La banana - Istituto Oikos...

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pag 1 Kit didattico : Pensa al Clima! // l’incredibile viaggio di 4 prodotti www.istituto-oikos.it/pensa-al-clima http://edu.oxfam.it/it/node/1817/public IL PROGETTO È REALIZZATO DA Istituto Oikos IN PARTENARIATO CON Oxfam Italia E FINANZIATO DAL Ministero degli Affari Esteri La banana che arriva dal SUD Cosa succede quando acquisto una banana dell’Ecuador prodotta industrialmente? Come incide la mia scelta sull’ambiente, sulla società e sulle culture del mondo? Chi difende i bananeros? PRODOTTO: Banana della grande distribuzione. Tipo: Cavendish Chiquita PROVENIENZA: Ecuador, regione di El Oro, dalla quale provengono gran parte delle banane esportate dal Paese PERCORSO: Dall’Ecuador, regione di El Oro, all’Italia, regione Lombardia COLTIVAZIONE: agroindustriale, da parte di multinazionali

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il progetto è realizzato da

Istituto Oikos

in partenariato con

Oxfam Italiae finanziato dal

Ministero degli Affari Esteri

La bananache arriva dal SUD

Cosa succede quando acquisto una banana dell’Ecuador prodotta industrialmente? Come incide la mia scelta sull’ambiente, sulla società e sulle culture del mondo? Chi difende i bananeros?

PRODOTTO: Banana della grande distribuzione. Tipo: Cavendish Chiquita

PROVENIENZA: Ecuador, regione di El Oro, dalla quale provengono gran parte delle banane esportate dal Paese

PERCORSO: Dall’Ecuador, regione di El Oro, all’Italia, regione Lombardia

COLTIVAZIONE: agroindustriale, da parte di multinazionali

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COLTIVAZIONE

UN NUMERO IMPRESSIONANTE DI BANANE

La coltivazione della banana

La banana è tra i prodotti più coltivati al mondo, insieme a riso e frumento.

Il banano è una pianta erbacea con sviluppo molto rapido che può raggiun-gere anche i 15 metri di altezza. Un casco di banane può produrre fino a 200 frutti.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

Emilio Colombo e Patrizio Tirelli, Il mercato delle banane ed il commercio equo solidale, Università Bicocca di Milano

http://www.agices.org/it/download/ricerche/banana-report-finalmay06.pdf

MENO SCELTA, MENO VARIETÀ

Perdita della biodiversità

La FAO stima che nell’ultimo secolo sono scomparsi tre quarti delle diversità genetiche delle colture agricole.

Le piante conosciute dal genere umano sono oltre 250.000: 30.000 circa sono commestibili, 7.000 circa sono state usate come cibo, 120 circa sono oggi coltivate ampiamente; 9 specie forniscono più del 75% dell’alimentazio-ne umana, 3 di queste forniscono da sole più del 50% dell’alimentazione.

COME INCIDE SULL’AMBIENTE

PIANTAGIONI DA 5 MILA ETTARI

La monocoltura

Il banano in Ecuador è coltivato in piantagioni, che si possono estendere anche per 5 mila ettari, corrispondenti a più di 7000 campi da calcio regola-mentari. Questo richiede grandi investimenti economici per la realizzazione

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di strade, sistemi di irrigazione, impianti di imballaggio.

La monocultura agro-industriale prevede la destinazione di grandi estensio-ni di terreno agricolo a un unico prodotto, con lo scopo di massimizzare le rese e ottenere il massimo profitto. La produzione è destinata principalmente all’esportazione.

Questa tipologia di coltura impoverisce le risorse naturali, imponendo il con-tinuo intervento dell’uomo per il mantenimento della fertilità del suolo.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Definizione di monocultura: http://www.treccani.it/enciclopedia/monocoltura

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

Emilio Colombo e Patrizio Tirelli, Il mercato delle banane ed il commercio equo solidale, Università Bicocca di Milano

http://www.agices.org/it/download/ricerche/banana-report-finalmay06.pdf

GLI TOGLIAMO LA TERRA DA SOTTO I PIEDI

Land grabbing

Il land grabbing è un’acquisizione su larga scala di terreni agricoli in paesi in via di sviluppo, mediante acquisto o affitto di grandi estensioni agrarie da parte di compagnie transnazionali, governi stranieri e singoli soggetti privati, che ha come risultato l’impoverimento della popolazione locale sino a creare sacche di povertà.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Francesca Alfano e Arianna Giuliodori, Land grabbing opportunità o rischi per lo sviluppo dell’agricoltura?, Agriregionieuropa, 6 (22), settembre 2010

http://agriregionieuropa.univpm.it/content/article/31/22/land-grabbing-opportuni-ta-o-rischi-lo-sviluppo-dellagricoltura

Il land grabbing è uno scandalo http://www.oxfamitalia.org/coltiva/coltiva/il-land-grabbing-uno-scandalo-in-con-tinua-crescita#sthash.pH524x1a.dpuf

Basta land grab http://www.oxfamitalia.org/coltiva/coltiva/bastalandgrab

Land grabbing, intervista a Stefano Liberti https://www.youtube.com/watch?v=jt7xu0hE8Tg

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LA FORESTA CHE VA IN FUMO

La deforestazione

L’espandersi delle piantagioni agroindustriali sta accelerando il processo di deforestazione.

Un ettaro di deforestazione incide con emissioni pari a 500 tonnellate di CO₂ (anidride carbonica equivalente). Questo impatto può essere paragonato a 1.126.000 km (28 volte il giro del mondo) percorsi da un’auto di media cilin-drata. In totale in un anno l’impatto di CO₂ è pari a 9 miliardi di tonnellate, ed equivale al 17% di tutte le emissioni provocate dall’uomo.

A livello globale stiamo mandando in fumo 13 milioni di ettari di foresta plu-viale l’anno, per rendere meglio l’idea pensiamo alla metà della superficie del Regno Unito.

Arrestare la deforestazione sarebbe una delle soluzioni per alleviare il proble-ma del cambiamento climatico. Si stima che il 30% delle piantagioni attuali fossero un tempo coperte da foreste.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

Mike Berners-Lee, La tua impronta. Scopri l’impatto ambientale di ogni cosa. Da una pinta di birra a un viaggio nello spazio, Terre di Mezzo Editore, Milano 2013

Sito che sostiene e divulga informazioni sulla produzione sostenibile ed equosolida-le della banana www.bananalink.org.uk

Articolo della FAO sul rischio della perdita di biodiversità delle foreste http://www.unric.org/it/attualita/26995-fao-a-rischio-la-biodiversita-delle-fore-ste-

Risultati della ricerca FAO La valutazione delle risorse Foresta globale del 2010 http://www.fao.org/forestry/fra/fra2010/en/

Sito nato per la salvaguardia delle foreste equatoriali www.amazonfund.org

CHI DIFENDE LE FORESTE

Associazioni per la difesa dell’ambiente

Ci sono da segnalare attività come quella di Amazon Fund, che finanzia e sostiene i contadini che non abbattono gli alberi.

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Per approfondire guarda le nostre fonti:

Sito nato per la salvaguardia delle foreste equatoriali www.amazonfund.org

UNA BANANA IN UN SACCO BLU

Utilizzo di pesticidi

La coltura di banane crea danni ambientali a causa della massiccia quantità di pesticidi utilizzati per ottenere grandi raccolti e banane prive di difetti, come richiesto dai consumatori.

Per contenere la diffusione di malattie e parassiti, causate da questa tipologia di coltura, i caschi di banane vengono avvolti dentro sacchi di plastica tra-sparente impregnata di prodotti chimici. I fungicidi vengono applicati anche 40/50 volte l’anno, irrorati sulle piantagioni con aeroplani: il 40% di questi veleni finisce sul suolo e non sulle piante, il 35% viene lavato dalle piogge, quindi quasi il 90% di questi viene disperso.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

Report di Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, sullo sfruttamento dei bambini nelle pianta-gioni di banane in Ecuador www.hrw.org/reports/2002/ecuador

ACQUA SPORCA

Inquinamento dell’acqua

I prodotti chimici usati per la coltivazione delle banane vengono assorbiti dal terreno, finiscono nei canali di scolo usati per l’irrigazione e inquinano le acque.

Questo fenomeno è aggravato dal fatto che i sacchi di plastica, una volta rimossi dai caschi di banane, non vengono riciclati, ma semplicemente gettati ai bordi delle piantagioni, nei cosiddetti “cimiteri della plastica”.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

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UN NUOVO ASFALTO NASCE DALLA PLASTICA

Buone prassi

Segnaliamo qualche movimento per combattere l’inquinamento: in Costa Rica un progetto del Laboratorio costaricano di materiali e modelli strutturali (LANAMME) sta cercando di utilizzare i sacchetti delle banane per produrre asfalto.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Articolo sul riutilizzo dei sacchetti usati nelle piantagioni di banane per produrre asfalto

http://www.freshplaza.it/article/62316/Costa-Rica-una-seconda-vita-per-i-sac-chetti-usati-sulle-banane,-produrranno-asfalto

MENO FORESTE, MENO SPECIE

La perdita di biodiversità

Scienziati sostengono che tra il 10 e il 20% delle specie viventi sul pianeta si estingueranno nei prossimi decenni.

“La perdita di foreste e di terreno” sostiene l’associazione Banana Link “in-sieme con l’applicazione di grandi quantità di pesticidi, ha portato alla per-dita di biodiversità”. Riducendo il numero di esseri viventi (piante, animali, microrganismi, risorse naturali…) sino alla loro estinzione.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Sito che sostiene e divulga informazioni sulla produzione sostenibile ed equosolida-le della banana http://www.bananalink.org.uk

IMPATTO CULTURALE E SOCIALE

LONTANO DALLE TRADIZIONI

La perdita di identità culturale

Con il diffondersi delle piantagioni di banane e la necessità di manodopera, molta gente dalla sierra e dalle montagne si è spostata verso valle in cerca di lavoro, abbandonando territori e tradizioni culturali radicate.

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Le piantagioni hanno determinato anche un notevole flusso di migranti, spesso clandestini (in Belize, la maggior parte dei lavoratori arriva da Hondu-ras, El Salvador e Guatemala).

L’espansione delle piantagioni a spese delle foreste ha anche avuto l’effetto di cacciare popolazioni indigene. Un esempio è quello dei Cabecar e Bribri in Costa Rica, popolazioni che sono seriamente minacciate dalla contaminazione dei loro fiumi e dalla pressione sulle loro terre. Molti giovani di queste tribù diventano lavoratori delle piantagioni, abbandonando totalmente la propria identità culturale per avere un pur bassissimo stipendio.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

CHI PAGA PER TUTTI

Sfruttamento della manodopera

Nelle piantagioni controllate dalle grosse multinazionali vengono negati ai lavoratori diritti e garanzie sociali di base.

Il prezzo delle banane in Ecuador è tra i più bassi dell’America Latina, perché i piccoli produttori non sono organizzati, non hanno sindacati e non hanno accesso al libero mercato.

I dipendenti delle piantagioni possono arrivare a guadagnare anche solo l’1% del prezzo finale delle banane vendute nei nostri supermercati. I turni di lavoro possono durare dalle 12 alle 14 ore al giorno. Gli straordinari, anche di 5 ore al giorno, sono il più delle volte obbligatori e non retribuiti. La situazio-ne peggiore è quella delle donne, che non godono di diritti sindacali basilari, come la maternità o l’assistenza medica.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

NELLE PIANTAGIONI A 13 ANNI

Lavoro minorile

Nel 1994 in Ecuador lavoravano il 38% dei bambini tra i 10 e i 17 anni, nel 1998 la percentuale era salita al 45%.

Questi dati emergono dalla ricerca “Tainted Harvest”, compiuta da Human Ri-

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ghts Watch (www.hrw.org) nel 2002 e svolta in Ecuador, intervistando lavo-ratori nelle piantagioni sul tema dei diritti umani.

L’associazione ritiene che il lavoro minorile nelle piantagioni in Ecuador sia esteso, che si inizi a lavorare nelle piantagioni a 13-14 anni, a volte anche pri-ma.

Le condizioni di lavoro e le mansioni svolte dai bambini in base a leggi in-ternazionali classificano la loro occupazione tra le “peggiori forme di lavoro minorile”.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

Unicef sul lavoro minorile http://www.unicef.it/doc/364/lavoro-minorile.htm

Sito di Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani. www.hrw.org

Report di Human Rights Watch sullo sfruttamento dei bambini nelle piantagioni di banane in Ecuador www.hrw.org/reports/2002/ecuador

Testo della Convenzione 182, relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile. http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---europe/---ro-geneva/---ilo-rome/documents/normativeinstrument/wcms_152295.pdf

UNA PIOGGIA DI VELENI

Avvelenamento da pesticidi

I pesticidi vengono irrorati con piccoli aerei sulle piantagioni e sui contadini che in quel momento si trovano nelle piantagioni e che non sono dotati di protezioni adeguate, nonostante alcuni dei prodotti usati siano stati classifi-cati come molto pericolosi dall’Organizzazione mondiale della sanità, poiché possono procurare allergie, tumori e sterilità.

Le donne lavorano 12 ore al giorno con le mani immerse in vasche contenenti prodotti chimici usati per il lavaggio delle banane. In Costa Rica, secondo la National University of Heredia, tra le donne impegnate negli impianti di im-ballaggio si registra una percentuale doppia di casi di leucemia.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

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FASE 2 TRASPORTO E IMPORTAZIONE

17 GIORNI IN MARE.

Il trasporto della banana via nave

Il trasporto della frutta avviene in nave su rotta oceanica.

Le casse di banane vengono poste in celle frigorifere con una temperatura di circa 13/14 gradi, per bloccare la maturazione durante il viaggio. Uno dei porti più importanti dell’Ecuador è Puerto Bolivar: la nostra banana parte da qui per raggiungere il porto di La Spezia (Liguria, Italia) con navi merci MSC. In altri casi le multinazionali controllano anche il trasporto avendo Bananiere di proprietà. Il viaggio dura circa 17 giorni.

Arrivate al porto italiano le banane sono trasportate ai centri di maturazione e poi viaggiano via terra su ruota sul territorio nazionale per arrivare alla rete di distribuzione (negozi, supermercati).

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

Articolo sulla scelta di nuovi porti per la ricezione delle banane http://www.corriereortofrutticolo.it/content/porto-di-livorno-verso-lad-dio-al-traffico-di-banane-dole-sceglie-la-spezia-e-civitavecchia

IMPORTAZIONE

I 5 PADRONI DELLE BANANE

I monopoli delle multinazionali

La banana è tra i primi prodotti esportati in termine di volume a livello mon-diale e il suo commercio è in mano alle multinazionali.

In cinque (Chiquita, Dole, Del Monte, Noboa e Fyffes) si spartiscono quasi tutta la produzione mondiale, il 75% del mercato, e hanno il completo con-trollo della filiera, dal controllo sulle piantagioni agli impianti di maturazione, dal trasporto attraverso Bananiere di proprietà alle reti di distribuzione dei paesi consumatori.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e

libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

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COME INCIDE SULL’AMBIENTE

I PICCOLI CONTADINI SONO TAGLIATI FUORI

Esclusione dei piccoli coltivatori

Le multinazionali (Chiquita, Dole, Del Monte…) comprano direttamente solo da chi è in grado di assicurare almeno 1000 casse, cioè quasi 20 tonnellate di banane, ogni settimana.

Un ettaro di terra produce tra le 20 e le 40 casse a seconda del periodo, il che significa che per assicurare la fornitura richiesta servono terreni tra i 25 e i 50 ettari almeno.

I piccoli contadini sono in questo modo tagliati fuori e costretti a vendere agli intermediari, ottenendo prezzi molto più bassi.

Quindi si tende a investire in grandi piantagioni, dove viene coltivata soltanto la varietà richiesta dal mercato.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

COME INCIDE A LIVELLO CULTURALE E SOCIALE

QUANTO COSTA? CHI NE BENEFICIA?

La spartizione dei compensi

Considerando gli introiti che derivano dalla vendita di una banana, ecco come vengono spartiti:

� Lavoratori 3,3%

� Proprietari 16,6%

� Trasportatore 13,3%

� Grossista/importatore 10%

� Maturatore 13,3%

� Rivenditore 43,5%

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfrutta-mento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

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I COMPORTAMENTI DELLE MULTINAZIONALI

La pagella di Oxfam

Oxfam ha lanciato un rapporto che analizza il modo di lavorare delle multi-nazionali alimentari. Questa campagna analizza attraverso una pagella l’ope-rato di queste grandi aziende ponendo attenzione su sette temi: trasparenza aziendale, trattamento delle donne lavoratrici, diritti dei braccianti agricoli, trattamento economico e commerciale dei piccoli produttori agricoli, uso sostenibile della terra, utilizzo delle risorse idridriche e impatto sul cambia-mento climatico, sia in materia di riduzione delle emissioni di gas serra sia di aiuto agli agricoltori ad adattarsi ai cambiamenti climatici.

L’invito che ne consegue è quello di esortarle a intraprendere tutte le misure necessarie per dare vita a un sistema alimentare globale più equo.

Per approfondire i comportamenti delle multinazionali:

Iniziativa “Scopri il Marchio” http://www.oxfamitalia.org/coltiva/coltiva/introduzione-scopri-il-marchio

Documento “Scopri il marchio” http://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2013/02/BP_Scopri-il-marchio.pdf

Iniziativa “Punteggi delle Aziende” http://www.behindthebrands.org/it-it/punteggi-delle-aziende

CHI DIFENDE I BANANEROS

Associazioni e campagne

Segnaliamo alcune associazioni e Ong impegnate nel sostegno dei diritti dei Bananeros:

� European Banana Action Network

� Farmer’s Link

� Banana Link

� Us-Leap

� Nicanet

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

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Video di Coltivati, format di Oxfam per sostenere e diffondere buone abitudini http://www.oxfamitalia.org/primo-piano/il-commercio-delle-banane

Articolo e video di Altroconsumo sulle condizioni dei lavoratori nelle piantagioni di banane http://www.altroconsumo.it/alimentazione/prodotti-alimentari/news/banane-co-sa-ce-dietro-la-produzione

UNA BATTAGLIA SILENZIOSA

La guerra delle banane

La “guerra delle banane” è una battaglia commerciale che ha avuto inizio nel 1993, le cui origini risalgono al 1975, anno nel quale venne firmata la prima Convenzione di Lomè, che regola i rapporti commerciali tra Unione Europea e le ex colonie in Africa, Caribi e Pacifico. Il Protocollo numero 5 garantisce un accesso privilegiato alle banane prodotte in questi Paesi rispetto a quelle coltivate in America Latina e commercializzate dalle multinazionali.

Nel 1993, con l’entrata in vigore del Mercato Unico, l’Unione Europea ha ap-provato un regolamento che ha come obiettivo l’armonizzazione commerciale degli Stati membri per quanto riguarda le banane.

Questa direttiva Europea ha scatenato le proteste delle grandi multinazionali, in quanto la decisione dell’Ue limitava loro la possibilità di commercializza-zione.

Questa battaglia ha portato nel 2006 a un processo di riforma che vede la liberalizzazione del mercato, danneggiando soprattutto i piccoli produttori Caraibici poiché rafforza il monopolio delle grandi multinazionali americane che controllano il mercato delle banane in America Latina.

Si può definire la controversia commerciale più lunga della storia moderna.

La battaglia per il tentativo di liberalizzazione dei mercati e dei commerci è ancora in corso.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

FASE 4 DISTRIBUZIONE E CONSUMATORE

CHI MANGIA LE BANANE

I consumi europei di banane

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I destinatari dell’importazione delle banane sono i ricchi paesi del Nord, prin-cipalmente Europa, Stati Uniti e Giappone, che importano il 65% del totale. In Italia il consumo di banane è di 9 kg pro capite l’anno.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

CONSUMATORE

PESO POLITICO DEL CONSUMATORE

UNA DOSE DI ETILENE

La maturazione forzata

Giunte a destinazione le banane vengono portate ai centri di maturazione, dove il processo di maturazione viene indotto con la somministrazione con-trollata di etilene e l’innalzamento graduale della temperatura.

I frutti maturano in circa una settimana e la tappa successiva vede l’arrivo della banana al grossista e poi al supermercato, impacchettata e pronta per essere comprata da noi.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Davide Musso, Bananeros. Viaggio nelle piantagioni di banane tra sfruttamento e libertà, Editrice Berti, Piacenza 2004

È TUTTO SCRITTO NELLE ETICHETTE

Quante informazioni possiamo trovare nelle etichette

Spesso sulle etichette delle nostre banane troviamo questa informazione: “trattate con Tiabendazolo”. Il Tiabendazolo, E233, è un fungicida utilizzato per ritardare la maturazione di agrumi e banane.

Per approfondire guarda le nostre fonti:

Articolo sulla presenza di pesticidi su frutta e verdura http://www.biospazio.it/print.php?sid=3146

Esempi e norme per l’etichettatura http://images.to.camcom.it/f/EIC/15/15615_CCIAATO_20112012.pdf

Riferimenti normativi in tema di etichettatura di prodotti alimentari http://www.an.camcom.gov.it/sites/default/files/QUADERNO_13.pdf

Manuale di corretta prassi per l’etichettatura dei prodotti agricoli di Campagna Amica, Coldiretti http://www.sicurezzaalimentare.it/sicurezza-produttiva/Documents/Opuscolo_Eti-chette.pdf