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Arte e Cultura

Ben si può dire che questo splendido volume ne rappre-senti un “gran finale” mirabile e godibilissimo sia per lafitta serie di ricostruzioni storiografiche che i curatori Pao-lo Peluffo, Lauro Rossi e Anna Villari hanno sapientemen-te commissionato a specialisti di diverse generazioni, siaper la presenza pressoché continua, nelle sue pagine, disuggestive illustrazioni tratte dalla ricca iconografia patriot-tica fiorita proprio a partire dalla Spedizione dei Mille e adessa legata. Non vi è dubbio che l’opera centri efficace-mente l’obiettivo di onorare il ruolo privilegiato di Genovae della Liguria, dei loro patrioti e delle popolazioni liguri ingenerale nella lotta per l’emancipazione e per l’unità na-zionale, in particolare in quella fase che, grazie a Garibal-di e ai suoi volontari, ma anche, come chiaramente si leg-ge in molte pagine del libro, grazie a una complessa tes-situra politica ordita su fronti contrapposti da Cavour e daMazzini, ne rappresentò l’approdo decisivo: certo, nell’am-bito della storiografia risorgimentale e di quella più speci-ficamente “garibaldina” il tema della spedizione dei Milleè stato sino ad oggi tra i più frequentati. Malgrado ciò, ilvariegato caleidoscopio di prospettive dalle quali la più fa-mosa fra le imprese dell’Eroe nizzardo è complessivamen-te rievocata, la scomposizione di quest’ultima in una se-rie di tappe, episodi, contesti particolari osservati a distan-za ravvicinata, l’attenzione ai suoi aspetti corali e alla suasopravvivenza nell’immaginario collettivo, la presenza discorci, motivi e documenti nuovi, fanno sì che il volumevada ben oltre i limiti di un raffinato compendio di alta di-vulgazione dei saperi più aggiornati sulla materia, traguar-

dando, secondo l’auspicio del Presidente di Banca Cari-ge, Giovanni Berneschi, l’obiettivo di fornire uno stimoloa una riflessione consapevole e coraggiosa sulle sfide odier-ne: nella multidisciplinarità dei suoi apporti esso riveste in-fatti non pochi motivi di interesse anche per la comunitàscientifica. La sua struttura si articola in due parti: la pri-ma, prevalentemente dedicata alla trattazione dei prodro-mi, dei retroscena politici e diplomatici, dei contesti socia-li, e soprattutto allo svolgimento della spedizione in un’am-pia gamma di particolari e risvolti, guarda anche alla ma-turazione, durante questo periodo, del Garibaldi paladinodei diritti civili, della democrazia e della pace europea, lacui voce sempre più negli anni seguenti si affianca con vi-gore, anche se con minor fortuna nella memoria succes-siva, all’immagine già leggendaria dell’eroe condottiero. Laseconda parte indaga invece gli echi popolari e culturalidella celebre impresa e dell’epopea garibaldina in gene-re, testimoniati dalla letteratura memorialistica, dall’arte,dalla musica e dal cinema. Una breve appendice docu-mentaria propone alcuni testi di alta suggestività, fra i qua-li una lettera inedita scritta da Mazzini a Garibaldi il 3 apri-le 1860 per incitarlo a muovere verso il Sud. L’Introduzione di Franco Della Peruta sottolinea il peso del-la presenza politica di Garibaldi nelle prima fasi di svilup-po della storia unitaria.I saggi raccolti nella prima parte seguono l’andamento cro-nologico degli eventi, focalizzando singoli momenti e am-bienti. Si incomincia dalle reazioni della diplomazia euro-pea alle voci di un possibile attacco del Generale e dei suoiuomini allo Stato Pontificio e al Regno delle Due Sicilie. Lereazioni, i dubbi e le speranze delle diverse Potenze euro-pee, gli sforzi di Cavour per scongiurare ogni rischio di in-

Un anno intensamente dedicato, in tutto il Paese, a festeggiare

pubblicamente il centocinquantesimo anniversario dell’Unità

italiana e a rievocare con sempre maggiore precisione, grazie

a una messe di nuovi studi, libri, mostre e convegni, protagonisti

e vicende delle fasi cruciali del Risorgimento italiano.

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Garibaldi e la spedizione dei Milledi Anna Maria Lazzarino Del Grosso

A fronteS. Lega, Ritratto di Giuseppe Garibaldi. Modigliana, Museo Civico Don Giovanni Verità.

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tervento francese dirottando la spedizione verso la Sicilia,il contrasto in Francia fra le preoccupazioni del sovrano el’entusiasmo dell’opinione pubblica sono oggetto di un sag-gio di Jacques Godechot. Zeffiro Ciuffoletti insiste sull’im-portanza che ebbero nel diffondere anche al sud un climadi emulazione patriottica e di entusiasmo unitario le scel-te dei governi provvisori dell’Italia centrale e i successivi ple-bisciti di annessione, considerati “eventi fondanti dell’Uni-tà”. Nel ripercorrere le tappe dell’impresa dei Mille, Ciuf-foletti mette in particolare rilievo la vigile sorveglianza di Ca-vour sulle mosse di Garibaldi e l’incidenza determinante delruolo “coperto” dello statista sia nell’avvio, sia nelle primefasi di una spedizione il cui esito ne fece nell’immediato,insieme a Vittorio Emanuele II, il vero trionfatore. Ancorasui preparativi della spedizione e sul supporto dato alla stes-sa insistono le pagine di Giuseppe Monsagrati che fannoluce sul clima politico della città di Genova nei tardi anni’50, dove uomini di punta del movimento democratico, se-guendo l’esempio di Garibaldi, si avvicinano al programmadella Società Nazionale, e dove esuli siciliani di fede maz-ziniana, quali Rosolino Pilo e Francesco Crispi, si affanna-no a portare avanti il progetto di una missione liberatricenell’isola, che si fa piano operativo con la notizia della ri-volta palermitana del 4 aprile 1860 e con la decisione diGaribaldi di assumere la guida dell’impresa. Monsagrati ri-leva anche come al sostegno della piccola borghesia e deiceti popolari genovesi non abbia fatto riscontro il sincero

appoggio dell’élite cittadina, interessata soprattutto agli af-fari. Assai più interclassista era il sentimento antiborboni-co nell’inquieta ed “esplosiva” Sicilia del 1860, sotto que-sto profilo efficacemente descritta da Michela D’Angelo sul-la base di fonti documentarie dell’una e dell’altra parte. Que-sta generalizzata esasperazione nei confronti del governonapoletano fu per l’Autrice un fattore decisivo del rapidosuccesso della marcia garibaldina. Non manca nel volume, e sono i saggi di Simone Visciolae di Gianluca Virga ad occuparsene, la considerazione de-gli aspetti militari. Oltre a individuare pregi e difetti degli eser-citi “irregolari” garibaldini, Visciola richiama l’ambizioso pro-getto della “Nazione Armata”, ripetutamente ma invano pe-rorato da Garibaldi prima e dopo l’Unità. Virga descrive conpittorica dovizia di particolari le condizioni, l’andamento el’esito delle battaglie combattute dal Generale e dai sui uo-mini durante l’intera spedizione. La narrazione mette in evi-denza la costante crescita numerica delle forze garibaldi-ne, grazie agli apporti locali e agli arrivi di nuovi volontaridalla penisola. Resta pur sempre, fino alla fine, un’enormedisparità con gli effettivi dell’esercito borbonico. Il Regno del-le Due Sicilie poteva contare anche su una flotta militare benpiù forte, in apparenza, di quella degli altri Stati italiani, pernumero di navi, cannoni e tecnologia bellica: la debolezzaveniva però dal corpo degli ufficiali, poco addestrati, frustra-ti e dopo il ’48 sempre più conquistati dalle idee provenien-ti dal resto della penisola. Questa la diagnosi con cui Ma-

riano Gabriele spiega il basso profilodella Marina napoletana durante loscontro con gli “invasori” e con gli in-sorti, e la sua incruenta resa finale.Quanto alla precedente resa di Paler-mo, evento fondamentale ai fini dellaprosecuzione dell’impresa fu la conse-gna a Garibaldi, da parte delle autori-tà borboniche, della Zecca e del Ban-co regio, e della cospicua somma di da-naro in esso conservata: di grande in-teresse sono le pagine di Lauro Rossial riguardo e il testo del “Verbale di con-segna” pubblicato in appendice. Un se-condo saggio di Lauro Rossi mostra co-me a pochi giorni dalla vittoria del Vol-turno, che segna come ormai inarre-stabile il cammino della lotta naziona-le, il generale nizzardo già si volga, conla redazione e pubblicazione del Me-

La copertina del volume.

A fronte sopraI. Caffi, L’entrata di Vittorio Emanuele II a Napoli, 7 novembre 1860. Torino, Palazzo Reale.

Sotto, R. Legat, La battaglia di Calatafimi. Milano, Museo del Risorgimento.

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morandum alle Potenze d’Europa, a nuovi obiettivi coeren-ti con gli ideali umanitari coltivati fin dagli anni giovanili, eche saranno oggetto del suo appassionato impegno in tut-to il resto della sua vita: la fraternità fra le nazioni, l’unionedegli Stati più progrediti d’Europa in un patto di pace e svi-luppo, l’arbitrato internazionale, l’abolizione della schiavitùe della pena di morte, il suffragio universale, la difesa deidiritti civili e politici di tutti gli uomini, senza eccezioni. Sele belle pagine postume di Alfonso Scirocco su L’incontrodi Teano illustrano il travagliato epilogo dell’impresa del Ge-nerale, insieme trionfale ed amaro, la possente e dettaglia-tissima ricostruzione storico-critica di Paolo Peluffo che chiu-de la prima parte dell’opera, quasi un volume nel volume,riprende la cronistoria della spedizione dall’inizio e ne se-gue lo svolgimento passo passo, soddisfacendo ogni pos-sibile curiosità del lettore. A tratti il racconto è così piace-volmente incalzante e trascinante da ricordare i ritmi di unaradiocronaca sportiva.I contributi raccolti nella seconda parte contengono svaria-ti elementi di novità e di interesse: Anna Villari percorre congrande maestrìa il debordante sviluppo dell’iconografia, orapopolare, ora propriamente artistica, dedicata alla figura ealle gesta di Garibaldi, espressione tangibile del suo mito edella sua forza di fascinazione. Eva Cecchinato setaccia letestimonianze dei garibaldini per cogliere i valori fondanti ele motivazioni personali della loro scelta di volontariato, il si-gnificato identitario attribuito alla camicia rossa e il model-lo di vita militare scaturito dal fenomeno volontario. Monsa-

grati passa in rassegna la folta memorialistica dell’impresadei Mille distinguendone qualità letteraria, valore testimo-niale e messaggio politico-sociale. Anna Guarducci ricostrui-sce il chiaroscurale ritratto fisico e sociale della Sicilia cheemerge dagli scritti di molti di loro. Stefano Ragni, grazie auna straordinaria ricerca sulle fonti letterarie, avvolge il let-tore nell’atmosfera sonora delle musiche che hanno accom-pagnato tutto lo svolgersi dell’impresa: squilli di trombe, can-ti continui, inni e marce militari volute da Garibaldi per so-stenere gli assalti alla baionetta, accoglienti concerti bandi-stici, musiche d’opera, con uno scorcio finale sulle compo-sizioni celebrative dedicate all’Eroe dopo la sua morte. Nonpoteva mancare, per giungere fino ai giorni nostri, e dareuna misura del continuo rifiorire del suo mito fra le gene-razioni succedutesi nel corso del Novecento una dettaglia-ta panoramica sulle produzioni cinematografiche dei regi-sti nostrani. Ne è autore Massimo Cardillo, che in coeren-za con il tema del volume, individua e illustra con sguardoscanzonato la presenza di sequenze dedicate a episodi del-la spedizione dei Mille in un’ampia serie di film italiani, al-cuni ben noti, altri forse dimenticati.

Anonimo, La battaglia di Milazzo. Roma, Museo del Risorgimento.

A fronte sopraG. Induno, V. Malinverno, La partenza dei Mille da Quarto. Collezione Franca Risso.

Sotto, P. Aldi, Incontro di Teano. Siena, Collezione Banca Monte dei Paschi di Siena.

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