LA CASA SULLA ROCCIA - parrocchiavarallo.it · non va mai in vacanza, anzi che in questo tempo "di...

19
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011 E' tempo d'estate, tempo pre- zioso, sosta necessaria di riposo, di contemplazione, di ossigenazione spirituale e di incontri distensivi, magari approfittando delle nostre bellissime montagne che ci offrono sempre occasioni straordinarie per lasciarci avvolgere dall'armonia della natura che ci riporta ad un equilibrio magari smarrito nelle corse affannose delle attività fre- netiche che si susseguono durante l'anno nelle nostre città. Inoltrandoci sui soleggiati sen- tieri che portano a mete affasci- nanti ed accessibili a tutti, in gene- re ci si imbatte, cammin facendo, in tante piccole edicole sacre o cappelle ben affrescate, con gusto e finezza artistica, che si dissemi- nano su questi percorsi della fede dei "semplici" che si accompagna alla bellezza ed all'armonia del cre- ato che avvolge generosamente le nostre affascinanti Valli valsesiane! Si può certamente fare vacan- za in modo intelligente, staccando la spina dalle attività frenetiche della vita ordinaria, ma senza però estirpare le nostre radici spirituali dalla buona terra delle tradizioni religiose che fanno da sfondo a tutti i cammini alpini dei nostri sentieri di montagna! Proviamo volentieri in queste settimane a lasciarci avvolgere dalla pace e dall'equilibrio pacato di qualche camminata salutare, sia in cordata con gli amici più cari che con i nostri familiari; magari appro- fittando di alcune passeggiate soli- tarie ma distensive che, facendoci uscire dalle abitudini quotidiane, ci aiuteranno meglio ad entrare in noi stessi, a dialogare più profonda- mente con il nostro cuore, con Dio che non smette un solo instante di farsi nostro compagno di viaggio, condividendo volentieri con noi le speranze ed i progetti della nostra vita! Anche il breve tempo del ripo- so estivo è una tappa necessaria che ci consente di riprendere le nostre forze perdute, di riassapora- re equilibri e relazioni intense e necessarie per riprendere poi il cammino ordinario, caricati da nuovi slanci e da generosa disponi- bilità. L'augurio che in questo tempo estivo vorrei rivolgere a tutti i Varallesi, è quello di lasciarci inter- pellare in maggior misura dalla dirompente "bellezza" del creato che ci circonda con i suoi paesaggi incantevoli, riconcilianti e riposan- ti, che ci avvolgono con tutto il fascino della natura rigogliosa anche se un po' austera ed aspra! ESTATE: TEMPO PREZIOSO DI RIPOSO PER CAMMINARE INSIEME! 3

Transcript of LA CASA SULLA ROCCIA - parrocchiavarallo.it · non va mai in vacanza, anzi che in questo tempo "di...

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

E' tempo d'estate, tempo pre-zioso, sosta necessaria di riposo, di contemplazione, di ossigenazione spirituale e di incontri distensivi, magari approfittando delle nostre bellissime montagne che ci offrono sempre occasioni straordinarie per lasciarci avvolgere dall'armonia della natura che ci riporta ad un equilibrio magari smarrito nelle corse affannose delle attività fre-netiche che si susseguono durante l'anno nelle nostre città. Inoltrandoci sui soleggiati sen-tieri che portano a mete affasci-nanti ed accessibili a tutti, in gene-re ci si imbatte, cammin facendo, in tante piccole edicole sacre o cappelle ben affrescate, con gusto e finezza artistica, che si dissemi-nano su questi percorsi della fede dei "semplici" che si accompagna alla bellezza ed all'armonia del cre-ato che avvolge generosamente le nostre affascinanti Valli valsesiane! Si può certamente fare vacan-za in modo intelligente, staccando la spina dalle attività frenetiche della vita ordinaria, ma senza però estirpare le nostre radici spirituali dalla buona terra delle tradizioni religiose che fanno da sfondo a tutti i cammini alpini dei nostri sentieri di montagna! Proviamo volentieri in queste

settimane a lasciarci avvolgere dalla pace e dall'equilibrio pacato di qualche camminata salutare, sia in cordata con gli amici più cari che con i nostri familiari; magari appro-fittando di alcune passeggiate soli-tarie ma distensive che, facendoci uscire dalle abitudini quotidiane, ci aiuteranno meglio ad entrare in noi stessi, a dialogare più profonda-mente con il nostro cuore, con Dio che non smette un solo instante di farsi nostro compagno di viaggio, condividendo volentieri con noi le speranze ed i progetti della nostra vita! Anche il breve tempo del ripo-so estivo è una tappa necessaria che ci consente di riprendere le nostre forze perdute, di riassapora-re equilibri e relazioni intense e necessarie per riprendere poi il cammino ordinario, caricati da nuovi slanci e da generosa disponi-bilità. L'augurio che in questo tempo estivo vorrei rivolgere a tutti i Varallesi, è quello di lasciarci inter-pellare in maggior misura dalla dirompente "bellezza" del creato che ci circonda con i suoi paesaggi incantevoli, riconcilianti e riposan-ti, che ci avvolgono con tutto il fascino della natura rigogliosa anche se un po' austera ed aspra!

EstatE: tEmpo prEzioso di riposo pEr CamminarE insiEmE!

3

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011 LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Lasciamoci allora prendere teneramente per mano da Lui, che non va mai in vacanza, anzi che in questo tempo "di stacco" dalla vita frenetica ordinaria, sa farsi nostro compagno di cordata in modo anco-ra più intenso ed intimo. Proviamo a condividere allora con Lui e con i nostri amici fraterni, in questo tempo d'estate, momenti di fruttuosa distensione e di audace ascensione spirituale, non disde-gnando di assaporare nella pace e nella calma del cuore l'incontro più profondo con Dio e con i nostri fra-telli di cammino!

Buona Estate a tutti! don Roberto Collarini

DON ROBERTO E' ASSENTE DA VARALLO:

martedì 2 agosto (Liguria)mercoledì 3 agosto (Liguria)giovedì 4 agosto (Liguria) ritorno in seratavenerdì 5 agosto - ore 10 Messa patronale a Mera - ore 18,00 Messa a Fobello per il Beato Giacobini

giovedì 18 agosto (Firenze)venerdì 19 agosto (Firenze)sabato 20 agosto (Firenze) ritorno in serata

martedì 23 agosto (Saint-Oyen)mercoledì 24 agosto (Saint-Oyen)giovedì 25 agosto (Saint-Oyen)venerdì 26 agosto (Saint-Oyen)sabato 27 agosto (Saint-Oyen) ritorno nel pomeriggio

4 5

pag. 3 / 4 l’editoriale del prevosto pag. 5 / 6 il Grest e il banco 2011 pag. 7 GMG 2011 pag. 8 nuovi catechisti pag. 9 l’anniversario dell’oratorio pag. 10 i Padri Dottrinari pag. 11 / 12 / 13 Mons. Angelo Bertolino pag. 14 / 15 / 16 Don Pietro Calderini pag. 17 / 18 Madre Clotilde Verno pag. 19 / 20 / 21 San Pantaleone pag. 21 / 22 Card. Angelo Scola pag. 23 lettera alle Suore MGES pag. 24 lettera aperta alla parrocchia pag, 25 l’AVAS pag. 26 / 27 Il MAN pag. 27 / 28 / 29 l’ostensorio della Collegiata pag. 30 / 31 / 32 l’intervista del mese pag. 33 / 34 i parroci di montagna pag. 34 Don Stefano Rocchetti pag. 35 / 36 Rosy e l’amore per la musica pag. 36 la rassegna estiva del cinema pag. 37 ricordando Rosella Colombo pag. 38 ricordando Mariuccia Zanolo pag. 38 anagrafe parrocchiale

INDICE Si è concluso anche quest'anno, tra il dispiacere e la commozione di tutti, l'avventura del Grest estivo, da sempre l'iniziativa più riuscita tra le varie attività dell'Oratorio. Nelle ultime "edizioni" del Grest si è sem-pre raggiunto un nuovo record di iscritti, cosa che si è ripetuta anche quest'anno, memorabile anche per il tra-guardo della soglia di 300 partecipanti. Gli iscritti infatti erano 232 che, som-mati ai 70 animatori, hanno raggiunto il numero di 302. Nel corso delle quattro setti-mane insieme, sono state organiz-zate dagli animatori varie attività e giochi in Oratorio ma anche all'e-sterno: da ricordare è sicuramente l'ultima "puntata" del grande gioco, che prevedeva la passeggia

ta fino alla "Madonna delle peco-re", sopra Morondo e le gite alla piscina di Fara e a Ondaland. Mentre nella prima parte del Grest si sono svolte varie attività e giochi, nell'ultima settimana ci si è intensamente dedicati alla prepa-

razione dello spettacolo finale, svoltosi nel penultimo giorno di Grest e, come al solito, ben riu-scito grazie al grande impegno degli animatori e dei bambini. Il sigillo di tutto è stata la S. Messa in Collegiata dove erano presenti in tanti a ringraziare il Signore per la bellissima espe-rienza vissuta insieme.

GrEst 2011: raGGiunto il numEro rECord di 302

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

GmG 2011 a madrid: mandato uffiCialE dEl VEsCoVo rEnato

a 900 GioVani dElla dioCEsi … tra Cui anChE noi!

7

Novecento! Eravamo novecento! Si, novecento giovani, un po' intimiditi ed emozionati; ognuno portava con sé l'eco del proprio paese e della propria famiglia, ne era rappresentante con il suo volto, la sua stretta di mano, il suo parlare, il suo sorridere. Anch'io sentivo su me questa responsabilità: con pochi altri rappresentavo la comunità di Varallo. E non è poco... Eravamo stati chiamati, in uno stesso grande Santuario, a vivificare un' unica famiglia, per ricevere il mandato diocesano dal vescovo mons. Renato Corti per la XXVI GMG (Giornata Mondiale della Gioventù). L' incontro era strutturato in modo che, a riflessioni di Benedetto XVI, lette da tre ragazzi, e ad interventi del nostro vescovo, si alternassero canti e preghie-re. Di quella serata sono stati soprattut-to i canti ad affascinarmi, interpretati mirabilmente dall'inconfondibile voce del nostro don Alessandro. Erano melo-die a cui non potevi rimanere indiffe-rente; le note ti trascinavano a Dio e ad esse non potevi sottrarti. Musiche come "Emmanuel", scritta da Marco Mammoli in occasione della GMG a Roma del 2000 , "Gesù Cristo sei la mia vita"; l'inno dell'imminente GMG 2011 "Firmes en la Fé" e la stupenda "Saldi in Te" scritta da don Maurizio, costituivano la colonna sonora dell' intero incontro (se desidera-te potete tranquillamente ascoltarle su Youtube e addirittura di "Saldi in Te", canto per la Pastorale Giovanile 2010-2011, potete scaricare lo spartito sul sito www.generazioninovara.it). Momento culminate della pre-ghiera è stata l'Adorazione Eucaristica, vissuta con intensità e grande raccogli-mento. Impressionava osservare nove-cento ragazzi in preghiera dinnanzi all'Ostia consacrata, impressionava

quell' atmosfera di sacro silenzio; impressionava ancor più esserne prota-gonisti. Il vescovo poi, dopo averla bene-detta, ha consegnato ad ogni ragazzo una piccola croce colorata (con l'aiuto di numerosi altri preti, si intende...) L' emozionante circostanza pareva rievo-care la cerimonia di investitura dei valorosi cavalieri medievali: chiamati per vicariato, si attendeva il proprio turno su due file lungo la navata centra-le, ci si presentava davanti al sacerdo-te, lui ti benediceva, ti poneva al collo quel semplice ma significativo crocifisso ed infine, lungo le navate laterali, si tornava al proprio posto. Il tutto accom-pagnato da un meraviglioso sottofondo musicale. Inconfondibile è stato il messag-gio che l' incontro ci ha lasciato: "Alzati! Ascolta! Mettiti in cammino!" Si, forse è vero, questo è il compito di noi giovani: mettersi in cammino, "spalancare le porte a Cristo", ognuno con i propri cari-smi, con le proprie aspettative e spe-ranze. Ciascuno di noi deve sentirsi partecipe di quella missione che è testi-moniare Gesù, nel parlare, nel vestirsi, nel giocare, chi sul lavoro, chi sui ban-chi di scuola, chi su un campo da calcio, magari tramortito e sudato marcio. Come ci ha suggerito il Beato Giovanni Paolo II, ogni giovane dovreb-be avere nelle mani la Croce di Cristo, sulle labbra le parole della Vita, nel cuore la grazia salvifica del Signore risorto!" Una serata alternativa e in sé un po' incredibile, ma ritengo sia stata la sola e timida nota introduttiva di quella straordinaria sinfonia che sarà la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù. Giulio Brentazzoli

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Da ricordare inol-tre è l’intensa prepa-razione degli animato-ri, coordinati da don Gian Paolo, avvenuta nel corso dell'anno scolastico. Anche que-sti incontri formativi si sono rivelati utili e necessari per l'orga-nizzazione delle varie attività da proporre ai ragazzi del Grest. Come al solito quindi, con un gratificante sforzo da parte di tutti, anche per quest'an-no è calato il sipario sull'attività estiva che avrà comunque un’interes-sante coda domenicale a partire da fine luglio con la nuova iniziativa “Restate insieme". (v. pubblicità in seconda pagina) Alessandro Ghidoni

6

il BanCo di BEnEfiCEnza da’ i numEri!

Diamo qui sotto il resoconto del Banco di Beneficenza della Parrocchia di Varallo che anche quest’anno devolverà tutto il suo utile a favore dell’Oratorio di Sottoriva. Il ricavato servirà a pagare tutte le spese annuali della luce, del riscaldamento e dell’acqua utilizzate nel nostro Centro Giovanile “G. Pastore”.

Grazie di cuore a tutti!

ENTRATE € 24.110,77

USCITE € 9.600,00

UTILE ANNO 2011 € 14.510,77

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Daremo uno sguardo al passato: la preghiera per le persone (molte ormai defunte) che hanno fatto a vario titolo la storia di Sottoriva; la visione delle foto remote e prossime per ritornare (magari con un po' di nostalgia…) agli anni passati; il racconto ricco di memo-ria dell’Arcivescovo Mons. Pastore, al cui padre è intitolato il nuovo centro. Daremo uno sguardo al futuro: durante il convegno di venerdì 9 settembre saremo aiutati e stimolati a prendere in prima persona l'impegno di rendere ancora più significativo il nostro Oratorio per le nuove generazioni che rappresentano il domani. Relatori preparati e coinvolgenti incontreranno i genitori, i giovani e tutti coloro a cui sta a cuore il tema educativo o che sono già impegnati sul campo. Festeggeremo infine il presente: sarà dato ampio spazio al gioco e al diver-timento per i bambini, i ragazzi e tutti i giovani di Varallo che in Oratorio si devono sentire a casa loro. La festa arriverà a toccare il suo vertice diventando inno di lode e di ringra-ziamento al Signore: celebreremo la S. Messa in Collegiata con l’Arcivescovo Mons. Pierfranco Pastore e trasporteremo eccezionalmente nella nostra chiesa parrocchia-le la statua di San Luigi, protettore dei giovani e patrono del nostro Oratorio. Non resta quindi che lasciarsi coinvolgere e partecipare con generosità e gioia agli appuntamenti proposti per non sprecare una così grande occasione. Grazie già da ora a tutti quelli che in vario modo (anche con la preghiera silenziosa) vorranno collaborare.

Mercoledì 7 settembre ore 21.00Preghiera comunitaria

Ricordo delle persone defunte e vive che hanno fatto la storia del nostro Oratorio

Giovedì 8 settembre, ore 21.00Foto ricordo

Proiezione ragionata e commentata delle foto del vecchio e del nuovo Oratorio coinvolgendo le "vecchie glorie"

Venerdì 9 settembre, ore 20.45 - 22.30Convegno sul tema: "Il ruolo educativo dell’ Oratorio oggi"

Interverranno:Mons. Pierfranco Pastore

(Arcivescovo varallese, già Presidente della Sala Stampa Vaticana)prof. Carlo Baruffi

(esperto di educazione all'immagine, Università Cattolica Brescia) don Stefano Rocchetti

(Rettore del Seminario, Direttore del Centro Diocesano Giovanile, Novara)

Sabato 10 settembre ore 15.30 Giochi per tutti i bambini/ragazzi

ore 19.00 Happy Hour

Domenica 11 settembreore 10.30 Processione con la statua di San Luigi dall'Oratorio alla Collegiata

ore 11.00 S. Messa: Presiede Mons. Pastore con i coadiutori del nuovo OratorioAl termine lancio dei palloncini

ore 12.30 Pranzo aperto a tutti - Al termine incanto delle torte9

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

8

la nostra parroCChia CErCa nuoVi CatEChisti pEr offrirE una formazionE Cristiana ai nostri BamBini

E raGazzi E pEr tEstimoniarE loro, ComE ConosCErE E amarE mEGlio GEsù!

Il mese di Ottobre (momento di ripresa di tutte le nostre attività parrocchiali) si sta avvicinando! L a parrocchia di Varallo consapevole del grande bisogno che c'è di educatori alla fede chiede sia ai nostri giovani sia agli adulti che desiderano render-si disponibili, di farsi avanti volentie-ri a darci una mano nella trasmissio-ne della fede ai nostri bambini e ragazzi; vi chiediamo soltanto una o due ore la settimana per fare cate-chismo in Oratorio. La nostra respon-sabilità nei confronti del Signore e della comunità è grande! Ricordiamoci la parabola dei "talenti" che il Signore ha messo nel nostro cuore perché vengano fatti fruttificare e non ven-gano invece seppelliti e nascosti per pigrizia o per paura! Ci sono tanti giovani buoni che hanno già compiuto 18 anni e che magari hanno il desiderio di offrire un po' del loro tempo libero per donare la fede che portano nel loro cuore! (Non importa se essa è ancora fragile ed in crescita!) E' l'occasione per rispolverarla un po', camminando insieme e, perché no … per rimoti-varla e provare a testimoniarla con gioia e generosità ai più piccoli!

Penso a coloro che hanno ter-minato le scuole superiori e non hanno ancora trovato un lavoro, gli universitari, penso poi ai giovani genitori che magari hanno proprio i loro figli alle Scuole Elementari o alle Medie e stanno preparandosi a riceve-re i Sacramenti! E poi quanti giovani nonni o nonne potrebbero trasmette-re i valori della nostra fede cristiana ai nostri cari ragazzi varallesi! Insomma, da queste colonne del Bollettino, noi sacerdoti della parrocchia vorremmo chiedere con grande insistenza di contattarci al più presto in casa parrocchiale per darci la vostra generosa disponibili-tà. Il Signore ricompenserà tutti colo-ro che con gioia desiderano mettersi a servizio della crescita delle nuove generazioni! Il cellulare di don Roberto è il seguente: 333 2395 395, mentre quel-lo dell'assistente dell'Oratorio don Gian Paolo è: 347 5386 661 (per entrambi insistere, per favore!!!) Grazie sincere a tutti coloro che si lasceranno toccare il cuore da questo accorato appello!

don Roberto

100° anniVErsario dElla fondazionE dEl nostro oratorio40° anniVErsario dEll’inauGurazionE dEl CEntro

GioVanilE7 - 11 sEttEmBrE 2011

1911 - 1971 - 2011: tre date fondamentali per il nostro Oratorio1911: fondazione del Circolo Calderini e inaugurazione del "vecchio" Oratorio con Mons. Vincenzo Brunelli. 1971: inaugurazione del Centro Giovanile "G. Pastore" con don Ercole Scolari.2011: oggi: 100° e 40, due anniversari del nostro Oratorio di Sottoriva. Il programma dei festeggiamenti per questi due anniversari prevede una

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

p. Gianmario rEdaElli sCriVE alla Comunità di Varallo

10

Congregaz ione dei Padri D o t t r i n a r ivia S. Maria in Monticelli, 28 - 00186 Roma 06 68802292

Il Superiore Generale

Al Sig. Sindaco e Municipalità di Varallo, Al Sig. Ferruccio Baravelli Al Parroco e ai Sacerdoti, Al Presidente e Soci del CAI, Agli Amici del GRIM, Al Coro Varade, ai Familiari di P. Gallino e ai Valsesiani

Amici tutti carissimi, permette-te che vi rivolga un sincero grazie per il gesto di squisita sensibilità con cui avete voluto ricordare P. Giovanni Gallino, in occasione dei quarant'an-ni anni di vita e di attività del GRIM.

Sabato 4 giugno u.s. a Varallo, ho vissuto una serata indimenticabi-le, ricca di ricordi e di emozioni, oltre che di incontri con amici che da anni non rivedevo. Ripercorrere i quarant'anni di vita e di attività del Grim, attraverso le molte testimonianze e il ben riu-scito DVD, è stato come percepire in sala la presenza di P. Gallino, riascol-tarne gli insegnamenti e rivedere il suo volto "bruciato dal sole delle alte quote".

Nel viaggio di ritorno a Roma ho continuato a sfogliare il libro "Uno zaino per la vita". Leggendo le tante testimonianze, ho avuto la netta la percezione che Lucia Massaccesi, come un vero direttore d'orchestra, abbia composto una sinfonia in cui emerge nitida la figura di P. Gallino ed il ricco insegnamento di vita e di fede che ha saputo trasmettere. Il coro Varade, con i suoi brani musica-li, ha reso ancor più suggestiva la serata. Con me, vi dicono grazie tutti i Padri Dottrinari per l'affetto e la stima con cui continuate ad accom-pagnarci. In particolare vi dicono grazie i Confratelli della missione di Jareya (India) con gli insegnanti e i 300 ragazzi della scuola, realizzata dai Padri Dottrinari. Va detto che un’aula verrà dedicata alla memoria di P. Gallino, grazie alla vostra solidarie-tà. Grazie, cari Amici, per questo bel "segno" di generosità, che mani-festa sensibilità e attenzione verso le persone più povere. Grazie, perché con il vostro gesto contribuite a tenere accesa in tanti ragazzi la speranza di un futuro migliore. La Madonna del Sacro Monte vegli sulla Città, sulle vostre Associazioni e sulla popolazione, a noi sempre tanto cara. Roma, 15 giugno 2011

p. Gian Mario Redaelli

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

10

SEGUE 100 ANNI

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

spedale; promuove il culto di San Vincenzo Martire, facendo scolpire dal prof. Fornara di Borgomanero un artisti-ca urna per le Reliquie; arricchisce la chiesa parrocchiale del concerto di nove campane. In quegli anni è nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Ita-lia. Il 22 maggio 1938, è accolto fastosamente come prevosto a Varallo. Per l'occasione, tutta la città si mobilita e si veste a festa. Il programma della giornata prevedeva:

alle ore 15.30, presenti le autorità, i gagliardetti, le bandiere di tutte le Istituzioni civili, fasciste, militari, cul-turali, scolastiche e di A.C. tra due ali di folla, attendevano il novello Prevosto nella piazza vicino alla chiesa di San Marco. Mons. Bertolino giungeva, su una macchina gentilmente concessa dal Sig. Adolfo Grober, accompagnato da Mons.

Comoli della Cattedrale di Novara e dai rappresentanti del Capitolo e del Comitato, Can. Guglielmetti e sig. Mina. Padrini del novello Prevosto furono chia-mati l'avv. Balossini, Podestà e Giovanni Grober. Mentre la banda cittadina suo-nava l'inno pontificio, si faceva la pre-sentazione delle Autorità, quindi il Podestà porgeva il saluto ufficiale della cittadinanza. Reso omaggio al monu-mento ai caduti, si formava il corteo fino alla Collegiata. Ai piedi della salita, il Prevosto riceveva un nuovo simpatico saluto da parte di un bimbo preparato con cura dalle catechiste, quindi rivestiva la Cappa Magna, accolto dal Vicario Economo Can. Pietro Sganzetta e dai rappresentanti del Capitolo in divisa e dalle Confraternite Parrocchiali. Giunta la processione in Collegiata, si procedeva alla cerimonia della presa canonica di possesso. Parlava il Can. Sganzetta, presen-tando il nuovo Prevosto alla popolazio-ne, poi Mons. Comoli, leggendo anche un telegramma da Castelgandolfo, che concedeva facoltà di impartire la Benedizione Papale, ed un augurio di Mons. Vescovo. Dopo il discorso del novello Prevosto, si concludeva la solenne fun-zione con la benedizione col SS. Sacramento. Seguiva una visita alla Casa Comunale, ed il ricevimento offerto nella sontuosa Sala d'Incoraggiamento allo studio del disegno, (proprio la sala che è stata recentemente restaurata ed inaugurata venerdì 17 giugno 2011). Alla sera, i giovani cittadini, offrivano uno spettacolo teatrale nel salone dell'Ora-torio.

12

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Il 21 agosto 1961, si spegneva a Varallo, il Prevosto Mons. Angelo Bertolino. Nato a Romentino il 12 aprile 1893, entra a soli 11 anni nel Collegio Salesiano di Intra (Verbania) per la Prima Tecnica: l'anno seguente passa, per proseguire gli studi, nei Seminari Diocesani. Nel 1917, già suddiacono, viene richiamato alla visita militare: Mons. Giuseppe Gamba, Vescovo di Novara, lo ordina diacono al Monte Calvario di Domodossola, e si propone di consacrarlo sacerdote prima che venga definitivamente arruolato. Invece appe-na riconosciuto abile egli deve partire per Torino, dopo qualche mese di istru-zione militare viene destinato al "Treno

attrezzato 34", accanto ai feriti traspor-tati dal fronte di guerra in ogni parte d'Italia. Il 21 dicembre 1918, durante una breve licenza, viene ordinato sacerdote nell'Episcopio di Novara. Celebra la sua Prima Messa nella natia Romentino, ma sceglie di ritornare subito al Treno-ospedale dove sostitui-sce il Cappellano Militare congedato. Nel 1919, una volta congedato, ritorna in diocesi ed è inviato al Seminario minore di Miasino in aiuto a Mons. Erminio Viganò. Nel 1920 viene destina-to come coadiutore a Romagnano Sesia dove rimarrà cinque anni. Sotto la guida di mons. Balletti, fonda l'Associazione giovanile "San Silvano" preparando giovani audaci ed impegnati che diventino validi collabo-ratori del Parroco. Nel 1925 il vescovo di Novara, mons. Castelli lo richiama a Novara, quale coadiutore della Parrocchia del Duomo ed assistente del "Circolo Regaldi", lì rimarrà tre anni accanto a Mons. Comoli, Arciprete della Cattedrale, che con paterna predilezione lo accom-pagnerà quale delegato vescovile, nel suo ingresso sia ad Invorio che a Varallo. Nel 1928, accetta la reggenza di Romentino, suo paese natale; dopo otto mesi, viene nominato parroco d'Invorio, in seguito a concorso. Nei suoi nove anni da parroco in quella parrocchia, costrui-sce il salone-cinema, fonda ben quattro associazioni dell'Azione Cattolica, chiede ed ottiene le suore a reggere l'asilo e l'ospedale; promuove il culto di San

11

riCordando mons. anGElo BErtolino prEVosto di Varallo

a Cinquant’anni dalla mortE

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

14

Nella serata del 9 luglio, all'in-terno del cortile di Palazzo dei Musei di Varallo, nell'ambito delle manife-stazioni culturali organizzate dall'Alpàa, è stato presentato il libro "Pietro Calderini, Lettere a Gioachino Toesca di Castellazzo 1858 - 1882, tomo primo", a cura di Gabriele Federici, della regione Crosa - casa editrice, Widerholdt Frères 2011. Le lettere inedite qui per la prima volta raccolte in volume ed annotate, ci offrono uno straordina-rio spaccato storico, non solo di inte-resse locale, ma anche nazionale, soprattutto dal punto di vista scienti-fico. Dal 1858, ossia dal breve sog-giorno cebano di Calderini, al 1882 anno in cui egli presiede la Commissione preposta per organizza-re le feste per il (presunto) IV Centenario della nascita di Gaudenzio Ferrari, sul cui sedimento sarebbe sorta, anche grazie all'apporto con-giunto del colto sacerdote valsesiano e del suo fraterno amico Conte Gioachino, la prestigiosa Pinacoteca di Varallo, si dipana una sottile trama di fatti molto interessanti, ora di grande portata, ora ridotti ad una dimensione più quotidiana, ma comunque degna di nota. Emerge quindi una grande vicenda di impegno culturale, di pas-sione per il progresso scientifico e umano. Don Pietro Calderini, nativo di Borgosesia, pur nei limiti a volte della sua persona, che traspaiono in

modo chiaro da queste carte, fu indubbiamente una "figura faro", che aprì la Valsesia verso la modernità, contribuendo in ciò con il suo opera-to instancabile, animato sempre dal puro slancio verso l'ideale. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta del Novecento la figura di don Pietro Calderini è stata oggetto di una fase di riscoperta e di rivalutazione, che ne ha fatto apprezzare l'assoluta importanza nel secondo Ottocento valsesiano come straordinario impre-sario culturale. Ma in questo rinnovato interes-se, che è culminato con il Convegno svoltosi nel 2006 per celebrare il cen-tenario della morte, è stato fatto passare in secondo piano, se non addirittura dimenticato il suo essere sacerdote. Ora, grazie al ritrovamen-to del carteggio inedito intercorso tra don Pietro Calderini e il Conte

don piEtro CaldErini, prEtE ValsEsiano

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

A Varallo, fin da subito, il nuovo prevosto riapre al culto lo Scurolototalmente rinnovato, pone in venera-zione le reliquie di San Vincenzo Martire, completa la decorazione di alcune cap-pelle della Collegiata, arricchisce, gra-zie alla benefattrice Sig.ra Clotilde Rossignoli Bocciolone, la Collegiata del pavimento in marmo, ottiene e prepara con festeggiamenti mai visti a Varallo, la visita alla città della Madonna del Sacro Monte offrendo poi alla Vergine, a nome e per la generosità dei Varallesi, una artistica urna d'argento disegnata dal Bacchetta, (l'attuale urna che anco-ra oggi raccoglie la Venerata statua).

Nel 1940 celebra il suo Giubileo Sacerdotale: la cittadinanza a ricordo di questa data, offre al Servo di Dio, Benedetto Ludovico Giacobini, il nuovo monumento funebre, opera marmorea del varallese prof. Clemente Bertolini. Nella stessa circostanza viene nominato Cameriere Segreto di Sua Santità col titolo di Monsignore. Durante la guerra partigiana Varallo diviene un vero campo di batta-glia: egli affronta coraggiosamente la situazione. Interviene tempestivamente a difendere e a salvare i condannati alla fucilazione, scongiura alla città il bom-bardamento già decretato. Egli stesso viene prelevato e trasportato a Pray Biellese. Nel 1958 Varallo testimonia tutto il suo affetto e la sua riconoscenza in occasione del suo 40° di Messa e 20° di Parrocchia. Il 21 agosto 1961 si spegne il suo cuore di apostolo tra il più vivo cordo-glio di tutta la città di Varallo e della Valsesia. Vorrei terminare questo scritto col suo Testamento Spirituale:

"Iddio misericordioso, per inter-cessione della cara Madonna, mi dia una morte rassegnata e santa. Nella mia vita ho cercato di dare tutto a Dio e alle anime; alla mia morte attendo dal Signore il perdono delle colpe e il Paradiso e dalle anime buone il ricordo nella preghiera di suffragio. A tutti coloro che mi furono affi-dati nel mio ministero sacerdotale e parrocchiale raccomando: perseveranza nel bene, vita di fede e di preghiera, frequenza ai SS. Sacramenti, santifica-zione della festa, educazione cristiana della famiglia, devozione alla Madonna, fiducia nei sacerdoti. Se mai avessi, anche involontaria-mente, offeso o fatto del male a qual-cuno chiedo umilmente perdono, come io di cuore perdono a chi mi avesse offeso. Tutti terrò presenti continuando ad amare quanti ho amato sulla terra, in attesa di ritrovarli in Cielo. Alla persona che, da me tanto amata e beneficata, mi ha dato il più grande dispiacere sofferto nella mia vita, io invoco e invocherò il ravvedi-mento raccomandandola alla infinita misericordia di Dio. Per la salvezza di quest'anima traviata offro la mia vita, accetto la morte accelerata dallo stesso dolore. I miei funerali siano modesti, senza discorsi e senza fiori. Sono vissuto povero, sempre con il soccorso dei miei parenti ai quali attesto tutta la mia riconoscenza, e desidero morire povero. Raccomandandomi alla misericor-dia di Dio e alla preghiera dei buoni, ringrazio quanti si ricorderanno di me." Andrea Ghilardi

13

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

16

inglese un libro per difendere il crea-zionismo, idea poi subito abbandona-ta. Calderini non è certamente un sostenitore del passato, ma scorge, a ragione, nella pur legittima teoria la scintilla di una pericolosa spirale che tende a cancellare Dio dalla storia dell'umanità; per Calderini il motore della storia, al contrario, è proprio la Divina Provvidenza. Un altro male che si aggiunge in quell'epoca è il materialismo di stampo marxista. L'intellettuale, infatti, guarda letteralmente con angoscia ai fatti della "Commune" di Parigi, scaturiti dalla sconfitta di Napoleone III ad opera dei Prussiani. Nelle missive emerge poi anche, in un modo per certi versi sorprendente la figura del Conte Gioachino Toesca Caldora di Castellazzo e di Castellamonte (Varallo 1838 - Torino 1914). Questi era figlio del Conte Carlo, che in quel momento si trova-va a Varallo, perché svolgeva le fun-zioni di Segretario del Giudice di Mandamento. I Toesca di Castellazzo, originari di Rivarolo Canavese, è da notare, appartengono ad una delle famiglie più illustri e importanti della nobiltà subalpina, legati alla Real Casa da profondi vincoli. Il Conte Gioachino, membro insigne di questa nobile casata, fu intellettuale e filantropo di prima grandezza; aiutò il Calderini in ogni modo, garantendo anche il futuro del Museo di Scienze di Varallo dopo la morte del fondatore. Ma il Conte Gioachino si distinse anche nel socia-le, portando soccorso, in modo del

tutto riservato, ai poveri e bisognosi, soprattutto di origine valsesiana, essendo, tra l'altro, molto vicino a Don Bosco e alla spiritualità dei Salesiani. Le lettere che compongono il volume provengono appunto dall'ar-chivio privato dei Conti Toesca di Castellazzo, fonte documentaria asso-lutamente sinora ignota agli studiosi, e sono stati messe generosamente a disposizione dalla pronipote dell'ami-co del Calderini, la Contessa Amelia Toesca Caldora di Castellazzo Della Croce di Dojola, residente a Roma. Il libro, per la mole di dati in esso contenuti e per la sua importan-za, ha richiesto un impegno appassio-nato; è stata, infatti, un'impresa culturale che ha riservato grandi dif-ficoltà, anche di natura logistica. In questa grande opera si sono partico-larmente distinti, oltre alla Contessa Amelia, il Dottor Carlo Rastelli, Presidente delle Biblioteca Civica Farinone-Centa di Varallo che, con spirito da autentico mecenate, ha patrocinato la pubblicazione di un testo così corposo, e il Dottor Maurizio Bettoja, che oltre a stendere la pre-fazione al volume, ha curato i rap-porti tra Varallo e Roma. A presentare il denso volume è stata la Prof.ssa Franca Tonella Regis, Presidente della Società Valsesiana di Cultura; a moderare il dibattito il Dott. Vittorio Galli, Presidente della Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e di Conservazione delle Opere d'Arte in Valsesia.

Gabriele Federici

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Gioachino Toesca Caldora di Castellazzo e di Castellamonte, è stato possibile fare nuova luce sul Calderini, pervenendo a risultati che, dal punto di vista storiografico, sotto taluni aspetti, appaiono sorprenden-ti, se rapportati con gli studi apparsi in questi ultimi quindici anni. Infatti, in tali interventi, sia pure pregevoli e condotti con grande cura, si è sempre sottolineato come Calderini fosse “sine cura anima-rum”, quasi che questo volesse sostanzialmente indicare che non fosse un sacerdote. Certo non era un parroco, ma la dimensione religiosa, e lo possiamo dire ora, in virtù dello studio di questo carteggio inedito del tutto sconosciuto, era in lui ben pre-sente, e anzi, a partire da un certo punto della sua esistenza, sarà fon-damentale, tant'è, come si può evin-cere dalle lettere dei primi anni del Novecento, alla fine della sua vita Calderini avrebbe voluto che i poste-ri lo ricordassero come sacerdote e non tanto come scienziato. A volte per corroborare la prova che Calderini non avesse una solida e convinta vocazione religiosa, si cita il fatto che scrivesse per il giornale "Il Monte Rosa", nella cui fase di vita ottocentesca era notoriamente su posizioni avverse alla Chiesa; leggen-do, tuttavia, questo carteggio si apprende che Calderini scriveva su quei fogli solo perché era l'unica testata giornalistica valsesiana, e non condivideva assolutamente il taglio anticlericale assegnato dall'avv. Regaldi, il cui atteggiamento viene sovente da lui stigmatizzato, almeno

in queste lettere private. Infatti, in Calderini prevale soprat-tutto il tratto del divulgatore scienti-fico che doveva trovare un mezzo di comunicazione di massa, un giornale appunto, per acculturare i Valsesiani; questo avveniva, ed è bene sottoline-arlo, non per eccesso di protagoni-smo, ma per un volersi spendere per gli altri, non per gusto filantropico, ma per un' adesione vera e concreta e soprattutto fattiva ai dettami mora-li del Vangelo. Certamente in Calderini, alme-no negli anni della prima maturità, convivono tensioni e aspettative con-trastanti, che lo rendono un perso-naggio straordinariamente complesso e per questo affascinante, ma il suo agire è sempre stato orientato dall'u-miltà e da un porsi al servizio del prossimo: non a caso il Museo di Scienze di Varallo è nato per educare i giovani alle scienze moderne, non per un'affermazione personale. Calderini, poi, in queste missive trat-ta del delicatissimo, soprattutto oggi, rapporto tra Scienza e Fede. Egli è un uomo "moderno" che crede nel progresso, ma quest'ultimo, nella sua ottica, deve essere solo un mezzo e non un fine assoluto, pena lo svili-mento della vera natura dell'uomo, la cui meta ultima non è certo la continua perfettibilità del sapere scientifico; Calderini, in tal senso, è molto critico nei confronti della teo-ria dell'evoluzione di Darwin, ne prende le distanze e pensa ad un certo punto di scrivere in inglese un libro per difendere il creazionismo

15

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

18

La prese una tristezza accorata e un gran bisogno di compagnia, proprio come Gesù nell'Orto degli Ulivi. A farla soffrire così era senza dubbio quell'im-pressione di inutilità del suo sacrificio che la rendeva tanto simile al Martire divino agonizzante. La sera del 27 aprile 1925 aveva appena iniziata la lettura spirituale che le toccò smettere, con grande sbigotti-mento delle Suore, vittima di un violen-to attacco apoplettico che le tolse l'uso d'una metà del corpo, non però quello della parola e la sua solita meravigliosa lucidità di mente. Il medico sopraggiun-to la trovò assai grave. Madre Verno fu costretta a mettersi a letto e restò lì a consumare, in lunghe giornate di dolo-re, il suo olocausto per il bene della Congregazione, edificando tutte con l'esempio di una inalterabile pazienza, sotto gli occhi di un grande Crocifisso che si era fatto portare ben vicino e a cui dirigeva con frequenza uno sguardo supplichevole. Le Suore che si trovavano fuori di Casa Madre salivano al Sacro Monte ogni giorno in parecchie per vedere per l'ul-tima volta la loro amata Superiora. La Madre tutte le ascoltava con bontà e con vera riconoscenza. Prima che par-tissero le benediceva e non cessava di dare a tutte materni consigli. Personalità eminenti si interessa-rono delle condizioni della Venerata inferma; tra gli altri il Card. Gamba, Arcivescovo di Torino, che in qualità di pastore della Diocesi novarese aveva molto ben conosciuto le sue esimie virtù. Don Alfonso Chiara non venne al letto della sua devota Figlia, perché egli stesso infermo; anche la sua vita opero-sa stava per concludersi. Numerosi sacerdoti e parroci della valle vennero a visitarla. La Madre tutti accoglieva con gratitudine. Quando il parroco di Scopa venne a trovarla con un gruppo di ex-allieve, essa gradì molto la visita e, dopo aver fatte appropriate raccomandazioni alle sue antiche alun-

ne, ringraziò vivamente il sacerdote di tanta bontà e carità usatale, promet-tendo che dal cielo avrebbe pregato molto per lui e per i suoi parrocchiani: "Sono contenta, diceva, di soffrire per il Clero, per la gioventù e in particolare per la nostra cara gioventù valsesiana".

Dopo tante sofferenze fisiche e morali, il 7 giugno 1925, festa della SS. Trinità, poco dopo il suono dell'Angelus, le Suore furono avvertite dalla Sorella infermiera che la venerata Madre era agli estremi e che l'anima sua, bene affinata nel crogiuolo di tante sofferen-ze, stava per volare all'amplesso del celeste Sposo. Tutte accorsero. L'inferma che soffriva molto e sembrava assopita, riaperse gli occhi, girò lo sguardo quasi contemplasse una celestiale visione. Era l'addio che dava alle sue amate Figlie. Poi dette un forte sospiro, quasi volesse compenetrare l'animo delle sue Figlie, chiuse gli occhi e dolcemente spirò, vit-tima di amore per la salvezza del mondo, con Gesù e per Gesù. Le spoglie di Madre Clotilde Verno, dopo aver riposato per parecchi anni nel Cimitero di Varallo, nella tomba dell'I-stituto, dal 2001 sono tumulate definiti-vamente in Casa Madre al Sacro Monte, dove ella visse, operò, soffrì e morì; lì dove è stato deposto il seme fecondo dell' Istituto delle Suore Orsoline del Sacro Monte di Varallo, perché, sempre presente tra le sue Figlie, e in modo ancora più tangibile mediante le sue venerate spoglie, permanga sempre vivo il suo ricordo, efficace il suo esempio e la sua Opera di collaborazione e di sostegno al sacerdote, si estenda vigo-rosa e benefica, nella Valsesia, in tutta la nazione e nel mondo intero, per la formazione della gioventù, sostegno delle famiglie, e servizio ai più bisogno-si

Le Suore Orsoline del Sacro Monte di Varallo

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

17

madrE ClotildE VErno fondatriCE dEllE orsolinE dEl saCro montE (2° partE)

Clotilde Verno fu veramente un'anima arden-te. Ardeva anzitutto di un grande amore per Dio, un amore visibile e concreto, manifestato in mille modi nella sua vita di orazione e con la sua eroica penitenza. Non furono soltanto le sue scolare ad ammirare i suoi incontenibili slanci verso Dio, in Chiesa e anche in scuola, ogni volta che non si pensava osservata. Le sue Suore furono tante volte testimoni delle sue prolun-gate veglie ai piedi di Gesù Eucaristia. Chiaro indizio del fuoco che le bruciava in cuore era anche il suo gran-de ardore di penitenza. Mai permise che nel suo studio si accendesse un po' di fuoco, nemmeno quando aveva molta corrispondenza da sbrigare, e questo nei più crudi inverni. Il massimo sollie-vo che si prendesse era quello di scen-dere un momento in cucina per riscal-darsi le dita infreddolite al calore della stufa, poi se ne tornava nel suo studio, restandovi delle ore. Ma il più chiaro e certo segno della sincerità e della grandezza della sua carità verso Dio era la sua meravi-gliosa carità verso il prossimo. Per i poveri sentiva una compassione gran-de e anche nelle più gravi strettezze faceva del suo meglio per venire incon-tro alle loro necessità. Ma verso le bambine orfane aveva un vero debole, si sarebbe cavato di bocca il pane per sfamarle! Se le sarebbe portate tutte in casa, se avesse potuto, tanto era il desiderio di dare loro affetto, educa-zione e far loro conoscere ed amare il buon Dio. Meravigliosa la sua carità verso gli ammalati, soprattutto al tempo della micidiale febbre "spagnola" che

tante vittime fece verso il finire della prima guerra mondiale. Fu lei ad incoraggiare le sue Suore alla più eroica carità, tutte le volte che esse venivano richieste di assistenza, ciò che avveniva con molta fre-quenza, essendo spesso colpite intere famiglie, né sapendo a chi altri fare ricorso. "Andate, diceva, il Signore vi aiu-terà". E il Signore di fatto le aiutò in modo singolare, perché men-tre quasi ogni famiglia

pianse i suoi morti, nessuna di loro ebbe a morire di questa brutta epide-mia. Prima però che agli esterni, il suo amore al prossimo lo esercitava con le sue figlie. Molto era preoccupata che non venisse loro a mancare il necessa-rio, che se qualcuna cadeva ammalata, tutto metteva in opera per guarirla. Non poteva prendersi il lusso di offrire molte medicine alle care infer-me, ma sapeva in cambio preparare con le erbe di montagna dei decotti miracolosi... L'efficacia del rimedio senza dubbio stava nella squisita bontà con cui l'offriva, più che nella segreta virtù delle erbe. In questo erano tutte d'accordo: "Se non è il decotto a farci guarire, è il vedercelo dare da lei!".

Le volevano veramente bene le sue Suore, anche se qualche volta le facevano esercitare la pazienza, ma proprio per questo erano più in pensie-ro per la sua salute. Cominciarono ad aversi dei sin-tomi del male di cui morì; dei males-seri non facilmente definibili nella loro causa immediata e un forte tremi-to al braccio destro che non le per-

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

20

Il santo è anche venerato patro-no della città e diocesi di Crema, in seguito ad un prodigio operato in occasione di una pestilenza. Nel contesto della nostra valle, il culto del santo appare ben radica-to, come testimoniano le chiese a lui dedicate: da Alagna, in frazione Riale, fino a Varallo, passando per Scopello, in frazione Frasso, e Boccioleto, in località Oro. La collocazione di questi edifici di culto, lungo vie di transito per gli alpeggi, farebbe pensare ad un'invo-cazione del santo orientale contro le diffuse malattie del bestiame, un tempo unica fonte di sussistenza e sostentamento per gli abitanti della valle. Un'ipotesi che, pur non consi-derandosi esclusiva, è coerente con i patronati che, già nel medioevo, erano a lui attribuiti. Visitando que-ste chiese è possibile scoprire l'icono-grafia del santo che, rappresentato in sembianze di uomo maturo, indos-sa una lunga tunica e reca con sé gli strumenti della sua arte medica: vaso di unguenti, sca-tola o libro medicina-le e, talvolta, stru-menti chirurgici.

La nostra parroc-chia di Varallo possie-de ben due luoghi di culto dedicati a que-sto santo: la chiesa della località Barattina e l'oratorio situato poco oltre la località Cappelletta,

sull'antico sentiero che conduceva verso Cervarolo. L'edificio della Barattina risalirebbe agli inizi del XVII secolo, infatti, la data del 1611 riportata all'esterno farebbe supporre che in quell'anno sia stata portata a termine la costru-zione, forse ampliamento di una pre-cedente e più piccola cappella, poi ulteriormente ampliata e sopraeleva-ta nel 1710, come testimoniato da un'altra scritta. In una relazione del 1767 si legge: è di figura oblonga, senza coro, lungo brazza dieci e largo sette, alto quindici fino al presbiterio cui è diviso da alta ferrata, poi anco-ra longo brazza cinque. L'altare di stucco marmorizzato ha un ancona con la figura di San Pantaleone. Sulla pilastrata vi è il campanile con una campana. E' certo invece che la parte più avanzata ove anche vi è attualmente il campanile, è stata messa in opera tra il 1837, data del primo progetto, al 1847, data dell'appalto per la rea-lizzazione. L'interno si presenta sem-

plice ma decoroso, al cen-tro vi è dall'altare, rifatto nel 1792, sormontato dall'ancona in cui una tela, di ignoto autore, raffigura la Madonna tra i santi Pantaleone martire e Marco evangelista, il santo delle stazioni rogazionali. Tra gli arredi che con il tempo giunsero ad arricchire l'edi-ficio di culto, si possono ricordare due busti lignei, recentemente restaurati, di

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

19

san pantalEonE: un mEdiCo dall'oriEntE alla ValsEsia

Nell'ultima settimana di luglio, in alcune località della nostra Valsesia si festeggia San Pantaleone, la cui ricorrenza liturgica cade il 27 del mese. Un personaggio ai più scono-sciuto, nonostante abbia goduto, spe-cialmente in passato, di un culto assai diffuso. Le notizie della sua vita oscil-lano tra storia e leggenda, senza però che la sua figura risultasse sminuita nel contesto della pietà popolare, che annovera il santo nel famoso gruppo dei Quattordici Santi Ausiliatori. Secondo il tradizionale raccon-to, Pantaleone era un cittadino di Nicomedia, antica città della Bitinia, famosa per essere stata residenza imperiale al tempo di Diocleziano, figlio di padre pagano e di madre cri-stiana. Fin da giovane si mostrò por-tato per gli studi di medicina che compì sotto la guida del medico Eufrosino; grazie all'amicizia con un cristiano di nome Ermolao, egli si avvicinò alla fede cristiana, già pro-fessata dalla madre e ricevette il bat-tesimo. Ben presto la sua fama, nell'ambito della città in cui operava, si diffuse largamente, anche grazie ai prodigi che accompagnavano i suoi interventi, come quello a favore di un fanciullo morso da una serpe; lo stes-so imperatore lo chiamò a far parte dei medici di corte. La sua bravura e la sua capacità attirarono l'invidia dei colleghi che vedevano diminuire i propri pazienti e che decisero di denunciarlo come cristiano. Pantaleone si dimostrò coraggioso nel testimoniare la sua

fede ed affrontò il martirio il 27 luglio del 305. Questo racconto, che compren-de anche la descrizione di diversi altri episodi miracolosi ed è arricchi-to di ulteriori particolari, è stato tra-mandato da numerose fonti agiogra-fiche, variamente distribuite nello spazio e nel tempo, che hanno per-petuato la fama del santo medico da oriente - dove è uno dei santi più venerati - ad occidente - dove diversi luoghi vantano il possesso di sue reli-quie. Una traslazione dei suoi resti sarebbe avvenuta nell'806 dall'Africa alla città di Lione, mentre una secon-da avrebbe interessato le reliquie presenti a Costantinopoli, trasferite a Colonia nel 971. Dalla città tedesca un braccio sarebbe giunto a Venezia, ma il condizionale è d'obbligo essen-do la stessa reliquia venerata anche in altre località. Vicino a noi, la cattedrale di Vercelli, in un artistico reliquario gotico, conserva un frammento del capo del santo, esposto, fino a non molti anni fa, in un altare della chiesa. La reliquia però più significativa attribuita a San Pantaleone è il sangue venerato a Ravello, splendida città della costie-ra amalfitana. Questo sangue possie-de le stesse caratteristiche di quello più noto di San Gennaro, liquefacen-dosi in occasione della festa annuale del 27 luglio; analogo fenomeno si registra anche nelle altre località cui, nel corso dei secoli, fu concesso parte del liquido conservato a Ravello.

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

22

stiana sotto la guida di Gustavo Bontadini. In questi anni divenne gran-de amico di Giussani. Tra il 1965 e il 1967 è presiden-te della Fuci (Federazione Universitari Cattolici Italiani) di Milano. Mentre studiava nel seminario maggiore di Venegono (VA) venne allontanato alla vigilia dell'ordinazione sacerdotale perché la sua vicinanza a Comunione e Liberazione fu letta come una sorta di settarismo.

Ma Scola non abbandonò la sua stra-da: l'ordinazione sacerdotale avven-ne a Teramo, il 18 luglio 1970. Per continuare gli studi si recò a Friburgo (Svizzera) dove conseguì il dottorato in teologia. La sua attiva partecipazione al movimento Comunione e Liberazione lo portò a collaborare alla fondazione della rivi-sta teologica internazionale "Communio", entrando in contatto con il cardinal Henri de Lubac e Hans

Urs von Balthasar; con quest'ultimo ha realizzato due interessanti libri-intervista. Il cardinal Angelo Scola, che ha insegnato all'università di Friburgo e alla Lateranense, e dal 1986 al 1991 è stato anche consultore per la Congregazione della Dottrina della Fede, dove collaborò con l'allora card. Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI che di lui ha sempre nutrito una stima personale. Venne nominato vescovo di Grosseto il 20 luglio 1991, rimanendo poi nella città toscana fino al 14 set-tembre 1995. Il 24 luglio 1995 il papa gli affidò l'incarico di Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense a Roma e, il 29 settem-bre dello stesso anno, quello di Preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. Il 5 gennaio 2002 venne nomi-nato Patriarca di Venezia, succeden-do al cardinale Marco Ce' che per più di vent'anni fu vescovo della città lagunare: il 29 giugno di quell'anno ricevette dalle mani del Pontefice il pallio degli arcivescovi metropoliti. L'anno dopo, nel concistoro ordinario pubblico del 21 ottobre, venne fatto cardinale. Nel settembre 2003 istituì il Polo pedagogico accademico "Studium Generale Marcianum".

Si deve al cardinal Scola anche la promozione della Rivista "Oasis", pubblicazione semestrale del Centro Internazionale di Studi e Ricerche Oasis che si interessa delle comunità cristiane nei paesi a maggioranza

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

21

profilo dEl nuoVo arCiVEsCoVo di milanoil CardinalE anGElo sCola

conservano reliquie del santo titolare e del pallio (mantello) di San Giuseppe, santo particolarmente venerato nell'oratorio in onore del quale si svolgeva una festa nel mese di marzo. Per quanto riguarda, invece, l'altra chiesa unica fonte documenta-ria che ne parla è una relazione fatta dal parroco Innocenzo Imbrico nel 1767: “San Pantaleone è un oratorio vicino alla Cappelletta, distante 70 trabucchi circa dalla parrocchiale e posto su di un piano, avente la porta verso oriente e l'altare a ponente con piccolo portico avanti a detta porta. E' di figura oblunga, fatto a volta, tutto dipinto nei muri, non ha campanile né sacrestia e serve per riporre li paramenti un vestiario che ha in un lato della chiesa, è ben dife-so ed anche in buon ordine. L'altare

maggiore è di legno intagliato e li serve d'ancona il quadro in cui è dipinto San Pantaleone. Non si conosce precisamente il tempo di sua fondazione, ma si vuole fondato anticamente da Casa Draghetti li cui eredi ne hanno l'am-ministrazione e la cura, tenendo essi le chiavi. Sopra una finestra avvi la data del 1645. Non ha redditi e si funziona il sol giorno di San Pantaleone e serve per quarta chiesa nel tempo delle rogazioni”. Attualmente la costruzione versa, purtroppo, in precarie condi-zioni ma si spera presto di poter avviare un progetto che ne favorisca il recupero e la conservazione, quale testimonianza della fede e dell'arte dei nostri padri.

don Damiano Pomi

DALLE UMILI ORIGINI VICINO A LECCO ALLA NOMINA A PASTORE DELLA DIOCESI PIù GRANDE DEL MONDO

Alla fine di giugno, la Santa Sede ha reso ufficiale la nomina del nuovo Arcivescovo di Milano, dopo le dimissioni presentate del Cardinal Dionigi Tettamanzi, che è stato a capo della diocesi ambrosiana dal 2002 al 2011. Il cardinal Angelo Scola, già patriarca di Venezia, è di origini umili e di vasta cultura; tutti cono-scono la sua grande amicizia con don Luigi Giussani, il fondatore del Movimento ecclesiale “Comunione e Liberazione”; un ruolo importante

all'interno della Chiesa cattolica, che ora lo porta al vertice della diocesi di Sant'Ambrogio. In poche linee è questo il profi-lo del cardinale Angelo Scola, 70 anni, nuovo arcivescovo di Milano. Nato a Malgrate, in provincia di Lecco, il 7 novembre 1941 da Carlo Scola, camionista, e Regina Colombo, casalinga, Angelo partecipa all'Azione Cattolica e frequenta il Liceo classico Alessandro Manzoni a Lecco. Studia filo-sofia alla Cattolica, dove consegue il dottorato con una tesi sulla filosofia

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

24

Siamo un gruppo di cristiani varal-lesi ed abbiamo letto su questo bolletti-no parrocchiale, il mese scorso, l'acco-rato appello del nostro parroco don Roberto a cercare di lasciarci coinvolge-re maggiormente per "costruire insieme" una comunità ancora più fraterna ed accogliente che desideri vivere come una famiglia che cerca di camminare insieme! Personalmente scegliamo di acco-gliere questo invito e condividerlo, per-ché pensiamo che non possa rimanere inascoltato: ne va' della nostra fedeltà al Vangelo. Questa deve essere infatti per noi la prima preoccupazione, perché tutto nel Vangelo ci rimanda alla condivisio-ne, al rispetto reciproco, all'amore. Il forte richiamo a cercare insieme di porre fine al peccato di non voler con-dividere i nostri progetti ed i nostri cam-mini quotidiani, esige da parte nostra una risposta chiara e concreta, in cui a ciascuno tocca una parte di responsabi-lità, nel senso che a ciascuno di noi è chiesto anche di rispondere del proprio fratello. E dunque, nella Chiesa, non ci può essere spazio per una visione ristretta soltanto alla propria personale condizio-ne, o, al più, a quella con coloro che ci sono umanamente più vicini. Chiediamo sinceramente a don Roberto: "Continua a sostenerci con la tua sollecitudine e la tua proposta per "momenti fraterni e di vita veramente condivisa, pregata e progettata insie-me", affinché la nostra possa diventare davvero una "bella" comunità, più unita, capace di volersi bene e di progettare insieme alla luce della Parola di Dio; è

quanto tu desideri, ed anche noi deside-riamo! Guidaci nel gustare la preghiera, nell'ascoltare la Parola, nello spezzare insieme il pane non solo facendo memo-ria del Signore, ma anche vivendo con gioia e speranza, in modo che si guardi alla nostra comunità, dicendo "vedi come si vogliono bene!" E' vero, don Roberto, hai usato tante volte nel tuo appello la parola "più" (più comunitaria, più condivisa, più familiare, …) e noi invece sentiamo il peso del nostro essere "meno". Sostienici con la tua parola e la tua guida spirituale, affinché possiamo praticare insieme l'umiltà. Correggi con dolcezza i nostri percorsi, quando diva-ghiamo. Coordina e valorizza i talenti che il Signore ha posto nel cuore dei tuoi parrocchiani, ora che hai cominciato a conoscerci e chiedici il rendiconto, dopo il tempo stabilito. Sentiamo il bisogno che tu ci con-vochi tutti in un'occasione di riflessione comunitaria, alla quale prepararci riflet-tendo e lavorando insieme sulle indica-zioni che sapremo trarre dalla Parola di Dio. Staremo insieme per il tempo necessario, commisureremo le tue indi-cazioni ai nostri propositi e li verifiche-remo sempre insieme, poi ci daremo un percorso, anche progettuale, il più pos-sibile condiviso. Magari riusciremo a costruire quella "rete" miracolosa che farà anche noi "pescatori di uomini"!

Lettera firmata (l'originale è in parrocchia)

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

23

allE suorE missionariE di GEsù EtErno saCErdotE, ConVEnto di Varallo

Numerose le sue opere e pub-blicazioni. Tra queste: "Uomo-donna: il 'caso serio' dell'amore" (che riceve il Premio Capri 2003); "Un pensiero sorgivo. Sugli scritti di don Luigi Giussani"; "Chi è la Chiesa? Una chia-ve antropologica e sacramentale per l'ecclesiologia"; "Deus caritas est", che analizza la prima enciclica di Benedetto XVI; "Dio? Ateismo della

ragione e ragioni della fede", scritto insieme a Paolo Flores D'Arcais. Il nuovo Arcivescovo di Milano farà il suo ingresso ufficiale nella Diocesi più grande del mondo, l'8 set-tembre 2011, festa della Natività di Maria, compatrona di Milano insieme a Sant'Ambrogio. don Roberto

Carissime sorelle di Varallo, abbiamo sentito da Norberto Julini che anche voi vi mettete in comu-nione con noi ogni Venerdì per la nostra preghiera del S. Rosario al "Muro" che divide Israele dai terri-tori palestinesi. E' bello sapere che c'é gente che si unisce a questa nostra "intifada" pacifica con il Padreterno! E' bello sapere che un muro non può fermare la comunione spi-rituale! E' bello sapere che l'osti-nazione di tante persone che pre-gano Maria porterà alla realizza-zione di quel sogno che è dentro un cassetto, ormai aperto da 7 anni e cioè la PACE in questa Terra Santa e la caduta del muro di separazione. Ci fa bene saperci in tanti e ci dà coraggio e forza per continuare a camminare in questa nostra pre-ghiera.

Grazie davvero di cuore per la vostra solidarietà e comunione. Sarete con noi ogni venerdì. Mentre scriviamo, lo sguardo si rivolge ad un’icona di Maria dipinta proprio sul “muro”. Vi assicuriamo che vedere un'icona lì, fa venire i brividi! Il segno della presenza della Madre di Dio che proprio qui a Betlemme si e' fatto uomo! Il segno della sua vicinanza a questa nostra intercessione. Maria è incinta. Il Dio della PACE e' ancora nel suo grembo! Ma sappiamo che il Dio della PACE e' nato qui, quindi la PACE e' possibi-le! Ci crediamo e per questo pre-ghiamo! A voi ancora il nostro GRAZIE di cuore! Un forte abbraccio.

Suor Donatella e sorelle della fraternità

lEttEra apErta alla parroCChiaCONDIVIDERE INSIEME CAMMINI PIU’ FRATERNI. SI’, LO VOGLIAMO!

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

26

Estate, tempo di raccolto. Tempo di bilanci, favoriti dal sano "otium" che permette finalmente di sof-fermarsi a riflettere su quanto si è fatto. Per la Chiesa tutta, tempo di gra-zia con la beatificazione di Giovanni Paolo II. Per il gruppo M.A.N. e la Chiesa di Varallo in particolare, raccolto straordi-nario di grazie copiose. L'apertura del processo di beatifi-cazione per il riconoscimento dei meriti e delle virtù di Madre Margherita Guaini, fondatrice delle nostre suore, il 29 apri-le, è stata vissuta da tutti noi con la gioia e la consapevolezza che il Signore opera sempre e ovunque. Dice Angela Perreca … "Ora la Madre , nella dimen-sione spirituale senza tempo, non avrà più limiti, confini, soste, tempi ristretti … e così ci aiuterà a comprendere che le cose importanti richiedono tempo e fatica … ci donerà la pazienza di non arrenderci lungo il cammino e di non accontentarci delle risposte troppo comuni, ci insegnerà che la misura dell'amore è amare senza misura!" Cogliamo l'occasione per ricorda-re nelle nostre preghiere quanti stanno silenziosamente e pazientemente lavo-rando in questo Processo canonico che richiede amore ed abnegazione. Ricordiamo che Monsignor Renato Corti ha indicato un cammino di appro-fondita conoscenza della figura di Madre Margherita a tutto il popolo di Dio: approfittiamo di questo momento di vacanza per leggere qualcosa su di Lei, per parlare di Lei con le sue suore… ne trarremo la forza per superare la medio-crità quotidiana e ritrovare il senso di Dio.

Grazie copiose … il cinquantena-rio di sacerdozio di don Mario Perotti, nostro Assistente Spirituale, da sempre impegnato a sostenere il cammino del M.A.N., a indicare a tutti e a ciascuno il percorso da seguire sulle orme di Madre Margherita, a ribadire la forza del Movimento laicale da Lei voluto. Ma andiamo con ordine… È ottobre quando ci si ritrova a Buccinasco (Milano), in tantissimi, per uno dei due importanti incontri annuali. Si discute molto sull'emergenza educati-va e sulla nuova evangelizzazione. Si torna poi alle rispettive Parrocchie pieni di entusiasmo e di trepidazione … si parla già sottovoce dell'imminente aper-tura del Processo di Beatificazione. Novembre ci coglie pronti ad iniziare un cammino di catechesi con il nostro par-roco don Roberto, cammino che prose-guirà fino allo scorso maggio. Ad accom-pagnarci, la riproduzione di un celebre dipinto di Rembrandt che riproduce il Padre misericordioso del Vangelo che abbraccia il Figliol Prodigo: don Roberto ci fa notare come le due mani del Padre differiscano in modo evidente l'una dall'altra; una mano ha i lineamenti decisamente maschili mentre l'altra appare più affusolata, esile, delicata … da qui parte un'interessante dissertazio-ne su Dio Padre rassicurante, forte e nel contempo Madre che conforta con tene-rezza delicata. La preghiera antica del "Padre Nostro" suddivisa in otto versetti, riletta e compresa alla luce del Vecchio e del Nuovo Testamento è stata oggetto del nostro studio, sapientemente guidati da don Roberto al quale va il grazie del nostro Gruppo.

attiVita’ dEl Gruppo m.a.n.(moVimEnto apostoliCo "nuoVi"): una mEssE Copiosa

notiziE dall’a.V.a.s.LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Lunedì 20 giugno, si è riunita nella Sala Convegni del Centro Giovanile “G. Pastore” di Varallo, l'assemblea dell'A-VAS, l'associazione di volontariato che opera sul territorio della valle circostan-te. Dopo aver esaminato, discusso e approvato all'unanimità il bilancio con-suntivo 2010, l'assemblea dei soci ha proceduto all'elezione dei membri che costituiranno il nuovo Consiglio Direttivo e il Collegio dei Revisori dei Conti. Questi i nomi dei neoletti: Andenna Paola, Beltrametti Daniele, Bonazzi Maria Ilaria, Botta Ezio, Carrara Luigi, Cucciola Piermichele, Galletti Rita, Guerra Giuliano, Marcaccini Flavia, Orso Daniela, Ricotti Nathalie, Righes Liviana, Zirattu Irene, per il Consiglio; Marchi Piero, Pitocchi Francesco, Sasselli Marilisa, per il Collegio dei Revisori.

A questo nuovo consiglio auguria-mo che il lavoro che svolgerà nel prossi-mo triennio sia proficuo, soddisfacente e lodevole quanto quello svolto dal consi-glio uscente, al quale vanno i ringrazia-menti per tutte le iniziative portate avanti con successo. Un ringraziamento particolare va a PierMichele Cucciola, presidente che, con dedizione, attenzione e tanto amore per il prossimo, ha saputo risol v e r e importanti e delicate questioni; alla sua vice Nathalie Ricotti, suo validissimo aiuto. Un plauso a tutti i volontari per quanto fanno di bene in ogni settore; dal Banco Alimentare all'animazione, molti di loro sono sempre presenti durante tutto l'anno, sacrificando molto del loro tempo libero.

25

SI RINNOVA IL CONSIGLIO DELL’ASSOCIAZIONE

LA CENA ALLA CASA SERENA Da anni ormai è consuetudine che l'AVAS, in collaborazione con il persona-le della struttura, organizzi per gli ospi-ti una cena nel parco di Casa Serena. Purtroppo quest'anno il simpatico e atteso convivio, tenutosi giovedì 23 giu-gno, si è svolto nel salone, a causa del tempo incerto. Gli ottanta ospiti partecipanti hanno cenato con le autorità intervenu-te alla festa: il Prevosto di Varallo, don Roberto Collarini, il Dott. Federico Gruppallo, Assessore alle politiche socio sanitare, la Dott.ssa Rosella Quazzola, Direttrice della struttura, la Dott.ssa Renata Antonini, Responsabile dei Servizi Sociali della Comunità Montana, il nostro mitico Don Armando Avondo, nel doppio ruolo di ospite e di autorità

religiosa, il Dott. Piermichele Cucciola, Presidente dell'AVAS e Nathalie Ricotti, Vice Presidente. Era presente anche un gruppo di giovani che hanno svolto uno stage pres-so il Centro Servizi per il Volontariato (C.S.V.): per l'occasione le nuove leve hanno aiutato i volontari e il personale della struttura nel servizio della cena. A rallegrare l'atmosfera l'immancabile amico Piero con la sua bella musica e la sua bella voce. Un sentito ringraziamento a quan-ti hanno collaborato per l'ottima riuscita della serata: in particolare ai responsa-bili e al personale della struttura sem-pre disponibili ad assecondare e soste-nere le iniziative dei volontari dell'A-VAS.

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

28

All'inizio si impiegarono per que-sto oggetto liturgico immagini, croci, reliquiari e cibori accomodati alla nuova destinazione; a partire dalla metà del XV secolo, però, venne adot-tata in sempre maggior misura la forma a torretta o tempietto ogivale, quasi sempre d'argento: ricco di pinnacoli e sostenuto da una base elaborata arti-sticamente, al centro aveva una lunet-ta d'argento o d'oro, utilizzata per collocarvi visibilmente l'Ostia. Tutt'ora questa forma (detta "architettonica") è in uso nella liturgia ambrosiana. Dal XVI secolo, e dunque a parti-re dal Concilio di Trento, l'ostensorio cominciò ad avere la forma oggi più familiare, ossia di sole raggiante: nel XVIII secolo porterà anche l'ornamento di putti o angeli adoranti e di grappoli d'uva e spighe di grano, rispondendo alla divulgazione dell'Adorazione Eucaristica ed ai suggerimenti della predicazione di San Bernardino da Siena. Anche la Collegiata di Varallo, per questo Sacro Rito, possiede rac-chiusi negli armadi della Sacrestia, alcuni esempi di Ostensori, anche del tipo "Ambrosiano", senza dubbio però, il più sontuoso e più ricco è quello di cui vi parlo. La storia ci dice che questo Ostensorio, fu caldamente voluto da Monsignor. Vincenzo Brunelli, (parroco di Varallo dal 1898 al 1938) per il Giubileo di Papa Pio XI, e solennemen-te benedetto durante la Festa di Cristo Re, il 26 ottobre del 1930.Già dal 1928, troviamo degli articolet-ti, pubblicati sulla Gazzetta della Valsesia, il settimanale cattolico di quel tempo, che accennano all'idea di Monsignor Brunelli, di realizzare per il Giubileo di Papa Pio XI, un oggetto che rimanga di ricordo ai posteri e che nello stesso tempo arricchisca la Casa

di Dio, avanza inoltre l'ipotesi: "che si proceda alla realizzazione di un nuovo organo (l'attuale Mascioni), tanto importante per accompagnare in maniera più solenne le Sante Messe e le funzioni religiose della nostra cara Varallo". Scorgendo altri articoli, leggia-mo il 23 marzo 1929: "Continua la gara di offerta per il ricco Ostensorio che riuscirà certo un ricco gioiello d'arte che dirà ai posteri come anche il nostro secolo sa emulare i tempi anda-ti. E lo diciamo non a caso poiché di questi giorni, un illustre artista Valsesiano, assai noto ed apprezzato, ci si offre di prepararne il disegno che potrà così riuscire geniale". Di chi parla Monsignor Brunelli? questo pur-troppo lo ignoriamo, sicuramente di un bravo disegnatore forse insegnante alla scuola Barolo in quegli anni, sicu-ramente più approfondite ricerche, permetteranno di svelare l'arcano. Le pubblicazioni settimanali della Gazzetta della Valsesia, riporta-no incessantemente per tutto il 1929 e il 1930, l'elenco delle persone che hanno contribuito con denaro od ogget-ti di valore alla realizzazione del ric-chissimo manufatto. E' curioso notare fra i numerosi oggetti, anelli con grossi diamanti dono delle Signore Boccioloni, monete fuori corso, oggetti in oro ed argento di varie forme e pesi, tra quelli più strani troviamo anche un "fusto" di occhiali in oro, penso che la parola fusto, voglia indicare la custodia o astuccio, tra le offerte più lontane abbiamo quella inviata da Parigi da Antonini Vittoria per conto della sua Signora, di Franchi Francesi 70, realiz-zati in Lire Italiane in 51,80. L'elenco delle persone è composto dai soliti nomi dell'élite Varallese: le Boccioloni, i Grober, gli Axerio, i Durio, ma anche

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

27

Marzo ci ha visti tutti a "Villa Santa Maria" per il secondo grande incontro: ormai la "Notizia" con la n maiuscola era certezza e don Mario Perotti ancora una volta ha saputo svelarci aspetti della vita umana e spirituale della Madre che non tutti conoscevamo. Infine giugno, con la proiezione presso la Cappella dell'Oratorio di un video elaborato dalle industriose e abi-lissime Figlie di Madre Margherita per le quali anche le nuove tecniche telemati-che non sono più un mistero: il video è un canto d'amore e di riconoscenza per quanto la Madre ha saputo operare per volontà di Gesù e della Madonna.Quanto a noi laici, abbiamo cercato di ottemperare diligentemente agli impe-gni presi negli scorsi anni, sostenendo la

Missione di Sr. Maria Cielo a Ranchi (in India) e il cammino di giovani che si pre-parano al Sacerdozio … quando abbiamo potuto, abbiamo anche dato il nostro contributo alle attività della Parrocchia. Soprattutto non è mai man-cata la presenza all'adorazione del Santissimo Sacramento sempre esposto nella chiesa della Madonna delle Grazie e la preghiera fervente e continua secondo le intenzioni della Fondatrice.

Concludo con le parole della Madre fondatrice: "E' tempo di pace e di gioia per gli uomini di buona volon-tà!"... Il Gruppo M.A.N. di Varallo aspet-ta di accogliere tra le sue file chiunque lo desideri dal prossimo autunno!

l'ostEnsorio dElla CollEGiata di Varallo

Il 23 giugno, per le vie della città di Varallo, si è svolta la processione del "Corpus Domini". Al termine della funzione, duran-te l'adorazione in chiesa, per dare mag-giore importanza e risalto all'Ostia Consacrata che rappresenta il Corpo di Gesù, la particola è stata posta nel ricco e pregiato ostensorio di cui narriamo la storia. L' ostensorio, nella liturgia catto-lica, è l'oggetto usato per l'esposizione solenne (ostensione) del Corpo di Cristo (l'Ostia consacrata) per l'adorazione eucaristica e per la benedizione eucari-stica. Solitamente è forgiato in oro, argento e/o altri metalli preziosi ed è spesso a forma di raggiera, come un sole. Gli ostensori hanno origine nell'i-stituzione della festa del Corpus Domini, verso la metà del XIII secolo; è però molto raro trovarli prima del XIV secolo, e peraltro non avranno forme definite fino al tardo XV secolo.

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Mentre la volpe Violetta, ormai di famiglia, passa a prendere qualche biscotto dalle mani della padrona di casa, andando a sdraiarsi poi al sole su di un tavolo, Dirce ed il figlio Evio si raccontano. Cara Dirce, a te la parola allo-ra: raccontaci dei tuoi genitori. "Ragazzi, la mia cara mamma aveva nome Petronilla, abbreviato in Nilla; mio padre Pino Fuselli. Sono figlia unica. Mi hanno chiamata come una suora che viveva a Varallo quan-do nacqui. Questo nome particolare deriva dalla mitologia greca: pensate che mi avrebbero chiamato Euclide se fossi stata un maschio! Sono stata educata cristianamente. La mamma mi teneva sempre insieme a lei e mi insegnava le pre-ghierine la sera: io amavo molto stare con lei ed ascoltarla. Ubbidivo al mio papà, e giocavo con lui, persino lo graffiavo nel gioco. Era severo e amichevole allo stesso tempo. Era pratico. Mi ricordo una sua frase enigmatica, di cui mai gli chiesi la spiegazione: "Io ho bisogno di tutti e di nessuno." Scherzava con tutti, la gente gli voleva bene. Mi ricordo che quando ero già più gran-dicella, non voleva che andassi a bal-lare. Ma per esempio suonavo il pia-noforte, spesso assieme a mia zia Albertina. Andavo a lezione di piano-forte da Chiara Teresa, che abitava a Sottoriva, di fronte all'Oratorio." Questa casa del Baraggiolo col ponte sul Sesia è molto particolare.

Che storia ha? "La casa dove ora abitiamo è stata fino a pochi decenni fa, al piano inferiore, una scuderia, un tempo di proprietà dei marchesi D'Adda-Salvaterra, nobile famiglia di origine milanese. Era chiamata "Cascina baraggiola". I marchesi usa-vano la barca per andare da una parte all'altra del Sesia: non c'era il ponte di adesso. Se ci fate caso pote-te ancora vedere gli anelli ai quali si "ormeggiava" la barca." Il figlio Evio aggiunge: "Proprio in questi giorni ho potuto ammirare la mostra cartografica di Palazzo dei Musei. C'è una cartina del 1688, opera di Giovanni Blasio Manauft, che ritrae "La Nuova Gerusalemme nel Sacro Monte di Varallo Sesia" defi-nendola, tra l'altro, un'opera "certo la più rara del Mondo". Mi ha colpito veder disegnate la barca con la corda da una parte all'altra del fiume e, su questi terreni con le piantagioni e tre case, la scritta "Baragiolo". Invece il più antico documento storico relativo alla nostra casa, che ho reperito alla Segreteria di Stato vaticana, parla di una famiglia di nome Quazzola che viveva qui nella seconda metà del 1700. Probabilmente la proprietà era già dei marchesi e questa famiglia ne era custode. Mio bisnonno Enrico Fuselli acquistò que-sto terreno con le cascine dopo la metà del 1800. Vi costruì il ponte (sul quale è stata recentemente scritta un'ottima tesi universitaria) e vi fece un ristorante, nel

30

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

29

di persone meno note, tutti chi più chi meno offre qualche cosa affinché il pro-prio nome venga scritto nella pergamena che accompagnerà l'oggetto finito. Si raccolsero in tutto Kg. 4,420 di argento e gr. 775 d'oro, più un grosso bril-lante e altre pietre preziose da incasto-nare attorno alla teca. Per la realizzazione ci si rivolse alla "Casa della Gioventù di Vercelli" che pro-prio in quegli anni aveva aperto una suc-cursale in Varallo. Leggiamo infatti in data 19 ottobre 1929 questo trafiletto: "Ha aperto in questi giorni in Varallo, Corso Umberto I n° 50, nei locali terreni, lungo l'albergo della Posta, una succursa-le della Casa della Gioventù di Vercelli, nel negozio, troverete: Pianete, piviali, candelieri, statue, presepi, calici, Ostensori, pisidi, vasta scelta di stoffe per paramenti Sacri e tutto quanto è necessario per un dignitoso decoro delle nostre chiese." L'esecuzione fu affidata al rinomato Stabilimento Cipolla e C. di Milano. L'opera compiuta, prima dell'inau-gurazione, venne esposta alla "Mostra espositiva di Vercelli" del 1930, ed ammi-rata anche dalle LL. AA. RR. i Principi di Piemonte e Loro seguito. Giunta a Varallo, i giorni 24 e 25 settembre, si fece ammi-rare dalla popolazione di Varallo, nella vetrina della rinomata e famosa pasticce-ria di Arrigo Imazio. Nei giorni 29,30 set-tembre e 1 ottobre, nella Casa prepositu-rale, dove dalle ore 14, alle ore 16, i Chierici Seminaristi, accoglievano i visita-tori dando loro le spiegazioni desiderate.

Il manufatto che ne uscì fu grandio-so e originalissimo: la base triangolare è ornata da tre finissime miniature rappre-sentanti la Madonna Incoronata, San Gaudenzio, patrono di Varallo e San Felice. Tre grandi Delfini, raffiguranti la fede, sorreggono il mondo: un grande globo d'argento inciso e smaltato sul quale si vedono le cinque parti del mondo

e nel mezzo l'Italia con Roma capitale e Centro della Cattolicità. Due grossi bril-lanti incastonati uno nel piedistallo e l'altro in Roma, mandano la loro vivida luce sull'Italia e sul globo, simbolo della Fede e della Civiltà che da Roma si dif-fonde sul mondo per mezzo del Rappresentante di Cristo in terra, il Romano Pontefice, Maestro e Padre di t u t t e l e gen t i .Sul globo si adergono tre graziose sta-tuette d'argento, sbalzate a cesello, raf-figuranti le tre Virtù Teologali, Fede, Speranza e Carità, che sorreggono la ric-chissima raggiera, in cui è svolto il

seguente concetto: Sette Profeti dell'Antico Testamento pro-nunziano il Cristo venturo incoronato Re; nel centro della raggiera campeggia l'O-stia Santa attorniata da angeli e sormon-tata dai simboli dei quattro Evangelisti che fanno corona all'immagine di Cristo Incoronato Re dei Secoli.Così, ogni volta che questo magnifico oggetto di oreficeria viene esposto, per-mette anche a noi che siamo le genera-zioni future, di ricordare, con la preghie-ra, i nostri avi e pensare ai sacrifici e alle rinunce compiute per abbellire sempre più la nostra bella Collegiata.

dirEttamEntE dai nostri inViati nEl CuorE dElla VallE:l’intErVista dEll’EstatE

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

32

"Ma sì, un attore proprio per gioco: mi ricordo che recitai nella Filodrammatica Barbonaglia di Borgosesia "Si dirà delle misere donne", quando avevo circa 18 anni. Ma a me piaceva variare i passatem-pi: giocavo a calcio, a tennis, poi feci d'estate il barista in Francia, Svizzera, a Montecarlo. Sono sempre stato un tipo un po' movimentato: è stata anche una sfida con me stesso lavo-rare 36 anni come impiegato all'Asl."

E quando eri piccolo? "Quando ero bambino mi diver-tivo a seguire il mio nonno Pino nel suo mestiere: estrarre la sabbia dal fiume. "Il Pino del Baraggiolo", come era conosciuto, ha fatto questo mestiere dagli anni '30 agli anni '60. Portava la sabbia dal Baraggiolo al cortile di S. Grato, antica chiesa del 1439, dedicata a S. Giovanni Battista, ma conosciuta anche come S. Grato per via di un pregevole quadro del Burlazzi. E mi ricordo che, pur abitando a Varallo Vecchio, il nonno Pino dice-va quando si veniva qui al Baraggiolo: "Andiamo a casa". Perché lui è nato proprio qui. Poi a Roccapietra è stato costruito verso la metà degli anni '60 un frantoio ed allora anche questo mestiere "antico" si è estinto."

La mamma Dirce poi ci dice: "Evio è sposato con Claudy ed hanno una figlia; lui ora è in pensione ed allora dovete vedere come è bravo: fa di tutto per me, sistema il prato che è una meraviglia, ha fatto anche un piccolo laghetto, cura i fiori e il piccolo orto, fa da mangiare anche se

qualche volta gioca un po' troppo con gli ingredienti."

E tua moglie, Evio? "Lei lavora ancora: fa la pettinatri-ce. Pensate che 60 anni fa, quando la nonna Nilla faceva lo stesso mestie-re, a Varallo ce n'erano due, ora saranno una ventina! In un certo senso, siamo una famiglia attiva nel campo dei servizi: anche la mamma ha fatto la pettinatrice e mio fratello Pino ha gestito l'attuale "Motel Agip" tra gli anni '80 e '90, dandogli nome LB Club Hotel."

Dirce ed Evio, grazie per aver-ci donato questo bellissimo spacca-to di vita, vissuta soprattutto qui nella nostra bella Varallo. Intanto la volpe si allontana nel prato, verso il bosco di abeti, faggi e castagni, verso la tana dove ha i suoi piccoli. Allora alla prossima Evio, ciao cara Dirce!

"Ragazzi, vi voglio dire una pic-cola preghierina che mi ha insegnato la mia cara mamma. La recitavo prima di andare a dormire. E' per tutti i bambini che hanno letto que-sta storia!"

"Gesù Bambino son piccolinama ti amo tanto tanto;

Bambino Santoogni mattina ed ogni sera

Ti sia gradita la mia preghiera.Ti offro un bel bacio: l'accetti Tu?

Deh benedicimi, dolce Gesù."

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

31

nel periodo in cui Varallo era meta di un turismo cosiddetto d'élite. Il risto-rante divenne trattoria e poi osteria, fino al 1982."

Dirce, dicci qualcos'altro sulla tua infanzia! "Quando ero piccola io e la mia famiglia abitavamo a Varallo Vecchio, per la precisione in Vicolo Burlazzi. Andavo dalle suore tutti i pomeriggi d'estate per ricamare. Preparavo il corredo, un vero corredo: lenzuola, federe, tovaglioli e biancheria. A volte stavo lì fino all'una di notte, ricamando, mi ricordo, sopra il tavo-lo, per aver più vicina la luce. Mi ha insegnato ed aiutato soprattutto la cara Suor Adelina della Congregazione di S. Giovanna Antida. Con la mia famiglia andavamo spesso al Sacro Monte; quando divenni più grande, a volte ci andai anche da sola ed ero velocissima: cinque minuti per torna-re dalla Basilica dell'Assunta alla Madonna delle Grazie. A 17 anni, per tutto il mese di maggio, avevo deciso di andare a trovare Maria allo Scurolo della Madonna Dormiente. Quel mese piovve ogni giorno, ma ci andai sem-pre, senza perderne neanche uno."

E poi, quel bel corredo che hai preparato non è stato vano! "No, mio marito, che ora ci guarda dal Cielo, si chiamava Francesco. Originario di Palermo, qui era conosciuto da tutti come Franco, La Vecchia di cognome. Era militare a Varallo nel '45 quando lo conobbi. Fu lui, come è naturale, a farsi avan-ti, ma non immaginate con quale

garbo e rispetto. Mi vedeva passare in bici, dalla sua caserma, che è lo stabile dove ora c'è l'Unes. Conobbe i miei genitori e subito piacque loro. Ma abbiamo fatto 3 anni di fidanza-mento prima di sposarci: dai miei 17 ai 20. Lui a Palermo, io a Varallo. Ci scrivevamo: "Questa luna la vedi anche tu." Ragazzi, la famiglia è una cosa importantissima! Il matrimonio, che sia vero! Mi diceva così mia madre e così ho fatto, e sono felice: "Tu ti devi sposare come quando sei nata." Una volta sposati siamo stati 6 mesi a Palermo, ma poi abbiamo deciso di venire a vivere a Varallo. Mio marito era una persona gioviale e gentile. Amava scherzare ed era molto comunicativo, voleva bene agli altri, li cercava. Soleva dire: "Fai del bene e scordati dei difetti!” Evio ricorda poi: "Mi ha inse-gnato tanto, in particolare che l'one-stà paga sempre!"

Dirce, una volta a Varallo? "Aprimmo un negozio di maglie-ria vicino al ponte Antonini.Poco dopo offrirono a mio marito di lavorare come rappresentante in giro per l'Italia: non accettò. Lui voleva restare qui. In quel bel periodo strin-gemmo amicizia con diverse fami-glie, in particolare i cari Maiandi. Franco divenne impiegato all'Asl; anche Evio, il figlio primoge-nito, vi avrebbe lavorato più tardi, prima a Torino per 2 anni, poi a Borgosesia e anche a Varallo, dove fu Segretario della Commissione per le pensioni di invalidità. Evio, da giova-ne, ha fatto anche l'attore. Fatevi raccontare!"

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Dogmatica, ma talvolta anche il Diritto civile, perché i parrocchiani ritengono il loro prete anche un vali-do avvocato. E non solo, anche infer-miere, se non addirittura medico! Infatti, se il medico ritarda o non può arrivare, per la neve e per i torrenti in piena, ecco il pretino che misura la febbre, osserva gli occhi e la lingua del paziente. Ha un arma-dietto ben fornito di farmaci di prima necessità datigli dal medico; sommi-nistra, osserva, controlla: raramente fallisce. Non parliamo delle iniezioni intramuscolari: ormai sono centinaia, con una mano così leggera che il paziente quasi non se ne accorge. Chi ha bisogno di aiuto deve trovare chi gli dà una mano: e, in certi casi, su in montagna, è proprio solo il prete. Anche tutto questo è ministero, apostolato, pastorale.

La parrocchia non è forse una fami-glia? Il tesoro del prete Pensate allora quanti dolori, attenzioni, paure, e anche quante gioie, attese, speranze si nascondono sotto quella veste talare nera e sdru-cita? Oh, il cuore del sacerdote è un mare di amore, di sacrifici, di miseri-cordia, di pazienza. Ma soprattutto di amore a Dio. Lo adora nell' Eucaristia, nel buio della sua chiesa. Parla di fronte al Tabernacolo, anche animatamente. Il colloquio certi giorni può durare anche ore. E' Gesù il suo tesoro. E c'è un fatto particolare in tutte le parrocchie del mondo: il prete cambia, il Signore resta, Prigioniero del Tabernacolo. Sta bene lì, come aveva promesso.

don Armando Avondo

34

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

La cura delle sue anime Per il parroco un'occupazione molto importante, anzi fondamenta-le, è il catechismo ai bambini, che al tempo del nostro don Giacomino si diceva "Scola 'n gesa" o, più raro, "dottrina". Nella primavera si tiene in chiesa, in inverno in canonica o a scuola. I bambini ricevono un librici-no pieno di domande e risposte che debbono studiare a memoria. Oggi non più: c'è un catechismo più grosso, zeppo di figure ma vuoto di domande, tanto che spesso gli alunni non sanno più né il Credo né la Salve Regina.

E poi don Giacomino si preoc-cupa per i suoi giovani, adolescenti: un'età delicata, determinante. Li va a cercare. Non ne trova molti, ma quella decina gli basta per preparare forze di lancio verso gli altri. Lo sa, ci vuole fede e pazienza. Dopo un po', tra quei dieci, quattro diventano punti di riferimento per gli altri. Questi ultimi pian piano maturano e tutti insieme, stretti attorno al loro prete, diventano d'aiuto per i loro coetanei e di edificazione per la Chiesa tutta, con la loro chiara testi-monianza. Il tutto, si capisce, è costato e costerà ancora al nostro prete molte ore in ginocchio davanti al suo Gesù. E le ragazze? A quelle il prete pensa tramite i ragazzi, che ne diven-tano fidanzati e poi sposi. Ogni anno, in quella piccola parrocchia lassù tra monti, c'è un bel matrimonio: la sposa in bianco, meritato con fede e sacrificio. E siccome sono coniugi veramente cristiani, entro l'anno arri-

va il primogenito, poi il secondo e così via. Il suono delle campane sovente si confonde con le grida acute dei tanti bimbi. Nella nostra parrocchia monta-na, come in tutte le altre, ci sono anche fedeli malati e anziani. Il nostro buon pastore se ne prende cura, avendo bene in mente le parole del Buon Pastore per eccellenza: "Qualunque cosa facciate ad uno di questi piccoli l'avrete fatta a me." Don Giacomino va a far visita con frequenza anche quotidiana ai più anziani e malati, portando loro la S. Comunione. Li conforta e li lascia parlare, confidarsi, talvolta spiegar-si, perché non sempre i familiari li rispettano e li amano.

Non solo anima In uno scatolone il giovane prete ha portato con sé i libri del corso di teologia; nello studio c'è un vecchio scaffale, mezzo vuoto, li ha sistemati là, divisi per materia: Morale, Dogmatica, Diritto, Storia, Esegesi, Eloquenza, Arte sacra, Filosofia, Letteratura italiana, latina, greca, ebraica, francese. Figurano

33

i parroCi di montaGna - 6° puntataA CURA DI SILVIO E GIULIO BRENTAZZOLI

don stEfano roCChEtti, 43 anni, nominato nuoVo rEttorE dEl sEminario di noVara

Sarà don S t e f a n o Rocchetti il n u o v o Rettore del n o s t r o seminario. Succede a don Piero C e r u t t i , nominato parroco di Borgoma-nero.

Nato a Borgosesia nell'ottobre 1967, dopo il diploma in ragioneria entra in Banca dove lavora per anni come consu-lente. A 29 anni decide, poi, di entrare in Seminario, dopo aver fondato con il dot-

tor Nicolino Schena e Gianni Remogna (ora parroco di Romagnano Sesia) la "Casa della mamma e del Bambino" a cui con-tinua a fare riferimento. Ordinato sacerdote nel giugno 2002, sarà coadiutore di Gozzano per 5 anni, dal 2007 è nominato vicerettore nel semina-rio teologico e Direttore del Centro Diocesano giovanile. Don Stefano compirà 44 anni ad ottobre. E' ancora nel primo decennio di sacer-dozio, ma "è persona stimata e matura - scrive il vescovo Renato Corti nella sua lettera di nomina - perciò ho fiducia che svolgerà in modo convincente il suo nuovo compito, che potrebbe essere riassunto soprattutto in una parola: essere padre di questi giovani che Dio ha chiamato a diventare preti!"

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

qualche volta insegno a qualche bam-bino che il carissimo Uccio mette al mio fianco. Quest'anno il mio "fratellino adottato", mi ha aiutato a realizzare senza saperlo uno dei più bei sogni che avessi mai avuto: cantare e suo-nare in chiesa, per il Signore Gesù! Il 26 febbraio mi accompagnò alla Veglia dell'Adorazione della S. Croce per la prima volta: fu bellissimo. Conobbi il nuovo Parroco, Don Roberto, una persona molto gioviale che mi accolse fraternamente e, vedendo che per la timidezza canta-vo un po' piano, m'incoraggiò a canta-re più forte la mia lode a Dio. Quella sera trovai in chiesa vari

giovani, alcuni già conosciuti, altri no, che formavano un bellissimo gruppo musicale a cui mi sono unita anche io! Ogni mese vado a suonare alla Veglia della Adorazione della S. Croce, ed il mio cuore è sereno e gio-ioso. Così ho conosciuto nuove perso-ne, nuovi amici, ed ho approfondito il mio bel cammino di fede. Di tutto questo ringrazio il mio Padre Celeste Dio, Suo Figlio Gesù con la Madonnina Santa e Bella, Ferruccio che è stato determinante, in questo mio percorso musicale, il caro Don e tutti questi nuovi amici, che mi stanno vicini e che mi voglio-no veramente bene.

Rosy Masoni

36

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Ciao a tutti, sono Masoni Mariarosa, detta Rosy. Voglio raccontarvi la mia bellissima esperienza con la musica. Dio è grande, mi ha dato una Croce pesante da portare, quella della cecità, ma c'è di peggio, quindi non mi lamento troppo, non sarebbe giusto! C'è chi sicuramente sta peg-gio di me. Il Signore che io amo sopra ogni cosa e ogni persona, mi ha dato tanti bel-lissimi doni: scrivo poesie e racconti nel tempo libero e da cinque anni suono un fantastico strumento musi-cale: la chitarra! Ma veniamo a scoprire come è andata. Lavoro da tredici anni come centralinista al Comune del mio bel-lissimo paese, e lì ho conosciuto un signore, veramente di cuore e buono: il signor Ferruccio Baravelli. Fu lui all'inizio del 2006 a pro-pormi il corso di chitarra: io non volevo andarci, convinta che non sarei riuscita a combinare nulla di buono. La chitarra mi era sempre pia-ciuta, però lo ritenevo uno strumento troppo difficile per me. Quando il 14 gennaio 2006 mi recai nella sede dove dovevo comin-ciare a prendere lezioni, pensai che sarei tornata a casa e che non ci sarei andata più. Ma il buon Ferruccio, Uccio per gli amici, mi mise vicino due ragazze che m'insegnarono quel primo giorno, e poi successivamente, con tanta gentilezza e pazienza, che quando

riuscii produrre quel magico suono che fa una chitarra classica, rimasi colpita e mi dissi: "Questo è il mio strumento!". Nove mesi dopo, con l'aiuto di Myriam ed Alessia, sapevo già fare il tempo country e stavo cominciando ad imparare la canzone di Michele Zarrillo intitolata "L'elefante e la far-falla". Fu una grande soddisfazione per tutti. Nel 2007, quando Myriam ed Alessia non poterono più insegnarmi, Ferruccio mi affiancò Angela: una ragazza che per ben tre anni è venu-ta a casa mia ad aiutarmi a suonare. Un grande ringraziamento va anche a lei, che molto mi ha insegnato con tanta pazienza e direi professionali-tà. Una ragazza un po' timida, che subito si fece ben volere da tutta la mia famiglia. Adesso lavora, e non ha più molto tempo per me, ma ogni volta che ha un pomeriggio libero, viene da me e mi aiuta ancora come una volta. Nel 2008, con ottimi risultati, insegnai a mia nipote Ambra a suona-re, ed ora anche lei fa parte del nostro gruppo di allievi del corso di chitarra. In più con l'aiuto del buon Uccio, che io considero un fratello maggiore adottato, ho imparato a cantare e suonare da solista, poi sempre con il suo aiuto ho imparato le seconde voci. Con grande mia soddisfazione, qualche volta insegno a qualche bam-bino che il carissimo Uccio mette al

35

dio è amorE ma anChE musiCa E poEsia pEr l’anima

Anche quest’anno i grandi successi della stagione estiva tornano nellanostra sala per farvi passare in compagnia dei vostri beniamini le vostre serate di vacanza. Questo il programma:

30, 31 luglio Transformers 3 1, 2, 3, 4 agosto Boris il film 5, 6, 7 agosto Pirati dei Caraibi 4 8, 9, 10, 11 agosto Habemus Papam 12, 13, 14, 15 agosto Harry Potter e i doni della morte parte 2° 16, 17, 18 agosto Habemus Papam 19, 20, 21 agosto Cars 2 22, 23, 24, 25, 26 agosto London Boulevard 27, 28 agosto Una notte da leoni 2 29, 30, 31 agosto Nessuno mi può giudicare

Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00 e il costo del biglietto sarà di € 5,00 per l’intero e € 4,00 per il ridotto, tranne che per le proiezioni di Harry Potter, Una notte da leoni, Cars, Pirati dei Caraibi che sarà rispettiva-mente di € 6,00 e € 5,00. B u o n a V i s i o n e a t u t t i .

la rassEGna EstiVa dEl CinEma sottoriVa

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

38

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - LUGLIO / AGOSTO 2011

Tra lo stupore di quanti l'avevano conosciuta e apprezzata, è mancata, sabato 25 giugno, Rosella Colombo.Donna vivace, brillante, amante del canto e dello spettacolo, assaporava intensamente la vita e tutto quanto questa le offriva. Era veramente un pia-cere stare in sua compagnia: aveva sem-pre la battuta pronta e un sorriso in ogni circostanza. Negli ultimi anni ha cantato nella corale di Crevola con il ruolo di soprano:

era veramente un sostegno per il coro.

Improvvisamente l'estate scorsa si è "ritirata dalla scena", perché il male incominciava a farsi sentire. Ricordiamo tutti noi con commozione la gioia da lei dimostrata quando la corale, proprio per lei, si recò a cantare in Casa Serena, di cui era ultimamente ospite. Ciao Rosella, canteremo ancora per te e con te!

37

riCordando rosElla ColomBo

LA CORALE PARROCCHIALE DI CREVOLA "DON G. MARCODINI"SALUTA L'AMICA ROSELLA

ROSELLA, ILARIO..."SULL'ONDA AD ASPETTAR..."

E' il mattino del giorno dopo; una bella mattinata di sole che prelude a sentimenti sereni, a voglia di vivere... voglia di cantare una volta di più una lode, unendosi a tante voci amiche. Il canto è solo immaginario, si con-fonde con la musica della natura... ma da lontano sembra di sentire davvero "...cantare e risuonar... suon di campa-ne su nel ciel...". E sembra che la voce di Rosella, entrata ad occupare silenziosamente il posto in quel coro tenutole dal suo caro Ilario, faccia risuonare più nitidamente quella lontana preghiera corale. Il gruppo è numeroso, sempre di più; le voci si fondono, sempre meglio; è certamente questo il coro più bello, il più armonioso, anche se ascoltarlo signi-fica rattristarsi nell'animo, liberando in modo inarrestabile malinconie, nostal-gie, ricordi... e tutte le manifestazioni di armonie perdute. Pensare a Rosella e ad Ilario, colonne portanti per tanti anni dei nostri piccoli contributi ai canti di lode,

oggi inserite come voci spirituali di quel coro lontano, crea smarrimento in tutti noi, troppo attaccati alla fisicità dell'ar-te e alla povertà della condizione umana... non sembra possibile che tutto debba un giorno finire. Il lungo, appassionato percorso compiuto insieme, sull'onda dell'amici-zia e del canto corale, con tanti momen-ti indimenticabili di impegno, fatica, soddisfazioni, sorrisi e risate serene, spesso accompagnate da incondizionato affetto, oggi, obbligati a vivere un altro momento di distacco, si traduce solo in silenzioso ricordo, seppur ricco di armo-nie. Ne viviamo insieme l'effetto emo-tivo, abbracciando Donatella che ne incarna con spirito uguale la perduta presenza, e continuiamo, un po' più soli, il nostro cammino verso "l'onda.." sulla quale oggi anche Rosella, ricongiunta ad Ilario "..siede ad aspettar!"

Marco Valle (frate Sole)

CordoGlio dElla nostra rEdazionE a piEra mazzonE, dirEttriCE dElla BiBliotECa CiViCa

pEr la mortE dElla mamma mariuCCia zanolo Dopo quasi due mesi di coma, prima all'ospedale di Borgosesia, poi al Centro di cure palliative dell'Ospedale di Gattinara, è mancata mercoledì 22 giugno la mamma della dottoressa Piera Mazzone, Direttrice della Biblioteca civica "Farinone Centa"; Mariuccia Zanolo, 87 anni, era residente con la figlia a Serravalle Sesia, nella frazione Piane. Era vedova da circa vent'anni, molto legata all'unica figlia Piera, che ha seguito instancabilmente la mamma nella sua lunga sofferenza. Il funerale si è svolto nella parrocchia di Piane Sesia, nel comune di Serravalle, dove la fami-glia risiede da parecchi decenni, nell'an-tichissima Pieve romanica di Naula, del sec. XI, considerata la più antica chiesa della Valsesia. Il rito funebre è stato presieduto da mons. Gianluca Gonzino (dell'arcidio-cesi di Vercelli), amico della direttrice della Biblioteca di Varallo. Hanno con-celebrato lo storico biellese, mons. Delmo Lebole (amico di famiglia), don Antonio Guarneri di Prato Sesia e don

Roberto Collarini, prevosto di Varallo che ha tenuto l'omelia. Alla cerimonia funebre erano pre-senti il Sindaco di Borgosesia, Alice Freschi, il Sindaco di Scopello, Enrica Longhetti, la dottoressa Elena De Filippis, studiosa del Sacro Monte di Varallo. Molti gli amici, i colleghi che affettuosamente si sono stretti a Piera Mazzone in questo momento di dolore e di lutto per la morte della cara mamma. Il nostro Bollettino, a cui Piera collabora da mesi, si unisce fraterna-mente al suo dolore e le assicura la pre-ghiera per la cara mamma Mariuccia.

anaGrafE parroCChialE

Sono stati portati al Fonte Battesimale:RAINERI Pietro di Filippo e Capone Federica

Si sono uniti in Matrimonio:TUCCI Simone e MASTROPASQUA Chiara Giusy; AVERONE Marco e GALEOTTI Laura; GALLI Daniele e TANGORRA Chiara; FERRANTELLI Fabio e SANTONI Sonia

Sono tornati alla Casa del Padre:CHIOCCA Paolo; BERTI Carmela; COLOMBO Rosella; AVONDO Daniela; MALU Mariangela; GALLETTI Mario; SAMBRINI Carlo; BIGLIOTTI Vincenzo; CANTIMORRI