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La B. V. Maria Addolorata Patrona Principale dell’ Ordine delle Adoratrici Perpetue del SS.mo Sacramento fondato da Madre Maria Maddalena dell’ Incarnazione 13

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La B. V. Maria

Addolorata

Patrona Principale

dell’Ordine

delle Adoratrici Perpetue

del SS.mo Sacramento

fondato da

Madre Maria Maddalena

dell’Incarnazione

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© Federazione delle Adoratrici Perpetuedel SS.mo SacramentoAnno dell’Eucaristia 2004-2005

«Preparandosi giorno per giorno al Cal-vario, Maria vive una sorta di “Eucari-stia anticipata” si direbbe una “comu-nione spirituale” di desiderio e di offer-ta, che avrà il suo compimento nell’u-nione col Figlio nella passione, e si e-sprimerà poi, nel periodo post-pasqua-le, nella sua partecipazione alla Celebra-zione Eucaristica, presieduta dagli Apo-stoli, quale “memoriale” della Passione».

(Ecclesia de Eucharistia, 56)

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BREVI CENNI STORICI

I l servo di Maria, di venerata memoria,padre Giuseppe Maria Besutt i , curatoredella Bibliografia mariana, ri levava: La sto-r ia del la pietà cr ist iana verso la VergineMaria, che ai piedi della croce del Figl iopatisce con Lui, non è stata ancora re-dat ta in maniera completa in modo dacomprendervi non solo l’Oriente, ma tut-te le regioni dell ’Occidente.

La nascita di quella corrente di pietà i-spirata al la meditazione-compassione diMaria ai piedi della croce nasce già pri-ma del XII secolo. Nello svolgersi del XII Isecolo si elabora la devozione all ’Addolo-rata e si preciserà agli inizi del sec. XIVcome devozione ai sette dolori.

I l primo documento certo lo si incontrain Germania dove i l 22 apri le 1423 nel si-nodo provincia le di Colonia un decretof issa la festa del l ’Addolorata a l venerdìde l la terza set t imana dopo Pasqua. LaFesta aveva per titolo la «commemorazio-ne delle angustie e dei dolori della Bea-ta Vergine Mar ia» e aveva come scopofondamentale la riparazione dei sacri leghi

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oltraggi fatt i dagli ussit i al le immagini delCrocif isso e della Vergine. Nel decreto sifaceva implicito riferimento a testi l i turgiciprecedenti, r isalenti forse al messale deiServi di Maria, stabil it isi a Colonia nel XII Isecolo. L’Ordine dei Servi di Maria, infatti,fondato a Firenze nel 1240, diffuse assaii l culto dell ’Addolorata e ottenne da Inno-cenzo XI (1676-1689) una propria festanella terza domenica di settembre. Bene-detto XII I, nel 1721, l’estese a tutta la Chie-sa col t itolo: «Festa dei sette dolori dellaB.V. Maria» ponendola al venerdì dopo ladomenica di Passione. In seguito Pio VIIrese generale i l cul to al l ’Addolorata f is-sandone definit ivamente la solennità pertutta la Chiesa, la terza domenica di set-tembre . Fu comunque ne l XV I I seco loche, isp i randosi a l l ’uso del la reci ta delRosario, si diffuse il pio esercizio della «Co-rona dell ’Addolorata», che ripercorre conpietosa memoria tut t i i dolor i del la Ver-gine sofferti al la sequela del Figl io. Se nefissano tradizionalmente sette dando cosìorigine al la rappresentazione, nel l ’ icono-grafia sacra popolare, di Maria SS. trafit-ta nel cuore da sette spade.

I l mistero della partecipazione della Ver-gine madre addolorata, al la passione delFigl io è probabilmente l ’evento evangeli-co che ha trovato più intensa e vasta ri-sonanza nella rel igiosità popolare, soprat-tutto in determinati esercizi di pietà (via

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Crucis, via Matris, ecc.). Testimone di ta-le rel igiosità è la celebre sequenza me-dioevale dello Stabat Mater dolorosa, at-tr ibuita a Jacopone da Todi, entrata ecce-zionalmente a far parte del formulario del-la Messa. Lo Stabat pur cantando con in-genuo sentimento di pietà i dolori soffer-ti dalla Vergine nella Passione e Morte diGesù r i f let te comunque l ’essenzia le delmistero evangelico e cioè che: « i l centrode l la cr is t iana re l ig ione non è ne l cor-dog l io d i Mar ia come ta le , ma in que l“por tare Chr is t i mor tem” che la “materdolorosa” aiuta a vivere come esperien-za (fac ut portem Christi mortem)». [E. De.

Mart ino] La sequenza si incontra nei Mes-sali francescani già nella prima metà delsec. XIV.

Pio X assegnò stabi lmente la festa al15 settembre. Nell ’esortazione apostolicaMarial is cultus, Paolo VI così presenta lamemoria del 15 settembre: « la memoriade l l a Ve rg ine Addo lo ra ta è occas ionep rop i z i a pe r r i v i ve re un momento de-c is ivo de l la s tor ia de l la sa lvezza e pervenerare la Madre associata al la Passio-ne del Figl io e vicina a Lui innalzato sullaCroce» (n 7). Contemplando Maria asso-ciata a l la Passione del F ig l io la Chiesamedita sul suo stesso mistero e sulla suastessa partecipazione mistica ai dolori delRedentore per giungere feconda di f ig l ia l la g lor ia f ina le: «Fa’ che la tua Santa

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Chiesa, associata al la Passione del Cri-s to , par tec ip i a l la g lo r ia de l la R isur re-zione».

Questa partecipazione alla Passione hadue prospettive: personale e comunitaria.È ansia per la continua l iberazione da o-gni forma di peccato, di male, individualee sociale. È i l r iprendere ogni giorno lapropr ia croce (Lc 9, 39) e, compassione-volmente, al leviare la croce di ogni altrouomo che sia sulla nostra strada e quel-la del l ’umanità di cui facciamo parte (Lc

10, 25-37; Gv 13, 34).

L’encicl ica Redemptoris Mater di Gio-vanni Paolo I I concorre magistralmente amettere a fuoco la profonda relazione trala peregrinatio f idei d i Mar ia e quel ladella Chiesa soprattutto ai nn° 23 e 24:

Si può dire che, se già in precedenzala matern i tà d i Mar ia ne i r iguard i deg l iuomini era stata del ineata, ora (sotto laCroce) viene chiaramente precisata e sta-b i l i ta: essa emerge dal la def in i t iva ma-turaz ione del mistero pasquale del Re-dentore. La Madre di Cr isto, trovandosinel raggio diretto di questo mistero checomprende l’uomo - ciascuno e tutti -, vie-ne data all ’uomo - a ciascuno e a tutti -come madre. Quest’uomo ai piedi del laCroce è Giovanni, «i l discepolo che egl iamava». Tuttavia, non è lui solo. Seguen-do la Tradiz ione, i l Conci l io non esita achiamare Maria «Madre di Cristo e madre

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degl i uomin i» : in fat t i , E l la è «congiuntanel la st irpe di Adamo con tutt i gl i uomi-ni..., anzi è veramente madre delle mem-bra (di Cristo)..., perché cooperò con lacar i tà al la nascita dei fedel i nel la Chie-sa». Dunque, questa «nuova maternità diMaria», generata dal la fede, è frutto del«nuovo» amore, che maturò in lei definit i-vamente ai piedi della Croce, mediante lasua par tec ipaz ione a l l ’amore redent ivodel Figl io. (n° 23)

Le parole che Gesù pronuncia dall ’altodel la Croce signif icano che la maternitàdella sua genitr ice trova una «nuova» con-t inuaz ione ne l l a Ch iesa e med ian te laChiesa, simboleggiata e rappresentata daGiovanni. In questo modo, colei che, co-me «la piena di grazia», è stata introdot-ta nel mistero di Cr isto per essere suamadre, cioè la Santa Genitr ice di Dio, peri l t ramite del la Chiesa permane in quelm is te ro come la «donna» i nd ica ta da ll ibro della Genesi (Gn 3, 15) al l ’ inizio e dal-l ’Apocalisse (Ap 12, 1) al termine della sto-ria della salvezza. Secondo l’eterno dise-gno della Provvidenza la maternità divinadi Maria deve effondersi sulla Chiesa, co-me indicano affermazioni del la Tradiz io-ne, per le quali la maternità di Maria ver-so la Chiesa è i l r i f lesso e i l pro lunga-mento del la sua maternità verso i l Figl iodi Dio. (n° 24)

Uno sguardo penet rante su l la Verg i -ne, quale modello di contemplazione, Gio-

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vanni Paolo I I ce lo of f re nel la sua Ro-sarium Virginis Mariae, laddove appunto,r ichiamando le tappe fondamental i del laMadre di Cristo, evidenzia lo sguardo cheElla seppe rivolgere al Mistero del Figl iod i ven tando pe rc iò s tesso mode l l o a l -la contemplazione adorante del creden-te:

«La contemplazione di Cristo ha in Ma-ria i l suo modello insuperabile. I l volto delF ig l io le appart iene a t i to lo specia le. Ènel suo grembo che si è plasmato, pren-dendo da Lei anche un’umana somiglian-za che evoca un’ int imità spir i tuale certoancora più grande. Al la contemplazionedel volto di Cristo nessuno si è dedica-to con altrettanta assiduità di Maria. Gl iocch i de l suo cuore s i concent rano inqualche modo su di Lui già nel l ’Annun-ciazione, quando Lo concepisce per o-pera del lo Spir i to Santo; nei mesi suc-cessivi comincia a sentirne la presenza ea presagirne i l ineamenti. Quando f inal-mente Lo dà alla luce a Betlemme, anchei suoi occhi di carne si portano tenera-mente sul volto del Figl io, mentre Lo av-volge in fasce e Lo depone nel la man-giatoia (cfr Lc 2, 7).

«Da al lora i l suo sguardo, sempre ric-co di adorante stupore, non si staccheràpiù da Lui. Sarà talora uno sguardo inter-rogativo, come nel l ’episodio del lo smar-rimento nel tempio: “Figl io, perché ci hai

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fatto così?” (Lc 2, 48); sarà in ogni caso u-no sguardo penetrante, capace di leg-gere nell ’ intimo di Gesù, f ino a percepir-ne i sentimenti nascosti e a indovinarne lescelte, come a Cana (cfr Gv 2, 5); altre vol-te sarà uno sguardo addolorato, soprat-tutto sotto la Croce, dove sarà ancora, incerto senso, lo sguardo della “partorien-te”, giacché Maria non si l imiterà a con-dividere la Passione e la Morte del l ’Uni-genito, ma accoglierà i l nuovo figl io a Leiconsegnato nel d iscepolo predi let to (cf r

Gv 19, 26-27); nel mat t ino d i Pasqua sa-rà uno sguardo radioso per la gioia del-la Risurrezione e, infine, uno sguardo ar-den te pe r l ’ e f fus ione de l lo Sp i r i to ne lgiorno di Pentecoste (cfr At 1, 14)». RVM 10

Al numero 22 della medesima Lettera i lSanto Padre i l lustrando i misteri del do-lore scrive:

« In questa abiezione (ndr. del la morte in

Croce) è r ivelato non soltanto l ’amore diDio, ma i l senso stesso dell ’uomo. Eccehomo: chi vuol conoscere l ’uomo, devesaperne riconoscere i l senso, la radice ei l compimento in Cr isto, Dio che si ab-bassa per amore “f ino al la morte, e al lamorte di croce” (Fi l 2, 8). I misteri del do-lore portano i l credente a rivivere la mor-te di Gesù ponendosi sotto la croce ac-can to a Mar i a , pe r pene t ra re con Le inel l ’abisso del l ’amore di Dio per l ’uomoe sentirne tutta la forza rigeneratrice.

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«Maria è dunque, veramente, model lodi chi contemplando i l mistero del l ’Uo-mo-Dio penetra più eff icacemente i l mi-stero dell ’uomo e i l Mistero pasquale, ra-dice della sua salvezza».

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LA DEVOZIONE NELLA VITA

DELLA MADRE FONDATRICE

SAN PAOLO DELLA CROCE

Accanto ai Servit i, grandi diffusori del-la devozione a i dolor i d i Mar ia furono iPassionist i , fondat i da San Paolo del laCroce nel 1720, i l quale stabi l ì la sededel nuovo Ist i tuto proprio sul Monte Ar-gen ta r io . San Pao lo mor ì a Roma ne l1775.

L’al lora Cater ina Sordini contava soloc inque anni , ma sappiamo quanto v ivarimase la memoria del Santo fra gl i abi-tanti della costa d’Argento. Abbiamo inol-tre certezza, att raverso le font i del l ’ Ist i-tuto, che il Santuario Passionista del Mon-te Argentario era meta frequente della fa-miglia Sordini, mentre possiamo supporrecon fondate ragioni che i l padre di Ca-terina, Lorenzo Sordini, ebbe modo di co-noscere personalmente l ’ insigne Fonda-tore ed apprezzarne la santità.

« I l dolore di Maria - scriveva i l Santo -è come i l mare Medi ter raneo, essendoscr i t to: Magna est velut mare contri-tio tua: da questo mare si passa al l ’a l-

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tro sterminato della Passione di Gesù, inpersona del quale dice David: Veni in al-titudinem Maris e quivi l ’anima si arric-chisce e pesca perle preziosissime del-le virtù di Maria e di Gesù».

Soprat tut to - a l Santo - stavano im-press i ne l cuore i do lor i d i Mar ia SS..Portava sempre al collo l ’abit ino dell ’Ad-dolorata e nel le missioni dif fondeva congrande fervore la devozione ai suoi do-lor i. Sebbene non fosse sol i to fare pro-cess ion i , pure, a l le vo l te per maggior-mente infervorare i l popolo nel la devo-zione ai dolori di Maria SS., lo conduce-va con p rocess ione d i vo ta a qua lchechiesa ove si venerava la Vergine Addo-lorata. Così fece in Ischia la prima voltache vi fece la santa missione. Volle fareuna visita al la chiesa dei Servi di Maria egiunto alla porta della Chiesa fece un di-scorso così fervoroso che pianse dirot-tamente e si f lagellò a sangue. La com-punzione del popolo fu indicibile: per lun-ghi anni se ne conservò memoria con rin-novato spirito di devozione alla Regina deiMartir i.

Poco p r ima de l l a mo r t e San Pao loconfidò a una f igl ia spir i tuale di aver a-vuto un vis ione. Ed el la così t ramandò:«Mi conf idò un g iorno che, mentre eragiovane secolare, trovandosi in viaggio, an-dava seco stesso pensando di entrare in

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qualche religione, quand’ecco - mi disse -“Mi si fa avanti la Vergine Santissima. Ohquanto bel la! Anzi bel l issima. Io non ar-d ivo d i r imi rar la. La v id i vest i ta d i nerocon i l segno in petto, che è quel lo ap-punto che ho usato io e fat to usare a imiei rel igiosi e con amorevolezza più chedi Madre, mi disse: - Figl io, vedi come so-no vest i ta a lutto ciò è per la Passionedolorosissima del mio diletto f igl io Gesù:così hai da vest i r tu e hai da fondar u-na Congregazione nella quale si veste inquesta guisa, dove si faccia un continuolutto per la passione e morte del mio ca-ro Figl iuolo-”».

PIO VIIFu anche per l ’ inf lusso di Pio VI I che,

Madre Mar i a Madda lena sce lse qua leProtettr ice del novel lo Ist i tuto la VergineAddolorata. I l Pontefice infatt i, in r icordodelle sofferenze infl itte da Napoleone allaChiesa nel suo capo, introdusse nella l i-turgia la celebrazione dei dolori di Maria.

A giudicare dagli episodi sopra narra-t i r iguardant i San Paolo del la Croce, ladevozione al la Vergine dei dolori dovevaessere cara al la Madre già prima dell ’ in-contro con papa Pio VII. È certo che, co-munque, el la la fece propria e la diffusepresso le sue f ig l ie e quant i s i r ivolge-vano a lei per consigli spirituali.

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Questo attestano le numerose testimo-nianze che ci sono pervenute attraverso iprocessi per la beatif icazione della Servadi Dio.

Ne volgiamo qui r iportare alcuni a titoloesemplif icativo.

TESTIMONIANZE

I l dottor PIETRO SCIARRA, Primario dell ’O-spedale Santo Spir i to e Medico Pont i f i-cio, che conobbe la Madre nel 1816 - do-po l ’esi l io - attestò che el la «fu devotis-s ima d i Mar ia Sant iss ima Addolorata ene celebrava la festa pubbl icamente inChiesa» (Posit io § 304 pag. 139).

Mentre I SABELLA BALDESCH I , n ipote delconfessore della Madre che fu per qual-che tempo novizia nell ’ Istituto delle Ado-ratrici, precisa: «quando poi erano le so-lennità del Corpus Domini e le solennitàdi Maria SS. si mostrava assai giul iva. Nel-l ’Assunta otto giorni prima incominciava afarci recitare, e di tanto in tanto si pre-sentava a noi per farci r ipetere, questegiaculator ie: - Si ral legra i l cuor mio te-co, Maria, più che se la tua gloria fosse lamia, Signora mia dammi per buona sorte,che io ti goda nel ciel dopo la morte -. Matali parole in bocca della Serva di Dio e-rano proferite con tale e tanta enfasi chepareva di essere la Serva di Dio in Para-

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diso, e parlare in presenza della VergineSS.ma. Chiamava questa ed altre solen-nità la festa della nostra mamma». (Posit io §

122-123 pag. 61-62)

SR. M. ARCANGELA DELLA VOLONTÀ DI DIO

che fu al f ianco della Madre dal 1809 al1824 test imonia che: « Indiz io del la suafede fu la devozione che mostrava versola Madonna e con l’essersi consacrata to-talmente come schiava ad Essa Madre diDio, offrendole tutte le sue opere ed o-razioni, i l che fu nel l ’ult imo periodo del-la sua vita, nella quale epoca non solo e-sortò tutte le sue figl ie ad imitarla in que-sta consacrazione, ma altresì introdusseche ciascuna portasse al col lo, sotto loscapolare, una catenella di trenta magliecol cuore di Maria in una lamina di otto-ne dove sono impressi i Nomi di Gesù edi Maria, in segno della loro schiavitù do-nata a Maria Santissima». (Posit io §225 pag.

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I par t ico lar i d i questa consacraz ionefatta dal la Madre negli ult imi giorni del lasua vita terrena ci vengono riportati concura da l la n ipote SU O R CH E R U B I N A D E L L A

PASSIONE:

«Ne l l a medes ima ma la t t i a una ma t -tina, quando la comunità attendeva all ’o-razione mentale, e la Serva di Dio secon-do i l suo desiderio, essendo sola in let-

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to nella sua camera, e io e la Sr. M. Sera-fina stavamo fuori della camera della me-desima facendo pure l’Orazione, e ci te-nevamo sempre pronte ad accorrere al-la medesima qualora ne avessimo intesoi l segno del campanel lo, in quel la mat-t ina, d ico, apparve a l la Serva di Dio laSS.ma Vergine Maria e le disse: “guarda,Sr. M. Maddalena, come io amo e pro-teggo questo Ist i tuto, le tue monache”;ed in quel ciò dicendo la SS.ma Vergi-ne al largò i l suo manto e sotto del me-desimo essa Serva d i Dio v ide tut te lesue monache, ed una del le più giovanifare molte feste alla gran Madre di Dio equ ind i pogg ia re i l suo capo su l d i Le iseno; ed in questo la Serva di Dio co-nobbe che quel la giovane rel igiosa ave-va un gran re t to f ine ne l suo operare.Questa apparizione venne dalla Serva diDio comunicata al suo confessore P. Bal-deschi , i l quale la ecci tò a r i fer i r lo a l lacomuni tà, per render la sempre più de-vota a Maria SS.ma ed affezionarla al l ’ I-st i tuto Quindi fu che la Serva di Dio, a-vendoci tutte radunate in sua presenza,ci raccontò l’apparizione sovra da me e-sposta». (Posit io § 860, pag. 418-19)

Secondo D O N G I O VA N AN T O N I O BA L D E -S C H I , p r ima che i medic i r i levassero lag rav i t à de i suo i ma l i , l a Mad re « f ecech iamare la Comun i tà Adora t r i ce , a l l aqua le d isse d i vo le r dare la ca tena d i

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schiavitù di Maria Purissima, e che que-sto era l ’u l t imo atto che Essa compievacon loro; che avessero perciò pregato laDiv ina Signora, af f inché l ’assistesse nelgrande passaggio che faceva da qui al l ’e-ternità. E questo lo disse “mentre senti-vas i un gran male per cu i fu subi to r i -posta in letto”». (Dal la Vita del Baldeschi, citata

dal le Notizie storiche al Cap. XXIX pag. 339)

Secondo la testimonianza di SR. MARIA

CONCETTA, una del le test i più equi l ibrateai processi diocesani, «Maria Santissimaè sempre stata r iconosciuta per la pro-tettr ice particolarissima del Santo Istituto,come pure San Giuseppe e San GiovanniEvangelista, ma l ’offr i r le tutt i i nostr i be-ni spirituali l ’ho trovato già introdotto nel-la Regola del mi l leot tocentootto in unodei Capitol i composti dalla Serva di Dio»(Posit io § 490 pag. 247).

La Madre ino l t re d ispose che «ne l laso lenn i tà de l l ’Addo lo ra ta in se t tembrevo l le , che la comuni tà r innovasse ognianno i vot i». (SR. MARIA GIAC INTA DELLA VOLONTÀ D I

DIO Roma § 373 pag. 176-177)

L’amore per la Verg ine de i do lo r i s imanifestava nella Madre, tanto nelle pra-t iche tradiz ional i d i pietà che in un ge-nuino spirito di fede.

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SR. MARIA TERESA DEL S. CUORE DI GESÙ,che conobbe la Madre durante l’esil io diFi renze e la seguì poi a Roma, attesta:«Oltre a recitare con molto raccoglimen-to ed esattezza l ’uff icio divino, e le altrepreghiere vocal i prescr i t te dal la Regola,ne aggiungeva molte altre di sua elezio-ne, talchè da mattina a sera quasi in con-t inua orazione. Al Rosario di cinque im-poste portate dalla Regola, ne aggiunge-va un altro di quindici imposte ogni gior-no. […]

«Oppure ho sent i to d i re da l la stessasua nipote che ogni giorno recitava un’o-raz ione che e l la aveva chiamata l ’ In f io-rata a Maria Santissima, e che la inculcavaalla stessa Sr. M. Cherubina, perché permezzo di questa si ottengono tante gra-zie da Maria SS.ma. […] Quanto al l ’ora-zione mentale questa inculcava a noi difarne molta e ci diceva che invece di oc-cuparci nel la let tura di tant i l ibr i è me-gl io meditare i l Crocif isso, dove in quel-lo si trova tutto.

«La Serva di Dio cercava di morti f ica-re i l suo corpo con l ’esercizio del digiu-no. Questo prat icava mentre era ancorain casa paterna prima di entrare nel Mo-nastero d’Ischia ogni sabato e nelle vigi-l ie delle feste di Maria Santissima». (Posit io

§ 947 pag. 463-64)

Anche SUOR M. CONCETTA test imoniache la Madre chiamava «col nome di Mam-

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ma Maria Santissima, a lei r icorreva conconfidenza di f igl ia» pare certo - poi - che« recitasse i l Rosar io di quindici poste eforse di più, l ’ Infiorata che sentiva io no-minare ma non sapeva in che consistes-se». Suor Maria Concetta che conobbeMadre Maria Maddalena negl i ul t imi an-ni, quando cioè a causa di molti incomo-di non poteva partecipare agli att i comu-ni, afferma che: «quando andava io nel-la sua cella, e la trovava sola per lo piùla vedeva con la corona in mano a direqualche devozione alla Madonna e con i ll ibro delle sue orazioni…». (Posit io § 488 pag.

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Un altro bell ’esempio di fede nella Ver-gine Maria ce lo r iporta SR. M. LIL IA DEL

CO S TAT O D I GE S Ù che, essendo ent ra tane l Monas te ro d i I sch ia d i Cas t ro ne l1790, condiv ise quasi tut to i l camminoreligioso della Madre in quella comunità:«[Una vol ta nel la] r icorrenza del la fest i-vità della Concezione la Serva di Dio tro-vatasi a letto per reumatismo generale dacui era assai dolorata. Nell ’atto che si da-va i l cenno del Vespro, nel l ’andare io alCoro ent ra i un momento in sua came-ra per aver le sue nuove. - Ma, r ispose,Sr. L i l ia mia, sono addolorata. Si poseun istante in si lenzio, e di poi r ivolta al-le g iovan i addet te a ser v i r l a domandòlo ro g l i ab i t i pe r ves t i r s i ed andare incoro. Noi cercammo di dissuaderla, ma

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essa r ispose piena di f iducia nel la Ma-dre di Dio: - Oh! Maria SS.ma ci penserà -e volle vestirsi, e venne in coro e intonòi l Vespro, sebbene non le toccasse inquesta solennità. In seguito non soffr ì piùdi questo male». (Posit io § 27 pag. 17)

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LA PAROLA DELLA MADRE

La sua devozione al la Vergine traspa-r e anche da l l e l e t t e r e i nd i r i z z a t e a lfratel lo, Giovanni Sordini:

«Sento che state a f f l i t to per i nego-zi. Ma vi consiglio, prima di fargli, di rac-comandarvi molto a Dio e poi metter tut-to in mani di Mar ia SS.ma, consegnatetu t to a questa S ignora e po i prendetel ’affare tutto buttato in Lei, esponendo ivostri bisogni. Se voi farete così, sono si-cura che tutto andrà bene. Mio caro, viraccomando i l santo timor di Dio e la fre-quenza ai SS. Sacramenti e la devozioneal S. Rosario. Oh! Se voi sapeste quan-te grazie si r icevono da Dio per la devo-zione del S. Rosario, voi restereste stor-dito». (citazione dal Cap. XXVII pag. 327-8)

Dalle testimonianze qui r iportate, comedagl i a l t r i scr i t t i del la Madre non si t ro-va menzionato i l desiderio di unirsi - sul-l ’esempio di Maria - al la Passione di Cri-sto per contribuire con la propria offertaa l la sa lvezza dei f rate l l i . Un ta le at teg-giamento però, doveva a quel tempo in-

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formare tutta la v i ta cr ist iana e part ico-larmente quella spesa dentro le mura deichiostri. Dunque la Madre guarda all ’Ad-do lora ta soprat tu t to per r icevere que l -l ’aiuto necessario a vivere in pienezza lapropria vocazione di adoratr ice: «Sicco-me la nostra S. Rel ig ione è ancora ap-poggiata alla protezione di Maria SS. Ad-dolorata; perciò ancora ad essa profes-serete part icolar devozione; pregandolaspecialmente per l ’accrescimento del fer-vore, onde più piacere a Gesù Sacramen-tato». (AVV. c. VI I )

Tutto pertanto deve passare per le ma-ni e i l cuore di questa Madre perché va-da a beneficio di quelle anime - vive e de-funte - bisognose di salvezza: «…tutto sicompia nelle mani della Regina dei Mar-tir i Maria SS., o sia di comunioni, suffra-gi, ed altro, acciò che Essa, come loroamorosissima madre e protettr ice, si de-gn i d i agg iungerv i la sua va levo le me-diazione presso i l suo Divinissimo Figl io,perché ne disponga a suo beneplacito apro dei v ivent i e dei t rapassat i col la f i -ducia, che sarà per disporne a vantaggiodi quel l i , per i qual i avranno esse pre-gato». (Costituzioni del 1818 XXXII-9)

Ques to a f f i damen to a Ma r i a è pe r-sona le ma anche comun i t a r i o po ichéMaria stessa è la vera Fondatr ice del l ’ I-stituto secondo la Madre:

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«Dovete voi nutr i re sempre questo r i-f lesso, che non avete a l t ro Padre cheDio, né altra madre che la Madre di Ge-sù Cristo, Maria Santissima; che perciò i lvostro fondatore è Iddio medesimo, e lasua Divina Madre è la vostra fondatr ice,riguardando e amando sempre questa au-gusta regina anche come vostra cara edamorosissima madre e part icolare vostraProtet t r ice. Ricorrete dunque a l poten-te suo patrocin io in tut t ’ i vostr i b isognisenza t imore, ma con una vera e f i l ia lef iducia. Soprattutto dovete pregarla chevi ottenga la grazia f inale e la perfezio-ne che vuole Iddio da voi tutte, come an-che la propagazione del vostro Ist i tuto».(Direttorio 1814, pag. 9)

In questo bel passo del le Costituzionidel 1818 la Madre mentre contempla i lcordoglio di Maria invita l ’adoratrice ad u-nirsi ad esso, facendolo in qualche mo-do proprio. Questa devota partecipazio-ne ai dolor i d i Mar ia aveva tut tav ia co-me scopo quello di penetrare più profon-damente ne l Mistero d i un Dio che hapat i to la croce per i l nostro r iscatto edè rimasto qui in terra nel Pane eucaristi-co per nostro amore.

«Sia profonda in esse ( le Adoratr ici) ecostante la devozione verso i dolori del-la gran Verg ine Mar ia, madre de l l ’ado-rabile Salvatore Gesù Sacramentato, chedopo d i Lu i è quel la che venerar deb-

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bono con tenerezza d’affett i , suppl ican-dola a tener tutte sempre ben custoditesotto i l prezioso manto del suo potentis-simo patrocinio e difenderle dai loro ne-mici v is ib i l i e inv is ib i l i , con ottener loropiù maggiori grazie dal diletto suo Figl io-lo Gesù Sacramentato, a poter lo fedel-mente servire, amare, lodare e ringrazia-re in tutto i l tempo di lor vita. Per dare adEssa un più v ivo ed umi le attestato delloro r ispetto e conf idenza… dal VenerdìSanto al Sabato veniente, (faranno) a Leicompagnia nella grave desolazione in cuit rova tas i , essendo r imas ta p r i va de l l apresenza di Gesù, unico oggetto del suoamore… per lo spazio di un’ora per cia-scuna, una dopo l’altra… Per contestaresempre più la part icolare loro devozioneal pur iss imo traf i t to cuore del la VergineMar ia non lasceranno ancora d i p ra t i -carlo in tutti i venerdì dell ’anno per un’o-ra. S i presenteranno pertanto a c iò ( leAdo ra t r i c i ) con t a l e impegno de l l o rospirito che la compagnia che esse le fan-no sia di gradimento al l ’Addolorata loroSignora nel le angust ie e ne i t r is t i pen-sieri che specialmente in quella notte a-vrà El la r iandato in tutt i i tormenti, strazie dolori, amarissima agonia e penosissi-ma morte dell ’amato suo Figl io Gesù, chele era spirato sotto agl i occhi. Compas-sionino con tutta tenerezza e vivezza delloro cuore gli immensi spasimi e le atro-ci pene di una madre, che è madre di unF ig l io -D io , mor to svenato su l l ’ a ra de l -

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la Croce, per la comune Redenzione; ementre adorano questo Div in Redento-re nella Sacra Ostia rendano al suo DivinCuore tante graz ie per i l grande amoreche a tutt i ha dimostrato col aver volutorimanere qui in terra sotto le specie sa-cramental i , r ingraz iando ancora la Div i-na Sua Madre per essere El la concorsain mezzo ad un mar di dolori al gran sa-cr i f ic io del l ’umana Redenzione col l ’of f r i-re per tut t i a l l ’E terno Padre l ’Un igeni tosuo Figl iolo. Grata questa amorosissimaMadre a ta le a t to d i con fo r to , d i f i l i a lcompassione e r iconoscenza, otterrà lo-ro i l perdono del le loro colpe e le guar-derà sempre benignamente sì in vita chein mor te , come le perpetue Adora t r ic idel lo stesso suo Divin Figl iolo Gesù Sa-cramentato come le sue vere ed umi l iserve e figl ie, e come le devote del puris-simo suo Sposo S. Giuseppe». (Costi tuzio-

ni 1818, cap. XXXII )

La Madre poi, invoca Maria con i l belt i tolo di Avvocata del la Chiesa, inseren-done l’ invocazione nelle l itanie da recita-re al termine del Rosario. El la confidavanel potente aiuto di questa augusta Re-gina, soprattutto nel momento supremodel la morte: «O Addolorata Mar ia, po i-ché siete voi l ’Avvocata della S. Chiesa, emia particolarissima, come tale tante vol-te invocata per l ’ora della morte vogliatesì o cara Madre mostrarv i ta le con me,

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ottenendomi dal vostro Divin Figl io GesùS. quegl i aiut i eff icaci che r ichiedonsi aben morire». (Rit iro 1814, pag. 30)

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CONCLUSIONE

Tentando una sintesi di quanto f in quii l lustrato possiamo dire che la devozio-ne all ’Addolorata conduce l’Adoratrice nelcuore del Mistero Pasquale che è, da unlato, l ’offerta amorosa di un Dio che dàal l ’uomo tutto se stesso e, dal l ’a l t ro, lal ibera risposta umana (che Maria incarnaperfettamente) ad accogliere i l dono ac-cettandone pienamente le conseguenze.Da questo «cuore» è possibi le maturareun nuovo discernimento sul la stor ia ve-dendo nei suoi dolori una misteriosa par-tecipazione del l ’umanità ai dolor i di Cri-sto e un nuovo rapporto con la sofferen-za vista - specie per la Monaca - come lachiamata - sul modello sempre di Maria -a una nuova maternità. Quel la di parte-cipare con la Madre Chiesa alla genera-zione di nuovi f igl i al la grazia divina.

Tut to questo entra in modo s intet icoma chiaro nel le attual i Cost i tuz ioni del-l e Ado ra t r i c i , come anche ne i l i b r i d ipreghiera dell ’Ordine:

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«Nel l ’of fer ta le Monache Adoratr ic i s ipropongano - come modello ideale di vi-ta interiore - dopo Cristo - la Madonna,madre di Dio e della Chiesa.

«Rivest i te inter iormente di questi sen-t imen t i , s i accos t i no a l M i s t e ro de l l afede, leggano g l i avven iment i a l la lucedel la stor ia del la salvezza e partecipinoa l l a Redenz ione de l mondo unendos ial la Passione di Cristo e della Chiesa.

«Con fi l iale pietà si aff idino alla media-z ione del la vergine Addolorata, Patronaprincipale del S. Ordine, onde ottenere legrazie necessarie per corr ispondere al lapropria vocazione, abbandonandosi f idu-ciosamente nelle sue mani con un atto diconsacrazione di tutta la vita. Tale solen-ne consacrazione viene fatta davanti al-la Comunità r iunita, nel giorno del la pri-ma professione». (Costituzioni art. 63)

La ce lebraz ione de l la so lenn i tà de l -l ’Addolorata offre a tutte le Adoratrici delSant iss imo Sacramento l ’opportuni tà d iapprofondire la compartecipazione dolo-rosa del la Madre del Salvatore al la suaopera di salvezza; - Madre che accolsenel suo materno amore «tutt i gl i uomini,r iunit i in virtù del sangue di Cristo» (Prefa-

z io , cfr. Gv. 11, 52); - model lo del la Chiesache, contemplando la Vergine intrepida,«conserva intatta la fede data al lo Spo-so» (Prefazio, LG 64).

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Esse nel la preghiera del g iovedì checommemora i l quinto dolore del la Vergi-ne: Maria sotto la croce del Figl io, cosìpregano:

«Mamma nost ra l ’annunz io d i questamatern i tà un iversa le d i la tò i l tuo cuoreed in uno slancio di amore oblativo l’ac-cettast i . Per questo tuo amore ott ienic idallo Spirito Santo i l dono della Scienza.

« I l dono c ioè d i que l la sc ienza de l lacroce - che fu di Maria - unica capace difecondare la vita di autentica carità».

F I N I T O D I S TA M PA R E I L 26 GI U G N O 2005

- G I O R N O A N N I V E R S A R I O D E L L A P R O M U L G A Z I O N E

D E L DE C R E T O D I A L L A R G A M E N T O D E L L A FE D E R A Z I O N E

A I MO N A S T E R I SPA G N O L I (1985) -

C O I T I P I D E L L A T I P OL I T O G R A F I A

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