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    1 primo a parlarne fu Jules Vernenel 1874 con il suo libro "L'isolamisteriosa". Raccontava, conquel linguaggio a metà tra sognoe realtà che ha ispirato le impresedí generazioni di ragazzi, di ungiorno in cui «l'acqua verrà uti-

    lizzata come carburante, in cuil'idrogeno e l'ossigeno di cui è composta,usati singolarmente o insieme, fornirannoun'inesauribile fonte di calore e di luce, diun'intensità di cui il carbone non è capace».La sostituzione dei fossili con l'idrogeno è

    stato il progetto accarezzato da scienziatidal cuore verde per oltre un secolo, primaancora che i ghiacciai cominciassero a scio-gliersi. Sono decenni che la tecnologia perestrarlo esiste ma manca la volontà di inve-stirvi, dato che petrolio e carbone sono an-cora disponibili in quantità e i costi dellatecnologia per estrarli sono da tempo am-mortizzati. «Oggi, come 20 anni fa, quandoho cominciato ad interessarmene, il 98 percento dell'idrogeno utilizzato dall'industria,dalle raffinerie ai fertilizzanti, è grigio, ovve-ro estratto dai fossili con emissione di CO2»,denuncia Marieke Reija, direttrice della Eu-ropean Hydrogen and Fuel Cell Association,la ong che promuove l'idrogeno in Europa.Parla in italiano, dopo un passato a Milano,la città italiana che già nei primi anni Due-mila avrebbe voluto produrre auto ad idro-geno: «Invece in questi anni non è cambiatonulla perché le aziende non hanno avuto uninteresse economico e hanno remato con-tro». L'imprevisto aumento esponenzialedell'uso dei fossili nel mondo, con il conse-guente riscaldamento climatico ha finitoper svegliare cittadini e politici. «Le primeiniziative della Commissione risalgono al2003, furono volute da Romano Prodi», ri-corda Reija: «Voleva creare una piattaformaeuropea per migliorare l'efficienza e i costi diproduzione dell'idrogeno e arrivare a unprodotto commerciale. Ma la lobby degli in-dustriali era contraria. Si è attivata solo negliultimi due anni». Grazie anche a GretaThunberg e ai giovani di mezzo mondo. «Ciò

    Nell'altra pagina:l'interno della centraleelettrica a turbina agas a ciclo combinatodi Mellach, in Austria.Vienna si è impegnataa ottenere tutta la suaenergia da fonti pulite

    entro il 2030, uscendodai combustibili fossili

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    che ha reso l'idrogeno attraente oggi è lacontinua caduta dei prezzi delle rinnovabiliche rende fattibile la produzione di idrogenoverde a un prezzo competitivo nel prossimofuturo, anche se per accelerare la transizio-ne dovremo convivere per un po' con l'idro-geno estratto dai fossili», dice all'EspressoKadri Simson, commissaria per l'Energia:«E poi ha aiutato la necessità di decarboniz-zare settori difficili (come la siderurgia) per iquali l'idrogeno è una delle poche opzionirealistiche».

    I prezzi dell'idrogeno sono previsti in ca-duta libera. Nel 2000 l'H2 costava quarantavolte più del petrolio. Secondo la società diconsulenza specializzata in energia WoodMackenzie, dopo un crollo di oltre il 60 percento, nel 2040 il prezzo dell'idrogeno verde,prodotto da fonti rinnovabili, sarà pari aquella del grigio, i cui costi saliranno di oltre1'80 per cento. Anche l'idrogeno oggi piùamato dagli industriali, il blu, estratto daifossili ma accompagnato dallo stoccaggio odal riutilizzo della CO2, sarà più costoso del59 per cento. La Germania, che dopo averedominato il mondo dei motori a petrolio, oravuole fare altrettanto con il combustibile delfuturo, potrebbe arrivare a un "prezzo utile"del verde prima del 2030. In ogni caso, l'atte-sa è che questi anni Venti saranno quelli del-la rivoluzione dell'idrogeno. «Può contribui-re a risolvere il triplice paradosso dell'ener-gia: ridurre velocemente le emissioni per ar-rivare a zero, garantire la sicurezzaenergetica e offrire energia a buon mercato»,dice Marco Alverà, amministratore delegatodi Snam, che ha appena pubblicato "Rivolu-zione idrogeno, la molecola che salverà ilmondo".Snam è in buona compagnia nel puntare

    su questa molecola: gli ultimi mesi, cortesiadel Coronavirus e del massiccio piano di ri-lancio voluto da Bruxelles lungo linee guidadigitali e verdi, hanno finalmente fornitoimpeto, direzione e risorse. Le energie rinno-vabili da sole non bastano a staccarci defini-tivamente dai fossili, il metano non può esse-re che un carburante di transizione, e le -3>

    s UNA RIVOLUZIONE SEMPRE RINVIATA. PERCHÉ COSTAVATROPPO. MA ORA I MILIARDI UE CI SONO. E L'ERADEI COMBUSTIBILI FOSSILI SARA MESSA ALLF SPALLE

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    4 ambizioni europee sono cresciute e cre-sceranno per raggiungere l'obiettivo dellaneutralità climatica nel 2050. L'aumentodell'obiettivo del taglio delle emissioni euro-pee nel 2030 al 55 per cento, invece che al 40per cento previsto fino a ieri, annunciato daUrsula Von der Leyen nel Piano clima 2030,non è più osteggiato ma invocato da centi-naia di investitori e multinazionali. Chehanno capito che è cambiato il vento: la pre-sidente della Commissione nel suo discorsosullo Stato dell'Unione ha chiaramente par-lato della creazione di valli dell'idrogeno.«Sono investimenti che si ripagheranno am-piamente tra vent'anni, come è successo conle rinnovabili, stiamo raccogliendo ora ifrutti degli investimenti passati, ma richie-dono enormi sforzi finanziari oggi», diconofonti della Commissione che hanno lavoratosul piano. Servono politiche che facilitino gliinvestimenti, hanno scritto in una letterache presenteranno i121 settembre per l'aper-tura della settimana per il clima di New Yorkdecine di multinazionali: «Solo così avremola fiducia necessaria a investire con decisio-ne nella creazione di posti di lavoro verdi enell'accelerazione verso un'economia a zeroemissioni». ».

    L'estate è stata tutta un fiorire di promessee impegni. La Commissione ha lanciato all'i-nizio di luglio un sofferto piano sulla strate-gia europea per l'idrogeno che prevede l'in-stallazione di almeno 40 gigawatts di elet-trolizzatori (celle elettrochimiche che con-vertono l'energia elettrica in energiachimica) e la produzione di 10 milioni ditonnellate di idrogeno verde entro il 2030,anno in cui le energia rinnovabili dovrebbe-ro rappresentare il 40 per cento del mix ener-getico e il consumo di carbone dovrebbe es-sere ridotto del 70 per cento rispetto al 2015.Obiettivo? «l idrogeno rappresenterà nel2050 un terzo del mix complessivo di ener-gia, darà vita a un mercato da oltre 600 mi-liardi e sarà un ottimo affare per tutti», dico-no dal palazzo del Berlaymont: «Ma dobbia-mo arrivarci, e saranno annidi coltelli affila-ti. I soldi in gioco sono tantissimi».Sempre questestate la Germania ha dato

    avvio al primo piano nazionale per l'idroge-no del valore di 9 miliardi. In un Paese dovel'energia rinnovabile ha rappresentato nellaprima parte del 2020 oltre la metà dell'ener-gia prodotta, e dove non sempre la rete riescead assorbire i picchi della produzione solare

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    Frans Timmermans,socialista olandese,commissario europeoper il climae il Green New Deal

    o eolica, l'idrogeno sarà chiave per risolvereil problema dello stoccaggio dell'energia.Questa molecola multiuso - carburante,"magazzino" e "trasportatore" di energia -potrebbe riuscire lì dove le batterie elettri-che non arrivano ancora. «Darà una grandespinta sia al clima sia ai nuovi posti di lavo-ro», ha detto la ministra tedesca dell'am-biente Svenja Schulze: «Venderemo la tecno-logia per produrlo, campo in cui noi tedeschisiamo bravissimi». Regioni industriali comela Renania Settentrionale-Vestfalia e la Ba-viera si stanno preparando a usarlo nei vei-coli e H2 Mobility Deutscheland, che contatra gli azionisti Shell e Mr Liquide, ha già in-stallato un centinaio di stazioni di riforni-mento ad idrogeno.Air Liquide, che nel 2015 costruì in Arabia

    Saudita il più grande sito di produzionedell'idrogeno su scala mondiale, è ora tra imaggiori attori della nuova strategia sull'i-drogeno appena presentata dalla Francia.Sul piatto il governo Macron ha messo 7 mi-liardi di euro da qui al 2030, di cui due presidal Recovery fund, con cui decarbonizzarel'industria e sviluppare la mobilità pesante aidrogeno. «Vediamo il ruolo nell'idrogeno lìdove l'elettrificazione non è possibile o trop-po costosa, ad esempio elettricità per auto eidrogeno per camion», scrive ancora Sim-son: «Ma i taxi che hanno bisogno di riforni-

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    menti rapidi potrebbero usare l'idrogeno».II Portogallo, grazie all'abbondanza di

    energie rinnovabili, punta 7 miliardi di eurosullo sviluppo all'idrogeno verde per ridurrele importazioni di gas naturale di almenomezzo miliardo di euro, la stessa cifra chesarà invece investita in un centro di produ-zione di energie rinnovabili a Sines, princi-pale porto del Paese, in sostituzione di unimpianto a carbone la cui chiusura è previ-sta tra tre anni. Anche la Spagna, l'Olanda ela Norvegia hanno annunciato le loro strate-gie per lo sviluppo della molecola del millen-nio. Perfino in Polonia, ancora fortementealimentata a carbone e per la cui transizioneenergetica la Commissione ha messo a di-sposizione risorse ulteriori del Just Transi-tion Fund, qualcosa si muove. Il recente ac-cordo tra Toyota e PGNiG, la società petroli-fera di Stato, introduce l'idrogeno sul merca-to polacco: la prima berlina di massaalimentata a idrogeno, con un'autonomiacompresa tra i 650 e i 900 chilometri e 5 mi-nuti per fare il pieno, entrerà in circolazionel'anno prossimo, e l'accordo siglato da unconsorzio polacco e britannico garantiràuna stazione di ricarica nel distretto Wola aVarsavia.Non sarà un gioco individuale: le mosse di

    ogni Stato andranno concordate con il restod'Europa se il Continente vorrà rimanere

    Il ministrodell'Economia tedescoPeter Altmaier. In alto:impianto di idrogeno delgruppo Linde a Leuna,in Sassonia. La Lindeè specializzata nelsettore dei gas tecnici

    e ora punta sull'energiadall'idrogeno

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    competitivo su scala mondiale contro ame-ricani e cinesi, e non ripetere la triste espe-rienza dei pannelli fotovoltaici, settore in cuil'Europa, a forza di sussidi al mercato, ha fi-nito per finanziare l'industria cinese, oggileader mondiale.

    L'Italia non si è ancora dotata di una stra-tegia ma, secondo un recente Studio Ambro-setti, la penetrazione dell'idrogeno potrebbearrivare al 23 per cento nel 2050, con il setto-re dei trasporti pronto a utilizzare il 39 percento dell'intera domanda e quello residen-ziale il 32 percento. Risultato? Un risparmiodi emissioni del 28 per cento rispetto al 2018e 500 mila posti di lavoro in più entro il 2050.«Non solo l'Italia è tra i primi tre Paesi perlamanifattura della tecnologia a idrogeno, maha anche un grande vantaggio geografico»,dice Alverà: «Può diventare un ponte infra-strutturale per portare l'idrogeno verde pro-dotto dal solare nel Sud Italia e nel Nord Afri-ca verso il Nord Europa». II recente pianoidrogeno tedesco prevede una grossa quotadi importazioni: «Trasportare in Germanial'idrogeno prodotto in Nord Africa sarà inprospettiva più economico che produrlo daeolico in loco e non avrà vincoli in termini divolumi».Concorda con la visione del ruolo chiave

    che potrà giocare l'Italia anche FedericaSabbati, direttrice di EHI, la lobby che racco-glie i produttori europei dei sistemi di riscal-damento e produzione di acqua calda sani-taria, che sottolinea come la digitalizzazio-ne dell'economia consentirà l'utilizzo di unbouquet di energie miste, che si integreran-no a vicenda, a secondo del bisogno: «La re-altà 2050 sarà variegata, con una coesisten-za di caldaie elettriche e caldaie ad idrogenoa seconda delle situazioni europee. Mi pareperò che l'Italia possa diventare un vero hubdell'idrogeno, e, se si farà un corridoio danord a sud, sarà molto interessante per il set-tore residenziale».Opportunità e pericoli. Come un secolo fa,

    quando partì l'era dei fossili. «Ora abbiamol'occasione di ricominciare da capo», diceReija: «Dovremo sviluppare un'infrastruttu-ra simile a quella del petrolio, in molti deglistessi Paesi. Avremo la capacità di costruireun altro modello di business, in cui le multi-nazionali non replichino lo sfruttamento delpassato? Oppure ripeteremo gli stessi erroridi 100 anni fa?». ■

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