LA BANCA D’ITALIA FUNZIONI E OBIETTIVI · 4 La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi Indice 8 1...

133

Transcript of LA BANCA D’ITALIA FUNZIONI E OBIETTIVI · 4 La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi Indice 8 1...

  • LA BANCA D’ITALIAFUNZIONI E OBIETTIVI

  • © Banca d’Italia, 2019

    Indirizzo Via Nazionale, 91

    00184 Roma, Italia

    Telefono +39 0647921

    Sito Internet www.bancaditalia.it

    Tutti i diritti riservati.

    È consentita la riproduzione a fini didattici e non commerciali, a condizione che venga citata la fonte

    1a edizione: progetto grafico e impaginazione a cura di Studio Ruggieri Poggi, Roma

    2a edizione: aggiornamento grafico, impaginazione e stampa a cura della Divisione Editoria e stampa della Banca d’Italia

    Stampato nel mese di dicembre 2019

    Prima edizione, maggio 2018

    Seconda edizione, dicembre 2019

    Sul sito internet viene pubblicata ogni anno la Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d’Italia,

    che descrive le attività svolte dalla Banca nel periodo di riferimento.

    Dal 2018 è disponibile anche una brochure informativa con i principali dati quantitativi di tali attività.

    Le pubblicazioni sono raggiungibili inquadrando questo QR Code

    https://www.bancaditalia.it/https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-gestione/index.html

  • La Banca d’Italia influenza con la sua azione la vita quotidiana dei cittadini in molti modi, ma lo fa per lo più in maniera indiretta, attraverso gli effetti che eser-cita sul comportamento degli intermediari bancari finanziari e sul funzionamento dei mercati. Pertanto, nonostante abbia maturato più di 125 anni di storia, il ruolo che svolge nei numerosi settori di impegno non è general-mente percepito con chiarezza.Questo volume, che intende descriverne le attività cercan-do di conciliare il più possibile l’accuratezza delle informazioni

    con la semplicità del linguaggio, si aggiunge agli altri strumenti utilizzati per dare conto dell’ope-rato dell’Istituto: il sito internet, la partecipazione a eventi in cui la Banca è chiamata a esprimere il proprio punto di vista, le pubblica-zioni, gli incontri con i cittadini sul territorio. Le informazioni qui raccolte, in parte presenti nelle ultime edi-zioni della Relazione sulla gestione e sulle attività, vengono periodi-camente aggiornate per tener conto delle modifiche nei compiti dell’Istituto.

    Premessa

    https://www.bancaditalia.it/http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-gestione/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-gestione/index.html

  • 4 La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi

    Indice

    8 1 Una visione di insieme10 L’assetto di governo 11 La riforma dello Statuto del 2006

    e le modifiche più recenti12 La Banca d’Italia e l’Europa 14 Il contributo alla cooperazione internazionale 14 Il dialogo con le istituzioni

    e le autorità finanziarie nazionali15 La presenza sul territorio16 I valori istituzionali 17 Le risorse finanziarie18 La riserva aurea19 Le persone e l’organizzazione del lavoro

    MONETA

    24 2 La politica monetaria25 La politica monetaria dell’Eurosistema27 L’attuazione della politica monetaria28 Le operazioni non convenzionali dell’Eurosistema29 Gli strumenti30 Le controparti e le garanzie32 Le operazioni di emergency liquidity assistance

    (ELA)

    33 3 Le banconote34 L’uso del contante 35 L’euro 35 Le banconote e la nuova serie Europa36 La produzione delle banconote 37 La stamperia della Banca d’Italia38 Le fasi di realizzazione di una banconota39 La distribuzione delle banconote

    e i controlli di qualità41 La lotta alla contraffazione42 Le monete

  • 5Indice

    43 4 I sistemi di pagamento44 La Banca d’Italia e i sistemi di pagamento45 Le infrastrutture di pagamento dell’Eurosistema45 Da TARGET a TARGET247 TARGET2-Securities (T2S): il passaggio al nuovo

    sistema48 I sistemi di pagamento al dettaglio

    della Banca d’Italia50 L’evoluzione delle infrastrutture di pagamento

    51 5 La sorveglianza sui mercati e sul sistema dei pagamenti

    52 Perché servono i controlli53 La sorveglianza sui mercati53 L’attività nei consessi internazionali53 La sorveglianza su sistemi e strumenti

    di pagamento 56 FinTech 56 Il dialogo con il mercato57 Il CERTFin e la resilienza cibernetica

    SISTEMA FINANZIARIO60 6 La vigilanza sugli intermediari bancari

    e finanziari61 L’esercizio della vigilanza in Italia:

    un sistema integrato nazionale ed europeo62 La definizione delle regole66 L’evoluzione degli standard prudenziali

    del Comitato di Basilea67 Gli enti sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia67 I controlli di vigilanza sulle banche69 I controlli di vigilanza sugli altri intermediari70 La trasparenza e la tutela del cliente70 La lotta al riciclaggio e al finanziamento

    del terrorismo71 Le sanzioni e i rapporti con l’Autorità giudiziaria72 Il coordinamento con le altre autorità

    74 7 La gestione delle crisi delle banche75 La regolamentazione in Europa 78 L’evoluzione del quadro normativo79 La gestione delle crisi nel quadro

    antecedente la direttiva europea80 La gestione delle crisi e il ruolo della Banca d’Italia82 Le attività connesse con il Fondo di risoluzione

    unico83 Il Fondo nazionale di risoluzione83 La supervisione sui sistemi di garanzia dei depositi

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi6

    84 8 La tutela della stabilità finanziaria e le politiche macroprudenziali

    85 Il quadro di riferimento86 Obiettivi, strumenti e indicatori

    per le analisi macroprudenziali88 Il contributo ai lavori in materia di stabilità

    finanziaria a livello internazionale89 Gli strumenti delle politiche macroprudenziali

    90 9 La prevenzione del riciclaggio e l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia

    91 Il ruolo dell’Unità di informazione finanziaria per l’Italia

    91 L’analisi delle operazioni sospette93 Poteri di regolazione e controllo

    e altri flussi informativi95 La collaborazione istituzionale

    RICERCA E STATISTICA98 10 La ricerca e l’analisi economica98 L’analisi e la ricerca in campo economico99 I modelli econometrici per la previsione

    e la politica macroeconomica 102 L’analisi in materia di vigilanza 103 La ricerca su temi giuridici e sulla fiscalità

    104 11 Le statistiche105 La collaborazione con altre istituzioni105 La raccolta e l’elaborazione dei dati

    per le statistiche monetarie, bancarie e finanziarie106 La Centrale dei rischi107 Le statistiche sulle Amministrazioni pubbliche

    e quelle sulla bilancia dei pagamenti108 Le statistiche su famiglie e imprese108 L’utilizzo a fini statistici dei dati di bilancio della

    Banca109 Le indagini campionarie su famiglie e imprese

  • 7Indice

    SERVIZI AL PUBBLICO112 12 I servizi per lo Stato113 L’analisi e le previsioni della liquidità

    e del fabbisogno del Tesoro113 I sistemi informativi113 Il fabbisogno del settore statale114 La remunerazione del conto di disponibilità

    del Tesoro 115 La gestione del debito pubblico115 Lo svolgimento delle aste dei titoli di Stato

    116 13 La tutela dei risparmiatori e gli altri servizi per i cittadini

    117 Gli strumenti di tutela a disposizione di clienti e risparmiatori

    117 Gli esposti118 I ricorsi all’ABF119 L’educazione finanziaria119 I servizi informativi120 I nuovi canali di comunicazione121 I servizi a supporto dei pagamenti121 Le biblioteche e l’archivio storico

    122 14 L’impegno per la cultura, la società e l’ambiente

    122 Il contributo alla ricerca e al dibattito scientifico 123 L’investimento in conoscenza124 La valorizzazione del patrimonio artistico

    e la promozione della cultura125 Il sostegno alle iniziative sociali126 La tutela dell’ambiente126 Il contributo al dibattito e alle strategie

    sulla sostenibilità129 Gli investimenti sostenibili129 Le iniziative di inclusione

    130 Siglario

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi8

    La Banca d’Italia ha il compito di proteggere il valore della moneta e rendere più sicuro ed efficiente il sistema finanziario, nell’interes-se dei cittadini, dei risparmiatori e dell’economia nel suo complesso. Le azioni e le decisioni dell’Istituto perseguono sostanzialmente due obiettivi: la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria.Dal 1893, anno della sua costitu-zione, molte cose sono cambiate. Nei decenni scorsi il passaggio più significativo è stato l’integra-zione economica europea: con l’introduzione dell’euro e succes-sivamente con l’avvio dell’Unio-ne bancaria, l’Istituto condivide parte delle proprie responsabi-lità – non limitate al solo conte-sto nazionale, ma estese all’area dell’euro – con altre banche cen-

    trali e autorità europee1. Oggi le attività svolte e gli ambi-ti di azione della Banca possono essere ricondotti a quattro aree: la moneta, il sistema finanziario, la ricerca e la statistica, i servizi al pubblico (fig. 1.1). A queste attivi-tà si fa riferimento quando si parla di funzioni istituzionali.La Banca d’Italia si occupa della moneta sotto diversi aspetti: dalle scelte e dagli interventi di politica monetaria alla produzione di ban-conote, dalla gestione dei sistemi attraverso cui vengono regolati i pagamenti alla sorveglianza sui

    1Sul sito internet della Banca d’Italia è dispo-nibile un’ampia rassegna sulla sua storia. Documenti, statistiche e analisi che testi-moniano l’evoluzione del contesto econo-mico, sociale, istituzionale sono raccolti nella Collana storica.

    Una visione di insieme

    1

    https://www.bancaditalia.it/chi-siamo/storia/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/collana-storica/index.html

  • 1 Una visione di insieme 9

    mercati e sul sistema dei paga-menti. Queste attività – tipiche di un istituto di emissione e di una banca centrale – sono trattate nei capitoli 2 (La politica moneta-ria), 3 (Le banconote), 4 (I sistemi di pagamento) e 5 (La sorveglianza sui mercati e sul sistema dei paga-menti). Ma la Banca d’Italia è anche un’autorità di vigilanza: svolge controlli sugli intermediari ban-cari e finanziari e ne gestisce le situazioni di crisi; esercita la vi-gilanza sul settore finanziario nel suo complesso per conoscere, prevenire o attenuare i rischi di instabilità sistemica; partecipa alla rete delle istituzioni che in Italia si occupano di prevenzione

    del riciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo. Si parla di queste attività nei capito-li 6 (La vigilanza sugli intermediari bancari e finanziari), 7 (La gestione delle crisi delle banche), 8 (La tutela della stabilità finanziaria e le politi-che macroprudenziali) e 9 (La pre-venzione del riciclaggio e l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia).Perseguire gli obiettivi di stabilità monetaria e finanziaria richiede solide competenze e un patrimo-nio informativo ricco e costan-temente aggiornato. La Banca svolge un’ampia attività di analisi e ricerca in campo economico, giu-ridico e statistico, raccoglie dati ed elabora statistiche in materia bancaria e finanziaria, sul debito

    pubblico e sulla bilancia dei paga-menti. I risultati della ricerca, i dati raccolti e le elaborazioni effettua-te sono alla base delle decisioni assunte e delle affermazioni con-tenute nelle pubblicazioni ufficiali. I risultati delle analisi vengono inoltre messi a disposizione del pubblico, della comunità scientifi-ca, del Parlamento e del Governo, anche attraverso la consulenza nella formulazione e nella valuta-zione di proposte di politica eco-nomica. A tali attività sono dedica-ti i capitoli 10 (La ricerca e l’analisi economica) e 11 (Le statistiche). Oltre a queste funzioni, che in-fluenzano la vita dei cittadini at-traverso le banche, i mercati e le istituzioni pubbliche, l’Istituto offre anche servizi rivolti direttamente al pubblico: cura incassi e paga-menti per conto dello Stato, svolge attività di educazione finanziaria e di tutela dei risparmiatori e dei clienti dei servizi bancari e finan-ziari, mette a disposizione dei cit-tadini l’accesso a diverse basi dati, tra cui la Centrale dei rischi, non-ché alle biblioteche e all'archivio storico. Questi temi sono illustrati nei capitoli 12 (I servizi per lo Sta-to) e 13 (La tutela dei risparmiatori e gli altri servizi per i cittadini). La Banca d’Italia è impegnata a promuovere e diffondere la cultu-ra e la conoscenza tra i cittadini e a sostenere iniziative di rilievo so-ciale; persegue inoltre obiettivi di riduzione dell’impronta ecologica delle proprie attività, in una pro-spettiva di uso sostenibile delle ri-sorse e di promozione della cultura ambientale. A questo impegno è dedicato il capitolo 14 (L’impegno per la cultura, la società e l’ambien-

    Figura 1.1

    Le attività della Banca d’Italia

    MONETAPolitica monetariaBanconoteSistemi di pagamentoSorveglianza sui mercatie sul sistema dei pagamenti

    SISTEMA FINANZIARIOVigilanza sugli intermediariGestione delle crisi delle bancheTutela della stabilità finanziaria

    SERVIZI AL PUBBLICOServizi per lo StatoTutela dei risparmiatori e altri servizi per i cittadini

    RICERCA E STATISTICARicerca e analisi economicaStatistiche

    Prevenzione del riciclaggio e Unità di informazione finanziaria per l’Italia

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi10

    te).

    L’assetto di governo

    L’assetto di governo è disciplinato da diverse fonti (alcune di rango europeo, in particolare il Trattato sull’Unione europea e il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, altre nazionali2) integra-te nello Statuto e nel Regolamen-to generale. La Banca d’Italia è un istituto di diritto pubblico perché svolge fun-zioni di interesse generale. È tale dal 1936, pur essendo nata con una struttura associativa di tipo privatistico simile a quella di una società per azioni.Nel tempo la struttura istituzio-nale è stata integrata da mecca-nismi in grado di garantire che le funzioni pubbliche assegnate alla Banca fossero svolte senza con-dizionamenti esterni. Tra questi meccanismi, il principale è sen-z’altro quello che preclude ai Par-tecipanti al capitale di intervenire sulle decisioni relative alle attività istituzionali, che sono di compe-tenza esclusiva del Governatore e del Direttorio. Il Governatore ha le competenze e i poteri riservati ai membri degli organismi decisionali della Banca centrale europea (BCE) previsti dal Trattato e dallo Statuto del Si-stema europeo di banche centrali (SEBC); in particolare, in qualità di componente del Consiglio di-rettivo della BCE, contribuisce a

    2La L. 262/2005 e il DL 133/2013, converti-to con modifiche dalla L. 5/2014, per citare le più recenti.

    formulare la politica monetaria per l’area dell’euro e partecipa alle decisioni in materia di vigilanza bancaria nell’ambito del Mecca-nismo di vigilanza unico (Single Supervisory Mechanism, SSM). Al Direttorio – composto dal Go-vernatore, dal Direttore generale e dai tre Vice Direttori generali – spetta l’assunzione dei provvedi-menti a rilevanza esterna nell’e-sercizio delle funzioni pubbliche della Banca, salvi i citati poteri e le competenze riservati esclusiva-mente al Governatore.Il Direttore generale coadiuva il Governatore nell’esercizio delle sue attribuzioni e attua le deci-sioni del Consiglio superiore; è affiancato dai tre Vice Direttori generali, che possono anche so-stituirlo. Sia il Governatore sia gli altri membri del Direttorio sono no-minati con decreto del Presidente della Repubblica dopo un iter di approvazione governativa3.Gli altri organi di governo della Banca – l’Assemblea dei Parte-cipanti, il Consiglio superiore, il Collegio sindacale – non dispon-gono di alcun potere decisionale e non ricevono alcuna informazione sull’esercizio delle funzioni istitu-zionali.

    3La nomina del Governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Gli altri mem-bri del Direttorio sono nominati dal Consi-glio superiore, su proposta del Governato-re; le nomine devono essere approvate con decreto del Presidente della Repubblica, promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’E-conomia e delle finanze, sentito il Consiglio dei ministri.

    L’Assemblea dei Partecipanti no-mina i membri del Consiglio supe-riore, il Presidente e i componenti del Collegio sindacale, approva il bilancio e la ripartizione degli utili, conferisce l’incarico di audit alla società di revisione contabile. I requisiti per poter accedere al capitale della Banca sono stabiliti dalla legge, che definisce anche il numero massimo di quote che ciascun Partecipante può detene-re. All’Assemblea intervengono i 120 Partecipanti al capitale dell’I-stituto, di cui4:

    68 banche24 fondazioni di matrice

    bancaria

    11 enti e istituti di previdenza

    10 assicurazioni 7 fondi pensione

    Il Consiglio superiore esercita le funzioni di amministrazione gene-rale e controlla l’andamento della gestione. È composto dal Governa-tore, che lo presiede, e da 13 Con-siglieri, eletti dai Partecipanti tra personalità con significativa espe-rienza nel settore imprenditoriale, nell’attività libero-professionale, nell’insegnamento universitario o nell’alta dirigenza della Pubblica amministrazione, in possesso di requisiti di onorabilità e indipen-denza puntualmente definiti. I Consiglieri, ad esempio, non pos-sono ricoprire alcun incarico in

    4Informazioni aggiornate al 30 settembre 2019.

    http://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/1341/1342/html/index.it.htmlhttp://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/1341/1342/html/index.it.htmlhttp://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/1341/1342/html/index.it.htmlhttp://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/1341/1342/html/index.it.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/disposizioni-generali/statuto.pdfhttps://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/disposizioni-generali/Regolamento_Generale.pdfhttps://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/disposizioni-generali/Regolamento_Generale.pdfhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/direttorio/index.htmlhttps://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/partecipanti-capitale/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/consiglio-superiore/index.html

  • 1 Una visione di insieme 11

    Tra il 2006 e il 2016 lo Statuto della Banca d’Italia è stato oggetto di diverse modifiche con cui sono state rafforzate la trasparenza e l’indipendenza dell’Istituto.In particolare con la riforma del 2006, in attuazione delle previsioni della L. 262/2005, sono state ridefinite le procedure di nomina e revoca del Governatore e dei membri del Direttorio, introducendo per i relativi mandati un termine di sei anni con una sola possibilità di rinnovo. La competenza ad adottare i provvedimenti a rilevanza esterna, in precedenza assegnata al solo Governatore,

    è stata inoltre attribuita, con l’affermazione del principio di collegialità delle decisioni, al Direttorio; quest’ultimo è composto dal Governatore, dal Direttore generale e dai Vice direttori generali, il cui numero nell’occasione è stato elevato da due a tre. Sono di competenza esclusiva del Governatore gli atti direttamente discendenti dalla qualità di membro degli organi decisionali della BCE e del SEBC. Le modifiche più recenti, del 2013 e del 2016, hanno interessato il capitale e i meccanismi di partecipazione e trasferimento delle

    quote, anche con l’obiettivo di promuoverne un maggiore frazionamento. Il valore del capitale – che era stato fissato nel 1936 a 300 milioni di lire – è stato portato nel 2014 a 7,5 miliardi di euro, attingendo alle riserve statutarie e lasciando invariato il numero delle quote (300.000); tale rivalutazione è stata effettuata in modo da mantenere inalterato il valore economico delle quote di partecipazione, come più ampiamente descritto sul sito internet della Banca, nella sezione Approfondimenti. La platea di potenziali Partecipanti, tradizionalmente composta da banche, assicurazioni e istituti di previdenza con sede legale e amministrazione centrale in Italia, già estesa nel 1999 alle fondazioni di matrice bancaria, è stata ulteriormente ampliata ai fondi pensione e agli enti previdenziali rappresentativi delle categorie professionali. Ciascun Partecipante non può detenere, a livello individuale o di gruppo, più del 3 per cento del capitale; le quote oltre questa soglia non danno diritto al dividendo (i relativi dividendi sono attribuiti alle riserve della Banca), né consentono di esercitare diritti di voto. Per facilitarne la circolazione, le quote sono state dematerializzate e sono state adottate ulteriori iniziative delle quali si dà conto sul sito internet, nella sezione Partecipanti al capitale.Le negoziazioni effettuate a partire dall’avvio della riforma hanno comportato il trasferimento del 34,7 per cento del capitale. Il processo di riallocazione non è ancora concluso: le quote detenute in eccesso, pari all’avvio della riforma a circa 4,9 miliardi di valore nominale (64,9 per cento del capitale), ammontano a circa 2,4 miliardi (31,8 per cento)a. I diritti patrimoniali dei Partecipanti sono limitati al valore del capitale (7,5 miliardi) e ai dividendi annuali b, fino a un massimo complessivo di 450 milioni di euro, pari al 6 per cento del capitale stesso. Entro questo limite, la politica di distribuzione degli utili adottata nell’aprile 2015 prevede che i dividendi siano compresi di norma tra 340 e 380 milioni annui, purché lo consentano l’ammontare dell’utile netto e le esigenze di patrimonializzazione della Banca.

    a Le informazioni sono aggiornate al 30 settembre 2019.b Art. 3 dello Statuto.

    La riforma dello Statuto del 2006 e le modifiche più recenti

    http://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/direttorio/ignazio-visco/index.htmlhttps://www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/2014/conseg29gen2014/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/partecipanti-capitale/index.html

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi12

    soggetti vigilati.Il Collegio sindacale, composto da cinque membri in possesso di requisiti di indipendenza e onora-bilità analoghi a quelli dei Consi-glieri, svolge funzioni di controllo sull’amministrazione della Banca per garantire l’osservanza della legge, dello Statuto e del Rego-lamento generale, verifica la re-golare tenuta della contabilità, esamina il bilancio ed esprime il proprio parere sulla destinazione degli utili.

    La Banca d’Italia e l’Europa

    La Banca d’Italia è parte integran-te del SEBC e dell’Eurosistema5. È inoltre autorità designata per l’attivazione delle misure macro-prudenziali orientate al comples-so del sistema bancario, autorità nazionale competente nell’ambito del Sistema europeo di vigilan-za finanziaria (European System of Financial Supervision, ESFS) e dell’SSM, autorità naziona-le di risoluzione nell’ambito del Meccanismo di risoluzione unico (Single Resolution Mechanism, SRM) delle banche e delle so-cietà di intermediazione mobiliare nell’area dell’euro.Il SEBC, l’Eurosistema, l’SSM e l’SRM sono istituzioni create in tempi relativamente recenti, in parallelo con il progredire dell’in-tegrazione economica europea.

    5L’Eurosistema è composto dalla BCE e dal-le banche centrali nazionali (BCN) dell’area dell’euro; l’Eurosistema e le banche centrali degli Stati membri dell’Unione europea che non hanno adottato l’euro compongono il SEBC.

    Le principali tappe nella storia di questo processo, tuttora in corso, sono riportate nella tavola 1.1.Il Parlamento, il Consiglio dell’U-nione e la Commissione sono i car-dini dell’architettura istituzionale europea e i principali attori della regolamentazione.In questo sistema operano a livel-lo europeo le istituzioni tecniche, analogamente a come la Banca d’Italia agisce a livello naziona-le nel quadro delle leggi italiane. Tuttavia, mentre nel nostro paese – come in altri – le responsabilità di regolamentazione bancaria, di vigilanza micro e macroprudenzia-le, di gestione delle crisi e di poli-tica monetaria sono concentrate in un’unica autorità (la Banca d’Italia), in Europa è stato adottato a livello sovranazionale un approccio più articolato, con una molteplicità di istituzioni e di sistemi, competen-ti su materie diverse ma interdi-pendenti. Lo scenario è reso più complesso dal fatto che queste istituzioni fanno riferimento ad ambiti territoriali differenziati: l’U-nione europea (UE), con i suoi 28 paesi6; l’Unione economica e mo-netaria, con i 19 paesi che hanno adottato l’euro; l’Unione bancaria, che comprende tutti i paesi dell’a-rea dell’euro e, in prospettiva, gli altri paesi della UE che sceglieran-no di aderirvi. I poteri decisionali relativi alle poli-tiche comuni dell’Unione e dell’area dell’euro vengono esercitati collet-tivamente nell’ambito di organi in cui sono rappresentate le istituzioni

    6È in corso il negoziato sull’accordo per il re-cesso del Regno Unito dalla UE, la cui data è stata fissata al 31 gennaio 2020.

    dei singoli Stati membri, che discu-tono e decidono a maggioranza. La Banca d’Italia contribuisce quindi a decisioni che hanno un impatto di-retto anche su altri paesi.Le principali istituzioni a cui la Ban-ca partecipa sono:• la BCE, che dal 1999 ha assunto

    la responsabilità della conduzio-ne della politica monetaria per l’area dell’euro e, dal 2014, le funzioni e le competenze di vi-gilanza per le banche degli Stati membri dell’SSM;

    • il Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board, ESRB), che dal 2010 ha il compito di sorvegliare i ri-schi nel sistema finanziario della UE;

    • l’Autorità bancaria europea (European Banking Authority, EBA), che opera per assicurare un livello di regolamentazione e di vigilanza prudenziale effica-ce e uniforme nel settore ban-cario europeo. L’EBA – insieme alle altre due autorità europee incaricate rispettivamente del coordinamento della vigilan-za nel settore assicurativo e delle pensioni aziendali e pro-fessionali (European Insurance and Occupational Pensions Authority, EIOPA) e degli stru-menti finanziari e dei merca-ti (European Securities and Markets Authority, ESMA), nonché alle autorità di vigilan-za nazionali e all’ESRB – co-stituisce il Sistema europeo di vigilanza finanziaria (ESFS). Rientrano tra i compiti dell’EBA anche quelli di garantire l’inte-grità, la trasparenza e il corret-to funzionamento dei mercati

    http://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/collegio-sindacale/index.htmlhttps://europa.eu/european-union/about-eu/institutions-bodies/european-parliament_ithttps://europa.eu/european-union/about-eu/institutions-bodies/council-eu_ithttps://europa.eu/european-union/about-eu/institutions-bodies/council-eu_ithttps://europa.eu/european-union/about-eu/institutions-bodies/european-commission_ithttps://www.esrb.europa.eu/about/background/html/index.it.htmlhttps://www.esrb.europa.eu/about/background/html/index.it.htmlhttp://www.eba.europa.eu/https://eiopa.europa.eu/https://www.esma.europa.eu/https://www.bankingsupervision.europa.eu/about/esfs/html/index.it.html

  • 1 Una visione di insieme 13

    finanziari, nonché l’applicazio-ne delle disposizioni antirici-claggio europee da parte degli enti creditizi e finanziari rien-tranti nelle proprie competen-ze, rafforzare la cooperazione in materia di vigilanza e preve-nire arbitraggi regolamentari;

    • l’SSM, il sistema integrato per la vigilanza bancaria che compren-de la BCE e le autorità di vigilanza

    nazionali dei paesi partecipanti;• l’SRM, il sistema per la risoluzione

    delle banche in dissesto. All’SRM, formato dalle autorità naziona-li di risoluzione e da un’autorità europea, il Comitato di risolu-zione unico (Single Resolution Board, SRB), concorrono anche, con specifiche funzioni, il Con-siglio dell’Unione europea e la Commissione europea.

    La Banca d’Italia partecipa at-traverso propri rappresentanti agli organi decisionali di queste istituzioni: il Governatore è membro del Consiglio direttivo e del Consiglio generale della BCE, oltre che del Consiglio ge-nerale dell’ESRB; un membro del Direttorio partecipa al Consiglio di vigilanza dell’SSM e un altro al Consiglio delle autorità di vigi-

    Istituzione della Comunità economica europea

    Adozione dell’Atto unico europeo

    Avvio della libera circolazione di capitali

    Firma del Trattato sull’Unione europea (Maastricht)

    Creazione dell’Istituto monetario europeo (IME)

    Istituzione della Banca centrale europeaa

    Avvio della politica monetaria unica

    Entrata in circolazione delle banconote e delle monete in euro

    Costituzione del Comitato europeo per il rischio sistemico

    Nascita delle autorità europee di vigilanza nei settori bancario, assicurativo e degli strumenti finanziari e dei mercati

    Impulso del Consiglio europeo all’istituzione dell’Unione bancaria

    Avvio del Meccanismo di vigilanza unico

    Istituzione del Meccanismo di risoluzione unico

    Definizione del Sistema europeo di assicurazione dei depositi

    1957

    1986

    1990

    1992

    1994

    1998

    1999

    2002

    2010

    2011

    2012

    2014

    2016

    in corso

    Tavola 1.1

    Le principali tappe del percorso di integrazione economica europea

    a L’IME termina il suo mandato e viene posto in liquidazione.

    https://www.bankingsupervision.europa.eu/about/thessm/html/index.it.htmlhttps://www.consilium.europa.eu/it/policies/banking-union/single-resolution-mechanism/

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi14

    lanza dell’EBA; il Capo dell’Unità di risoluzione e gestione delle crisi partecipa all’SRB. La distribuzione dei compiti tra le autorità nazionali ed europee è ispirata a criteri che intendono bilanciare due esigenze diverse: da un lato garantire l’unitarietà e l’efficacia delle decisioni adottate; dall’altro utilizzare al meglio le co-noscenze disponibili presso le au-torità nazionali, anche in relazione alle peculiarità dei diversi paesi. Le decisioni sono assunte sulla base del lavoro di preparazione condotto dagli esperti delle autorità nazionali, che collaborano quotidia-namente nell’ambito di gruppi di la-voro dedicati all’approfondimento di temi specifici e all’elaborazione di proposte. L’impegno in ambi-to europeo è testimoniato anche dall’intensa attività di analisi che precede l’assunzione delle decisioni della BCE e dell’SSM: nel 2018, ad esempio, le sole procedure di con-sultazione scritta hanno richiesto l’esame di oltre 3.000 proposte, la maggior parte delle quali collegate alle attività dell’SSM. Le autorità nazionali partecipano non solo alle decisioni, ma anche alla loro attuazione. Per la politi-ca monetaria, ogni banca centrale è responsabile dell’attuazione in ambito nazionale delle decisioni assunte dal Consiglio direttivo del-la BCE; nel caso della vigilanza sul-le banche di maggiore dimensione, il personale della BCE e quello delle autorità nazionali operano con-giuntamente.

    Il contributo alla coopera-

    zione internazionale

    Le banche centrali hanno una lunga tradizione di cooperazione, affermatasi già nella prima metà del Novecento con la creazione di organismi internazionali per realizzare interventi coordinati in materia monetaria, sui tassi di in-teresse e sui mercati valutari.Negli ultimi decenni lo sviluppo di grandi banche e di investitori attivi su scala mondiale, i progressi nelle telecomunicazioni e la rivoluzione digitale hanno rimosso gran parte delle barriere fra i sistemi bancari e finanziari nazionali; l’accresciuta integrazione ha pertanto imposto un rafforzamento del coordina-mento e della cooperazione tra le banche centrali e le altre autorità nazionali.A livello globale gli organismi in-ternazionali promuovono la defi-nizione di standard regolamentari, l’armonizzazione delle metodolo-gie di analisi e di controllo, la con-divisione delle esperienze e delle migliori pratiche. La cooperazione internazionale è diventata tanto più importante quanto più il sistema finanziario si è fatto globale: la crisi finanziaria internazionale ha infatti dimostrato quanto facilmente le turbolenze che nascono in un mer-cato si possono diffondere. Il primo obiettivo della cooperazione è dun-que quello di difendere la stabilità finanziaria a livello internazionale, rafforzando i sistemi di vigilanza in tutto il mondo, riducendo il rischio di crisi soprattutto degli intermediari che hanno una proiezione inter-nazionale, migliorando la gestione delle crisi quando si verificano. Un ulteriore obiettivo è quello di garan-

    tire l’effettiva parità concorrenziale tra intermediari bancari e finanziari che svolgono attività simili in paesi diversi e con leggi differenti, nonché di favorire l’efficienza e l’innovazio-ne nell’erogazione dei servizi degli intermediari. La Banca d’Italia realizza inter-venti di formazione e consulenza tecnica a favore di banche centra-li e autorità di vigilanza dei paesi emergenti, allo scopo di contri-buire al rafforzamento delle loro capacità istituzionali e di promuo-vere la stabilità finanziaria inter-nazionale.In qualità di banca centrale, di au-torità di vigilanza, supervisione e sorveglianza, la Banca d’Italia partecipa a numerosi organismi e gruppi internazionali in campo economico, finanziario e statisti-co (i principali sono rappresentati nella tavola 1.2), svolgendo un ruolo di rappresentanza dell’Italia e di collaborazione tecnica con il Governo.

    Il dialogo con le istituzioni e le autorità finanziarie nazio-nali

    La Banca d’Italia coopera con le istituzioni e le autorità nazio-nali in diverse forme, fornendo consulenza tecnica, supporto nell’elaborazione delle norme e collaborazione nello svolgimento delle attività, promuovendo studi e convegni. Il Parlamento e il Governo, attra-verso audizioni o nell’ambito di in-dagini conoscitive, richiedono alla Banca d’Italia consulenza tecnica per l’elaborazione delle norme, le

  • 1 Una visione di insieme 15

    scelte di finanza pubblica, l’appro-fondimento di temi specifici. L’interazione è particolarmente intensa con il Ministero dell’Eco-nomia e delle finanze (MEF) nelle diverse funzioni: dalla vigilanza bancaria e finanziaria ai servi-zi di tesoreria dello Stato, dalla gestione del debito pubblico al supporto nella partecipazione ai negoziati sulle proposte norma-tive comunitarie. Un rilievo significativo assume la collaborazione con l’Autorità giudiziaria: la Banca segnala alle Procure fatti riscontrati nello svol-gimento dell’attività di vigilanza che possano costituire reato e trasmette ai magistrati inquirenti informazioni e documenti; riceve a sua volta informazioni che contri-buiscono ad accrescere la tempe-stività degli interventi di vigilanza.

    La Banca collabora anche con al-tre autorità e istituzioni, nazionali e locali, ad esempio per contrasta-re comportamenti illeciti in campo economico e finanziario o per pro-muovere l’educazione finanziaria.L’interazione con le altre autorità nazionali di vigilanza su interme-diari e mercati, quali la Commis-sione nazionale per le società e la borsa (Consob), la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Co-vip), l’Autorità garante della con-correnza e del mercato (AGCM), è continua e strutturata, per perseguire l’efficacia dell’azione di ciascuna istituzione evitando duplicazioni di controlli che pos-sano rappresentare un costo per gli intermediari. Nei settori finanziario e assicurati-vo la Banca d’Italia opera in stretto raccordo con l’Istituto per la vigi-

    lanza sulle assicurazioni (Ivass). La Banca ha contribuito a delinearne gli assetti organizzativi e le moda-lità di funzionamento e ne condivi-de gli organi di governo: il Diretto-rio della Banca d’Italia, presieduto dal Governatore e integrato da due Consiglieri dell’Ivass, esercita le at-tività di indirizzo e direzione stra-tegica ed emana i provvedimenti a rilevanza esterna; il Direttore ge-nerale della Banca d’Italia è il Pre-sidente dell’Ivass e, insieme con i due Consiglieri, si occupa dell’am-ministrazione generale7. Per assicurare un più stretto coor-dinamento con la vigilanza banca-ria, sono realizzate collaborazioni e sinergie nell’utilizzo delle risorse – secondo meccanismi che con-sentono una coerente ripartizione dei costi – che prevedono tra l’al-tro il distacco di personale presso l’Ivass e la messa a disposizione di tecnologie informatiche da parte della Banca.

    La presenza sul territorio

    Attraverso le Filiali la Banca d’Italia svolge le proprie funzioni in un terri-torio diversificato dal punto di vista economico, sociale e geografico. Le Filiali, in raccordo con gli uffi-ci dell’Amministrazione centra-le, si occupano della vigilanza su gruppi, banche e intermedia-ri non bancari attivi in ambito

    7I Consiglieri sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deli-bera del Consiglio dei ministri, a iniziativa del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Governatore della Banca d’Italia e di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico.

    Gruppo dei Sette (G7) dialogo e coordinamento in materia economica e finanziaria, di sviluppo e sicurezza globali

    Gruppo dei Venti (G20) rafforzamento dell’economia globale, riforma dell’assetto delle istituzioni finanziarie internazionali, miglioramento della regolamentazione finanziaria

    Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB)

    promozione di politiche di regolamentazione e vigilanza su mercati e intermediari, coordinamento tra autorità nazionali per prevenire e ridurre i rischi per la stabilità finanziaria

    Banca dei regolamenti internazionali (BRI)

    promozione della cooperazione monetaria e finanziaria tra le banche centrali, ricerca economica e monetaria, statistiche sul sistema bancario e finanziario internazionale

    Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (Basel Committee on Banking Supervision, BCBS)

    definizione di standard di vigilanza internazionali, scambio di informazioni sugli sviluppi del settore bancario e del mercato finanziario, condivisione di metodologie di vigilanza

    Fondo monetario internazionale (FMI)

    sorveglianza del sistema economico globale e di quello dei singoli paesi, gestione delle crisi finanziarie globali

    Banca Mondiale sostegno allo sviluppo e per la riduzione della povertà

    Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)

    promozione della crescita economica

    Tavola 1.2

    Principali collaborazioni a organismi e gruppi internazionali

    http://www.consob.it/http://www.consob.it/http://www.consob.it/http://www.consob.it/https://www.covip.it/https://www.covip.it/http://www.covip.it/http://www.covip.it/https://www.agcm.it/https://www.agcm.it/http://www.agcm.it/https://www.ivass.it/https://www.ivass.it/

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi16

    prevalentemente locale; curano la distribuzione e il ritiro delle banconote, ne verificano la qua-lità e svolgono controlli sugli operatori professionali che ope-rano nel circuito del contante; eseguono gli incassi e i paga-menti per conto delle ammini-strazioni dello Stato e tengono i contatti con le amministrazioni e gli enti locali; si occupano della tutela dei clienti dei servizi ban-cari e finanziari e dell’educazio-ne finanziaria; sono impegnate nell’analisi economica e nella rilevazione statistica a livello locale; contribuiscono alla valu-tazione della qualità dei prestiti utilizzati a garanzia delle opera-zioni di politica monetaria; of-frono i servizi al pubblico di cui si parla nel capitolo 13. Negli ultimi anni l’evoluzione del contesto istituzionale europeo e le innovazioni tecnologiche, utilizzate dalla Banca per migliorare la quali-tà dei servizi offerti e per ridurre i costi, hanno favorito un profon-do cambiamento nelle modalità di svolgimento delle funzioni. Vi hanno contribuito anche altri mu-tamenti, tra cui la ristrutturazione del sistema bancario (da ultimo con la riforma del credito coopera-tivo; al riguardo si veda il capitolo 6), la polarizzazione degli inter-mediari non bancari in un nume-ro contenuto di aree geografiche, l’automazione nella gestione delle banconote, la razionalizzazione delle attività di gestione interna.L’insieme di questi cambiamenti si è riflesso in una riorganizza-zione della rete territoriale: tra il 2006 e il 2016 il numero delle Filiali è passato da 97 a 39, con

    strutture differenziate in funzione della domanda di servizi espressa dall’utenza istituzionale e privata e delle caratteristiche delle aree servite. Fra queste strutture, 6 sono specializzate nella raccolta, nel trattamento e nella distri-buzione delle banconote e non offrono servizi diretti al pubblico.

    I valori istituzionali

    Per svolgere con efficacia le pro-prie funzioni istituzionali, le ban-che centrali devono essere indi-pendenti e questa indipendenza deve essere chiaramente percepi-ta dai cittadini. L’indipendenza della Banca d’Italia si articola in vari aspetti:• indipendenza istituzionale: sia

    il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea sia lo Sta-tuto della Banca sanciscono il di-vieto per l’Istituto e per i membri dei suoi organi decisionali di sol-lecitare o accettare istruzioni da istituzioni, governi o altri organi-smi, nazionali o europei;

    • indipendenza personale: le rego-le, i requisiti e le procedure per la nomina e la revoca dei membri del Direttorio e degli altri organi di governo ne proteggono l’in-dipendenza, garantendo l’im-parzialità delle loro decisioni. Il Codice di comportamento per i membri del Direttorio prevede inoltre regole specifiche in tema di conflitto di interessi, riserva-tezza, incarichi esterni, accetta-zione di doni o altre utilità, inve-stimenti finanziari;

    • indipendenza funzionale e ope-rativa: la Banca ha responsa-

    bilità, competenze tecniche e strumenti adeguati per conse-guire i propri obiettivi. La cor-rettezza del personale è presi-diata attraverso una strategia unitaria di prevenzione delle condotte illecite, coerente con le migliori prassi internazionali, nonché con il quadro etico de-finito per l’Eurosistema e per l’SSM. Sono previste regole stringenti in materia di abuso di informazioni privilegiate, di investimenti finanziari privati dei dipendenti e di accettazione di doni. Il tema del conflitto di interessi è oggetto di partico-lare attenzione, anche per i di-pendenti che non lavorano più per la Banca d’Italia8;

    • indipendenza organizzativa: la Banca definisce in autonomia il proprio assetto organizzativo – nel rispetto delle norme che di-sciplinano l’azione amministrati-va e le diverse funzioni, nonché della missione, degli intenti strategici e dei principi organiz-

    8Il Codice etico per il personale della Banca d’Italia stabilisce in via generale che il di-pendente, nel primo anno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, debba evitare situazioni di conflitto di interesse che possano derivare da una nuova attività privata o professionale. La L. 190/2012 ha previsto il divieto per i dipendenti pubblici di svolgere, per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di impiego, atti-vità lavorativa presso i soggetti privati nei confronti dei quali abbiano esercitato, negli ultimi tre anni di servizio, poteri autoritativi o negoziali per conto della Pubblica ammi-nistrazione. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 gennaio 2015 ha previsto, per i componenti degli organi di vertice e i dirigenti della Banca d’Italia cui sono attribuite competenze amministrati-ve di vigilanza o supervisione, il divieto di intrattenere, nei due anni successivi alla cessazione dall’impiego, rapporti di colla-borazione, consulenza o impiego con i sog-getti regolati o vigilati.

    https://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/direttorio/codice.pdfhttps://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/direttorio/codice.pdfhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/responsabile-trasparenza/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/responsabile-trasparenza/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/responsabile-trasparenza/index.htmlhttps://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/oj_jol_2015_135_r_0006_it_txt.pdfhttps://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/oj_jol_2015_135_r_0006_it_txt.pdfhttps://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/celex_32015o0012_it_txt.pdfhttps://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/escb/eurosystem-mission/html/index.it.htmlhttps://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/escb/strategic-intents/html/index.it.htmlhttps://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/escb/strategic-intents/html/index.it.htmlhttps://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/escb/organisational-principles/html/index.it.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/personale/codice-etico/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/personale/codice-etico/index.html

  • 1 Una visione di insieme 17

    zativi adottati dall’Eurosistema e dall’SSM – per assicurare servizi di qualità e per agire in maniera efficiente, trasparente, respon-sabile e imparziale;

    • indipendenza finanziaria: la Banca dispone di risorse fi-nanziarie adeguate a svolgere i compiti connessi con l’appar-tenenza al SEBC e quelli attri-buiti dall’ordinamento nazio-nale. Le risorse sono gestite con l’obiettivo di contribuire alla copertura dei costi e di preservare la solidità patrimo-niale a fronte dei rischi legati allo svolgimento delle attività istituzionali.

    L’indipendenza riconosciuta alla Banca d’Italia è bilanciata da si-stematici controlli interni, che presidiano i rischi aziendali e il perseguimento degli obietti-vi di qualità dei servizi e di uso efficiente delle risorse. Questi controlli si aggiungono a quelli esercitati dal Consiglio superio-re, dal Collegio sindacale e da un revisore esterno, che verifica la contabilità ed esprime un giudizio sul bilancio di esercizio, secondo quanto stabilito dallo Statuto della Banca e da quello del SEBC.Dall’indipendenza discende per la Banca la necessità di rendere conto del proprio operato: quanto più un’istituzione pubblica è au-tonoma, tanto maggiore è la sua responsabilità nei confronti dello Stato e dei cittadini. La Banca rende conto del proprio operato illustrando pubblicamen-te le attività svolte, sia nell’azione istituzionale sia nella gestione delle risorse. Gli strumenti utiliz-zati sono vari e tengono conto dei

    diversi destinatari cui sono rivolti: la Relazione annuale, la Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d’Italia, il bilancio, le audi-zioni parlamentari, i comunicati stampa, gli studi e le statistiche, i convegni e i seminari, le iniziative di informazione pubblica. Il principale strumento di co-municazione con il pubblico è costituito dal sito internet (www.bancaditalia.it), dove ven-gono pubblicati i documenti e le notizie rilevanti e che assolve anche agli obblighi di traspa-renza e pubblicità previsti dalla legge.

    Le risorse finanziarie

    Le principali fonti di reddito del-la Banca sono rappresentate dal reddito monetario9, determinato dai proventi connessi con l’e-sercizio della politica monetaria, nonché dai rendimenti derivanti dalla gestione delle riserve uf-ficiali del Paese e del proprio portafoglio di investimento. Più contenuti, ma con un rilievo cre-scente, sono poi i ricavi rappre-sentati dalle tariffe per i servizi offerti, in particolare nella ge-stione dei sistemi di pagamento. Come altre BCN dell’Eurosiste-

    9La definizione di reddito monetario adotta-ta nell’Eurosistema concettualmente si rifà a quella di signoraggio; si tratta dell’insie-me dei redditi che le banche centrali con-seguono dall’emissione della moneta, in pratica il reddito netto che le BCN ricavano dagli attivi detenuti a fronte delle passivi-tà monetarie (principalmente banconote e depositi delle banche). Il reddito monetario complessivamente prodotto dalle BCN vie-ne ripartito in base alla quota di partecipa-zione al capitale della BCE.

    ma, l’Istituto amministra anche una parte delle riserve valutarie della BCE.Le riserve ufficiali, che includono anche l’oro, sono detenute dalla Banca d’Italia ai sensi del Tratta-to sul funzionamento dell’Unione europea e dello Statuto del SEBC e della BCE.Gli investimenti sono effettuati nel rispetto dei vincoli concordati nell’Eurosistema, con l’obietti-vo del mantenimento del valore, della pronta liquidabilità e del conseguimento di un rendimento adeguato.La gestione delle riserve e del por-tafoglio finanziario è orientata, in base a un approccio di gestione integrata di attività e passività, verso obiettivi di lungo periodo e mira a preservare la consistenza patrimoniale dell’Istituto anche in presenza di scenari avversi.La gestione dei rischi finanzia-ri tiene infatti conto dell’intero complesso di attività e passi-vità patrimoniali della Banca, considerando congiuntamente i rischi connessi con le attività di investimento dei propri porta-fogli (incluse le riserve valutarie e l’oro) e quelli derivanti dallo svolgimento delle attività istitu-zionali (politica monetaria e so-stegno alla stabilità finanziaria) e si avvale di un sistema di mo-nitoraggio che pone a confronto il capitale con i rischi finanziari a cui questo deve fare fronte. Per il controllo dei rischi e la mitiga-zione degli impatti sono previ-sti presidi ex ante e controlli ex

    https://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/escb/organisational-principles/html/index.it.htmlhttp://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-annuale/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-gestione/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-gestione/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bilancio-esercizio/index.htmlhttp://www.bancaditalia.ithttps://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/1001/1013/html/index.it.htmlhttp://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/signoraggio/index.html

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi18

    post10. Per le attività istituziona-li, decise e coordinate in sede di Eurosistema, il controllo dei ri-schi è garantito da misure che li-mitano la probabilità di incorrere in perdite patrimoniali nelle ope-razioni di rifinanziamento e nei programmi di acquisto di titoli.Le riserve valutarie sono investite principalmente in titoli di Stato in valuta estera (dollari americani, yen giapponesi e sterline inglesi). Negli ultimi anni, per aumentare il grado di diversificazione, la com-posizione valutaria è stata am-pliata: dal 2013 l’Istituto investe in dollari australiani; dal 2015 in

    10Ad esempio per l’attività di gestione dei portafogli valutari sono previsti limiti ex ante specifici di concentrazione geografi-ca, di esposizione massima per comparto e individuali verso singoli emittenti e con-troparti; i controlli ex post comprendono misurazioni aggregate sull’andamento dei portafogli e sui rischi complessivi, valutan-done l’impatto sul patrimonio.

    dollari canadesi; dal 2018 diret-tamente anche in renminbi cinesi; sottoscrive inoltre quote di fon-di gestiti dalla BRI denominati in renminbi e won coreani (rispetti-vamente dal 2014 e dal 2015). La gestione della liquidità è effettua-ta mediante strumenti di mercato monetario: per lo più depositi (con scadenza a un giorno e a più lungo termine), certificati di deposito e carta commerciale.Il portafoglio finanziario in euro è costituito per oltre il 90 per cen-to da titoli obbligazionari, princi-palmente titoli di Stato italiani e di altri paesi dell’area dell’euro. In conformità con il divieto di fi-nanziamento monetario agli Stati membri, alle istituzioni e alle im-prese pubbliche, non sono acqui-stati titoli di questi emittenti sul mercato primario. Per la parte residua il portafoglio è investito in azioni quotate nell’area dell’euro

    e in exchange-traded funds (ETF). Sono esclusi investimenti in azio-ni di banche e assicurazioni e di soggetti che operano nel settore delle comunicazioni. Il portafoglio finanziario è sottoposto a revi-sione annuale per determinarne la migliore composizione nel ri-spetto dei vincoli operativi e del budget di rischio.Dedotte le imposte da ricono-scere allo Stato, l’utile è distri-buito secondo le regole statu-tarie: alla riserva ordinaria fino al 20 per cento; ai Partecipanti nella misura massima del 6 per cento del capitale; alla riserva straordinaria e a eventuali fon-di speciali entro il 20 per cento dell’utile; l’ammontare residuo è devoluto allo Stato. Negli ultimi tre anni la Banca ha riconosciu-to allo Stato complessivamente 15,3 miliardi di euro sotto for-ma di utili netti e imposte, pari a

    La Banca d’Italia è il quarto detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve statunitense, la Deutsche Bundesbank e il Fondo monetario internazionale. Il quantitativo totale di oro detenuto dall’Istituto

    è di 2.452 tonnellate, pari, ai prezzi di fine 2018, a circa 88 miliardi di euro.Le riserve auree sono parte integrante delle riserve ufficiali del Paese e rappresentano un presidio di sicurezza per lo svolgimento delle funzioni pubbliche attribuite alla Banca d’Italia.L’oro detenuto dalla banca centrale svolge diverse funzioni: strumento per

    sostenere la fiducia nella valuta domestica in presenza di crisi valutarie; garanzia per ottenere eventuali prestiti sui mercati internazionali; presidio della stabilità finanziaria; fattore di diversificazione degli investimenti.Il quantitativo di oro di proprietà dell’Istituto è frutto di una serie di eventi avvenuti negli oltre 125 anni di storia della Banca. Una parte significativa delle riserve auree è stata accumulata nel dopoguerra, quando l’Italia divenne un paese esportatore beneficiando di cospicui afflussi di valuta estera, soprattutto in dollari, che vennero anche convertiti in oro. L’oro è custodito nei caveau della Banca d’Italia e presso alcune banche centrali, tra le quali soprattutto la Federal Reserve di New York.

    La riserva aurea

  • 1 Una visione di insieme 19

    circa il 90 per cento del proprio utile lordo11.Il bilancio, che viene presentato all’Assemblea dei Partecipanti en-tro la fine di marzo di ogni anno, dà conto di tutto questo.

    Le persone e l’organizzazione del lavoro

    La qualità dell’azione istituzionale e dei servizi resi dalla Banca d’Italia alla collettività dipende dalla com-petenza, dalla motivazione e dal senso di responsabilità delle per-sone che vi lavorano.Il loro numero si è significativa-mente ridotto nel corso del tempo: i dipendenti sono circa 6.700 (era-no 10.000 all’inizio degli anni no-vanta)12; la riduzione, nonostante l’ampliamento delle attività, è sta-ta possibile grazie all’innovazione tecnologica, alla semplificazione dei processi di lavoro e delle nor-me interne, alla razionalizzazione degli assetti organizzativi. In particolare sono diminuite le attività di amministrazione inter-na ed è aumentato l’impegno nei compiti istituzionali; a questi ulti-mi lavora attualmente quasi il 70 per cento del personale (era meno del 60 per cento nel 2000). È anche cambiata la composizio-ne del personale: è scesa la per-centuale degli addetti alle Filiali (nel 2000 era più della metà, oggi è circa un terzo) e, in relazione alla maggiore complessità dei compiti e

    11Al netto degli accantonamenti al fondo ri-schi generali.12Informazioni aggiornate al 30 giugno 2019.

    all’automazione di molte attività a elevato contenuto operativo, è cre-sciuto il peso dei ruoli manageriali e ad alta specializzazione professio-nale. Questa evoluzione è soste-nuta anche da un’intensa attività di formazione che coinvolge ogni anno oltre il 70 per cento dei dipen-denti, con circa 40 ore pro capite.Si è consolidata la proiezione in-ternazionale del lavoro: in media ogni anno circa il 40 per cento dei dipendenti svolge attività condivi-se nell’Eurosistema e nell’SSM; gli impegni nelle sedi internazionali assorbono circa 20.000 giornate lavorative; sono circa 150 le per-sone distaccate a tempo pieno presso altre istituzioni internazio-nali, soprattutto la BCE.Il personale è assunto con concor-si pubblici aperti a tutti i cittadini dell’Unione europea13. Anche in uno scenario di progressiva ridu-zione del numero dei dipendenti, l’Istituto ha mantenuto un rego-lare flusso di assunzioni che mira all’acquisizione di professionalità specializzate. La valorizzazione delle diversità fa parte degli indirizzi strategici e dei valori della Banca; è perseguita attraverso interventi specifici per stimolare il riequilibrio di genere nella composizione del personale e per valorizzare le diversità ana-grafiche, professionali, di abilità, di orientamento affettivo e, più in generale, attraverso la diffusione di una cultura aziendale orientata all’inclusione.

    13Sul sito internet della Banca sono pubblica-te informazioni sulle professionalità ricer-cate e si possono consultare tutti i bandi di concorso.

    La struttura organizzativa della Banca d’Italia, descritta nella fi-gura 1.2, riflette le tre dimensioni della sua attività: internazionale, nazionale e locale. A livello nazionale, l’Ammini-strazione centrale è articolata in sette Dipartimenti che si com-pongono di Servizi; all’interno di questi, le Divisioni curano le attività specialistiche in ambito istituzionale, amministrativo e tecnico. Le funzioni di revisio-ne interna, consulenza legale, compliance etica e l’Unità di ri-soluzione e gestione delle crisi sono alle dirette dipendenze del Direttorio. L’assetto della Banca compren-de, oltre alle Filiali di cui si è già parlato nel paragrafo La presen-za sul territorio, anche una rete estera articolata in Delegazioni e Addetti finanziari14 che si occupa di tre attività principali: analiz-zare gli sviluppi economici nelle aree geografiche di maggior ri-lievo; svolgere funzioni di consu-lenza per le rappresentanze di-plomatiche italiane; promuovere il “sistema paese” attraverso re-lazioni con operatori e istituzioni locali.

    14Le Delegazioni sono presenti a New York, Londra e Tokyo; gli Addetti finanziari sono insediati ad Abu Dhabi, Berlino, Il Cairo, Istanbul, Mosca, New Delhi, entro la fine del 2019 Parigi, Pechino, Pretoria, San Paolo del Brasile, Singapore, Washington e presso la Rappresentanza permanente d’Italia dell’Unione europea. Il persona-le della Banca presente in quest’ultima Rappresentanza collabora con le autorità del nostro paese per la stesura di testi normativi di competenza del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea.

    http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bilancio-esercizio/index.htmlhttps://www.bancaditalia.it/chi-siamo/lavorare-bihttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/organizzazione/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/organizzazione/ac/index.htmlhttp://www.bancaditalia.it/chi-siamo/organizzazione/ac/index.html

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi20

    IMMOBILI E APPALTIImmobiliAppalti

    RISORSE UMANEE ORGANIZZAZIONERisorse umaneOrganizzazioneSegreteria particolare del Direttorio e comunicazioneAffari generali

    INFORMATICASviluppo informaticoGestione sistemi informaticiPianificazione informatica

    ECONOMIA E STATISTICACongiuntura e politica monetariaStabilità finanziariaStruttura economicaEconomia e relazioni internazionaliAnalisi statisticheRilevazioni ed elaborazioni statistiche

    CIRCOLAZIONE MONETARIAE BILANCIOBanconoteGestione circolazione monetariaBilancioPianificazione e controlloAssistenza e consulenza fiscale

    MERCATI E SISTEMIDI PAGAMENTOOperazioni sui mercatiRegolamento operazioni finanziarie e pagamentiGestione rischi finanziariSupervisione mercati e sistema dei pagamentiSistema dei pagamentiTesoreria dello Stato

    VIGILANZA BANCARIAE FINANZIARIARegolamentazione e analisi macroprudenzialeSupervisione bancaria 1Supervisione bancaria 2Supervisione intermediari finanziariIspettorato vigilanzaTutela dei clienti e antiriciclaggioRapporti istituzionali di vigilanza

    DIRETTORIOGovernatoreDirettore Generale3 Vice Direttori generali

    UNITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA PER L’ITALIAOperazioni sospetteAnalisi e rapporti istituzionali

    COLLEGIOSINDACALE5 Membri effettivi2 Supplenti

    Avvocato generaleConsulenza legale

    Unità di Risoluzionee gestione delle crisi

    Revisore generaleRevisione interna

    Etica e prevenzionedella corruzione

    CONSIGLIOSUPERIOREGovernatore13 Consiglieri

    Figura 1.2

    Organigramma generale della Banca d’Italia

    39 Filiali3 Delegazioni all’estero: Londra, New York, Tokyo

  • MONETAPolitica monetaria

    Banconote

    Sistemi di pagamento

    Sorveglianza sui mercati e sul sistema dei pagamenti

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi24

    La politica monetaria è l’insieme di decisioni, strumenti e proce-dure operative con cui l’autorità monetaria di un paese o di un’area economica opera per assicurare nel tempo il valore della moneta, misurato dal livello generale dei prezzi.La moneta è utilizzata come mez-zo di pagamento, funziona da unità di conto per confrontare il valore di beni e servizi scambiati e può essere messa da parte per conservare (risparmiare) una quo-ta del reddito corrente, da spen-dere in un momento successivo. Per ciascuna di queste funzioni è necessario poter fare affidamento sul suo valore futuro. Il persegui-mento di questo obiettivo è meno diretto nelle economie moderne di quanto lo fosse in epoche passate,

    quando le monete erano d’oro o d’argento e il loro valore era in-trinsecamente legato a quello del metallo che contenevano. La mo-neta moderna è infatti una mo-neta fiduciaria, il cui valore risiede cioè nella fiducia: chi la riceve in cambio di un bene o servizio sa di poter trovare successivamente qualcuno disposto a sua volta ad accettarla come mezzo di paga-mento; questo, in ultima analisi, dipende dalla fiducia nella capaci-tà dell’emittente di preservarne il valore nel tempo.Nelle moderne economie la ban-ca centrale è la sola istituzione autorizzata a emettere moneta con corso legale (quella che per legge non può essere rifiutata in pagamento). La banca centrale ne regola la produzione e la circola-

    La politica monetaria

    2

  • 2 La politica monetaria 25

    zione, in modo che sia disponibile in quantità adeguata rispetto alle richieste dei soggetti economici (famiglie, imprese, Amministra-zioni pubbliche). Questi ultimi per procurarsi il contante prelevano da un conto bancario o postale e solo in alcuni casi hanno occa-sione di rivolgersi direttamente alla banca centrale; a loro volta le banche commerciali si rifornisco-no presso la banca centrale, l’isti-tuzione che immette le banconote in circolazione.Nei sistemi economici moderni i pagamenti possono essere effet-tuati oltre che con la “moneta di banca centrale” (le banconote)15 anche con la “moneta bancaria”, ossia usando la liquidità presen-te sui conti di deposito detenuti dalla clientela presso il sistema bancario. L’utilizzo può avvenire attraverso strumenti cartacei (ti-picamente gli assegni), in forma telematica mediante ordini di pa-gamento inviati direttamente alle banche (bonifici e giroconti) o in-fine attraverso le carte di credito.Come si spiegherà più ampiamen-te nel paragrafo di questo capitolo dedicato all’attuazione della po-litica monetaria, la banca centra-le interviene sia sulla quantità di moneta – comprando o vendendo titoli, prestando o raccogliendo li-quidità dalle banche o imponendo loro obblighi di riserva – sia sul suo prezzo, cioè sul tasso di interesse.Avendo la moneta carattere fi-duciario, per mantenere il suo

    15 Oltre alle banconote, la moneta di banca centrale comprende anche i depositi detenuti dalle banche presso l’autorità monetaria, che però non sono direttamente utilizzati per i pagamenti al dettaglio.

    valore nel tempo sono molto im-portanti le aspettative degli ope-ratori – consumatori, produttori, commercianti, risparmiatori, in-vestitori finanziari – sull’anda-mento dell’economia e dei prezzi e, soprattutto, sui comportamenti della banca centrale. L’azione di quest’ultima è tanto più efficace quanto più è chiara e credibile; la sua indipendenza da pressioni politiche, la sua capacità di comu-nicazione e l’autorevolezza sono requisiti essenziali.

    La politica monetaria dell’Eurosistema

    La Banca d’Italia, in quanto banca centrale della Repubblica italiana, concorre alle decisioni di politica monetaria dell’Eurosistema, che comprende la Banca centrale eu-ropea (BCE) e le banche centra-li nazionali dei paesi che hanno adottato l’euro come moneta co-mune (BCN). Questo ruolo viene svolto attraverso la partecipa-zione del Governatore al Consi-glio direttivo, il principale organo della BCE. Il processo decisionale si avvale delle analisi economiche e finanziarie elaborate nelle sedi tecniche dai comitati e dai gruppi di lavoro dell’Eurosistema, ai quali partecipano regolarmente esperti della Banca d’Italia.Il Consiglio direttivo è formato dai sei membri del Comitato esecuti-vo della BCE (il Presidente, il Vice Presidente e altri quattro mem-bri, tutti nominati dal Consiglio europeo) e dai Governatori delle BCN. Le decisioni vengono pre-se su base consensuale oppure a

    votazione16. Il Trattato sul funzio-namento dell’Unione europea e lo Statuto della BCE ne assicurano l’indipendenza da ogni altro pote-re e stabiliscono precise garanzie per i componenti del Consiglio di-rettivo. Questa prerogativa di indi-pendenza è bilanciata dall’obbligo di dar conto del proprio operato, attraverso una comunicazione finalizzata a spiegare adeguata-mente al Parlamento e ai cittadini europei le decisioni assunte, ren-dendosi così credibile e respon-sabile del conseguimento degli obiettivi.Gli obiettivi della politica moneta-ria unica sono stabiliti dal Trattato: «l’obiettivo principale è il mante-nimento della stabilità dei prezzi»; fatto salvo il suo raggiungimento, la politica monetaria deve soste-nere «le politiche economiche ge-nerali nella Comunità», finalizzate a perseguire «un elevato livello di occupazione (...), una crescita sostenibile e non inflazionistica, un alto grado di competitività e di convergenza dei risultati econo-mici».Per l’obiettivo della stabilità dei prezzi il Consiglio direttivo ha adottato una definizione opera-tiva che consiste nel mantenere l’inflazione nell’area dell’euro, misurata da un indice “armoniz-zato” dei prezzi dei beni e servizi

    16 Dal 1° gennaio 2015 è stato adottato un sistema in base al quale in ogni seduta complessivamente 4 diritti di voto sono attribuiti a rotazione ai Governatori delle BCN dei 5 maggiori paesi dell’area dell’euro (Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi), mentre tutti gli altri (attualmente 14) condividono 11 voti. Tutti i Governatori partecipano comunque alle riunioni e al dibattito del Consiglio direttivo.

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi26

    consumati, su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine. Questa defini-zione quantitativa dell’obiettivo rende più trasparente l’azione dell’Eurosistema e ne accre-sce la credibilità. Il Consiglio di-rettivo decide l’orientamento (stance) della politica monetaria per contrastare in modo simme-trico un’inflazione al di sopra e al di sotto di tale soglia. Quando l’inflazione corrente e quella attesa si discostano dall’obiettivo in misura signifi-cativa e in maniera giudicata non temporanea, la banca centrale reagisce con gli strumenti di cui dispone, in primo luogo modifi-cando i tassi di interesse ufficiali. Questi ultimi costituiscono, da un lato, il costo delle diverse for-me di finanziamento con cui la banca centrale fornisce liquidità al sistema bancario e, dall’altro, il rendimento che le banche rice-vono sui loro depositi presso la banca centrale stessa.Semplificando al massimo, se l’inflazione supera l’obiettivo (o si prevede che in assenza di un intervento sia destinata a supe-rarlo in un orizzonte di medio ter-mine) i tassi di interesse ufficiali vengono aumentati; al contrario, vengono ridotti quando l’inflazio-ne scende (o si prevede che sia destinata a scendere in assenza di contromisure) su valori ecces-sivamente contenuti. La variazio-ne dei tassi ufficiali, attraverso l’attività delle banche e di altri operatori, si trasmette ai tassi di interesse sui mercati monetari, finanziari e del credito. Ne con-seguono effetti sulle decisioni di

    consumo delle famiglie e di inve-stimento delle imprese e quindi sui prezzi di beni e servizi, le cui variazioni riportano l’inflazione verso l’obiettivo.L’orientamento della politica mo-netaria è stabilito dal Consiglio direttivo sulla base delle infor-mazioni più utili per valutare le condizioni economiche e i fattori che possono allontanare la dina-mica dei prezzi da quella coeren-te con l’obiettivo. Non ci si affida a un solo indicatore: il Consiglio prende in considerazione sia l’a-nalisi e la previsione delle princi-pali grandezze macroeconomiche (prezzi, PIL17, occupazione), sia le condizioni monetarie, creditizie e finanziarie (crescita dei depositi e dei prestiti bancari, andamento dei mercati finanziari). In condizioni normali i tassi di in-teresse ufficiali costituiscono lo strumento principale per segna-lare l’orientamento della politica monetaria, mentre le operazioni di rifinanziamento delle banche rap-presentano lo strumento primario per la sua attuazione. Le banche che si rifinanziano presso la banca centrale possono trasferire la li-quidità così ottenuta ad altre ban-che mediante prestiti sul mercato interbancario, influenzandone i tassi e contribuendo ad allinearli a quelli ufficiali. Si realizza in que-sta maniera una riallocazione del-la liquidità all’interno del sistema

    17 Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato (PIL): corrisponde alla produzione totale di beni e servizi finali dell’economia, diminuita del valore dei beni intermedi usati nella produzione, e aumentata dell’IVA e delle imposte indirette sulle importazioni.

    bancario, che pone le singole ban-che in condizione di poter svolgere la loro attività.Gli effetti della politica mone-taria si estendono così, via via, anche ai tassi di interesse su scadenze più lunghe di quelle ti-picamente negoziate nel mercato interbancario e su attività finan-ziarie diverse da quelle dei depo-siti scambiati tra le banche. Si ha dunque una graduale trasmissio-ne dell’impulso dato dalla banca centrale mediante i propri tassi ufficiali e le operazioni di politica monetaria fino alla disponibilità e al costo dei finanziamenti per imprese e famiglie. Attraverso questo meccanismo la banca centrale riesce a influenzare la domanda di consumi e investi-menti e dunque il livello di attività economica e l’inflazione.Come altre banche centrali, per contrastare gli effetti della crisi finanziaria globale del 2007-08 e di quella successiva dei debi-ti sovrani nell’area dell’euro, il Consiglio direttivo della BCE ha introdotto misure straordina-rie di politica monetaria, definite “non convenzionali”. Questi inter-venti si sono resi necessari per diverse ragioni. Innanzitutto le forti tensioni nei mercati finan-ziari e del credito innescate dalla crisi di fiducia non consentiva-no più la corretta trasmissione dell’impulso monetario a tutti i settori e a tutte le economie dei paesi dell’area; è stato quindi indi-spensabile adottare misure volte a ristabilire il buon funzionamen-to dei mercati ed evitare che la contrazione del credito divenisse ancora più grave di quella che si

  • 2 La politica monetaria 27

    L’attuazione della politica monetaria

    La Banca d’Italia contribuisce non solo alla definizione della politica monetaria per l’area dell’euro – con la partecipazione del Governatore alle riunioni del Consiglio direttivo della BCE e con le analisi interne e condivise nell’Eurosistema – ma anche, insieme alle altre BCN, alla sua attuazione. In virtù del princi-pio di decentramento operativo, la Banca d’Italia conduce le operazio-ni di politica monetaria con le ban-che attive in Italia, accertandone i requisiti di idoneità e verificando l’adeguatezza dei titoli e dei crediti che esse forniscono in garanzia a fronte dei finanziamenti ricevuti.L’attuazione della politica mo-netaria costituisce un processo complesso. In condizioni nor-mali, come quelle prevalenti fino al 2007, il primo passaggio è rappresentato dalla stima del fabbisogno di liquidità del si-stema bancario, che la Banca d’Italia aggiorna regolarmente per l’insieme delle banche italia-ne, contribuendo alla definizione del fabbisogno complessivo per l’intera area dell’euro. Tale fabbi-sogno, denominato deficit strut-turale di liquidità, si determina prevalentemente come somma di tre componenti: le bancono-te in circolazione, i depositi della Pubblica amministrazione e i de-positi che le banche commerciali devono detenere presso la banca centrale, la cosiddetta riserva ob-bligatoria. Dal 2012 tale riserva è definita in proporzione pari all’1 per cento delle passività a bre-ve termine delle banche, inclusi i

    titoli alla banca centrale possono utilizzare la liquidità aggiuntiva così ottenuta per acquistare altre attività finanziarie, non diretta-mente oggetto delle operazioni di politica monetaria: in questo modo l’impulso monetario viene trasmesso a un’ampia gamma di strumenti di finanziamento del settore privato. Ne discende un miglioramento delle condizioni generali di offerta di finanzia-menti (quantità maggiori, tassi di interesse più convenienti), che stimola gli investimenti e i consu-mi. Per di più l’aumento dei prezzi delle attività finanziarie e di quel-le reali induce un incremento del valore della ricchezza delle fami-glie, che può ulteriormente favo-rire i consumi.Grazie alle misure adottate dall’Eurosistema per contrastare gli effetti della crisi, nelle sue di-verse fasi, le condizioni di raccolta di liquidità delle banche commer-ciali sono oggi meno eterogenee tra i vari paesi dell’area dell’euro, i costi di finanziamento per fami-glie, imprese e Stati si sono ridot-ti ed è stato scongiurato il rischio di deflazione, evitando scenari macroeconomici molto avversi.A settembre del 2019 è stata adottata una misura che attenua i costi per il sistema bancario dei tassi di remunerazione negati-vi sulla liquidità che le banche detengono sui conti di riserva presso l’Eurosistema. Questa misura, basata su una remunera-zione più favorevole per una quo-ta di tale liquidità, mira a soste-nere la trasmissione dell’impulso monetario mediante il sistema bancario.

    è comunque osservata. A tal fine sono state immesse quantità cre-scenti di liquidità e con operazioni di maggiore durata, per ovviare alle difficoltà incontrate da molte banche nell’ottenere prestiti nel mercato interbancario che, come si è detto, è il segmento dei mer-cati finanziari dal quale prende av-vio il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.Successivamente, in un contesto di crescita dell’attività economica ancora molto debole, dopo aver ridotto drasticamente i tassi di interesse ufficiali a livelli intorno allo zero, e aver sostanzialmen-te esaurito i margini di manovra su questo strumento, a partire dal 2014 il rischio di un periodo prolungato di inflazione troppo bassa, o addirittura di deflazione, è stato contrastato ricorrendo a nuove misure di acquisto di tito-li pubblici e privati (il cosiddetto quantitative easing), che hanno reso l’orientamento monetario ancora più espansivo o “accomo-dante”. Gli acquisti da parte della ban-ca centrale influenzano l’attività economica e l’inflazione attraver-so diversi canali18, in primo luogo causando un aumento dei prezzi dei titoli oggetto dell’intervento e quindi una diminuzione dei loro rendimenti (tassi di interesse). Gli investitori che hanno venduto

    18 Gli acquisti di titoli pubblici sul mercato secondario per scopi di politica monetaria non contrastano né col divieto, sancito nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, di acquisto sul mercato primario né con quello di finanziamento diretto del Tesoro. Entrambi i divieti perseguono la finalità di evitare il finanziamento monetario del bilancio pubblico.

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi28

    Durante la crisi finanziaria globale e quella dei debiti sovrani nell’area dell’euro, l’Eurosistema ha introdotto una serie di misure non convenzionali di politica monetaria.In passato il volume dei fondi offerti dalla banca centrale per il rifinanziamento era stabilito in anticipo e poi

    ripartito tra le banche con un’asta competitiva in funzione del tasso di aggiudicazione determinato per ciascuna. Dalla fine del 2008 le operazioni di rifinanziamento sono invece condotte a tasso fisso e consentono l’assegnazione alle banche di tutti i fondi da queste richiesti.La durata delle operazioni a più lungo termine, che in precedenza era fino a tre mesi, è stata aumentata in più momenti: nel 2009 con operazioni a un anno; successivamente, tra la fine del 2011 e i primi mesi del 2012, con operazioni a tre anni (Very Long Term Refinancing Operations, VLTRO); infine, tra il 2014 e il 2019, con tre programmi di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine

    (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO) di durata compresa tra due e quattro anni, le ultime delle quali con scadenza nel 2024. Nelle TLTRO sono stati previsti incentivi alle banche partecipanti, sull’importo

    Le operazioni non convenzionali dell’Eurosistema

    Operazioni di politica monetaria e bilancio della Banca d’Italia(consistenze di fine anno; miliardi di euro e valori percentuali)

    0

    200

    400

    600

    800

    1000

    0

    20

    40

    60

    80

    totale attivo bilancio Banca d’Italia

    programmi di acquisto a titolo definitivo

    operazioni di rifinanziamento

    quota operazioni di politica monetaria su totale bilancio2006 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 ‘14 ‘15 ‘16 ‘17 ‘18

  • 2 La politica monetaria 29

    Operazioni di politica monetaria e bilancio della Banca d’Italia(consistenze di fine anno; miliardi di euro e valori percentuali)

    0

    200

    400

    600

    800

    1000

    0

    20

    40

    60

    80

    totale attivo bilancio Banca d’Italia

    programmi di acquisto a titolo definitivo

    operazioni di rifinanziamento

    quota operazioni di politica monetaria su totale bilancio2006 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 ‘14 ‘15 ‘16 ‘17 ‘18

    depositi e i titoli di debito, con una scadenza fino a due anni.In un assetto di politica monetaria come quello prevalente prima del-la crisi finanziaria del 2007-08, la banca centrale regola la quantità di liquidità che offre al sistema banca-rio in misura prossima al suo deficit strutturale, determinando così una situazione di equilibrio complessivo tra domanda e offerta. All’interno del sistema singole banche posso-no non essere in equilibrio: quelle che devono finanziare un deficit di liquidità chiederanno prestiti alle banche che sono in surplus (questi scambi avvengono nel mercato in-terbancario, cui si è già fatto cenno) oppure si rivolgono direttamente alla banca centrale, ricorrendo a operazioni “su iniziativa delle con-troparti”, a un tasso di interesse

    penalizzante. Nell’attuale regime di politica monetaria, l’offerta di liquidità segue passivamente l’e-spansione dell’attivo della banca centrale, secondo quanto descrit-to nel paragrafo precedente.

    Gli strumenti

    La banca centrale soddisfa il fab-bisogno di liquidità delle banche mediante le operazioni di immis-sione o drenaggio di liquidità nel sistema bancario, concedendo credito alle banche commerciali ai tassi ufficiali o ricevendo depo-siti dalle stesse; può inoltre effet-tuare acquisti o vendite di attività finanziarie. Convenzionalmente si fa riferimento al primo tipo di attività con l’espressione “ope-

    razioni temporanee di rifinanzia-mento o di impiego” e al secondo con l’espressione “operazioni a carattere definitivo”. Entrambe le tipologie di operazioni, svolte su iniziativa della banca centrale nei confronti di tutte le banche abilitate, a scadenze e condizioni prestabilite, si definiscono “ope-razioni di mercato aperto”.Le operazioni temporanee di rifi-nanziamento si distinguono ulte-riormente, in funzione della durata, tra “operazioni di rifinanziamento principali”, con scadenza setti-manale, e “operazioni a più lungo termine”, generalmente con sca-denza trimestrale; come ricordato prima, queste ultime, nell’ambito delle misure non convenzionali, hanno assunto anche durata mag-giore. Stabilendo, in particolare, le

    del finanziamento concesso e sul relativo costo in termini di tasso di interesse applicato, in modo da favorire l’attività di erogazione di credito a imprese non finanziarie e famigliea.Tra il 2014 e il 2015 sono inoltre stati avviati programmi di acquisto definitivo di titoli, la cui attuazione è stata affidata alle singole BCN, nell’ambito delle misure di quantitative easing. La Banca d’Italia ha acquistato titoli di Stato italiani, obbligazioni bancarie garantite, obbligazioni di imprese e attività cartolarizzate (asset-backed securities, ABS).Tra il 2006 e il 2018, per effetto di tutte queste misure, la dimensione del bilancio dell’Eurosistema è cresciuta di quasi cinque volte; il bilancio della Banca d’Italia è aumentato da circa 200 a quasi 1.000 miliardi di euro. Dal 2011 al 2014 l’aumento è stato dovuto principalmente alle operazioni di rifinanziamento, mentre negli anni successivi è stato preponderante l’effetto dei programmi di acquisto. Nello stesso periodo la quota sul totale del bilancio di attività detenute in relazione a operazioni di politica monetaria è aumentata dal 10 a oltre il 60 per cento.

    a Nella prima serie di TLTRO l’incentivo era costituito dalla possibilità per la banca partecipante di ottenere ulteriori fondi dalla banca centrale a condizione che l’andamento dei prestiti netti erogati a imprese non finanziarie e famiglie soddisfacesse determinati criteri quantitativi minimi. Dalla seconda serie l’incentivo è stato invece di costo: al verificarsi dei criteri sui prestiti, la banca paga alla banca centrale il tasso di interesse applicato da quest’ultima sui depositi a un giorno (deposit facility), anziché il più elevato tasso sulle operazioni principali di rifinanziamento.

  • La Banca d’Italia Funzioni e obiettivi30

    condizioni applicate alle operazio-ni di rifinanziamento principali, la banca centrale guida i tassi di inte-resse di mercato verso livelli coe-renti con il proprio orientamento di politica monetaria.Diversamente dalle operazioni di mercato aperto, che influenzano su iniziativa della banca centrale il livello delle riserve dell’intero siste-ma, nelle operazioni su iniziativa delle controparti è la singola ban-ca che richiede alla banca centra-le di effettuare la transazione per fronteggiare esigenze specifiche di liquidità: può chiedere un pre-stito (“rifinanziamento marginale”) o depositare riserve in eccesso (“deposito overnight”)19. Sia la du-rata del prestito sia quella del de-posito sono a un giorno, eventual-mente rinnovabile. Come già accennato, le misure non convenzionali introdotte negli ulti-mi anni dal Consiglio direttivo della BCE hanno comportato modifiche sostanziali nell’attuazione della politica monetaria.

    Le controparti e le garanzie

    Come qualsiasi creditore anche la banca centrale si espone al rischio di mancato rimborso quando eroga fondi a una banca attraverso una operazione di politica monetaria.

    19 I tassi di interesse applicati dalla banca centrale a queste operazioni sono prestabiliti e di regola sono rispettivamente superiori e inferiori ai tassi delle operazioni di mercato interbancario di pari durata. Non sono previsti limiti né all’ammontare ottenibile del rifinanziamento marginale, fatto salvo l’obbligo di costituire in garanzia una quantità sufficiente di attività idonee, né a quello del deposito overnight.

    Per mitigare questo rischio, l’azio-ne dell’Eurosistema si fonda su due pilastri: la verifica dell’idoneità delle controparti, cioè delle banche che richiedono la liquidità, e dell’ido-neità delle attività poste a garanzia delle operazioni di rifinanziamento. La Banca d’Italia cura i rapporti con le banche operanti in Italia ai fini della loro partecipazione alle operazioni di politica moneta-ria. Per essere riconosciuta come controparte idonea, una banca deve essere solida sul piano pa-trimoniale, soddisfare alcuni re-quisiti amministrativi e tecnico- operativi ed essere assoggettata al regime di riserva obbligatoria.Nel caso in cui una controparte non soddisfi i requisiti regolamen-tari sul capitale o risulti, in base a elementi concreti, in una situazio-ne che ne metta a rischio la capa-cità di ripagare il prestito ricevuto, la Banca d’Italia e la BCE seguono le procedure previste dall’Euro-sistema che, a seconda dei casi, possono portare alla decisione del Consiglio direttivo della BCE di limitare, sospendere o escludere per motivi prudenziali l’accesso della controparte alle operazioni di politica monetaria. Per fronteggiare le conseguenze che deriverebbero da un eventua-le mancato rimborso, i finanzia-menti sono erogati solo a fronte di garanzie di adeguata qualità, nella forma di titoli o di prestiti concessi dalle banche alle imprese non finanziarie dell’area dell’euro.L’Eurosistema stabilisce le ca-ratteristiche – definite in base al tipo di strumento, alla sua valuta di denominazione e all’affidabilità creditizia dell’emittente – che le

    attività devono soddisfare per essere considerate garanzie va-lide. I titoli devono inoltre esse-re quotati sui mercati ufficiali o su altri mercati con determinate caratteristiche di volume e li-quidità degli scambi. La Banca d’Italia controlla nel continuo le garanzie depositate dalle banche italiane – e lo stesso fanno le altre BCN per i rispettivi sistemi bancari – verificando che rimangano co-stantemente soddisfatti i requisiti di idoneità e la capienza totale ri-spetto al finanziamento accordato.L’importo che può essere erogato è pari al valore delle attività portate in garanzia diminuito di uno scarto di garanzia percentuale (haircut). Questo margine protegge la ban-ca centrale nel caso in cui la con-troparte non rimborsi il finanzia-mento e, contemporaneamente, il prezzo di eventuale vendita della garanzia risulti inferiore al valo-re attribuitole al momento della concessione del finanziamento.Negli ultimi anni le banche italiane hanno depositato presso la Ban-ca d’Italia garanzie per circa 300 miliardi di euro, con un massimo di quasi 400 miliardi nel 2012. Si tratta di dimensioni molto su-periori a quelle dell’effettivo ri-finanziamento ottenuto, che ha oscillato intorno ai 200 miliardi. Alla fine del 2018 i titoli di Stato, italiani e non, costituivano il 26 per cento delle garanzie depositate dalle banche italiane; i prestiti bancari contribuivano per circa un quarto (fig. 2.1).Nel settembre 2014 la Banca d’Italia, in attuazione di un indirizzo dell’Eurosistema volto ad accre-scere la flessibilità della disciplina

  • 2 La politica monetaria 31

    delle garanzie, ha deciso di am-mettere anche portafogli di prestiti a imprese non finanziarie e porta-fogli di mutui residenziali alle fa-miglie. Ciò ha consentito alle ban-che italiane, in particolare a quelle medio-piccole, di disporre di volu-mi più elevati di attività utilizzabili come garanzie e, dunque, di poter

    richiedere maggiori rifinanziamen-ti alla Banca d’Italia. Tale scelta ha quindi favorito indirettamente la concessione di prestiti alle piccole e medie imprese italiane.Lo stanziamento in garanzia dei prestiti è facilitato dalla possi-bilità, offerta alle controparti, di utilizzar