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Incontri a Pavia Sabato 15 settembre alle 10, per l’inaugurazione del nuovo anno accademico, la Scuola superiore universitaria Iuss di Pavia ha invitato Noam Chomsky (nella foto) per una prolusione dal titolo «Language and Limits of Understanding», alla nuova sede di Palazzo del Broletto. Nel pomeriggio Chomsky risponde agli studenti in un incontro organizzato dal NeTS, il nuovo Centro di neurolinguistica e linguistica dello Iuss Appuntamenti a Trieste Lunedì 17 settembre Chomsky riceve alla Scuola Internazionale superiore di Studi avanzati (Sissa) di Trieste il PhD honoris causa in Neuroscienze cognitive e tiene nell’aula magna una lectio magistralis dal titolo «The Minimalist Program and Language Acquisition». Sempre il 17 settembre, alle 17.30, al Politeama Rossetti, Noam Chomsky è protagonista della conferenza pubblica «Il nuovo ordine mondiale: le sue radici, la nostra eredità» Workshop Il 18 e il 19 settembre, si svolgerà alla Sissa il workshop internazionale «Different Fields of Cognitive Sciences» su acquisizione del linguaggio, comunicazione animale e ragionamento umano di MASSIMO PIATTELLI-PALMARINI «Il linguaggio non s’impara» N oam Chomsky, linguista, filo- sofo, cognitivista e politolo- go considerato da molti ico- noclasta, professore al Mit per oltre cinquant’anni, il più citato autore vivente tra gli anni 1980 e 1992, e il piu famoso intellettuale pubbli- co secondo un sondaggio del quotidiano inglese «The Guardian» del 2005, torna in Italia in questo mese di settembre, a Pavia e poi a Trieste. In vista della sua im- minente visita, lo vado a trovare a Well- fleet, tranquillissima cittadina di Cape Cod, degna di una cartolina, sua residen- za estiva. Decidiamo di centrare l’intervi- sta sulle sue frasi più famose, note a mol- ti anche al di fuori degli ambienti accade- mici. Note, ma anche detestate da molti, linguisti compresi, in vari Paesi. Inizio con la seguente, una delle sue più classiche: «Acquisire la propria lin- gua materna non è qualcosa che il bim- bo fa, è qualcosa che gli succede». Il suo commento odierno è: «Proprio così. Il neonato immediatamente seleziona, nel mondo che lo circonda, ciò che appartie- ne al linguaggio. Nessun’altra specie bio- logica fa questo, nemmeno gli animali che hanno un sistema uditivo assai simi- le al nostro. Pochi mesi dopo, il bimbo già padro- neggia il complesso degli accenti tonici, della proso- dia elementare e della to- nalità della lingua mater- na. Pochi mesi dopo anco- ra, padroneggia la struttu- ra di base dei suoni della lingua materna, e ve ne so- no molte e diverse tra di loro, nel mondo. Nel frat- tempo, acquisisce anche padronanza delle struttu- re sintattiche e del signifi- cato delle parole. Questo va ben oltre quello che il bimbo può manifestare al- l’esterno. Lo si è visto con ingegnosi esperimenti. Tutto ciò supera largamen- te la quantità e la qualità dei dati lingui- stici che il bimbo riceve dall’ambiente che lo circonda. Questo processo poi si estende molto al di là di queste basi, fino a raggiungere presto strutture di straor- dinaria complessità, strutture che ogni parlante usa e interpreta senza alcuna difficoltà. Tutto ciò avviene senza consa- pevolezza e senza sforzo. Né il bimbo né noi adulti ne abbiamo consapevolezza. È come lo sviluppo delle gambe e delle braccia o il raggiungimento della puber- tà». Un’altra espressione spesso usata da Chomsky è che il linguaggio cresce nel bimbo, non è qualcosa che si impara. In- fatti, un’altra sua frase famosa è: «Il valo- re scientifico (si noti bene scientifico) dell’espressione il bimbo impara la lin- gua materna è lo stesso di quello del- l’espressione il sole sorge e tramonta, cioè zero». Lo incalzo su questo punto. Risponde: «Le ragioni sono quelle appe- na riportate qui sopra. Se questo è un ap- prendimento allora ogni crescita di orga- ni biologici sarebbe un apprendimento. Certo, vi sono alcuni aspetti del tutto marginali del linguaggio che vengono letteralmente insegnati e imparati, talvol- ta a fatica, ma lo stesso vale per insegna- re e imparare a mangiare usando forchet- ta e coltello». Un’espressione famosissima, introdot- ta da Chomsky molti anni fa, è la seguen- te: «Verdi idee incolori dormono furiosa- mente (Colorless green ideas sleep fu- riously)». Ovviamente è sintatticamente perfetta e altrettanto ovviamente priva di senso. Da contrapporre all’espressio- ne ovviamente sgrammaticata «verdi in- colori furiosamente idee dormono». Ec- co il suo commento su questo esempio: «Era uno tra molti altri esempi che illu- strano come il concetto di frase gramma- ticale non possa essere spiegato da alcu- na delle ipotesi allora correnti. Non in termini di buon significato, né di appros- simazione statistica della probabilità che una parola ne segua un’altra, né di sche- mi canonici di frasi». Infatti, aggiungo per chiarezza, pren- dendo milioni di frasi dell’italiano, per esempio il corpus di cinquant’anni di fra- si pubblicate sul «Corriere della Sera», la probabilità che la parola «verdi» segua la parola «incolori» o che la parola «fu- riosamente» segua la parola «dorma» è esattamente zero. Chomsky prosegue: «Questa frase in particolare ha il vantaggio di essere mol- to semplice e di confutare le ipotesi allo- ra correnti. Subito, duole dirlo, l’esem- pio venne frainteso in ogni modo possi- bile (e questo succede in ogni scienza, pensiamo al caso di termini come relati- vità o selezione naturale). Venne detto che la frase può essere usata in una poe- sia, ma allora in una poesia si potrebbe usare la frase con un ordine differente delle parole. Altri esempi, più comples- si, e altrettanto validi, non sono mai di- ventati noti come questo». Spesso Chomsky ha detto: «Se uno scienziato marziano esaminasse senza preconcetti tutte le lingue parlate sulla Terra, concluderebbe che parliamo tutti la stessa lingua». Gli chiedo un commen- to: «Cinquant’anni addietro era comune- mente dato per scontato, dai linguisti di professione e dalla gente comune, che le lingue possono differire illimitatamente una dall’altra e che bisogna studiarle se- paratamente una per una. Avrebbe dovu- to apparire ovvia, sulla base di questo as- sunto, l’impossibilità di ogni bimbo di acquisire la propria lingua materna. Ne- gli ultimi cinquant’anni molto abbiamo capito su ogni componente del linguag- gio ed è apparso sempre più chiaramen- te che tutte le lingue sono, alla base, mo- dellate sullo stesso calco. Molto probabil- mente le radici comuni delle lingue non possono essere alterate, perché sono par- te della nostra natura cognitiva intrinse- ca». Incalzo, ricordandogli che ha anche applicato questa riflessione al mondo della biologia. Meglio, ad altri rami della biologia, oltre a quello del linguaggio. Al- la luce delle ultime scoperte geneti- co-evoluzionistiche e della fusione tra studio dello sviluppo e studio dell’evolu- zione («evo-devo» in gergo), a detta di Chomsky, «fondamentalmente, esiste so- lo un tipo di animale». Il suo commento: «Anche in biologia, non molti anni addietro, alcuni insigni biologi sostenevano che le specie posso- no differire tra di loro senza alcun limite (cita ad esempio, uno tra tanti, il geneti- sta Gunther Stent, recentemente decedu- to). Oggi sappiamo che non è vero. Le molte scoperte recenti hanno perfino suggerito ad alcuni biologi che esista un genoma universale per tutti gli organi- smi complessi, sviluppatosi fino dal- l’esplosione evoluzionistica del Cambria- no, circa 500 milioni di anni or sono. Le differenze tra le specie risultano oggi es- sere il prodotto di diversità nei tempi di Sarà Ida Bozzi la #twitterguest della settimana per il canale della «Lettura» su Twitter. Giornalista e autrice milanese, Ida Bozzi si occupa di cronaca culturale e letteratura italiana e straniera sulle pagine del «Corriere della Sera». Arriva dopo l’antropologo Adriano Favole. Fino a sabato compreso, all’indirizzo @La_Lettura, Ida Bozzi consiglierà un libro al giorno. I consigli di Ida Bozzi La telepatia diventa musica. Firmata Matmos di LEANDRO PISANO Orizzonti Chomsky: la parola è come la crescita di un arto L’esperimento del duo americano per trasformare i pensieri in composizioni con cuffie e occhiali opachi S tudiare gli effetti musicali della telepatia. È l’oggetto dell’esperimento tentato dal duo elettronico Matmos, che ha utilizzato la trasmissione del pensiero per creare dei veri e propri spartiti da trasformare in composizioni musicali. La base di partenza è stata una sperimentazione in cui ad alcuni volontari sono state fornite cuffie e un paio di occhiali opachi. I sensi dell’udito e della vista sono stati saturati attraverso un assordante rumore diffuso per via auricolare e una luce rossa filtrata nelle lenti offuscate. Ai partecipanti è stata quindi trasmessa per via telepatica, come affermano i due autori, «l’idea concettuale del disco» e sono state raccolte le testimonianze urlate, relative alle sensazioni visive e uditive provate nel corso del test. I risultati ottenuti sono stati, infine, trascritti su una specie di spartito utilizzato per tre composizioni confluite in un CD intitolato «The Ganzfeld EP», che sarà distribuito in autunno insieme ad un paio di cuffie e agli occhialini adoperati per l’esperienza. «Con questo disco abbiamo voluto invertire il processo che segue normalmente chi fa musica», sostengono i Matmos. «Non più il musicista con un’idea che viene messa in atto, ma un’idea che passa attraverso il filtro della trasmissione psichica. Ciò che viene captato dal ricevente diventa la nuova intuizione che genera musica. Non si tratta di qualcosa di astratto: le immagini, i suoni e gli oggetti percepiti sono assolutamente vividi e concreti». @leandropisano © RIPRODUZIONE RISERVATA L’incontro Lo studioso commenta le sue frasi più note (e contestate) sulla comunicazione umana R RR FOUND SOUND i { Nuovi linguaggi, scienze, religioni, filosofie Radici comuni Negli ultimi cinquant’anni agli studiosi è apparso chiaro come tutti gli idiomi siano modellati sullo stesso calco R RR 8 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 9 SETTEMBRE 2012

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Incontri a PaviaSabato 15 settembre

alle 10, per l’inaugurazionedel nuovo anno accademico,

la Scuola superioreuniversitaria Iuss di Pavia

ha invitato Noam Chomsky(nella foto) per una

prolusione dal titolo«Language and Limits of

Understanding», alla nuovasede di Palazzo del Broletto.

Nel pomeriggio Chomskyrisponde agli studenti in un

incontro organizzato dalNeTS, il nuovo Centro di

neurolinguistica elinguistica dello Iuss

Appuntamenti a TriesteLunedì 17 settembre

Chomsky riceve alla ScuolaInternazionale superiore di

Studi avanzati (Sissa) di

Trieste il PhD honoris causain Neuroscienze cognitive

e tiene nell’aula magna unalectio magistralis dal titolo

«The Minimalist Programand Language Acquisition».

Sempre il 17 settembre,alle 17.30, al Politeama

Rossetti, Noam Chomskyè protagonista

della conferenza pubblica«Il nuovo ordine mondiale:

le sue radici,la nostra eredità»

WorkshopIl 18 e il 19 settembre,

si svolgerà alla Sissail workshop internazionale

«Different Fieldsof Cognitive Sciences» su

acquisizione del linguaggio,comunicazione animalee ragionamento umano

di MASSIMOPIATTELLI-PALMARINI

«Il linguaggio non s’impara»

Noam Chomsky, linguista, filo-sofo, cognitivista e politolo-go considerato da molti ico-noclasta, professore al Mitper oltre cinquant’anni, il più

citato autore vivente tra gli anni 1980 e1992, e il piu famoso intellettuale pubbli-co secondo un sondaggio del quotidianoinglese «The Guardian» del 2005, tornain Italia in questo mese di settembre, aPavia e poi a Trieste. In vista della sua im-minente visita, lo vado a trovare a Well-fleet, tranquillissima cittadina di CapeCod, degna di una cartolina, sua residen-za estiva. Decidiamo di centrare l’intervi-sta sulle sue frasi più famose, note a mol-ti anche al di fuori degli ambienti accade-mici. Note, ma anche detestate da molti,linguisti compresi, in vari Paesi.

Inizio con la seguente, una delle suepiù classiche: «Acquisire la propria lin-gua materna non è qualcosa che il bim-bo fa, è qualcosa che gli succede». Il suocommento odierno è: «Proprio così. Ilneonato immediatamente seleziona, nelmondo che lo circonda, ciò che appartie-ne al linguaggio. Nessun’altra specie bio-logica fa questo, nemmeno gli animaliche hanno un sistema uditivo assai simi-le al nostro. Pochi mesidopo, il bimbo già padro-neggia il complesso degliaccenti tonici, della proso-dia elementare e della to-nalità della lingua mater-na. Pochi mesi dopo anco-ra, padroneggia la struttu-ra di base dei suoni dellalingua materna, e ve ne so-no molte e diverse tra diloro, nel mondo. Nel frat-tempo, acquisisce anchepadronanza delle struttu-re sintattiche e del signifi-cato delle parole. Questova ben oltre quello che ilbimbo può manifestare al-l’esterno. Lo si è visto con ingegnosiesperimenti. Tutto ciò supera largamen-te la quantità e la qualità dei dati lingui-stici che il bimbo riceve dall’ambienteche lo circonda. Questo processo poi siestende molto al di là di queste basi, finoa raggiungere presto strutture di straor-dinaria complessità, strutture che ogniparlante usa e interpreta senza alcunadifficoltà. Tutto ciò avviene senza consa-pevolezza e senza sforzo. Né il bimbo nénoi adulti ne abbiamo consapevolezza. Ècome lo sviluppo delle gambe e dellebraccia o il raggiungimento della puber-tà».

Un’altra espressione spesso usata daChomsky è che il linguaggio cresce nelbimbo, non è qualcosa che si impara. In-fatti, un’altra sua frase famosa è: «Il valo-re scientifico (si noti bene scientifico)

dell’espressione il bimbo impara la lin-gua materna è lo stesso di quello del-l’espressione il sole sorge e tramonta,cioè zero». Lo incalzo su questo punto.Risponde: «Le ragioni sono quelle appe-na riportate qui sopra. Se questo è un ap-prendimento allora ogni crescita di orga-ni biologici sarebbe un apprendimento.Certo, vi sono alcuni aspetti del tuttomarginali del linguaggio che vengonoletteralmente insegnati e imparati, talvol-ta a fatica, ma lo stesso vale per insegna-re e imparare a mangiare usando forchet-ta e coltello».

Un’espressione famosissima, introdot-ta da Chomsky molti anni fa, è la seguen-te: «Verdi idee incolori dormono furiosa-mente (Colorless green ideas sleep fu-riously)». Ovviamente è sintatticamenteperfetta e altrettanto ovviamente privadi senso. Da contrapporre all’espressio-ne ovviamente sgrammaticata «verdi in-colori furiosamente idee dormono». Ec-co il suo commento su questo esempio:«Era uno tra molti altri esempi che illu-strano come il concetto di frase gramma-ticale non possa essere spiegato da alcu-na delle ipotesi allora correnti. Non intermini di buon significato, né di appros-simazione statistica della probabilità cheuna parola ne segua un’altra, né di sche-mi canonici di frasi».

Infatti, aggiungo per chiarezza, pren-dendo milioni di frasi dell’italiano, peresempio il corpus di cinquant’anni di fra-si pubblicate sul «Corriere della Sera», laprobabilità che la parola «verdi» segua

la parola «incolori» o che la parola «fu-riosamente» segua la parola «dorma» èesattamente zero.

Chomsky prosegue: «Questa frase inparticolare ha il vantaggio di essere mol-to semplice e di confutare le ipotesi allo-ra correnti. Subito, duole dirlo, l’esem-pio venne frainteso in ogni modo possi-bile (e questo succede in ogni scienza,pensiamo al caso di termini come relati-vità o selezione naturale). Venne dettoche la frase può essere usata in una poe-sia, ma allora in una poesia si potrebbeusare la frase con un ordine differentedelle parole. Altri esempi, più comples-si, e altrettanto validi, non sono mai di-ventati noti come questo».

Spesso Chomsky ha detto: «Se unoscienziato marziano esaminasse senzapreconcetti tutte le lingue parlate sullaTerra, concluderebbe che parliamo tuttila stessa lingua». Gli chiedo un commen-to: «Cinquant’anni addietro era comune-mente dato per scontato, dai linguisti diprofessione e dalla gente comune, che le

lingue possono differire illimitatamenteuna dall’altra e che bisogna studiarle se-paratamente una per una. Avrebbe dovu-to apparire ovvia, sulla base di questo as-sunto, l’impossibilità di ogni bimbo diacquisire la propria lingua materna. Ne-gli ultimi cinquant’anni molto abbiamocapito su ogni componente del linguag-gio ed è apparso sempre più chiaramen-te che tutte le lingue sono, alla base, mo-dellate sullo stesso calco. Molto probabil-mente le radici comuni delle lingue nonpossono essere alterate, perché sono par-te della nostra natura cognitiva intrinse-ca».

Incalzo, ricordandogli che ha ancheapplicato questa riflessione al mondodella biologia. Meglio, ad altri rami dellabiologia, oltre a quello del linguaggio. Al-la luce delle ultime scoperte geneti-co-evoluzionistiche e della fusione trastudio dello sviluppo e studio dell’evolu-zione («evo-devo» in gergo), a detta diChomsky, «fondamentalmente, esiste so-lo un tipo di animale».

Il suo commento: «Anche in biologia,non molti anni addietro, alcuni insignibiologi sostenevano che le specie posso-no differire tra di loro senza alcun limite(cita ad esempio, uno tra tanti, il geneti-sta Gunther Stent, recentemente decedu-to). Oggi sappiamo che non è vero. Lemolte scoperte recenti hanno perfinosuggerito ad alcuni biologi che esista ungenoma universale per tutti gli organi-smi complessi, sviluppatosi fino dal-l’esplosione evoluzionistica del Cambria-no, circa 500 milioni di anni or sono. Ledifferenze tra le specie risultano oggi es-sere il prodotto di diversità nei tempi di

Sarà Ida Bozzi la #twitterguest dellasettimana per il canale della «Lettura»su Twitter. Giornalista e autrice milanese,Ida Bozzi si occupa di cronaca culturalee letteratura italiana e straniera sulle paginedel «Corriere della Sera».Arriva dopo l’antropologo Adriano Favole.Fino a sabato compreso, all’indirizzo@La_Lettura, Ida Bozzi consiglieràun libro al giorno.

I consigli di Ida Bozzi

La telepatia diventa musica. Firmata Matmosdi LEANDRO PISANO

Orizzonti

Chomsky: la parola è come la crescita di un arto

L’esperimento del duoamericano per trasformarei pensieri in composizionicon cuffie e occhiali opachi

Studiare gli effetti musicali della telepatia. È l’oggettodell’esperimento tentato dal duo elettronico Matmos, cheha utilizzato la trasmissione del pensiero per creare dei

veri e propri spartiti da trasformare in composizioni musicali. Labase di partenza è stata una sperimentazione in cui ad alcunivolontari sono state fornite cuffie e un paio di occhiali opachi. Isensi dell’udito e della vista sono stati saturati attraverso unassordante rumore diffuso per via auricolare e una luce rossafiltrata nelle lenti offuscate. Ai partecipanti è stata quinditrasmessa per via telepatica, come affermano i due autori,«l’idea concettuale del disco» e sono state raccolte letestimonianze urlate, relative alle sensazioni visive e uditiveprovate nel corso del test. I risultati ottenuti sono stati, infine,

trascritti su una specie di spartito utilizzato per tre composizioniconfluite in un CD intitolato «The Ganzfeld EP», che saràdistribuito in autunno insieme ad un paio di cuffie e agliocchialini adoperati per l’esperienza. «Con questo discoabbiamo voluto invertire il processo che segue normalmente chifa musica», sostengono i Matmos. «Non più il musicista conun’idea che viene messa in atto, ma un’idea che passaattraverso il filtro della trasmissione psichica. Ciò che vienecaptato dal ricevente diventa la nuova intuizione che generamusica. Non si tratta di qualcosa di astratto: le immagini, i suonie gli oggetti percepiti sono assolutamente vividi e concreti».

@leandropisano© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’incontro Lo studioso commenta le sue frasi più note (e contestate) sulla comunicazione umana

RRR

FOUND SOUND

i

{Nuovi linguaggi, scienze, religioni, filosofie

Radici comuniNegli ultimi cinquant’anni

agli studiosi è apparsochiaro come tutti gli

idiomi siano modellatisullo stesso calco

RRR

8 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 9 SETTEMBRE 2012

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attivazione e regolazione dei geni, e nel-la distribuzione in organi diversi di pro-cessi comuni. Le radici del processo disviluppo organico sembrano essere sem-pre le stesse. Questo è un percorso nor-male nella scienza. Inizialmente capia-mo poco e il processo ci appare estrema-mente complesso e variabile. Poi comin-ciamo a capire meglio e le cose si metto-no al loro posto, spesso in modi del tuttoinattesi e allora una profonda semplicitàemerge, con gradevoli conseguenze an-che di tipo estetico».

Chomsky è stato da molti anni, ed ètuttora, assai critico verso i tentativi di ac-comunare il linguaggio ai vari sistemi dicomunicazione animale. Una delle diffe-renze fondamentali consiste nella capaci-tà di connettere segni e segnali a entitàdel mondo circostante. Tale connessio-ne è diretta nel mondo animale, ma mol-to indiretta per le nostre parole. Gli chie-do di spiegarlo: «Lo studio della comuni-cazione animale rivela che ogni segnale,grido o gesto, si abbina a un oggetto o

un evento particolare nel mondo circo-stante e che un osservatore esterno co-glie questo abbinamento. Una scimmiapuò segnalare a un’altra scimmia qualco-sa come Ho fame, un suo stato fisiologi-co, oppure Un predatore si avvicina. Incontrasto netto, perfino le nostre parolepiù semplici come acqua, fiume, albero,persona e simili hanno caratteristichemolto diverse. Presuppongono sempre ilpunto di vista di chi le produce. La paro-la Londra per esempio, fa riferimento aentità tra loro molto disparate».

In passato Chomsky ha fatto l’esempiodi espressioni come «Londra è carissi-ma, inquinata, brulicante di folla e per lopiù vittoriana».

Quindi, facciamo d’un solo tratto rife-rimento a un insieme di edifici, una bol-la di aria intorno a un territorio, alle atti-vità economiche che vi si svolgono e mol-to altro. Nessun singolo ente fisico puòavere tutte queste proprietà. Ora aggiun-ge: «Supponiamo che Londra venga rasaal suolo da un incendio e venga ricostrui-ta sul Tamigi alcune miglia più lontano,con differenti materiali, differenti stili ar-chitettonici e una diversa organizzazio-ne. Diremo sempre che è Londra, ma nes-suna entità fisica nel mondo può combi-nare tutte queste proprietà, alcune con-crete, alcune assai astratte. Eppure le pa-role delle nostre lingue, anche le più na-turali, hanno questa caratteristica, proba-bilmente universale. Questo pone seriproblemi per l’acquisizione e l’evoluzio-ne del linguaggio. Molti studi hanno af-frontato questo problema, presupponen-do che le parole abbiano sempre un refe-rente esterno, qualcosa che, in linea di

principio, la fisica può identificare. Que-sto è vero per la comunicazione animale,ma falso per il linguaggio».

Una sola domanda di natura non lin-guistica. Ben ricordo, anni fa, la rispostache Chomsky dette in una conferenza, inuna chiesa sconsacrata vicino ad Har-vard, a un tizio che difendeva la persecu-zione di Salman Rushdie, in quanto (asua detta) i Versi Satanici contengonofalsità su Maometto. Chomsky rispose«La libertà è libertà di dire bugie!».

La sua risposta oggi è questa: «Se unaqualche autorità si attribuisce il poteredi determinare che cosa dobbiamo pren-dere come Vero e che cosa come Falso edi punire ogni deviazione dai suoi editti,allora vivremmo in un sistema al cui con-fronto fascismo e stalinismo appaionomoderati. Chiunque, compreso Hitler eStalin, è lieto di tollerare l’espressione diopinioni che condivide e ama. Coloroche credono nella libertà danno per scon-tato l’insegnamento dell’Illuminismo: ioposso detestare quello che dici, ma difen-do il tuo diritto di dirlo. È penoso consta-tare quanto la cosiddetta, auto-nomina-tasi, società civile si sia culturalmente de-teriorata dopo l’Illuminismo».

In quasi quarant’anni di frequentazio-ne, collaborazione e amicizia con Noam,mai l’ho visto esitare nell’esprimere ciòche considera vero, con una schiettezzache, agli occhi di alcuni, appare perfinobrutalità. Riflesso della sua mentalità illu-ministica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Così come non percepiamoil movimento della Terraattorno al suo asse per ilsolo fatto di abitarla, nonè semplice captare i

cambiamenti in atto in una linguaviva. I testi prodotti dalla linguisticastorica, o dalle grammatiche e idizionari, raccolgono e interpretanole innovazioni solo a distanza di tem-po. Per spiegare Come cambia lalingua (Il Mulino, pp. 232, € 13) illinguista e filologo Lorenzo Renziutilizza una similitudine presa inprestito dalla scienza economica.«Le innovazioni — scrive Renzi —escono sul mercato della linguacome i prodotti nuovi escono dalmercato commerciale, e quiaffrontano la concorrenza. Vinconoe talora cacciano i prodotti (forme ecostruzioni linguistiche) precedenti,o perdono e scompaiono». Unaregola che aspira evidentemente alcarattere universale del linguaggio econtiene suggestioni darwinianeladdove «le innovazioni sarebberolanciate sul mercato lottando,appunto, per la vita contro le loroconcorrenti». La mutazionelinguistica, dunque, al pari di quellagenetica, ha tempi lunghi. Tuttaviaogni idioma segue una lineaevolutiva e il rapporto che instauracon le strutture sociali lo modificanelle forme, nei suoni e nelle mentidei parlanti. Con il linguaggiovariano le tecniche per analizzarlo:la computer-mediatedcommunication (Cmc,comunicazione mediata dalcomputer) è un settore studiatodalla sociolinguistica in tutti i suoigeneri testuali, dai siti Internet aiblog, dalle email ai social network,e potrebbe rappresentare untermometro per le innovazionifuture. Mentre la «neoepistolaritàtecnologica», nella terminologiautilizzata dalla filologa IlariaBonomi, diversifica le forme dellinguaggio adottando parametri checorrispondono alla sua variazionenel tempo (diacronia), nello spazio(diatopia), nello strato sociale(diastratia), nel tipo dicomunicazione (diafasia) e nelmezzo usato (diamesia). Ed èproprio quest’ultima, legata aglistrumenti, al «corpo fisico», chetrasmette la comunicazione, ad averprodotto le novità più eclatanti.Ancora fino a pochi anni fa, lalinguistica rinveniva due polinell’asse della diamesia: scritto eparlato (con l’aggiunta deltrasmesso per i mezzi dicomunicazione che fanno uso dellavoce). Questa opposizione classica,che riconosceva all’oralità una seriedi componenti disordinate ma vive(intonazione, cambiamenti diprogetti discorsivi) e alla«scritturalità» puntualità e ordinecomunicativo, ha mostrato la suafragilità. Un semplice sms può dirciquanto la forma verbale el’intonazione — con un usospregiudicato dei segni interpuntivi— contiene tanto le spinte oraliquanto evidentemente quelle scritte(capitooo!!!, 6 MATTO????). Ma lamediazione tecnologica non incidesolo nella dimensione colloquialedella lingua: tralasciando chat, blogo social network, basti dire che il«New York Times», secondo unastima dell’editor incaricato dellecorrezioni, pubblica circa 3.500errori l’anno nella sua edizioneonline. La rilettura è merce raranella scrittura elettronica e si tendead abituarsi e giustificare un lessicoinesatto purché veloce. Come dire:il mezzo è il linguaggio.

@Versus_Blog

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dialogareal tempodegli smse dei tweet

Trasformazioni

»»»Nato a Filadelfia nel 1928

in una famiglia di ebreirussi, Noam Chomsky è uno

dei maggiori studiosi dilinguistica. Docente al

Massachusetts Institute ofTechnology, è noto per la

sua teoria della grammaticagenerativa, che si concentra

sulle strutture innate dellinguaggio naturale. Inoltre

Chomsky, sin dai tempidella guerra in Vietnam,

critica da sinistra la classedirigente degli Usa e gli

intellettuali ad essa vicini.Tra le sue opere scientifiche

tradotte in italiano:«Problemi di teoria

linguistica» (Boringhieri,1975), «La conoscenza dellinguaggio» (Il Saggiatore,

1989), «Linguaggio eproblemi della conoscenza»

(Il Mulino, 1991). Il suotesto politico più noto è «Inuovi mandarini» (1969),

ristampato quest’anno dalSaggiatore, il più recente

uscito in Italia è «Siamo il99%» (Nottetempo)

DeriveOggi la società civile

è deteriorata: viene messoin dubbio anche il principio

illuminista che difendela libertà di sbagliare

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di FLAVIO ALIVERNINI

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Ricerche, teoriee militanza

9LA LETTURACORRIERE DELLA SERADOMENICA 9 SETTEMBRE 2012