Kyos Verona Giugno 2009

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... Fiori di pesco Veronesi volontari in Abruzzo Filippo Perbellini Federica Pellegrini Francesca Gasperi Maria Alice Musi Samira Chabib Maria Teresa Ratti 1 a edizione Malgalonga giugno 2009 v e r o n a KYOS VERONA - GIUGNO 2009 N. 34 - DISTRIBUZIONE GRATUITA - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, CNS VERONA - PREZZO A COPIA € 2,00 KYOS VERONA GIUGNO 2009 MUSICA ARTE TEATRO SPETTACOLO DESIGN SPORT TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI AUTO NATURA

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... Fiori di pesco

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... Fiori di pescoVeronesi volontari in Abruzzo

Filippo PerbelliniFederica PellegriniFrancesca GasperiMaria Alice MusiSamira ChabibMaria Teresa Ratti

1a edizione Malgalonga

giugno 2009

MUSICA ARTE TEATRO SPETTACOLO DESIGN SPORT TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI AUTO NATURA

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MUSICA ARTE TEATRO SPETTACOLO DESIGN SPORT TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI AUTO NATURA

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edizioni • ristorante valpolicella • osteria dalla bice • trattoria caprini • trattoria alla ruota • pizzeria l’ angolo verde • gymnasium club • trattoria al tesoro • trattoria ponte di veia • comune di sant’anna d’alfaedo • agriturismo san mattia • paracadutismo boscomantico • agor e amighini • albergo morandini • pasticceria morandini • trattoria campostrini • trattoria ronconi • albergo pensione ombra • albergo zuliani • tele pace • osteria della valpolicella • biblioteca comunale di marano • comune di marano • bar ferrari • pizzeria al rugolin • prisma 2 • enoteca della valpolicella • centro sport. cementi rossi • la zebra rosa • biblioteca comunale di san floriano • comune di san floriano • pizzeria primavera • petra antica enoteca caffe’ • hotel valpolicella • salumificio valpolicella • rugby club valpolicella asd • centro sportivo san floriano • antica tipografia alle arche scaligere • pizzeria alla griglia • pizzeria alla quinta stagione • albergo alla pesa • ristorante villa del quar • byblos art hotel • bar volta • palestra new better body • pizzeria la tonda • bar splash • ristorante en bocon • zushi • bar fortuna • bar pasticceria la prua • comune di pescantina • pizzeria lo spizzico • biblioteca comunale di pescantina • pizzeria da nello • palestra new gym • palestra for you • bar l’ incontro • glamour cafe’ • dalen’ s cafe’ • bar chaplin’ s • bar mazzini • macelleria vassanelli • pasticceria garzotti • caffe’ risto’ carace • pizzeria al casolare • pizzeria al piccione • pizzeria due colonne •pizzeria alla passeggiata • bar sottosopra • bar ricky • bar catullo • bar al pesco • pizzeria deco’ • trattoria piccolo covo • village / area benessere • pizzeria alla corte • club il giardino • caffe’ fantoni

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KYOS verona editoriale

Con giugno che ci porta il caldo e la voglia di vacanza, siamo a raccontarvi un colore fresco e sereno, spesso accostato all’universo fem-minile e così emotivamente legato al mondo dei fiori. Ma è la nostra scusa per dare un filo conduttore alle pagine, e per unire idealmente quello che vi raccontiamo.Non volevamo perdere le impressioni a cal-do di alcuni amici veronesi che sono corsi in Abruzzo subito dopo che c’è stato il terremoto, senza pensarci due volte, con le maniche rim-boccate a fare qualsiasi cosa fosse necessaria per rendersi utili nel momento dell’emergen-za. Una mamma a tempo pieno Maria Alice, una motociclista Francesca Gasperi, Samira Chabib una mediatrice culturale e Maria Te-resa Ratti, una sorella comboniana che ha pas-sato metà della sua vita in Africa. Che paese l’Africa, culla della civiltà, dove le donne forti, tenaci e pronte al sacrificio, assumono su di sé il travaglio dei loro popoli. Ci ha appassionato

davvero tanto iniziare un percorso che non fi-nirà con questo numero, sul mondo africano. Grazie alla testimonianza di Samira riuscire-mo ad aprire finestre sulla cultura marocchi-na, per comprenderla e apprezzarla evitando i pregiudizi. Il nostro mondo va inequivoca-bilmente nella direzione della multiculturali-tà e solo grazie alla conoscenza di ciò che ci sembra diverso sarà semplice apprezzare ogni qualità di chi appartiene ad un altro mondo lontano.Buona estate, cari lettori.

Silvia [email protected]

Una precisazione:La fotografia ambientata all’interno del Mercato Orto-frutticolo di Verona pubblicata a pagina 13 di Kyos Ve-rona maggio 2009 è stata gentilmente fornita da Elnath Comunicazione.

Buona estate cari lettori

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... fiori di pesco

Think Pink04

TEATRO DANZA - MUSICA - ARTE 24FNAC - DA NON PERDERE - SPORT 30

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Una voce per Verona Chiacchierando con Filippo Perbellini 10

Aspettando Londra 2012Federica Pellegrini e la sua vita veronese 13

Mamma in motoFrancesca Gasperi una vita a “manetta” 14

appuntamenti

Colori in cucinaLa gentile cucina dei fiori 36

Scorci della provinciaRivoli e Sant’Isisdoro agricoltore 34

rubriche

Consigli di letturaIl romanzo rosa 37

Vetrina veroneseBorse d’autore 38

Percorsi di gustoA cena all’Anna Stuben a Ortisei 40

Ciak si giraReportage dall’ultimo festival del cinema melò 42

Natura e benessereCurarsi con i fiori di Bach 45

rivista mensile di Verona

giugno 2009anno 4 - numero 34

Rivista mensile free press di Verona e provincia. 12.000 copie distribuite nei migliori punti di incontro

EditorePRINTEDITA Srl - Via Francia, 7/b - 37024 Negrar (Vr) - Tel. : (+39) 045 8101204 Fax: (+39) 045 [email protected]

Iscrizione al Tribunale di Verona:n. 1786 - 17/01/2008Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CNS VERONARegistrazione al ROC n° 16808 Prezzo a copia € 2,00

Direttore responsabile: Silvia Sartea

Art director: Simone Pavan

Consulente editoriale: Pino Agostini

Redazione: Guido Benati, Simone Bonini, Riccardo Ferraresso

Hanno collaborato: Cristiana Albertini, Bruno Avesani, Ennevi, Elisa Zoppei, Farmacia Marcolungo Supervisione Tecnica: Gianna Calabria

Redazione Grafica: Cinzia Signorini, Manuel Bergamasco

Relazioni Pubbliche: Luisa Calabria

Sviluppo Commerciale e Pubblicità:Guido Benati, Alessia Corso 340 7532873

Stampa: CierreGrafica Sommacampagna (VR)Tel. 045 8580900 - www.cierrenet.it

Numero chiuso in redazione il:20 maggio 2009

v e r o n a

Professione MammaUna scelta in contro tendenza 16

Mediatrice culturaleSamira Chabib un ponte tra le culture 18

Paradigma AfricaMaria Teresa Ratti ci racconta il Paese dove ci si sente sempre benvenuti 20

Senza pensarci due volteSensazioni ed emozioni di ragazzi veronesi che sono andati come volontari in Abruzzo 06

Printedita sostieneABO PROJECTwww.aboproject.it

Storie su ruoteSculture in movimento 46

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Il rosa e la rosa, stesso nome, differente colore. Mi spiego meglio. Intendo dire che il rosa ov-viamente è rosa, ma la rosa non è rosa. Non voglio sostenere che non esista una rosa rosa, anzi, ci sono bellissime, grandissime, profuma-tissime rose rosa. Ma provate per un momen-to a pensare ad una rosa, o meglio ancora ad un mazzo di rose. Di che colore sono le rose di quel bouquet? Esatto, sono rose rosse, non rosa. Le rose sono rosse perché La rosa è rossa. È ros-sa come il cuore trafitto dalla freccia di cupido, rossa come la passione, rossa come l’amore... metaforicamente parlando, si intende. Non a caso “rose rosse per te ho comprato stasera”, non rose rosa, e non credo che la scelta sia dipe-sa esclusivamente da una questione stilistica. Il rosa è più delicato del rosso, è un rosso indeci-so, giovane e innocente. È dolce e infantile, un rosso immaturo confuso nello spazio indistinto di un mare di bianco, innamorato un po’ di tutto e forse di nulla in particolare, forse... allo stesso tempo è più libero e sprezzante, languido e avvolgente, romantico e fugace. Il rosa è un’il-lusione, una speranza, non una promessa, non un giuramento. È solo l’apostrofo che sta tra le due parole che il nasone dalla rima facile avreb-be voluto sussurrare alla sua Rossana. A partire dal fiocco appeso al davanzale è il colore che contraddistingue la femminilità. Le sue infini-te sfumature, dal limpido candore evanescente al vivo, caldo, profondo, acceso, ricalcano le altrettanto infinite e inafferrabili disposizioni d’animo di una donna. D’altro canto è il rifles-so di luce più incomprensibile all’uomo, inteso come maschio, che quasi ne teme il contatto, e solo da poco osa indossarlo senza l’atroce as-sillante pensiero di ispirare commenti imperti-nenti. Ecco dunque perché le rose si regalano rosse: per prima cosa suggeriscono con decisa delicatezza quali siano gli intenti ultimi del gentiluomo offerente, ma poi c’è da ricordare che rose rosa impallidirebbero di fronte alla cangiante vivacità del rosa femmineo, aggiun-gendo indecisione alla già proverbiale mobilità di ogni fanciulla. Eppure in fin dei conti il rosa è solo rosso più bianco... non c’è dubbio, un vero miracolo di desaturazione. (S. B.)

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Rose Bianche: esprimono un amore puro e intensamente felice, sono perciò le rose delle nozze;

Rose Rosa:veicolano un messaggio di gioia, di ammirazione e di tenerezza, se il colore è tenue e delicato, mentre esprimono amicizia e affetto pronti a diventare “rossi”, se il colore rosa è intenso;

Rose Rosse: sono ambasciatrici del desiderio d’amore e della passione amorosa;

Rose aRancio: esprimono la fascinazione per lo splendore della persona cui si indirizzano;

Rose Gialle: costituiscono una dichiarazione di gelosia e di timore per la bellezza capricciosa e fuggevole dell’amata;

Rose centifolie: “le rose dai cento petali” sono simbolo di grazia e annunciano il proprio desiderio amoroso;

Rose MultifloRa: esprimono un augurio di fecondità.

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Think pink RosaeRosa

Pensando al rosa

Il rosa è il colore dell’ “altra metà del cielo”, secondo una celebre definizione di Mao. Un antico mito greco, che Aristo-fane racconta nel Simposio di Platone, narra che ai primordi gli uomini erano delle palle perfettamente integre e felici. Ma Zeus, invidioso della loro felicità per-ché li rendeva molto potenti, li fece divi-dere tutti a metà: è per questo che nella vita ognuno cerca la metà da cui fu di-viso e, siccome la gran parte delle palle era costituita da una metà maschile e da una femminile integrate insieme, sulla Terra gli uomini cercano bramosamen-te le donne e viceversa. E il colore della metà più dolce del cielo e della terra è per antonomasia il rosa, a cominciare dall’Aurora, che col suo manto rosato annuncia ogni mattina il nuovo giorno.“Think pink”, quindi, è innanzi tutto un’esortazione a vivere pienamente la vita, riconciliandosi con se stessi, ma è anche un invito a cambiare la propria posizione e il proprio punto di vista, come a dire: osserva lo splendore e il prodigio della tua dolce metà, sussur-rale una canzone, dille una frase di tene-

rezza e offrile un fiore! Quale? Ma una rosa, non c’è dubbio: il fiore per eccellen-za, dalla bellezza fuggevole e misteriosa, dal profumo delicato e intenso e coi pe-tali splendenti come la sua pelle.Nel secolo scorso approdò sulla Terra il Piccolo principe di Saint-Exupéry che amava una rosa che per lui era “unica al mondo” perché diversa da tutte le altre: «Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente. […] Voi siete belle ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsia-si passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più im-portante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sot-to la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascol-tato lamentarsi o vantarsi, o anche qual-che volta tacere. Perché è la mia rosa».Think pink, quindi, perché rosa è per buona parte il senso della nostra vita.(P. A.)

I COLORI DELLE ROSE

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radioverona.it

la tua città, la tua provincia...

dal 1975 Radio VeronaFM 103.00 - 103.90 MHz - AM 1584 Khz

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Il terremoto del 6 aprile in Abruzzo ha richia-mato l’attenzione di tutti gli italiani e di con-seguenza di tutti i mezzi di informazione, o vi-ceversa, che dir si voglia. Nel bene o nel male, forse eccessivamente e di sicuro discutibilmente, nelle prime settimane dal sisma non c’è stato telegiornale, giornale, talk show della secon-da serata che non ne abbia parlato. Ognuno a proprio modo, si intende. C’è chi ha scelto di essere obiettivo, ma anche chi ne ha fatto pre-testo di proclama politici, chi ne ha considerato razionalmente cause e conseguenze, chi invece ha puntato al sentimentalismo, chi ne ha tratto una tanto intelligente quanto incompresa amara

ironia, chi infine ha tenuto a precisare di aver-ne tratto qualche punto percentuale di share. Tra buonismo, caccia allo scoop, presentatori che reggono, sinceramente commossi, pupazzi orfani, ce n’è stato davvero per tutti i gusti, tut-tavia, chissà come mai, la sensazione più comu-ne è proprio il disgusto, il senso di nausea... Per non accrescere questo malessere non ne diremo niente, lasciando semplicemente spazio alle sen-sazioni di chi laggiù c’è stato, senza interessi e senza polemiche, rimboccandosi le maniche per dare una mano a fare qualsiasi cosa: montare una tenda, preparare un pasto caldo, o organiz-zare uno spettacolo per intrattenere i bambini.

nicola, 29 anni, ValeGGio sul Mincio - VR

“Prima di arrivare non sapevamo precisamente quali sarebbero stati i nostri compiti. La squa-dra di cui ho fatto parte è stata destinata alla frazione di Tempéra, un campo gestito dalla regione Piemonte, dove abbiamo dato il cam-bio ad un altro gruppo di volontari sabato 18 aprile. In particolare è stato approntato ed eseguito il servizio richiesto di segreteria, una tenda-ufficio che serve come punto di contatto tra l’organizzazione operativa del campo e la popolazione stessa: un “ufficio informazioni” per gli abitanti della tendopoli, per gestire l’as-segnazione delle tende e ogni esigenza; il cen-simento delle persone residenti al campo e di quelle persone che hanno scelto di dormire in tenda, in prossimità delle loro case ma comun-que usufruivano dei servizi offerti dal campo come, per esempio, la mensa. Inoltre abbiamo attivato un servizio scolastico per continuare l’attività di materne, elementari e parte delle medie. È stata un’esperienza intensa e l’approc-cio non sempre semplice. Ancora più difficile è stato tornare al campo dopo aver visitato, con i Vigili del Fuoco, ciò che rimane del centro di Tempera, la chiesa è stata letteralmente rasa al suolo, così come altre case, altre ancora hanno balconi in bilico, crepe nelle quali passa una mano, pareti intere distaccate dalla base sino al tetto, macerie su macerie. Dopo la visita di quel pomeriggio associavo ogni viso che entra-va in segreteria dove lavoravo ad una casa, ad un angolo, ad una strada del paese, immagina-vo come dovesse aver passato la notte di quel 6 aprile, quel momento, ma ancora di più pen-

Senza pensarci due volte

Il racconto di alcuni ragazzi veronesi che hanno deciso di portare la loro disponibilità ai volontari impegnati in Abruzzo

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savo che era stato fortunato a salvarsi, speravo che non avesse perso nessuno. Credo che ciò che abbiamo potuto fare sia un piccolo tassello nella gestione di questa emergenza, non degno di alcun ringraziamento; personalmente credo di non aver fatto niente più che il mio dovere di buon cittadino. Ho portato a casa tanti nuovi rapporti umani. Abbiamo trovato persone dav-vero speciali, nessuno di loro ci ha fatto pesare di essere stati più fortunati di loro, tanto meno ho sentito qualcuno lamentarsi di quanto ac-caduto.

GaBRiele, 23 anni, VeRona

Non ho “deciso” di andare. È stata una reazio-ne spontanea, automatica, nata dalla volontà di poter aiutare concretamente chi si trovava, e si trova, in una situazione molto difficile. Essendo volontario di Legambiente mi è stata avanzata la proposta di andare in Abruzzo per una setti-mana dal 14 al 22 aprile. Non ci ho pensato un secondo ed ho subito accettato. Prima di scen-

dere ero preoccupato su come mi sarei dovu-to comportare, ma una volta arrivato mi sono accorto che, nonostante lo stato di emergenza, tutto prosegue “normalmente”. Sono situazio-ni in cui è meglio sconnettere il cervello, non stare troppo a rimuginare su quello che si vede, e concentrarsi piuttosto sul lavoro che c’è da fare. Ovviamente si è discusso molto di quanto accaduto, ma c’è stato tempo anche per parla-re di fatti personali e fare conoscenze. Ancora adesso attraverso facebook sono in contatto con una ventina di persone che ho conosciuto men-tre ero al Di.coma.c di Coppito (dipartimento comando e controllo presso la caserma della guardia di finanza). Come è normale qualche volta è capitato che ci fossero lamentele per l’or-ganizzazione non sempre puntuale, ma in ge-nerale con i terremotati si crea un bel rapporto di fiducia, e succede anche che alcuni volontari del posto si offrano di affiancare gli altri respon-sabili per coordinare al meglio le operazioni. Un’altra preoccupazione che avevo prima di

partire riguardava quello che avrei dovuto fare. Non avendo una preparazione specifica non sa-pevo se sarei stato in grado di far fronte a tutti i compiti che mi sarebbero stati assegnati. Ma ho ben presto scoperto che l’importante è lo spirito di adattamento, la prontezza, la voglia di darsi da fare, non tanto la formazione, che anzi non basta affatto se manca l’attitudine ad affrontare le situazioni pratiche. Essendo molte le esigenze sono stati tanti anche gli incarichi cui ho preso parte: dalla consegna dei pasti (ritirandoli dalle cucine dei tre campi principali e trasportandoli poi nei vari comuni); all’aiuto nella cucina del-la stazione; dal carico-scarico dei camion che arrivavano carichi di merce (cibo, vestiti); alla predisposizione dei campi di accoglienza per gli sfollati. I ritmi di lavoro non sono stati leggeris-simi: sveglia alle 7.00 per essere operativi verso le 8.30, fino alle 21.30 circa senza fermarsi un attimo, per concludere poi con un briefing e pianificare le attività del giorno seguente... Quest’esperienza mi ha aiutato a fare chiarez-

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za, a capire un po’ di più quello che voglio fare nella vita. Il volontariato è un’occupazione che dà tantissime soddisfazioni: permette di fare cose che generalmente non si fanno, di viag-giare molto, di conoscere nuovi luoghi, di con-frontarsi con persone anche di paesi lontani... il tutto con la costante di fare del bene a sé, agli altri e al mondo.

fRancesco, 34 anni, VeRona

Dalla notte del sisma in Abruzzo ho sentito parlare molte persone di emergenza, urgenze, soccorso. La motivazione fondamentale che mi ha spinto ad andare nelle zone terremotate è un “qualcosa” che difficilmente si può spiegare a parole, come una calamita che ti attrae tutti i giorni fino al momento della partenza. Sarei partito con qualsiasi associazione di soccorso organizzato e con qualsiasi mezzo, senza sapere dove avrei dormito o mangiato, se avrei avuto

la possibilità di lavarmi ecc. Per fortuna la se-zione di Protezione Civile della Croce Verde di Verona nella quale presto servizio in qualità di infermiere da circa quattro anni ha raggiun-to sin dai primi giorni le zone terremotate, in particolare il campo di Pianola a 10 km circa dall’Aquila a 700 metri di altitudine circa (560 sfollati) e il campo più in alto a Santa Rufina a più di 900 metri di altitudine (250 sfollati) gesti-to per altro dalla protezione civile del Comune di Verona. Quindi dal 18 al 24 di aprile sono partito con altri 2 infermieri e 12 soccorritori alla volta dell’Abruzzo. Nel servizio d’emergen-za in ambulanza mi sono occupato delle prime urgenze nel campo, nelle zone limitrofe e nei campi dove non era presente un punto sanita-rio. Nel servizio p.m.a. (punto medico avanzato) ho svolto, in collaborazione con il medico, atti-vità ambulatoriale. La cosa più importante per me è stata l’attività di ascolto di quanti avevano

bisogno di sfogarsi e di parlare con qualcuno di ciò e di chi non c’era più... Con gli altri vo-lontari (quattro della Croce Verde, quattro per S.O.S. Sona e quattro della Croce Bianca) si è creato un legame forte, tanto che pochi giorni fa abbiamo organizzato una cena per riunirci e fis-sare una data per ripartire in giugno. Insomma è venuta meno sin da subito anche quella sana rivalità che caratterizza le “croci”. Lavorare insieme si può e l’Abruzzo me l’ha insegnato. Agli amici che mi chiedono come è andata dico sempre che è molto più quello che le persone dell’Abruzzo hanno da dare a noi ri-spetto a quello che noi possiamo dare loro.

alessandRa, 30 anni, VeRona

Siamo andati in “missione” con lo spirito che lega tutti quelli che fanno il volontariato. È una cosa difficile da spiegare, è qualcosa che senti di dover fare, senza avere nulla in cambio, proprio come nella vita di un volontario. Eravamo nel reparto sanitario nel campo di Pianola. Ave-vamo una tenda come punto medico avanza-to dove chiunque poteva trovare professionisti come il medico e l’infermiere oppure conforto anche semplicemente con una parola. Il rap-porto con gli altri volontari è stato splendido, forse perché si era tutti uniti per lo stesso scopo, e quindi ci si aiutava per aiutare al meglio gli sfollati. Anche con la gente del posto si è cre-ato un forte legame tanto che siamo tornati a casa con una fortissima carica di emozioni, re-galateci da queste persone così umili e capaci di non piangersi addosso nonostante la tragedia. Un’esperienza che lascia senz’altro il segno.

Le immagini del servizio sono state fornite dai ragazzi intervistati

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50 Artiste italiane si sono date appuntamento per aiutare concretamente l’Abruzzo. Con il concerto benefico e non politico Amiche per l’Abruzzo si concretizza l’idea di Laura Pausini che ha coronato il suo sogno di riunire le donne della canzone italiana. Grazie alla disponibili-tà, all’entusiasmo e alla generosità di tutte le colleghe, come Elisa, Gianna Nannini, Fiorel-la Mannoia, il prossimo 21 giugno a San Siro prenderà vita questa grande manifestazione.

Insieme a loro hanno aderito un grande nume-ro di artiste. Alcune in forma di partecipazione diretta, altre solo come sostenitrici. In ordine alfabetico: Alice, Alessandra Amoroso, Arisa, Malika Ayane, Rachele Bastreghi, Leda Bat-tisti, Simona Bencini, Loredana Bertè, Laura Bono, Chiara Canzian, Rossana Casale, Ca-terina Caselli, Carmen Consoli, Aida Cooper, Cristina D’Avena, Grazia Di Michele, Dolce-nera, Giorgia, Giusy Ferreri, Fiordaliso, Ire-ne Fornaciari, Dori Ghezzi, Irene Grandi, Jo Squillo, Karima, La Pina, Patrizia Laquidara, L’Aura, Mietta, Milva, Andrea Mirò, Simona Molinari, Nada, Mariella Nava, Nicky Nicolai, Noemi, Anna Oxa, Paola e Chiara, Nilla Piz-zi, Patty Pravo, Marina Rei, Donatella Retto-re, Antonella Ruggiero, Senit, Spagna, Syria, Anna Tatangelo, Tosca, Paola Turci, Ornella Vanoni, Iva Zanicchi.

Oltre ai proventi dei biglietti (al netto dell’Iva e delle spese di gestione) sono in programma altre forme di raccolta in via di definizione. Il costo del biglietto è di 25 euro per prato, pri-mo anello laterale, secondo e terzo anello e 150 euro per il primo anello tribuna rossa. Non sa-ranno applicati diritti di prevendita. I biglietti sono disponibili negli abituali circuiti di vendi-ta da venerdì 8 maggio.

Per rendere veramente efficace questo obietti-vo, tutte le Artiste e le strutture coinvolte nella realizzazione dell’evento si sono impegnate a prestare la loro professionalità a titolo assolu-tamente gratuito e non esisteranno omaggi di nessun tipo. Anche la Siae, per la prima volta in questo tipo di manifestazioni, parteciperà con un proprio diretto intervento economico.

Amiche per l’Abruzzo

Prima di arrivare a Verona in Arena il 29 giugno, Laura Pausini riunisce tutte le cantanti italiane in un grande evento per l’Abruzzo

In DIretta a Segnale UnIfIcato

Radio RAI

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Kyos Verona Giugno 2009

La nuova voce del panorama veronese si chia-ma Filippo, ha 18 anni, un curriculum di tut-to rispetto e si sta preparando a conseguire la maturità. Una carriera iniziata (per gioco o per caso) da piccolissimo che lo ha portato alla partecipazione all’ultimo festival di San Remo nella categoria giovani con un padrino d’ecce-zione come Riccardo Cocciante.

Gli inizi: quando hai deciso di voler fare il cantante?Canto e suono da quando ero poco più che un bimbo. Ho iniziato a sette anni e da allora di bei ricordi ne ho collezionati davvero tanti. Mi vengono in mente episodi diversi, dal con-certo a Milano nella Chiesa Santa Maria del-le Grazie con Cecilia Gasdia e Ivana Spagna; alla trasmissione Bravo Bravissimo con Mike Bongiorno; fino al concorso di Solarolo che ho vinto: una bellissima soddisfazione visto che l’organizzazione era della famiglia di Laura Pausini!

I tuoi genitori ti hanno sostenuto?Sempre e ovunque con passione ed entusia-smo. Non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio ed il loro affetto.

Come hai ricordato, fin da bambino hai parteci-pato a diversi program-mi televisivi, com’è stato l’approccio con il mondo dello spet-tacolo, e che peso ha avuto per la tua carriera?Il mondo dello spet-tacolo è travolgente e coinvolgente allo stesso tempo, quan-

do ho iniziato ero ancora troppo piccolo per pensare alla carriera.

Qual è stato il momento che ha segna-to la svolta?Alla prima di Giulietta e Romeo all’Arena di Ve-rona sono riuscito a lasciare a Riccardo Coc-ciante un mio cd con alcune cover. Dopo un mese circa arriva una telefonata... Era lui! Non ci potevo credere! Un sogno che diventava re-altà. A quell’incontro è seguita la creazione del pezzo Cuore senza Cuore e la magica partecipa-zione a Sanremo.

In molti hanno notato la somiglianza tra te e Riccardo Cocciante, artistica-mente ti senti un po’ come un figlio per lui?Riccardo Cocciante ha segnato senza dubbio in maniera indelebile la mia vita artistica e non solo. È una persona dotata di una sensibilità e un’umanità eccezionale, doti rare e preziose. Possiede una saggezza speciale e la sua passio-ne per la musica è indescrivibile, il suo volersi sempre migliorare è per me un monito a non mollare mai. Non gli sarò mai abbastanza gra-to per tutto quello che mi sta insegnando.

Sanremo, qual è stata l’emozione più forte?Il duetto con Riccardo rimarrà per me indi-menticabile...

Sei stato ospite alla serata conclusiva di X-Factor, che idea hai di questo tipo di programmi?Partecipare a X-factor è stato “fico”! Il pubbli-co, particolarmente caloroso, faceva il tifo per i propri idoli: i giudici e gli addetti alle radio erano molto attenti, e alla fine dell’esibizione tutto si è concluso con un grosso applauso. Il duetto con Jury è stato emozionante, perché,

anche se ci esprimiamo differentemente, ab-biamo scoperto di avere gusti molto affini

per quanto riguarda la musica.

Partecipare a San Remo o vince-re X Factor?X Factor è una bellissima vetrina... Sanremo però è la storia della mu-sica Italiana... A questo punto di-rei: vincere Sanremo! (ndr ci avrei scommesso)

Una nuova voce per Verona

di Riccardo FerraressoFilippo Perbellini da San Remo a...

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Kyos Verona Giugno 2009

Per la realizzazione dei tuoi pezzi puoi già vantare numerose collaborazio-ni importanti, per esempio con Alex Britti nell’ultimo singolo Metà e metà. Sono cose che non capitano tutti i gior-ni ai cantanti esordienti, quanto conta la fortuna? Che effetto fa lavorare con artisti di questo livello?Un po’ di fortuna non guasta, ma sono indi-spensabili lo studio e la passione. Lavorare con Alex Britti è come guidare una Ferrari... Emo-zionante!

Musica e scuola, come concili le due cose?Non è facile, anche perché mi sto preparando per gli esami di maturità. La fatica maggiore è però quella di conciliare le attività musicali con le lezioni. Ma sono convinto che sia fondamen-tale avere tanti obiettivi.

Il 30 maggio ti vedremo in Arena?Ovviamente sarebbe un sogno poter ricantare Cuore senza cuore con Riccardo, magari in Are-na. Se questo sogno si avverasse ovviamente sarei pronto!

materia: Musica (ah ah ah....)film: Shooter, 007, Le Grand Bleuattore/attrice: Jessica Albacantante: Stevie Wondercanzone che non smetteresti mai di ascoltare: Isn’t She Lovely, ovviamente di S.Wondercanzone che dedicheresti a una ragazza: Gravity - J.Mayercolore: Nerosport: Calcetto, Sub, Vela, Scisquadra: Tifoso delle squadre di Veronapiatto preferito: Pizza

le tUe preferIte:

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Kyos Verona Giugno 2009

Eccomi Associazione di Volontariato Onluslavorare per i giovani con i giovaniEccomi è un’associazione di volontariato che sostiene progetti per i giovani in Burundi, Burkina Faso, e in Brasile, il progetto Remar. Promuove l’educazione, l’istruzione e la formazione di giovani e adulti in difficoltà Appoggia i giovani nel loro ambiente collaborando alla realizzazione di iniziative imprenditoriali e artigianaliReperisce le risorse umane ed economiche necessarie alla definizione dei progettiSostiene lo scoutismo giovanile e adulto, coerente con i valori associativi di solidarietà, di promozione umana, di pace e di rispetto della dignità di ogni uomo

Come offrire le donazioniLe donazioni possono essere effettuate a favore diEccomi - Associazione di volontariato OnlusVia G.A.Pasquale, 11 - 00156 Roma indicando il nome del progetto che si intende sostenere- tramite conto corrente postale: n° 78044310- tramite assegno non trasferibile o bonifico bancario:Banca Popolare Etica, Agenzia di Roma, via Rasella, 14 - 00187 Romacoordinate bancarie internazionali: IT77 Q 05018 03200 000000118601.

L’Associazione di volontariato Eccomi Onlus è una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale con sede legale in Roma debi-tamente registrata presso l’Agenzia delle Entrate, Direzione regionale del Lazio ai sensi dei D.Lgs 460/97 e D.M. 266/03. Pertan-to le donazioni in denaro e in natura erogate da persone fisiche sono deducibili dal reddito complessivo o detraibili dall’imposta lorda del soggetto erogante a norma di legge.

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Record del mondo nei 200 stile libero, oro alle olimpiadi diPechino del 2008... e le valigie già pronte per Londra 2012

quando ottieni risultati importanti i riflettori si accendono in maniera anche invadente, però è tutto direttamente proporzionale allo stile di vita e diventa una costante professionale anche in periodi dell’anno lontani dalle grandi gare.

Il sacrificio per arrivare ad ottenere risultati è tanto. Nei momenti in cui questo sacrificio non era pagato dalle vittorie ti è mai venuto in mente di smettere?Mai. Anzi ho sempre avuto uno stimolo in più per fare meglio. Non è facile essere sempre al top in uno sport competitivo come il nuoto.

Perché proprio il nuoto e non un altro sport?Il nuoto perché l’acqua è il mio elemento na-turale. I miei genitori prima di insegnarmi a camminare mi hanno insegnato a nuotare!

Cosa farai nell’agosto 2012? (N.d.R. Ci saranno le olimpiadi a Londra).Noto con immenso piacere che già conosce la risposta...

Federica Pellegrini sa bene come appassionare e tenere con il fiato sospeso i suoi milioni di fans. Tra risultati impressionanti segnati contro se stessa, exploit inaspettati come quello dell’8 marzo a Riccione quando, un paio di giorni dopo un ritiro, ha fatto fermare il cronometro a 1’54”47, record del mondo nei 200 stile libe-ro, e qualche concessione al gossip, non è certo un’atleta che resta con le mani in mano...

Verona la tua seconda casa, i tuoi com-pagni di squadra una seconda fami-glia... Che rapporto hai con la città?Verona è una città speciale, lo dico sempre e lo ripeto. Mi piace soprattutto quel suo essere a misura d’uomo. Da quando sono venuta a vivere qui mi sono sentita come rinata. Sento che la gente mi vuole bene.

Come vivi la pressione dei media che durante tutto l’anno cercano scoop sul tuo conto?Avere l’attenzione dei media durante gli ap-puntamenti importanti come possono essere le Olimpiadi o i Mondiali è nel conto. Magari

di Riccardo Ferraresso

Federica Pellegrini: la campionessa del nuoto è di casa a Verona

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Mamma in moto

di Silvia Sartea

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Francesca Gasperi e una vita dipinta dall’arcobaleno

Infiltrarsi nel mondo maschilista del motoci-clismo a 360°, continuare a fare la mamma capace ed onni-presente, rimanere donna in tutto e per tutto soprattutto nella femminilità e sensualità, sembrano essere tre condizioni incompatibili tra loro. Nella sua naturalezza e spontaneità invece, una ragazza veronese di queste condizioni ne ha fatto il suo stile di vita, si chiama Francesca Gasperi, e va in moto per grande passione nonché per lavoro, segue con amore il suo piccolo Giacomo di 6 anni già “motociclista’’ da qualche anno (per ora come passeggero), e, a giudicare dalle foto e da quello

che racconta chi la conosce, non è certo caren-te di fascino, sensibilità e seduzione.Motociclista impegnatissima, che ha trasfor-mato una grande passione personale in lavoro sfaccettato in mille direzioni del campo moto-ciclistico, è infatti test rider per una nota casa di produzione giapponese di moto stradali sportive, è giornalista freelance su riviste di set-tore motoristico, è saltuariamente istruttrice di guida in pista, è al fianco di Fabio Fasola che organizza gare e tour per moto da fuoristrada estreme... e, per qualche prezioso minuto delle sue singolari giornate, di seguito anche ospite delle pagine di Kyos: Francesca ci ha lasciato un po’ del suo tempo per raccontarci l’entu-siasmo di questa sua vita su due ruote, la de-terminazione e la passione per portarla avanti e, in aggiunta a tutto ciò, anche il suo hobby preferito da sempre ovvero la fotografia. Un cenno infine all’ultima delle sue avventure en-tusiasmanti appena vissuta (e che già si ripeterà il prossimo dicembre), il Desert Logic, singolare gara/raid motociclistico tra le dune di sabbia.

Come sei arrivata a essere motocicli-sta per professione?Ho sempre respirato aria di moto in famiglia, dove ho condiviso chilometri e chilometri da mototurista, passeggera, con mio fratello alla guida. Ma un giorno, avevo 19 anni, ho deciso di prendere la mia prima moto. Passando alla guida, mi si è aperto un mondo. E da lì - da quello che mi dava ogni giro in moto - ho ca-pito che questa storia non sarebbe mai finita.Salendo di cilindrata, cambiando modelli, ho iniziato ad accumulare esperienze di viaggi meravigliosi, tantissimi chilometri fino alla de-cisione di scendere in pista. Una decisione che ho preso dopo che è nato il mio bambino. Per un senso di responsabilità, per non rischiare in giro per le strade, ma per misurarmi con que-sto sport che stava diventando il mio lavoro.

Dicevamo una passione che è diventa-ta un lavoro. Ma cosa vuol dire lavora-re con la moto?Vuol dire essere molto fortunati: fare della pro-pria passione un lavoro... a volte è veramente faticoso fisicamente, ma è vietato lamentarsi! Quando ho deciso di iniziare a correre in pi-sta mi sono iscritta ad un corso. Qui mi han-no notato i referenti di una rivista settimanale specializzata nel settore motociclistico e mi hanno proposto una collaborazione. Si trattava di scrivere di moto per un giornale. Una pro-posta inaspettata ma molto interessante. L’ho accettata e sono diventata tester di Moto Sprint e In Moto. Ora collaboro come freelance per ri-viste del settore. Nel frattempo sono diventata istruttrice e questo mi ha aperto un altro am-bito nella professione. Ora sono tester per una casa giapponese in Europa.

Ci sono molti modi di essere motoci-clisti: su strada, enduro, cross... È vero ci sono molti mondi e sono diversi tra loro. Io li vivo tutti e ognuno mi offre grandi e diverse emozioni. L’enduro, per esempio, è un’ esperienza completamente diversa, alla scoperta di un mondo in mezzo alla natura a volte davvero selvaggia con tutti i suoi “tra-bocchetti”. Ti misuri con la tua forza fisica, e la tecnica di guida è fondamentale; in alcuni passaggi devi tirar su la moto di forza per supe-rare gradoni di pietra... passaggi difficili, sassi, ruscelli, rocce, sterrate carraie. In pista dove la preparazione fisica è altrettanto fondamentale, è necessario anche un grande sforzo di con-centrazione; è faticoso anche mentalmente, si studia la tattica, le traiettorie migliori per supe-rare gli avversari e ti misuri costantemente con il cronometro.

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... Istruttrice in pistaCome ti dicevo, insegno guida sportiva in pista e anche la sicurezza: la passione che però non mette a rischio. Un giorno mentre portavo a scuola il mio bambino mi ha fermato un vigile per farmi i complimenti per come lo avevo si-stemato per portarlo con me. Casco integrale, paraschiena, guanti, scarpe con la caviglia co-perta, lo preparerei così anche se andassi solo con lo scooter. Non salirei mai in moto senza stivali o paraschiena, tanto meno porterei con me qualcuno che non fosse così protetto.

è stato faticoso inserirsi in un mondo così maschile?Oggi non è più così esclusivamente maschile come quando ho cominciato io. Non direi fa-ticoso, ma all’epoca ricordo che ad esempio ai corsi in pista non tutti i ragazzi “accettavano” a cuor leggero l’istruttrice donna... Poi, con la tuta e il casco addosso, sulla mia moto non c’è più nessuna differenza e questa è sempre stata la risposta ad un po’ di ostilità.

Raccontaci di come si corre nel deserto...Non ero mai andata in moto nel deserto pri-ma dell’inverno scorso. Si svolgeva la quarta edizione del Desert Logic Tunisia, firmata Fabio Fasola. Avevo già iniziato a collaborare con Fa-bio per i corsi di guida e mi hanno proposto questa gara nel deserto. Bellissimo, un viaggio con un pizzico di competizione. 1000 chilome-tri in cinque giorni con le sorprese del deserto come il freddo inaspettato del secondo giorno sotto la pioggia battente. Abbiamo formato la prima squadra di tre ragazze (Paola Cazzola e Alessia Polita, campionesse di velocità ed io), una gara a tappe in cinque giornate viaggiando sempre a squadre. Uno sforzo fisico notevole ripagato dalla spettacolarità degli scenari e dal clima che si istaura con i motociclisti compo-

nenti delle altre squadre. Alla fine di quest’an-no sicuramente ripeterò questa esperienza, la destinazione sarà il Marocco.

Come si svolge ogni giornata di gara?Ogni sera si tiene un meeting con l’organizza-tore che fornisce ai partecipanti le coordinate gps e il road book. Poi tutti a preparare la moto e partenza l’indomani alle ore 9.00, in alcuni punti del tragitto si trovano le prove speciali. Un giorno ci siamo trovati in un cammello-dromo... un ovale su cui abbiamo fatto una smanettata bellissima in una pista battuta a staffetta. Un’energia bestiale. Ci siamo divertiti moltissimo e un aspetto molto bello di questo viaggio/competizione è che c’è uno spirito di squadra davvero fortissimo. Non c’è tensione e ci si aiuta molto. Ci siamo divertiti.

Se non fossi salita la prima volta su quella moto, cosa saresti adesso?Probabilmente sarei fotografa. La fotografia è uno dei miei hobby preferiti.

O motociclista o fotografa quindi... Credo proprio di si. Ho sempre fotografato, cercavo colori, poi volti... quanti ritratti ho scattato e la cosa più bella era quella tazzina di caffè che si beveva prima di scattare. Comin-ciavi già a vedere la persona prima di guardar-la attraverso l’obiettivo, entravi un po’ nella sua vita da quello che ti arrivava chiacchierando davanti al caffè. Ho fatto anche molti scatti sportivi, dove si immortala il dinamismo la-sciando l’effetto del movimento.

Come ti riposi quando sei stanca?Non ci crederai... vado a fare un giro in moto. A Pasqua avevo bisogno di “staccare la spina”, ho preso la moto e ho fatto 800 km.

Qual è il colore della tua vita ?Se la dovessi rappresentare con un colore non sarebbe possibile sceglierne solo uno. Quindi direi che l’arcobaleno è l’unico modo per di-pingerla... la mia vita è troppo dinamica an-che nella quotidianità senza un giorno uguale all’altro e senza la possibilità di fare troppi pro-grammi.

Come riesci a fare tutto quello che fai facendo anche la mamma?Come fanno tutte le mamme che lavorano. È vero il mio non è un lavoro di ufficio, con orari fissi e una sede stabile. Ma ho persone vicine che mi aiutano molto (farei un monumento ai nonni!) e riesco a gestire tutti i viaggi e gli spo-stamenti che la mia professione richiede pro-prio grazie al loro sostegno. Il mio bambino, Giacomo, è nato quando io facevo già questo lavoro e per lui è normale che io ogni tanto mi assenti.

Immagini fornite da Francesca Gasperi

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Maria Alice ha un marito e 8 figli. Una mat-tina di maggio, mentre sono tutti a scuola la abbiamo incontrata e ci siamo fatti raccontare la bella fatica (o la faticosa bellezza) di una vita così piena di persone. Una famiglia numerosa dove il ruolo della donna, che ha scelto di fare la mamma, diventa fondamentale per la sua capacità di avere sempre presente la visione di insieme. Maria Alice dice io guardo a questa altezza, e con la mano indica il livello degli oc-chi: intende che è possibile che ogni tanto la sua casa non sia proprio pulita e perfettamente in ordine, ma che ciò che importa è incontra-re sempre gli occhi dei ragazzi che entrano e escono di casa, che entrano ed escono dalla vita di famiglia per avviarsi sulla loro strada che pian piano prende forma. E una mamma sa che prima o poi li lascerà andare, ma sa an-che che sarà sempre il suo compito vegliare su di loro, che ognuno dei suoi figli, sia maschi che femmine, avrà lei e il papà come riferimenti per tutta la vita.8 figli sono abbastanza, non tutte le famiglie di oggi hanno questo numero, ma la storia di Maria Alice ci piace proprio per la semplicità e la disinvoltura con cui lei stessa parla di questa scelta, e per la serenità che si respira in casa sua nonostante tutto...

Cosa immaginavi della tua vita prima di sposarti?Mi attirava tanto la prospettiva di viaggiare, ho sempre avuto il desiderio di sentirmi libera, l’idea di sposarmi e di avere dei figli era abba-stanza lontana dai miei progetti, o comunque non era prioritaria. Di certo non pensavo che la mia vita avrebbe preso questo tipo di direzio-ne, per lo meno non così decisa. Anche quando mi sono sposata, avevo 25 anni, non pensavo di avere subito dei figli.

Ora hai 40 anni, un marito e 8 figli... qualcosa è cambiato rispetto ai tuoi progetti di ragazza In effetti, dopo che è nato il nostro primo figlio, è cambiata completamente la mia prospettiva sulla vita, e soprattutto su me stessa. La nascita di un figlio è un momento decisivo nella vita di una donna, è un passaggio fondamentale, un

cambiamento radicale, quasi traumatico nella sua radicalità. Dopo, nulla è più la stessa cosa. Così mi sono completamente tuffata in questa nuova avventura, invece che programmare viaggi e safari (che mi avevano molto attirato fino a quel momento) ho investito nell’attività di mamma a tempo pieno, senza la possibilità di timbrare un cartellino a fine orario. Mi sono appassionata alla realtà dei figli, non perché io sia una persona particolarmente materna, ma perché nutro una grande passione per le perso-ne, per “l’essere umano”.

Qual è stato “l’incantesimo” che ha compiuto il primo figlio e che ha cam-biato le tue scelte?Mi ha fatto scoprire una persona che non sape-vo esistesse dentro di me. Ho capito che i miei progetti erano strutturati sulla base di sogni e desideri che non nutrivo direttamente. Quella

di Silvia Sartea

Professione mamma

Sei degli otto figli di Maria Alice, fotografati al mare quando erano piccoli

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di avere figli era la mia nuova scelta, era la vita che volevo. Ho trovato delle ragioni che prima non conoscevo, ho scoperto chi ero. Questo nuovo sipario che si è aperto mi ha svelato che non volevo veramente quello che avevo sem-pre sognato, ma mi ritrovavo proprio in questa nuova vita che si stava delineando.

Cosa ti ha dato e ti sta dando questa scelta forte che ha caratterizzato gli ul-timi 20 anni della tua vita?Loro, i miei figli, mi hanno fatto sentire una regina. Nessuno al mondo ti fa sentire così, diventi fondamentale. Insieme a loro ho inco-minciato un percorso personale intenso e pre-zioso, che è stato ed è tuttora bellissimo.

Una scelta in contro tendenza rispetto alla società di oggiDirei che in generale questa società non aiuta a fare delle scelte, non solo in questo campo. Perché te le offre sempre e continuamente tut-te e quindi hai davanti l’offerta di un mondo globalizzato in cui sembra di poter fare tutto. In più, in particolare sulle scelte di una donna, viene presentato un modello che non è molto coerente alla realtà. Non sempre una mamma che aspetta un figlio, o che lo ha appena avuto, risulta così in forma e bella come appaiono le mamme vip sulle riviste patinate o le mamme personaggio che si vedono in televisione. Nella maggior parte dei casi la gravidanza è una fase faticosa della vita di una donna, in cui si “pre-sta” il proprio corpo a un piccolo essere che lo usa per crescere e nutrirsi... e altrettanto spesso dopo il parto, soprattutto nelle prime settima-ne, la vita è stravolta nei ritmi, nelle abitudini e nelle relazioni: si è totalmente assorbiti dal neonato.

E cosa pensi di tutti i viaggi che avresti voluto fare?Questo forse un po’ rimpiango. Le agenzie di viaggi mi fanno diventare matta, sono una sor-ta di “schiaffo morale”, e vederle sempre piene è ancora più fastidioso! In realtà ogni bambino è molto più di un viaggio. Ricordo quando è nato il mio sesto figlio, proprio all’ora della na-

scita, decollava l’aereo di una mia cara amica che partiva per un viaggio in Africa. Un paio di settimane dopo, al ritorno, questa amica mi ha chiamata per salutarmi e complimentarsi per l’arrivo del piccolo e mentre mi diceva di alcune avventure che aveva passato durante il suo tour e che avevano preso anche un bel po’ di umido perché la stagione non era proprio quella giusta, io accarezzavo il mio piccolino pensando che tra le due forse la meglio la avevo avuta io...

Mi sembra che l’essere mamma sia anche un po’ la somma di tante singo-le professioni messe insieme: medico, psicologo, direttore marketing, capo ufficio acquisti... cosa ne pensi?Effettivamente è un po’ così. Nella vita quoti-diana, seguendo i figli, ci si trova spesso a essere il primo medico o il primo confidente nella loro crescita. In questo senso ovviamente si deve fare lo sforzo di fidarsi delle professionalità di chi c’è intorno: una mamma pensa sempre di sapere cosa è meglio per i suoi bambini, ma di certo i pediatri ne sanno di più! Capo ufficio acquisti è un ruolo effettivo, si fanno i conti, si

organizza il budget familiare e si tiene sempre sotto controllo la dispensa, il frigorifero per es-sere pronti a “fare gli ordini della merce” che serve per mandare avanti la vita in casa.

Quali sono le tue paure?Prima di tutto io non mi fido degli “altri”. Nel senso che sono convinta che io e mio marito dobbiamo essere i riferimenti dei nostri figli.

Maschi e femmine? Come cambia il tuo rapporto con i figli?Io sono cresciuta con solo fratelli maschi e ave-re delle figlie femmine è stata un’esperienza bellissima. Siamo riuscite ad avere un rapporto di amicizia, a condividere interessi e hobby.

Come ti riposi?Mi piacerebbe leggere. La lettura però è una grande tentazione perché non potrei dedicar-mi a un libro e abbandonarlo dopo poco... così leggo solo se so che ho il tempo necessario a go-dermi la lettura e questo succede più facilmen-te in estate, durante le vacanze. Mi piace stare con le persone, passeggiare con un’amica e da quando i figli sono tutti a scuola lo riesco a fare.

... gli ultimi due

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Capire una lingua e servire a chi la parla per spiegarsi, aiutare una persona nei bisogni più immediati e, conoscendone la cultura capire quelli non espressi. Sapere le abitudini di una razza e fare in modo che non siano di ostacolo per l’inserimento in una realtà lontana e diffe-rente dal Paese di origine. Ogni cultura ha un diverso modo di percepire le cose: dal confron-to fra le generazioni e fra i sessi, alla religione e alle tradizioni. Il mediatore opera nel punto d’incontro delle due culture, sia a livello umano e sociale, sia a livello tecnico e amministrativo.Questo e molto altro è l’impegno di un media-tore culturale, come la signora Samira Chabib, marocchina che dal 1993 vive a Verona con la sua famiglia e si occupa di sostenere i suoi connazionali in tutte le piccole grandi cose che si devono sapere. Una esperienza intensa nella vita di chi, come lei molti anni fa, si trova a scontrarsi con gli apparenti limiti di un paese nuovo in cui riprendere la vita, inserirsi profes-sionalmente, crescere i propri figli e ambien-tarsi senza stravolgere le proprie abitudini o rinnegare la tradizione. Attiva in molti settori, oltre ad aver collaborato all’apertura del centro culturale Casa di Ramìa, un luogo di incontro per le donne italiane e straniere, segue dal 2002 Saadia, una associazione per donne marocchine che le accoglie, e lavora per la prevenzione del-la violenza sulle donne stesse. L’ abbiamo co-nosciuta e ci ha aiutato a capire qualcosa di più sul suo mondo e la sua cultura di provenienza. Samira lavorava in Marocco come geometra, con grande impegno e soddisfazione. Anche quando i suoi familiari si sono trasferiti in Italia per motivi di lavoro, lei ha voluto rimanere nel

Filtro tra esperienze, tradizioni e culture

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suo paese perché non voleva rinunciare al per-corso che aveva fatto fino a quel momento. Ma dopo poco valutando i pregiudizi, le abitudini e l’educazione con cui era stata cresciuta, ha capito che non poteva rimanere in Marocco da sola e così è partita anche lei per Verona. Do-veva ricominciare tutto da capo, il suo diploma di geometra non era riconosciuto, così, con la sola sicurezza della propria famiglia come oasi di affetti Samira non si è persa d’animo e ha iniziato a lavorare, cominciando anche da lavo-ri umili. Nel frattempo studiava italiano in una scuola di lingue, dove, dopo poco, ha iniziato a insegnare a sua volta l’arabo ai veronesi, con due corsi diversi a causa del grande interesse che l’idea aveva suscitato. Fino a quando, nel 1999, il Comune ha promosso un bando di concorso per un programma di formazione per mediatori culturali, a cui lei, senza esitare, ha deciso di partecipare, e dopo aver superato le selezioni e seguito il periodo di istruzione ha preso il via la sua attività, che prosegue tutt’ora con un aggiornamento costante.Una professione interessante, già presente in al-tri paesi come Svizzera e Francia, utile e molto coinvolgente, dove però è fondamentale met-tersi completamente in discussione. Il primo sforzo di Samira è stato rielaborare e rivivere la propria storia, triste e sofferta, per imparare a essere allo stesso tempo attenta e “distaccata” alle vicende delle persone che man mano si sa-rebbero presentate sul suo cammino, in modo da poter essere loro davvero utile.Il primo ambito di intervento è stato nel mon-do della scuola, dove il mediatore diventa fi-gura fondamentale con i bambini stranieri che

vengono inseriti nelle classi. Qui li aiutano nel primo approccio con la realtà scolastica italia-na anche aiutandoli con la lingua, nella com-prensione della cultura del Paese in cui vivono, collaborando con gli insegnanti, e mettendosi in contatto con i genitori affinché prendano un ruolo di collaborazione con la scuola per la cre-scita degli alunni.“La prima esperienza di mediazione che ho seguito è stata molto difficile perché mi sono occupata di una ragazzina di 11 anni, che era appena arrivata in Italia, ma che, dopo poco che la seguivo per la scuola, ho capito che ave-va una situazione personale di profondo disa-gio, era vittima di violenze. Così, l’incarico che mi doveva vedere impegnata per la scuola ha avuto evoluzioni anche in questura, e grazie all’aiuto dei colleghi siamo riusciti a risolvere i suoi problemi. Ora, come mediatrice, ho accu-mulato esperienze nel mondo della scuola, nei servizi sociali, in carcere e negli ospedali, tutti ambienti diversi in cui devo essere neutrale e ogni volta affrontare una situazione che è di-versa dall’altra. Come un ponte tra due situa-zioni, l’istituzione e l’immigrato, io, quindi il mediatore, sono sempre il terzo elemento. Una mediazione non può essere solo con l’utente per essere chiamata tale. Dal 2002 lavoro con gli Ospedali di Verona dove il mio ruolo come

mediatrice culturale con l’operatore sanitario e il paziente di origine araba (donna o uomo) è quello di essere un ponte e fare da tramite tra le due culture, con lo scopo di aiutare l’ope-ratore nella raccolta delle prime informazioni sull’utente, nell’interpretare i sintomi, nello spiegare i bisogni espressi dal paziente; inoltre per chiarire i fraintendimenti ed informare il paziente sullo stato di salute e di malattia, tra-smettere informazioni relative a contesti e pra-tiche culturali differenti. Un’altra situazione molto dura si vive in carcere, perché si affronta una realtà difficile e tragica. Il lavoro è inten-so anche con i Servizi Sociali dove portiamo la nostra esperienza nelle situazioni più diverse: dalla necessità economica, alle occasioni in cui si verificano violenze sui minori, ai problemi con i documenti. Come donna marocchina so cosa vuol dire confrontarsi anche con un uomo o fare attenzione a quegli aspetti delicati delle nostre usanze. La sensibilità di una donna me-diatrice culturale è comunque fondamentale, proprio per la sua capacità di capire dove può arrivare il suo intervento”.(S.S.)

Filtro tra esperienze, tradizioni e culture

Samira in diverse occasioni del suo lavoro

Storia di Samira Chabib mediatrice culturale

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duta o a chi la seguirà nella coda?). “Ma quale ‘persona di colore’ – ci dice Maria Teresa – noi dalla pelle bianca sì che siamo di colore, perché il colore bianco è il risultato di una miscela di colori, ma il nero è assenza di colore, il nero è essenza pura”.La sua esperienza è profondamente avvolta dell’umanità dei popoli africani dove è stata (Kenya e Zambia) e ci ricorda il valore grande dell’accoglienza. Appena arrivata in Kenya, nel marzo 1983, si è sentita ripetere a destra e a manca: karibu, sista, usiogope, tuko pamoja! (in lingua kiswahili: benvenuta, sorella, non avere paura, perché noi ti siamo vicini, siamo un tutt’uno con te…). E quando, pochi giorni dopo l’arrivo in Kenya, ha raggiunto Gaichan-juru – a una settantina di chilometri a nord di Nairobi e sede della sua comunità comboniana – la gente kikuyu, il gruppo etnico più popo-loso nella zona, le ha ‘imposto’ uno dei nomi portati dalle loro donne e così “Sister Maria Teresa” è diventata “Sister Wambui”. Cosa più di un nome ti fa sentire parte della comunità che ti accoglie?

Donna come determinazioneMa anche il ruolo della donna in Africa è importante e fondamentale e contribuisce in modo privilegiato al divenire di questo grande continente. Maria Teresa ha avuto la fortuna di conoscere tante donne e di imparare da loro l’arte della resistenza e della creatività e, so-prattutto, di fare esperienza della loro grande capacità di perdono. Forte, tenace e pronta al sacrificio, la donna d’Africa assume su di sé il travaglio dei suoi popoli. Un esempio. Durante il tempo trascorso in Zambia, Maria Teresa ha incontrato un grup-po di vedove ruandesi che per un anno si erano trasferite presso il Mindolo Ecumenical Cen-tre, nella cittadina di Kitwe, per apprendere strategie finalizzate alla pace e alla riconcilia-zione. Donne, queste, appartenenti alle etnie hutu e tutsi, che avevano visto con i loro occhi la violenza esplosa nel Paese nel non lontano 1994, e che si erano organizzate perché, con-sapevoli del loro ruolo e della loro capacità di mediazione, non volevano che chi era soprav-vissuto potesse rivedere un dramma simile ri-petersi in futuro.

KARIBU! Benvenuta in Africa!

Usiogope, tuko pamoja Non avere paura, noi siamo un tutt’uno con te…

Karibu. Benvenuta. Una forma di saluto che è tutto un programma e che ci ha dato l’idea di raccontare, in queste poche righe, il fascino e l’esempio di un mondo antico e vicino, da cui abbiamo, forse, qualcosa da imparare. Maria Teresa Ratti ci aiuta a conoscerlo e ci regala le impressioni che vi riportiamo. Speriamo che anche in altre puntate ci porti per mano dentro Paesi meravigliosi in cui lei ha vissuto la sua vita missionaria dentro il carisma di Daniele Comboni, fondatore della congregazione della quale fa parte da quando aveva 21 anni. Dovremmo poter disporre di molto più spazio per raccontare tutte le esperienze di cui Ma-ria Teresa ha fatto tesoro nei diversi luoghi e lungo gli anni che ha passato in Africa come infermiera prima e come giornalista poi. Si-curamente non mancheranno occasioni per ritrovarla sulle nostre pagine. Ma quello che ci ha più toccati del nostro primo incontro è il suo modo di vivere e vedere l’Africa come paradigma della vita, culla della nostra origine, un luogo dove la prima impressione, che non si smentisce mai, è quella di sentirsi accolti, ac-cettati, benvenuti. Il continente dove vivono gli uomini e le donne più belle del mondo, quei neri, quegli “extra-comunitari” che noi occidentali continuiamo a definire “di colore” (come spesso li chiamiamo, forse per sottolineare una qualche differenza che a volte ce li fa sentire diversi? Inferiori? Per esempio, perché nei negozi o negli uffici se una signora africana fa la fila come noi, quando ar-riva il suo turno, all’improvviso chi serve le dà del tu invece che del lei come a chi l’ha prece-

Profughi del Ruanda

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Sopra e in basso: mamma del Ciad, E. Kidanè

La stessa volontà di riconciliazione Maria Te-resa l’ha sperimentata durante il 1° seminario “su genere e nonviolenza” organizzato a Nai-robi nel dicembre 2007 e organizzato da Fa-mec, Family Mediation and Conciliation, una Ong fondata nel 2001 da un gruppo di donne avvocato impegnate nella mediazione dei pro-cessi di riconciliazione a livello famigliare. Al seminario partecipavano donne provenienti dall’Eritrea, Etiopia, Sudan, Uganda e Kenya e ciascuna rappresentava altri gruppi di donne che, nei rispettivi Paesi, erano impegnate nella difesa dei diritti umani e nella risoluzione dei conflitti armati in Africa.

Paradigma Africa“Non c’è da stupirsi se questo continente è così ricco di vitalità e di capacità relazionali. In fon-do stiamo parlando della culla dell’umanità, perché la specie umana moderna è nata in Afri-ca e la nostalgia che ci prende quando si visita l’Africa e che chiamiamo ‘il mal d’Africa’ altro non è che il richiamo alla nostra comune origi-ne e del quale non possiamo assolutamente fare a meno, pena una perdita sostanziale di iden-tità umana. L’Africa, con la sua vicinanza alla vita, con la capacità di accogliere, con la sua re-sistenza a secoli di isolamento, invasioni, ingiu-stizia… e nonostante tutto continua a farti festa quando arrivi… questa Africa la considero il paradigma, la griglia umana con la quale tutte e tutti noi dobbiamo in qualche modo avere a che fare, se vogliamo vivere in pienezza i valori portanti della vita. Certo, non si può affermare

che stiamo imparando dall’Africa quando re-spingiamo i barconi dei profughi in cerca di so-lidarietà nelle acque del Mediterraneo! Avesse-ro fatto così gli Africani quando, senza nessun permesso di soggiorno, l’Occidente ha invaso il Continente, l’ha ridisegnato sulla mappa e non ha ancora smesso di appropriarsi delle sue risorse, di ogni tipo! Io spero solo che i figli e le figlie d’Africa presenti in Italia non si sco-raggino davanti alle barbarie di casa nostra a spese loro, ma che continuino nonostante tutto a ricordarci l’importanza della persona e delle relazioni interpersonali improntate alla condi-visione e alla convivialità umana.”

Come ti cambia l’Africa? Come ha fatto di te una persona migliore l’esperienza in questo continente?“Quando penso ai 17 anni di vita vissuti (finora) in Africa sento che questo popolo mi ha inse-gnato ad apprezzare di più il dono della vita, della festa anche per le piccole cose che la quo-tidianità ti offre, della condivisione di quanto si ha con chi vive accanto a te, anche se è una piccola cosa. Una donna in particolare mi viene in mente quando penso alla capacità di condi-visione conosciuta in Kenya. Mi trovavo a Lai-samis, verso i confini con l’Etiopia, e lì avevamo un piccolo ospedale nel bel mezzo della savana, alle porte del deserto del Kaisut. Un paesaggio arido ma non sterile. Questa donna era stata ricoverata per cure quando ancora portava in grembo i suoi gemellini e poi venne all’ospedale per il parto – che non fu per nulla facile –, ma

che, grazie a Dio, andò per il meglio. Qualche mese più tardi mi sono ammalata anch’io, a causa della falda acquifera che si era contami-nata… Quando la donna lo seppe, venne a tro-varmi e mi disse tutta la sua preoccupazione per me, perché mi rimettessi presto e bene… poi mi porse una gallina… prezioso cibo per una fami-glia, lei la donava a me né per carità né per edu-cazione, ma perché quello era il momento in cui io avevo bisogno di lei come lei aveva avuto bisogno di me. Sì, l’Africa insegna una dignità che in pochi sanno apprezzare…”

La vita: dono in comune“Tra i molti ricordi che popolano il mio cuore emerge quello dell’apprezzamento per il dono della vita, del cominciare ogni giornata come fosse un nuovo regalo che la vita mi fa. È dav-vero impressionante la capacità di celebrare la vita toccata con mano sulle strade africane. Quanti chilometri i bambini fanno a piedi per andare a scuola, quante ore di cammino le donne per attingere acqua e/o portare la frut-ta al mercato; quanta creatività nella gioventù impegnata a costruirsi un futuro in mezzo a difficoltà di ogni genere. Tutte e tutti sorretti da un grande amore alla vita, e alla vita come fatto da vivere insieme. Infatti, è alla luce di questa vitalità che il ‘genio africano’ ha saputo tradurre in poche parole il significato profondo che lega insieme tutti gli esseri umani: ‘Io sono perché noi siamo’ – perché nessuno si fa da sé e nessuno può vivere in isolamento, e, per es-senziale che sia il ruolo giocato da ogni singola persona, non può mai disgiungersi dal ‘noi sia-mo’ che la unisce ad una storia più grande e a una identità allargata. Al nostro Occidente, preoccupato sul versante individualista e com-petitivo, non farebbe altro che bene imparare un po’ dall’Africa…”

Le immagini del servizio sono state fornite da M. Teresa Ratti

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Anche quest’anno è giunta l’ora dei tanto sospi-rati saggi...momento conclusivo di tutti i corsi, ma soprattutto momento di aggregazione per allievi e insegnanti della Scuola di Teatro, che hanno l’opportunità di salire sul palco e dare dimostrazione delle loro capacità attorali e per-sonali...momenti di pura adrenalina!La sequenza di incontri si aprirà giovedì 28 Maggio alle ore 18.45 con il saggio del primo anno di scrittura creativa, con la presentazione della raccolta di racconti redatti dagli allievi/autori del corso “Il vagito delle Azalee” edi-to da Bonaccorso Editore e curato da Marco Ongaro. A seguire venerdì 5 Giugno alle ore

16.30 ci sarà il saggio dei bimbi che hanno fre-quentato il corso di Giocoteatro, un corso che è riuscito a fornire ai bimbi capacità d’improv-visazione e allo stesso tempo spunti di gioco divertenti, innovativi e aggreganti. Martedì 9 giugno alle ore 20.30 ci sarà il saggio del corso di Teatro Ragazzi nel foyer del Teatro Nuovo. Dal 19 al 22 Giugno avremo poi la sequela di incontri dei vari corsi di recitazione 1°, 2° e 3° livello, che si terranno tutti presso il Teatro Alicione. Tutte le serate saranno ad ingresso li-bero fino ad esurimento posti, un’ottima occa-sione per amici e parenti, ma anche per coloro che hanno voglia di conoscere la realtà della

nostra Scuola di Teatro, di conoscere gli inse-gnanti e incontrare gli allievi che stanno facen-do quest’esperienza. Vi aspettiamo numerosi!

A breve sul sito tutte le informazioni sui semi-nari e laboratori estivi della Scuola di Teatro del Teatro Stabile Verona! www.teatrostabile-verona.it

Per informazioni:tel. 0458006100 [email protected]

gIoveDì 28 MaggIo, ore 18.45 foyer Del teatro nUovo,“Il vagito delle Azalee” Saggio del corso di Scrittura Creativa

venerDì 5 gIUgno, ore 16.30 teatro nUovo, “Tra improvvisazione e Peter Pan” Saggio del corso di Giocoteatro

MarteDì 9 gIUgno, ore 18.30 foyer Del teatro nUovo, “Circo Matto Bianco” Saggio del corso di Teatroragazzi

gIoveDì 18 gIUgno, ore 20.30 teatro alcIone “La selezione” e a seguire “Pinocchio estasi di un burattino” Saggi dei corsi di recitazione 1°livello e 3° livello tenuti da David Conati, Marcella Galbusera, Massimo Rubulotta e Mirko Segalina

venerDì 19 gIUgno, ore 20.30 teatro alcIone

“Atto I Scena I: W. Shakespeare” a seguire “Astaroth... che diavolo di angelo!” Saggi dei corsi di recitazione 1° livello tenuto da Mario Monopoli e 2° livello tenuto da Michela Ottolini

lUneDì 22 gIUgno, ore 20.30 teatro alcIone

“Studio su L’anima buona del Sezuan di B. Brecht” Saggio dei corsi di recitazione 2° livello e 3° livello tenuti da Michele Ghionna e Mario Monopoli

MarteDì 23 gIUgno, ore 20.30 teatro alcIone “Amleti d’Italia” Saggio del corso di recitazione 3°livello tenuto da Michela Ot-tolini, Katia Tubini e Mirko Segalina

il calendaRio dei saGGi

I saggi della scuola di teatro del Teatro Stabile di Verona

KYOS verona approfondimento in collaborazione con il Teatro Stabile di Verona

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Un libro per scoprire Verona dal punto di vista di Giulietta attraverso l’obiettivo del fotografo Zatac.

Guardare e raccontare Verona attraverso gli occhi di Giulietta. Questo l’intento del fotogra-fo Zatac con il libro Verona nel cuore di Giulietta, che è stato presentato venerdì 15 maggio presso la Sala Farinati della Biblioteca Civica. Tra gli scatti ci sono, ovviamente, i luoghi dell’infelice innamorata, la casa e il celebre balcone, ma anche quegli angoli della città carichi di storia che ne testimoniano tuttora l’antica grandezza. Ad essere tralasciate sono soltanto le scene di vita quotidiana, troppo effimere per rappresen-tare sia l’imperituro amore cantato da Shake-speare, sia l’eternità della nostra piccola Roma. Ad accompagnare le suggestive foto di Zatac ci sono le improvvisazioni musicali di Federico Fuggini, pianista creativo veronese, e le paro-le di Francesca Zerman. Il progetto artistico è stato curato da Ivo Bellamoli.

C’è il marito impotente e che dunque, per forza, le ha; quello che per codardia, pardon, per rispetto dell’uniforme dice lui, rinuncia a prendere a calci l’ufficiale dell’esercito con cui la moglie gliele ha messe; un altro ancora che ne ha in abbondanza, ma che per lo meno ha ricambiato il favore; e infine due coniugi che cercando di eliminarsi a vicenda coinvolgono nella furibonda lite un povero malcapitato. Filo conduttore degli episodi che compongo-no la piecé sono ovviamente le corna, accessori che fanno tanto ridere, almeno finché grava-no sulle teste altrui. È stato infatti notevole il divertimento del pubblico, che non ha rispar-

miato applausi e risate, specie in occasione dei momenti più buffi, caratterizzati anche dalle personali e riuscite interpretazioni degli atto-ri. Ottima dunque la rivisitazione dei testi di Courteline curata dal regista Andrea de Ma-nincor, che ha saputo mantenere lo spirito bur-lesco e rendere al meglio la brillante comici-tà dell’autore. Altrettanto buona la prova dei giovani attori de La Pajeta, compagnia teatrale nata nel 2006 dalla passione e dalla caparbietà di un gruppo di amici che si sono conosciuti tra i banchi di scuola del liceo classico Scipio-ne Maffei di Verona. Accadde in tribunale è la seconda rappresentazione portata in scena dalla compagnia, reduce dal successo ottenuto con lo spettacolo di debutto Crispino. Visto il risultato rimane solo da augurarsi che il popo-lare adagio “non c’è due senza tre” si dimostri valido ancora una volta.

Per ulteriori informazioni www.lapajeta.it

Verona nel cuore di Giulietta

Zatac non ama le riprese in studio, la luce

elettrica, la fotografia fatta di esposimetri,

calcoli, misure, controlli e verifiche. Il suo set

è all’aria aperta con la luce del giorno; la lente

è il suo occhio, il soggetto che vi resta impres-

so è ciò che più lo colpisce nell’istante.

Puoi trovare Verona nel cuore di Giulietta nelle migliori librerie di Verona e on line http://nelcuoredigiulietta.com

Il secondo spettacolo della com-pagnia teatrale La Pajeta, con la regia di Andrea de Manincor, una commedia leggera e divertente liberamente tratta dagli atti uni-ci di Georges Courteline, maestro dell’umorismo satirico

Accadde in tribunale, storie di corna tutte da ridere

Foto di Fabio Lucidi fornite dalla compagnia teatrale La Pajeta

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KYOS verona

24La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

87° festival lirico in arenaArena di Verona

Carmen Dirige Placido Domingo, regia e allestimenti di Franco Zeffirelli.venerdì 19 e sabato 27 giugno

AidaDirige Daniel Oren, regia e allestimenti di Gianfranco de Bosio.sabato 20 giovedì 25 e domenica 28 giugno

TurandotDirige Daniel Oren, regia di Yuri Alexan-drov, scene e costumi di Viacheslav Okunev.venerdì 26 giugno

Poeta al pianoforteRecital pianistico, con Musiche di Schubert e Schumann.venerdì 26 giugno

tutti gli spettcoli avranno inizio alle ore 21.15

Per informazioni: Fondazione ArenaTel.: 045 8005151 www.arena.it

giovedì a teatroMalcesine, Teatro del Castello Scaligero

Premiere rhapsodie Duo pianoforte e clarinetto, con Musiche di Donizetti, Rossini, Weber, Debussy e Bernsteingiovedì 4 giugno

Mein herr marquis!Concerto lirico, con musiche di Cilea, Verdi, Puccini, Strauss, Lehar e Gershwingiovedì 11 giugno

Bizet&Broadway.. with the band Concerto con banda, con musiche di Bizet, Verdi, Mascagni, Offenbach, Lehar, Modu-gno, Rascel, Renis, Jutras Duperè.giovedì 18 giugno

Poeta al pianoforteRecital pianistico, con Musiche di Schubert e Schumanngiovedì 25 giugno

tutti gli spettacoli avranno inizio alle 21.15

Per informazioni: Comune MalcesineTel.: 045 7400837 - www.malcesinepiu.it

appuntamenti teatro e danza

no ghe pace in amor(ci no barufa fa la mufa)Villa Balladoro - Povegliano Veronese

Spettacolo teatrale in dialetto presso il parco di Villa Balladoro di Povegliano Veronese. Serata all’insegna della tradizione.sabato 20 e domenica 21 giugno ore 21.00

Per informazioni: Comune Povegliano V.seTel.: 045 6334124www.comune.poveglianoveronese.vr.it

nel bosco a primavera e d’estateBosco Magico, Torricelle, via C. Donati

Tutte le domeniche alle ore 16.30 nel teatro del Bosco Magico diversi spettacoli dedicati ai bambini:7 giugno Il manifesto dei burattini14 giugno Il Pifferaio magico21 giugno Cappuccetto Rosso28 giugno L’elefante scureggione

Per informazioni: Fondaz. Gaspari Avrese Fondazione Arena di VeronaTel.: 045 8309066 - www.ilmuseodelgiocattolo.it

aggiungi un posto a tavolaCaserma d’Artiglieria Porta VeronaPeschiera (Vr)

Il celebre musical va in scena nel parco di Vil-la Balladoro, un’occasione piacevole e diver-tente per grandi e piccoli.domenica 28 giugno ore 21.00

Per informazioni: Comune Povegliano V.seTel.: 045 6334124www.comune.poveglianoveronese.vr.it

sipario peschiera 2009Villa Balladoro - Povegliano Veronese

N.C.T. Il gioco delle parti di L. Pirandello, regia di E. Rapisardamartedì 30 giugno ore 21.30

Per informazioni: I.A.T. PESCHIERA Tel.: 045 6402385www.comune.peschieradelgarda.vr.it

Immagine fornita da Fondazione Gaspari Avrese onlus

Locandina dell’evento fornita da U

fficio Stampa Fondazione A

rena

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KYOS verona approfondimento Teatro

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Tutto esaurito. Venerdì, sabato e pure domeni-ca pomeriggio. Un successo atteso e meritato per il musical La corte dei Strassoni, l’ultima fa-tica teatrale dello scrittore, attore, regista, ma soprattutto, come ama definirsi, montagnaro, Alessandro Anderloni. Le vicende del gruppo di barboni idealisti, po-veri ma felici di quel poco che hanno, sono rac-contate e cantate nella lingua più cara all’auto-re, il dialetto veronese delle montagne. Così tra svansauraie e spira de pie’ aprono la scena Grog (Piero Facci) e Magog (Riccardo Frizzera). I due personaggi, che ne ricordano altri due ben più tristi in attesa di Godot, daranno vita

nel corso della pièce ad alcune delle più diver-tenti gag comiche. Ottime le interpretazioni di tutte le ragazze e di tutti i ragazzi. Notevole la malinconica voce di Laureta (Anna Bertasini) che piange perché sa che il suo Berotlin (Enri-co Maggioli Majoli), una volta impossessatosi dell’eredità, non tornerà mai più da lei. Mol-to apprezzate anche le acrobazie danzanti di Toldo (Caio Dal Corso), che con Poldo (Marco Pomari) e Soldo (Suranga Deshapriya Katu-gampala) crea altri spiritosi siparietti. Sempre piacevoli e coinvolgenti le musiche (eseguite da Thomas Sinigaglia alla fisarmonica, Tom-maso castiglioni alle percussioni e Fabio Basile

La corte dei Strassoni, il musical in dialetto di Alessandro Anderloni

I soldi non fanno la felicità, una morale consueta per uno spettacolo straordinario

Foto di Bellamoli e Bonomi

alla chitarra), con alcuni temi particolarmente orecchiabili che si fanno subito canticchiare. Si va dal folk, al mambo, al walzer, quando non sono addirittura le percussioni improvvisate dagli strassoni a scandire il ritmo incalzante delle note. Il finale è invece un corale rivolto di-rettamente al pubblico dall’incipit quasi operi-stico (sarà forse traccia della collaborazione di Cecilia Gasdia?). Il tema, pur affermando una morale tradizionale, è sviluppato in maniera originale e brillante. Uno spettacolo vivace, al-legro, ma che allo stesso tempo offre lo spunto per riflettere su questioni che sono quanto mai attuali nella nostra città.

La corte dei Strassoni, prodotto da Àissa Màissa e da Le Falìe di Velo Veronese, è andato in scena dal 24 al 26 aprile scorso al Cinema Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto.

LE REPLIChE DELL’ESTATE 2009

Tregnago (VR) Parco di Villa de Winckels13 luglio 2009 ore 21.00

Bosco Chiesanuova (VR) Teatro Vittoria3, 4, 5 agosto 2009 ore 21.00

Feltre (BL) Piazza Centrale8 agosto 2009 ore 21.30

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un’estate in concertoArena di Verona

Sono veronesi tre delle sette tappe della rasse-gna musicale organizzata dalla Banca Popo-lare di Verona - S. Geminiano e S. Prospero.A Villafranca, Bardolino e Cologna Veneta si esibiranno tre grandi artisti che hanno fatto la storia della musica italiana.

Tutti i concerti inizieranno alle ore 21.30, l’in-gresso sarà gratuito, offerto dalla Banca po-polare di Verona. A partire dalle 19.30 sarà inoltre possibile partecipare alla consueta “ri-sottata”.

la valigia dei suonilatini migranti di cuoreCentro studi Campostrinivia Santa Maria in Organo, 4 - Verona

Cinque concerti che conducono alla scoperta della musica latina, dalle vecchie musiche po-polari europee al tango.

Riccardo Tesi e la Banditaliana.venerdì 5 giugno

Filippo Gambetta triovenerdì 12 giugno

Armando Corsi Quartetvenerdì 19 giugno

Silvio Zalambani - Gruppo Candombevenerdì 26 giugno

Tango Fatalvenerdì 03 lugliotutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00

Per informazioni: Centro Studi CampostriniTel.: 045 8670639 - 045 8670735 www.centrostudicampostrini.it

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

appuntamenti musica

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Immagine della locandina fornita da Ufficio Stampa Fondazione Centro Studi Campostrini

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Immagine fornita da Eventi

riccardo fogliRoveredo di Guà

Nella piazza di Roveredo di Guà concerto gratuito del celebre cantante Riccardo Fogli.Prima dell’inizio del concerto, dalle 19.30, sa-ranno disponibili stand con risotto e bevande.

sabato 27 giugno ore 21.00

Per informazioni: Comune Roveredo di GuàTel.: 0442 86014 www.comuneroveredo.vr.it

Villafranca - Castello ScaligeroStadioCon l’ultimo disco Diluvio Universale.lunedì 1 giugno

Bardolino - Villa CarraraEnrico Ruggeri Con alcuni brani inediti dall’album All in.venerdì 5 giugno

Cologna Veneta - Piazza DuomoFausto LealiFesteggia 40 anni di carriera.venerdì 19 giugno

wind music awardArena di Verona

Con la presentazione di Vanessa Incontrada l’evento che premia le più grandi star della musica italiana. A consegnare i riconoscimen-ti saranno, come di consueto, noti personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura e alcuni artisti internazionali.

sabato 6 e domenica 7 giugno ore 21.00

Per informazioni: www.geticket.it

bovolone in rock - rocktekaBovolone - parco villa Vescovile e Piazzale Scipioni

Giovani band emergenti del panorama rock locale proporranno la loro musica nella piaz-za e nel parco della villa Vescovile di Bovo-lone.

dal 18 al 20 giugno ore 20.30 - 24.00

Per informazioni: Pro Loco BovoloneTel.: 045 6901489 www.prolocobovolone.eu

the killersArena di Verona

Sulla scia dell’enorme successo del singolo Human arrivano a Verona The Killers, grup-po alternative rock/indie rock di Las Vegas.

lunedì 8 giugno ore 21.00

Per informazioni: Eventi VeronaTel.: 045 8039156 www.eventiverona.it

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appuntamenti musica

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

VERONA - Teatro Romano - nel 10° anniversario della scomparsa di Fabrizio De Andrè

SAN GIOVANNI LUPATOTO – Parco ai Cotoni

VALEGGIO – piazza centrale

MONTORIO – Castello

ZEVIO – piazza centrale

VILLAFRANCA – Castello

SOMMACAMPAGNA – Villa Venier

ZEVIO – Castello

MASSIMO BUBOLA

PIPPO POLLINA INGRESSO LIBERO

LUDOVICO EINAUDI

STEFANO “CISCO” BELLOTTI

EDOARDO BENNATO INGRESSO LIBERO

NEGRITA

ROKIA TRAORE’ (MALI)

SIMONE CRISTICCHI e il Coro dei Minatori di Santa Fiora

estate2009

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giovedì

giovedì

mercoledì

venerdì

venerdì

domenica

venerdì

in collaborazione con

in collaborazione con

www.teatrostabileverona.it

Infoline:Prevendite:

e-mail:

045 8011154Verona Box Office, Unicredit [email protected] www.boxofficelive.it

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Locandina dell’evento fornita da E

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Immagine fornita da Eventi

tiziano ferroArena di Verona

Passa anche da Verona Alla mia età tour 2009, che porta in tutta Italia i successi dell’ultimo album di Tiziano Ferro: Alla mia età.

lunedì 21 giugno ore 21.00

Per informazioni: Zed LiveTel.: 049 8644888 www.zedlive.com

united verona artistsTeatro Romano - Verona

I più celebri artisti veronesi, cantanti, cantau-tori, attori, riuniti sul palco del Teatro Roma-no per un grande concerto-show.

martedì 16 giugno ore 21.00

Per informazioni: EventiTel.: 045 8039156 www.eventiverona.it

notte blu - canzoni originali blues Villa Scopoli, Avesa (Vr)

La suggestiva cornice di una delle più belle ville di Verona, ospiterà lo spettacolo di mu-sica blues Notte Blu di Ilaria Peretti e i Double Side.

venerdì 19 e sabato 20 giugno ore 21.30

Per informazioni: Associazione Villa Scopoliwww.associazionevillascopoli.it

verona folkmassimo bubolaTeatro Romano - Verona

La quinta edizione della rassegna si apre con Massimo Bubola che ne è stato anche il padre. Il concerto Dall’altra parte del vento sarà un suo personale omaggio a Fabrizio de Andrè.

martedì 23 giugno ore 21.00

Per informazioni: Box Office LiveTel.: 045 8011154www.boxofficelive.it

verona jazz 2009Teatro romano, Verona

Viaggio nell’identità multiculturale del jazz odierno, per indagare uno degli aspetti più prolifici e attuali di questo genere, ovvero l’in-terazione con altre culture musicali.Stefano Bollani / Martial SolalAyekoo Drummers of Ghanagiovedì 25 giugno ore 21.00

Hermeto Pascoal e Aline Morena Paolo Fresu / Uri Cainegiovedì 25 giugno ore 21.00

Rudresh Mahanthappa’s Indo-Pack Coalition el Gallo Rojo presenta Mikey Finn + Cuong Vu Mauro Ottolini Wildbread Quartetsabato 27 giugno ore 21.00

Milk & Jade by Dana Leong - Jason Lindner Big Banddomenica 28 giugno ore 21.00

Per informazioni: www.estateteatraleveronese.it

18a festa della fisarmonicaErbezzo, Palazzetto dello sport

Due sessioni di esibizione si svolgeranno saba-to pomeriggio e domenica mattina. Domenica pomeriggio gran galà con il concerto dei vin-citori di ogni categoria e degli ospiti d’onore.

sabato 27 e domenica 28 giugno

Per informazioni: Comune di ErbezzoTel.: 045 7075013 - 045 7050088www.comune.erbezzo.vr.it

laura pausiniArena di Verona

La cantautrice italiana di fama internaziona-le in tour mondiale porta a Verona i suoi più grandi successi.

lunedì 29 giugno ore 21.00

Per informazioni: Eventi VeronaTel.: 045 8039156 - www.eventiverona.it

JERRY CALA’FRANCO OPPINI

NINI SALERNOUMBERTO SMAILA

CECILIA GASDIAIVANA SPAGNA

ENRICO NASCIMBENIENRICO NASCIMBENICARLO FACCHINI

GILBERTO LAMACCHIVERONICA MARCHI

MARCO ONGARODIONISO

TEMPI DURIDEBORAH KOOPERMANDEBORAH KOOPERMAN

FILIPPO PERBELLINIguests

FABIO TESTIJANA BALKAN

ALDO BERGAMASCHIFATOU KINE BOYE

(BAKHI(BAKHITA)

U.V.A.UNITED VERONA ARTISTS

COORDINAMENTO ARTISTICOCARLO FACCHINI

COLLABORAZIONEGIANMARCO MAZZI, IVANO MASSIGNAN

ORGANIZZAZIONE

PREVENDITE abituali045 8039156

teatroromano

161616ore 21ore 21ore 21giugnogiugnogiugno

UNITED VERONA ARTISTS

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Kyos Verona Giugno 2009

KYOS verona appuntamenti arte

28La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

Immagine fornita da Galleria MarcoRossi - Spiralearte

SIAMO PRESENTI ALL’EVENTO NEI GIORNI 16 E 17 MAGGIO 2009 SABATO 16 DALLE ORE 18 DOMENICA 17 DALLE ORE 10

collettivaYoung DaysCentro int. di fotografia scavi scaligeriPiazza Viviani, Verona

Una campagna fotografica diventa lo stru-mento di analisi per l’universo giovanile e per dare voce ai ragazzi.

fino a domenica 14 giugno

Per informazioni: Tel.: 045 8077391www.comune.verona.it/scaviscaligeri

kim | novello | scaramellapre - fazioneLa Giarina Arte ContemporaneaInterrato Acqua Morta 82, Verona

Tre artiste internazionali interpretano il signi-ficato di “prefazione” come introduzione di un’opera che ne spiega la genesi, intendimenti e criteri.

fino al 20 giugno

Per informazioni: Tel.: 045 8032316 www.lagiarina.it

In occasione del 50° anniversario della rivi-sta ArchitettiVerona l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori del-la provincia di Verona, ha istituito il premio ArchitettiVerona. Tale riconoscimento sarà assegnato alle personalità che si sono distin-te per aver saputo cogliere e dare risalto alle potenzialità del territorio veronese attraverso la propria opera architettonica e intellettuale. Obiettivo del premio è di mettere in evidenza un’architettura che tenga in considerazione le caratteristiche specifiche del luogo come valo-re potenziale, in opposizione all’architettura indifferente al contesto tipica della città diffu-sa. In seguito all’indagine che la rivista Archi-tettiVerona ha effettuato nel corso del biennio 2007-2008, è stato individuato il primo vinci-tore del premio.

Il primo Premio ArchitettiVerona

Angelo Mangiarotti, è un architetto milanese nato nel 1921, che tra il 1968 e il 1976 ha realizzato un gruppo molto significativo di opere nel territorio vero-nese. Mangiarotti ha sapu-to sviluppare ed elevare ai

massimi livelli svariati temi tra i più diffusi e allo stesso tempo sottovalutati dall’architettu-ra contemporanea, dal complesso di case alla villa singola, fino al capannone. Il complesso residenziale di Murlongo a Costermano, Villa Pederzoli a Bardolino, le concessionarie di Do-megliara e Bussolengo sono ancora oggi, dopo circa trent’anni, un esempio di architettura ca-pace di far fronte con creatività e razionalità alle necessità dell’uomo.

Un riconoscimento per chi ha saputo interpretare il territorio veronese attraverso un’architettura attenta al contesto

La cerimonia di premiazione si terrà sabato 13 giugno dalle ore 17.30, presso una delle opere realizzate dall’architetto Mangiarotti: la concessionaria situata in via del lavoro 1 a Bussolengo.

Centro residenziale a Murlongo (1971): l’aggregazione delle case segue l’andamento

planoaltimetrico del terreno

Immagini fornite da Ufficio Stampa Ordine degli Architetti Verona. Fonte: Studio Mangiarotti - www.studiomangiarotti.it

arcangelokenia masaiMarcoRossi - SpiralearteVia Garibaldi 18/A, Verona

Le opere in mostra raccontano il rapporto di Arcangelo con l’Africa. Visioni suggestive del recente viaggio in Kenia.

fino a sabato 20 giugno

Per informazioni: MarcoRossi-SpiralearteTel.: 045 597753 www.spiralearte.com

stampe anticheLibreria Antiquaria Bazzani,via Stella 20, Vr

Gli uccelli Incisioni dal XVI al XX secolo che hanno per tema gli uccelli.fino a sabato 6 giugno

La Provincia di Verona Il territorio della pro-vincia in stampe dal XVI al XIX secolo.da sabato 20 giugno a sabato 1 agosto

Per informazioni: Bazzani Stampe Antiche Tel.: 045 597621www.libreriabazzanistampeantiche.com

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Davanti al mistero della bellezzaUna riflessione sulla bellezzadi Pino Agostini

bronzo dipinto nei giardini di Castelvecchio, la statua di Kate Moss contorsionista suscita rea-zioni scomposte ma interessanti. Intanto le tre sculture preannunciavano la mo-stra di Marc Quinn, un evento collaterale alla 53a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, che durerà fino al 27 set-tembre ed ha come cuore della rassegna la Casa di Giulietta in via Cappello. Ma perché la statua di Kate Moss è tanto conturbante? Non è nuda, non è in posa sexy, non ha nulla di volgare… E allora perché? Perché – potremmo dire con qualche filosofo del passato – è la riuscita rap-presentazione della bellezza assoluta dell’eterno femminino, dell’essenza della femminilità. E la bellezza, come la vita e la morte, è un mistero. Di fronte ad essa, v’è chi sviene perché affet-to dalla cosiddetta “sindrome di Stendhal”, e nessuno rimane indifferente. L’arte, quando è autenticamente vera e grande arte, ci pone di fronte alla forma perfetta della bellezza, che – per chi crede – è un bagliore di quella infinita di Dio, per cui è come contemplare l’Assoluto faccia a faccia, oppure essa – come affermava

Freud – è “un velo steso sopra l’estremo orrore”, l’affascinante copertura della nullità del reale. Sembra l’eco della poesia Memento di Igino Ugo Tarchetti (da Desjecta):

Quando bacio il tuo labbro profumato,cara fanciulla, non posso obliareche un bianco teschio v’è sotto celato.Quando a me stringo il tuo corpo vezzosoobliar non poss’io, cara fanciulla,che vi è sotto uno scheletro nascosto.E nell’orrenda visione assorto,dovunque o tocchi, o baci, o la man posi…sento sporger le fredde ossa di morto.

Se riuscissimo a squarciare il velo di Maya della bellezza, di cui parla l’antica saggezza indiana, come voleva fare il pittore Lucio Fontana con i suoi tagli sulle tele per vedere cosa c’era al di là, forse arriveremmo al mistero della vita. Intanto non possiamo non visitare la mostra Il mito Marc Quinn e soffermarsi a lungo davanti alle sue ope-re. Forse non le capiremo del tutto, ma sarà una sorprendente emozione esistenziale.

Se l’intento degli organizzatori era quello di suscitare delle aspettative, lo scopo è stato pie-namente raggiunto. Prima dell’apertura della mostra Il mito Marc Quinn, avvenuta il 22 maggio scorso, e ancora oggi, basta fermarsi in prossi-mità della scultura Kate Moss contorsionista in posizione yoga collocata all’interno dei Portoni Borsari per sentire i più disparati commenti: i vecchiotti parlano in genere di “vergogna”, an-che per il contrasto con l’antico monumento, i più rimangono attoniti senza proferir verbo, qualcuno osa dire “bella”, ma poi non sa dire perché. Molto più della Donna focomelica in-cinta, collocata a un angolo della scalinata della Gran Guardia (interpretabile, per chi non ne conosca la storia, come una virago incompiu-ta), e molto più della coloratissima Orchidea in

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appuntamenti fnac

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Imm

agine fornita da Fnac

Immagine fornita da Fnac

fnac kitchen

Creò Events e il Circolo Enogastronomico Lo-canda San Leonardo, propongono 4 appunta-menti culinari con gli chef Mario Lupariello e Marco Segattini. Un “assaggio” dei corsi per appassionati e futuri chef proposti dalla scuo-la di cucina Il Locandiere. Scopriremo ricette gustose e le tecniche e i segreti necessari per la loro preparazione e l’abbinamento con i vini.

Giovedì 4 giugno - Giovedì 11 giugno Giovedì 18 giugno - Giovedì 25 giugnoore 17.30 - 19.30

Foto fornita da Eventi

il mito di ornella muti

Alberto Scandola, docente di Storia e critica del cinema presso l’Università di Verona presenta oggi al Forum Fnac il suo nuovo libro dedica-to a Ornella Muti, Edizioni L’Epos. Introduce l’incontro il giornalista Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia del cinema e degli au-diovisivi all’Università di Verona.

Martedì 9 giugno ore 18.00

musica dal vivoj-ax

Dirompente ritorno dal vivo sul palco Fnac per J-AX, in occasione dell’uscita del suo nuo-vo album Deca Dance, Best Sound/Sony BMG. Deca Dance è il nuovo album di J-AX ed è la se-conda parte del progetto discografico del rap-per milanese dopo il recente album Rap’n’roll, disco pubblicato a gennaio.

Domenica 14 giugno ore 18.00

festa della musicaunòrsominòre

Kappa è stato voce dei promettenti Lecrevisse, prima che un’ avversa congiuntura portasse il gruppo veronese allo scioglimento. Unòrsomi-nòre (I Dischi del Minollo) è il suo nuovo – en-tusiasmante e atteso - progetto musicale.

Lunedì 15 giugno ore 18.00

festa della musicaniccolò fabi

Ospite il cantautore Niccolò Fabi che si esibirà dal vivo per presentare il suo nuovo album Solo un uomo, Universal.

Martedì 16 giugno ore 18.00

festa della musicaalessandro mannarino

Alessandro Mannarino, funambolo della pa-rola e della musica presenta dal vivo il suo nuovo album Bar della rabbia, Leave/Univer-sal. Con la sua chitarra, da moderno cantasto-rie Mannarino canta le strampalate vicende di mondi immaginari e compone musiche ricche di contaminazioni.

Mercoledì 17 giugno ore 18.00

festa della musicasalotto live meet marco parente e seltonSi può trasformare un salotto di casa in un pal-coscenico? La sfida di Paola Iafelice e Claudio Ripoli, ideatori di SalottoLive è proprio que-sta, portare gli artisti e il pubblico sullo stesso palcoscenico in un ambiente domestico. Oggi SalottoLive è anche un disco, che raccoglie il meglio di due anni di house concert. Nel sa-lotto Fnac, ospiti dal vivo Marco Parente e i Selton.

Venerdì 19 giugno ore 18.00

libri - attualitàun talento per la politica

Incontriamo Nicoletta Lanza e Fabio Pado-van che presentano il loro libro Un talento per la politica. Sviluppare la persona con il coaching, Fran-co Angeli Editore. Interviene all’incontro il Sindaco di Verona Flavio Tosi.

Mercoledì 24 Giugno ore 18.00

La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti di date e/o programmi

Immagine fornita da Fnac

Immagine fornita da Fnac

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appuntamenti da non perdere

Immagine della copertina fornita da Gabriello Anselmi

12a festa medievaleAffi, borgo antico

Il borgo antico di Affi sarà animato da gio-colieri e sbandieratori. Si potrà assistere alla rappresentazione di mestieri antichi, come la filatura e la battitura del ferro, a dimostrazio-ni di cavalleria, e a tornei di tiro con l’arco.

da venerdì 12 a domenica 14 giugno

Per informazioni: Comune di AffiTel.: 045 7235411 - www.comune.affi.vr.it

notte al museo - vietato ai genitoriMuseo di Storia Naturale, Verona

Una notte speciale per tutti i bambini, da tra-scorrere tra animali ed entusiasmanti cacce al tesoro al Museo di Storia Naturale.

da venerdì 12 giugno ore 19.30

Per informazioni: AsterTel.: 045 8000804 - www.comune.verona.it

parco natura vivaParco Natura Viva, Bussolengo (Vr)

Creature alate laboratori per conoscere me-glio gli uccelli domenica 7 giugnoBuon compleanno Darwin eventi dedicati al padre dell’evoluzionismo domenica 14 giugnoPicnic con l’orsacchiotto vieni a giocare al par-co con il tuo orsacchiotto domenica 21 giugno40° anniversario del parco eventi in occasione dei 40 anni del parco domenica 28 giugno

Per informazioni: Parco Natura VivaTel.: 045 7170113 - www.parconaturaviva.it

I colori della danza quartieri in danzaTeatro Romano, Verona

Tre giorni di grande spettacolo: danza classi-ca, contemporanea, jazz, hip-hop, latina, li-scio... torna l’importante vetrina per le scuole di danza di Verona e provincia. Con la dire-zione artistica di Punto in Movimento, la re-gia dello spettacolo è firmata Roberto Totola

da giovedì 11 a sabato 13 giugno ore 21.00

Per informazioni e biglietti: Verona Box-Office e biglietteria del Teatro Romano

trekking urbanoVerona

Uno sport facile e divertente che permette di scoprire in modo nuovo la città e i suoi dintor-ni e di rilassarsi in modo salutare.

Le fortificazioni di SanmicheliPorta Palio - Bastione di S. Spirito - Bastione dei Riformati - Porta Nuova - Bastione di S. Trinità - Bastione S. Francesco.

domenica 7 giugno ore 9.30

La notte di San Giovanni sui passi del grande Berto

Batteria di Scarpa - Via Scala Santa - San Giovanni in Valle - Fontana del Ferro - Casa Nazareth - Castel San Felice - Rondella della Grotta - Pomerio.

sabato 20 giugno ore 19.00

Per informazioni: Legambiente VeronaTel.: 045 8009686www.legambienteverona.it

sound vito 2009San Vito di Legnago

Due giornate all’insegna del rock’n’roll.Underground explosion night Dream of Illusion; Tbc Junkie Daddies; Hou-se of all.venerdì 12 giugno ore 21.30!!!boombastick night!!! The hormonauts; Go-Go Monnella’s Trio.sabato 13 giugno ore 21.30

Per informazioni: www.myspace.com/soundvito2009

baldoday 2009Ferrara di Monte Baldo

Un fine settimana sul Monte Baldo con escur-sioni, visite all’Orto Botanico di Novezzina, giochi per bambini, alla scoperta del cielo stellato dall’Osservatorio Astronomico Gelo-di, stand enogastronomici e convegni

sabato 13 e domenica 14 giugno

Per informazioni: Orto Botanico di NovezzinaTel.: 045 6247288www.ortobotanicomontebaldo.org

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KYOS verona appuntamenti da non perdere

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Sant’Anna d’AlfaedoSi svolgerà il 28 giugno la prima edizione dell’escursione enogastronomica che si svilup-pa su un percorso di circa 8 km tra le malghe della Lessinia. Ad ognuna delle sei tappe è prevista una sosta per degustare i prodotti e i vini tipici delle colline veronesi.

Ore 9.30 ritrovo al “Campeto” di Fosse

1a tappa: Fontana Vecia Aperitivo della Lessinia.2a tappa: Malga Fanteboni Antipasto di Malga e vino bianco di Soave.3a tappa: Malga de Camparso Gnochi sbatui e vino valpolicella classico.4a tappa: malga de Dàmoi Spezzatino di maiale con polenta, contorni e vino Valpolicella classico Superiore.5a tappa: Du Casòti Dolci caserecci e recioto.6a tappa: arrivo al Campeto Caffè con resentin

foresta in festa: primaveraSelva di Progno, sala conferenze del CEA

In seguito alla presentazione del nuovo per-corso creato nella suggestiva foresta di Giaz-za, sarà possibile partecipare all’escursione lungo il sentiero.

domenica 14 giugno ore 10.00

Per informazioni: ATI.DO.VE.Tel.: 045 8004592 - www.doganavecchia.org

296a fiera dei santi pietro e paoloVillafranca

Luna Park, banchetti, mostra mercato, stand enogastronomici, e numerosi eventi organiz-zati in vari punti di incontro: al castello Scali-gero, a palazzo Bottagisio ed all’Auditorium.

da giovedì 25 a lunedì 29 giugno

Per informazioni: Comune di VillafrancaTel.: 045 6339112/195www.comune.villafranca.vr.it

golosine 37136Golosine, Parrocchia S. Maria Assunta

Quinta edizione della festa parrocchiale. Concerti, spettacoli per bambini, rievoca-zioni storiche, teatro e momenti di riflessione legati a tematiche ambientali. Senza dimenti-care la ricca offerta enogastronomica.

da sabato 13 a domenica 21 giugno

Per informazioni: Golosine 37136www.golosine37136.it

anteprima opera 2009Palazzo Verità poeta, Verona

Ogni pomeriggio prima dell’opera un pianista e un cantante della Fondazione Arena guide-ranno il pubblico alla scoperta dell’opera che andrà in scena la sera stessa. Per chi lo deside-ra alla presentazione segue la degustazione di un vino doc veronese e la cena di gala.dal 19 giugno al 30 agosto ore 18.15

Per informazioni: Verona TuttintornoTel.: 045 8009461www.veronatuttintorno.it - www.anteprimaopera.it

1a malgalongaIl paese di Fosse sorge in una conca sotto il Corno d’Aquilio a quasi 1000 m di altitudi-ne, in un quadro paesaggistico estremamente suggestivo, connotato dalla presenza, a ovest e a sud-est, del Corno d’Aquilio e del Cornet-to di Semalo, del Monte Loffa, e dal dispie-garsi dell’altopiano lessinico a est.

È all’interno di questa cornice unica che do-menica 28 giugno si svolge la I edizione della Malgalonga, una passeggiata sui monti della Lessinia alla scoperta delle malghe più carat-teristiche, e all’insegna della tradizione.

Dagli antipasti al dolce, i partecipanti potran-no degustare piatti tipici di montagna (im-mancabili i caratteristici “gnochi de malga” fatti ancora a mano) accompagnati dai vini classici della Valpolicella. La manifestazione si concluderà in centro a Fosse, dove si esibirà un gruppo dal vivo. (G.B.)

domenica 28 giugno

Per informazioni: IAT ValpolicellaTel.: 045 7701920

Foto Ennevi

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KYOS verona appuntamenti sportKYOS verona

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8° raduno naz. “natura a cavallo”Boscochiesanuova - Verona

Natura a Cavallo è un’associazione da anni im-pegnata nella divulgazione di un turismo at-tento alla natura e all’ambiente, praticato nel rispetto della cultura e delle tradizioni dei luo-ghi che incontra e attraversa con il suo miglio-re amico: il cavallo.

Dal 30 maggio al 2 giugno

Per informazioni: Natura a [email protected]

4^ granfondo damiano cunegoVerona

Anche quest’anno saranno tre i percorsi a di-sposizione dei concorrenti: il Gran Fondo di 150 km, il Medio Fondo di 92 km e il Fondo Giulietta & Romeo di 62 km, che si snoderanno sulle strade delle colline veronesi dove abi-tualmente si allena Damiano Cunego.

domenica 7 giugno ore 9.00 Per informazioni:Sport Eventswww.granfondodamianocunego.it

granfondo eddy merckx 2009Rivalta, Brentino Belluno - Verona

I percorsi della gara in programma, che si svolgerà nella giornata della festa della Repub-blica, saranno tre: Granfondo, Mediofondo e Gourmet, e si snoderanno tra un interessante paesaggio variegato attraverso la Valdadige.

martedì 2 giugno ore 9.00

Per informazioni: Gran Fondo Eddy MerckxTel.: 041 990 320 Fax: 041 508 6461www.granfondoeddymerckx.com

rafting in gommone sull’adigeDiga del Chievo - Verona

La discesa dell’Adige a bordo di un gommone da rafting è un modo nuovo per ammirare il fascino di una città sviluppatasi in riva al suo fiume. Un’ esperienza indimenticabile in gra-do di regalare punti e scorci sorprendenti.

tutti i sabati di giugno (6, 13, 20, 27)

Per informazioni: Comune di Verona - EcosportelloTel.: 045 807 86 66

26° triathlon internazionaleBardolino - Verona

Un’occasione autentica di vivere lo sport in tre grandi specialità: nuoto, ciclismo e corsa!La gara si articolerà come segue: nuoto 1,5 km, ciclismo 40 km e corsa 10 km.

sabato 20 giugno ore 12.30

Per informazioni:G.S. Bardolino [email protected]

audi melges 20 sailing seriesMalcesine - Verona

Regata velica di due giorni nella splendida cornice del Lago di Garda organizzata da Fraglia Vela Malcesine e sponsorizzata dalla casa automobiliscita tedesca Audi.

sabato 20 e domenica 21 giugno ore 12.30

Per informazioni:Fraglia Vela Malcesine Tel.: 045 6570439 - www.fragliavela.org

golf club paradiso del gardaPeschiera del Garda - Verona

VI trofeo Phi Memorial G.Chincerinimercoledì 3 giugno

Svai golf Trophy 2009 sabato 6 giugno

Renault Laguna Golf Tour 2009domenica 7 giugno

Golfacademy.it Forum Cup 2009domenica 14 giugno

Audi Golf experience 2009giovedì 18 giugno

Golf Card American Expressdomenica 21 giugno

Italian Charity Golf cup 2009sabato 27 e domenica 28 giugno

Per informazioni:Golf Club Paradiso del Garda Tel.: 045 6405802 - www.golfclubparadiso.org

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KYOS verona scorci della provincia

Rivoli e Sant’Isidoro agricoltore

di Bruno Avesani

Il cuore di Parigi, dove si trovano i giardini delle Tuileries e il museo del Louvre, è alimentato da una arteria che Napoleone ha voluto denomi-nare Rue de Rivoli, dal nome del simpatico paese della Val d’Adige, nato per essere un sito tutto splendente di natura e divenuto, suo malgrado, il luogo dove gli eserciti austriaco e francese, alla fine del Settecento, preferirono arrivare alla resa dei conti.Su quelle campagne non estese ricavate vicino al letto del fiume atesino nel gennaio del 1797 Napoleone umiliò le truppe asburgiche in una battaglia nella quale oltre a dimostrare il suo ge-nio militare mandò a morte oltre 5500 uomini. Nei giorni seguenti, dopo aver sistemato le cose nella pianura padana e costretto il papa Pio VI a firmare giuste e ragionevoli condizioni di pace a Tolentino, il generale corso, pronto ormai a marciare su Vienna, costrinse l’Austria a firmare il famoso trattato di Campoformio (17 ottobre 1797) col quale è sancita ufficialmente la fine sia della Serenissima Repubblica di Venezia, sia dei sogni dei rivoluzionari italici.Ma Rivoli, se per la sua posizione geografica diventa per pochi giorni teatro di battaglie fra-gorose e cruente, nel corso della sua lunghissima secolare storia coltiva la sua naturale vocazione alla pace e al silenzio laborioso della campagna.Non a caso il paese si è scelto come protettore un santo che di mestiere faceva il contadino e che nel suo nome ha voluto conservare anche il titolo nobiliare del suo lavoro: Sant’Isidoro agricoltore, molto diverso da quegli altri Santi Isidoro e soprattutto da quello di Siviglia (560-636) dottore della chiesa, inventore di tante affa-scinanti quanto sballate etimologie.

Il Sant’Isidoro, venerato a Rivoli, è proprio un vero contadino come veri contadini furono per molti anni quasi tutti gli abitanti di questo ter-ritorio. Basta entrare nella chiesa e vederlo effi-giato dal pittore Agostino Ugolini (1758 – 1824): scalzo, vestito di poveri panni, a fianco di robusti buoi che tirano un pesante aratro. Nato a Madrid nel 1080 da genitori contadini non poteva che continuare a svolgere il lavoro dei campi aggiungendo di suo l’onestà nei rap-porti col padrone e la pietà religiosa. Si fermava a pregare anche nelle ore che avrebbe dovuto dedicare al lavoro. Ma c’era chi, in quelle ore, lavorava per lui. Anche nel quadro dell’Ugoli-ni Sant’Isidoro è in primo piano che compie il miracolo di far scaturire l’acqua col pungolo col quale sollecitava i buoi, mentre un angelo lo so-stituisce al comando dell’aratro. Morto nel 1130, venne canonizzato nel 1622. Santo contadino, protettore dei raccolti agricoli, fu invocato ovunque, soprattutto nelle campa-gne. Ma non solo. Perché la sua città di origine, la metropoli madrilena, gli ha dedicato addirit-tura la cattedrale.

E poi Sant’Isidoro agricoltore aveva anche spo-sato una vera santa donna: Santa Maria de la Cabeza (della Testa). Insomma i due costituiva-no una coppia di perfetta santità. Questa Ma-ria, dal nome altrettanto perfetto di moglie e di madre, dopo aver vissuto a fianco del marito in modo esemplare, fu sepolta presso il fiume Jara-ma e il suo corpo fu presto oggetto di devozio-ne. Successivamente la sua testa (cabeza) venne prelevata dalla tomba e offerta alla venerazione dei fedeli. Se Isidoro fu beatificato solo nel 1619 insieme con personaggi del calibro di Ignazio de Loyola, Filippo Neri, Teresa d’Avila e Francesco Saverio, Maria de la Cabeza raggiunse la beati-ficazione già nel 1615.Rivoli per riflettere sulle terribili conseguenze delle guerre ha confinato Napoleone nel suo museo, ma ha pensato bene di continuare a ri-cordarsi e ad appellarsi al suo santo contadino per far conoscere ed apprezzare i suoi deliziosi prodotti agricoli.

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KYOS verona colori in cucina

Anche se normalmente non ce ne rendiamo conto, nelle nostre preparazioni culinarie noi gustiamo fiori più spesso di quanto immagi-niamo. Sono fiori, infatti, i carciofi, i cavolfio-ri, i broccoli, i capperi (bocci fiorali), i fichi, lo zafferano (stimmi seccati dei fiori), i chiodi di garofano e numerosi altri ingredienti dei nostri piatti.Se volessimo tuttavia ingentilire le portate delle nostre pietanze, potremmo innanzi tutto deco-rare i piatti dei contorni e dei dessert coi petali

di qualche fiore: indicatissimi quelli delle rose di colori tenui. Se però volessimo stupire dav-vero i nostri ospiti, nella stagione fiorita della primavera, potremmo cogliere con delicatezza i petali di numerose primule, disporli in una terrina e condirli solo con un battuto di limo-ne, olio extravergine d’oliva e sale. Vi si posso-no includere anche dei petali di violette, pochi, solo per rallegrare il colpo d’occhio di questa insolita insalata con qualche macchia ulteriore di colore.Lo stesso escamotage può essere adottato per rallegrare una normale insalata semplice: pro-vate a inserirvi qualche petalo di primula, non altera affatto il sapore, ma ne modifica l’effetto, dato che – come recita l’adagio – si mangia più con gli occhi che con la bocca. I petali delle primule si possono anche candire per decorare torte o utilizzare per farne delle sorprendenti marmellate.Un altro fiore da utilizzare nella “cucina genti-le” è per eccellenza la rosa, con cui si può ap-prontare un liquore dal sapore delicato. Si rac-colgono 40 g di petali di profumate rose rosse, si elimina la loro parte bianca e si inseriscono in un bottiglione a chiusura ermetica con un

litro di alcol a 95° e una stecca di vaniglia. Si lasciano riposare per tre settimane, poi si filtra il tutto e si travasa in un altro recipiente in cui si inserisce pure uno sciroppo ottenuto con mez-zo chilo di zucchero sciolto in 8 dl d’acqua. Si chiude ermeticamente il recipiente e si lascia riposare per altre due settimane, dopo di che si filtra ancora il liquido e si imbottiglia per il servizio.Con un’analoga procedura si può preparare anche un liquore di fiori misti, inserendo in un litro di grappa ancora petali di rose rosse, di garofano, di violette, fiori di gelsomino, un paio di chiodi di garofano, la buccia grattugiata di un limone, un po’ di zucchero e lasciando ripo-sare per una quarantina di giorni. Al termine si filtra il liquido e si imbottiglia per il servizio.Infine, un ultimo spunto: si prenda un bocciolo di rosa rossa con un pezzetto di gambo e qual-che fogliolina; si lavi e si lasci asciugare su un telo; si inserisca poi in una bottiglia dal collo sufficientemente largo e vi si versi con delica-tezza della grappa fino all’inizio del collo. Si lasci riposare per almeno un paio di settimane: il bocciolo perderà il colore, ma il risultato sarà un liquore dal profumo delicato.

La “gentile cucina” dei fiori

di Pino Agostini

I fiori in cucina

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scrittrice, alle ragioni del cuore, e alla sensibi-lità femminili per elevarli sopra la mediocrità della realtà quotidiana. Le donne della mia generazione ricordano, non senza emozione, le letture giovanili dei romanzetti della Delly (pseudonimo di Jeanne-Marie de la Rozière e del fratello Frédéric) o dei fortunati Harmony di Barbara Cartland, o della popolarissima Lia-la. Il romanzo rosa ebbe sicuramente molto successo e continuò nel tempo riproponendo storie sentimentali solitamente intelaiate in cli-scé di repertorio: al centro del racconto sono figure femminili tendenzialmente emancipate, molto spesso in rapporto antagonistico con i personaggi maschili, con i quali alla fine, dopo

aver dato prova d’indipendenza e di carattere, si riconciliano in vista del matrimonio. Le delu-sioni d’amore sono sempre avviate alla felicità con l’anima gemella, scoperta magari nel tran tran di ogni giorno. Le sirene seduttrici fanno soffrire giovani rampolli di rango per vendicare antichi soprusi, ma poi si sottomettono al loro amore. Federico Moccia viene oggi indicato da qualcuno come lo scrittore italiano più rap-presentativo di questo genere letterario. Forse è così, ma non tutti sono d’accordo. Moccia è troppo sbrigativo e realistico e sembra avere fretta di andare alle conclusioni. Il romanzo rosa per chi lo ama è un magico bon bon che ti coccola e ti accarezza.

Profumo di timodi Rosamunde Pilcher

In un gelido mattino di febbraio un giovane uomo di bell’aspetto con le lunghe gambe fa-sciate da jeans consumati e con la barba di un vichingo, bussò alla porta di una distinta casa di Woodbridge, un rispettabile villaggio inglese con una antica chiesa gotica. È Oliver Dobbs salutato al suo arrivo dal canto gioioso di un uccello che annuncia la primavera. È un tipo che ottiene sempre quello che vuole. Questo è il suo fascino di artista scrittore e il suo limite di uomo. L’hanno sperimentato le sue donne: la moglie Jeanette morta in un incidente aereo lasciando un figlio, il piccolo Tom e Victoria Bradshaw, l’altra giovanissima donna, innamo-rata e abbandonata col cuore a pezzi. Diciot-tenne, sola e vulnerabile, era un frutto maturo, in attesa di cadere. Oliver Dobbs, fra tutti gli uomini si trovò ai piedi dell’albero, in attesa di coglierla. Lui andava e veniva dentro e fuori la

A R T D I R E C T O R : G I A C O M O C A L L O

P R O G E T T O G R A F I C O : E L E n A G I AvA L D I / G I A n n I C A M U S S O

I n C O P E R T I n A : F O T O © M I k E C A L D w E L L / G E T T y I M A G E S /

L A U R A R O n C h I

Lo scrittore Oliver Dobbs è un uomo abituato a ottenere sem-

pre quello che vuole. L’ha imparato, a proprie spese, Victoria

Bradshaw, la donna che lo ha follemente amato per poi essere ab-

bandonata con il cuore spezzato. L’ha imparato anche Jeannette,

dalla quale lo scrittore ha avuto un bambino. E l’ha imparato per-

sino il piccolo Tom, di soli due anni, il figlio di Jeannette, quando

Dobbs se l’è portato via. Per presentarsi poi alla porta di Victoria.

La donna sa che Oliver non merita il perdono, ma non appena

vede l’uomo tanto amato sente battere dentro di sé palpiti che

credeva dimenticati. E dal caos metropolitano di Londra si tra-

sferisce con Oliver e Tom nella pace della campagna scozzese,

forse pronta a ricominciare con loro una nuova vita. Ma ricuci-

re le ferite del passato non è facile…

PilcherProfumo di timo

Rosamunde

Un uomo che non sa amare

e una donna che deve imparare

a non amarlo più.

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Il romanzo rosa nella storia

Kyos Verona Giugno 2009

Il riscatto sociale della donna comincia proprio con la nascita in letteratura del romanzo rosa che narra vicende amorose e passionali, amori contrastati dall’incomprensione e dall’orgoglio, venate di romanticismo e con un lieto fine, de-dicate specialmente a fanciulle e a donne più o meno giovani. Il genere si sviluppò soprattutto nel Novecento. Ma i suoi referenti più illustri sono i romanzi sentimentali del Sette e Otto-cento: Pamela, di Samuel Richardson; Emma e Orgoglio e pregiudizio di Jean Austen; quel-li italiani di Neera (Anna Zuccari), feconda

sua vita imprevedibile e riservato. Non le offri-va molto ma per lei era abbastanza. Si era resa conto di amarlo veramente quando arrivò la mazzata: aspettava un figlio da un’altra donna. Doveva sposarsi, perciò si dileguò su due piedi e sparì dal suo orizzonte. E ora? Eccolo riapparire nuovamente nella sua vita, quando superata la delusione e rimargina-ta la ferita, ella si è chiusa a qualsiasi approc-cio amoroso. Ora torna da lei, con il figlio di appena due anni addormentato tra le braccia a chiederle di lasciare Londra, di seguirlo e aiu-tarlo a prendersi cura di lui. Non fa nessuna fa-tica a convincere Victoria, basta un bacio, una carezza, una notte d’amore e la giovane donna inspiegabilmente cede ancora al suo fascino se-duttivo e lo asseconda. La vita è davvero piena di sorprese. I bambini suscitano miracoli di te-nerezza nella vita delle persone sole e lei a poco

a poco sente rinascere in sé un sentimento profondo. Nello sfondo della verde tranquilla campagna scozzese profumata di timo, risco-pre la dolcezza di emozioni assopite. Ma anco-ra una volta quest’uomo interdetto all’amore, arido ed egoista, spezza il sogno di un legame duraturo e se ne scappa lontano lasciandola in lacrime. Però ora la vita riserva a Victoria la promessa di una nuova sicura felicità. Sarà ca-pace di afferrarla?

consigli di lettura a cura di Elisa ZoppeiKYOS verona

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Sabina Bottari è una giovane artista veronese, anche se non usa né tavolozza né scalpello. La sua materia prima sono i tessuti delle migliori qualità, la sua galleria la piccola bottega di via Rosa Morando, in cui si dedica alla sua pas-sione: creare borse belle e di qualità che siano autentici pezzi unici.

Come è nata la tua attenzione per il mondo della moda?Ho sempre avuto la passione per le cose fatte a mano: fin da piccolina creavo i vestiti per le mie bambole e in adolescenza anche per me. Ho scelto di frequentare una scuola di sartoria e stilismo serale, per soddisfazione personale, facendo non pochi sacrifici visto che lavoravo tutto il giorno nell’azienda di famiglia: uno

sforzo necessario visto che la scuola era molto costosa. Guardando le borse dei grandi stilisti mi chiedevo perché potessero costare così tanto e se un giorno anch’io sarei mai stata in grado di realizzarle.

Perché proprio le borse?Perché mi affascinava l’idea di realizzare qual-cosa che nel suo essere un pezzo unico piaces-se alle mie clienti proprio così come l’avevo pensata e realizzata, con le imperfezioni di un lavoro fatto a mano, con gli odori presi dal ma-teriale dopo essere stato toccato per tante ore. Un abito ha bisogno di molte modifiche prima di vestire alla perfezione e soddisfare chi lo por-ta, sdoppiando così la sua identità in base al fisico di chi lo indossa, non rimanendo fedele all’idea di chi lo ha realizzato. Una borsa no. Entra subito in simbiosi con la persona che la porta e per una donna è lo scrigno di ciò che caratterizza la sua giornata, il suo carattere, la sua vita, fa parte del suo mondo.Credo poi che sia un accessorio con il quale anche la donna più insicura e timida possa osare, personalizzare il proprio look, sentirsi a proprio agio.

Quando hai realmente iniziato a dar vita alla tua attività?Dopo un viaggio splendido in Thailandia, fatto con lo zaino in compagnia di alcuni amici. I miei souvenir erano alcuni ritagli di stoffa che a

breve si sono trasformati nel mio primo esem-plare di borsa, che regalai ad un’amica. L’in-coraggiamento arrivò dal fatto che la mia pri-ma borsa indossata da questa amica riceveva continui apprezzamenti. Iniziai quindi da quel momento a prendere sul serio quella che, fino ad allora, era stata solo una passione. All’ini-zio realizzavo nuove borse che davo ai negozi per allestire le vetrine, poi sono approdata qui, in questo negozietto a mia immagine e somi-glianza, piccolo e accogliente, in cui riesco a far nascere le idee, ispirata dall’aria di casa, a realizzarle, nel piccolo soppalco in cui c’è tut-to quello che mi serve, e ad accogliere le mie clienti per mostrare loro i miei prodotti.

Cosa giustifica il prezzo “importante” delle tue borse?Oltre al lavoro di ricerca dei materiali, che è sempre molto attento, il tempo di realizzazio-ne va dalle 10 alle 18 ore, motivo per cui le mie borse sono pezzi unici… Dopo molte ore trascorse toccando lo stesso materiale e veden-do lo stesso colore mi riuscirebbe difficile rico-minciare a lavorare per realizzare una borsa identica a quella appena terminata. Anche se a dire il vero identica non lo sarebbe comunque, perché il materiale risente anche del calore del-le mie mani e del mio umore che è ogni volta diverso.

A proposito dei materiali, parli di ri-cerca attenta, che cosa prediligi?

Borse d’autore

di Alessia Corso

Sabina Bottari l’arte nella moda

KYOS verona vetrina veronese

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Ho iniziato interessandomi ai tessuti etnici, che recuperavo nei miei vari viaggi. Ma dal mo-mento che i tessuti sono soggetti a una notevole usura, mi sono dedicata alla ricerca di pella-mi particolarmente pregiati e dai colori unici. Inoltre volevo che anche al tatto mi dessero la sensazione di essere adatti per realizzare un og-getto che è una coccola per chi lo ha e lo porta con sé. In questo modo ogni borsa acquisisce un valore intrinseco, al di là di tutto il lavoro che l’ha accompagnata.

Prospettive per il futuro...Per ora cerco di accontentarmi delle piccole soddisfazioni che mi regala il mio lavoro in sen-so stretto: il guardare una borsa appena finita e compiacermi del risultato, nonostante la fatica e l’immenso investimento di tempo. Mi piace-rebbe un giorno che questa attività diventasse il mio primo lavoro, ma non ho fretta…Per me questa è una passione e voglio che rimanga tale anche per chi acquista una mia borsa. Mi è sta-to proposto più volte di disegnare modelli per

la grande produzione, ma non sono disposta a togliere valore a quelle che sono le mie idee, a quella che per me è un’espressione artistica. Per questo punto sulla selezione della clientela e soprattutto sulla qualità. Con il tempo le ri-sposte, credo, arriveranno.

Le immagini del servizio sono state fornite da Sabina Bottari

Sopra alcuni modelli di borse: Lindi beige, Rachele e Katrina, e una fotografia del negozioNella pagina accanto la borsa Cica (rossa) e Katrina color

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percorsi di gusto

Non so da dove cominciare ma so dove voglio arrivare. Una esperienza di gusto…particolare, con tutta la consequenziale difficoltà di raccon-tare una cena come poche altre…un’esperien-za dei sensi, non riproducibile a parole. Par-tiamo dal contesto, già paradisiaco solo per la collocazione del luogo, siamo ad Ortisei al cen-tro della Val Gardena, più precisamente nella Stube di Anna Stuben, noto ristorante situato all’interno dell’Hotel Gardena: padroni di casa i coniugi Bernardi, Hugo e Cinzia, che porta-no avanti lo storico e rinnovato albergo con la stessa tradizione e professionalità di ben tre ge-nerazioni della famiglia. La loro punta di dia-mante, quale direttore d’orchestra in cucina, è lo chef Armin Mairhofer accompagnato, nella composizione e preparazione delle gustose ar-monie, da Franz Lageder sommelier professio-nista che cura l’accompagnamento dei piatti e la gestione della sala.Anche senza avere l’esperienza di un critico gastronomico, anche senza aver provato trop-pi altri menù di locali d’arte culinaria, basta fare pochi passi sul caldo legno delle sale, farsi accogliere ed accomodarsi nell’ambiente sem-plicemente rustico e lussuoso al tempo stesso della stube, per percepire che si è entrati in un posto speciale... La Val Gardena non manca di ospitalità e l’Alto Adige spesso insegna ad altre perle turistiche del nostro Paese accoglienza, stile ed eleganza. Ma qui c’è qualcosa di più. Sarà la bellezza di un ambiente pensato per stare bene rilassandosi, sarà la gentilezza di chi

Il piacere del gusto, dove sapori e culture si incontrano nei piatti

di Silvia Sartea

Il Gourmet Anna Stuben a Ortisei presso l’Hotel Gardena

Le immagini del servizio sono state gentilemente fornite dall’Hotel Gardena

A sinistra: lo chef Armin Mairhofer e il sommelier Franz Lageder; sotto: un’immagine del ristorante

Nella pagina accanto alcune preparazioni, da sinistra: Cohiba Gold Sigaro; Sinfonia di Sapori Crema di zucca; Capesante dorate su polenta di grano saraceno

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ti apre la porta, ve lo proviamo a raccontare augurandovi di testare di persona quel qualco-sa in più, che questa esperienza può darvi.La professionalità dello chef Armin Mairhofer è stata più volte premiata ed è davvero notevole per la sua creatività nell’accostamento dei sa-pori in ogni portata. L’Alto Adige e i suoi pro-dotti tipici si mescolano a sapori provenienti da tutto il mondo perché la ricerca dello chef ha proprio l’obiettivo di rendere la migliore armo-nia, curare l’essenza di alimenti già perfetti per rappresentarla nel modo più corretto in cuci-na. E così troveremo il sapore dei canederli in-sieme alla marmellata di coda di bue, l’orzotto che arriva dall’Equador con il caffè, o il burro di cacao con le albicocche, il gusto del gorgon-zola con il miele e i semi di faggio, o il caffè e la tonka, il caviale, la liquirizia. Come lui stesso sostiene la natura gli ha fatto il dono, che non va sprecato, di un talento in questo settore, ed è proprio con lo scopo di affi-nare sempre più questo talento, che ha seguito tutte le tappe della sua carriera con impegno e passione. Da Ortisei, il paese da cui è parti-to (e nel quale ora è tornato), a Zermatt e St. Moritz in Svizzera, a Riccione, alla Bavaria, a Milano e Verona dove ha potuto affiancare il grande Gualtiero Marchesi, a Merano e per-fino a Tokio per tornare gradatamente in Alto Adige a Bressanone con un ristorante suo e poi, dopo un’ altra sosta a Bolzano finalmen-te di nuovo a Ortisei, dove dal 2003 cura la cucina del ristorante di cui vi stiamo raccon-

tando. Dolce e amaro, acido e salato, aromi esotici opposti che si attraggono e si ritrovano in ogni sua preparazione che vede il lavoro re-alizzarsi in piatti che diventano uno spettacolo non solo per il palato, ma anche per l’occhio: coreografie. L’originalità delle composizioni si nota già dagli ingredienti che formano i nomi delle portate che potrete assaggiare. “La crema di zucca”, per esempio, viene proposta in sei variazioni: adagio, andante, allegro, minuetto, vivace, scherzo con brio, sono il contenuto dei sei cucchiai che permettono di assaggiarla pro-vando ogni volta un sapore differente legando il gusto della zucca alla mousse di gorgonzola, a un ristretto di nocino, a un olio di semi di zucca, a un aceto balsamico, all’olio di semi di prugna, e a un confit d’arancia con panpepato. Procediamo segnalandovi anche le “Capesante al burro di cacao con albicocche al profumo di caffé e tonka”, l’ “Agnello al tonno in crosta di caffé, peperoni arrostiti e capperi”, “Anatra al gelsomino e fiori di ciliegio con frutta essicca-ta”, o la superlativa “Bell’Elene” una variazio-ne di cioccolato e pere di montagna con gelato al burro nocciola” o sempre per finire in bel-lezza il “Cohiba gold”, un sigaro di cioccolato alla tonka con crema gelata al legno di cedro libanese, tabacco e rum. Dolomiti, Libano, America Latina, Italia me-ridionale, Etiopia, il mondo della cucina di Mairhofer non ha confini e anche l’esperien-za in questo ristorante si dimostra ogni volta speciale.

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Come un racconto d’amore snocciolato sotto un albero che discute con l’aria di un vento bizzarro perché primaverile, un genere cine-matografico attraente e affascinante, il melò. Al cinema, riprende dal melodramma teatrale e dall’opera il gusto per intricate vicende dense di risvolti sentimentali, mira a suscitare nello spettatore una profonda commozione attra-verso un’esplicita esibizione delle passioni e un connubbio strettissimo tra Amore e Morte... Il film è un susseguirsi di teatrali colpi di scena con un uso sapiente e particolare della musica, tesa ad amplificare il vissuto esteriore ed inte-riore dei personaggi e la visione dell’ambiente, piccolo casalingo o ampio e naturale che sia.Mercoledì 29 aprile si è conclusa la 13° edi-zione di Schermi d’Amore, Veronafilmfesti-val, rassegna del cinema mèlo, una rassegna

interessante e di qualità che, insieme ad altre iniziative, segna il passo culturale di questa cit-tà. Quest’anno il Festival dichiara l’evidente ineluttabilità dell’attuale crisi economica, che ha pesato anche sulla scelta della sede: la sala non è il Cinema teatro Filarmonico ma la sala del Cinema Kappadue in via Rosmini, legger-mente spostato dal centro. La sala, in realtà, si rivela più capiente e accogliente, tecnicamente perfetta, con la possibilità di sottotitolare le pel-licole e di facilitare così una visione più coeren-te del testo, così presenta la nuova situazione Paolo Romano, Direttore Artistico del Festival.Sono quattro quest’anno le sezioni presentate: Concorso: rassegna di film di recente produ-zione; Panorama: film francesi recenti; Cine-ma di Isabel Coixet, regista spagnola di grande talento con l’ultima sua opera presentata alla Berlinale; Cinema di David Lean: retrospettiva di 10 capolavori, oltre a una sezione di “Corti per piccoli”, corti di animazione per bambini e per le scuole.Questa 13° edizione ha assegnato la Rosa d’Oro, il primo premio, al film A Year Ago in Winter (Germania, 2008) di Carolin Link, Oscar 2001 per il miglior film straniero con Now here in Africa. Il film, tratto dal romanzo Aftermath di Scott Campbell, è la storia di un dramma familiare, la morte di un figlio e il rap-porto tra madre e figlia, la commissione di un quadro e il ruolo dell’artista che apre la finestra su una complessa dinamica di relazioni.Per l’intensità del lavoro, la capacità di osser-vare il mondo con gli occhi degli adolescenti e i suoi colori al film è stata data la menzione speciale delle altre giurie, in particolare quella dei giovani.Il Premio Stefano Reggiani, dell’Ordine dei giornalisti del Veneto è stato dato a L’empreinte de l’Ange (Francia 2008) di Safy Nebbou, regista

teatrale di origine basca. Il film racconta di una storia realmente accaduta, l’intensa recitazione di Catherine Frot e Sandrine Bonnaire rivela-no l’angosciante rapporto tra madre e figlia nella ricerca della perdita e del nuovo incontro.Premio della Giuria Giovani è andato a Heaven on Earth (Canada 2008) di Deepa Metha, re-gista indiana trasferitasi in Canada nel 1973. Il film merita davvero un’attenzione particola-re, la storia di Chand che dall’India arriva in Canada per sposare Rocky, l’uomo che non ha mai visto. La loro unione, la convivenza for-zata nella casa-prigione della famiglia dello sposo, la violenza costante di Rocky spingono Chand a convivere con un mondo simbolico e parallelo che la mantiene sopra al livello della quotidianità e le permette alla fine di scegliere la sua strada. La bellezza particolare di questo film è la strana atmosfera creata tra la realtà tangibile e spesso cruda e il riferimento al mito, alla fiaba, all’invisibile che dà forza e significa-to alla vita, tanto da sollevarla oltre il visibile. Questa è l’anima dell’Oriente che gioca con i significati profondi della vita e li rilancia, quella necessità di spirito, simbolo e redenzione che la nostra cultura non riesce ora a calmare e col-mare. Un esempio anche contraddittorio ma stimolante è la nascita del fenomeno Bollywo-od che viene ricordato da un regista svizzero, O. Paulus, con il surreale, divertente e incredi-bile film Tandoori love, strano connubio e contra-sto tra il cibo e il cuore indiano e le severe, ma affascinanti, montagne alpine. Ultimo premio di Schermi d’amore e stato quello alla carrie-ra alla regista spagnola Isabel Coixet, che con La mia vita senza me del 2003 e La vida secreta de las palabras, presentato a Venezia nella sezione Orizzonti, Elegy con la Cruz e Kingsley e il suo ultimo inserito a Cannes, si consacra regista di grande livello internazionale. Perché racconta-

Pellicole d’amore

di Cristiana Albertini

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Reportage dall’ultima edizione del Veronafilmfestival

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KYOS verona ciak si gira

re di amore? L’amore è uno dei pochi momenti di trascendenza che ha la vita, si produce una sorta di alchimia, ci si può ingannare moltis-simo, si può non ricevere dall’altro, l’amicizia è un’altra cosa: nell’amicizia il vincolo è reci-proco, devi corrispondere, non ci si inganna tanto, per questo l’amicizia dura sempre più dell’amore. L’amicizia è un vincolo più forte, l’amore è più intenso ma è legato ad un filo... Così dice la Coixet del tema delle sue storie, lei che si dichiara una regista, con l’originalità della sua professione portata avanti con la dif-ficoltà di tutte le donne che sono anche madri: “La lista delle cose che devo fare ogni giorno non è comparabile a quella dei miei colleghi maschi!”. Splendida la rassegna dei capolavo-ri di David Lean, un incontro speciale con la storia del cinema e del bianco e nero, per tutti il capolavoro del ’48 Le avventure di Oliver Twist che, insieme all’altro adattamento da Dickens, Grandi Speranze, lo consacrano uno dei maggiori autori britannici. Con Lawrence d’Arabia del ’62 e Il dottor Zivago del ’65 Lean raccoglie fama e una grande manciata di Oscar, questi film re-stano due pietre miliari nella storia del cine-ma, fino al 1970 quando gira La figlia di Ryan, grande insuccesso che lascia Lean prostato fino all’ultimo film Passaggio in India del 1984. E per ultimo un accenno a Lola Montès (Germania/Francia 1955) di Max Ophuls. Film di apertura della rassegna, forse l’operazione più ardita e interessante.Presentato alla prima parigina il 22 dicembre 1955 raccolse così pochi consensi da costringe-re il produttore a rimontare il film contro il di-niego dello stesso Ophuls. Film strano, difficile, conturbante e così straziante nella storia e nella scelta pittorica surreale della scena “teatrale” da trascinare lo spettatore, non senza una certa fatica, in un viaggio di riflessione interiore sul

giudizio e sulla pena. La storia di Lola Montès, intricata di potere, sesso e disperazione, in cui la donna che sente e desidera un’altra vita ri-mane intrappolata nel mondo maschile che la possiede, la ama e la rifiuta, e che sfiora, per scelte forse inopportune e ancora antistoriche, la possibilità di un rapporto femminile con il potere politico, avvince e inchioda il pensiero. La scelta di Ophuls di costruire il film all’inter-no di uno spettacolo da circo, di raccontare tra presente e flash-back la storia mettendo al cen-tro lei, Lola, sola devastata e devastante bam-bola girevole e inquieta, rimanda allo spetta-tore ogni possibilità di giudizio, perchè il bene e il male sono così esposti da lasciarci attoniti.La malinconia, la solitudine e la disperazione sono protagoniste del colore, del trucco e del gioco stesso dell’atmosfera circense e per que-

sto il film ci ricorda alcune scelte felliniane. Ma il film resta piuttosto obsoleto. “Questo film non è un divertissement. Al con-trario, consente di riflettere, e noi crediamo che il pubblico voglia anche riflettere.” J. Cocteau, R. Rossellini, J. Becker, C. Jacque, J. Tati, Le Figaro 05/01/1956.

Una scena dal film Oliver Twist di David Lean

La regista spagnola Isabel Coixet alla macchina da presa

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1938 Viene pubblicato il primo fumetto di Superman

1980 La Cable News Network (CNN) inizia le trasmissioni

1944 D-Day, inizia l’operazione Overlord che dà il via alla battaglia di Normandia

1949 Viene pubblicato 1984 di George Orwell

1934 Paperino appare per la prima volta nel cartone animato di Walt Disney

1962 Viene fondata la repubblica di Tanganica

1885 La Statua della libertà arriva a New York

1962 Pietro Mennea è primatista europeo a Milano nei 100 metri piani

1928 Amelia Earhart diventa la prima donna ad attraversare in aeroplano l’Oceano Atlantico1983 Sally Ride diventa la prima donna americana nello spazio

1819 Viene brevettata la bicicletta

1945 Viene firmato lo statuto delle Nazioni Unite

1977 Ultimo concerto di Elvis Presley

1997 Esce il primo volume di Harry Potter in lingua inglese, Harry Potter e la pietra filosofale

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iugno nel passatoGa cura della redazione

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natura e benessere

La floriterapia è un metodo di cura che si basa sull’uso di rimedi naturali, derivati dai fiori, che agiscono sugli stati d’animo negativi che impe-discono al nostro corpo di reagire con tutte le sue potenzialità alle malattie. La più nota e la più studiata è quella messa a punto nei primi anni del ‘900 dal dott. Edward Bach, medico di origini gallesi, che definì le proprietà tera-peutiche di 38 fiori cresciuti spontaneamente. I fiori di Bach sono un sistema terapeutico molto semplice, che è consigliabile sperimentare con l’aiuto di un floriterapeuta, sappia riconoscere onestamente i propri stati d’animo, collegarli ai rimedi e affidarsi ad essi. D’altro canto il me-dico con i fiori di Bach, operando nel campo

della “piccola psicoterapia”, ha la possibilità di costruire col paziente un rapporto di com-plicità che lo aiuta ad assumere un atteggia-mento costruttivo nei confronti della malattia, riconoscendo le cause profonde che ne stanno all’origine. I fiori di Bach sono privi di effetti collaterali, non ci sono controindicazioni, non interferiscono con l’utilizzo delle medicine con-venzionali né con quelle non convenzionali, e quindi possono essere assunti contemporanea-mente a tutte le altre forme terapeutiche. Bach suddivise in 7 gruppi i 38 rimedi trovati, che qui di seguito si elencano con alcune indica-zioni di ciascuno, ricordando che non sono sufficienti per procedere all’auto prescri-zione, ne tanto meno si possono prescri-vere ad altri.

1. Contro la paura: Rock Rose (forte pau-ra, per tutti coloro che si sentono minacciati e sono in preda al panico), MiMolus (paure ragionevoli, timidezza), Aspen (paura di cose sconosciute), cheRRy pluM (paura di perdere il controllo), Red chestnut (paura per gli altri)

2. Contro l’indecisione: ceRAto (sfiducia in se stessi), scleRAnthus (incapacità di scegliere tra due cose, sbalzi di umore), GentiAn (faci-lità allo scoraggiamento), GoRse (non ha più speranza), hoRnbeAn (è stanco mentalmente), Wild oAt (non trova il senso)

3. Contro il disinteresse per il presente: cleMAtis (ha la testa tra le nuvole), honeysuc-kle (prova nostalgia del passato), Wild Rose (rassegnato), olive (è esaurito completamen-te), White chestnut (ha pensieri incontrolla-ti), MustARd (malinconia profonda), chestnut bud (ripete gli stessi errori)

4. Contro la solitudine: WAteR Violet (riser-vatezza, non comunica con gli altri), iMpAtiens (impazienza), heAtheR (si preoccupa eccessi-vamente dei suoi problemi)

5. Contro la tendenza a lasciarsi ecces-sivamente influenzare da idee e persone estranee: AGRiMony (soffre ma non lo dimo-stra), centAuRy (non sa dire di no), WAlnut (il cambiamento), holly (chisura con odio, rab-bia)

6. Contro la disperazione: lARch (inade-guatezza), pine (senso di colpa), elM (pensa di non essere all’altezza del suo compito), sWeet chestnut (è disperato al massimo), Star of bethlehe (schock di qualsiasi tipo, traumi) WilloW (è risentito, amareggiato), oAk (non trova il senso), cRAb Apple (si sente sporco)

7. contro la tendenza a preoccuparsi ec-cessivamente per il benessere degli altri: chicoRy (dedizione agli altri con pretese), veR-vAin (fanatico, teso), vine (domina, tiranneg-gia), beech (critico, intollerante), Rock WAteR (principi morali).

Il terapeuta ha diverse maniere per scegliere i fiori più adatti: dall’ascolto attivo (che implica perfetta conoscenza dei fiori), alla kinesiologia (tecnica che sfrutta la risposta di un muscolo indicatore), all’utilizzo di speciali carte, alle tecniche di biorisonanza (come il vega test) e infine alla radiestesia (sensibilità alle radiazioni che soggetto e fiori emettono) che, secondo il dottor Marcolungo Guglielmo, rimane la tec-nica con migliori risultati.

Curarsi con i fiori di Bach

A cura della redazione, in collaborazione con la Premiata Farmacia Marcolungo di Nogara

Consigli per stare meglio grazie

alla natura

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storie su ruote

Questo viaggio parte dalle antiche botteghe italiane dove all’inizio del Novecento i primi carradori vestivano le vetture della grande aristocrazia europea, sognando le forme aero-dinamiche di quel dio di una razza d’acciaio, l’automobile, che avrebbe segnato in modo indelebile l’età moderna. Qui raccontiamo la storia dei grandi carrozzieri italiani - da Ber-tone a Zagato, da Giugiaro a Pininfarina - che con i loro nomi, il loro stile e la loro eleganza hanno contribuito a fare grandi la Maserati, la Ferrari, l’Alfa Romeo.PININFARINA E BERTONE Tra il 1870 ed il 1914 tredici milioni di italia-ni partono per l’America in cerca di fortuna creando il maggior flusso migratorio del ‘900. Eppure famiglie come i Farina o i Bertone, dalla provincia, invece di imbarcarsi per le Americhe scelgono Torino. A Borgo San Pao-lo l’officina dei fratelli Farina era già alle prese con le prime carrozzerie: oltre a riparare vettu-re la casa produceva anche automobili, tanto che la Fiat accetta la proposta nel 1914 di una versione Torpedo della Tipo 0, disegnata dal più giovane dei Farina, Battista, detto appunto Pinin, che in piemontese significa “il più picco-lo”. Nei primi anni di vita, la società si fa cono-scere per la costruzione artigianale e in piccola serie di carrozzerie particolari, progettate su meccaniche dell’Alfa Romeo, della Hispano-Suiza, della Lancia e della Fiat. È nel momen-to della prima ricostruzione postbellica che Pininfarina concepisce la prima automobile di fama mondiale, la Cisitalia 202. L’azienda

sculture in movimentoi grandi carrozzieri d’Italia • Bertone, Giugiaro, Pininfarina, Touring e

Zagato: il connubio tra l’italian design e l’arte

viene fondata da Battista Farina a Torino il 22 maggio 1930 con il nome di Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina. L’atto di nascita della Bertone risale, invece, al novembre del 1912, quando Giovanni Bertone apre a Torino un’officina di “carradore”, ov-vero di riparazione e costruzione di carrozze a trazione animale: quelle costruite dal giovane Bertone si impongono subito per l’accuratez-za della lavorazione, la robustezza e la qualità costruttiva. Nel 1914 nasce Giuseppe Bertone, secondogenito di Giovanni, che sarebbe diven-tato uno dei grandi maestri dello stile italiano nel mondo. GLI ANNI VENTI E TRENTANel 1920 Pinin Farina si reca negli Usa e a De-troit viene ricevuto da Henry Ford. L’esperien-za di questo viaggio gli è preziosissima: viene a contatto con un paese dove l’automobilismo è un fenomeno più produttivo e all’avanguardia rispetto all’Europa. Negli stessi anni, la Bertone allaccia solide collaborazioni con quasi tutti i costruttori dell’epoca ed inizia a realizzare carrozzerie su telai Fast, Chiribiri, Aurea, Scat, Diatto; ma le collaborazioni più importanti sono con le due Case torinesi più note: Fiat e Lancia. Vincenzo Lancia riconosce subito in Giovanni Bertone il bravo artigiano con un grande futu-ro; gli affida la costruzione di scocche comple-te, soprattutto per le serie limitate. L’oggetto autovettura inizia a diffondersi sempre di più: crescono i clienti, soprattutto quelli che hanno bisogno di potersi distinguere dagli altri.

Alla fine degli anni Venti Battista Farina inizia a preparare le carrozzerie per telai prestigio-si, auto costosissime come la Lancia Dilam-da. Sono destinate a clienti speciali quali il re dell’Iraq, la regina di Romania o la moglie di Agnelli. Ed è così che, anche per le automobili, aristocratici e grandi borghesi si rivolgono “al sarto”. Se dalle fabbriche dei costruttori esco-no i telai - tutti uguali - dai carrozzieri esce ciò che fa di ogni auto un pezzo unico. Nel 1931 la carrozzeria Farina già produce 100 au-tovetture di lusso e di gran lusso, come recita la reclam. GLI ANNI QUARANTADopo l’interruzione dovuta al periodo belli-co, Pininfarina disegna e produce nel 1946, fra le altre, la Cisitalia. Esposta al Museo di Arte Moderna di New York quale una delle eight outstanding cars of our time, è stata definita la migliore espressione di semplicità e di bellezza di disegno nel campo dell’automobile.Vent’anni dopo il Museo di Arte Moderna di New York presenterà un’altra vettura di Pinin-farina, la Sigmas, prototipo della sicurezza che riceverà soprattutto negli Stati Uniti i più ca-lorosi consensi. GLI ANNI CINQUANTA E SESSANTAAl 41° Salone dell’Automobile di Torino, nel 1959, si comprende che la linea italiana della carrozzeria era un dato di fatto su cui non di-scutere, basata sulla semplicità e sull’equilibrio di masse proporzionate. L’incontro più importante della sua vita Batti-sta Farina lo fece con Ferrari: nell’ottobre del

Maserati A6 GCS 1954 - Pininfarina

a cura di Simone Pavan

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1952 viene alla luce la prima Ferrari disegnata a Torino a cui seguiranno 54 anni di lavoro quasi in esclusiva tra i due grandi nomi. Il marchio italiano diviene sinonimo di eleganza nel mondo. Dalla metà degli anni ’50, basta-no alcuni numeri per raccontare il successo: si producono 40.000 Giuliette Sprint Bertone e 27.000 Spider Pininfarina, insieme a 4.000 Spider Aurelia e, per la prima volta, modelli di Ferrari a centinaia. Il rapporto fra Bertone e Alfa Romeo trova la sua espressione creativa più alta con la fami-glia delle concept Bat (Berlinetta Aerodinami-ca Tecnica), vetture che destano stupore esplo-rando nuove frontiere dell’aerodinamica e del car-design. La Giulietta viene presentata al salone del 1954 e da subito ottiene moltissime prenota-zioni.Durante la metà degli anni ’50 diviene, infatti, la macchina più ambita non solo dai giovani ma anche dalle signore. Dall’altro lato Pininfarina si cimenta nella produzione in serie di automobili e, soprattut-to nell’ideazione di una vettura aperta, che si sarebbe affermata anche all’estero: l’Aurelia B 24, la celebre macchina utilizzata nel film “Il Sorpasso”, di Dino Risi.Costruita dal 1954 al 1959, l’auto è conside-rata ancora oggi una delle più belle vetture di tutti i tempi. La sua linea è talmente pura che, nella prima serie, Pininfarina volle porte senza maniglie per timore di sporcarla.Tre anni più tardi sul telaio della Lancia Aure-lia, Pinin inventa il mirabile prototipo Florida, che anticipa le linee della Flaminia di serie.La linea era completamente rivoluzionaria, dettata dalla necessità di spazio. Anche se l’automobile negli anni ’50 resta un lusso, la maggioranza degli italiani sembra potersi con-cedere questo sfoggio. GIORGETTO GIUGIARO Durante quegli anni si distingue all’interno

dell’azienda Bertone un personaggio impor-tante che porterà alla stessa azienda grande innovazione: Giorgetto Giugiaro. Nel 1968 il grande passaggio all’imprendito-rialità con la fondazione della Italdesign, so-cietà con l’ambizione di fornire all’industria automobilistica dei servizi completi, dalla pro-gettazione delle nuove autovetture alle prime prove e ad un’assistenza su vari fronti. Oggi si è sviluppata anche una società control-lata, la Giugiaro Design, la cui attività non è più limitata al campo automobilistico ma si è ampliata a toccare ogni altro settore in cui il design è importante. TOURING E ZAGATO La Carrozzeria Touring nasce all’inizio del 1926. La prima comparsa di una Touring, co-struita col sistema Superleggera, fu alla 1000 Miglia del 1937, su un’Alfa Romeo 6C 2300B: fu una vera rivoluzione, un capovolgimento della tradizione con la Superleggera la scoc-ca formava un tutt’uno con il telaio, mentre la pelle d’alluminio era poco più che appoggiata. Nel lungo elenco dei progetti della Touring non si può comunque fare una distinzione fra vetture sportive e vetture di lusso, perché quel-le sportive non mancavano mai di un tocco di classe ed in quelle di lusso era sempre presente un tocco di sportività. Caso classico nella storia della Touring è la berlinetta Ferrari tipo Le Mans, con la quale Giannino Marzotto vinse la 1000 Miglia del 1950 vestendo un doppiopetto ed arrivando freschissimo a Brescia. La Touring non trascurò le prestigiose case straniere come Bugatti, Mercedes, Talbot, Bristol, Pegaso, Hudson, Frazer-Nash, Aston Martin, Lagonda. L’azienda Zagato, invece, viene fondata a Mi-lano nel 1919 da Ugo Zagato. Le auto carroz-zate da Zagato erano di design avanzato, leg-gere e dall’eccellente aerodinamica.Dai suoi studi uscirono versioni speciali di mo-

delli di serie di varie case automobilistiche, sia italiane come Lancia, Maserati ed Alfa Romeo ma anche estere come la Aston Martin.Ma l’attività Zagato raggiunge il vero successo negli anni ‘50 e ‘60, specialmente nel campo delle Gran Turismo: Maserati, Lancia, Aston Martin, Abarth e Alfa Romeo, vennero vestite con linee filanti ed aerodinamiche. GLI ANNI ’70: ELEGANZA A QUATTRO RUOTEL’azienda Bertone mette in pratica durante quegli anni progetti straordinari e con uno ammutolisce il pubblico. Si chiama Miura, Lamborghini P400 ed è del 1965.Una forma venuta dal futuro che colpisce, ieri come oggi, anche chi di automobili non se ne intende. Ma negli anni ’70 la carrozzeria recita il suo requiem: viene intesa come la piccola indu-stria che produce serie di vetture limitate: il pubblico non richiede più fuori serie, ma al contrario inizia la ricerca dell’uniformità. Pininfarina racconta: “Abbiamo determinato le nuove linee, le nuove tendenze: il ruolo fatto dai carrozzieri italiani è stato significativo. Io ho cercato di conservare l’importanza di que-sto ruolo per tutta la vita e credo di esserci al-meno in parte riuscito. Il ruolo dei carrozzieri italiani è stato di qualità ed essenziale”. Con questa motivazione hanno assegnato il riconoscimento della Laurea ad Honorem in Architettura a Pininfarina, a Torino nel 1963: “Maestro incontestato della tecnica costrutti-va in senso architettonico, Pininfarina unisce alla perfetta conoscenza di questa tecnica ed a quella dell’aerodinamica dell’automobile, un vero e prestigioso talento artistico, accompa-gnato da una ricchezza d’invenzione in conti-nuo rinnovamento; doti che gli consentirono e gli consentono di creare con purezza di linea, con adatta ornamentazione, carrozzerie costi-tuenti un tutto di meravigliosa armonia” •

Bugatti Veyron Alfa Romeo 8C Competizione

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Assessorato alla Cultura

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10/07

23-24/07

23/07 - OTTETTO “SENzAPAROLE” Combo Jazz e Quartetto d’archi canzoni italiane in jazz NEW ITALIAN TRIO Fabrizio Bosso, Luca Bulgarelli, amedeo ariano24/07 - LENNART ABERG QUARTET CON PETER ERSKINE Combo Jazz con peter erskine alla batteria

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ViLLa riZZarDi

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C.t. EL GAVETIN

C.t. TEATRO DELL’ATTORCHIO

“La donna di testa debole”

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... Fiori di pescoVeronesi volontari in Abruzzo

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1a edizione Malgalonga

giugno 2009

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