LA BANCA DEL DOMANI Per lo sviluppo dell’Italia · 10 LaVia Francigena 14 Conoscere Roma, il...

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BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano N. 20 - Settembre 2013 -Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009 VELA B C C C R E D I T O C O O P E R A R T A A I V O F o r m e l l o e T r T T e v i g n a n o R o m a n o LA BANCA DEL DOMANI Per lo sviluppo dell’Italia ITINERARI La Via Francigena tra storia e spiritualità CONOSCERE ROMA Il nuovo calendario I SOCI RACCONTANO Sergio Lucchetti VEIOLAGO La rivista della Banca di Formello e Trevignano di Credito Cooperativo

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BCCCREDITO COOPERATIVO

Formelloe

Trevignano Romano

N. 20 - Settembre 2013 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009

VELA

BCCCREDITO COOPERARR TAA IVO

Formelloe

TrTT evignano Romano

LA BANCA DEL DOMANIPer lo sviluppo dell’Italia

ITINERARI

La Via Francigena tra storia e spiritualità

CONOSCERE ROMA

Il nuovo calendario

I SOCI RACCONTANO

Sergio Lucchetti

VE

IOL

AG

O

La rivista della Banca di Formello e Trevignano

di Credito Cooperativo

La Torre di Villa Versaglia costruita dai Chigi alla fine del Seicento nelle campagne di Formello. Questa suggestiva foto dal basso è stata scattata da Rita Modesti durante il Corso di fotografia organizzato dalla Banca

BCCCREDITO COOPERATIVO

Formelloe

Trevignano Romano

Sommario

3 EEEdddddiittoorrrriiiiaallleeee ddddddeelllll PPPPPrrrreeeesssiiiddddddeeeennnttteee

4 IIll mmiiccrooccrreeddiitto

5 IIIll Puunttttoo ddeell DDiirreettttoorree

6 RRRReeeellllooooaaaadddd BBBBaaaannnnkkkkinnngggg

8 In breve

9 CCaammppaanne a ddiisstteessaa

10 LLaaa VVViiiiaaa FFFrraanncciiggggeeeennaa

14 CCCooonnnooossscccceerree RRoommaaaa,

iiiillll nnuuooovvvvooo cccaalleennnndddaaarrriiiooo

16 La cadduuta ddi MMaassaddaa

20 Cronachhe dal Novecento

21 La festa di Don Carmeloo

22 Seeerrrggiioo LLuuuccccchheettti

24 LLLLLLLLLLLLLLLLeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmiiiiiiiiiiiggggggggggggggllllllllllllliiiiiiiiiiiooooooooooooooooooorrrrrrrrrrrrrriiiiiiiiiii tttttttttttttttteeeeeeeeeeeeeeeeeeeesssssssssssssssssssssssiiiiiiiiiiiiiiii ddddddddddddddddddddddddddiiiiiiiii lllllllllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaauuuuuuuuuuuuuuuuuuurrrrrrrrrrrreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

BCCCREDITO COOPERATIVO

Formelloe

Trevignano Romano

N. 20 - Settembre 2013 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009

VELALA BANCA DEL DOMANIPer lo sviluppo dell’Italia

ITINERARI

La Via Francigena tra storia e spiritualità

CONOSCERE ROMA

Il nuovo calendario

I SOCI RACCONTANO

Sergio Lucchetti

VE

IOL

AG

O

La rivista della Banca di Formello e Trevignano

di Credito Cooperativo

P-3102erbmetteS-02.N

uceaznanifidelartsemirtocidoirePPe

idepS-.A.p.SenailatIetsoPPo-arutlu

N.tuAamoR-%07-.PP..Anienoizi

9002//212.

La rivista della Bancadi Formello e Trevignano di Credito Cooperativo

Periodico trimestraleAnno 6 - N. 20 Settembre 2013

Registrato presso il Tribunale di Tivoliil 27-10-2008 al N. 21/2008

SedeViale Umberto I, 92Formello (Roma)Tel. 06 90 14 30 95

Direttore ResponsabileGino Polidori

RedattoreArmando Finocchi

Hanno collaborato a questo numero:Gianni LucchettiValeria MarinoMaria Chiara Petruccioli

Ufficio SociTel. 06 90 14 30 55

StampaMiligraf SrlVia degli Olmetti, 36Formello (Roma)Tel. 06 90 75 142

In copertina:Pellegrini durante il loro cammino

www.bccformello.com 24

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È un coro. TuTT tti protestano per l’eccessivavv burocrarr tizii zzz azione dellallmacchina statale. Un mostro dadd tenere allall lall rgr a, un nemico se tene devivv servivv re. L’a’ ccavavv llall rsrr i di norme, l’a’ ssurdadd prolifeff rarr zione diregolall menti che agggg iungono nuovevv unità di controllo, altre san-zioni e divieti,i stanno complicando lall vita dei cittadini. E poi cisono i potenti burocrarr ti. Ministeri,i Regioni,i CoCC muni,i PaPP rchi regio-nalill ,i PoP stett , Societàtt didd Servivv zii io e così vivv a, ne hanno parerr cchi nei gagg n-

gli vivv tatt li delle proprie strutture. A vovv lte sembrarr quasi si faff cciano beffff aff didd chi bussa allall portatt .SpS aesatott e intimorirr tott , il cittatt didd no vavv cillll all quandodd cominciano a vovv lall re nellll ’a’ rirr a, come dadd prarr ssi,idecreti,i pararr grgg arr fiff e commi. TaTT nti,i per rarr gioni didd lall vovv ro, invevv cchiano dadd vavv nti allll all portatt didd questisigi norir ,i le cui interprr retatt zioni non sono mai contestatt bilill . Qualche vovv ltatt , nellll all foff gagg , tirarr no fuff orirrdadd l cassetto dellall memoria anche improbabili decreti. Le rarr gnatele regolall mentatt ri,i alimentatt tedadd foff lle didd giuristi strarr pagagg ti,i sono il mezzzz o ideale per ripi rodursrr i e soprarr vvivv vevv re. Le ristruttu-rarr zioni didd uffff iff ci e comparti,i attuate per ridurrrr e gli sprechi e rarr zionalizii zzz azz re lall spesa, creano diddfaff tto altre e più agggg uerrrr ite barrrr iere.

Le Poste, ad esempio, che didd strirr buiscono lall corrrr ir sps ondenzazz attrarr vevv rsrr o cooperarr tivevv didd servivv zii io,hanno crerr atott situazioni pararr dodd ssalill per cui lall consegna avvivv ene dodd po o che lall bollll ettatt è scadutatto i termrr ini perentori per altre incombenze spirarr ti. Per questatt rarr gione lall nostrarr Banca ha pro-testatt to più vovv lte per iscritto alle competenti didd rezioni regionali,i evivv denziando il didd sagio diddtatt nti clienti che hanno ricevuto in ritatt rdo avvivv si bancari e rarr ccomandadd te.

Per aprire una fiff nestra servov no mesi,i per otteneree un permesso a costruire anni,i per avevv regiustizia decenni,i navivv gando a viv sta tra uno stuolo di avvovv cati e commercialisti.

Ho incontrato per caso un vevv cchio amico di cui taaccio il nome su sua indicazione. Da pocotempo è andadd to in pensione, dopo avevv r militato pper cinque lustri nellall potente burocraziaregionale. Di quel tempo ha elencato soltanto lietti ricordi,i legati allall parte più fiff orente dellallvivv ta. Si compiacevavv del suo antico potere, del preestigio acquisito, dell’a’ bilità con cui si de-stregggg iavavv tra legggg i e indirizzzz i giurisprudenziali. RRicordadd vavv pure faff cce impaurite che implo-ravavv no soluzioni a quel caso, mentre lui pontififf ccavavv imperterrrr ito brandendo lall clall vavv e ro-teando lall ragnatelall .

Quel giorno però erarr avvivv lito, irrrr itato. Si erarr recatoo nellall stessa Regione in cui avevv vavv lall vovv rarr toper anni per un parere sui piani terrrr itoriali paesisstici. Un nuovovv e giovavv ne burocrate peròavevv vavv preso il comando. L’h’ a inondadd to di piani reegolall tori regionali,i comunali,i provivv nciali,istatali e dei parchi. Una montagna di carte per sttabilire il destino di quel piccolo lotto diterrrr eno sperduto nell’entroterrrr a romano.Diffff iff cile, quasi impossibile procedere alla realizzzzz azione del suo progetto. Ha imprecatocontro tutti,i strillall vavv contro quei faff nnulloni saccennti,i ma non avevv vavv più lall clall vavv con lall qualevevv ndicarsrr i.Non sono riuscito a dissimulall re un sorrrr iso. A quell punto si è sciolto, ha capito e, rivovv lto aglidèi,i si è pentito, ammettendo il disagio che avevv vaavv provovv cato in tanta povev ra gente mentreera assiso sul trono posto allall sommità di una monntagna di carte. Un pentimento postumo,pper certi vevv rsrr i dadd comprendere, ma che nullall puòò servivv re per modififf care l’a’ ndadd zzzz o.

Pentimento postumoLe confessioni di un burocrate

Il Presideente

Gino PolidoriTrevignano Romano

Il microcredito

Una finanza per ilbene comuneMilioni di famiglie e di

minuscole imprese in tutto il mondo sono esclusedalla possibilità di ottenere prestiti, perché nonhanno garanzie o perché i numeri del loro giro d'af-fari sono davvero esigui. È lì che interviene il mi-crocredito. Come ha sostenuto Muhammad YuYY nus,nato in Bangladesh, economista, banchiere e premioNobel per la PaPP ce, “indipendentemente dal fattoche si tratti di uomini o di donne, è importante im-maginare che l'accesso al credito diventi un serviziosemplice, comune, quotidiano; uno strumento dicui le persone si possono servire facilmente”. Nel1976 YuYY nus ha fondato la Grameen Bank, che con-cede microprestiti alle popolazioni povere: ha piùdi mille filiali in cui lavorano oltre 12.000 persone,con più di 2 milioni di clienti sparsi in quasi 40.000villaggi. A rivolgersi al microcredito sono soprattuttole donne, avviando un cammino di emancipazionesociale. “Non c'è diffff erenza tra ricchi e poveri inquanto a capacità di ricevere un prestito e di resti-tuirlo”, ha sostenuto YuYY nus. E infatti il 98% dei pre-stiti viene restituito.

Piccoli prestiti per grandi sogniPoco più di dieci anni fa il Credito Cooperativo ita-liano ha sostenuto il Progetto Microfinanza Cam-pesina, in Ecuador,r in collaborazione con la Coo-perativa di risparmio e credito ecuadoriana direttadall'italiano Bepi ToTT nello, proiettando in piccole co-munità del Sud America oltre cento anni di espe-rienza di cooperazione di credito e ottenendo incambio la freschezza di vicende esemplari. Alcunedi queste storie sono state raccontate nel libro “Ilcredito per il Buen vivir” (Ecra, 2012): con il micro-credito Maria Dolores ha potuto costruire un fornoper cuocere dei mattoni d'argilla, Rafael ha impian-tato un allevamento di polli, Nicolas ha aperto unapanetteria in cui ogni mattina sforna e vende panee dolci, Marco gestisce un mini-market che vendedi tutto, dalle sementi alla pasta, dalle pentole aiquaderni.Ognuno di loro, e ognuno a suo modo, ha imparatoinnanzitutto a investire su stesso, ha mantenuto lapropria identità, ha resistito alla tentazione di emi-grare facendo crescere, invece, il proprio territorio.TuTT tti insieme, anche senza conoscersi l'un l'altro,hhaanno cooperato pper il benessere comunnee.

VELA CREDITO COOPERATIVO

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Storie di finanza cooperativadalle periferie del mondo

Il sapore d'estatt te reca con sé sentimenti ed emozioni didd gioia, diddentusiasmo per lall belll all statt gione dadd vivv vevv re nel più completo relall xcon il feff rmrr o proposito didd vovv lersrr i scrollall re didd dosso lall pesantezzzz azzdedd llll o strtt err ss accumulall tott nei mesi prerr cededd nti o comunque didd passarerrun panno sullll o spesso strarr to didd memorir a, per didd menticare, anche

se solo momentatt neamente, i problemi che giornrr almll ente, orarr mai dadd tempo, ci assillll all no.E orarr che questatt statt gione vovv lgl e al tett rmrr ine, nellll o stilall re il resocontott , occorrrr e prendere attot cherirr sps ettott allll e asps ettatt tivevv , questatt statt gione, foff rsrr e nel rirr sps ettott didd un’a’ rmrr onia che regolall i tempi,ilall vivv tatt del mondo e l'equilill brirr o didd ogni cosa, non è statt tatt particolall rmrr ente munififf ca e non ci hafaff ttott dono didd un lungo perirr odo didd sole, se non in questot ultimo scorcrr io, comunque interrrr ottottdadd qualche nubifrff arr gio.

È come se avevv sse vovv lutott emulall re questot perdurarr nte perirr odo didd crirr si che, secondo quantott as-serito dadd illustri economisti e dadd Mario Drarr ghi,i Govevv rnrr atore dellall supu rema Banca CeCC ntrarr led'Eurorr po a, sembrarr lall sciar rirr apppp arirr rer sps irarr glill didd sole in questatt economia rirr mastatt feff rmrr a per lunghianni,i con effff eff tti drdd arr mmatici in ogni settott re.

Segnalill didd ripi resa, tatt nto attesi,i tatt nto auspicati per fuff gagg re le preoccupu azioni accumulall te permoltott tett mpo ed evivv tatt rerr ultett rirr orirr rirr schi didd dedd tett rirr orarr mmentott dedd llll 'economia. Segnalill didd rirr pi rerr sa chesi inizii iano a rirr scontrarr re dadd una magggg iore fiff ducia ee dadd una rir lall ncio dei consumi,i seppur nonunifoff rmrr i in tutti glill Statt ti e al loro internrr o non unifooff rmrr i in ogni Regione.

Ma l'importatt ntett è che il trtt err no dedd llll 'economia rirr pi rerr nddadd il suo vivv agggg ig o e che si feff rmrr i nellll e statt zionididd ogni NaNN zione didd questatt Europa, depositatt ndo in ciascuna didd essa parte del suo carirr co e faff -cendo rirr foff rnrr imentott per quellll e successivevv con i vavv ggoni sempre pieni.

E allll orarr non rer statt che sps erarr rerr che questi segnalill vevv nngagg no confeff rmrr ati nei prorr ssimi mesi e didd anocertett zzzz azz didd una effff eff ttivavv rirr pi rerr sa. È l'a' ugurirr o che ci faaff cciamo ma sopo rarr ttuttott affff iff didd amo ai giovavv nie allll e aziende, pernrr i didd ogni equilill bro insieme allll ee faff migi lill e didd cui faff nno parte integrgg arr nte, perun vivv vevv re più didd gi nitott so e per costruire un fuff turo.

E con il fuff turo un progettott concretot didd un edidd fiff cioo didd magggg iore profeff ssionalill tàtt e serirr etàtt confoff ndadd mentatt solill de e statt bilill che certatt mente potrarr nno assicurarr re fiff ducia nel faff re le cose e nonil dubbio didd commettere queglill errrr orirr demenzialill pperprr etrarr ti nel recente passatot al solo scopodidd assicurarr re un potere e un benessere effff iff mero che nullll all ha a che faff re con un didd gi nitott so e se-reno vivv vevv re sociale.

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Segnali di ripresaIl treno dell’economia riprende il suo viaggio

Il Direttore

Mario Porcu

Reload Banking

VELA CONVEGNO FEDERLUS

Il 20 giugno 1883 a Loreggia, nel Padovano, nasceva la prima Cassa rurale italiana.Il 21 giugno del 2013, esattamente 130 anni più tardi, la Federazione regionaledelle Banche di Credito Cooperativo del Lazio Umbria e Sardegna (Federlus) ha or-ganizzato un convegno per definire le strategie future del Credito Cooperativo.

La Banca del domani per un nuovo sviluppo dell'Italia

La coesione, l'eredità del passatoAlla fine dell'Ottocento anche in Italia molti pensa-rono di dare vita a istituti di credito cooperativo si-mili alle Casse rurali che Friedrich Wilhelm Raiffff ei-sen aveva fondato negli Stati tedeschi. L'idea fusostenuta, tra gli altri, da Leone Wollemborg, chenel 1883 costituì la prima Cassa rurale italiana.Le sue parole sono ancora attuali. “Un numero suf-ficiente di piccole economie, disperse e precarie,legandosi solidariamente, formano una compaginesalda e permanente che al capitale offff re una sicu-rezza nuova”. Le Casse rurali, allora, avrebbero po-tuto essere dei “veri consorzi di mutuo aiuto appli-cato al credito”, in cui “il gruppo prende il postodell'individuo”, anche con il “concorso di personedella classe colta e agiata”, in modo da “unire nellapace le diverse classi sociali” e sconfiggere l'usura,“tenace, insidiosa, avidissima”.Ognuno, “purché onesto e capace di un utile la-

voro”, poteva essere ammesso alla società di credito.Questo avrebbe suscitato anche un “risveglio delsentimento morale e della fiducia in se stessi”. Wol-lemborg stesso raccontò come molti contadini im-pararono a scrivere almeno il proprio nome per po-ter firmare il libro dei soci. Al centro di tutto c'erala persona, non il denaro.

L'innovazione, la sfida del futuroDa quel momento la storia delle Casse rurali si è in-trecciata alle vicende di tanti piccoli comuni, di tantefaff miglie, di tante imprese. E uno splendido filmato sullastoria italiana ha introdotttt o il convegno “Reload Ban-king” negli ambienti di Spazio Novecento, all'EUR. Ildiretttt ott re della FeFF derazione, PaPP olo Giuseppe Grignaschi,ha illustratott i tett mi dell'incontro e ha presentatott i relatott ri,dal vice diretttt ore della Banca d'Italia, Fabio PaPP netttt a, aldiretttt ore dell'Associazione Banche Cooperative Euro-pee, Hervé Guider,rr fino al presidente di Federcasse,Alessandro Azzi.

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CONVEGNO FEDERLUS VELA

“Ricaricare” il Credito Cooperativo per le sfide del pre-sente vuol dire sopratttt utttt o saper innovare, riuscendoad accompagnare i risparmiatori in modo tecnologi-camente all'avanguardia, partendo da quella relazionediretttt a con la base sociale e con i clienti che è la notadistintiva di ogni BCC. In mercati sempre più vasti, im-pensabili fino a pochi anni faff , la Banca del futuro dovrà

avere un orizzonte globale e dovrà sposare strategie dimulticanalità, servizi in rete e abbatttt imento di distanze,tempi e procedure operative. PePP r questo la Federazionedelle BCC del Lazio Umbria e Sardegna ha avviatouna piatttt afoff rma di strumenti per affff iancare le singolebanche locali in questo processo evolutivo e coglieretutttt e le opportunità di sviluppo.

FABIO PANETTA

DIRETTORE GENERALE DELLA BANCA D’ITALIA

“Dobbiamo seguire le imprese nellall loro espansione internazionale, assecondadd ndone ilsuccesso sui mercati di sbocco, e raffff off rzrr are l'offff eff rta di prodotti e servivv zi alle faff miglie acondizioni vavv ntagggg iose sia per i risparmiatori che per le banche”.

FRANCESCO LIBERATI

PRESIDENTE FEDERLUS

“Questa diffff iff cile e prolungata faff se non è più una semplice recessione congiunturale, mauna vevv ra e propria trasfoff rmazione strutturale del nostro sistema economico, a cui dob-biamo rispondere faff cendo perno sui nostri punti di foff rzrr a, in modo compatto e lungimi-rante”.

PAOLO GIUSEPPE GRIGNASCHI

DIRETTORE GENERALE FEDERLUS

“Il 2012 è stato un anno eccezionale per le nostre BCC:CC utile netto agggg regato supu eriore ai40 milioni di euro, crescita dei fiff nanziamenti del 7% (c(( irca 9 miliardi di euro) e dellallraccolta diretta di oltre il 3% (c(( irca 11 miliardi di euro). Ma per continuare su questi livevv lli,ièèè nnneeeccceeessssssaaarrriiiooo sssaaapppeeerrrsssrrrr iii eeevvvooovvvv lllvvveeevvvv rrreee aaannnccchhheee rrraaadddiiicccaaalllmmmllll eeennnttteee eeeddd aaattttttuuuaaarrreee cccaaammmbbbiiiaaammmeeennntttiii aaannnccchhheee ppprrrooo--foff ndi”.

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Conferme in ICCREA HoldingIl 28 giugno scorso l'Assemblea di ICCREA Holdingha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione.Nel ruolo di presidente è stato confermato GiulioMagagni, presidente della BCC Emilbanca, della Fe-derazione delle BCC dell'Emilia-Romagna e di BCCSolutions, nonchè membro del Comitato esecutivodell'Associazione Bancaria Italiana (ABI). Vice pre-sidenti sono Francesco Liberati e Giuseppe Maino.Tra i consiglieri figura Gino Polidori, anch'egli con-fermato. ICCREA Holding, che ha iniziato ad ope-rare nel 1995, controlla e coordina le società delgruppo bancario ICCREA, definendone i servizi, ilmonitoraggio e le strategie future, per rendere il si-stema sempre più competitivo.

Una nuova BCC nel FrusinateA Sora è nata una nuova Banca di Credito Coope-rativo, la Banca degli Ernici.

Ha aperto lo sportello ai primi di luglio in una mo-derna sede presso il Centro commerciale La Selva eservirà i comuni di Sora, Isola Liri, Arpino, Balsora-no, Veroli, Broccostella, Campoli Appennino, Ca-stelliri, Monte San Giovanni Campano e Pescosoli-do. “Il progetto di costituzione della Banca è natodall'esigenza di avere sul territorio una banca localedi riferimento per le piccole-medie imprese e per lefamiglie”, ha affff ermato il presidente, l'avvocato PierPaPP olo Mastrantoni. Il nuovo istituto bancario sapràdi certo rivitalizzare l'economia del Frusinate, ca-ratterizzata da una diffff usa piccola proprietà fondia-ria e da numerose attività manifatturiere, in un ter-ritorio dalle profonde radici cooperative: già nel lon-tano 1909, ad esempio, vennero fondate le Casserurali di VeVV roli e di Monte San Giovanni Campano.

Fonti rinnovabili e buone pratiche green È stata rinnovata per il triennio 2013-2015 la Convenzione tra Federcasse eLegambiente per la diffff usione di fontirinnovabili e buone pratiche green. So-no stati ampliati gli ambiti di interven-to, con le nuove voci degli “acquisti

verdi” e della “salvaguardia e la valorizzazione delterritorio”. Destinatari dei finanziamenti agevolatidelle BCC (a fronte di istruttoria tecnica di Legam-biente) sono famiglie, imprese ed enti pubblici chehanno l’opportunità di migliorare l’effff icienza energe-tica dei propri locali o di diventare, essi stessi, pro-duttori di energia pulita. Fino ad oggi la partnershipBCC - Legambiente ha consentito di finanziare 5.440progetti su tutto il territorio nazionale, per un totaledi 260 milioni di euro di investimenti. In particolaresi è trattato di circa 5 mila interventi di installazionedi impianti fotovoltaici, 223 di solare termico, 51 perimpianti a biomasse, 132 per interventi di effff icienzaenergetica, 12 di mini eolico, 14 di geotermico, 2 dimini idroelettrico. Sono stati inoltre finanziati 97 in-terventi di bonifica di coperture in eternit (amianto)sostituiti con impianti fotovoltaici. “Sommando pic-coli interventi, è possibile raggiungere obiettivi digrande portata”, ha affff ermato il presidente di Feder-rrcasse, Alessandro Azzi. E come ha aggiunto VittorioCCogliati Dezza, presidente di Legambiente, “la rivo-lluzione energetica riguarderà mobilità sostenibile,aagricoltura e turismo di qualità”.

VELA IN BREVE

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STORIE DI VITA VELA

Campane a distesa

Quando il sole disegnava sull’aia i contorni delgrande ciliegio era di certo mezzogiorno. Giàprima salivo sui rami per ascoltare le campanedella Chiesa, che annunciavano l’ora tanto attesa:il momento del pranzo e di un breve riposo sottogli alberi che coronano le colline a Oriente delpaese. “È il vento del mare - dicevano gli anziani -che trasporta fin qui i rintocchi del campanile”.Una gioia quel suono, a volte nitido e forte, altreflebile e incerto a seconda dei capricci del vento.Divorate cicoria e frittata, di nuovo tutti al lavoro.Era da poco terminata la guerra e i bambini, finitala scuola, seguivano il lavoro dei campi, inse-guendo lucertole e passeri e cercando i nidi suglialberi. Un solo compito: catturare nel vento lavoce del campanile. Non c’erano orologi a scan-dire le ore del giorno per segnalare il riposo, la ri-presa delle fatiche e il ritorno a casa la sera nonappena si spegnevano le foglie della chioma piùalta.Ogni giorno le campane suonavano almeno trevolte, alle sei del mattino quando la gente uscivadi casa, a mezzogiorno, l’ora del pranzo, e alle seidella sera per il meritato riposo.Per chi credeva era anche il momento della pre-ghiera, la preghiera dell’Angelus, recitata tre volteal giorno, in cui veniva ripercorso il mistero dellareincarnazione di Cristo con alcuni versetti, alter-nati con l’AvAA e Maria. Era una pratica devozionaledei monaci coristi che nel Medioevo cantavanoantifone e salmi alla terza, alla sesta e alla nonaora. I rintocchi che precedevano le ore liturgiche,

solenni e immutabili nei loro ritmi antichi, richia-mavano i contadini ad unirsi alle preghiere deimonasteri. “Per eundem Christum Dominum no-strum, amen”, chiudeva l’ufficiatura.E poi c’erano i giorni di festa. Allora le tre campanedi San Lorenzo suonavano a distesa in un melo-dioso alternarsi, e tuttavia decise e possenti, tantoda temere, se viste da vicino, che il batacchioprima o poi volasse nel vuoto, come avvenne d’al-tronde tre secoli fa. Racconta in proposito l’arci-prete Francesco VoVV lponi: “La notte del 10 dicembredel 1713, mentre secondo il solito si suonava alleore 10 per la venuta della Santa Casa di Loreto, sistaccò il batocco di questa campana. Per ordinedella Sacra Congregazione del Buon Governo, fudalla Comunità fatto venire un esperto da Roma”.Il campanaro di allora le suonava “a corda”, conl’aiuto di qualche ragazzo che veniva trascinatofin sotto il primo soppalco di legno nel movimentodi ascesa.Scandivano i momenti lieti di vita del borgo comei matrimoni, le feste patronali, le solennità religiosee le Sante Messe, ma anche eventi dolorosi comela morte di un parrocchiano o di una parrocchiana,o un funerale, oppure un incendio dei campi primadel raccolto. Annunciavano insomma a tutti e nellostesso momento, come un messaggio telegrafico,angosce e timori, speranze e desideri.Il fracasso della vita moderna sovrasta oggi la me-lodia dell’antico linguaggio dei campanili a cuiera legato un potere catartico che catturava i pae-sani e li guidava nell’arco del giorno. (Rino)

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La Via Francigena tra Sutri e Monterosi.

Foto di Patrizio Pacitti (particolare) - 1° Premio di Fotografia (categoria “La Via nel Lazio”) del Premio inVia! 2011, promosso da As-

sociazione Civita e Regione Lazio-Assessorato Cultura e patrocinato da Associazione Europea Vie Francigene.

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ITINERARI VELA

Un viaggio anche interioreLa coscienza delle radici cristiane dell'Europa è nataforse sulle vie di pellegrinaggio, gli itinerari della spiri-tualità che portavano a Santiago di Compostela, a Romae a Gerusalemme. Lontano da casa, a contatto con altripellegrini incontrati lungo le strade o nelle locande, icamminatori scoprivano le loro stesse origini culturali,la loro meta comune, soprattutto gli stessi valori e lostesso senso di solidarietà.Il viaggio era un'esperienza profonda: ci si allontanavadai luoghi famigliari per mesi se non per anni, si affff ron-tavano fatiche e pericoli a cui oggi non siamo più abi-tuati, ci si spogliava di impegni e preoccupazioni, ci siabituava a condividere con gli altri la strada e il pane, etutto questo per testimoniare la propria fede. Tipici delpellegrino medievale erano il “bordone”, cioè il bastoneutile per sostenersi e all'occorrenza per difendersi, unapiccola bisaccia per portare con sé solo l'essenziale,una tunica avvolgente con un ampio colletto o con ilcappuccio detta “schiavina” e il cappello a larghe teseper proteggersi dal sole.Era anche un profondo viaggio interiore. “PaPP ssi nellapolvere, impronte di un cammino, traccia di un pensie-ro, di un sogno, di una meta da raggiungere. La nostravita, il nostro pellegrinaggio su questa terra, lo splendi-do gioco del cercare l'orizzonte lontano che nascondela luce dell'alba e del tramonto, del Dio che è venuto eche verrà. Un pellegrino si muove verso un luogo che

considera caro e sacro e verso il quale ha già gettato ilcuore”, ha scritto Monica D'Atti, una camminatrice dioggi autrice di apprezzate guide di viaggio.

Una via, tanti percorsiLa Via Francigena, cosiddetta perché veniva dalle Alpifrancesi, raccoglieva tanti altri itinerari minori. I pellegri-ni si fermavano a Roma oppure continuavano fino aBrindisi, dove si imbarcavano per laTeTT rra Santa. Dal me-dioevo fino alle soglie dell'età contemporanea, le grandivie di comunicazione non avevano sempre lo stesso per-rrcorso. Più che una sola strada, si trattava spesso di un fa-scio di strade che convergeva in alcuni snodi foff ndamen-tali: un villaggio, un ponte, un monastero, una locanda.Il percorso poteva variare con le stagioni: d'inverno, conla pioggia, venivano scelti i percorsi collinari, per evitareil fango dei fondovalle; d'estate i viaggiatori predilige-vano i percorsi ombreggiati. Un viaggio religioso, poi,aveva spesso delle divagazioni per poter visitare un san-tuario, come il Santuario della Madonna del Sorbo, oaltre chiese che conservavano le reliquie di santi pro-tettori. Solo le strade più importanti avevano lungo ilpercorso ostelli e locande “di posta”, dove poter cam-biare i cavalli e fermarsi per la notte. Tra queste, le an-tiche vie consolari romane rappresentavano ancora, do-po millenni, la rete stradale più sicura. Non a caso laVia Francigena nel Lazio coincideva quasi integralmen-te con la Via Cassia.

La Via Francigenatra storia e spiritualità

Nell’anno 990 un illustre religioso britannico, Sigerico, riceve il “pallio” dallemani di papa Giovanni XV e viene ordinato arcivescovo di Canterbury.Tornando verso la Britannia, redige un diario annotando le tappe del suoviaggio, descrivendo i centri abitati e gli “ospitali” dove fermarsi e passare lanotte. È la più antica testimonianza della Via Francigena, l'itinerario cheportava a Roma i pellegrini di tutta Europa. Oggi le vie di pellegrinaggio sonoun preziosissimo patrimonio storico e spirituale, ma anche una risorsa turisticaper i territori che vengono attraversati.

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È così ancora oggi, quando dal tracciato della via con-solare si devia spesso verso località minori o strade me-no battute, stavolta per dare modo ai camminatori di vi-sitare i borghi più belli e di allontanarsi da strade troppotraffff icate e quindi pericolose.

Le tappe nel Lazioel Lazio la Via Francigena copre un percorso di quasi

200 km, con una accurata segnaletica. Giungendo daRadicofani, in ToTT scana, si arriva ad Acquapendente, nelViterbese, camminando per oltre 30 Km su strade permetà sterrate e per metà pavimentate. É una delle tappepiù diffff icili: da questo punto in poi le tappe hanno unalunghezza minore, sui 20-25 km, e si coprono con circa4-6 ore di cammino.Da Acquapendente si riparte quindi per Bolsena, daBolsena si giunge a Montefiascone, da Montefiasconea Viterbo,, da Viterbo a VeVV tralla,, da VeVV tralla a Sutri,, daSutri a Campagnano di Roma attraversando Monterosi,ddddaa CCCaaammmppppaaagggnnnaaannnooo dddiii RRRooommmaaaa aaa LLLLaaaa SSStttooorrrtttaaa ppaassssaanndddoo ppeerr llleeVaVV llllliiii dddddeeeell SSSSoorrrbbbbbooo ee pppeerrr FFFoorrmmeelllllloo,, fffiiinno aa raaggggiuunggerrrreeee iiiillll bbbbbbeeeeelll---vvvvvvveeeeeeeddddddeeeerrrreee dddii MMMooonnnttteee MMMMaarrrriiiiiooooo,, PPPPPoorrrttttaaaaa AAAAAAnnngggggggeeeeelllllliiiiiccccccaaaa ee llaa BBBaaasssiiillliiiccaa dddddiiiSSSSSSaaaaaannnnn PPPPPPPPiiiiiiieeeeeeetttttttrrrrrrrrrooooooo,,,,, aaaaaaa RRRRRooooommmmmaaaa... NNNNNNeeeellllll VVVVVVVViiiiiitttttteeeeeeeerrrrrrrbbbbbbbbbeeeeeeeeessssssseeeeeeeee ssssssssiiiiiii ccccccccaaaaaaaammmmmmmmmmmmmmiiinnnaa ssssooooppppppprrrraaaaattttt--ttttttttuuuuuuuuttttttttttttttooo ssssuuuu ssssttttrrrraaaaaaaddddddeeeee ssssssstttttteeeeerrrrrrrrrrrraaaaaaattttttttteeeeeeeeeee;;;;;;;;;; mmmmmmmaaaaaaannnnnn mmmmmmmmmmaaaaaaannnnnnnnoooooooo cccccccccccchhhhhhhhhhhheeeeeeeee cccccccciiiiiiiii ssssssiiii aaaaaaaaavvvvvvvvvvvvvvvvvvviiiiiiiiiccccccccccciiiiiiiiinnnnnnnnnnnaaaaaaaaaa aaaaaaaalllllllllllllllaaaaaaaaaggggggggggggggggggggggrrrraaaannnndddddee ccciiiittttààààà lllllleee cccaaarrrrrraaarrreeeccccccccee ssiiiii aaaaalllltttteeerrrrnnnnaaaaannnnnoooo aaaaaa tttttrrrrraaaaaattttttttiiiii pppppppaaaaavvvvvviiiiiiiimmmeeeennnn---ttaatttii ooo sstttrrraadddddeeeee aaaaasssffffaaaalllltttttttaaaaaattttttteeeeeeeeee..IIIIIIIIIIIIInnnnnnnnnnnnn ooooooooooooooogggggggggggggggggnnnnnnnnnnnnnuuuuuuuuuuunnnnnnnnoooooooooooo dddddddddddeeeeeeeeeeeeiiiiiiiii llllllllluuuuuuuooooooooggggggggggggggghhhhhhhhiiiii dddiiii ssssssooooooossssstttttaaaaaa ssssssssoooooooonnnnnoooooooo aaaaappppppppppeeeeeerrrrrrrrrtttttttttttteeeeeeeeeeee ssssssssttttttttttttrrrrrrruuuuuuuuutttttttttttuuuuuuurrrrreeeee ddddiiioooooooooooooosssssssspppppppppiiiiiiiiiiiiitttttttttttttttaaaaaaaaaaaaalllllllllllllllllllliiiiiiiiiiiiiiittttttttttttttttttààààààààààààààààààààààà ppppppppppppppeeeeeeeeeeerrrrrrrrrrrrrrr iiiiiiiiiiiiiiiii ccccccccccccaaaaammmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnaaaaaaaattttttttttttttttoooooooorrrrriiiiiiiiiii,, ccccccccchhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhheeeeee aaaaaa ccccoooosssttttttttiiiiiiiii rrriiiiiiiiddddddddddddddoooooottttttttttttttiiiiii ((((((ddddddddaaaaaiiiiiii 11111111111111111111111111110000000000000000000000000000000000000aaaaaaaaaiiiiiiii 22222222222555555555555 eeeeeeeeuuuuuuurrrrooooooooo)))))))))) ppppppppppppeeeeeeeeeerrrrrrmmmmmmmmmmeeeeeeeeetttttttttttttttooooooooooonnnnnnnnooooooo dddddddiiiiii tttttttrrrrrraaaaaassssssssccccccccooooooorrrrrrrrrrrreeeeeeerrrrreeee llllllaaaaaaaa nnnnnnnooooooootttttttttteeeeee:::::: aaaaa SSSSSSSuuuuuuttttttrrrriiiiii cccccccc''''èèèèèèèèèèèèèiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilllllllllllllllllllllllllllllll MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMoooooooooooooooooonnnnnnnnnnnnnaaaaaaasssssssttttttteeeerrrrrrroooooooooo dddddddeeeeeeelllllllllllllleeeeeeeeee CCCCCCCCCCCCCCCCCaaaaaaaaaaaaarrrrrrrrmmmmmmmmmmmmmmeeeeeeeeellllllllliiiiiiiittttttttaaaaannnnnneeeeeee dddddddddddddddddddddiiiiiiiiiiiiiiiiiii CCCCCCCCCCCCCCCClllllllllaaaaaaaaaauuuuuuuuuuussssssssssssuuuuuuuuuuurrrrrrrrrrraaaaaaaaaaaa,,,, aaaaa CCCCCCCCCCCCCaaaaaaaaaaaammmmmmmmmmpppppppppppppppaaaaaaaaa--ggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnooooooooooooooooooo llllllllllllllllllllllllllllll''''''OOOOOOOOOOOOrrrrrraaaaattttttttooooooooooorrrrrrriiiiiiiiiiiooooo ddddddddddddddiiiiiiiiiii SSSSSSSSSSSSSSSaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnn GGGGGGGGGiiiiioooooovvvvvvaaaaaannnnnnnnnnnnnniiiiiiii BBBBBBBBBBaaaaaaaaatttttttttttttttiiiiiiiiissssssssttttttttttaaaaaaaaaaa,,, aaaaaaa LLLLLLLaaaaa SSSSSSSSSSSSSSSSSSStttttttttttttttttoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooorrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrttttttttttttttttttttttttttttttttttaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

VELA ITINERARI

Una guida del Settecento

Prima dell'automobile e della ferrovia, in carrozza, a pie-di o a cavallo si viaggiava sempre immersi nel paesaggio.Le guide di viaggio elencavano spesso i rimedi contro lescottature, le mosche o la tosse, oppure ancora i segretiper ricavare la polvere del brodo di carne Erano metodiantichi ripresi dalla medicina popolare e dalla credenzedell'epoca, che utilizzavano chiare d'uovo, piante o la“songia”, cioè la sugna, lo strutto di maiale.

Per togliere alla faccia il colore rosso arsicciocagionato dal sole nel viaggioi prenda una chiara d'ovo fresco, o due, e si mescoli con

un pezzetto di allume di rocca, finché facciasi come un-guento, e con questo s'ungerà la sera quando va a dormi-re; la mattina poi si stropicci colle mani, e quindi si lavi,e in due volte, che farà ciò, ritornerà il color del volto nelsuo primo stato, e se si potesse aggiungere e mescolareun poco di sugo di limoncello, sarebbe più effff icace.Per fare un brodo di carne che si porta in pol-vere per fare qualsivoglia zuppaSi prenda quella carne, che si vuole, di Bove, di Vitello,di Gallinaccio o di Cappone: le se dia una mezza cotttt ura,poscia si faccia in feff tttt e sotttt ili, come laminettt e; si ponganoin una teglia, che una non tocchi l'altra, e si facciano sec-care al forno o nel camino, ma senza fumo, in manierache possano polverizzarsi; e ad ogni dieci libre di dettacarne polverizzata si mescoli un'oncia di sale, mezz'on-cia di garofoli, una quarta di cannella, che siano ben pol-verizzate, e si conservi detta mistura polverizzata in unsacchetttt o di camoscio, e volendola adoperare, si disciolgaqualche porzione di detttt a polvere in acqua calda, e si faràun buon brodo da fare minestre nell'occorrenze.Per discacciare i cimici e le moscheSpesse volte accade al viaggiatore di pernottare in al-cuni luoghi dove li letti sono infestati da' cimici. Per ri-mediare, si facci portare dall'albergatore un vaso pienod'acqua amara, quale ponerà sotto il letto, e le cimicinon lo molesteranno. Così ancora per non esser mole-stato dalle mosche nel viaggio, si porti nelle mani unoo due rami di sambuco, che all'odore le mosche nons'approssimeranno.Per la tosseTrovandosi il viaggiatore molestato dalla tosse, facciapestare due o tre teste d'aglio, con songia di porco o dibecco, finché diventi unguento; col quale caldo si un-gerà per bene le piante de' piedi quando si va a dormi-re, ponendoci sopra panni caldi, e in due sere guarirà.Se poi la tosse fosse per cagione di riscaldazione, siprenda un piede di lattuga colla radica, pulitelo benesenza lavarlo, se ne fa decotto con acqua e così caldosi beve quando si va a dormire, replicandolo più sere.

(Dal “Viaggiatore moderno ossia La vera guida perchi viaggia, con diversi utili avvertimenti per conser-varsi sani per mare e per terra”, 1775)

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l'Istituto delle Suore delle Poverelle e a Formello il nuo-vo Ostello ricavato all'interno di PaPP lazzo Chigi, con unasuggestiva vista panoramica sul centro storico e le cam-pagne circostanti.

La Credenziale e il TestimoniumLa “Credenziale” è indispensabile per essere accoltinelle strutture di ospitalità come pellegrini e non comesemplici viaggiatori. È un cartoncino pieghevole cheviene timbrato dagli ostelli, dagli ospitali e dai mona-steri in cui ci si ferma a dormire lungo il percorso. Puòessere richiesto all'Associazione europea delle VieFrancigene, all'Associazione Iubilantes, alla Confrater-rrnita di San Jacopo di Compostela e all'Associazioneinternazionale Via Francigena.Una volta arrivati a Roma il pellegrino che ha viaggiatoalmeno nell'ultimo tratto della Via Francigena (da Ac-qqquuaapppeennddeennttee ssee aa pppiieeddii,,, ddaa LLuuccccaa ssee iinn bbiicciicclleettttaa)) pppuuòòottenere il “TeTT stimonium”, un attestato che certifica ilcccccoompppletaamenttoo ddeel ppppelleggggrinaagggggiioo. SSi ppuuòò rriicchhiieeddereiinn ddddddduuuueee ufffffffffff iiiicccccciiii rrrooommmmaaannniii, qqqueeelllloooo ddddeeellllllll''OOOppppeeerrraaa RRRooommmaaannaaa PPPPPPeeelllllleee---gggriinnaaagggggiiiiii eee qqqquuueeeeeeeellllllllllllloooo dddddddeeeeeeelllllllllllllaaaaa CCCCCCCCCaaaaaaannnnnnoooooonnnnnniiiicccccccccaaaaaaaaaa dddddddddiiiiii SSSSaann PPPiiieetro, presen-ttttaaannnnddddddoosssiiii ccccoooonnnn lllaa CCCrrrreeeeddddeeeennnnzzzzzziiiiiiaaaaaaaalllllleeeeeeee...MMMMMMMMMMMMMaaaaaaaaaaa oooooooooollllllltttttttrrrrrreeeee aaaaaaa qqqqqquuuueeeeeeesssssssstttttttttiiiiiiiiiii dddddddddddddddddooooooooooccccccccuuuuuuuuuuummmmmmmmmmeeeeeeeennnnnnnntttttttiiiiii uuuuuufffffffffffffffffffffffffff iiiiiicccccccciiiiiiiaaaaaaaallllllliiiiii,,,,, nnnnnnnnnneeeeeeeesssssssssssssssssuuuuuuuuunnnnnnnnnn rrrrrrriiiiiiccccccccooooooooorrrrrrrdddddddddddddddooooooooosssssaaaarrrràààààààà pppppiiiiùùùùùùù ppppprrreeeeezzzziiiiiioooosssoooo ddddeelllllll'''eeeeeeessssssssppppppppppppeeeeeeeeeeeeeerrrrrrrrrrrrriiiiiiiiiieeeeeeeeeeeeeeeeennnnnnnnnnnnnnnnnzzzzzzzzzzzzzzzzzaaaaaaaaaaaaaaaaa vvvvvvvvvviiiissssssssuuuuuttttttaaaa::: vvvvviiiiaaaagggggggggggggiiiiiiaaaaarrrreeeee ccccooooonnnnlllllllllleeeeeennnnnnnnntttttttteeeeeeeezzzzzzzzzzzzaaaa,,, mmmmmmmmmmmiiiiiiiiisssssssssuuuuuuuuuurrrrrrrrraaaaaaarrrreeee lllllllllleeeee ppppppppprrrrrrrooooooopppppppppprrrrrrrrriiiiiiiiieeeeeeee mmmmmmmoooooootttttttttiiiiiiiivvvvvvvaaaaaaazzzzzzziiiiiiioooooooooonnnnnnnnnnnniiiiiii pppppppppppaaaaaaaaaaaaassssssssssssssssssoooooooooooooo dddddddddddddddddooooooooooppppppppppppoooooooooopppppaaaaaasssssssooo,, aaavvveerree iiiiilllll ttttteeeemmmmmppoo dddddddiii rrrriiiiiffffflllleeeetttttttttttteeeerreee ssssuuuuullllllllllllaaaaaa pppppprrrroooooooppppprrrriiiiiiaaaaaaa vvvvvviiitttttaaaa,, iiiiiiimmmmmmmm----ppppppaaaarrrrraaaarrrrreeeeeee aaaa rrrrrrriiiissssscccccoooooooooppppppprrrriiirrrrreeeeee llllleeeee ppppppiiiicccccccccccccooooooollllleeeee ccccccccooooooooossssseeeeeee,,, cccccccccooooommmmmeeeeeee uuuuuuuunnnnnnnnnaaaaaaaaa ffffffffooooonnnnntttttaaaaaannnnnaaaaaappppppppppeeeeeeerrrr rrriiiiieeeemmmmmmppppppiiiiirrrrrreeeeeeeee lllllllllaaaaaaa bbbbbbbbboooooooorrrrrrrrrrrrrrrraaaaaaaaacccccccccccciiiiiaaaaaa dddddddddd''''aaaaccccccqqqqqqqquuuaaaaaaaa fffffrrrrrreeeeeeesssscccccccaaaaaaaa ooooooo llllllaaaaaaaa vvvvvvvviiiiiiiiiiissssssttttttaaaaaaa dddddddeeeeeiiiiitttttttttttttteeeeeeeeetttttttttttttttttttiiiii ddddddddddiiiii uuuuunnnnnn bbbbbbbbbbbooooooorrrrrrrgggggggggggoooooooooo ddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooopppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo aaaaaaaaaaaaavvvvvvveeeeerrrrr pppppppppeeeeeeerrrrrrrccccccccoooooooooorrrrrrrrrrsssssssssooooooo uuuuuuunnnnnnnn ssssseeeeeennnntttttttiiiiiiieeeeeeerrrrrrrooooooooooo ttttttttrrrrrrrrraaaaaaaaa ggggggggggglllllliiiiiiiaaaaaaaaaaaaaallllllbbbbbbbbbbeeeeeeeeeeeeeerrrrrrrriiiiiiiii........

ITINERARI VELA

I viaggiatori di oggi

Nel nostro territorio, da Monterosi a Campagnano fino aFormello, capita ormai abitualmente di incontrare i pel-legrini di oggi, con robuste scarpe da trekking e grossizaini sulle spalle oppure su biciclette cariche di borse, chedopo decine o centinaia dichilometri stanno affrontandole ultime tappe della Via Fran-cigena nell'attesa sempre piùtrepidante di giungere a Ro-ma. Abbiamo raccolto la testi-monianza di Riccardo, classe1969, grafico e disegnatore diTorino, che abbiamo incon-trato mentre risaliva dalle vallidel Sorbo verso Formello. Ilgiorno dopo Riccardo ci hascritto: “Oggi ho raggiuntoSan Pietro e ho ritirato l’ambito premio del pellegrino: ilTestimonium”.

S“ ullll all ViVVaii FrFF arr ncigi egg na ho trtt orr vavv tott l'Itatt lill aii chcc e cercrr avovv : acco-glgg ill eii nza, sorrrr irr sii i,i inii corarr gggg igg aii mentitt .VaVV loll rirr e gegg stitt quotitt dii idd aii ni chcc esembrarr vavv no non esisii tett rerr più. Sono inii vivv aii gggg igg oii dadd quinii didd cigigg oii rnrr i. Sono partitt tott dadd llll all VaVV l d'A' ostatt , inii biciclell ttatt . Il contatt -chcc ilii oll metrtt irr sege ngg a orarr ilii numerorr 907... Gioii rnrr i stupu endidd .TrTT arr ipaesagggg igg più bellll ill dedd l Lazioii rirr cordodd ilii Lagogg didd Bolsll ena. PoPP rtottcon me una tett ndadd , inii cui dodd rmrr o quandodd non trtt orr vovv postottnege lgg ill ostett llll ill ,i ma è capitatt tott sololl dudd e vovv ltett . Sono anchcc e uncamminii antett . Nel mese didd lugu lgg ill oii sono partitt tott dadd Lisii bona eho rarr gggg igg untott a pieii didd SaSS ntitt aii gogg didd CoCC mpostett lall : 650 kmkk moltll ottfaff titt cosi sololl per capirii err chcc e lall miaii naturarr è inii sellll all allll all bici-iiclell ttatt , dodd vevv mi sentott vivv vovv e lill bii erorr più chcc e mai.IlII vivv aii gggg igg oii è unmomentott didd autott accrerr see cimii entott ,o un'esee ps erirr eii n-za chcc e titt dàdd lall foff rzrr a per affff rff orr ntatt rerr lall vivv tatt . PePP r dedd didd carmrr i alvivv aii gggg igg oii ho apppp rorr fiff ttatt tott didd un perirr oii dodd didd inii certett zzzz a prorr feff s-sioii nalell ,e purtrtt orr po ppp o così didd fii fff uff sa trtt arr i rarr gagg zzzz i dedd llll all miaii gegg ne-rarr zioii ne. Adedd sso mi sentott più sicurorr didd me,e per scalall rerr unamontatt gngg a come per prerr sentatt rmrr i a un collll oll quioii didd lall vovv rorr .Nelle vie dei pellegrinagggg i si incontra tutto il mondo. Sicammina insieme e questa “faff migi lill a dedd l cammino” nonci faff sentire solill . I costi: per mangiare e dormire, un pel-legrino morigi erato spende didd medidd a 30 euro al giorno,qualcosa in più quando vuole concedersrr i un risii torante.Imprevisii ti a parte. Io viagggg io sempre con un i-phone, incui ho tutto quellll o che mi serve: foff to, videdd o, mappe, in-ternet,t libri,i telefoff no, contatti con gli amici nei socialnetwoww rk.Ai pellegrini a piedidd consigi lil o didd utilill zii zare le bacchette,che infoff ndono equilill brio al corpr o e faff nno lall vorare tuttii muscolil . E vi didd feff ndono. Con il tempo ci si abitua an-che allo zaino, che non dovrebbe però superare i didd ecichilill . Chi invece viagggg ia in bicicletta può legare il baga-glil o al telall io: nelle salill te più ripi ide capita didd scendere edidd spingere lall bici dadd l cannotto dedd llll o sterzrr o, ma nelll e didd -scese si vavv senza pedadd lall re e con il vento sul visii o. E lallgioia neglil occhi.”

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VELA CONOSCERE ROMA

Sempre più soci partecipano

alle gite culturali nella Città

eterna. Le partenze, in

pullman, avvengono da

Formello e da Trevignano.

Come di consueto,

è necessario prenotarsi

ad ogni singola gita, fino

all'esaurimento dei posti

disponibili, al numero

06 90 14 30 55 (Ufficio Soci).

Ogni socio può farsi

accompagnare da un

famigliare. Ad attenderci ci

sarà la nostra bravissima guida,

Valeria Marino.

Il nuovo calendario

Palazzo Massimo(sabato 19 ottobre 2013)L'ottocentesco palazzo in stileneorinascimentale, nei pressidella Stazione TeTT rmini, acco-

glie una delle più importanti collezioni di arte classicaal mondo. Nei piani del museo, sculture, affff reschi, mo-saici e opere di oreficeria documentano l´evoluzionedella cultura artistica romana dall’età tardo-repubbli-cana all’età tardo-antica (II sec. a.C. - V sec. d.C.), at-traverso un itinerario espositivo nel quale rivivono lastoria, i miti e la vita quotidiana di Roma.

Ghetto e Sinagoga(domenica 17 novembre)

ipercorrendo la storia dellapresenza ebraica a Roma, si vi-

siteranno i confini del Ghetto istituito nel 1555, i vicolidel quartiere, le modifiche del territorio e i lavori diampliamento fino ad accedere all'interno del Museodella Comunità ebraica e nel TeTT mpio Maggiore, il piùgrande d'Europa, dove, accompagnati da personalequalificato, vedremo nel dettaglio la Sinagoga spagno-la e il Grande TeTT mpio per scoprire i riti della religioneebraica, ed infine il museo, che con ricostruzioni e og-getti mostrerà gli stili di vita, usi e costumi.

Mostra di Cleopatra(sabato 14 dicembre)’LL Egitto dei ToTT lomei, la vita ap-

passionante di Cleopatra, lacentralità della sua figura nelle vicende politiche del-l’epoca e il rapporto tra Roma e l’Egitto: un’affff ascinan-te storia raccontata attraverso le oltre 200 opere di“Cleopatra. Roma e l’incantesimo dell’Egitto”. Un’im-portante esposizione sulla figura dell’ultima reginad’Egitto (69 a.C.-30 a.C.) al Chiostro del Bramante.

Mostra di Augusto(sabato 18 gennaio 2014)La mostra sul primo imperatoredella storia romana cade in oc-

casione della ricorrenza del bimillenario della sua

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morte: Augusto si spense, anziano, a Nola, il 19 agostodel 14 d.C. In quel frangente, erano al suo fianco lamoglie Livia e il figlio di lei, Tiberio, nelle cui maninelle ore successive sarebbe passato l'Impero. La mo-stra alle Scuderie del Quirinale, attraverso una selezio-ne di opere di assoluto pregio artistico tra statue, ritrat-ti, arredi domestici in bronzo, argento e vetro, gioielliin oro e pietre preziose, propone un percorso capacedi intrecciare la vita e la carriera del princeps con ilformarsi di una nuova cultura e di un nuovo linguaggioartistico, tuttora alla base della civiltà occidentale.

Palazzo Colonna (sabato 8 febbraio)Una delle più grandi e anticheresidenze private di Roma: lasua costruzione inizia nel XIV

secolo per volere della famiglia Colonna, che tantaparte ha avuto nella storia politica della città e che quirisiede stabilmente da otto secoli. Al suo interno, gal-lerie affrescate, preziose suppellettili, una pregiataquadreria con opere rinascimentali e barocche, la me-moria storica di alcuni personaggi della nobile casata.

Palazzo Falconieri (sabato 8 marzo)L’LL Accademia d’Ungheria operanella capitale dal 1927 e ha se-

de nel prestigioso PaPP lazzo Falconieri, edificato nel XVIsecolo e rimaneggiato nel 1638 da Francesco Borro-mini. Degni di nota sono l'impaginato della facciata,gli interni con i soffff itti ornati da motivi floreali, la log-gia palladiana che si affff accia sul cortile e lo stupendopanorama che si ammira dalla terrazza.

Passeggiata attraverso il rione borgo(sabato 12 aprile)

Il rione Borgo occupa parte del cosiddetto Ager Vati-canus della Roma antica: qui Agrippina ebbe nume-rosi possedimenti, San Pietro subì il martirio nel circodi Caligola e l’imperatore Costantino fece erigere laprima chiesa vaticana. A seguito dei numerosi pelle-grinaggi di comunità provenienti dal nord Europa, ven-

nero create delle comunità autonome denominateScholae che si insediarono stabilmente in questo ter-ritorio posto nelle vicinanze dell’area esterna alle muraAureliane, all’ombra dell’imponente mole adrianea diCastel Sant’Angelo.

Fantasmi di Roma(sabato 10 maggio)Quando la città si addormenta,di notte, un brivido silenzioso

ne percorre le strade, i vicoli, i ponti e i palazzi chesono stati teatro di vicende storiche ormai lontane, tra-giche e leggendarie, ma ancora pervase di quella sug-gestione che ci spinge a cercarne i protagonisti: Bea-trice Cenci, Ottavia e Berenice al Ghetto; GiordanoBruno in Campo de Fiori; Donna Olimpia e CostanzaConti De Cupis in Piazza Navona; e poi ancora i va-gabondaggi della moglie di Cagliostro e di Mastro Titta,le visioni demoniache nel PaPP ntheon, le vecchine di viadel Plebiscito…

Villa Chigi ad Ariccia(sabato 7 giugno 2014)Un esempio unico di dimorabarocca rimasta inalterata nel

suo contesto ambientale e nel suo arredamento origi-nario, a documentare il fasto di una delle più grandicasate papali italiane: i Chigi. Iniziato nella secondametà del XVI secolo dai Savelli, il palazzo fu trasfor-mato tra il 1664 e il 1672 su un'idea progettuale diGian Lorenzo Bernini e oggi vanta un'importante col-lezione di dipinti, sculture ed arredi, che spinse Luchi-no Visconti ad ambientarvi gran parte del suo capola-voro, “Il Gattopardo” (1962).

CONOSCERE ROMA VELA

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VELA NAVIGARE NELLA STORIA

Furono sorteggiati dieci uomini con il compito di tagliare la gola a tutti gli altriche già si erano distesi l’uno accanto all’altro. Poi questi dieci ne sorteggiaronouno tra loro, che con grande coraggio tagliò la gola agli altri nove. L’ultimosuperstite incendiò le loro povere cose e alla fine si suicidò.

TrTT arr le sps ondedd dedd l mar Mortott e l’a’ ltott po iano dedd sertico dedd llll all Giudedd a si elevavv al cielo peroltrtt err trtt err centott metrtt irr uno sps erorr ne didd rorr ccia. A contatt ttott col cielo si plall ca in una im-mensa tett rrrr arr zzzz azz . Una sps ianatatt didd pietrtt arr didd oltrtt err didd eci ettatt rirr ,i un tett mpo orlrr all tatt dadd duepossenti murirr a didd feff sa dedd llll all piccolall cittàtt dodd vevv si rirr fuff giarorr no glill ebrerr i scampati allll alldidd strtt uzuu ione didd Gerusalemme per sfuff gggg irerr al fuff rorr rerr dedd llll e legioni rorr mane.

Mai più Masada cadrà

IL FILO DELLA MEMORIA VELANAVIGARE NELLA STORIA VELA

Una fortezza sospesa sul desertoÈ Masada, fatttt a costruire da Erode il Grande, che vi rea---lizzò anche due splendide residenze sospese sul deserto,,dove venivano ospitati i legati di Augusto. Un bastione aaafoff rma di nave, immerso d’estate nel vento sabbioso delldeserto arabico che turbina nella depressione del MarrrMorto, e d’inverno batttt uto dai gelidi venti dell’est che ir--rrrompono sul medesimo mare dall’altopiano di Moab.Con rischio e faff tica si poteva un tempo arrivare fin lassùùatttt ravaa erso la “strada del serpente”, un viotttt olo a strapiombooosulla sabbia infuocata, con la distet sa del mare sullo sfoff ndo..Più in là un altro accesso difeff so da mura massicce dalleeequali si snodavaa a in vertrr iginosa salita una piccola strada cheeeconduceva alla sommità. Su quel pianoro si consumò unooodegli episodi più drammatici della storia di Israele.

La più difficile delle decisioniEra il 14 aprile del 74 quando Eleazar Ben YaYY ir,r il capooodi quel manipolo di sopravvissuti, radunò al centro del---la roccaforte le mille persone superstiti. Domandò lorooose era meglio cadere nelle mani dei romani per essereeeusati come schiavi nei luoghi più reconditi dell’imperoooo raggiungere subito la pace celeste. Li esortò inoltre aaapensare a quanti di loro sarebbe toccata in sorte unaaafine dolorosa nei circhi, per il diletto degli odiati roma---ni, e a quanti altri destinati alle immense miniere di---sperse nel mondo allora conosciuto. Gli zeloti presentiipregavano gli altri di porre fine alla vita di tutti con unnsuicidio collettivo.La decisione era grave per la presenza di donne e bam---bini. Fratttt anto scese la sera che precedeva l’ultimo giornoood’assedio, con i genieri dell’esercito romano già pronti,,su un’altissima torre, all’assalto finale. Per ben due anniii soldati della X legione, al comando del generale FlavioooSilva, oltre a migliaia di schiavi, lavorarono attorno addduna piccola altura addossata ai piedi di Masada.La innalzarono sempre più in alto con pietrisco e sab---bia del deserto, contenuta a stento da due palizzateeelaterali. Man mano che si avvicinavano alla cima ve---nivano bersagliati da pietre ed insulti, che di certooonon incrinavano la proverbiale determinazione deiisoldati. Un’opera imponente da realizzare in mezzoooad un caldo asfissiante. Vicino alla vetta la grandeeestrada in pendenza venne pavimentata in modo daaarealizzare un piazzale. Vi fu poi eretta una torre di le---gno che in altezza superava anche le murature di cin---ta della spianata.

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L'ultimo lembo di terraUn destino crudele stavaa a per compiersi. A nulla era val-sa la fuga da Gerusalemme in fiamme. Anche l’ultimolembo di terra stavaa a per essere sotttt ratttt o al popolo ebrai-co, che non aveva più una patria e nemmeno la spe-ranza di ritornare nella terra natia divenuta provinciaimperiale.Otttt o anni prima era iniziato il calvario di quella gentedisperata. Nel 66 scoppiò in PaPP lestina una rivolta control’insopportabile dominio romano installato in quelleterre fin dal 63 a.C. Gli insortrr i riuscirono a riconquistareanche la foff rtezza di Masada, da oltre sessant’anni abi-tata dai Governatori romani, faff cendo strage del presidiofisso di legionari.Nerone mandò a domarla VeVV spasiano, al comando dinumerose legioni, con lo scopo di reprimere anche ifeff rmenti patriotttt ici e annientare i nuovi movimenti re-ligiosi. Proprio a Roma l’anno dopo, nel 67, veniva cro-cifisso San Pietro e giustiziato San PaPP olo al quale, es-sendo citttt adino romano, fu risparmiata la dolorosa pra-tica della crocifissione.La lenta ma inesorabile repressione vide soccomberenumerose citttt à. Si affff ievolì soltanto alla morte del Prin-cipe tiranno. L’LL11 giugno del 69, l’anno dei quatttt ro im-peratori, le legioni della Siria prima e quelle in PaPP lestinapoi acclamarono imperatore lo stessoVeVV spasiano. Nelritornare nella Capitale il nuovo padrone di Roma la-sciò il comando dell’esercito a suo figlio Tito, con l’or-dine di atttt accare e distruggere Gerusalemme, al cui in-terno si erano asserragliati i rivoltosi.Tito, allora trentenne, mosse da Cesarea verso la Capi-tale ebraica al comando di cinque legioni oltre a cor-posi reparti ausiliari. Il potere romano dispiegò una foff r-rrza imponente per porre fine una volta per tutte alle

continue rivolte del regno giudai-co, protettorato dell’impero. Unmonito per tutttt e le province. Il riaf-fffeff rmarsi dell’impossibilità di qual-siasi successo di movimenti di se-cessione.Era dunque impensabile una vitttt o-ria degli Ebrei e pur tutttt avia si ac-cinsero a resistere, sicuri della ve-nuta del Messia che li avaa rebbe por-rrtati all’indipendenza. Era altretttt an-to impensabile che l’Impero Roma-no potesse permettere l’indipen-denza della PaPP lestina.

Una tragedia annunciataIl generale romano era convinto di raggiungere lo sco-po con poco spargimento di sangue, consapevole dellediscordie intestine all’interno della citttt à. Le faff zioni inlotttt a, capitanate da Simeone, figlio di Gioras, e da Gio-vanni di Giscala, cessarono invece ogni ostilità tra lorodavanti all’avanzare di un nemico così temibile.L’LLassedio a Gerusalemme coincise con la celebrazionedella PaPP squa del 70, che feff ce accorrere al TeTT mpio unamassa di fedeli da ogni parte della regione. Furonosbarrate tutttt e le vie di fuga prima di iniziare l’assaltoalla parte più bassa della citttt à, il quartiere di Bezetha.Il tentativo di aprire una breccia negli spessi muri dicinta tutttt avia durò quaranta giorni per la strenua difeff sadei rivoltosi, sospinti dal feff rvore religioso degli zeloti.Entrati nel quartiere i legionari dovetttt ero combatttt ere inogni strada, casa per casa, prima di sotttt ometttt ere quellaparte di Gerusalemme. Furono uccisi quasi tutttt i gli abi-tanti che per la loro causa erano pronti a morire, e anzivolevano morire per difeff ndere i luoghi santi.I legionari cominciarono poi a risalire il colle per rag-giungere il quartiere diAcra, difeff so con ogni mezzo daisuoi abitanti protetttt i anche qui da una seconda cinta dimura. PePP r otttt o giorni l’esercito di Tito la martellò conmacchine costruite sul posto con alberi abbatttt uti nellezone circostanti. Furibonde furono le mischie nelle qua-li perirono migliaia di persone da una parte e dall’altra.Rimaneva solo l’ultima altura sulla quale sorgeva ilTeTT mpio di Salomone con a guardia la foff rtezza di Sione le due torri Moriah e Antonia.Oltremodo diffff icile si presentava la conquista di que-st’ultimo bastione, alla cui difesa ogni persona era

VELA NAVIGARE NELLA STORIA

Il Tempio di Salomone

IL FILO DELLA MEMORIA VELANAVIGARE NELLA STORIA VELA

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pronta a dare la vita. PePP r risparmiare altre perdite Titoordinò di cessare le ostilità pensando di prendere perfaff me gli ultimi ribelli. PaPP ssarono altre tre setttt imane manessuno si arrese, anche se a ridosso del TeTT mpio tantagente moriva di faff me.

Un cumulo di macerieAi primi di luglio del 70 fu sfeff rratott l’atttt acco decisivov . Fu-rono abbatttt utett le due tott rri e subitott dopo vennero incen-diatett le abitazioni del quartrr iere. Il fuoco alimentatott dalventott si propagò all’interno delTeTT mpio, distruggendolo.Un gruppo di zeloti riuscìc a trovare riparo nella foff rtrr ett zzadi Sion che cadde inesorabilmentett ai primi di setttt ett mbre.La citttt à venne ridotttt a ad un cumulo di macerie.Mai più realistica la predizione evangelica: “non rimar-rrrà pietra su pietra”. Rimase in piedi soltanto un possen-te muro che sosteneva la spianata del TeTT mpio, meglioconosciuto come il Muro del Pianto, dove migliaia difeff deli si recano tutttt ora ai giorni nostri a pregare.Giuseppe Flavio, lo storico del tempo che ha narratole vicende della guerra giudaica, parla di un milione dimorti. Gli storici successivi ne ridimensionano il nu-mero alla metà. Gran parte di essi furono crocifissi a ri-dosso delle mura perimetrali della citttt à al ritmo di cin-quecento al giorno. Dice lo storico che non vi era piùposto per le esecuzioni.L’LLodore acre delle cremazioni di massa arrivava finoalle città vicine che si erano sottomesse al potere diRoma. PePP r ordine di VeVV spasiano ogni casa venne in-cendiata, ogni muro difensivo venne abbattuto. Mi-gliaia di prigionieri furono uccisi. Si salvarono solo ipiù giovani che furono dispersi in Europa ed in Africacome schiavi. Altri vennero inviati a lavorare nelle mi-niere d’Egitttt o o della Spagna.

La Giudea provincia romanaAd operazione compiuta Tito si avviò con quattro le-gioni alla volta di Alessandria di Egitto, lasciando alnuovo Governatore della PaPP lestina, Flavio Silva, ilcompito di conquistare la roccafoff rte di Masada. Fu ri-tenuto suffff iciente lasciare sul posto soltanto la X le-gione Fretensis.Così Giuseppe Flavio descrive il luogo dell’apocalisse:“Ora non appena i soldati romani non trovarono piùgente da uccidere o da depredare, poiché non era ri-masto più nessuno per essere oggetttt o della loro furia,Tito diede l’ordine di demolire l’intera citttt à ed il TeTT m-

pio, ma di lasciare in piedi le torri di maggiore impor-tanza per dimostrare alla posterità che grande citttt à foff ssestata, e come potentemente foff rtrr ificata, che si era dovutapiegare al valore romano; ma tutttt a la restante parte del-le mura fu cosìs scrupolosamente distrutttt a sino al suolo,da quelli che le demolivano fino alle foff ndamenta, chenulla rimase a faff r immaginare a quelli che vennero do-po che foff sse mai stata abitata. E nessuno che avaa esse co-nosciuto il luogo prima di allora, arrivandoci adessoall’improvviso, l’avrebbe riconosciuto. Ma anzi, purtrovandosi in citttt à, avrebbe chiesto dove foff sse.”Con la distruzione di Gerusalemme ebbe tett rmine ancheil regno giudaico. L’LLintett ra Giudea assunse il ruolo di pro-vincia, mentre a Cesarea e ad Emmaus furono insediatettcolonie di vetett rani al tett rmine del loro servizio militare.

Commiserazione e ammirazioneI capi delle due faff zioni in lotttt a, Simeone e Giovanni,furono trascinati in catene a Roma e sfilarono nel cor-rrteo celebrativo del trionfoff conseguito dalle insegne ro-mane in Giudea. Al termine della cerimonia furono uc-cisi secondo un consolidato cerimoniale. Un lungo cal-vario che quella notte del 14 aprile del 74 stava pergiungere alla conclusione finale. L’LLaccorato discorso diEleazar BenYaYY ir fu da tutttt i condiviso, seppur con lo stra-zio nel cuore per i tanti bambini innocenti che dove-vano essere uccisi dai propri genitori.Chi aveva presso di sé la sposa la strinse al petttt o trafig-gendola con il proprio pugnale. Chi avaa eva figli li sollevòverso il cielo faff cendoli cadere sulle proprie spade. Fu-rono sorteggiati dieci uomini con il compito di tagliarela gola a tutttt i gli altri che già si erano distesi l’uno ac-canto all’altro. PoPP i questi dieci ne sorteggiarono uno traloro, che con grande coraggio tagliò la gola agli altrinove. L’LLultimo superstite incendiò le loro povere cosee alla fine si suicidò.All’alba del 15 venne abbattuto con potenti arieti untratto del muro di cinta ed i primi soldati irrupperonella fortezza con le spade sguainate. Il loro impetosi raggelò davanti a quello spettacolo orrendo ed allaloro baldanza subentrarono sentimenti di commise-razione ed ammirazione. Da allora Masada è diven-tata per gli Israeliani un moto dell’anima e un simbolodella causa sionista. Dopo il periodo di addestramen-to, le giovani reclute dell’esercito israeliano nella ce-rimonia del giuramento di fedeltà urlano: “Mai piùMasada cadrà”. (G.P.)

VELA CRONACHE DAL NOVECENTO

Una donna impara a mungere una mucca da latte, tra la curiosità di tuttie sotto lo sguardo attento di un istruttore. A destra, alcuni ragazzi simu-lano la mungitura stringendo delle finte mammelle in gomma. Era uno deitanti corsi professionali organizzati nei nostri territori.

Anche quello che sembrava il mestiere piùsemplice del mondo, da apprendere soltan-to guardando i più grandi, aveva bisogno diun corso di formazione. Erano i primi annidel dopoguerra, e dopo la ricostruzionevennero gli anni del boom economico, chegli storici collocano tra il 1958 e il 1963. Sem-

brava allora che ci fosse lavoro per tutti. Og-gi, in un momento in cui la disoccupazionegiovanile ha raggiunto cifre sempre più pre-occupanti, la formazione rimane fondamen-tale, come pure la capacità di affinare conti-nuamente le proprie competenze e di impa-rare lavori nuovi.

IL FILO DELLA MEMORIA VELAANNIVERSARI VELA

La festa di Don Carmelo

Il 29 giugno scorso ha avuto luogo a Trevignano lafesta per il 65° anniversario di sacerdozio di Mons.Carmelo Benedetti. Una grande folla di fedeli hapartecipato all’evento unitamente al Vescovo dellaDiocesi, S.E. Romano Rossi, ai parroci dei Comunilimitrofi e ai Presidenti delle Associazioni locali.La Messa è stata officiata dallo stesso Don Carmelopresso la Casa del Fanciullo ed è stata accompa-gnata dai canti liturgici del locale coro parrocchia-le. Per l’occasione è stato distribuito il libro dal ti-tolo “Il Viaggio”, scritto da Franco Scalise, che ri-percorre la vita del Sacerdote, ricca di iniziative afavore della comunità trevignanese.Tra queste, la più significativa per il considerevolerisvolto sociale, è quella della costituzione dell’al-lora Cassa Rurale ed Artigiana di Trevignano Ro-mano. Come ha ricordato il Presidente della Bancadi Credito Cooperativo Gino Polidori, la nascita diquella Cassa, avvenuta proprio presso la Casa delFanciullo il 18 febbraio del 1958, ha rappresentatoper i paesi rivieraschi - e dopo la fusione con laBanca di Formello anche per altre numerose co-munità - il volano per la rinascita e il riscatto dellepopolazioni dopo le macerie dell’ultimo conflittomondiale.Don Carmelo fu ordinato Sacerdote presso la Chie-sa di Morlupo, suo paese natale, il 29 giugno 1948,

e dopo solo tre anni, a PaPP squa del 1951, venne no-minato PaPP rroco di Trevignano. Il suo entusiasmo ela gran voglia di fare lo posero di fronte a un gran-de progetto: quello della costruzione della Casadel Fanciullo. Per anni al suo interno si tennerocorsi di formazione per giovani desiderosi di con-seguire la specializzazione per lavori più qualifi-cati di quelli allora praticati nel campo dell’agri-coltura e della pesca. La grande opera, iniziata nel1953, è stata il punto di riferimento della gioventùdel lago e il trampolino di lancio per i più volente-rosi.Sorprendente è il parallelismo con la vita di donAngelo Mechelli, parroco di Formello, compaesa-no di Don Carmelo, anch’egli promotore e fonda-tore della Cassa Rurale ed Artigiana di Formello,costituita nel 1959, ideatore e costruttore della Cit-tà di Maria, centro religioso e di accoglienza alleporte del paese.Numerosi sono stati gli interventi al termine dellaMessa oltre a quello del Vescovo della Diocesi. Tragli altri quello di Vincenzo Brunori, Presidente delCentro Anziani di Trevignano e quello di un alunnodi un tempo. Ha chiuso la fase celebrativa il Sin-daco Massimo Luciani. PaPP gnottelle con salsicce eporchetta hanno posto fine alla festa. Era già mez-zanotte.

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Un aneddoto vuole che San Fran-cesco, da bambino, frequentassela falegnameria Lucchetti, ad As-sisi. Gli piaceva farsi costruire del-le croci in legno da mettere agliangoli delle strade. Poi, da ragaz-zo, amò il lusso, prima di spogliar-rrsi delle ricchezze e di scegliere in-fine di vivere in povertà.Di certo è solo una leggenda tra-mandata di padre in figlio, ma èvero che la storia dei falegnamiLucchetti inizia proprio tra i vicolidella cittadina umbra. Una fami-glia antica, quindi, che custodivagelosamente i segreti corporatividel mestiere di falegname, quan-do l'arte del legno era importan-tissima per ogni settore dell'eco-nomia: di legno erano non solo gliassi e le tavole da costruzione, maanche gli atttt rezzi contadini, gli ar-rrredi delle case, i carri per traspor-

tare le merci, le doghe delle bar-rrche. I documenti d'archivio cidanno maggiori certezze sulla sto-

ria recente: ai primi del Novecen-to i Lucchetti si trasferiscono aCorchiano, nel Viterbese, e neglianni Cinquanta arrivano nellaCampagna romana, a Prima Portae poi più vicino a Formello, sullaVia di Santa Cornelia, sempreesercitando il mestiere della fale-gnameria.A questo periodo risalgono i ricor-rrdi di Sergio Lucchetti, classe1941. “Ricordo le due alluvionidelTeTT vere a Prima PoPP rta, nel 1956e nel 1964. La nostra botttt ega fu ri-coperta da quattro metri d'acqua!Fuori dal portone avevamo il le-gno accatastato; la marana portòvia tutto! Dopo l'ultima alluvioneio e i miei fratelli abbiamo smon-tato e rimontato tutttt i i macchinari,per pulirli dal fango. C'abbiamomesso due settimane intere!”.Erano già gli anni Sessanta. I pati-

Sergio Lucchetti

Quando il legno è una

passione di famiglia

VELA I SOCI RACCONTANO

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menti del dopoguerra erano soloun ricordo. TuTT tti volevano dimen-ticare e farsi un futuro. Si rispar-rrmiava durante la setttt imana per co-struirsi una casa, il sabato e la do-menica. “Bene o male molti ave-vano imparato a fare il muratorenei cantieri edili di Roma, e chinon era muratore aiutava impa-stando la calce e trasportando iblocchetttt i di tufoff ”, racconta anco-ra Sergio. “Noi foff rnivamo gli infis-si delle finestre. Ci pagavano conle cambiali. A volte le onoravano,a volte no. Andava così...”.Dieci anni dopo, negli anni Setttt an-ta, si erano già foff rmate delle flori-de imprese edilizie. “E in un can-tiere di Roma conobbi Mastro Co-lombo, cioè Colombo D'Alessio,uno dei soci foff ndatori della Cassarurale ed artigiana San Lorenzo evice presidente per tanti anni. Miparlò del credito cooperativo, del-le opportunità di prestito che foff r-niva alle aziende, dell'importanzadi avere una banca qui nel nostroterritorio. E così nel 1977 divennisocio. Lo divennero anche i miei

fratelli Mario e Decimo, con i qua-li proprio in quegli anni divisi la faff -legnameria di famiglia, e oggi losono i miei figli: Gianni, Carlo,Claudio, Nicola e Stefano”.I tempi degli squattrinati clientidel dopoguerra sembrano lontani.Iniziarono ad arrivare commesseper lavori prestigiosi da grandi no-mi come il regista MichelangeloAntonioni, il calciatore e poi de-putato Gianni Rivera, la bellissimaattrice e produttrice Zeudi Araya eil cantautore Sergio Cammariere.E al cesello e alla pialla si aggiun-sero macchinari modernissimi,centri di lavoro a controllo nume-

rico del valore di centinaia di mi-gliaia di euro.“A“ bbiamo realizzato a Formello lefinestre di PaPP lazzo Chigi restauratosolo da pochi anni, in cui nonc'era una finestra uguale all'altra,e gli archi in plexiglass all'internodel cortile. A PaPP rigi abbiamo arre-dato uno dei primi appartamenti dibio-edilizia urbana nel quartiere diMontmartre. Per l'EXPO 2005 inGiappone abbiamo costruito unbar in legno riproducendo un fa-moso Caffff èff storico diToTT rino: i ban-coni sono stati cesellati in moganoe piuma di mogano all'interno del-la falegnameria, poi sono statismontati, sono stati caricati suicontainer e infine rimontati nellontano Oriente. Abbiamo foff rnitogigantografie e tavoli espositivi perle mostre del Vitttt oriano e arredi intek per costosissimi yacht”.Il legno ha preso le forme più sva-riate, in una tradizione artigianache ha davvero pochi concorrentinel mondo, e che ha resistito allastandardizzazione dell'industria ealla concorrenza straniera a bassocosto. Prima che con le macchine,il vero artigiano crea con le manie con il cuore.

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I SOCI RACCONTANO VELA

VELA LE MIGLIORI TESI DI LAUREA

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La meccanizzazione dell'agri-coltura, avvenuta nelle nostrecomunità tra gli anni Cinquan-ta e gli anni Settanta del Nove-cento, ha sollevato da intensee prolungate fatiche, originan-do delle epocali trasformazio-ni sociali come l'esodo dallecampagne e il cambiamentodegli stili di vita. Negli stessianni la concimazione chimicapermise l'aumento delle reseper ettaro e quindi raccolti piùgenerosi. Furono due grandirivoluzioni che i nostri nonnima anche i nostri padri ricor-dano bene. Ma la meccanizza-zione e la concimazione chi-mica hanno comportato anchenuovi rischi per la salute deilavoratori.Una ricerca ha mostrato un'altafrequenza di infortuni con dan-ni permanenti o addirittura condecessi proprio nei lavori agri-coli, che spesso si crede arre-trati e quindi non particolar-mente pericolosi. È una fre-quenza di infortuni che non siriscontrava fino alla metà delsecolo scorso e che è secondasolo agli infortuni nei settoridei trasporti e delle costruzio-ni, tradizionalmente i settoripiù pericolosi, e che sorprendenegativamente anche perché ilavoratori in agricoltura rappre-sentano ormai una percentualenon superiore al 6% della po-polazione attiva.Le cause sono molteplici. L'im-piego di macchinari sofisticati,

magari ideati per lavorare suterreni pianeggianti, può esseremolto pericoloso sui versantiscoscesi o in prossimità dei fos-si che caratterizzano talvolta lenostre colline. L'uso di prodottichimici in agricoltura può inve-ce essere altamente tossico peril lavoratore stesso prima cheper i parassiti ai quali è rivolto,soprattutto se il lavoratore ope-ra ancora manualmente o nonutilizza adeguati sistemi di pro-tezione, ad iniziare da semplicimascherine.Gli infortuni dipendono princi-palmente da mancati adegua-menti alle norme di sicurezza,considerate inutili e cavillose,

e da carenza di informazione,visto che si è soliti trascurare ilibretti di istruzioni e indica-zioni che accompagnano i pro-dotti chimici.Anche nelle campagne la sicu-rezza del lavoro rimane quindifondamentale: la prevenzionesull’ambiente di lavoro (miglio-ramento delle condizioni di la-voro e delle attrezzature) esull’uomo (educazione dei la-voratori) rappresenta il princi-pale strumento per ridurre alminimo il verificarsi di infortu-ni e patologie. Vale per i lavo-ratori professionisti ma ancheper chi cura con dedizione unpiccolo orto.

La prevenzione degli infortuni in agricolturaPer una cultura della sicurezza sul lavoro DI MARIA CHIARA PETRUCCIOLI,NEOLAUREATA IN MEDICINA E PSICOLOGIA

TECNICHE DELLA PREVENZIONE NELL’AMBIENTE E NEI LUOGHI DI LAVORO

BCCCREDITO COOPERATIVO

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Trevignano Romano

NNeeeNN l pprrrroossimo numero

TrTT ieste nnelle immppreessssiioniddii viaggggiioo ddei nnoossttrii ssoocci

al rriittoorrnno ddaallllaa ggiittaa sseettteemmbbrriinnaa

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

PresidenteGino Polidori

Vice PresidenteAlvaro Altarocca

ConsiglieriGiuseppe Bernardi

Edda D’Alessio Gianluca Franchini Lorenzo Francucci

Piergiorgio Montani Marco Palma

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