscaldamento e l’energia fornita nello stesso periodo sotto forma di combustibile ed energia elettrica.
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L’impianto FOTOVOLTAICO
Tutti lo conosciamo o ne abbiamo sentito parlare, qualcuno di noi lo avrà pure installato sul tetto della propria abitazione.Ma per quale motivo lo abbiamo installato ?Per ottenere i pochi centesimi sul kw/h venduto ?Per un risparmio energetico nei costi dell’abitazione ?O per, spirito ecologista….
Nell’era del contenimento e risparmio energetico non si può evitare di menzionarli, questi impianti esistono ormai da numerosi anni, ma funzionano?, si ripagano? Vale la pena istallarli.È mia opinione personale che se correttamente progettati ed installati, possano certamente aiutare a ridurre la bolletta energetica, non vale però in tutti i casi.
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Quattro domande a cui far seguire un’ultima domanda…Avete isolato termicamente il tetto prima di installare l’impianto? o lo avete isolato solo all’acqua?Ed ancora se la casa è degli anni ’70 siamo certi che la spesa sia stata correttamente ponderata?Se l’edificio è di ultima generazione ad esempio un classe A con 20-25 kwh/m2a sicuramente un impianto fotovoltaico dimensionato può, salvo imprevisti, azzerarmi o quasi la spesa energetica.Oggi che gli incentivi sono praticamente nulli (esiste la detrazione fiscale) ma il kwh è pagato €.0,09 ossia nove centesimi su kw, sarebbe opportuno prevedere allo stoccaggio dell’energia per il riutilizzo e non la vendita.Ma come è fatto un impianto fotovoltaico ?
Schema impianto fotovoltaico
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Vediamo ora il principio di funzionamento e quali tipi di celle esistono:Il principio è quello di convertire la luce solare in energia elettrica, per fare ciò, la luce deve incidere sulla cella fotovoltaica le cariche positive che vengono spinte l’alto, spingono a loro volta le negative verso il basso, in questo passaggio si genera corrente elettrica continua.Il modulo, pannello, è un insieme di cellule fotovoltaiche fatte di silicio, cella a parte, tutto il resto è riciclabile. L’elettricità uscente da ogni singolo pannello viene convertita dal gruppo inverter e consumata o ceduta alla rete.L’orientamento migliore è generalmente l’esposizione a Sud-Est per meglio ottimizzare il periodo invernale, con sole basso all’orizzonte.
Le celle fotovoltaiche possono essere prodotte in.CELLE DI SILICIO CRISTALLINO,CELLE DI SILICIO MONOCRISTALLINO,SILICIO POLICRISTALLINO,SILICIO AMORFO,CELLE A FILM SOTTILE,CELLE MICROCRISTALLINE E MICROAMORFE,CELLE CdTe (tellutiuro di cadmio),CELLE CIS (copper Indium Selenide) ad diseleniuro di rame e di indio.
Oggi molti impianti soffrono già, tali sofferenze provocano riduzioni diproduzione anche pesanti – in queste immagini alcune celle non funzionanocorrettamente raggiungendo temperature elevate e danneggiando così quellevicine.
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Le nostre case oggi Prima di istallare un costoso impianto fotovoltaico nel nostro tetto, occorre isolarlo. (il calore se ne va verso il cielo, per risparmiare energia occorre
isolare meglio le nostre case)
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L’impianto SOLARE TERMICO
Anche in questo caso la tecnologia ha fatto passi da gigante, il solare termico nato con i primi esperimenti circa 40 anni fa, si è perfezionato ed evoluto al punto che potrebbe da solo far fronte al fabbisogno energetico per riscaldamento, raffrescamento e ACS di una abitazione.
Normalmente consta di un pannello o collettore da posizionare sul tetto o in facciata, pannello piano o tubi sottovuoto, in grado di catturare il calore della luce, cederlo ad un fluido vettore, in genere glicole da sostituire ogni 4 anni e a sua volta, cederlo ad un contenitore isolato con capacità da 100 litri a 3000 litri ed oltre. L’acqua calda immagazzinata può essere usata oggi in primis per l’impianto sanitario ma anche per far funzionare un impianto radiante a pavimento.Ma come è fatto un impianto di questo tipo?
Si tratta di un dispositivo, contenente un fluido che, riscaldato dal sole, trasferisce il calore all’acqua contenuta nel contenitore di accumulo.Le componenti fondamentali sono:Collettore solare,scambiatore di calore,serbatoio di immagazzinaggio dell’acqua calda prodotta,impiantistica.
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L’impianto SOLARE TERMICO
I pannelli solari si suddividono in due topologie:- pannelli solari termici a circolazione naturale;- pannelli solari termici a circolazione forzata.
Pannello solare piano
Ma per meglio capire vediamo come funzionano nel successivo schema
Pannello dolare sottovuoto
Risparmiare con il sole (schema impianto)
Impianto solare termico (produce acqua calda sanitaria o per riscaldamento)
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Tipologia e posizionamento
Impianto solare termico sottovuoto, montaggio a tetto o arredamento a parete……
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Siamo giunti alla fine anche di questo capitolo, prima di passare al successivo, siccome la tecnologia è certamente più veloce di noi, desidero informarvi sull’ultima frontiera del fotovoltaico, i GLOBI SOLARI, sfere di circa 2 metri di diametro, in grado di generare una potenza di 500 w e di produrre circa 400 volte di energia in più rispetto ai pannelli tradizionali, il loro valore di mercato se confermato è sconvolgente, circa 2 $.
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Metodi di verifica dell’opera finta
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Siamo giunti alla fine di questo percorso, spero che qualcosa di interessante lo abbiate colto. Un’ultima cosa da dire però c’è, prestate attenzione a ciò che fate, ragionate, passatevi informazioni, non date nulla per scontato.Oggi i sistemi di verifica, ad opera compiuta sono diversi uno lo ho menzionato quasi a metà percorso e consiste nell’analisi temografica, il secondo anche se al momento meno utilizzato consiste non eseguire una prova con il blowerdoor test.Il terzo test di verifica viene eseguito con il termoflussimetro.Infine il certificato energetico……., come già detto è l’equivalente di un atto notorio e pertanto chi sbaglia paga caro l’errore.Ma in cosa consistono queste prove ?
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La termografia
Edificio anni ‘60.
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La termografia
Edificio di 6 anni, cordoli male isolati, cornice tetto con dispersioni…. E pensare che hanno dichiarato la presenza di un cappotto dello spessore di cm.3, poi verificato.
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La termografia
Edificio di circa 10 anni, si notino i cordoli, i pilastri e la tessitura muraria.
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La termografia
In questa classe «A» vi sono perdite di calore e di conseguenza passaggio di aria nel nodo di contatto parete verticale tetto. La parete esterna è isolata a cappotto.
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Consiste nel generare sotto controllo una depressione od una maggiore pressione dell’ambiente interno. Nel primo caso le infiltrazioni d’aria possono essere viste mediante l’impiego di una termocamera, ne secondo caso si possono utilizzare dei «fumi» che andranno verso l’esterno per effetto dell’esfiltrazione d’aria che passa attraverso le strutture i l’accostamento dei materiali.
Il blowerdoor test
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Il blowerdoor test
Si lamentavano muffe sul contorno e presenza di acqua di condensa a pavimento
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Concludo questo breve argomento in quanto parlare di termografia e blowerdoor test porterebbe via qualche mezza giornata.Sappiate però e tenetelo a mente, che motivi per non pagare, tecnici e imprese, alcuni committenti li trovano sempre, pertanto, lavorate con cura, progettate non solo l’opera ma anche i particolari costruttivi, se siete Direttori Lavori, verificate la posa degli elementi fondamentali e l’esecuzione dei particolari così come progettati, scrivete, scrivete sempre i rapportini (controfirmati da impresa e committente) contribuiranno alla fine a togliervi dai problemi.infine ricordate che……
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per quanto riguarda l’efficienza energetica in Italia, c’è ancora molto da fare, un rapporto (2011) del Building Performance Institute Europe BPIEha identificato i tre fattori principali che influenzano il consumo energetico negli edifici esistenti:a- il tasso annuo relativo a nuove costruzioni è inferiore al 1%, quindi gli interventi nel settore edilizio si concentrano essenzialmente nel settore esistente;b- gli edifici residenziali sono circa il 75% del patrimonio costruito;c- la maggior parte degli edifici è antecedente agli anni ‘70 dove non esistevano specifiche norme riguardanti l’isolamento, l’efficienza o il comfort abitativo.Dal rapporto sommario pubblicato emerge quindi che solo il 14% degli edifici ha un’età costruttiva compresa tra il 1991 e il 2010, il 49% è ricompreso tra il 1961 e il 1990 ed il 37% è addirittura precedente il 1960.Si legge inoltre che nel sud Europa le fonti energetiche utilizzate valgono il 27% in biomassa, il 18% in elettricità, il 32% in gasolio ed il 23% in gas, certo valori medi, che non tengono conto delle rinnovabili, ma che solo, con la nostra sensibilità e…..
le nostre azioni, possiamo ridurre, contribuendo a ridurre l’inquinamento.
Una attenta progettazione di tutti gli elementi, impiantistica compresa, può migliorare la nostra qualità di vita ed il nostro benessere, sia dentro che fuori casa.
Oltre a portare un significativo abbassamento dei costi relativi al riscaldamento ed al raffrescamento.
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Sta alla Nostra professionalità progettare edifici, con un bassofabbisogno di Energia. .Sta alla nostra Volontà far capire alla Committenza, che unedificio a basso consumo energetico, non costa necessariamentedi più. .Sta alle Nostre Capacità saper trovare il giusto compromesso tral’alta efficienza energetica, il costo e l’impatto nel territorio.In altre parole, sta a Noi crescere professionalmente e formarsi,adattandoci ad un mondo sempre più incline a cambiamentiveloci.
Stefano Geom. Bertazzo
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Alcune immagini, porzioni di testo o periodi, sono state tratte da dispense, volumi, norme epertanto appartengono ai legittimi proprietari.
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