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LA CARTA GEOLOGICO TECNICA PER GLI STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA S. Castenetto 1 , G. Naso 1 , M. Coltella 2 , P. Imprescia 2 , M. Moscatelli 2 , A. Pagliaroli 2 , E. Peronace 2 , V. Scionti 2 1 Dipartimento della Protezione Civile, Roma 2 CNR - IGAG Introduzione. Gli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica” (nel seguito ICMS, Gruppo di lavoro MS, 2008) non prevedevano, tra gli elaborati da predisporre per la realizzazione della Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (Carta delle MOPS), la carta geologico tecnica. Questa carta, generalmente disponibile, era inserita tra le cartografie di base utili per la definizione delle zone omogenee, ma non se ne descrivevano le metodologie di elaborazione e le finalità specifiche. Tale criticità è emersa chiaramente in occasione degli studi per la microzonazione sismica dell’area aquilana, realizzata a seguito del terremoto del 6 aprile 2009 (Gruppo di lavoro MS- AQ, 2010). L’esperienza maturata in quel contesto dal Gruppo di Lavoro MS-AQ ha condotto alla predisposizione di un contributo per l’aggiornamento degli ICMS (Martini et al. , 2011) nel 195 GNGTS 2013 SESSIONE 2.2

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la Carta GEoloGiCo tECNiCa PEr Gli Studi di miCroZoNaZioNE SiSmiCaS. Castenetto1, G. Naso1, m. Coltella2, P. imprescia2, m. moscatelli2, a. Pagliaroli2, E. Peronace2,V. Scionti2

1Dipartimento della Protezione Civile, Roma2CNR - IGAG

Introduzione. Gli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica” (nel seguito ICMS, Gruppo di lavoro MS, 2008) non prevedevano, tra gli elaborati da predisporre per la realizzazione della Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (Carta delle MOPS), la carta geologico tecnica. Questa carta, generalmente disponibile, era inserita tra le cartografie di base utili per la definizione delle zone omogenee, ma non se ne descrivevano le metodologie di elaborazione e le finalità specifiche.

Tale criticità è emersa chiaramente in occasione degli studi per la microzonazione sismica dell’area aquilana, realizzata a seguito del terremoto del 6 aprile 2009 (Gruppo di lavoro MS-AQ, 2010). L’esperienza maturata in quel contesto dal Gruppo di Lavoro MS-AQ ha condotto alla predisposizione di un contributo per l’aggiornamento degli ICMS (Martini et al., 2011) nel

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quale, per la prima volta, si parla di “Carta geologico tecnica per gli studi di MS” (nel seguito CGT_MS); una carta che compendia tutte le informazioni di base disponibili (geologia, geo-morfologia, caratteristiche litotecniche, geotecniche ed idrogeologiche), ricavate da rilievi di campagna, da indagini pregresse e, nell’eventualità fossero disponibili e/o previste, da indagini di nuova esecuzione. Le informazioni, qualitative e quantitative, contenute nella CGT_MS, sono fondamentali per la definizione delle caratteristiche litologiche e delle geometrie delle unità litostratigrafiche, distinte in terreni di copertura e substrato geologico, per il riconosci-mento degli elementi tettonico-strutturali e, più in generale, per la definizione del modello di sottosuolo.

Più recentemente, gli “Standard di rappresentazione e archiviazione informatica degli studi di MS” (Commissione tecnica MS3907, 2012) predisposti per l’attuazione dell’art. 11 della leg-ge 77/2009 (Fondo nazionale per la riduzione del rischio sismico) e adottati da tutte le Regioni, hanno inserito la CGT_MS tra gli elaborati da produrre per gli studi di MS di livello 1.

Durante e dopo il primo anno di applicazione degli Standard, la stesura di questa carta ha evidenziato alcuni problemi e incongruenze dovuti principalmente ai pochi riferimenti disponibili nella letteratura tecnico-scientifica sui contenuti e sui metodi di elaborazione di una carta geologico tecnica.

In particolare, i problemi più frequentemente riscontrati possono essere schematicamente riassunti nei seguenti punti:

• scarsa chiarezza sulle differenze tra carta geologica s.s. e carta geologico tecnica (es. unità litologiche vs formazioni geologiche);

• scarsa comprensione del percorso metodologico in cui si colloca la carta geologico tecnica negli studi di microzonazione sismica, resa evidente dai numerosi elementi ininfluenti per la valutazione della risposta sismica locale rappresentati (es. estremo dettaglio nella descrizione litostratigrafica vs necessaria semplificazione della stessa litostratigrafia richiesta nelle simulazioni numeriche);

• insufficiente approfondimento da parte della comunità scientifica su alcune tematiche specifiche che concorrono alla definizione della pericolosità sismica locale (es. amplifi-cazioni topografiche);

• oggettiva difficoltà di classificazione e rappresentazione di alcuni elementi “geologici” (es. descrizione litologica e geometrica di un’unità geologica di origine vulcanica);

• scarsa conoscenza da parte dei professionisti della geologia del Quaternario (es. cosa è una faglia attiva e capace).

Raccogliendo, quindi, le esperienze di questo primo anno di attività e le indicazioni delle Regioni, delle Università e degli Enti di ricerca, si stanno predisponendo delle linee guida con l’obiettivo di chiarire e standardizzare un tema che, non essendo stato trattato in modo esaustivo negli ICMS, ha portato a svolgere con difficoltà le attività previste per la redazione degli studi di MS.

In questo lavoro si delineano i temi principali sui quali le linee guida cercheranno di chiarire e integrare le indicazioni già presenti in ICMS.

La carta geologica e la carta geologico tecnica. La carta geologica e la carta geologico tecnica sono spesso equiparate e considerate lo stesso elaborato; questo perché non è mai stato ben definito - in modo chiaro e inequivocabile - quale debba essere il loro contenuto informa-tivo qualificante.

La carta geologico tecnica, in termini generali, è da considerarsi una carta geologica nella quale sono evidenziati:

• i caratteri litostratigrafici;• i caratteri geomorfologici;• i caratteri strutturali e geomeccanici;• le caratteristiche idrologiche e idrogeologiche.

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A differenza di una carta geologica s.s., nella carta geologico tecnica le unità geologiche sono distinte in relazione a caratteristiche tecniche omogenee, che fanno riferimento, in primo luogo, alla litologia. Le informazioni cronostratigrafiche e genetico-deposizionali, proprie della carta geologica s.s., sono conservate e contribuiscono comunque alla stesura della carta geologico tecnica.

In sintesi, la carta geologico tecnica è il risultato della sovrapposizione di tematismi che interpretano il territorio da diversi punti di vista:

• “litostratigrafia”, che fa riferimento principalmente ai dati stratigrafici, geometrici, litologici, tessiturali;

• “geomorfologia”, che analizza le forme, i depositi e i processi evolutivi che modellano il territorio, identificando gli elementi puntuali, lineari e areali rappresentabili;

• “geologia strutturale”, che mira a ricostruire nel dettaglio le geometrie sepolte, anche a supporto della caratterizzazione fisico-meccanica delle unità geologiche;

• “geotecnica e geofisica”, che punta alla quantificazione delle caratteristiche fisiche e geomeccaniche dei terreni;

• “idrogeologia”, che fornisce gli elementi necessari alla definizione della profondità degli acquiferi e all’individuazione delle aree in cui la presenza della falda può indurre criticità nell’uso del territorio.

La rappresentazione cartografica che se ne ricava risulta utile per diversi scopi applicativi, quali la pianificazione territoriale, la valutazione dei rischi naturali, la difesa del suolo, la salvaguardia delle risorse idriche, la valutazione del dissesto idrogeologico.

La carta geologico tecnica per gli studi di microzonazione sismica (CGT_MS) e le sezioni rappresentative. Trattando nello specifico della microzonazione sismica, nella CGT_MS non si dovranno rappresentare tutte le informazioni disponibili, ma dovranno comparire solo quegli elementi che influenzano o sono influenzati dallo scuotimento sismico.

In estrema sintesi, i dati riportati nella CGT_MS devono risultare utili per la definizione di un modello di sottosuolo funzionale, in una prima fase, alla realizzazione della Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (livello 1, Carta delle MOPS; Fig. 1) e, in seguito, alla realizzazione delle analisi numeriche richieste per la redazione delle carte di microzonazione sismica di livello superiore.

La difficoltà che presenta la realizzazione della CGT_MS risiede, come nel caso di una qualsiasi carta geologica, nell’esigenza di rappresentare simbolicamente non solo la distribu-zione in pianta dei corpi geologici, ma di fornire anche informazioni sulla loro disposizione reciproca e sulle loro caratteristiche geometriche, consentendo la ricostruzione di un modello integrato del sottosuolo. Per tale motivo la CGT_MS deve essere corredata da alcune (almeno due) sezioni geologico tecniche significative e rappresentative delle complessità del sottosuo-lo, siano esse di carattere litostratigrafico, geomorfologico o strutturale (Fig. 1). In partico-

lare, le sezioni dovranno essere orientate in modo da evidenziare tutti gli elementi che condizionano la risposta sismica locale. In assenza di elementi strutturali rilevanti e in presenza di morfologie sepolte, paleo-valli ad esempio, il realizzatore dello studio potrà

Fig. 1 – Diagramma di flusso che descrive il percorso metodologico per produrre una carta di MS di livello 1 (Carta delle MOPS). Si noti come i dati del sottosuolo contribuiscano sia alla stesura della CGT_MS, sia all’elaborazione delle sezioni geologico tecniche.

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scegliere orientazioni che siano indipendenti dallo stile strutturale tipico dell’area in studio, ma che meglio si adattano all’orientazione delle morfologie vallive sepolte che possono indurre effetti locali di amplificazione.

La scelta delle sezioni geologico tecniche, sufficientemente rappresentative e ben orientate, condizionerà non solo la MS di livello 1, ma anche le MS di livello successivo, poiché tali sezioni dovranno essere adeguate alla modellazione numerica per la restituzione dei fattori di amplificazione.

Gli elementi che devono essere rappresentati nella CGT_MS e, quindi, nelle sezioni geologico tecniche finalizzate a studi di MS, sono:

• andamento del substrato geologico, che consente di definire lo spessore delle coperture e le eventuali articolazioni della superficie di contatto copertura-substrato, per motivi tettonici o morfologici;

• discontinuità e morfologie sepolte, che mettono in contatto unità litologiche caratterizzate da forti contrasti di impedenza acustica. Le morfologie sepolte, in particolare, come nel caso di paleo-valli, possono indurre fenomeni di amplificazione complessi (2D e 3D), che devono essere accuratamente valutati nell’ambito della MS di livello 3;

• morfologie di superficie, quali scarpate, creste, picchi isolati, che acquisiscono significato rilevante quando hanno caratteristiche tali da condizionare la risposta sismica locale;

• spessori dei litotipi, ai fini della valutazione dei parametri di amplificazione del moto sismico ottenuti attraverso modellazioni numeriche. Le sezioni geologico tecniche, in particolare, devono permettere di rappresentare tutti i litotipi con spessori significativi (generalmente ≥ 3m);

• elementi tettonici e strutturali rilevanti ai fini della microzonazione sismica, quali le faglie attive e capaci. Elementi tettonici non attivi e capaci possono acquisire un significato rilevante ai fini della MS quando interessano un substrato rigido e sono associati ad un’intensa fratturazione;

• andamento della superficie piezometrica, importante per definire la suscettibilità alla liquefazione, nel caso siano presenti depositi clastici incoerenti ad una profondità minore di 20 metri dal p.c. e una falda con una profondità media stagionale inferiore a 15 metri dal p.c.;

• estensione delle zone interessate da instabilità (quali frane, faglie attive e capaci, zone soggette a liquefazione). Per definire tali zone, tutte le informazioni geognostiche dispo-nibili devono essere integrate con quelle di superficie.

Inquadramento della CGT_MS e delle sezioni geologico tecniche nel percorso metodologico degli studi di MS. La CGT_MS e le sezioni geologico tecniche sono determinanti (con la reinterpretazione dei dati di sottosuolo pregressi) nella stesura della Carta di Livello 1 (MOPS). Ma le indicazioni che forniscono sono anche alla base di alcune scelte che devono essere effettuate nella fase di approfondimento degli studi (livelli 2 e 3) e che molto dipendono dalla complessità geologico tecnica dell’area considerata, complessità rappresentata, appunto, nella CGT_MS e nelle sezioni geologico tecniche (Imprescia et al., in questo volume).

Livello 1 di MS. Negli studi di MS di livello 1, la CGT_MS, corredata da alcune sezioni si-gnificative, è un elaborato necessario alla redazione della Carta delle MOPS, contenendo infor-mazioni rilevanti sugli elementi stratigrafico-litologici, tettonico-strutturali, geomorfologici e idrogeologici, nonché sulle zone instabili presenti nell’area di studio. L’utilizzo congiunto di tali informazioni permette di suddividere qualitativamente il territorio in zone a comporta-mento sismico omogeneo (Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica, MOPS) classifican-dole come zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazione locale e zone suscettibili di instabilità, secondo la definizione degli ICMS. In particolare, alcune delle problematiche che possono presentarsi nella realizzazione della carta delle MOPS e che possono essere risolte utilizzando le informazioni contenute nella CGT_MS, sono:

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• aree con differente litologia ma stesso comportamento dinamico, corrispondenti a diversi poligoni nella CGT_MS, sono attribuite a una stessa microzona (e quindi rappresentate da un solo poligono) nella carta MS di livello 1;

• aree con stessa litologia ma differente spessore e/o rigidezza delle coperture, che determina un comportamento dinamico differente, possono essere distinte in diverse microzone;

• substrato con stessa litologia ma differente rigidezza, in funzione ad esempio del grado di fatturazione, può corrispondere a più microzone;

• identificazione di aree caratterizzate dalla presenza di terreni liquefacibili, che sono trattate come zone di instabilità nelle quali è possibile che si inneschi un tale fenomeno;

• presenza di faglie classificate come attive e capaci;• identificazione di aree interessate da fenomeni di instabilità di versante e altri fenomeni

di instabilità (crolli di cavità, cedimenti differenziali), che sono classificate come zone suscettibili di instabilità nelle quali il dissesto indotto dal sisma può causare deformazioni permanenti;

• individuazione di versanti con pendenza elevata, trattati come aree nelle quali valutare, oltre le problematiche connesse alle litologie interessate, le eventuali amplificazioni del moto sismico dovute a effetti topografici.

Livello 2 di MS. Nel livello 2 di MS i fattori di amplificazione sono valutati attraverso metodi semplificati basati su abachi, costruiti per un modello ideale di sottosuolo costituito da depositi essenzialmente omogenei o a strati orizzontali, piani e paralleli, di estensione infinita, poggianti su bedrock sismico.

Gli abachi, per costruzione, sono dunque applicabili solo in aree geologicamente non complesse e non sono pertanto considerati affidabili in presenza di morfologie (superficiali e sepolte) articolate, responsabili di fenomeni di amplificazione 2D/3D, inversioni di velocità (terreni rigidi sovrastanti terreni più deformabili), fenomeni di instabilità e di deformazioni permanenti. La CGT_MS e le sezioni geologico tecniche sono dunque fondamentali per evidenziare le aree interessate da forme di superficie (es. scarpate, creste, picchi isolati) e sepolte (es. bordi di valli, scarpate sepolte, contatti tettonici) che possono dar luogo a complessi fenomeni 2D/3D di modifica del segnale sismico e per le quali occorrerà realizzare studi di livello 3. Allo stesso modo, la presenza di litotipi più grossolani (sabbie e ghiaie) e/o rocce tenere al tetto di terreni più deformabili (argille, limi), evidenziate nelle sezioni geologico-tecniche, anche in assenza di dati geofisici, indicherà aree presumibilmente caratterizzate da inversione di velocità, da approfondire nel livello 3. Analoghe considerazioni possono svolgersi per le zone suscettibili di deformazioni permanenti (faglie attive e capaci, liquefazione, frane) riportate nella CGT_MS.

L’utilizzo di un abaco prevede, tipicamente, la definizione dei seguenti elementi, desunti dalle informazioni contenute nella CGT_MS unitamente alle indagini geotecniche e geofisiche:

• litotipo prevalente dei terreni di copertura (ghiaia, sabbia, argilla);• spessore stimato della copertura, deducibile dalle sezioni geologico tecniche. Indicazioni

indirette sullo spessore del deposito possono inoltre essere fornite dalle misure di rumore ambientale, elaborate mediante la tecnica HVSR (Albarello e Castellaro, 2011);

• Vs media della copertura, ottenuta da indagini geofisiche con tecniche attive e passive; in assenza di dati geofisici, una stima approssimativa della Vs può essere ottenuta a partire dalla frequenza fondamentale di vibrazione del deposito f0 misurata attraverso microtremori, noto lo spessore totale H del deposito (desumibile dalle sezioni geologico tecniche);

• tipo di profilo di Vs, idealizzato mediante un andamento costante con la profondità o crescente secondo due gradienti (gradiente massimo, gradiente intermedio).

Livello 3 di MS. Il livello 3 di MS è basato su approfondite indagini geologiche, geotecniche e geofisiche e sull’esecuzione di modellazioni numeriche, con la quantificazione dei fattori di

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amplificazione del moto al suolo e la caratterizzazione quantitativa delle zone suscettibili di deformazioni permanenti. Le analisi numeriche sono effettuate mediante codici di calcolo che simulano la propagazione di onde sismiche nel sottosuolo, dal basamento fino alla superficie. In generale, esse si sviluppano attraverso tre fasi principali:

• determinazione delle azioni sismiche di ingresso al bedrock sismico (definizione dell’evento sismico di riferimento e del moto sismico di input);

• definizione del modello di sottosuolo dalle informazioni della CGT_MS e delle sezioni geologico tecniche;

• scelta del codice di calcolo (monodimensionale o bidimensionale, lineare o non lineare, modello costitutivo) ed elaborazione dei risultati ottenuti (es. in termini di fattori di amplificazione del moto sismico, spettri di risposta, deformazioni permanenti).

La CGT_MS, unitamente alle sezioni geologico tecniche, rappresenta uno strumento fondamentale per la definizione del modello integrato di sottosuolo e deve, il più compiutamente possibile, individuare sia il contatto tra copertura e bedrock sismico, sia la natura dei contatti e le geometrie delle unità di copertura, la cui caratterizzazione fisica e meccanica consentirà di effettuare la modellazione numerica.

Inoltre, la valutazione degli elementi morfologici e strutturali riportati nella CGT_MS (forme di superficie e sepolte), anche caratterizzati quantitativamente (ad es. distinguendo valli strette e larghe sulla base del relativo fattore di forma) sono fondamentali per la scelta della geometria del codice di calcolo da utilizzare (1D o 2D). Il modello mono-dimensionale si basa sull’ipotesi che la superficie del piano campagna, le stratificazioni del deposito e il basamento rigido siano orizzontali e di estensione indefinita. Se la superficie libera, ovvero le stratificazioni e/o il basamento rigido presentano un andamento non riconducibile all’orizzontale (es., aree di bordo di valli larghe, valli strette, creste, rilievi), l’assunzione di un modello 1D è poco realistica, in quanto alle amplificazioni 1D si sommano altri effetti connessi alla geometria dei depositi (es., focalizzazione delle onde sismiche, generazione di onde di superficie e loro interazione con onde dirette, risonanza), che determinano una maggiore amplificazione ed una durata più lunga del moto sismico rispetto al caso 1D e richiedono modelli numerici bi-dimensionali.

La carta MS di livello 3 viene elaborata nei casi di situazioni geologiche e geotecniche com-plesse o nel caso in cui sia stata prevista la realizzazione di opere di particolare importanza. Pertanto, il livello 3 di approfondimento interessa le zone stabili suscettibili di amplificazioni locali e le zone suscettibili di instabilità (liquefazione, faglie attive e capaci, frane), particolar-mente gravose sia per la complessità del fenomeno, sia per l’estensione areale del fenomeno.

Per quanto riguarda la liquefazione, la CGT_MS rappresenta un livello di conoscenza di base necessario per individuare la presenza o meno degli elementi predisponenti la liquefazione:

• elementi paleogeografici (paleoalvei, paludi e corsi fluviali sepolti) ed eventuali strutture antropiche di interesse (argini fluviali, aree di bonifica);

• terreni granulari, saturi, nei primi 20 m di sottosuolo, con particelle di diametro com-preso nei fusi granulometrici specificati nelle indicazioni AGI (2005);

• falda ad una profondità media stagionale inferiore ai 15 m dal piano campagna;• segnalazioni di liquefazioni avvenute in occasione eventi sismici passati.Per le analisi delle faglie attive e capaci, la CGT_MS consente di ricavare le informazioni

geologico-geomorfologiche e tettoniche indicative dell’attività recente di una faglia (anomalie nelle forme del paesaggio, diversione di corsi d’acqua o di altri elementi lineari e scarpate di faglia, dislocazioni di terreni tardo pleistocenico-olocenici), necessarie per predisporre un piano di indagini da eseguirsi nel livello 3 di MS.

La CGT_MS rappresenta, infine, come per le altre instabilità, un livello propedeutico e necessario a individuare la presenza di frane inattive, forme associate a movimenti gravitativi profondi, o di elementi predisponenti fenomeni franosi: terreni sciolti o fratturati su pendii acclivi, falda ad una profondità media stagionale modesta, eventuali segnalazioni di frane indotte da eventi sismici passati.

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Nel livello 3 di MS tutte queste informazioni sono utili a predisporre un piano di indagini finalizzato all’acquisizione di sufficienti dati stratigrafici, morfologici, pluviometrici, geotec-nici, attraverso i quali aggiornare la CGT_MS e ricostruire il modello cinematico della frana.

Conclusioni. L’assenza della carta geologico tecnica tra gli elaborati da produrre negli studi di MS di livello 1 ha rappresentato una criticità nell’applicazione degli ICMS (Gruppo di lavoro MS, 2008), emersa in occasione della microzonazione sismica per la ricostruzione dell’area aquilana colpita dal terremoto del 6 aprile 2009 (Gruppo di lavoro MS-AQ, 2010). Allo scopo di risolvere tale problematica, il Gruppo di Lavoro cha aveva operato nell’area aquilana ha predisposto un contributo per l’aggiornamento degli ICMS, definendo i contenuti della carta geologico tecnica per la microzonazione sismica (CGT_MS) e proponendo il suo inserimento tra gli elaborati da produrre negli studi di MS di livello 1 (Martini et al., 2011). Tale proposta è stata recepita negli “Standard di rappresentazione e archiviazione informatica degli studi di MS” (Commissione tecnica MS3907, 2012) predisposti per l’attuazione dell’art. 11 della Legge 77/09 e adottati da tutte le Regioni. Tuttavia, nella stesura di questa carta, allegata agli studi sino ad oggi validati dalla Commissione tecnica di supporto e monitoraggio (OPCM 3907/10), risultano evidenti alcuni problemi e incongruenze dovuti principalmente ai pochi riferimenti disponibili nella letteratura scientifica sui contenuti e sui metodi di elaborazione di una carta geologico tecnica.

Raccogliendo, quindi, le esperienze di questo primo anno di attività e le indicazioni delle Regioni, delle Università e degli Enti di ricerca stanno predisponendo le “Linee guida per l’elaborazione della carta e delle sezioni geologico tecniche per la microzonazione sismica”, con l’obiettivo di chiarire un tema che per la sua complessità ha portato a svolgere con difficoltà le attività previste per la redazione degli studi di MS.

Le linee guida inquadrano la CGT_MS nel percorso metodologico degli studi di MS, descrivendo l’utilizzo delle informazioni in essa contenute, quali la distribuzione delle unità litologiche omogenee, degli elementi tettonico-strutturali, geomorfologici e idrogeologici, nonché delle forme sepolte e di superficie e delle zone instabili. Negli studi di livello 1 di MS l’utilizzo congiunto di tali dati permette di suddividere qualitativamente il territorio in zone a comportamento sismico omogeneo (Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica, MOPS). Nel livello 2 di MS la CGT_MS e le sezioni geologico tecniche consentono di valutare la complessità geologica dell’area di studio e, unitamente ai dati raccolti con le indagini geotecniche e geofisiche, forniscono gli elementi conoscitivi richiesti per l’utilizzo degli abachi: litotipo prevalente e spessore stimato dei terreni di copertura, Vs media della copertura e tipo di profilo di Vs.

Nella MS di livello 3 la CGT_MS, unitamente alle sezioni geologico tecniche, rappresenta uno strumento fondamentale per la definizione del modello integrato di sottosuolo, indispensabile per effettuare la modellazione numerica per la attribuzione dei fattori di amplificazione.

Inoltre, gli elementi morfologici e strutturali riportati nella CGT_MS (forme di superficie e sepolte), anche caratterizzati quantitativamente, contribuiscono alla scelta della geometria del codice di calcolo da utilizzare per la modellazione, mono (1D) o bidimensionale (2D).

Infine, le informazioni contenute nella CGT_MS costituiscono il livello conoscitivo di base fondamentale per lo studio e la parametrizzazione quantitativa delle zone suscettibili di deformazioni permanenti in condizioni sismiche, come quelle interessate da faglie attive e capaci, da fenomeni di liquefazione, da movimenti franosi.BibliografiaAGI (2005). Aspetti geotecnici della progettazione in zona sismica – Linee guida, Pàtron Editore, BolognaD. Albarello e S. Castellaro (2011). Tecniche sismiche passive: indagini a stazione singola, in “Contributi per l’aggiorna-

mento degli Indirizzi e Criteri per la microzonazione sismica”, Ingegneria sismica, a. XXVIII, n. 2Commissione tecnica MS3907 (2012). Standard di rappresentazione e archiviazione informatica degli studi di MS vers.

2.0, http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Standard_MSv2_0_pdf3.pdfG. Martini, S. Castenetto, G. Naso (2011). La carta geologico tecnica per gli studi di MS, in “Contributi per l’aggiornamento

degli Indirizzi e Criteri per la microzonazione sismica”, Ingegneria sismica, a. XXVIII, n. 2

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Gruppo di lavoro MS (2008). Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica, Dipartimento della Protezione Civile e Conferenza delle Regioni e Province Autonome, 3 vol. e DVD.

Gruppo di lavoro MS-AQ (2010). Microzonazione sismica per la ricostruzione dell’area aquilana, Regione Abruzzo Dipartimento della Protezione Civile, 3 vol. e DVD.

P. Imprescia, M. Coltella, G. Naso (2013). Il percorso metodologico per gli studi di microzonazione sismica, in questovolume.

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