Keep left, keep left queste sono le urla che provengono dalle mie spalle fin dai primi metri della gara, mentre vengo superato da ciclisti arrembanti alla caccia del piazzamento migliore e io mi metto a sinistra ben deciso a non interferire con la loro gara e concentrato ad affrontare la prima discesa per nulla facilitato dall’asfalto bagnato e con in mente le raccomandazioni dei miei compagni di avventura di fare attenzione e non finire fuori strada, in mezzo al prato del magnifico parco di Blenheim Palace.

Partenza come a Le Mans, vestiti con giacca, cravatta e bermuda come da regolamento e con le bici piegate e posizionate in uno spiazzo, divisi in cinque batterie, aspettando il segnale di partenza; e poi si corre verso il proprio mezzo e lo si apre: pochi metri a piedi e quindi in partenza, due giri su una striscia di asfalto che alterna discese veloci a salite rompi fiato in sella alla Brompton, la mia Brompton, quella che uso tutti i giorni, non modificata, arrivata fin quassù nell’Oxfordshire, insieme ad altre sue “sorelle”, da tutto il mondo. Il tempo fa schifo, o come direbbe poet icamente un mio amico musicofilo, ci sono quattro stagioni in un

giorno solo, peccato che le peggiori si concentrino proprio durante la gara. E quindi pioggia e pioggia sia, ma questo non ci scoraggia, non scoraggia nessuno, anzi non fa altro che esaltare il grande clima di happening che si respira fin dall’entrata quando ci consegnano numeri e targhette di riconoscimento e che si protrae fino al “terzo tempo”, come direbbero i rugbisti, la parte più divertente, quando ci si può rilassare e fare conoscenza, si beve una tazza di tea caldo, e cosa se no?, e si mangiano tramezzini e dolcetti da accompagnare con un burro che è puro colesterolo, ma sicuramente buono e la birra, altrettanto immancabile, una specialità del luogo la “Old Speckled Hen” e un premio a chi indovina cosa vuole dire. E si incontrano personaggi fra i più vari, come il team di giapponesi che si candidano ad

organizzare una futura edizione del BWC, avrete il mio voto guys!, o il cinese di Macao che vive e lavora ad Aberdeen per una multinazionale e partecipa insieme alla sua fidanzata, o la famiglia di Roma che getta nella mischia il figlio solo perché non hanno fatto in tempo a procurarsi una bici anche per la sorella, sarà per l’anno prossimo famiglia C., o il console onorario italiano ad Anversa e così centinaia, centinaia!, di bromptonians. Intanto il Joker mi supera, ma non è un’allucinazione dovuta alla stanchezza del secondo giro mentre arranco su una delle ultime salite, almeno così spero, è proprio il Joker, o meglio uno dei partecipanti travestito come la nemesi di Batman, con tanto di trucco e parrucco. Un travestimento magnifico che infatti gli varrà il primo premio della categoria apposita.

E certo, infatti alla gara non ci sono solo maniaci del risultato o incoscienti come il sottoscritto, ma nel più puro stile eccentrico British ci sono concorrenti che si presentano travestiti, come il padre e figlio truccati da Charlot con tanto di baffi e bombetta, o una coppia di bianco vestita, lui con un turbante e lei, elegantissima, con tanto di cane adagiato

in un cesto sul manubrio della bici, o le ragazze tutte italiane di GiroEbbro che si presentano in bianco-rosso-verde, a rappresentare la faccia sorridente del nostro Paese e una delle tre, Carlotta se non sbaglio, gareggia in tacco dodici. Ma anche io non scherzo con le calzature, infatti ho messo in valigia un paio di galosce che non si sa mai e che si sono rivelate utilissime e infatti corro con quelle ai piedi e posso affrontare il fango senza paura. Ma non c’è paura, solo soddisfazione per aver finito una gara affrontata senza allenamento e felicità per essere in mezzo ad altri bromptoniani, o come direbbe il Bardo, we few, we happy few, we band of brothers! E grazie a Ronald e Fabio, miei compagni di team, amici e veterani consumati: appuntamento all’anno prossimo, sicuramente! Antonio Chiconi