LA BELLEZZA DI ESSERE UNITI Solidali per la vita · (1,27), Rieti (1,24) e ... Oggi si celebra la...

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LA BELLEZZA DI ESSERE UNITI VINCENZO TESTA Solidali per la vita domenica prossima. «Incalzante, dunque, diventa la domanda: che mondo lasceremo ai figli, ma anche a quali figli lasceremo il mondo?» arà la sempre più ampia presenza di cristiani provenienti dalle nazioni dell’est europeo, sarà il rinnovato impegno delle varie chiese cristiane ma si ha proprio la sensazione forte che questa settimana per l’unità dei cristiani sia entrata nella vita concreta delle nostre parrocchie e diocesi. Lo scambio di relazioni sempre più sentite tra vescovi cattolici, ortodossi ed evangelici, preti e pastori delle chiese delle varie confessioni cristiane si fa più inteso e si percepisce un clima di maggiore comunione. Si avverte la ricerca di un’unità nella diversità che trasmette sentimenti di fratellanza e lascia intravedere spazi per costruire un futuro sempre più insieme. Papa Francesco sta dando un impulso forte in questa direzione e anche nel Lazio le varie diocesi si sono fatti promotrici di eventi significativi in questa direzione nei quali si vivono momenti di preghiera, dialogo e confronto sempre più intensi. Uno dei terreni nei quali, però, occorre forse lavorare insieme con maggiore intensità è quello della realizzazione di opere di carità. Unire le forze per intervenire nelle povertà materiali e spirituali del nostro tempo realizzando opere segno capaci di esprimere nella concretezza la maturità di una coscienza che desidera realizzare l’unità. Ci sono esperienze ed iniziative già promosse e realizzate insieme per la Pace e la promozione umana. E non solo. Si tratta, per esempio, di valorizzare quelle esperienze che vedono già uniti cristiani di confessioni diverse in terra straniera dove si soffre insieme e insieme ci si presta aiuto con carità fraterna. Questo ecumenismo della sofferenza che si vive nei territori nei quali i cristiani sono perseguitati e uccisi è lo stesso ecumenismo che deve sempre più trovare cittadinanza anche su altri versanti nella nostra terra dove è possibile costruire e far crescere una solidareità e una fraternità forte. Queste sono le testimonianze che debbono scaturire dalla preghiera, perchè è nella vita quotidiana che siamo chiamati dall’unico Spirito a sentirci ed essere fratelli. Le occasioni non mancano e la forte presenza di comunità di cristiani non cattolici che hanno scelto di vivere in Italia ne offre l’opportunità. E’ bello sapere, infatti, che esistono strutture di carità che il volontariato cattolico ha realizzato e che offre a servizio delle povertà nelle quali prestano la loro opera volontari di altre confessioni cristiane. Qui si lavora fianco a fianco nella pace e nella concordia. Ed è così che l’unità pregata si fa vita vera, vita autentica, vita ordinaria impreganndo la società di una linfa nuova. Questo è bello, bello davvero. S DI REMIGIO RUSSO l prossimo 1 febbraio la Chiesa italiana invita a una riflessione nell’ambito della Giornata della Vita, giunta alla XXXVII edizione. Il Messaggio evidenzia come la vera sfida attuale per il cristiano sia partire dal Sì alla vita per costruire il vero umanesimo. Una risposta data pensando a bambini e anziani che «costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita», per rifarsi a papa Francesco, e a loro «va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita». Certo, ci sono situazioni speciali come «quando una famiglia si apre ad accogliere una nuova creatura». A preoccupare i Vescovi è anche il calo demografico che «avrà effetti devastanti sul futuro: i bambini che nascono oggi, sempre meno, si ritroveranno ad essere come la punta di una piramide sociale rovesciata, portando su di loro il peso schiacciante delle generazioni I precedenti». Affermazione basata anche sulle statistiche dell’Istat che ha misurato il tasso di fecondità, al 2013 (i nati vivi rispetto alle donne in età fertile). Nel Lazio l’indicatore segna 1,42 totale rispetto all’1,39 nazionale. A livello provinciale, c’è Roma che guida la classifica con 1,46 e a seguire Latina (1,43), Frosinone (1,27), Rieti (1,24) e Viterbo (1,23). Interessante, anche la divisione per nazionalità. Gli italiani segnano 1,35 a livello regionale; Roma e Latina in vetta (1,38 e 1,33), con dietro Rieti e Frosinone (1,22 e 1,21) e poi Viterbo (1,14). A elevare il tasso sono gli stranieri, con numeri oltre la media nazionale, a partire dall’1,95 regionale. Sorprese nelle province. Latina si attesta al 2,39, seguita da Frosinone (2,05), Roma (1,93), Viterbo e Rieti (1,71 e 1,45). In ogni caso, lasciando da parte i “decimali”, si parla di uno o due figli per famiglia. Numeri esigui le cui cause sono ben chiare ai Vescovi: «Il triste fenomeno dell’aborto è una delle cause di questa situazione, impedendo ogni anno a oltre centomila esseri umani di vedere la luce e di portare un prezioso contributo all’Italia. Non va, inoltre, dimenticato che la stessa prassi della fecondazione artificiale, mentre persegue il diritto del figlio ad ogni costo, comporta nella sua metodica una notevole dispersione di ovuli fecondati, cioè di esseri umani, che non nasceranno mai». I Pastori sanno bene che «il desiderio di avere un figlio è nobile e grande» ma a frenarlo c’è anche la crisi economica attuale ma «il nostro paese non può lasciarsi rubare la fecondità». Però, «affinché questo desiderio non si trasformi in pretesa occorre aprire il cuore anche ai bambini già nati e in stato di abbandono. Si tratta di facilitare i percorsi di adozione e di affido che sono ancora oggi eccessivamente carichi di difficoltà per i costi, la burocrazia e, talvolta, non privi di amara solitudine». C’è anche un suggerimento finale dei vescovi: «La solidarietà verso la vita può aprirsi anche a forme nuove e creative di generosità, come una famiglia che adotta una famiglia». «Senza solidarietà nulla è possibile» a vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato. Senza so- lidarietà nulla è possibile in questo mondo». Sono le parole di Raul Follerau, scrittore, poeta e giornalista francese che per il suo impegno fu definito “a- postolo dei malati di lebbra”. che nel 1954 istituì la Giornata mondiale dei malati di lebbra, di cui oggi ricorre la 62ª edizione col tema «Vivere è aiutare a vivere». Bisogna ricorda- re quello che Follerau ha sempre vissuto: il mandato del Signore di guarire i ma- lati. Come Gesù, quando in- contra il malato di lebbra, ne accoglie il grido, lo gua- risce e lo restituisce alla vi- ta sociale, oggi vogliamo metterci in ascolto di tante persone che ancora nel mondo sono colpite dal morbo, per dare voce al loro grido di aiuto. La Chie- sa missionaria ha una lunga tradizione di assistenza verso i malati di lebbra e ha sempre fornito loro, oltre alle cure mediche e all’assistenza spirituale, la formazione per la prevenzione e possibilità concrete di reinserimento nella società. Infatti in molti paesi è ancora grave la discriminazione verso questi malati. Ciascun malato ha bisogno della nostra generosità per essere curato in tempo, per evitare una doppia condanna, fisica e sociale. È a questa sfida, a questa speranza, che contribuiranno le offerte raccolte oggi. Carla Cristini L « E DITORIALE RIFUGIATI ALBANO DIALOGO, FEDE E IDENTITÀ a pagina 3 ANAGNI PER DIRE «PACE» AD ALTA VOCE a pagina 4 C. CASTELLANA NELLA PARROCCHIA, PER LA PARROCCHIA a pagina 5 CIVITAVECCHIA PER UNA CHIESA EVANGELIZZATRICE a pagina 6 FROSINONE «LA DIVERSITÀ È RICCHEZZA» a pagina 7 GAETA UN CORSO DI OMILETICA a pagina 8 LATINA IL TERRITORIO BENE COMUNE a pagina 9 PALESTRINA LA MENSA DELLA PAROLA a pagina 10 PORTO-S. RUFINA ACCOGLIENZA E INCONTRO a pagina 11 SORA IMMIGRATI UGUALI, DUNQUE FRATELLI a pagina 13 TIVOLI È NEI FIGLI IL NOSTRO FUTURO a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI UNA FONDAZIONE PER LA CITTÀ a pagina 12 LAZIO SETTE i spengono quest’oggi gli echi della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema di quest’anno, “Dammi un po’ d’ac- qua da bere”, è tratto dal famoso episodio dell’incontro di Gesù con la samaritana nel Vangelo di san Giovanni. Come dice san Tomma- so d’Aquino, commentando questo brano: «Chiese da bere sia per- ché aveva sete di acqua a causa della calura del giorno; sia perché aveva sete della salvezza dell’uomo mosso dall’amore»”. E una pa- rola, allora, risuona: conversione. La conversione dell’amore che o- pera: l’umanità attende una Chiesa che annunci la grandezza del- l’amore di Dio. Una Chiesa non più frammentata e discorde, ma u- na Chiesa armonica e sinfonica in cui ogni espressione e ogni gesto sia opera comune di una verità che doni fondamento alla vita e al- la speranza dell’umanità. La conversione della nostra visione dell’u- nità delle Chiese: dall’uniformità rigida e monolitica a una comu- nione sorretta dallo Spirito Santo e che trova nel Signore Gesù la sua ragione e la sua forza. La conversione che nasce dal condividere l’ar- dente sete di Gesù per la salvezza di ogni persona: dall’attendere che qualcuno torni a casa all’audacia della missione e della presenza vi- va nelle periferie della storia e della vita. Solo cristiani convertiti al- la grazia del Signore, solo comunità di fede rinnovate dalla luce del- lo Spirito, soltanto Chiese fedeli al mandato del Padre possono dav- vero generare nel mondo la speranza, la gioia e la certezza di un fu- turo colorato dalle sfumature – non grigie – di un Amore eterno. E colmare la sete di Dio per la nostra autentica salvezza. Francesco Guglietta S Generare speranza nel mondo Domenica, 25 gennaio 2015 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 MARTEDÌ PER RICORDARE L’OLOCAUSTO a pagina 2 IL FATTO La Coppa d’Africa per promuovere l’incontro al Cara L’inaugurazione della Coppa d’Africa al Cara di Castelnuovo di Porto, domenica scorsa, ha offerto l’occasione per un momento di riflessione e preghiera sul tema dei rifugiati. L’evento è stato organizzato dalla cooperativa sociale Auxilium, che gestisce il centro, come iniziativa per la Giornata del migrante e rifugiato, in collaborazione con l’amministrazione del comune alle porte di Roma. (il servizio a pagina 11) Oggi si celebra la 62ª Giornata

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LA BELLEZZADI ESSERE UNITI

VINCENZO TESTA

Solidali per la vitadomenica prossima.«Incalzante, dunque, diventa la domanda: chemondo lasceremo ai figli, ma anche a quali figli lasceremo il mondo?»

arà la sempre più ampia presenzadi cristiani provenienti dallenazioni dell’est europeo, sarà il

rinnovato impegno delle varie chiesecristiane ma si ha proprio lasensazione forte che questa settimanaper l’unità dei cristiani sia entratanella vita concreta delle nostreparrocchie e diocesi.Lo scambio di relazioni sempre piùsentite tra vescovi cattolici, ortodossied evangelici, preti e pastori dellechiese delle varie confessioni cristianesi fa più inteso e si percepisce unclima di maggiore comunione. Siavverte la ricerca di un’unità nelladiversità che trasmette sentimenti difratellanza e lascia intravedere spaziper costruire un futuro sempre piùinsieme. Papa Francesco sta dando un impulsoforte in questa direzione e anche nelLazio le varie diocesi si sono fattipromotrici di eventi significativi inquesta direzione nei quali si vivonomomenti di preghiera, dialogo econfronto sempre più intensi. Uno deiterreni nei quali, però, occorre forselavorare insieme con maggioreintensità è quello della realizzazionedi opere di carità. Unire le forze perintervenire nelle povertà materiali espirituali del nostro temporealizzando opere segno capaci diesprimere nella concretezza lamaturità di una coscienza chedesidera realizzare l’unità. Ci sonoesperienze ed iniziative già promossee realizzate insieme per la Pace e lapromozione umana. E non solo. Sitratta, per esempio, di valorizzarequelle esperienze che vedono già uniticristiani di confessioni diverse in terrastraniera dove si soffre insieme einsieme ci si presta aiuto con caritàfraterna. Questo ecumenismo dellasofferenza che si vive nei territori neiquali i cristiani sono perseguitati euccisi è lo stesso ecumenismo chedeve sempre più trovare cittadinanzaanche su altri versanti nella nostraterra dove è possibile costruire e farcrescere una solidareità e unafraternità forte. Queste sono letestimonianze che debbono scaturiredalla preghiera, perchè è nella vitaquotidiana che siamo chiamatidall’unico Spirito a sentirci ed esserefratelli. Le occasioni non mancano e la fortepresenza di comunità di cristiani noncattolici che hanno scelto di vivere inItalia ne offre l’opportunità. E’ bellosapere, infatti, che esistono strutture dicarità che il volontariato cattolico harealizzato e che offre a servizio dellepovertà nelle quali prestano la loroopera volontari di altre confessionicristiane. Qui si lavora fianco a fianconella pace e nella concordia. Ed è cosìche l’unità pregata si fa vita vera, vitaautentica, vita ordinaria impreganndola società di una linfa nuova. Questo èbello, bello davvero.

S

DI REMIGIO RUSSO

l prossimo 1 febbraio la Chiesaitaliana invita a una riflessionenell’ambito della Giornata della

Vita, giunta alla XXXVII edizione. IlMessaggio evidenzia come la verasfida attuale per il cristiano sia partiredal Sì alla vita per costruire il veroumanesimo. Una risposta datapensando a bambini e anziani che«costruiscono il futuro dei popoli; ibambini perché porteranno avanti lastoria, gli anziani perché trasmettonol’esperienza e la saggezza della lorovita», per rifarsi a papa Francesco, e aloro «va riconosciuto e tutelato ildiritto primordiale alla vita». Certo,ci sono situazioni speciali come«quando una famiglia si apre adaccogliere una nuova creatura». Apreoccupare i Vescovi è anche il calodemografico che «avrà effettidevastanti sul futuro: i bambini chenascono oggi, sempre meno, siritroveranno ad essere come la puntadi una piramide sociale rovesciata,portando su di loro il pesoschiacciante delle generazioni

Iprecedenti». Affermazione basataanche sulle statistiche dell’Istat cheha misurato il tasso di fecondità, al2013 (i nati vivi rispetto alle donnein età fertile). Nel Lazio l’indicatoresegna 1,42 totale rispetto all’1,39nazionale. A livello provinciale, c’èRoma che guida la classifica con 1,46e a seguire Latina (1,43), Frosinone(1,27), Rieti (1,24) e Viterbo (1,23).Interessante, anche la divisione pernazionalità. Gli italiani segnano 1,35a livello regionale; Roma e Latina invetta (1,38 e 1,33), con dietro Rieti eFrosinone (1,22 e 1,21) e poi Viterbo(1,14). A elevare il tasso sono glistranieri, con numeri oltre la medianazionale, a partire dall’1,95regionale. Sorprese nelle province.Latina si attesta al 2,39, seguita daFrosinone (2,05), Roma (1,93),Viterbo e Rieti (1,71 e 1,45). In ognicaso, lasciando da parte i “decimali”,si parla di uno o due figli perfamiglia. Numeri esigui le cui causesono ben chiare ai Vescovi: «Il tristefenomeno dell’aborto è una dellecause di questa situazione,impedendo ogni anno a oltre

centomila esseri umani di vedere laluce e di portare un preziosocontributo all’Italia. Non va, inoltre,dimenticato che la stessa prassi dellafecondazione artificiale, mentrepersegue il diritto del figlio ad ognicosto, comporta nella sua metodicauna notevole dispersione di ovulifecondati, cioè di esseri umani, chenon nasceranno mai». I Pastorisanno bene che «il desiderio di avereun figlio è nobile e grande» ma afrenarlo c’è anche la crisi economicaattuale ma «il nostro paese non puòlasciarsi rubare la fecondità». Però,«affinché questo desiderio non sitrasformi in pretesa occorre aprire ilcuore anche ai bambini già nati e instato di abbandono. Si tratta difacilitare i percorsi di adozione e diaffido che sono ancora oggieccessivamente carichi di difficoltàper i costi, la burocrazia e, talvolta,non privi di amara solitudine». C’èanche un suggerimento finale deivescovi: «La solidarietà verso la vitapuò aprirsi anche a forme nuove ecreative di generosità, come unafamiglia che adotta una famiglia».

«Senza solidarietà nulla è possibile»a vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nelsorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato. Senza so-

lidarietà nulla è possibile in questo mondo». Sono le parole di Raul Follerau,scrittore, poeta e giornalista francese che per il suo impegno fu definito “a-postolo dei malati di lebbra”. che nel 1954 istituì la Giornata mondiale deimalati di lebbra, di cui oggi ricorre la 62ª edizione col tema «Vivere è aiutare

a vivere». Bisogna ricorda-re quello che Follerau hasempre vissuto: il mandatodel Signore di guarire i ma-lati. Come Gesù, quando in-contra il malato di lebbra,ne accoglie il grido, lo gua-risce e lo restituisce alla vi-ta sociale, oggi vogliamometterci in ascolto di tantepersone che ancora nel

mondo sono colpite dal morbo, per dare voce al loro grido di aiuto. La Chie-sa missionaria ha una lunga tradizione di assistenza verso i malati di lebbrae ha sempre fornito loro, oltre alle cure mediche e all’assistenza spirituale, laformazione per la prevenzione e possibilità concrete di reinserimento nellasocietà. Infatti in molti paesi è ancora grave la discriminazione verso questimalati. Ciascun malato ha bisogno della nostra generosità per essere curatoin tempo, per evitare una doppia condanna, fisica e sociale. È a questa sfida,a questa speranza, che contribuiranno le offerte raccolte oggi.

Carla Cristini

E D I T O R I A L E

RIFUGIATI

◆ ALBANODIALOGO, FEDEE IDENTITÀ

a pagina 3

◆ ANAGNIPER DIRE «PACE»AD ALTA VOCE

a pagina 4

◆ C. CASTELLANANELLA PARROCCHIA,PER LA PARROCCHIA

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAPER UNA CHIESAEVANGELIZZATRICE

a pagina 6

◆ FROSINONE«LA DIVERSITÀÈ RICCHEZZA»

a pagina 7

◆ GAETAUN CORSODI OMILETICA

a pagina 8

◆ LATINAIL TERRITORIO BENE COMUNE

a pagina 9

◆ PALESTRINALA MENSADELLA PAROLA

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINAACCOGLIENZAE INCONTRO

a pagina 11

◆ SORAIMMIGRATI UGUALI,DUNQUE FRATELLI

a pagina 13

◆ TIVOLIÈ NEI FIGLIIL NOSTRO FUTURO

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIUNA FONDAZIONEPER LA CITTÀ

a pagina 12

LAZIOSETTE

i spengono quest’oggi gli echi della settimana di preghiera perl’unità dei cristiani. Il tema di quest’anno, “Dammi un po’ d’ac-

qua da bere”, è tratto dal famoso episodio dell’incontro di Gesù conla samaritana nel Vangelo di san Giovanni. Come dice san Tomma-so d’Aquino, commentando questo brano: «Chiese da bere sia per-ché aveva sete di acqua a causa della calura del giorno; sia perchéaveva sete della salvezza dell’uomo mosso dall’amore»”. E una pa-rola, allora, risuona: conversione. La conversione dell’amore che o-pera: l’umanità attende una Chiesa che annunci la grandezza del-l’amore di Dio. Una Chiesa non più frammentata e discorde, ma u-na Chiesa armonica e sinfonica in cui ogni espressione e ogni gestosia opera comune di una verità che doni fondamento alla vita e al-la speranza dell’umanità. La conversione della nostra visione dell’u-nità delle Chiese: dall’uniformità rigida e monolitica a una comu-nione sorretta dallo Spirito Santo e che trova nel Signore Gesù la suaragione e la sua forza. La conversione che nasce dal condividere l’ar-dente sete di Gesù per la salvezza di ogni persona: dall’attendere chequalcuno torni a casa all’audacia della missione e della presenza vi-va nelle periferie della storia e della vita. Solo cristiani convertiti al-la grazia del Signore, solo comunità di fede rinnovate dalla luce del-lo Spirito, soltanto Chiese fedeli al mandato del Padre possono dav-vero generare nel mondo la speranza, la gioia e la certezza di un fu-turo colorato dalle sfumature – non grigie – di un Amore eterno. Ecolmare la sete di Dio per la nostra autentica salvezza.

Francesco Guglietta

SGenerare speranza nel mondo

Domenica, 25 gennaio 2015

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

Email: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]: Salvatore Mazza

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ MARTEDÌPER RICORDAREL’OLOCAUSTO

a pagina 2

IL FATTOLa Coppa d’Africaper promuoverel’incontro al Cara

L’inaugurazione dellaCoppa d’Africa al Caradi Castelnuovo diPorto, domenicascorsa, ha offertol’occasione per unmomento di riflessionee preghiera sul temadei rifugiati. L’evento èstato organizzato dallacooperativa socialeAuxilium, che gestisceil centro, comeiniziativa per laGiornata del migrantee rifugiato, incollaborazione conl’amministrazione delcomune alle porte di Roma.(il servizio a pagina 11)

Oggi si celebra la 62ª Giornata

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Perchéla Shoahnon cadanell’oblio

Si celebrerà martedì prossimo in tutta Italiail «Giorno della memoria» per ricordarel’Olocausto. Iniziative in tutta la regione

Raymond A. Moody

«Sì, ho visto DioNon posso averlo né sognatoné immaginatoperché la mia corteccia cerebraleera del tuttofuori uso a causa della meningite»

«Il mio inizio di viaggio dentro il paradiso»DI ACHILLE PROSTAMO

rancesco è un medico di originimeridionali che abita ormai daqualche anno in provincia di

Viterbo, in un piccolo borgo dellaTuscia contornato da pascoli e casolariabbandonati. Ha il tono calmo erassicurante di chi è certo di non poteressere smentito. Anche se quello cheracconta è davvero incredibile: latestimonianza di quanto è bello viveredopo aver incontrato Dio. Al telefonoFrancesco ci dice infatti del suo«viaggio in paradiso» e del suoincontro con l’aldilà. Francesco ha duelauree, la prima in medicina, laseconda in odontoiatria, ed è oggi unmedico molto rispettato. Ma nel 2008la sua vita è cambiata. Ha rischiato dinon farcela per una meningitefulminante e durante sette giorni dicoma è convinto di aver avuto

Fun’esperienza di pre–morte. La suastoria è finita in molti giornali e lui,oggi, è fiero di ribadire che «il Paradisoesiste davvero». Il caso di Francesco èuno dei molti che si sentono semprepiù spesso dai media, o documentateanche su vari studi, a partire da quellidi Raymond A. Moody che, nel 1975,per primo affrontò i casi di pre–morte.E anche il suo racconto, che va oltre,racconta allo stesso modo fatti esituazioni analoghe. Non si tratta diun déjà–vu, ma di un qualcosa su cuipoter riflettere. Qualcosa di comunquestraordinario. Anche per questo, forse,le domande vengono fuori son senzaqualche imbarazzo.Professore, ha davvero visto Dio?Certo. E molto altro. Sono stato inParadiso. E non posso averlo nésognato né immaginato perché la miacorteccia cerebrale era completamentefuori uso a causa della meningite da

e–coli, una forma rarissima.Ci descrive la sua esperienza?Non avevo nessuna memoria dellamia vita in terra, del mio lavoro, deimiei affetti, ero senza peso, nonconoscevo il concetto di essere umano,vivente. Ero fatto solo di sensi. E perme quel viaggio è durato per sempre. Ècominciato sottoterra, in un ambientebuio. Poi una musica mi ha chiamatoin alto e mi sono trovato in una valle,dove tutto sembrava davvero surreale.Sopra le nuvole c’erano creaturemeravigliose che ho chiamato angeliperché non saprei come descriverlealtrimenti. I colori erano brillanti ecangianti. Intorno a me c’era una forzapotentissima, era amore puro eincondizionato. Era Dio. Mi sonoaccorto che stavo viaggiando con afianco a me una donna bellissima.Quell’essere celestiale senza parlare miripeteva una frase come se mi dicesse

che se lì stavo bene, in realtà, la miadecisione sarebbe stata quella ditornare indietro. Quella donna aveva il volto diqualcuno che lei conosce?Quando l’ho incontrata non losapevo, ma era mia sorella. Sono statoadottato e ho ritrovato i miei verigenitori soltanto qualche anno dopoessere uscito dal coma. Mi hannomandato la foto di mia sorella mortanel 1998 e mi è venuto un colpo. Eralei, la fanciulla del mio viaggio.Quando ho chiesto alla mia mammadi descrivere sua figlia mi ha detto:«Era come un angelo sulla terra».Lei è uno medico e prima era unoscettico. Si aspetta davvero che lagente le creda?Solo gli ignoranti possono noncredermi. Ormai ci sono talmentetante prove, racconti, testimonianze.Quello che ho visto è reale.

Furono sei milioni gli ebrei vittime dello sterminio pianificato dal nazismo

DI ANNA MOCCIA

n percorso civile che si snodaattraverso dibattiti, visite guidate,mostre, spettacoli e soprattutto le

parole, rare e preziose, dei testimoni dellaShoah. Torna anche quest’anno il riccocalendario di iniziative organizzate per laGiornata della Memoria, appuntamentoistituito il 27 gennaio per ricordare ecelebrare l’anniversario della liberazione delcampo di sterminio di Auschwitz–Birkenau.Domenica 25 gennaio a Roma il CentroEbraico Italiano Pitigliani propone la IVedizione di “Memorie di famiglia”:appuntamento alle 10:30 con letture estacchi musicali a cura di giovani voci solistee un coro di voci bianche. Sempre domenica25 gennaio, alle ore 15, ad Alatri si terrà ilconvegno “Gocce di memoria”, dedicato

Uallo studio e alla (ri)scoperta del campo diconcentramento in località Fraschette.Lunedì 26 gennaio a Cerveteri le scuolesaranno protagoniste insieme al Comune,con cineforum, dibattiti e convegni che sisvolgeranno nelle aule magne degli istituti.Per gli studenti delle scuole di Roma, invece,alle ore 10:30 l’opportunità di incontrare RavIsrael Meir Lau, già Rabbino Capo di Israele,all’Auditorium Antonianum di Roma, inoccasione della presentazione del libro“Dalle ceneri alla storia”. Mentre al Parcodella Musica di Roma, alle ore 21, si terrà ilconcerto “Tutto ciò che mi resta”, dedicato almiracolo della musica composta nei lager,che vedrà la partecipazione straordinariadella cantante e attrice tedesca Ute Lemper.In provincia di Latina torna il “ViaggioPontino della Memoria”, con le adesioni deiComuni di Cisterna, Terracina, Sperlonga,

Sabaudia, Pontinia, Maenza e Roccagorga.Partenza per gli studenti fissata il 26gennaio, alla volta di Cracovia, fino adarrivare ad Auschwitz e Birkenau per unavisita guidata nei campi di concentramentonazisti. Tre gli appuntamenti del Comune diSora per il 27 gennaio, che si svolgerannopresso la Sala Polivalente “Vittorio De Sica”:a partire dalle ore 9 incontri per gli studenticon racconti sulla Shoah attraverso le voci dialcuni protagonisti; alle 17 la presentazionedel volume “Ero un bandito” di EnricoZuccaro; alle 18:30 lo spettacolo teatrale“Ciò che rende umani”, che mette in luce lasconfitta del Nazismo attraverso il desideriodi testimonianza delle vittime. Lacelebrazione ufficiale si svolgerà alle ore 11alla Camera dei Deputati, presenti ipresidenti di Camera e Senato, LauraBoldrini e Pietro Grasso.

Numerose iniziative in tutta la regione percelebrare questo giorno della memoria delgenocidio più terribile e sistematico che la storiaumana abbia mai conosciutoNella foto qui sotto, gli studenti del Laziodurante la visita compiuta ad Auchwitz

«Fare memoria» per imparare a capireare memoria di un momento dellastoria che è tra i più brutti tra quellivissuti durante la seconda guerra

mondiale, e non solo, ha i suoi rischi. Sirischia di puntare tutta l’attenzione sullaoscenità perpetrata a scapito, nella mag-gior parte, della comunità ebraica; si ri-schia di dare giudizi che possono caderenella chiacchiera di paese, di cadere nellaretorica dell’indignazione; si rischia, inaltre parole, di fare ricordo più che me-moria. Di fronte a questi rischi la possibi-lità che può aiutare a non cadere nel sen-timentalismo e nella storiografia è quelladi guardare gli eventi non tanto per fare

F cronaca e spettacolo ma per fare, appun-to, «memoria». In fondo, se vogliamo es-sere un po’ più cinici, è facile parlare dinumeri o di volti o ancora di più è facileriempiersi gli occhi di lacrime nell’ascol-tare testimonianze di sopravvissuti allaShoa. Diventa più difficile guardare, algiorno d’oggi, cosa ha portato a questi e-venti se lo si maschera di sentimentali-smo e di rimpianto e si rischia di fomen-tare fuochi assopiti e coperti dalla ceneredel tempo; fuochi che se non spenti benemantengono in piedi ideologie che nonaiutano a dare al giorno della memoriala sua giusta valenza. Ideologie che spin-

gono a rigirare sempre il coltello nellapiaga così che, ogni tanto, il dolore au-menti e si possa ricordare quanto si è sof-ferto. Ma memoria è vita, è rendere pre-sente per prendere esempio non dal malefatto o ricevuto ma di cosa un uomo oun’idea possa fare ad un altro essereumano. Memoria è saper dire che lapaura o l’incomprensione dell’altro nonporta ad eliminarlo ma deve tendere, an-che con sforzo, a cercare di capire e com-prendere per accettare e creare punti do-ve la memoria è fissata su fatti che par-lano di bene.

Rberto Martufi

Una data simbolical 27 gennaio ricorre il 70° anniversario della liberazionedel campo di concentramento di Auschwitz. Quel

giorno del 1945 le truppe sovietiche misero fine a uno deipiù grandi orrori che la Storia abbia mai conosciuto. Conla legge 211 del 20 luglio 2000, la data è divenutasimbolica ed è stata scelta dall’Italia per commemorarel’evento con il “Giorno della Memoria”, che vuolericordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, gliitaliani deportati, imprigionati e morti, nonché tutticoloro che, rischiando propria vita, hanno salvato altrevite e protetto i perseguitati. Attraverso iniziative chevogliono far riflettere sul passato ma anche sul presente,su un evento che il tempo non deve far sbiadire.

An. Moc.

I

Quella «grande luce» un giorno lungo la via verso Damasco

Uno scorcio dell’antica chiesa di S. Paolo a Poggio Mirteto

DI STEFANIA DE VITA

a festa liturgica della “Conversiti SanctiPauli” conclude la Settimana dell’Unitàdei Cristiani, ricordando che non può

esistere un vero movimento ecumenicosenza una profonda conversione. Laconversione di San Paolo è tra i piùimportanti avvenimenti della storia dellaChiesa per lo slancio dell’evangelizzazionetra i pagani e la prima riflessione teologica

L

sul messaggio cristiano. San Paolo era ebreoe, come il padre, apparteneva alla setta deifarisei più rigorosa e recalcitrante alla graziadi Dio, divenne infatti il persecutore piùterribile dei primi seguaci di Gesù. Ma ungiorno, mentre era in viaggio verso la cittàdi Damasco, improvvisamente una grandeluce sfolgorò da cielo, lo accecò facendolocadere da cavallo. Allora Saulo udì una voceche gli diceva: “Saulo, Saulo, perché miperséguiti?”. E lui rispose: “Chi sei, oSignore?”. La voce disse: “Io sono Gesù ilNazareno, che tu perséguiti, alzati eprosegui verso Damasco; là ti verrà dettotutto quello che è stabilito che tu faccia”.Grandi cattedrali e città sono dedicati alSanto Apostolo, ma anche piccole chiesecome quella di Poggio Mirteto (RI),risalente al XIII sec e decorata di affreschi,tra i quali spicca al centro dell’abside laConversione del Santo apostolo. La famadella chiesa è legata alla leggenda secondo

la quale grazie al ripristino dellatradizionale messa del venerdì a suffragiodelle anime morte, nel 1654, si pose fine aduna terribile invasione di cavallette.L’esterno del piccolo edificio è semplice esenza alcun artifizio, mentre l’internostupisce per la bellezza e la sensazione diraccoglimento che avvolge chi varca lasoglia d’ingresso. Gli affreschi chericoprono ancora quasi totalmente le paretisi datano ad un lungo periodo compreso trail ‘200 ed il ‘500 con una conseguentealternanza di stili che vivacizzamaggiormente gli occhi. L’abside è ciò checolpisce immediatamente una volta entrati:in alto l’Incoronazione di Maria tra angelimusicanti, una corona di angioletti ed una“cornice” di nuvole; ai lati Isaia e Salomone.Nella parte bassa è raffigurata laConversione di San Paolo, la scena ha trattifavolistici, il cavallo richiama i ronzini dellefiabe, ma l’episodio è narrato talmentechiaramente che nulla distoglie l’attenzionedall’evento miracoloso. Ai lati le figureieratiche di San Pietro con le chiavi e SanPaolo con la Spada.

Dalla terra nasce il lavoro

rosegue, con laconsegna di altricinque terreni sul

territorio regionale, ilprogetto Terre ai Giovani,l’iniziativa con cui laRegione Lazio ha messo adisposizione diimprenditori giovani emeno giovani 320 ettaridi terreni. Nel dettaglio,le ultime aree assegnate sitrovano nei comuni diRoma (due), MaglianoRomano, Montalto diCastro e Tarquinia. Gliobiettivi sono quelli dicreare nuove opportunitàdi lavoro e di svilupposostenibile e difenderel’ambiente senza lasciarele terre incolte o in manoalla speculazione.

POggi con la festa liturgica della conversione di san Paolo si conclude la Settimana ecumenica di preghiera per l’Unità di tutti i cristiani

Lazio, record di trapiantiel corso del 2014 sono statieseguiti, nei centri trapianto

del Lazio confederati nelprogramma Lazio Transplant, 366trapianti: una cifra record nellanostra regione. In particolare, siregistra un aumento sia nelnumero degli interventi effettuati(366 contro 317, +15% rispetto al2013), che in quello dei donatori,passato da 14,5 per milione diabitanti a 19,7 (+ 5 %), che inquello dei trapianti pediatrici, 10in più dell’anno precedente.«Questi numeri – ha detto ilpresidente della Regione, NicolaZingaretti – danno speranza atutti i cittadini. Molto c’è da fare,ma la grande professionalitàpresente negli ospedali del Laziofa sì che il sistema stia guarendodai suoi mali storici».

(G.Sal.)

N

nel 2014

27 gennaio il corsivo

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 25 gennaio 2015

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Page 3: LA BELLEZZA DI ESSERE UNITI Solidali per la vita · (1,27), Rieti (1,24) e ... Oggi si celebra la 62ª Giornata . ... non cada nell’oblio. Si celebrerà martedì prossimo in tutta

La giornata del migrante e del rifugiatoall’Olgiata e al Cara di Castelnuovo di Porto

Accogliendoe incontrandosi genera vita

Una famiglia persiana tra i martiri diocesani

DI SIMONE CIAMPANELLA

inaugurazione della prima Cop-pa d’Africa del Cara di Castel-nuovo di Porto, domenica scor-

sa, ha offerto l’occasione per un mo-mento di riflessione e preghiera sul te-ma dei rifugiati. L’evento è stato orga-nizzato dalla cooperativa sociale Auxi-lium, che gestisce il centro (in cui sonoaccolti 850 rifugiati assistiti da 120 o-peratori), come iniziativa per la Giorn-ta del migrante e rifugiato, in collabo-razione con il comune alle porte di Ro-ma. «In questo centro – ha detto Ange-lo Chiorazzo, fondatore di Auxilium –oggi sono presenti trenta differenti na-zioni ed è qui che abbiamo voluto con-dividere questo momento al fine di pro-muovere una vera e propria accoglien-za ed integrazione attraverso lo sport,ma soprattutto condividere un mo-mento di preghiera interreligiosa, invi-tando don Emanuele Giannone e l’i-mam Sami Salem, perché attraverso ildialogo e l’incontro tra le diverse reli-gioni si costruiscono ponti e si abbat-tono muri, per un mondo senza fron-tiere». Una proposta che il sindaco, Fa-bio Stefoni, e l’assessore allo sport, Car-la Gloria, hanno accolto mettendo a di-sposizione le strutture sportive del co-mune, in cui segnalano non esserci maistati atti di razzismo. L’integrazione è unprocesso che richiede generazioni e lavolontà di riscoprire la capacità di in-

’Lcontro personale radicata nell’insegna-mento di Cristo, ha detto don Ema-nuele Giannone, direttore della Caritasdi Porto–Santa Rufina, che ha portatoil saluto del vescovo Gino Reali, impe-gnato nella celebrazione con i migran-ti all’Olgiata. «Difronte ai fatti di Pari-gi – dice don Emanuele –, in cui unapseudocultura arrogante, irrispettosadella religione e governata da pseudo-religiosi manipolati da oscuri interessi,fermo restando la condanna per ognigesto di violenza, è da constatare chel’abbandono dei più fragili genera mor-te e paura. Questa giornata ci dà inve-ce l’occasione di ribadire che l’incontroe l’accoglienza generano nuova vita. L’I-talia per riuscire in questo processo puòcontare due grandi entità: la Chiesa e lascuola». L’apertura e la condivisione diuna cittadinanza in cui tutti siano uni-ti in un percorso di pace e convivenzaè stata sottolineata dall’imam Sami Sa-lem: «Obiettivo di ogni religione è di da-re pace, convivenza, gioia, tolleranza.Mai successo prima che in Italia si gio-chi la Coppa d’Africa, qui ora sono riu-nite molte delle nazionalità del mon-do. Il Creatore ci ha mandato su que-sta terra per realizzare la pace e la con-vivenza fra gli uomini». All’evento erapresente anche Khalid Chaouki dellaCommissione affari esteri, sostenendol’importanza dell’iniziativa, «per la con-vivenza pacifica fra le persone di reli-gioni diverse».

Reali.Lavoro e casa non bastano per l’integrazioneÈ necessario aprire il cuore, conoscersi e rispettarsi

Cerveteri.Le molte iniziativeper la Giornata della Memoria

Durante la rassegna delle comunità di migranti

ono in te tutte le miesorgenti». Le parole delSalmo 87 hanno guidato

l’iniziativa di Usmi, Cism e ufficioper l’ecumenismo della Chiesaportuense di una preghiera perl’unità dei cristiani, che ha visto ireligiosi raccolti nella cattedrale deLa Storta sabato 17 insieme airappresentanti delle tre confessionicristiane principali. MonsignorReali, ha accolto il pastore valdesePaolo Ricca e il presbitero

ortodossoVladimir Laibadella Chiesa diSan Teodoro.L’incontro è statoaperto con ilsaluto dibenvenuto disuor LoredanaAbate, delegataUsmi, e di suorMariangelaCongiu,responsabile

dell’ufficio per l’ecumenismo. Hapoi preso la parola padre Laiba,precisando che l’attenzioneall’ecumenismo non rientra nelrango delle buone maniere, dellagentilezza o dei buoni rapporti, maè la stessa fede in Cristo cheimpone la cura pastorale e il lavorodei cristiani perché il corpo delSignore sia unito. Ricca èintervenuto offrendo un’immaginedell’unità dei cristiani partendo dalpasso evangelico della samaritana,che sarebbe poi stato letto. Comenell’incontro al pozzo losconosciuto Gesù diventa semprepiù grande agli occhi della suainterlocutrice e di seguito agli altri,così l’impegno dei cristiani nelritrovarsi insieme è vedere questoGesù diventare sempre più grande.Monsignor Reali ha ripreso il passodella Scrittura per sottolineare ladimensione dell’ascolto come lavia maestra per delineare percorsidi vicinanza e frequentazione cheaiutano a ritrovare un’identitàcondivisa.I tre brevi contributi hanno percosì dire predisposto all’incontrocon una testimonianza incarnata diecumenismo, quella del Monasterorusso della dormizione di Maria,raccontata da suor Elena.Un’esperienza spirituale e misticanel cuore della Chiesa unica, dove,sebbene cattoliche, le religioseconservano la preziosità della vitamonastica russa ortodossa con ritobizantino slavo. All’alba delConcilio Ecumenico Vaticano II,per volere di Papa Giovanni XXIII,attuata dal Cardinale EugenioTisserant, il cardinale–vescovo cheha dato nuovo impulso alla Chiesaportuense nel Novecento, è nato ilpiccolo monastero, che viveesplicitamente la preghiera perl’unità dei cristiani e, purnell’umiltà, attraverso i filiinvisibili della preghieracontemplativa.Dopo questo scambio vitale traparola ed esperienza, l’assemblea siè unità in preghiera corale nellarichiesta di perdono al Padre dellamisericordia, confessando la fedein Gesù Cristo e facendo memoriadell’unico battesimo.

Marino Lidi

Santa Marinella.Alcol e droghe, insidie quotidiane

DI FULVIO LUCIDI

opo pausascolastica delperiodo natalizio il

28 gennaio riprendonopresso l’aula magna dellascuola secondaria di Igrado Giosuè Carducci diSanta Marinella gliincontri sulla legalità. Questo terzo incontro,rivolto agli studenti di

D

tutte le sezioni della primaclasse, verterà sul sempreattuale e delicato temadegli stupefacenti.Alcol e stupefacenti sonodroghe poichél’Organizzazionemondiale della sanità li hadefiniti sostanzepsicotrope, cioè in gradodi alterare l’equilibriopsicologico e fisiologicodella persona. Tutti ipreadolescenti eadolescenti, per la lorovulnerabilità, sonopersone potenzialmente arischio, “facili prede” diindividui senza scrupoli.Marco Valerio Verni,delegato alle politiche

giuridiche e legalità delcomune di SantaMarinella, e promotoredell’iniziativa dichiara cheproprio per far conoscerequali sono i rischi allasalute e giuridici ai qualisono esposti i ragazzi, si èritenuto fondamentaleinserire questa tematicanel progetto Percorsi dilegalità tra i giovani.Relatore dell’incontro ilformatore AlessandroPielich, esperto disostanze d’abuso, con ilsupporto specialistico diSalvatore DavideMundanu, psicologo,psicoterapeuta especialista in psicologia

della salute il qualecollabora con strutture dirilievo quali l’Istituto diterapia cognitivointerpersonale delprofessor ToninoCantelmi, l’Associazioneitaliana salute eprevenzione, e con laProcura della Repubblicadi Roma, per quantoattiene ai minori conproblemi legati alcommercio illegale.Durante l’incontro èprevista anche latestimonianza di ungiovane ospite di unacomunità pertossicodipendenti delterritorio.

n occasione della Giornata della Memoria il comune diCerveteri promuove diverse iniziative, in collaborazionecon scuole e associazioni del territorio.

Martedì 27 gennaio alle 11, presso l’auditorium dell’istitutoEnrico Mattei di Cerveteri, le classi Quinte prenderannoparte ad un cineforum moderato da Giorgio Giannini, delCentro Studi Difesa Civile (www.pacedifesa.org). Sempre in occasione della Giornata della Memoria, l’Auserdi Cerveteri, con il patrocinio dell’amministrazionecomunale, organizza la conferenza pubblica “I Giusti diIsraele”, con ingresso gratuito per tutti. Relatore sarà NandoTagliacozzo, ingegnere ebreo da tanti anni attivo perraccontare la storia e comunicare l’orrore della Shoah.L’appuntamento è per Giovedì 29 gennaio, alle ore 17presso la sala Giovanni Ruspoli, in piazza Santa Maria. Laconferenza ripercorrerà le azioni dei “Giusti” appellativoutilizzato per indicare quelle persone non ebree che,agendo in modo eroico e a rischio della propria vita,hanno salvato la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista.

Anna Moccia

IAlla «GiosuèCarducci»si parla del fenomenoper informare i ragazzisu rischi e conseguenze

La scuola Giosè Carducci

La presentazione per il torneo «Coppa d’Africa»al Centro richiedenti asilo gestito dall’Auxiliumha offerto un importante momento di incontroDal direttore Caritas don Giannone e dall’imamSalem la comune invocazione alla pace

DI ENZO CRIALESI *

omenica scorsa oltre 400migranti hanno riempi-to l’aula della parrocchia

dei Santi Pietro e Paolo per lagiornata che la Chiesa dedica lo-ro. Una giornata di incontro, co-noscenza, amicizia, che ha vistofilippini, srilankesi, nigeriani, po-lacchi, romeni, slovacchi festeg-giare insieme la loro apparte-nenza alla Chiesa cattolica, lachiesa universale. La grande pre-senza di migranti nel territoriodella diocesi di Porto-Santa Ru-fina, se da un lato indica il nuo-vo contesto sociale multicultu-rale che l’Italia sta vivendo, nonsenza difficoltà, dall’altro espri-me una caratteristica tipica diquesta diocesi, attraversata neisecoli da genti e pellegrini, che inessa hanno trovato l’accoglienzae la disponibilità. Nel solco diquesta storia l’attenzione agli

Dstranieri del vescovo Gino Realie dell’intera Chiesa portuense, èda sempre rivolta a far sentire a-miche queste persone. La Gior-nata del migrante e del rifugiatovuole offrire l’occasione di mo-strare qualcosa della ricchezzaculturale e spirituale di questi no-stri fratelli. Ospite entusiasta del-l’evento il parroco don Pietro Ra-bitti, che ha salutato monsignorReali, il direttore Migrantes, aiu-tato nella preparazione da SergioAdanti e Carlo Pascolini, e la pre-sidente della commissione ser-vizi sociali e sanità del XIII mu-nicipio di Roma Capitale PaolaFuselli e i convenuti. Presenti ilcoordinatore nazionale dei po-lacchi Jan Antoni Glówczyk; pa-dre Joan Carlos Robles, cappel-lano dei filippini con Maria As-suncion; don Thusitha Pryanga,cappellano degli srilankesi consuor Lourds; don Matteo Eze,cappellano dei nigeriani con Ti-

tus Mbah e Charles Lhuoma;monsignor Dariusz Giers, cap-pellano dei polacchi con TeresaGosodsveryk; don Adrian Chilicon Andronic Mihaela e CiuchinMaria e don Vladimír Stahovec.I sacerdoti hanno presentato leloro comunità che si sono alter-nate nel proporre momenti del-la loro cultura. Musica, danza ecanto hanno veicolato il raccon-to di tante storie con efficacia espontaneità. I canti tradizionaliromeni hanno aperto lo spetta-colo, seguito anche dal ballo incui spiccava la coppia vestita incostume. Poi la danza e i cantidella comunità nigeriana il cuiritmo coinvolgeva tutti. Sugge-stive le danzatrici srilankesi conil colore dei loro abiti e le mo-venze orientali dei loro passi didanza. Così i filippini con le lo-ro corone di fiori roteate nel bal-lo e i polacchi con il canto dellatradizione natalizia. Dopo lospettacolo le comunità hanno a-nimato la liturgia eucaristica pre-sieduta da monsignor Reali. Du-rante l’omelia il vescovo ha sot-tolineato che l’emigrazione nonnasce solo dalla ricerca del be-nessere materiale, ha anche ra-gioni più alte: «vedere rispettatala propria dignità, vivere nellapace, l’incontro fra uomini e fra-telli» e queste motivazioni spes-so rimangono in secondo piano.«Le vicende di questi giorni –conclude il vescovo –ci diconoche non basta aver assicurati unlavoro ed una casa per ricono-scersi uguali e vivere come fra-telli, ci vuole apertura di cuore,conoscenza e rispetto della sto-ria di ognuno, aiuto concretoperché ognuno possa coltivare ecostruire progetti di pace».

* Migrantes

Domenica l’evento italianon occasione della Giornata per lavita domenica prossima nelle par-

rocchie si venderanno le primule persostenere il Centro vita nuova. Nei suoi25 anni di attività la struttura ha vi-sto nascere oltre 1000 bambini. Il 31gennaio ospiti e volontari, insieme al-la comunità Sorella Luna, animeran-no una preghiera nella chiesa di SanSebastiano a Cesano alle ore 20.

(Vi.Nuo.)

I

La preghieraecumenicadei religiosi

Appuntamenti in diocesiOggi.Formazione VolEst, centropastorale, ore 10. 27 gennaio. Ilvescovo conclude il corso fidanzati nellaparrocchia S. Maria Porto della Salute,Fiumicino. 29 gennaio. Consigliopresbiteriale, curia vescovile, ore 9.30.31 gennaio. Il vescovo Reali celebra lamessa al cimitero di S. Marinella per ilcarabiniere Andrea Moneta. 1 febbraio.Giornata per la vita. Giornata per la vitaconsacrata, cattedrale, ore 16.

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 25 gennaio 2015

www.diocesiportosantarufina.itagenda

abato 17 è stata fatta memoria della famigliacomposta da Mario, Marta, Adudìface e Àbaco.

Un “nucleo familiare straniero”, potremmo dire og-gi, che, spostatosi dalla Persia in pellegrinaggio aRoma, trovò la morte per la propria fede nella capi-tale dell’impero. La celebrazione è stata presiedutada monsignor Reali, nell’antica chiesa di San Mariocon don Antonio Ghirighini, parroco di Madonna diLoreto, nel cui territorio risiede il luogo che vide ilmartirio di quella famiglia, e il vicario foraneo diSelva Candida, don Cristoforo Dudala. Suggestiva l’im-magine del vescovo con i piccoli ministranti sedutisui gradini accanto a lui durante l’omelia. «Saluto perprima voi ragazzi, anche nella famiglia dei nostrisanti c’erano dei bambini». La storia di Mario, della

consorte e dei figli, è una storia di ascolto e fede,quell’ascolto che la lettura biblica ci narra speri-mentato da Samuele come una voce indefinita, chediventa sempre più chiara alle orecchie del giovaneprofeta. Questo flebile suono dice monsignor Realiè presente sempre in tutti i nostri affari quotidiani,che sembrano bastevoli, ma poi si rivelano limitati,e allora diventa una risorsa per la vita. Saper udirequella chiamata è frutto della fede in Cristo, quel-l’uomo che Giovanni scrive passare tra i due disce-poli, che si fidano di quel “Venite e vedrete” e spe-rimentano che «Gesù è il termine del viaggio dei due,è il compimento di ogni aspirazione che c’è nel cuo-re dell’uomo».

Gianni Candido

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