L Anuo YIIIA TORINO. STAMP · II Gran Premio dei Gasino di Montecarlo, vinto dall'italiano Cacciari...

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Anuo YIII . TORINO, 28 marzo 1909. N. 13.

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Il Gran Premio di tiro al piccione a Montecarlo

II Gran Premio dei Gasino di Montecarlo, vinto dall'italiano Cacciari con 21 piccioni su 21, battendo il tedesco conte Eulemburg (20 su 21) di cui diamo pure la fotografia (ovale piccola). ( Vedere pag, 4).

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Arlecchino Re, da Arlecchino e Domerà, del propr. marchese di Bagno.

Jl Gran Premio di Montecarlo. Nella riunione internazionale di tiro al piccione

di Montecarlo si è avuta la definizione del gran premio di 20.000 franchi. Gli inscritti erano 195 e la disputa è durata tre giorni, interessantissima.

La palma venne riportata dall'italiano Cacciari, con 21 sa 21; 2. Conte Eulenburg, con 20 su 21; 3. Moncorge, con 15 su 16; 4. Wilder, con 14 su 15; 5. Geynet, con 13 su 14; 6. Eldmann, con 13 su 14; 7. Polastri, con 12 su 13; 8. Fadini, con 12 su 13. '

Le corse al trotto in Italia

Ue nostre scuderie. Di pochi giorni abbiamo avnta l'apertura della

stagione 1909, e credo fare cosa non del tutto spiacevole ai cortesi lettori nel dare alcune no-tizie di qualche principale scuderia italiana, e sui cambiamenti avvenuti in esse durante i pochi mesi di forzato riposo.

*% La corsa voce che il notissimo gentleman signor

Ange lo Cicognani di Ravenna fosse diventato dryver della scuderia del marchese Di Bagno, è proprio realtà; per accondiscendere alle dolci gressioni, al desiderio del distinto e gentile amico,

icognani ha accettato l 'onorifico e altamente fiducioso incarico di condurre in corsa il mate-riale trottistico del marchese Di Bagno.

Così la nobile e potente scuderia mantovana, alla direzione della quale presiede personalmente quel distinto ed intelligente mecenate dello sport ippico italiano che è il marchese Leopoldo Guidi Di Bagno, a tutti noto per il contributo morale e materiale che da anni, con rara costante assi-duità porta al progressivo miglioramento del cavallo trottatore, arricchitasi di una guida calma, abile, sicura, da tutti gli intelligenti in materia riconosciuta ottima sotto ogni rapporto, quale quella del signor Cicognani; e di un trainer della scienza, pazienza, fine intuizione, quale quella del notissimo ed espertissimo trainer Ettore Francia, che fu già direttore tecnico della impor-tante ora disciolta scuderia dell 'ing. Valentini di Mantova (informino i trionfi di Victor B., Boyal Baron, ecc.) , non potrà fare a meno di racco-gliere durante il 1909 e anni seguenti quei trionfi che la bontà del materiale, l 'intelligenza di chi è alla direzione, la guida, dànno sinceramente adito a sperare.

Il materiale da corsa in cui emerge Impero, il bellissimo figlio di Fiumalbo e Invidia, che, fra parentesi, ha passato una eccellente invernata, e che ora compie un serio lavoro di preparazione per Milano, che conta, fra gli altri, Oharming Aurora, la più distinta trottatrice che attual-mente batta le nostre piste, il carattere della quale, nel passaggio dai quattro ai cinque anni, ha dimostrato d'essersi assai modificato, avendo acquistato buona dose di quella serietà, la man-canza della quale negli anni passati le impediva di esplicare i grandi mezzi; Brigliadoro, un baio figlio di Prince Herschel e Grizzaga, dalla si-lohuette seducente, dalle linee perfette con ap-piombi regolari, dall'azione sciolta, distesa e po-tente, che lo faranno figurare certamente assai bene nella carriera che fra poco incomincierà, e che auguriamo gloriosa; Pierina, la trottatrice impeccabile per andatura e velocità, che se fosse piantata su quattro gambe più poderose, non avrebbe competitori fra i suoi coetanei; questo materiale, dico, che conta ancora Quartina, tre anni, da Onward Silver e Gisella ; Fantastico, da Hamward e Marghera; Lady Silver, promettentissima due anni da Onward Silver e Bibbia; si è da poco arricchito di due soggetti che, se anche solo in parte corrisponderanno alle grandi speranze del proprietario, saranno veramente ottimi, quali : Ar-lecchino Be, da Arlecchino e Domerà, e Berla Nera, da Charming Chimes e Aurora.

Quest 'ultima è sorella piena di Charming Au-rora, la quale compera dimostra, pur contro il

pensamento di moltissimi trottofiii, la stima che ancora ripone il marchese Di Bagno sulla sua Char-ming Aurora, dalla quale è lecito dovere e potere sperare ancora assai. Arlecchino Be, nelle pochis-simi esibizioni in pubblico, si è mostrato velocis-simo e corretto: assai irrobustitosi nel passaggio dai tre ai quattro anni, consolidati i propri mu-scoli e le proprie gambe, poco sfruttato (a diffe-renza dei coetanei) a tre anni, saprà quest'anno, eambiato proprietario e guida, lo vogliamo sperare, fare valere i suoi potenti mezzi.

Perla Nera e Lady Silver, i soggetti di due anni su cui maggiormente conta la scuderia, subiranno fra poco un leggero e progressivo lavoro d'alle-namento per il « Criterium » di quest'autunno in cui sono iscritti.

Come i vecchi cavalli, e i tre anni e i due anni, gli yearlyngs, fra cai eccelle per la distinzione e la finezza dei tessuti che dimostrano l'accurata selezione, Gabriella, da Hamward e Miss Starak: Gino, da Hamward e Rosina, fratello pieno della Delia 2,23 a tre anni; Gagliardo, da B. B. P . e Regina II, sono tutti belli, sani, floridi. Che anche essi sieno molto utili in corsa è il migliore au-gurio che possa farsi al marchese Di Bagno: au-gurio che pure estendo al signor Cicognani di con-tinuare ininterrottamente la serie nelle brillanti performances compiute con Charming Fly e Gallia, anche nel 1909, anno che speriamo e vogliamo confermi pienamente il suo passato, e corrisponda alla grande fiducia ben a ragione posta in lui dal marchese Di Bagno, nel preferirlo ed assoluta-mente volerlo in un incarico così alto e distinto.

A vent 'anni, ben pochi debbono avere provato simili soddisfazioni.

Wain Scott.

Jokey, guidato da Gatto, vincitore del Campionato europeo (Trotter milanese il marzo corr.) (Fot. Foli - Milano).

U Corse al Trotter Milanese Il Campionato europeo.

Il Campionato europeo — L. 12 mila, m. 1609 — ha richiamato all' Ippodromo di Tarro un pubblico numeroso ; e la prova più importante, riservata al-l'internazionale, se non è riuscita emozionante, cosi scrive il Corriere della Sera, è stata pur sempre inte-ressante, presentandosi in essa importazioni di valore, come Betty Brootc, Vanela e Jockey.

La corsa si è definita in sole due prove, vinte en-trambe da Jockey (da Azur e Amazzone) di Brnnati, che, sotto la guida di Gallo, ha trottato sul piede di 1,28 e 8 al km. nella prima prova, e di 1 e 28 nella seconda. Il tempo impiegato è più che mediocre; ma la pista pesante non consentiva certo un record. Jockey, anche giovedì, debuttando nel « Premio Pa-dova », aveva dominato facilmente i suoi avversari, trottando sul piede di 1,25 e 4 al km.

Nelle diverse prove l'ordine di arrivo fu il seguente: Prima prova: 1. Jockey, in 2,25; 2. Astruc, di Le-

gati ; 3. Virginia Jay, di Rossi. Seconda prova: 1. Jockey, in 2,21 e 2/5; 2. Vir-

ginia Jay ; 8. Alton, di Lesaha. Premiazione: 1. Jockey, L. 7000 ; 2. Virqinia Jay.

L. 2500 : 8. Astruc, L. 1800 ; 4. Alton, L. 800. Completavano il campo Kirkwood, di Lamma, l'ec-

cellente cavallo che non si presentava sui nostri ippodromi da tempo e che corse in una forma som-maria. Nelly Orattan, di Bellini, Vanela, Achillea li, di Barbetta, e Betty Brook.

E' impossibile stabilire subito il valore delle ultime importazioni, poiché i nuovi acquisti, non ancora acclimatati e non ancora in condizione, sono ben lontani dai loro records. Certo la vendita di Onward Silver e l'assenza di Orattan Bella hanno tolto a questa prova due campioni eccellenti, che avrebbero potuto fornirci una buona linea di confronto col vin-citore Jockey.

Gare di town-tennis a Palermo. Il 20 marzo ebbe luogo, allo splendido Sport Club

di Palermo, la finale delle gare e dei campionati me-ridionali che ogni anno lo Sport Club indice e colla consueta signorilità dota di ricchi premi. Numeroso fu il concorso di bravi giuocatori, che ci fecero assi-stere a delle superbe partite, ed il pubblico aristo-cratico, fine e numeroso accorse e rese attraentissima la festa mondana, specialmente allietata dal numeroso concorso di dame e di signorine.

La premiazione venne fatta nel sontuoso ed elegante salone del Club da donna Valentina Scalea ed i premi riscossero la unanime meraviglia ed ammirazione per la loro eleganza e ricchezza.

Anima di questa festa fu il commendatore Witaker a cui inviamo un sentito ringraziamento e il plauso unanime.

Ecco il resoconto delle gare: Campionato Meridionale doublé uomini — 1. R. Schi-

micci-V. Colombo del Palermo F. B. C.; 2. G. Airoldi-P. Tasca.

Campionato Meridionale single. — 1. Guido Airoldi dello Sport Club; 2. R. Sohimicci del Palermo F. B. C.

Campionato Meridionale doub'e mixte. — l. G. Airoldi-sig.na Terenzi ; 2. S"himicci-Sig.na Lo Cascio.

Campionato Meridionale signore. — sig.a Signa Elisa Bordonaro.

Handicap doublé uomini. — 1. E. Caneva-Pottino dello Sport Club; 2. S. Bonanno-C. Colombo del Pa-lermo F. B. C.

Il convegno auto-moto-ciclistico di Firenze. Nel prossimo maggio, nei giorni 8 9 e 10, la Società

sportiva Itala organizza in occasione delle feste pel 50° anniversario della rivoluzione Toscana un grande Convegno anto-moto-eiclistico.

Una squadra di ciclisti del Club Veloce di Trieste ha assicurato il proprio intervento, rappresentando cosi la bella e cara sorella dell'Adriatico.

E così pure tutte, o quasi, le squadre delle città e paesi della Toscana concorreranno.

Numerosi e ricchi sono i premi nelle varie categorie e certo tra questi non mancherà quello di S. M. il Re d'Italia.

Il Comitato Esecutivo alla cui testa sta il sig. Mario Nelli, il conosciuto sportsman fiorentino e presidente dell'/telo, sta compilando il dettagliato programma.

Per schiarimenti, informazioni ed adesioni, rivol-gersi al Segretario dell'itela: via Ognissanti, 9, Firenze.

CORRISPONDENZA

Napoli. — Morana. Grazie per l'attenzione. Troppo piccole per poterle riprodurre.

Verona. — Galletti G. Le fotografie inviateci troppo scure. Del foot-ball facemmo già cenno nel passato numero. Oggi dedichiamo ugualmente un'altra pagina allo sport veronese. Grazie.

Verona. — John Sportsman. Obbligatissimo. V. G. Cesena. — V. Calzolari. Il secondo nel prossimo nu-

mero con la seconda fotografia. Milano. — Fumagalli. Sta bene sua seconda. La

fotografia del pubblico nel prossimo numero. Sambonifacio. — Circolo Ciclistico. Ricevuta foto-

grafia che pubblicheremo al più presto. Oastellazzo. — « Touring Club Ciclisti». Ci dispiace

non potervi favorire. Il nostro giornale non ha spazio per i programmi.

Siracusa. — Abbonato. La fotografia del Lugaro già la pubblicammo. Egli è il campione di Sicilia. L'altro è uno dei campioni siciliani, cioè nn buon corridore fra quelli di Sicilia.

Biella. — Velox. Vedi rubrica Foot-ball. Firenze. —V. Fortini. Ricevuto, nelpros, num.Grazie. Palermo. — D. Masi. Sta bene il tennis, ma mancano

le fotografie. Napoli. — H. Bajon. Stabene sua del 21. Quando

sarà decisa ad assistere all'avvenimento di Palermo, abbia la cortesia di informarci. Saluti. V. G.

Virginia Jay, guidata dal cav. Bossi, seconda classificata nel Campionato europeo. (Fot, Foli - Milano).

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Il signor Godley, prescelto a referee ufficiale nei matches del nostro Tomeo.

giuocatore dovette ritirarsi dinanzi al South Bank. E ohe in condizioni normali avrebbe vinto quest'av-versario lo dimostra il fatto che sabato della scorsa settimana battè regolarmente il South Bank con 4 goals a 2.

Altre vittorie impressionanti riportò 1' West Auck-land F. G. sui più noti clubs inglesi come il Northern Nomands, lo Slocklon, ed il Darlington.

Al numero prossimo la fotografia di questa fortis-sima squadra ed i nomi dei giuocatori che la com-porranno.

La squadra italiana. Nella seduta della Commissione tecnica incaricata

di procedere alla formazione della nostra squadra, seduta che ebbe luogo presso la nostra redazione lunedì scorso, preso atto del ritiro del F. C. Juventus, che a mezzo del suo rappresentante dichiarò ritenere impossibile un conglomerato, un'unione di elementi del suo Club con quelli del F. U. Torino per l'inve-terato e reciproco astio disgraziatamente regnante fra le nostre due massime Società del calcio torinesi, si addivenne definitivamente alla squadra unica, che rappresenterà l'Italia al nostro II Torneo.

Dopo lunga e ponderata discussione la squadra risultò composta come segue : fa In porta: Faroppa. ii, Di fesa: Bollinger, Capra. I Linea di mezzo: Engler, Eodgers, Capello D. rsAvanti: Zuffi j., Zuffi »., Berardo F., Simonazzi, Debernardi.

Otto elementi del F. C. Torino, e tre del F. C. Pie-monte, ossia i signori: Faroppa (goal-keeper), Capello D. (hnlfiback sinistro) e Berardo F. [center-formar d) com-porranno dunque la squadra italiana.

Squadra italiana che, a differenza di quelle di tanti altri Clubs che si dicono italiani e sono composti nella gran maggioranza di elementi stranieri, non avrà nella sua compagine che tre giuocatori interna-zionali; e cioè Bollinger (capitano), Engler e Eodgers, i quali, da parecchi anni trovandosi in Italia e data in special modo la loro abilità non comune, si credette saggiamente opportuno di includere nella squadra che rappresenterà l'Italia nella grande com-petizione internazionale di Pasqua.

Nel prossimo numero, pubblicando le fotografie dei singoli componenti la squadra italiana, daremo di essi alcuni cenni biografici-sportivi.

Pertanto la Commissione, nella stessa seduta di lunedì, decise di far giuocare alla nostra squadra due matches d'allenamento nei giorni 4 e 7 aprile con squadre che decideremo in settimana.

Per domenica 4 poi, siccome il F. C. Piemonte sa-rebbe impegnato per il match semifinale di Campio-nato col Genoa O.ub, verrà fatta istanza alla nostra Federazione acciocché voglia rimandare ad altra do-menica l'incontro in parola, onde favorire i giuocatori del Piemonte che dovranno allenarsi con la squadra italiana.

La squadra tedesca. Circa la squadra tedesca, mentre il giornale va in

macchina, attendiamo la definitiva accettazione d'un celebre Club campione della Germania del Sud. Ei-mandiamo quindi al prossimo numero la comunica-zione ufficiale deìl'équipe germanica.

Il referee. Siamo lieti di annunciare che referee ufficiale di

tutti i matches del nostro Torneo venne nominato il signor Godley, il ben noto trainer del Juventus F. O., arbitro di rara perizia e competenza.

Non solo in Italia, ma neppure all'estero avremmo potuto fare scelta più felice. Il signor Godley infatti è stato parecchie volte referee in Inghilterra, sua patria, in matches di Campionato.

E l'accettazione del signor Godley del difficile in-carico propostogli significa pure tacitamente che il F. O. Juventus non ha voluto negare il suo appoggio al nostro giornale, e che se credette di ritirarsi al-l'ultima ora dal collaborare materialmente alla squadra, lo fece essenzialmente per un troppo spinto sentimento d'indipendenza e di fierezza verso gli eterni avversari.

I palloni Vigo. Anche quest'anno, ripetendo il munifico gesto del-

l'anno scorso, il noto sportsman signor Giuseppe Vigo, a nome della conosciutissima Ditta di articoli spor-tivi G. Vigo e C., ha offerto al nostro giornale i palloni di giuoco occorrenti ai matches del Torneo.

I I nostro H Torneo Internazionale di Foot-ball. Una delle più formidabili squadre inglesi assicurata.

La squadra italiana è formata, e giuocherà due " matches „ d'allenamento il 4 ed il 9 aprile.

Il perchè della nostra iniziativa. Incoraggiare il giuoco del calcio cercando di renderlo

sempre più popolare nel nostro paese, convincere cosi anche i più restii a scendere sul campo del cimento, riu-nire i più forti stranieri a fianco dei nostri promettenti campioni, riuscire col risultato di questo incontro di uti-lità alla giovane classe dei nostri sportsmen, presen-tando loro Voccasione di ammirare e rilevare da vicino le finezze e le furberie del giuoco d olir' Alpe, stabilire da un nuovo incontro di italiani con giuocatori stranieri ancor meglio il progresso fatto dai connazionali in dodici mesi, ecco il movente della nostra grande iniziativa foot-ballist'ca.

Neil' indire il secondo Torneo cercammo la massima pra-ticità di un regolamento che, ben s'intende, approvato dalla Federazione Italiana ed a sua volta da quella In-ternazionale, rispondesse meglio allo scopo della nostra organizzazione. Ideammo così a tutta prima una squadra nazionale con elementi misti, che avrebbe potuto indicare la stessa Federazione scegliendoli fra tutte le Società italiane.

Per varie considerazioni e più che lutto perchè per le feste pasquali le nostre Società già hanno impegni di in-contri internazionali nelle proprie città, limitammo la composizione della squadra italiana ai migliori elementi dello sport torinese.

Senonchè dopo avere ottenuto completa adesione da parte di tutte le Società torinesi, le quali ci seguirono in ogni punto della nostra organizzazione, all'ultimo mo-mento, quando cioè dato l'alto ideale della nostra inizia-tiva tutta a favore dell'incremento di quello sport che informa le stesse Società, attendevamo da esse l'offerta entusiasta del proprio e migliore elemento sportivo, in parte quest'ultimo venne a mancare.

Gol ritiro dei giuocatori della Juventus, motivato solo da screzi personali sorti all'ultimo momento con alcuni soci del F. C. Torino, abbiamo constatato,e ciò con dolore, una volta di più come, troppo facilmente, chi potrebbe ben concorrere al trionfo comune di una iniziativa come la nostra, preferisca a tutto svantaggio del progredire del foot-ball in Italia (ancora tanto giovane) fare degli inopportuni pettegolezzi portandone l'eco dove tutto si studia e si incoraggia con un solo ideale, quello cioè di poter offrire alle Società italiane l'occasione di riaffer-mare il loro valore.

Con questo unico scopo infatti abbiamo indetto il se-condo Torneo internazionale chiamando fra i concorrenti per la prima volta nel nostro paese una squadra inglese e permettendo alla stessa di misurarsi dopo il nostro torneo con le .squadre di Vercelli, Milano e Genova nelle rispettive sedi.

La squadra italiana mista, cosi di soli elementi del F. C. Torino e del F. C. Piemonte, difenderà » nostri colori al prossimo Torneo.

Ai campioni delle due società il nostro più vivo rin-graziamento per la partecipazione entusiasta, a loro il nostro più caldo augurio di trionfo.

GUSTAVO VERONA.

1 che il Torneo internazionale di foot-ball bandito pe secondo anno dalla Stampa Sportiva riuscirà anche quest'anno una riunione sportiva di eccezionale im-portanza, invidiataci non solo da altre città d'Italia, ma pure dall'estero. Il fatto che avremo fra noi, per la prima volta dacché il giuoco del calcio fiorisce in Italia, una squadra di puri inglesi, dimostra la ve-rità del nostro asserto.

E' noto infatti come l'Inghilterra tenga il primato, fra i molti altri sports, specialmente nel foot-ball. I suoi giuocatori crescono ad una scuola e ad una tat-tica di giuoco tutt'aflfatto speciale, che dapprima sorprende in loro, e poi sorprende di non averla an-cora pensata ed applicata in noi.

Molto beneficio indubbiamente risentiranno i nostri giuocatori assistendo agli exploi ts di simili avversari. Ma al Torneo di Torino non sarà solo l'Inghilterra ad essere rappresentata da un team formidabile. Pure la Svizzera e la Germania hanno preannunciato nelle loro compagini degli elementi, così detti internazio-nali, fortissimi.

E noi siamo d'avviso che aspra e accanita sarà la lotta fra Svizzera e Germania per contendersi in terra nostra quel primato che si alternano vicende-volmente in patria.

E l'Italia, fra tanto atletico valore, come figurerà? Non è vanità affermare che le Società torinesi

hanno nei loro ranghi degli elementi che, saggia-mente amalgamati, possono collaborare alla forma-zione di una squadra monstre. E' all'uopo appunto di formare la nostra squadra che lunedì scorso la Com-missione tecnica, appositamente nominata dal Comi-tato organizzatore del Torneo, si riunì per decidere in merito ed addivenne alla definitiva formazione della squadra italiana.

Il sig, Faroppa, che disimpegnerà nella squadra italiana il difficile compito di goal-keeper.

Pasqua è vicina. I due giorni 11 e 12 aprile della grande riunione sono prossimi, e per tale epoca ogni cosa sarà meticolosamente approntata. Il nostro II Torneo internazionale non deve smentire l'esito grandioso ed incontrastato del I, ed offrire ai nostri sportsman la prova palpabile della serietà ed impor-tanza delle nostre iniziative, ed ai concorrenti una dovizia e ricchezza di premi tale come nessun altro Ente sportivo mise mai in pallio finora.

Iljormidabile team del " West Auckland ,, rappresenterà l'Inghilterra.

Se dicessimo che la squadra inglese che concorrerà al nostro Torneo è la migliore della nebbiosa Bri-tannia, potrebbe sembrare vanità e forse anche stol-tezza. Difatti in una nazione dove migliaia e migliaia sono i Clubs di foot ball che vi prosperano, non si può categoricamente affermare esservi un team supe-riore a tutti gli altri. Più d'uno essendo in Inghil-terra i Campionati e le Coppe che a volte assurgono ad una importanza forse maggiore ancora degli stessi Campionati, ne viene di conseguenza che più d'una sono le squadre che vanno per la maggiore e che, vincitrici oggi, domani possono venir sconfitte per momentanee cause varie da avversari di eguale forza. L'Inghilterra è la patria, se non d'origine, certo di vitalità del foot-ball association. Tutte le sue squadre che appena appena figurano negli ultimi ranghi dei Campionati, sono certo superiori a qualunque squadra dei nostri Clubs e pure a quelli esteri. Noi vediamo infatti che ogni anno a Parigi ed a Ginevra scen-dono a giuocare dei teams inglesi contro le migliori squadre francesi e svizzere, sempre riportando in patria con brillante facilità l'alloro della vittoria.

Pertanto la squadra che rappresenterà l'Inghilterra al nostro Torneo, si può affermare essere una delle migliori.

L'West Auckland F.-G. è troppo conosciuto a chi segue, anche da lontano, le vicende del foot ball in-glese, per abbisognare di una presentazione a base di parole roboanti.

Appartiene alla categoria Nord Inghilterra, nel di-partimento del Durham, che ha fornito sempre i migliori giuocatori alle squadre nazionali britan-niche.

L'ultima stagione vinse la tanto disputata Wear Volley League Gup, la Durham Alliance Cup del Sud, e la Durham League Gup del mezzogiorno. Entrò in finale nella gran gara per la Coppa Dilettanti del Durham, ed in semifinale nel Campionato Inglese Di-lettanti, dove per un incidente toccato ad un suo

Pochi avvenimenti sportivi richiedono un'organiz-zazione cosi difficile e laboriosa ed una spesa così ingente come un Torneo di foot-ball. Difatti essendo il giuoco del calcio uno sport che ha la sua ragione di essere nella collettività di undici individui, è fa-cile prevedere quale spesa importi il riunire in una città italiana più squadre di foot-ballers dislocate ap-positamente dall'Inghilterra, dalla Germania, e dalla Svizzera, per misurarsi coi nostri connazionali. E poiché è la somma delle fatiche e del denaro impie-gato a creare un'impresa che dà il tono dell'impor-tanza all'avvenimento, così vien logico concludere

Il signor F. Bollinger, capitano della squadra italiana.

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La psicologia e le stimmate dello sforzo.

Tutti sappiamo, press'a poco, cosa sfa lo sforzo fisico, ma sulla portata, sul significato di esso, IIIID ci troveremo in dieci a pensarla nello stesso modo.

Ne volete un esempio? Ne ho chiesta la defi-nizione ad un matematico, e mi ha risposto: è l'ennesima potenza della forza.

Mi sou rivolto ad un metafisico e me l'ha de-finito: il prodotto della subliiuaz one delle facoltà volitive.

Un ben pensante, amante del quieto vivere, gra-vemente ha sentenziato: è un'aberrazione fisio-logica.

Uno sportsman l'ha considerato come la ragion d'essere dello sport.

Tot capita, tot sententiae. Voi clic leggete, volete darmene qnalcun'altra

delle definizioni? Sì? Ebbene son certo che anche voi la baserete sul punto di vista dal quale siete soliti partire nei vostri giudizi quotidiani, e cioè dal punto fisiologico se s'ete un medeo , da quello psicologico se siete nn filosofo, da quello spor-tivo se siete uno sportsman, e così via...

Dunque, niente male se innumeri ^sono gli aspetti coi quali ci si presenta allo spi-rito il fenomeno dello sforzo fisico. Vuol d i r e c h e

questo com-plesso di giu-

Fig. 2. — Lo sforzo di un corridore autimcbdista.

Fig. 1. — Lo sforzo del saltatore.

dizi originati dall'osservazione del fenomeno in parola dimostra che tutti si ha un concetto ge-nerico di cosa sia lo sforzo fi«ico anche se si dissente poi negli apprezzamenti di esso.

E l'impoi tante si è appunto che si sappia cosa è nella qua realità un fenomeno. Si investigherà dopo quali sono le occasionali di esso e la mol-teplicità degli aspetti sotto i quali può presen-tarsi ad un occhio osservatore e ad una mente indagatrice.

Ciò premesso, che cioè tutti si abbia l'idea dello sforzo, vengo ad esaminare come esso si origini e si manifesti nelle varie categorie degli sports nei quali l'uomo deve alle sue sole forze ed alla sua sola intelligenza la vittoria finale nella gara alla quale paitecipa.

Ma vi è ancora un altro sport nel quale par-rebbe a prima vista fungere l 'uomo una parte secondaria, ed è l'automobilismo. Non alle sue sole forze infatti, ma a quella del motore che verti-giuosainente lo trasporta, deve l'uomo la vittoria in una corsa automobilistica.

C ò pelò non toglie che l'intelligenza del con-duttore, che l'energia e l'audacia di esso, ed il fatto di restare parecchie ore al volante, correndo ad una velocità fantastica, anelante verso il tra-guardo finale, vigile ai minati acquistati e a quelli che lo separano dal più vicino temibile

concorrente, rappresent ino-^

Ve la immaginate voi infatti ia tensione dei nervi e dello spirito di uno chauffeur che, scate-nata la propria macchina alla massima velocità, più nulla vede se non il nuvolo di polvere sol-levato dal concorrente che lo precede, più nulla ode se non il ronzìo sordo dell'aria sibilantegli alle orecchie e il vorticare affannoso e rombante del motore, e corre, corre, corre, curvo sul vo-lante, con le mani strette nervosamente al cerchio di legno come per immettere nella macchina che lo trascina tutta la sua forza, tutta la sua volontà di vincere? E i brevi, concitati comandi gridati al meccanico, e le bestemmie ad una panne im-provvisa, e l'incitamento rabbioso agii addetti al posto di rifornimento, perchè facciano presto, perchè gli abbrevino la tortura di stare fermo, lui che auela solo di correre, di volare, di vin-cere? E poi di nuovo in macchina, un demar-rage violento, e via scompare dietro la prima curva che ] re.ide pazzamente, sollevata la mac-china su due sole ruote.

E l'ebbrezza dei pochi metri che Io separano dal concorrente che lo precede, l'ebbrezza di rag-giungerlo, palmo a palmo, sorpassarlo come un demone scatenato, l'ebbrezza di togliere per un momento una mano dal volante e alzarla, ed agi-tarla, saluto di sfida e di acre voluttà della vit-toria E l'arrivo al traguardo finale, gli occhi

enfiati e terribilmente arrossati, sporco, su-dicio nel viso, nelle

e l l e m a n i , spossato d i spirito, esau-rito di ner\i,

F<g. 3. - Lo sforzi di un ciclista negli ultimi metri di una corsa.

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Carrier, Il lancio del peso, dopo 10 miglia di marcia Rose, recordmon del mondo.

Il-lancio del martello. Il lancio del peso. Flanagan, recordman del mondo. Tison, il recordman di Francia.

Il goal-keeper foot-baller. Un podista in una corsa di tre miglia.

ma vittorioso..., fra le musiche, allegramente festeggienti il vincitore! Quante e quali espressioni avrà assunto il suo viso durante la titanica prova? Il turbiuìo dei sentimenti interiori, quante smorfie, quante contrazioni, quanti atteggiamenti spasmodici, avià impresso ai muscoli del suo viso? Larvatamente ne dà un'idea la fotografia (fig. 2") che accompagno a questo mio scritto, fotografia di un noto chaujjeur americano in corsa mentre arresta la macchina al posto di ri torni mento.

Ma vi sono poi gli sporta, nei quali la vittoria dipende essenzialmente dalla forza fisica personale, dalla sola di-namica del coni oriente.

E qui son più manifeste ancora le stimmate dello sforzo. Guardiamo, ad esempio, il corridore ciclista, quando si impegna sul rettilineo d'arrivo (fig. 3a). Curva la schiena, quasi a spezzarsi come giunco tio.ipo flesso, socchiusi gli occhi, contratta la faccia ad un'espressione fra l'ehete e il dolorante, il ciclista vola al traguardo con una ten-sione superba di tutti i tessuti muscolari, di tutto il sistema nervoso.

Non vede, non bada più che alla ruota dell'avversario che precede la sua di poco, che è alla pari, che è lasciata addietro di qualche centimetro, di quanto basta per aver la vittoria !

Gli sports atletici infine ci offrono il più vasto, vario ed interessante campo di osservazione degli effetti visi-bili dello sforzo del suo momento mass'mo.

Osservate un buon saltatore (fig. 1"). Non è tanto nella corsa precedente, quanto nell'attimo del salto che l'atleta fa lavorare violentemente i suoi muscoli. La gamba si-nistra si tende bruscamente, le mani si serrano nervosa-mente a pugno, tutto il corpo si distende per raggiungere la classica ed elegante orizzontale. L'atleta riprodotto in questa meravigliosa istantanea è un nipote di Roo-sevelt, l'ex-presidente deg i Stati Uniti. Ottimo e sicuro saltatore, lo sforzo del salto non occasiona alcuna espres-sione dolorosa sul suo viso, che appare invece sorridente e quasi osservante l'eleganza del suo bellissimo salto. Ecco, psicologicamente, come la sicurezza e la padronanza dello s ort che si pratica diminuiscono di molto le stimmate carat-teristiche dello sforzo, specie quando riesce eccessivo per le proprie forze.

Ma anche il grande campione, sicuro del fatto suo, se inaspet-tatamente si trova a lottare con un avversario forte e minaccioso, deve forzare, impegnarsi a tutt'uomo.

E qui torna g usta la sentenza dell'amico matematico che'definì lo sforzo: l'ennesima potenza della forza.

Torna bene a giustificare un' impressione di corsa datami dal nostro celebre corridore pod sta Dorando Pietri, all'indomani di una vittoria ch'egli disse la più contrastata della sua carriera. Con queste parole: « Un vero sforzo dovetti fare quando la corsa, che credevo già mio appannaggio, volgeva alla fine. Da principio trotterellavo sempre alla mia andatura normale e spigliata. Sentivo che i miei muscoli si mettevano poco a poco in azione, e li lasciavo lavorare senza ri-chieder loro un lavoro considerevole. Essi mi rispondevano bene e quindi non dovevo loro chiedere di più. Quando Un avversario mi passava, lo lasciavo fare, studiavo il suo passo, e poi in due folate lo riprendevo regolando l'andatura. Ma, come dissi, un vero sforzo

Un podista in una eorsa di 150 metri. Un podista nei 400 metri.

dovetti sostenere quando sol più qualche centinaio di metri mi sepa-ravano dall'arrivo, e dovevo raggiungere il leader cui avevo incauta-mente concesso di precedermi. Fu questo il momento angoscioso della prova. Metro per metro dovevo riguadagnare il terreno perduto. Ma il mio avversario sapeva, sentiva che io gli era alle calcagna, e lui pure s'accingeva a fornire il suo sforzo massimo. La distanzi pertanto non diminuiva sensibilmente. Ricorsi ad una novella dose d'energia, dare

quanto potevo, riprendere assolutamente il vantaggio. Sol più dieci metri di distacco e già sentivo il rumore dei suoi tal-loni appesantiti dalla fatica, sol più cinque metri e lo sentivo ansimare, egli era alla fine, egli non avrebbe sostenuta la lotta finale ! Ancora un metro, poi lo scartai per sorpassarlo, gli fui a lato, sfoizai, egli non rispose al mio attacco, accelerai ancora, ebbro della vittoria, dello sforzo fatto, e pochi secondi dopo passavo in volata sul traguardo d'arrivo. Avevo vinto, ma in quel momento mia madre forse non m'avr. bbe più riconosciuto, come non mi riconobbi più io all'indomani in una istantanea presami all'arrivo ».

E' sì o no lo sforzo l'ennesima potenza della forza, e nel contempo la sublimazione delle facoltà volitive?

Dopo la narrazione del Dorando, mi lusingo che il matematico ed il metafisico definitori dello sforzo si tro-

veranno questa volta d'accordo, perchè l'una defi-nizione non esclude l'altra, ma tutte e due si compenetrano meravigliosamente.

E come nei proseliti del podismo, così in quelli di tutti gli altri sports atletici il feuomeno esterno dello sforzo ha una corrisponsione in un prece-dente fenomeno interno, emotivo, psicologico.

In altri termini, forza fisica e forza psicologica si fondono in un unico tutto. Che se poi gli effetti dello sforzo tìsico sono riprodu-

cibili su di una lastra foto-grafica, e quelli dello sforzo volitivo, psicologico, no, la colpa si è che, con tutte le grandi e belle scoperte che vanta l'umanità, non s'è an-cora registrata quella della fotografia del pensiero. Sco-perta che pare cammini sulla via della sua risoluzione di pari passo con quella del moto perpetuo !

Ma anche alla fotografia del pensiero si può supplire, c m e di fatti ha dimostrato D o r a n d o riferendo pitto-

ricamente la lotta interna, la battaglia del suo spirito, al momento in cui la sua

vittoria gli appariva compromessa. Pertanto scusatemi l'astrusità cattedratica

del titolo di questo mio articolo: la psicologia e le stimmate dello sforzo, ma francamente non seppi come più brevemente abbracciare in un titolo i due lati, interno ed esterno, del fenomeno che mi ero prefìsso di illustrare con l'accompagna-mento delle originali fotografie qui riprodotte.

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4. Contenet-Stabe, lontani. 5. Robl-Stellbrink, lontani. Gli altri si sono tutti ritirati. A Madison Square, Mac Farland-Moran avevano

percorso km. 4404,697, con una media chilome-trica di 30.588 ; a Berlino essi hanno percorso km. 588.697 di meno con una media chilometrica di km. 26,845.

Il Corridore.

1 concorrenti alla corsa dei 6 giorni di Berlino. — La partenza.

Vuol dire che, alla peggio, il mio amico ben pensante, l'amante del quieto vivere che sentenziò essere lo sforzo fisico un'aberrazione fisiologica, definirà il mio titolo... un'aberrazione mentale !

G. Corradino Corradini.

CORRIERE: CICLISTICO La corsa dei 6 giorni a Berlino

In attesa della prima prova di resistenza ita-tahana,e cioè della gara Milano-San Remo (4aprile) dovevamo registrare sulla pista del velodromo milanese il risultato di una corsa di 24 ore. Se-nonchè il tempo cattivo ha costretto anche questa volta gli entusiasti organizzatori a rinunciarvi ed a rinviarla ad epoca da destinarsi.

A Berlino invece si è potuta disputare una corsa di 6 giorni sul tipo americano, e cioè per coppie. Questa gara ha segnato l'avvenimento ci-clistico d'Europa più importante della settimana ed a cui la Stampa Sportiva, in grazia al suo celere servizio di illustrazioni, può oggi già dedi-carvi una pagina. La corsa si è iniziata alle ore 10 di sera ed alla presenza di un pubblico immenso sulla pista del giardino zoologico.

Quando entrano in pista le 15 équipes un ap-plauso caloroso le accoglie. Presto esse si alli-neano ; i team sono cosi composti:

1. Moran-Mac Parland (americani); 2. Poulain-L. Georget (francesi) ;

Arend-Rosenlocher (tedeschi); Stol-M. Berthet (olandese-francese); De MaraContenet (americano-francese); Brocco Passerieu (francesi); Kudeia-Stabe (tedeschi); Stellbrink-Techmer (tedeschi) ; Schenermann-Ryser (tedesco-svizzero) ;

10. Robl-Theile (tedeschi) ; 11. Tommy Hall-Peter (inglese-tedesco); 12. Jacqnelin E.-Jacquelin L. (francesi); 13. Hoffmann-Heiny (tedeschi) ; 14. Konrad-Althoff (tedeschi); 15. Rudel-Tadewald (tedeschi). Al segnale dello starter il lotto parte e s'inizia

il grande calvario. Il treno è già dai primi condotto velocissimo ;

altri però, date le cattive condizioni della pista, difettosa per costruzione, procedono più canti, onde cominciano subito i primi distanziamene.

Alla 16a ora Tkeile cade ed è costretto a rinunciare.

Alla fine delle 24 ore: Stol-Berthet, se-guiti da Mac Far-land-Moran, h a n n o percorso chilometri 832.480 metri (chilo-metri 34,680 di me-dia) ; S t e l l b r i n k -T e c h m e r , Brocco-Passerieu, Poulain-L. Georget, Tade-

3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

wald-Rudel seguono a un giro; Robl-Pawke, Con-tenetDe Mara, Stabe-Kudela, a 4 giri; Peter-Hall, Scheuermann-Ryser a 8 giri ; Arend-Ro-senloeher, 11 giri; fratelli Jacquelin, 19 giri; Heiny-Hoffmann si sono ritirati.

Quasi subito si ritirano pure De Mara e Kudela e Contenet e Stabe formano una nuova coppia.

Dopo tre giorni di lotta i corridori si trovano nella seguente posizione:

Mac Farland-Moran _ Stol-M. Berthet, chilo-metri 1904,450 (media km. 29,300) - Brocco-Pas-seneu, Poulain-L. Georget, Stellbrink-Techmer, Tadewald-Rudel, a un giro - Robl Pawke, Con! tenet-Stabe, a 4 gin — Ryser-Scheuermann, a 7 gin - Peter-Althoff, a 11 giri - Arend-Koiirad, a a ,,vir-' ~ J a c quel in E.-Jacquelin L., a 22 g i r

A l inizio della quarta giornata Jacquelin e Stellbrink si urtano e cadono. Il francese, irato, percuote il tedesco e la giurìa tedesca si rivale sul francese squalificandolo,

„ J U ™ f ì n e J Ì e , I i a Ì ^ ? r t a giornata, e cioè dopo 96 ore, Mac Farland-Moran e Stol-Berthet hanno coperto km. 2679,350 (media di km. 27,910).

Alla fino della ' sesta giornata gli americaniriescono vittoriosi.

L'ordine d'arri-vo è il seguente:

1. Mac Fari and-MoraD, con chilo-metri 3865,700.

2. Stol-M. Ber-thet, a un giro.

3. Brocco - Pas-serieu, lontani.

Spigolature settimanali del reporter.

. * » L'epidemia del matrimonio va prendendo piede nel mondo sportivo in un modo impressio-nante !... E' un altro collega col quale dobbiamo oggi congratularci per aver passato il Rubicone... delia sala rosa municipale e susseguente aposto-lica benedizione ! Carlo Magno Magni, calciatore emerito, ex-capitano del l 'U. S. M„ redattore e critico di foot-ball sulla Gazzetta dello Sport ha impalmato a Milano la signorina Clara Pistner di Bucarest. Alla giovane e ben riuscita coppia internazionale le nostre felicitazioni !

»% Forse perchè qualcuno ci ha accusato di rappresentare il partito dell'ordine, il forcaiolismo dello sport, per le nostre vedute un po' differenti da quelle di certi affaristi dello sport che, per la cassetta non disdegnano di incensare le imprese e gli impresari di certi modernissimi exploits sportivi inumani o... per lo meno barbari, forse per questo il direttore di un nuovo giornale si rivolge a noi per annunciarne la prossima venuta del suo foglio, che avrà carattere schiettamente nazionalista e forcaiolo.

Noi lo faciamo per debito di colleganza, E an-nunciamo : Il 3 aprile uscirà a Torino II Tricolore, con schietta intonazione nazionalista. Sarà più che altro una guida all'azione diretta ed alquanto audace, differendo dal Carroccio, il quale si apparta sotto una veste di candore sentimentale.

Vi collaborano le migliori penne dei giornalismo italico: da Papini a Borelli, da Corradini a Lo-renzo d'Adda.

Augurii... che spunti il sol dell'avvenir, anche pei Tricolore!

* La lotta (Metodo Greco-Bomano). Questa pubblicazione del collega Caberto Giaccone è uscita finalmente alla luce dopo una laboriosa gestazione. Di veste semplice ed elegante, è un riuscitissimo e pratico manuale d'insegnamento di tutti i colpi della lotta greco-romana, con circa

un centinaio di fotografie riproducenti i principali colpi, e la pleiade dei principali lottatori cam-pioni e pseudo-campioni del mondo.

E' preceduta dall'im-mancabile prefazione di C. E. Costamagna e costa L. 2,50.

La Gazzetta dello Sport ne ha a disposi-zione di chi la deside-rasse uno stock conside-revole, date le immense richieste.

reporter.

Gli americani, Mac Farland (a sinistra) e Moran (a destra), vincitori della corsa dei 6 giorni di Berlino.

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Alpinismo La spedizione del Duca degli Abruzzi all'Imalaia.

La riunione degli skiatori lombardi a Selvino. Mentre scriviamo S. A. R. il Duca degli Abruzzi

sta per imbarcarsi a Marsiglia con i componenti la nuova spedizione da Lui promossa all'Imalaia.

La mèta dei partenti è il gruppo montuoso della Catena de'l'Imalaia, e più precisamente nella re-gione denominata Rara Koram, dello stesso gruppo, e nna delle più alte: non si tratta però, come si era pubblicato, del monte Everest (una delle più alte vette dell'Imalaia), il quale però fa parte della stessa catena di monti, la catena dell'Ima-laia che si allunga per oltre 2000 chilometri e in cui si trovano vette, specie nella regione del Nepal, che superano gli 8000 metri di altitudine.

La regione che si va ad esplorare appartiene all'India inglese, mentre il monte Everest si trova nel Nepal, regione assolatamente inaccessibile agli europei; fra i pochissimi che si azzardarono a inoltrarsi in quei ghiacciai si ricordano gli in-glesi Wor-Kmann, marito e moglie, i quali com-pirono l'ascensione accompagnati da alcune guide italiane (fra cui il noto Joseph Petigax), le quali faranno parte della imminente spedizione. Questa regione è composta di immensi ghiacciai con vette altissime, ritenute sino a poco tempo fa inacces-sibili. I componenti la spedizione sperano di poter

l in qualche punto conquistare altitudini superiori agli 8000 metri, sinora mai raggiunte.

La spedizione è qnesta volta munita di tutti i più importanti e recenti strumenti scientifici onde poter studiare la natura del suolo, la flora, la fauna, il sistema orografico ed idrografico della regione che attraverserà. Lo stesso Duca ha pre-sieduto alla preparazione del numeroso materiale e i recenti snoi viaggi a Londra avevano lo scopo di provvedere colla più attenta cura a quanto fosse necessario per il buon esito dell'ardita impresa.

ILa partenza della carovana è definitivamente fissata pel giorno 26 corrente da Marsiglia, ove tutti i componenti si imbarcheranno su di un piroscafo speciale che giungerà a Porto Said : e il giorno 6, salvo incidenti, sarà a Bombay, da dove la spedizione si inoltrerà a Srinagar, nella regione del Cachemire asiatico. Di qui, dopo il rifornimento, la carovana intraprenderà la parte più difficile, cioè l'ascensione alle regioni dei ghiacciai e delle cime suaccennate. Se tutto si svolgerà secondo i ealcoli preventivi, la spedizione potrà essere interamente compiuta in sei mesi e i valorosi esploratori sarebbero di ritorno in Italia verso il prossimo settembre.

I componenti la spedizione restano definitiva-mente i seguenti: Duca degli Abruzzi, capo della spedizione; tenente di vascello marchese Negrotto Cambiaso, suo aiutante di bandiera ; il cav. Vit-torio Sella, di Biella, fotografo; il dott. cav. Fi-

Le guide che accompagnano il Duca degli Abruzzi all'Imalaia. La quida Joseph Petiqax Le due guide savoiarde, Alexis ed Henry Bracherei,

e il figlio Laurent, portatore. (Fot. Brocherel - Aosta).

lippo De Filippi, di Torino. Le guide : Joseph Petigax, che fa già col Duca in tutte le sue pre-cedenti spedizioni; Alexis Brocherel, Henry Bro-cherel, savoiardi. I portatori: Laurent Petigax, figlio della guida di cui sopra; due Savoye, nn fratello Brocherel, nonché il compagno del cava-liere Vittorio Sella, il biellese Erminio Botta, che già fu col Duca all'Alaska e al Ruwenzori. *

* •

Domenica, 21 marzo, si svolsero, nonostante il tempo pessimo, abbastanza animate le gare di sky promosse dallo Sky Club di Milano presso Selvino (Valseriana).

La prima gara radunò 22 concorrenti del 5» reggimento alpini, con sede a Milano. Il percorso si svolgeva da una trattoria al disopra dell'Al-bergo della Bice, verso il monte Prurito, per di-scendere poi al traguardo d'arrivo, con un totale di circa 7600 metri.

Giunsero: 1. il soldato Mora, della 52» com-pagnia, coprendo il percorso in 56' 40", ciò che costituisce un vero record; 2. il soldato Miglio-rini; 3. Ruffoni; 4. Castagnari.

Seconda gara : Targa di Lombardia. — Arrivano: 1. (vincendo la Coppa della città di Bergamo ed una medaglia d'oro) il signor Zoia, dell'Unione Escursionisti Milanesi; 2. Ghiglioni, pure di Mi-lano; 3. Mombelloni; 4. Ferrari.

Nel pomeriggio ebbe luogo la Gara di velocità, con discesa dal vertice del monte Prurito. Questa gara conta 34 iscritti.

Giungono: 1. il tenente Barro, del 5" alpini; 2. il soldato Scandolera ; 3. il soldato V. Bei-tracchi, tutti e due del 5» alpini.

Nella Gara di salto sono 11 gli iscritti. Arrivano: 1. il soldato Bel tracchi, che compie

un salto di circa 12 metri ; 2. il tenente Badoni; 3. il soldato Scandolera, tatti del 5» alpini.

La riunione degli skiatori lombardi a Selvino. - A sinistra, il sig. Zoia. vincitore della coppa di Bergamo. (Fot. Luca Comerio - Milano).

Agente per l 'Italia:

Mario Bruzzone M I L A N O

5, Via Castel Horooe.

per

Igloeipedi e

fiotomobili

Il tenente Barro, vincitore della (Fot. Luca Comerio - Milano).

La riunione degli skiatori lombardi a Selvino. — gara di velocità.

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La venuta e l'opera dei fratelli Wright l a I t a l i a .

Da qualche tempo i giornali tutti vanno occu-pandosi della venuta in Italia dei noti aviatori americani fratelli Wright .

Wright ed il suo aereoplano continuano a* rap-presentare un pio desiderio per gli sportsmen romani. La venuta del grande aviatoie, preannun-ziata per il gennaio, era stata protratta agli ultimi giorni di marzo. Ma ora si comincia a temere che difficilmente Wright v e n à per i primi di aprile.

Il Wright aveva fatto delle promesse, ma gli eventi hanno modificato i suoi calcoli ed egli non ha potuto ancora liberarsi da altri impegni.

Intanto il Club aviatori di Roma ha scritto ai fratelli Wright assicurandoli che da parte sua era più che lieto che essi patrocinassero e dessero il maggiore possibile appoggio al circuito di Brescia. Ciò in seguito a qualche voce sparsasi che dal Comitato organizzatore della riunione bresciana si temesse che le notizie apparse sui giornali, se-condo le quali i Wright venendo a Roma si sa-rebbero anche messi d 'accordo col Comitato di Brescia per partecipare a quel circuito, avessero potuto destare delle contrarietà nel Club aviatori di Roma.

In ogni m o d o Wright verrà in Italia. La Società aeronaut i ca italiana ha stipulato un

contratto con i fratelli Wright per l 'acqmsto di Un aereoplano. Wi lbnr Wright v e n à a Roma a consegnare l 'apparecchio e addestrare tre piloti alla manovra. Uno di questi piloti sarà socio della Società aereonautica e gli altri due saranno due ufficiali, uno di terra e l'altro di mare, designati rispettivamente dai Ministeri della guerra e della marina, che concorrono all 'acquisto dell 'appa-recchio.

Iutanto i fratelli Wr ight continuano le loro prove all 'estero impartendo lezioni di aviazione ai più noti sportsmen. Così dopo Pau, Wright passa a Biarritz, e mentre prima aveva spiegata la sua invenzione al sovrano di Spagna, qui ripete la conferenza al sovrano inglese.

Come abbiamo detto Wright verrà in Italia ed i buoni romani che hanno loro fatto l'invito se ne vanno persuadendo dopo l'arrivo nella capitale del signor Start 0 Berg, socio dei fratelli Wright. Egli è stato intervistato da un redattore della Tribuna: nella quale leggiamo:

— Ma crede — domandò il giornalista — che lo stato attuale dell 'aviazione possa permettere ad un uomo d'affari come lei di considerarla come una cosa prat ica?

— Credo anzitutto che l'aviazione sia nna grande attualità che riuscirà importantissima dal puDto di vista militare, dal quale punto più specialmente la tratto, senza tralasciare la parte sportiva di essa. Qualunque tecnico di cose militari vi dirà che nna ventina di aereoplani che volino a 250 o 300 metri, condotti da due uomini ciascuno, fanno un servizio di avanscoperta molto superiore a quello che può fare un intero reggimento di cavalleria, coll ' importante vantaggio di una mag-giore velocità.

— Ma quale è l 'aereoplano che può volare, non dico a 300 metri, ma solo a 200 ?

— Quello dei fratelli Wright : ed a questo pro-posito posso mostrarvi delle fotografie.

Cosi dicendo, l'intervistato fa vedere al gior-nalista delle bellissime fotografie di voli altissimi fatti da Wilbur. Nella fotografia si vede un aereo-stato a livello inferiore deli'aereoplano.

— Ecco, vedete — continua l'intervistato — questo è un volo di Wilbur fatto in presenza del capo degli specialisti jitaliani, a 110 metri. Si potrà

L'apparecchio motore visto di fronte.

dire che a 250 o a 300 metri gli aereoplani pos-sono essere colpiti da proiettili: si capisce, m a l a cavalleria forse non viene assalita?

— Ed allora perchè non andare più in alto, a tre o a quattromila metri?

— Si potrà andare coll 'aereoplauo Wright anche a tre o cinquemila metri, ma a quell'altezza può accadere che non vi sia ossigeno buono per la combustione del motore ; e poi sarebbe inutile andarvi, perchè nulla si vedrebbe di ciò che suc-cede in terra.

— Dunque ella crede che l'aereoplano di Wright sia una macchina pratica, che ha dato un risultato soddisfacente ?

— Certo, anzi dirò che è l 'unico aereoplano pratico, perchè non sente l'influenza del vento e vola senza oscillazioni, con pioggia, con vento contrario.

— Se dunque l 'aereoplano Wright vola, come direbbe Dante, con le ali aperte e ferme, presto lo vedremo adottato per le vie delle città e sosti-tuirsi così agli automobili.

— Questo nou sarà mai possibile. Per ottenere ciò si dovrebbero allargare enormemente tutte le

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vie, perchè ogni nostro aereoplano ha un fronte di dodici metri.

— Ma Voisin diceva che aveva trovato un mo-noplano di 5-6 metri di altezza, adatto per via.

— Sarà, ma finora non è stato nemmeno da lui costrutto.

— A proposito di costruzione: oggi in Francia vi sono molte officine che costruiscono aereo-plani ?

— Io ne conosco due soltanto: quella dei fra-telli Voi sin e la nostra. Nella nostra abbiamo oggi 33 ordinazioni.

— Quanto costa un aereoplano Wright e quanto tempo occorre per imparare a maneggiarlo?

— Il prezzo di Un aereoplano è di L . 20.000, e bastano sei lezioni, ciascuna di 20 minuti, per imparare la direzione, purché si abbia sangue freddo e buona vista. Sono queste due condizioni essenziali per imparare a pilotare qualunque aereo-piano.

— Il motore deli 'aereoplano Wright è molto forte e molto leggero?

— Come forza, il nostro motore, che è stato studiato dagli stessi Wright, è di quattro cilindri, non passa i 26 cavalli effettivi; come peso rag-giunge 90 chilogrammi.

— Allora loro non hanno bisogno di nn motore Levasseur, ultra leggero, del quale si serve De-lagrange.

— Niente affatto. A proposito di Delagrange, dirò che proprio ora mi ha scritto per richie-dermi due aereoplani Wright .

— Come avete trovato il terreno per le prove di Brescia e di R o m a ?

— Entrambi ott imi : quello di Brescia è formato da una bella pianura, ove si potrà volare per 15 chilometri di circonferenza; quello di Roma poi, che ho visitato stamane e che resta vicino all ' ippodromo delle Capannello, è addirittura me-raviglioso: su di esso si possono fare voli di 50 chilometri. Wi lbur Wright, che verrà di sicuro e presto a Roma, si tratterrà quattro o cinque set-timane. La venuta del fratello Orville non è certa.

Galeotto fu lo sport... Per Paolo e Francesca fu un libro, per "Romeo

e Giuletta una scala, per molti amanti un fiore... ma oggi, libro, scala e fiore han ceduto allo sport. . .

E ' un segno dei tempi, direbbe Gaetano Negri, e siccome lui è morto, lo dirò io. g » ^

Lo ammetto : anche oggi, per molti amanti quelli delle novelle sentimentali, per esempio'

1 primi allievi di Orville Wright. — Il posto deWallievo. professore Orville Wright.

CICLISTI' MÌIJ & % TF^TJT " M A R C A M O N D I A L E H f t I A ® 1 I i

S o o l e t è i A n o n i m a 1 5 . B I A N C H I - M I L A N O . - H l M J L i . J H . J L M n ^ - U E J L

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Come Francesca e Paolo, anzi, meglio, perchè il gioì no dopo, c'è da giurarlo, il libro è finito. C'è di buono però che l'amore è come un libro : quando si ha finito si ricomincia, sinché si consuma, poi lo si getta via, si sbadiglia, si maledisce la vita, e se ne compra un altro...

Ora di libri galeotti ce ne sono poch i : la let-teratura è in ribasso.

Lo sport è complice intelligente dell 'amore, e

L'apparecchio visto posteriormente.

lo serve con fedeltà : c 'è l 'alpinismo, che venne in aiuto alla natura, e infatti un'alba fresca, rosea, lambente le vette dentellate in nn cielo d 'opale , accese più volte la prima fiamma; come fu com-plice il nuoto, l 'abbandono languido e molle in un abbraccio senza confine, quelle mosse lente, ritmiche, colle quali si fende l'acqua tepida... mentre nello stesso tempo è così facile accarezzare voluttuosamente un braccio che non sia il p ioprio ; come lo fu ancora una corsa a cavallo attraverso praterie verdeggianti è boschi profumati, UDa corsa pazza col viso in fiamme, arrestata improv-visamente, tra il pulsar nervoso dei cavalli pieni di spuma nelle narici dilatate, e proseguita subito dopo.. . colle briglie aggiustate o la sella raddriz-zata, e col viso ancor più in fiamme; come lo fu infine il canottaggio, la vela flottante al vento che la gonfia e la émpie , mentre nel manovrar la

che son sempre poveri , è sufficiente un fiore, nn fazzoletto, un profumo, qualche cosa di meno an-cora per compiere l 'ufficio amico che fece l ' f f i -storìa di Lancillotto del Lago... L'amore, oggi ancora, come ieri, come sempre, si serve di tutti i mezzi, di tutte le grandezze e le miserie umane : talvolta gli è complice un caffè nero, nn semplice caffè da venti e mettiamo pure trenta centesimi, una ghiacciata al ribes, rossa però, rossa come un cuore in fiamme, un gelato da due soldi ^ ^ ^ ^ ^ anche... meno, meno ancora. Vi souo i complici gratuiti per gli amanti miseri, 6 gli amanti romantici. La natura, prov-vida in tutto, ne fornisce ogni giorno, F ogni notte, benignamente: l 'onda dei mare che chiacchiera sull'arena, un tra-monto d 'oro e di porpora, un prato pun-teggiato da viole, un buffo di vento accaldato, un'ondata d'aria profumata, una notte di stelle lucenti... e ancora, ancora... Tutto è complice d'amore, per-chè tutto si piega al suo dominio : uo-mini, eose e natura.

Ultimamente però, è nato in Inghil-terra un fenomeno strano, che era già conosciuto quasi ovunque sotto diversi nomi, e questo fenomeno, trasportato dappertutto, ha servito mirabilmente al Dio eterno, all 'unico Dio, in cui tutti una volta almeno nella loro vita bau creduto.

Da quando nacque lo sport, sorse un nuovo, brillante galeotto, migliore del libro, anche dell 'Eistoria di Lan-cillotto del Lago, anche delle laudi d 'an-nunziane e dei poemetti pascoliaui, mi-gliore dei fiori, dei profumi, dei fazzo-letti, delle scale, forse più brillante della musica. La natura stessa, d'allora, fece un mezzo fallimento, e lo sport di-venne il galeotto, alla moda, fine, sem-plice ed originale.

Non tutti, chè il podismo, l'atletica, poveretti, non sono complici d'amore, e non ne han colpa nè merito, ma il lawn-tennis, per esempio : bastò una palla bianca, leggera, una racchetta sottile, una rete alta mezzo metro per valere quanto un tramonto d'un sole fulgente in un mare pieno di luci azzurre. I due si compre-sero giocando disattentamente, uno arrossì, l'altro rise, la palla cadde chi sa dove : allora il gioco finì, quello del lawn tennis, s 'intende, e principiò l'altro, più bello, ma più pericoloso, quello del-l'amore.

Altri sports poi son venuti in aiuto alla natura già complice dell 'amore, e d'allora infatti i libri sono andati giù di moda : qualche sartina e qualche studente, è vero, leggono ancora qualche romanzo che solletichi i nervi per poter forse dire l 'uno all'altro sorridendo:

Quel giorno più non vi leggemmo avante.

randa e il timone, quasi senza volerlo le mani e i visi si debbono incontrare, finché la candida vela turgida sull'albero superbo si piega sfiorando l'acqua che palpita per miriadi di scintille, e a poppa, vicino al timone, ci si stringe l 'uno al-l'altro, colle mani unite e gli occhi fissi sulla prua che rompe l 'onda, cantando sonora l'eterna can-zone dell 'amore.

Ma c'è ancora il galeotto principe: l 'automobi-lismo.

E' giunto degli ultimi nello sport, ma ha conquistato uno dei posti mi-gliori tra i complici d'amore... forse perchè fi'a a grandi velocità...

Anzi, io son sicuro che se Paolo e Francesca avessero avuto un'automobile qualunque, non si sarebbero dilungati a leggere quel certo punto dell'fli 'sfo-ria di Lancillotto del Lago... ma sareb-bero montati sulla macchina e avreb-bero fatto una bella corsa a ottanta chilometri all'ora... Non solo : Francesca avrebbe sempre potuto raccontare...

la bocca mi baciò tutta tremante,

perchè si bacia anche a cento chilome-tri all'ora... ma Dante non avrebbe po-tuto scriver quel meraviglioso finale del canto V dell 'Inferno. Dunque, tutto il male non vien per nuocere, come tutto il bene non vien per far del bene, per-chè se l 'automobile avesse un paio di secoli di vita oltreché aver ucciso molte persone di più, avrebbe servito da ga-leotto troppe volte, ed oggi l 'amore do-vrebbe trovare un complice più mo -derno.

Fortuna per noi e per gli amanti dunque, se l 'automobile perfezionata e comoda serve a trasportare gli innamo-rati per vie di città e di campagna: ignara di multe e di quel che succede, rovinando uomini, cani, oche, galline, l 'automobile fila rumorosa portando il

suo segreto, fugge pel mondo chiudendo in sè la felicità d'un giorno, ma pur sempre la felicità, e le genti ignare, forse anche il marito o la moglie traditi, inconsci si ritirano e cedono il passo alla macchina vittoriosa nell'industria e nell'amore... Conveniamone : è bello.

L'automobile ha poi nn vantaggio sul libro : la velocità eccita, e mentre un libro si può chiu-derlo... e non leggervi più avanti, in automobile si fila sempre più forte, più forte ancora.

Anche qui possiamo dire che ... solo un punto fu quel che ci vinse.

Sì : cento chilometri all'ora è il punto. E baciar a quelle velocità è vertiginoso, è bello più d'un comodo bacio, mettiamo pure davanti &\VHistoria di Lancillotto del Lago aperto a quella tal pagina, e davanti alle laudi dannunziane anche chiuse...

Orville Wright impartisce una lezione al conte Lambert.

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anzi, specialmente chiuse, perchè se si legge avanti arriva quel tal punto...

Ah ! povera letteratura ! L'automo-bile è giunto a darti l'ultimo crollo. Ecco perchè oggi non si legge p iù : il libro galeotto sta scomparendo, l'au-tomobile, lo sport, l'han soppiantato.

Nino Salvaneschi.

Automobili e palloni { » V e r o n a

Quest'anno le elezioni politiche e il mal tempo si sono date la mano per far andare a male la fiera di Verona; ed i veronesi devono ripgraziare di questa gentilezza e Giove e Giolitti.

Delle riunioni ippiche è meglio non discorrerne, dato l'esito infelice; per qualche anno non si parlerà più di corse al trotto.

Domenica, 14 corr., la pioggia volle ancora contrastare il corso dei fiori automobilistico e il concorso di diri-gibilità; così questi vennero rinviati al giorno successivo, assieme alla gara aereonautica.

E lunedi fu galantuomo e gentil-uomo, e numerosissimi forestieri pote-rono accorrere a Verona per presen-ziare alla chiusura ufficiale della fiera.

Molto interessante fu il corso dei fiori, e fino da ora venne fissato «h'esso sarà in altra occasione ripe-tuto. La Commissione artistica, com-posta dei pittori G. Bevilacqua, F. N. Vignola, cav. U. Bazzoli, stabilì la graduatoria seguente :

1. Cav. ing. R. Angheben; 2. no-bile Sforza della Torre e conte P. Al-bertini; 3. C. Dobraski e contessina G. Guerrieri.

Il concorso di dirigibilità ebbe luo-go nel prato e sulla pista dell'Ippo-dromo. Le vetture dovevano percor-rere una strada segnata da paletti, salire sopra un'altura, scendere per una gradinata, superare un ponte in bilico, percorrere delle montagne russe e numerosi altri ostacoli, in meno di 15 minuti.

Ecco la graduatoria : 1. Nico Piccoli, di Schio, in 5' 41"

2(5; 2. Antonio Cola, di Verona, in 8' 10" 2[5; 3. Migliorati, di Brescia, in 8' 15" 2|5; 4. Carlo Gioia, di Milano, in 10' 3(5; 5. Francesco Apollonio, di Verona, in 11' 16" 4[5; 6. Marcon, di Venezia, in 11' 37" 3[5; 7. Comi, di Milano, in 11' 42" 1(5.

Fini lo spettacolo una corsa di vet-ture automobili sn pista, sul percorso di 8 km.

Giunsero: 1. Piccoli (Spa), in 7' 9" e 2[5 (67 km. all'ora); 2. Gioia (Fiat), in 7' 21" 1;5 ; 3. Migliorati {Bianchi), in 7' 21" 4[5.

La folla si riversò in città per pre-senziare alla gara aereonautica. La gara di distanza, che l'anno scorso era stata guadagnata da Mario Borsalino, che fu così detentore per il 1908 della elegante Coppa Verona, non avendosi potuto ottenere tatto il gas necessario, fu all'ultimo momento mutata in una gara con discesa in località prestabi-lita. Dopo aver esaminato le direzioni dei venti, venne fissato l'arrivo presso la stazione ferroviaria di Thiene, a 50 km. in retta linea da Verona.

Di sei palloni iscritti, ne partirono cinque :

Germana, col capitano Frassinetti e comm. Cobianchi (me. 900).

Inca, con Carlo Crespi, Guido Riva e Carlo Forti (me. 900).

Schnell, con Cesare Longhi (me. 600). Condor, con Celestino Usuelli e Mario Borsa-

lino (me. 900). Bowenzori, con Nico Piccoli, O. Orti Manara,

Serenelli, A. Fossi, Bresavola, Fiori (me. 2000). Emozionante fu la partenza del Bowenzori, che

un colpo di vento gettò contro i gradini del-l'Arena, ferendo leggermente una bambina, spez-zando lo steccato e mettendo in fuga tutti i vicini.

I palloni si diressero verso nord-est, e ben presto furono investiti sulle Prealpi da una tor-menta di neve.

II meglio condotto fu il Condor, che scese a

Contorso aeronautico di Verona. — 1. Partenza del Rowenzori. -Il gonfiamento dei palloni in Arena. - 3. Partenza dell Inca.

(Fot. John Sportsman e Adolfo Apollonio).

4 km. da Thiene. La Germana prese terra presso Lngo Vicentino. Vìnca atterrò a quattro ore di strada mulattiera sopra Valdagno. Lo Schnell si fermò in mezzo ad un nevaio, sopra a Giazza di Selva di Progno. Infine il Botcenzori scese al passo della Lora, sopra un campo di neve di cinque metri di altezza. I passeggeri dovettero pernot-tare sull'alta montagna, in mezzo alla tormenta ed alle valanghe, e solo la mattina successiva, poterono giungere a Recoaro.

Come si vede, Giove volle occuparsi anche di aereonautica, contrastando lo spazio agli arditi navigatori dell'aria, mentre Giolitti, finite le ele-zioni, preparasi a far le valigie e lasciar Monte-citorio. John Sportsman.

La Coppa Gordon=Bennett Si sono chiuse presso l'Aereo-Club

Svizzero le iscrizioni per la prossima gara per la Coppa Gordon Bennett. Venti sono gli aereostati iscritti, così suddivisi per nazioni: Svizzera 3, Ger-mania 3, Stati Uniti 1, Italia 3, Francia 3, Belgio 3, Inghilterra 1, Austria 1, Spagna 2.

La partenza avverrà da Zurigo.

Corriere automobilistico Il Circuito del Mare del Piata.

Telegrafano da Buenos Aires in data del 18 marzo :

Il programma della prima giornata comportava una prova di velocità (chi-lometri 240), riservata ai veicoli di tu-rismo, dove la Fiat, pilotata dal signor Armada, fu prima della classifica gene-rale, in ore 3,24, seconda la 15 HP a 6 ci-lindri Delaunay • Bilie ville, in ore 8,29.

Ecco la classifica per categorie: Categoria D{6 cilindri dì 90 d'alesaggio).

— 1. V. Laborde (15 eh. Delaunay-Belle-ville)r 3 h. 29.

Categoria B (4 cilindri di 140 d'alesag-gio). — 1. Dartiquelongue (40 eh. Peugeot), 3 h. 50.

Categoria E (4 cilindri di 135 d'alesage). — 1. Anasagasti, sur Isotta Fraschinil batte il record del giro in 1 h. 28, e si rovescia.

Categoria F (6 cilindri di 115 d'ale-sage). — 1. Armada (50 eh. Fiat), 8 h. 24. — 2. Marescal (60 eh. Mercédés), 8 h. 54. — 3. Genonceaux (F. N ), 4 h. 03.

Motociclette. - 1. Malgor (Brown), 8h. 38. — 2. Selmo (Triumph), 4 h. 10. — 3. Bau-din (Peugeot.), 4 h. 12.

Classifica generale. —1. Armada (Fiat), 8 h. 24. — 2. V. Liborde (Dslaunay-Belle-viile), 3 h. 29. — 3. Malgor (Brown), 8 h. 38. — 4. Dartiquelongue (Peugeot), 8 h. 50. — 5. Marescal (Mercédés), 8 h. 54. — 6. Ge-nonceaux (F. N.), 4 h. 03. — 7. Selmo (Triumph), 4 h. 10. — 8. Baudin (Peugeot), 4 h. 12.

La seconda giornata comportava una corsa del circuito, 600 km., libera a tutte le vetture senza distinzione di categoria.

Nove partenti si trovarono allineate al traguardo e la vittoria fu riportata brillantemente dal dottore Roth sopra una vettura Itala 120 HP; sole tre vet-ture finirono il percorso.

1. Dottore Roth (120 Itala), 8 h. 06. — 2. Genonceaux (F. N.), 9 h. 08. — 3. Laborde (Delaunay-Belleville), 9 h. 11.

L'Assemblea dell'Automobile Club di Milano.

Domenica 21, alle ore 15, si è tenuta l'assemblea ordinaria dei soci dell'Au-tomobile Club di Milano. Il presidente on. Silvio Crespi espose in forma chiara e sintetica la situazione morale e finan-ziaria del Club.

Dopo di avere tratteggiato le ultime vicende dello sport e dell'industria auto-mobilistica, prospettò le belle e maggiori iniziative del Club ; prima fra tutte quella dell'erigendo palazzo, che pone il valo-roso sodalizio milanese in istato di vera e reale preminenza fra tutti i Clubs con-federati d'Europa.

La chiusa della relazione presidenziale venne coronata d'applausi.

Ad unanimità vennero approvati i bi-lanci consuntivo del 1908, e preventivo del 1909.

All'ordine del giorno era fissata l'ele-zione del presidente e quella di un terzo dei consiglieri scaduti per virtù dello statuto; e l'assemblea, rieleggendoli per acclamazione, volle riconfermare la sua fiducia al Consiglio d'amministrazione.

L'assemblea si chiuse colla distribuzione di un'ar-tistica medaglia d'oro ai valorosi partecipanti alla carovana automobilistica in Calabria.

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Il concorso ippico di Napoli (14 marzo)

liberare la propria estrema difesa da questo in ces-sante attacco. E riescono a correre nel campo avver-sario e a permanervi, più o meno minacciosi, una diecina di minuti.

Poi è nuovamente il Torino che. con l'ottima re-cente importazione dell'half back Bachmann, porta la palla nell'area juventino, passandola al collega Reich. Questi sormonta Nay e passa a Debernardi, che centra; Capra è al suo posto, scarta Mastrella, la

Il concorso ippico si è svolto innanzi a grande folla elegante.

Prima categoria. — Cavalli di proprietà dei signori ufficiali:

1. Saint-Hubert II, montato dal principe Zurlo; 2. Lubecca, montato.dal tenente Lacava; 3. Royul, montato dal capitano Sacchetti.

Seconda categoria. — Cavalli di razza di ogni età ed ogni paese, montati da gentlemen.

11 primo premio è toccato al ten. Capece Zurlo, con Saint-Hub.rt lì; il 2. premio, gara fra il ten. Molari

j con l.ihbeo ed il ten. Scotti con Mayolady; il 8. premio, al ten. Lacava con Lubecca.

Terza categoria. — Cavalli che hanno eseguito le corse del Duca d'Aosta.

Il primo premio è toccato al capitano De Gresti, con Megma; il 2. al ten. Lacava, con Lubecca; il 3. al ten. Slinger, con Gentle Millie.

Quarta categoria. — Salto in elevazione. — Principe Capece Zurlo, Saint. Hubert; sottotenente Volpicella, Victor; marchese Romanazzi, Velcome; tenente Sca-rampi, Ebano; tenente Carignani, D'Or; capitano Malfatti, Gratico; tenente Antonelli, Caster one ; te-nente Caccioppo, Morceau; tenente di Civitanova,

k ' Splico; tenente Amalfi: tenente Masi, Fox; tenente Andriani, Mary.

Vince il premio il tenente Antonelli con Coster-nane, che tocca nel salto in elevazione eoi posteriori.

Il cavallo Saint-Hubert, che fa lo stesso salto di 1,75, urta cogli anteriori contro il palo.

King-Charlie di Mrs Harrison Davis, montato dal ten. Piscicelli. & (Fot. T. Bozza - .Napoli).

calcio di rigore, e invece l'arbitro dà buono il goal al Torino, nella considerazione che Nay fermò la palla nella rete, oltre la linea del goal. Considera-zione assolutamente inesatta, come può attestare il sottoscritto ed altre persone che si trovavano a pochi metri dalla porta della Juventus. Ma 1 arbitro è inappellabile, e buona notte!

Siamo alla ripresa. Nei primi minuti la Juventus, con un brio india-

volato per parte di Frey e Bianchi, in special modo, invade minacciosa il campo dei rossi. Ma Bollinger ed Humbert sono due backs meravigliosi d'eleganza e precisione nell'assolvere il loro còmpito.

Sgombrano il loio campo e portano la palla al propri forwnrds. che non paiono però più cosi ordi-nati coinè da principio.

Questa ripresa si può ad un dipresso suddividere cot-ì: nei primi 10 minuti ha il sopravvento la Ju-ventus, dai 10 ai 30 tiene costantemente l'attacco il Tor no Poi è nuovamente la volta della Juventus. Verso la mezz'ora, infatti, Frey, su passaggio di Bianchi, con un lungo e potente shot da una ventina di metri di distanza, segna un goal, salvando 1 onore delle casacche bianche e nere. .

Incoraggiati dall'insperato successo, gli juventini tengono ifsopravvento per quasi tutto l'ultimo quarto d'ora.

Solo che i precisi cross del Besozzi da una parte, e di Jaquet dall'altra non approdarono a nulla, es-sendo il centro Frey marcatissimo.

Borei cerca allora di lavorar da solo: su passaggio di Besozzi corre al goal del Torino, gli animi sono sospesi, ma Bollinger salva la posizione liberandosi dal minaccioso attacco.

R gistriamo ancora a favore della Juventus un free-kik, che, quantunque tirato da Frey, non sorte il voluto effetto. .

Ed il match termina cosi con la vittoria del r. V. Mo-rino, 2 goals ad 1.

* * *

Ed ora qualche considerazione. I tre nuovi elementi, innestati nella squadra del F. C. Torino, sono tre ottimi giuocatori piovuti provvidamente dalla Sv z-zeranell'occasione di questa nuova disputa della ralla Dapples Rsich e Bachmann sono del Wintertbour I. C., ed Humbert è del Vlinux de Fonds. Giuocatori eleganti, compitissimi, e silenziosi, si son subito meravigliosa-mente amalgamati nella nuova squadra, che COBI com'era domenica scorsa, credevamo a. prima vista potesse infliggere una mezza dozzina di goals a qua-lunque squadra onestamente italiana le bi tosse pre-sentata contro. . T

Ma la disperazione fa operar miracoli, e la Juventus giuocò con tutta la foga, tutta la vivacità irruente di cui da qualche tempo non ci offriva più saggio, e seppe perdere onorevolmente per la differenza di un goal, che si potrebbe sempre discutere.

Ciò non toglie ch« lealmente sia nostro dovere ri-conoscere che quella del F. C. Torino si dimostrò domenica una grande squadra, in tutta l'estensione

Lubecca del ten. Lacava, S° premio nella prima categoria e 3' premio n'Ua s'conda categoria. (Fot. T. Bozza - Napoli).

Giuoco del Calcio Il " F. C. Torino „ mantiene la " Palla Dapples „

dopo un epico match col " Juventus F. C. „.

Le squadre: F. G. Torino: Fresia, Bollinger, Humbert, Engler,

Rodgers, Bachmann, Zuffi j., Zuffi He.eh, Capra, Debernardi.

F. C. Juventus: Dorante, Birberia, Mastrella, Nay, Colombo, Ferraris, Besozzi, Borei, Frey, Bianchi, Jaquet.

Arbitro il signor Meazza, dell' V. S. M. Calcio d'inizio, ore 16.

1. goal, ore 16,27 (Capra pel Torino F. C.). 2. goal, ore 16.40 ( R e i c h » » ).

Ripresa, ore 16,65. 1. goal, ore 17,23 'Frey pel Juventus F. C.).

Inizia il giuoco la Juventus che ha il sole di fronte. Frey passa a Borei, i he avanza. Capra si getta sulla palla e Borei è costretto a passare a Besozzi, il quale sbaglia il cross e butta il pallone fuori giuoco. Da questo momento il Torino prende l'offensiva.

E' un attacco continuo, serrato, insistente. Ma la difesa juventina è nella sua miglior giornata,

nou si lascia sormontare. Il giuoco è celere, vivace, movimentatissimo. I bianchi e neri eccellono in tutta la loro instabilità caratteristica.

Le casacche rosse si sentono forti del rinforzo stra-niero e svolgono nn giuoco calmò, regolare, d'in-sieme. I suoi forwards sono sovente sotto la rete juvent na. Su di uno splendido centro di Zuffi j., la palla arriva in goal.

Durante non è al suo posto. Ma Nay, sempre vi-gile, lo ha surrogato, e con un miracoloso colpo di testa dalla linea della sua porta salva il goal.

I bianchi e neri intanto raddoppiano gli sforzi per

porta è cosi scoperta. Capra misura uno shot potente, e il goal è fatto!

Ripresoli giuoco, nuovamente su di un serrato at-tacco dei rossi, Reich tira in goa', ma la palla batte sul-l'asta superiore, ritornando in giuoco. Succede una mèlée dinanzi alla porta juventina, ma poi il pallone fila alla difesa avversaria.

Siamo alla fine del primo tempo, e il giuoco è nuovamente nell'area juventina di punizione. Ad un tratto Durante grida a l hands, un po' di titubanza pel grido inopportuno, Reich ne approfitta, calcia in goal. Durante ne è uscito, e Nay l'ha nuovamente surrogato.

Questa volta però per arrestare la palla deve im-provvisarsi goal-keeper, e lo fa magnificamente arre-stando il ball a due mani.

Fuori di cosi non v'era scampo ! Si crede in un

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Umberto Gerard, l'ottimo goal-keeper del Pisa F. C. (Fot. G. Capanni).

della parola, magnifica per insieme e per equilibrata inquadratura.

Ma per uno di quegli strani casi, non infrequenti nel ìostro sport, alla bellezza del giuoco esplicato non corrispose uu proporzionato quantitativo di goals.

La causa? Anzitutto alla tenace ed instancabile difesa della Juventus, e poi al giuoco caratteristica-mente irruento e scombussolante dell'attacco juventino, la cui prima linea, se non ba facilità di segnare fre-quenti goals, ha però quella di riuscire sempre disor-dinatamente minacciosa.

Riassumendo, diremo che il match di domenica scorsa ci ha lasciati soddisfatti perchè riuscì oltremodo in-teressante e movimentato, e ha radicata in noi la persuasione che per qualche tempo ancora la Palla Dapples non esulerà dalle nostre mura.

Il F. 0. Torino ne conosce troppo bene l'impor-tanza morale e... finanziaria per lasciarsela incauta-mente sfuggire troppo presto.

Les affaires sont les affaires. G. C. C.

I Campionati federali di prima categoria.

A MILANO. — D'Unione Sportiva Milanese vincitrice del Campionato Lombardo-Veneto.

Nel retour-match di Campionato 1" categoria, svol-tosi a Milano fra il F. C. Venezia e l'Unione Sportiva Milanese, questa ha avuto nuovamente agio di dimo-strare tutto il suo valore, stravincendo, e dimostrando così l'ottima sua forma attuale.

Eccone alcune note di cronaca: Dopo 10 minuti di giuoco, di schermaglia vivace

fra gli avanti unionisti e la difesa veneziana, i Mila; nesi riescono a marcare un primo goal. I Veneziani attaccano a loro volta, ma vengono respinti, e la palla rientra in possesso degli Unionisti che a soli due minuti dal primo goal ne segnano un secondo per merito di Bojocchì. I Veneziani tentano ancora l'at-tacco, ma invano. Il giuoco è sempre sul loro campo e dopo 15 minuti dall'inizio Pizzi segna un terzo goal a favore della U. 8.

I Veneziani sono perduti, cercano però di salvare l'onore delle armi, ma non vi riescono nel primo tempo, mentre l 'U. 8. M. marca altri due goals a suo favore facendo salire la somma a cinque.

Nel riposo si commenta il giuoco dei Veneziani, che individualmente sono buoni, ma mancano di allena-mento e d'assieme. . r

Alla ripresa gli Unionisti giuocano con meno ì ruenza, già sicuri della vittoria fanno solo lo stretto necessario per arrivare alla fine. Cagliani però è in una buona giornata e ne vuole approfittare dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo marcando con un potente shot nn sesto goals, Bojocchi, per non es-serne a meno, dopo quattro minuti dal sesto, ne segna un settimo. Passano ancora pochi minuti ed è a Re-calcati che spetta l'onore di segnare l'ottavo.

I Veneziani però vogliono ad ogni costo salvare l'onore, e vi riescono. Vianello s'impossessa della palla e con una veloce scappata, seguita da un potente shot, manda la palla nella rete milanese. E non si fermano qui: infatti, ad un quarto d'ora dalla fine, il grosso Bompiani ne marca un secondo, mentre una salva d'applausi saluta questi inaspettati attacchi.

Ma i bianco e neri non si fermano neppur essi e prima che finisca la partita segnano altri 3 goals.

II fischio dell'arbitro lascia le due squadre ad 11 a 2. Fungeva da referee il signor Bossard àe>\\'Interna-

zionale F. 0. Le squadre erano cosi composte : U. 8. M.: De Simoni, Boldorini, Varisco, Colombo,

Cremonesi, Morbelli, A. Recalcati, Bojocchi, Pizzi, Morbelli C., Cagliani.

Venezia F. €'.: Tognacci, Bompiani, Lorenzetti, Federici, Gobzio, Boati, Piccoli Leone, Vivavente, Vianello, Santi.

A VERCELLI — Genoa Club » Pro Vercelli. Queste due squadre non si erano ancora incontrate

dacché giuocano al foot-ball. Un incontro, quindi, non privo di interesse e atteso con ansia dai nostri con-cittadini, che certo non si attendevano nel Genoa C. una squadra così potente e così corretta nel giuoco e nel contegno dei singoli giuocatori. Il bravo Hug ha cercato di plasmare una squadra italiana sul tipo svizzero, e, per ciò che riguarda il contegno e la leale combattività dei suoi coequipiers, è riuscito a mera-viglia nel suo intento. Disgraziatamente, proprio a lui, verso la fine della partita, quando le sorti erano già decise ormai, occorse un malaugurato incidente per cui dovette abbandonare il campo obbligandolo molto probabilmente a non più giuocare per parecchio tempo. E vengo ora, brevemente, alla cronaca del match.

La Pro Vercelli ha vinto e null'altro posso ag-giungere di questa squadra che altre volte ha dato prova di saper fare molto di più. Della sua vittoria, infatti, la Pro Vercelli non oredo sia rimasta gran che soddisfatta. Pare proprio che il giuocare sul suo campo le porti sfortuna e che tutta quella elettricità che attraversa il numeroso pubblico, si sprigioni sui singoli giuocatori rendendoli nervosi, impazienti, in-capaci di svolgere il loro classico giuoco. Meglio farebbe il pubblico a rimanere più calmo e così non assisteremmo al fatto curioso che i componenti stessi della squadra debbano affannarsi per invitare a quella tranquillità di spirito di cui essi stessi hanno essen-zialmente bisogno. Conchiudendo adunque, giuoco sconclusionato e assai poco efficace, mancanza di quella mirabile coesione di uomini che era ormai diventata vanto della Pro Vercelli.

Arbitrò il signor Gerolamo Radice del Milan Club. Malgrado tutta la buona voglia di far bene, mal-grado i suoi intendimenti jiiù che imparziali, a me parve mancare di quelle principali doti che contrad-distinguono un buon referee, e cioè netta concezione dell'azione e pronta decisione. Sembrò sovente dome-nica che egli giudicasse a tentoni, a casaccio direi quasi, inspirando i propri giudizi al concetto di ac-contentare volta a volta pubblico e giuocatori. Ma se le due squadre dando prova di supina obbedienza accoglievano senza proteste i deliberati dell'arbitro, non così avveniva del pubblico, che non si ristava dall'urlare e dal fischiare quando i deliberati dell'ar-bitro gli parevano ingiusti.

Il campo, malgrado le abbondanti pioggie dei giorni precedenti, era in splendide condizioni, soffice, erboso, non pesante. Pubblico numeroso come al solito e rumoroso. Tempo bello.

Le due squadre incominciano il giuoco verso le 15 circa. Subito la Pro Vercelli attacca con un entrain meraviglioso e in meno di 10 minuti segna un primo goal.

Pare che di questo passo la squadra vercellese possa vincere facilmente; ma non è così perchè i genovesi corrono all'attacco con molta velocità e decisione ; in seguito ad un calcio di punizione contro Vercelli il Genoa segna un goal. Le sorti sono pareggiate ; ma poco dopo, per un bel calcio di Hug, la palla batte su d'un palo laterale e per la seconda volta entra nella rete vercellese. Termina la prima ripresa, e si commenta favorevolmente la bella prova fornita dai rossi-bleu di Genova; ma ancora si spera in una vittoria vercellese.

Si riprende il giuoco; a volte a volte è emozionante e ben condotto. E' accordato un corner alla Pro Ver-celli; Rampini tira; i genovesi riescono a parare, ma la palla viene arrestata con la mano da uno dei difensori; il calcio di rigore viene tirato da Fresia, che sbaglia lo shot, mandando la palla sopra la porta.

Poco dopo però Milano rimedia segnando un goal; e cosi la partita è ancora pareggiata. Manca poco

alla fine e la palla, in seguito ad una milée davanti la porta genovese, vi entra per la terza volta.

Ancora pochi minuti e Hug si fa male al ginocchio. Il giuoco termina così con la contrastata vittoria della Pro Vercelli con tre porte a due.

Le squadre erano così composte: Pro Vercelli: Innocenti, Servetto, Binaschi, Ara,

Milano I , Leone, Visconti, Milano II, Fresia, Ram-pini, Corna.

Genoa Club : Brunoldi, Storace, Hug, Gevasco, Fer-raris, Herzog, Ravano , Hermann, Hurni, Crocco, Marassi. (M. B.)

I Campionati federali di seconda categoria.

A GENOVA.

Le seconde squadre del Milan e del Genoa fanno match nullo,

Terreno piuttosto pesante, e scarso pubblico. Nel primo tempo i milanesi, aiutati dal vento, hanno una leggera superiorità sui rosso e bleu, e riescono diverse volte a minacciarne seriamente il goal, ma con risul-tato negativo.

Nella ripresa è invece la squadra del Genoa che de-cisamente si slancia all'attacco e mantenendosi quasi costantemente nel campo avversario, pur non riu-scendo a penetrare la porta milanese, validamente difesa dal goal-keeper Trerè.

Anche le casacche rosso e nere ci fanno assistere a delle veloci incursioni nel campo avversario, iniziate specialmente per merito di Maedler, incursioni che però s'infrangono contro la difesa dei rosso e bleu.

Giunge così il fischio del referee, senza che nessuna delle due squadre sia riuscita a segnare alcun punto.

Referee il signor Cali Franz dell' Andrea Doria. Le squadre erano così composte: Genoa Club: Balbi, Hungtinton, Sassone, Marengo »..,

Solari, Castruccio, Gazzoppi, Piaggio, Marengo j., Crocco, Borgioli. . .

Milan Club: Heirn, Fallai, Ott, Porro. Barbieri, Carrer, Pedroni, Soldarini, Sessa, De-Vecchi, Maedler.

A TORINO.

Sul campo della Juventus ebbe luogo il retour-match di campionato di seconda categoria. Si trovarono di fronte il F. C. Piemonte e la Pro Vercelli li.

Dopo un giuoco fiacco e piuttosto disordinato, il match si chiuse con la vittoria del Piemonte, con 3 a 1.

I goals vennero segnati, uno per parte nel primo tempo, e due dai piemontini, nella ripresa per merito di Berardo F. e Gavinelli.

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