La caffarella. storia e degrado.

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Il parco della Caffarella Il parco si estende per 190 ettari e deve la sua importanza storico-culturale alla sua ubicazione a ridosso delle mura Aureliane e tra due principali vie dell’antichità: la via Appia e la via Latina. Interamente attraversata dal fiume Almone, nella valle sono abbondanti le sorgenti d’acqua utilizzate fin dall’antichitàcon un’estesa rete di canali, per alimentare impianti termali e fontane monumentali.

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Il parco della CaffarellaIl parco si estende per 190 ettari e deve la sua importanza storico-culturale alla sua ubicazione a ridosso delle mura Aureliane e tra due principali vie dell’antichità: la via Appia e la via Latina. Interamente attraversata dal fiume Almone, nella valle sono abbondanti le sorgenti d’acqua utilizzate fin dall’antichitàcon un’estesa rete di canali, per alimentare impianti termali e fontane monumentali.

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III secolo a.C. : parte della Caffarella era posseduta dalla famiglia di Attilio Regolo

II secolo d.C. : diventò proprietà della famiglia di Annia Regilla; In seguito il parco venne acquisito dal marito Erode Attico.

III secolo d.C. : Massenzio vi edificò il suo palazzo, il circo e la tomba del figlio Romolo.

Età repubblicana/ Età imperiale : la valle fu densamente occupata da grandi

ville, tempietti e sepolcri, di cui ancora oggi abbiamo testimonianza

V secolo d.C. : con la caduta dell’Impero romano tutta l’area venne incorporata nel patrimonio ecclesiastico

Medioevo : vennero costruite numerose torri di guardia. Inoltre, in questo periodo, la valle veniva usata come cava.

Historia

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XVI secolo: i Caffarelli, nuovi proprietari, resero il complesso un’azienda agricola, e vi edificarono il casale della Vaccareccia.

1695: il terreno fu acquisito dai Pallavicini, e da questi nel 1816 ai Torlonia. In seguito la proprietà passò ai Gerini.

Età Napoleonica: il prefetto napoleonico Camille De Tournon, progettò di realizzare un parco archeologico nel complesso dell’Appia Antica ma con la caduta di Napoleone non se ne fece più nulla.

Camille De Tournon

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La Caffarella primissimi anni '90, quando "il prato" ancora non era un parco,le auto vi entravano liberamente.

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Veduta della tomba di Cecilia Metella dalla caffarella, 1982.

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Il ninfeo di Egeria alla caffarella, prima delle recinzioni che ne hanno inibito l'accesso.

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Grotta Egeria al Parco della Caffarella, anno 1854.

Moto carro in disuso fuori delle fungai.

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La caffarella prima della sistemazione a parco,metà anni'80.

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Caffarella, 1988 ovini al pascolo.

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1950: la Caffarella fu posta sotto tutela ai sensi della legge 1497/39

riguardo la protezione delle bellezze naturalistiche. Fu anche commissionato a tecnici e politici di redigere un Piano territoriale paesistico; questa commissione era propensa per una salvaguardia dell’area, così fu sciolta in seguito alla reazione negativa dei proprietari terrieri.

1960: venne formata una nuova commissione che consentiva la costruzione su 4 milioni di mq nel parco.

1962: nel piano regolatore di Roma si riprese la proposta “Gerini”: questi, sponsorizzò un Piano Territoriale Paesistico che consisteva nell’offrire al comune tutta la fascia centrale del parco (quella caratterizzata da paludi, marrane, canneti) e nell’ottenere in cambio l’autorizzazione per la costruzione di villette sulle parti laterali (più elevate)Questo progetto provocò il dissenso nel mondo culturale tanto che presentarono una petizione con cui si ottenne la totale destinazione del parco al pubblico.

Leges

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1965: fu approvato il nuovo Piano Regolatore da parte del Ministro dei Lavori Pubblici.

1984: erano scaduti i vincoli di protezione del parco garantiti dalla legge, così tornò valido il Piano Regolatore del 1962. Inoltre il parco era soggetto ad un totale degrado; infatti il comune non aveva fondi né volontà per effettuare un nuovo esproprio;. Proprio a causa di questa situazione nacque il Comitato che si è adoperò per la tutela e il restauro del parco attraverso il dialogo con il Comune.

1986: viene sequestrata e bonificata le aree soggette a un maggiore disfacimento.

1996: vengono stanziati 10 miliardi per interventi di restauro ottenuti grazie al Comitato.

1997: iniziano le procedure per l’acquisizione dei primi 70 ettari della Caffarella, il suo bonifico e il restauro di molti monumenti.

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Il degrado della Caffarella-I rifiuti

-Baracche

-Orti abusivi

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I Rifiuti•Principale tra le problematiche del parco è quella dei rifiuti, che si trovano sparsi su gran parte della superficie del parco, per l’incuria e l’inciviltà di alcuni cittadini. rifiuti sono di varia natura, dalle semplici bottiglie di plastica a pneumatici ed elettrodomestici. Dalle condizioni dei rifiuti si deduce che si trovino nel parco da lungo tempo, e che quindi il comune non si sia mobilitato per la pulizia.

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Le baracche Un altra seria causa

di degrado ambientale consiste nella presenza di numerosi orti abusivi con le relative baracche per il deposito degli attrezzi, che negli ultimi anni hanno invaso le aree non più coltivate per l'abbandono dei proprietari. Tali orti erano localizzati in prossimità dei corsi d'acqua, lungo la marrana della Caffarella, a ridosso di via Macedonia e lungo il fiume Almone.

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Lettera di un cittadino, Febbraio 2009. “Caro Comitato per il Parco 

ho la triste impressione che la Caffarella sia riprecipitata indietro di almeno 15 anni negli ultimi mesi. Ieri, PER LA PRIMA VOLTA, ho rinunziato a fare una lunga passeggiata nel parco per evitare di farmi il sangue amaro. Credo che sia sotto gli occhi di tutti che il degrado regna ormai sovrano e senza concorrenti. Il numero di auto che, sabato e domenica comprese, traversano la Caffarella è ormai senza limiti. La maggior parte degli automobilisti peraltro corre e suona se per caso trova qualche disgraziato pedone, con passeggino, che si azzarda a camminare lungo la strada che mi risulta dovrebbe essere ancora pedonale. I rangers all'amatriciana alzano le spalle dicendo che si tratta di autorizzati. A domanda quante siano le auto autorizzate però, nessuno sa rispondere. Comunque non credo che i signori che vanno a comprare caciotte e ricotte e agnelli alla Vaccareccia siano autorizzati, ma tant'è. Il numero di baracche sta d'altra parte cominciando a diventare abbastanza cospicuo da farci sognare di stare a Rio de Janeiro. Un paio di settimane fa alcuni ospiti permanenti del parco per riscaldarsi (giustamente) di notte stavano (ingiustamente) tagliando delle piante. La sporcizia sta conseguentemente ritornando a livelli di tanti anni fa. Purtroppo, come saprete c'è stata una nuova morte per overdose nella parte di Via Bitinia, che è ormai diventata una delle tante zone off-limits del parco. Delle acquisizioni ed espropri non se ne sente più parlare. Cosa sta succedendo? Vi prego dimostratemi che sto esagerando. Cordialmente e buon lavoro a tutti noi.”