Katango Marzo 2009 n.2

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Katango Katan go www.katango.it SKATE BOARD Softair Parkour Critical mass Intervista al campione italiano di Skate Mauro Caruso Anno I numero 2 - MARZO 2009 - Registr.Tribunale di Catania n.4/2009 del 30/01/09 FREE NUMERO DUE MENSILE DELLO SPORT ALTERNATIVO

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Mensile sullo sport alternativo. News ed interviste sul mondo degli sport estremi ed alternativi.

Transcript of Katango Marzo 2009 n.2

Page 1: Katango Marzo 2009 n.2

KatangoKatangogogogogoDirettore Creativo e grafico

Stefania La Magna

C e l l . 3 4 0 6 6 8 5 8 1 [email protected]

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SKATE BOARD

SoftairParkourCritical massIntervista al campione italiano di SkateMauro Caruso

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NUMERO DUE

MENSILE DELLO SPORT ALTERNATIVO

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EDITORIALEa cura della Redazione

Potrà lo sport salvare il turismo?Probabilmente lo ha sempre fatto, soprattutto lì dove l’offerta si è sempre limitata all’aspetto geografi co. Penso alle splendide riserve marine o ai vulcani mozzafi ato dell’ isola di Mauritius, Zanzibar, delle Maldive. Poi mi viene un dubbio e penso che per avere mare e vulcano mi basterebbe uscire di casa e fare pochi chilometri, se non pochi metri, con la rara eccezione di poter trovare qualcosa di commestibile da mangiare oltre che camminare fra luoghi ricchi di storia. Cosa abbiamo allora in meno degli altri? Nulla? Non è possibile. Se così fosse non vivremmo di certo crisi turistiche o peggio sociali. Quello che ci manca è probabilmente un modello politico che abbia viaggiato molto e che conosca il mondo e le sue realtà. La nostra innovazione non potrà venire dall’interno, bisogna che ci si apra al mondo affi nché questo possa entrare in casa nostra portando quanto di buono ci sia. Caro lettore, come potrai leggere in questo nuovo numero, le cose stanno cambiando o per lo meno ci si sta provando. Un segnale forte viene proprio dallo sport: con gli inizi dei lavori al Resort con campo da golf più grande d’ Europa nei pressi di Sciacca, che di sicuro porterà lavoro ai tanti disoccupati siciliani ma anche tanta innovazione. Sarà contento anche uno che di sport se ne intendeva, un uomo che per realizzare i propri sogni è dovuto emigrare da questa Sicilia eterna Cenerentola, un grande catanese: Candido Cannavò.

W W W . K ATA N G O . I T

E d i t o r e e P r o p r i e t a r i oF a u s t o N i c o l a D i F i d i o

D i r e t t o r e R e s p o n s a b i l eD a n i e l a F l e r e s

D i r e t t o r e C r e a t i v oS t e f a n i a L a M a g n a

S i r i n g r a z i a n o Y l e n i a R u s s oG a i a C a r n e s iG i u s e p p e I u v a r a

M a r ke t i n g e P u b b l i c i t àK a t a n g o3 4 0 . 9 0 3 5 8 6 1

S t a m p aB . A . & L . s . n . c . L e n t i n i ( S R ) -t e l . 0 9 5 7 8 4 6 6 3 3

K a t a n g oV i a A c e r o , 3 49 5 1 2 1 C ATA N I A 3 4 0 . 9 0 3 5 8 6 1i n f o @ K a t a n g o . i t

C o l l a b o r a c o n n o i :katango@ k a t a n g o . i t

Copyright 2008 © KatangoABBONATI SUBITO!

P e r i l n u m e r o d i A p r i l es e g n a l a z i o n i e p u b b l i c i t à e n t r o i l 2 8 M a r z o 2 0 0 9

20A SOLI

EUROKatango è tutto l’estremo dello sport in Sicilia

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Copyright © Katango 2009

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3

NEXTISSUE

3GOLF

TREKKINGKITESURF

Dal prossimo mese prenderà il via la nuova rubrica dedicata alle attività

sportive scolastiche ed universitarie STUDENTS & SPORT. Lo scopo sarà di informare tutti i nostri lettori di ciò che avviene in ambito studentesco raccogliendo le notizie proprio dagli studenti che si riterranno in grado di commentare la vita sportiva nella realtà in cui svolgono i propri studi. Infatti gli studenti di qualsiasi età, istituto, liceo e università potranno inviarci via email articoli e informazioni che riterranno di rilievo: partecipazioni ad eventi, manifestazioni sportive studentesche e tanto altro ancora...

Katango da la possibilità a tutti coloro che abbiano ambizioni giornalistiche o fotografi che

con reali attitudini, di poter collaborare con la prima rivista dello sport alternativo in Sicilia.Se ritieni di possedere queste caratteristiche scrivici subito a [email protected]

Students & Sport

www.katango.it

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Skate

Mauro CarusoINTERVISTA A

CAMPIONE ITALIANOdi SKATE

Lord of ItalyLord of Italy

intro Stefania La Magnafoto e testi Ylenia Russo

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Camicia a quadri, jeans stretti e tavola da skate in mano. Così si presenta Mauro Caru-so, campione italiano di skateboard. Sembra uscire direttamente dai documentari di Sta-cy Peralta. L’unione perfetta di stile e armo-nia, in quello che nell’ottica di chi osserva è semplicemente pura incoscienza, in questo ragazzo diventano grinta e forza di volontà nel puntare sempre più in alto, alla sfi da più grande, con una voglia incredibile di skata-re, riuscendo sempre a chiudere i trick.Nato a Catania nel 1989, Mauro è la pro-messa siciliana di uno sport ancora scono-sciuto a molti, ma diffuso tra i giovanissimi sia nel panorama siciliano che nazionale.

Mauro, quando hai iniziato a fare skate?A Motta Sant’Anastasia (il mio paese) con 3 amici miei, verso i 12, 13 anni.Come sapevi di questo sport, pensavi po-tesse diventare parte della tua vita?E’ iniziato tutto quando un amico ha com-

prato un gioco per la Playstation: Tony Hawk. Era ispirato ad un campione di skate americano. Avevamo comprato delle tavo-le giocattolo, tipo quelle che vendono nei grandi supermercati e provavamo ad imitare le azioni che facevamo nel gioco. Man mano aumentò sempre di più la voglia di conosce-re questo mondo. All’inizio era proprio un gioco, così quando non c’era niente da fare provavamo e riprovavamo, pur non avendo idee molto chiare. Molte cose le scoprimmo successivamente dai video su internet o da qualche giornale specializzato e poco dopo eravamo sempre più coinvolti.Dove andavate a skatare?Per i primi mesi non ci spostavamo dal pa-ese, stavamo sempre in zona. Dopo un po’ di tempo però, i nostri genitori ci accompa-gnavano a turno una volta la settimana a Catania, dove la realtà era più interessante ed era possibile migliorare guardando gli altri che facevano skate da anni .

Ma adesso che anche lo skateboard è arrivato alla Wii, non si praticherà più per strada? Noi pensiamo di no, perché il fascino e tutto il complesso di elementi che ne fanno un vero stile di vita e una

passione, sono radicatissimi.Lo skateboard, sport urbano nato sulle strade d’oltreoceano, ha conquistato fino ad oggi parecchie generazioni. I progressi applicati alle tavole, la spettacolarità e la forza aggregante e competitiva di questa disciplina ne hanno permesso poi una globale diffusione ed evoluzione. Dopo il boom a metà degli anni ’90, la realtà del Belpaese ritrova oggi maggiore interesse, grazie anche all’attenzione di media, sponsor e di moltissimi giovani, che affascinati, hanno fatto della tavola a rotelle un vero feticcio. Poi Internet, Youtube e il fenomeno modaiolo della street culture hanno fatto e continuano a fare il resto. E’ aumentata notevolmente la ricerca di nuovi luoghi urbani dove potere esercitarsi, ed il bisogno di spazi idonei e legali come gli skatepark. Anche nella scena Catanese, attiva da parecchi anni, qualcosa comincia a cambiare. Basti pensare che, all’attuale dissestata Piazza Europa, per anni prediletto luogo di riunione della tribù catanese, si è sostituito di recente un nuovo skatepark all’aperto nel cuore della città, al Parco Gioeni. Ma di recente la nostra Catania è stata protagonista in campo anche grazie al neo campione Mauro Caruso, vincitore dell’ultimo Campionato Italiano di Skate (CIS 2008) tenutosi lo scorso dicembre a Milano.Mauro, dopo anni di esercizio, di gare e perfezionamento su suolo americano, da qualche anno ha ricevuto attenzione e parecchi riconoscimenti, per questo abbiamo voluto incontrarlo per farci raccontare di questa sua passione.

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Com’era il livello? Come riuscivi a entrare alla gara, esisteva una preselezione o era aperta a tutti?Il livello era alto per me! Le gare erano divise in due categorie: sponsorizzati e free skater, e nonostante fossi all’inizio, riuscivo a cavar-mela. Poi con gli anni ho iniziato a viaggia-re molto e durante dei contest a Palermo, organizzati da un negozio specializzato di Monreale, arrivarono le prime sponsorizza-zioni.Di recente hai conquistato il titolo nazio-nale. Come è andata?A differenza degli altri anni, il CIS 2008 ha vi-sto il cambio di un po’ di regole. Difatti non si sono disputate più tre tappe con la som-ma fi nale dei punteggi, ma soltanto una sola a Milano. La gara è stata divisa in run da 1 minuto ciascuno, nel quale si doveva riusci-re ad incastrare diversi tricks. Io non avevo timore, forse un po’ di emozione, perché di solito si va alle gare per divertirsi e skaetare con gli amici! Quel giorno però ho vinto, di-ventando il campione italiano.Come vedi la realtà catanese?In crescita! Sicuramente è positiva. Allo skatepark ci sono sempre nuovi ragazzi, gente giusta. Si potrebbero avere altre strut-ture, ma di sicuro lo skate a Catania è una realtà viva ed in evoluzione.Quali sono i tuoi spot preferiti?C’è il nostro local spot a Motta S. Anasta-sia, le Case Gialle: un complesso di case ab-bandonate con all’interno uno spiazzo. Altri sono a Catania, ma diciamo che per noi è fondamentale adattarsi...Meglio lo skate o una fi danzata?Tutti e due! Direi che le ragazze ci stanno, altrimenti non skaterei bene. Al momento sono fi danzato, quindi molto contento.Cosa vuoi fare da grande?Ho fi nito le scuole superiori e per il momen-to voglio solo skatare, e viaggiare il più pos-sibile. Adesso non penso al futuro, ho dei progetti, ma per adesso li tengo per me.Cosa consigli a chi vuole iniziare?Non abbiate paura ma soltanto molta pa-zienza! Con il tempo riuscirete a fare tutto, basta avere testa! Non disdegnate gli aiuti, chiedete ed osservate, poiché è confrontan-dosi che imparerete tantissimo.

I tuoi genitori come vedevano questo sport anomalo? Ti hanno aiutato?Tantissimo, nonostante fossero un po’ scossi dalle varie ferite con cui tornavo a casa. Per farli stare più tranquilli bastò mettere le pro-tezioni e a poco a poco si abituarono!Come sono arrivate le prime competizio-ni?Online. Mio padre aveva letto per caso di una gara a Napoli e mi iscrisse. All’epoca credo avessi quattordici anni. Da quel mo-mento in poi partimmo ogni anno alla volta di una nuova gara.Ne facevi una l’anno?Si. Tutte gare appartenenti al CIS, campiona-to italiano di skateboard. Ogni anno faceva-no diverse tappe, io ne facevo soltanto una.

SKATE

SURF

WINDSURF

SNOWBOARD

WAKEBOARD

PARACADUTISMO

Via Morosoli 21 Catania - Tel. 095.2245760

[email protected]

Attrezzature

Corsi

SURF SHOP - STREET WEAR

Abbigliamento

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SKATE

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Lo skate ha ispirato menti e designer di tutto il mondo. C’è chi l’ha rivoluzionato, spostato rotelle e creato tavole per skater curiosi di provare nuovi mezzi, o per il training fuori stagione di sur� sti e snowboarder. Tra i vari abbiamo:

Flowboard tavola da asfalto con una struttura di 14 ruote su 2 archi a semiluna che permettono di sfruttare nuove angolazioni (inclinazioni di 45°) e simulare su strada i movimenti eseguiti da sur� sti e snowboarder. Da provare!

Soularc skateboard che emula al meglio l’esperienza del mare trasportata sulla strada. Assolutamente innovativo nella forma e nel tipo di sospensione che da la sensazione di cavalcare un onda.

JBoard dal Giappone altra simulazione di uno skate con solo due ruote in � la libere di muoversi in tutte le direzioni

Le tavole da skateboard sono sempre state un supporto ideale per illustratori e designer, per questo il libro Disposable: A History of Skateboard Art ha raccolto i migliori 1000 artworks della gra� ca da skateboard dell’ultimo trentennio, per raccontare la storia della skateboard art arricchita da interviste ad alcuni tra i più importanti skaters di tutti i tempi.

Skateboard Art

Ad Agosto, Seattle ospiterà il primo Skateboard Film Festival. Evento creato per unire tutti i fi lmmaker indipendenti, registi o appassionati di video riprese di skateboard. La tre giorni del festival, ricco di workshop e contest, è aperta a chiunque e per partecipare occorre inviare i propri video al sito uffi ciale www.theskateboardfi lmfestival.com. Una giuria di esperti valuterà e premierà i migliori fi lmati provenienti da tutto il mondo.

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Come moderni ninja, forse ispirati dai su-pereroi, scalano mura, saltano e si ar-rampicano su balconi e tetti con evolu-

zioni e movimenti felini. Stiamo parlando degli amanti e seguaci del parkour, vere scimmie urbane per le quali le città diventano giungle. Il Parkour (Pk in gergo, dal francese “percorso”) si presenta come vera disciplina estrema, fon-dendo in sé la corsa libera, le evoluzioni della breakdance e delle arti marziali, e la pura gin-nastica acrobatica, il tutto su suolo urbano. I primi sviluppi si ebbero nelle periferie francesi negli anni 80, grazie all’ideatore David Belle, che si ispirò al metodo naturale di addestra-mento di G.Hébert, un militare dell’800. Suc-cessivamente si è espanso a livello mondiale grazie al passaparola e ad Internet, coinvol-gendo numerosi seguaci e divenendo ARTE DELLO SPOSTAMENTO. Scopo di tale disci-plina, che è un vero stile di vita salutista e duro, è imparare a spostarsi rapidamente nello spa-zio nel modo più efficiente possibile, cercando di superare in maniera fluida e precisa ostacoli e barriere. Accessibile a tutti ma impegnativo, non consta di tecniche predefinite, quello che sta alla base è un costante esercizio fisico per potenziare agilità e riflessi, e un importante la-voro psicologico e mentale, poiché non deve mancare coraggio, equilibrio e concentrazione per la misura degli spazi e la valutazione del rischio. Le città diventano palestre, e si tra-

mutano in un campo di battaglia per questi performer del corpo. I praticanti si chiamano traceurs, e sono per lo più giovani dai 15 ai 30 anni, solitamente riuniti in crew, che si al-lenano in luoghi prestabiliti fino a trovare una perfetta riuscita nel superare gli ostacoli che il percorso propone. Per affrontare tale prati-ca, occorre un lungo perfezionamento, oltre a costanza e serietà per capirne i principi. Il parkour infatti, ha alla base una filosofia di valori importanti, poiché quello che si studia in preparazione si rivela un metodo appli-cabile anche contro le difficoltà della vita di tutti i giorni. Simile e misto ad esso è il Free Running, dove però vige la corsa libera sen-za tracciato definito e dove si privilegia mag-giormente la spettacolarità dei movimenti e delle evoluzioni nello spazio urbano. Tant’è che questi ingredienti hanno attirato l’interes-se dei media verso tali discipline, consacrate da film, incredibili video amatoriali e non, e spot di grandi magnati della pubblicità. Ad af-fascinare è probabilmente lo stile di vita par-ticolare e l’azione, che regala a chi osserva un coinvolgente spettacolo. In Italia, circa 5 anni fa grazie al tam tam del web, si sono cominciate a formare le prime crew, anche se tutt’oggi rimane una disciplina un po’ di nic-chia. Grande riferimento si trova nella realtà romana e milanese, anche se, in altre città, così come in Sicilia tra Palermo e Catania la voglia di approcciarsi e migliorare è tanta.

Già si sono tenuti diversi meeting nel nostro paese e tale pratica ha sposato anche cause umanitarie importanti, come l’ultima: Parkour For Children. Iniziativa di solidarietà promossa dall’associazione italiana Parkour.it a favore dei bambini dell’ospedale romano Bambino Gesù, che si svolgerà a Roma sabato 7 Marzo con un workshop tenuto da ospiti internazionali.

S.L.M.

PARKOUR

foto©Gaia Carnesi

EXTREME CRAZY SPORTS

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di Stefania La Magna

SOFTAIRWar Game del nuovo millennio

Dalla tv alla Playstation la guerra dilaga nei nostri salotti. Ma c’è chi, pur amando le azio-ni di guerra, con la violenza e l’orrore non ha nulla a che fare. Dal guardia e ladri di infanti-li memorie si è passato ai fatti, come appunto nel Softair. Riconosciuto legalmente dal CONI solo nel 1996, è sorto ed evoluto come gioco in Giappone. Tra sport di squadra e gioco di ruolo, tale tipo di Wargame ha assunto propor-zioni più ampie. Dopo USA e Europa, in Italia ha cominciato ad avere diffusione circa 15 anni fa, coinvolgendo un gran numero di persone di qualsiasi tipo ed età: dal manager allo studente, al semplice curioso. Negli anni anche numero-se donne si sono avvicinate a questa attività, che oltre all’azione privilegia l’aria aperta, il movimento fi sico e pone come fi ne il gioco e la sfi da personale. Inoltre la fedeltà delle armi e le repliche perfette di attrezzature tecniche hanno fatto divenire il tutto molto serio. Il Softair, at-taccato e criticato eticamente per l’uso di armi e simulazioni di guerra, è dopotutto uno sport con sue regole precise e tecniche da impara-re per poter divertirsi al meglio. I praticanti, defi niti spesso guerrafondai o invasati, sono solo amanti della natura e del gioco di squadra, pronti all’azione per un puro godimento adrenalinico personale. Numerosi sono i club e le associazioni dilettantistiche sorte nel nostro paese (cir-ca 600) e soprattutto nel nostro territorio siciliano, il cui clima favorevole e zone im-merse in realtà naturali meravigliose hanno permesso la longevità di tali attività. Oltre ai gruppi Catanesi, famosi sono i gruppi di Palermo, del Ragusano e Nisseno, molti affi liati al Comitato Regionale Sicilia Calabria (COMRESC) o al Coordi-namento Soft Air Team del-

la provincia di Catania, il COSAT, vero punto di riferimento. I club generalmente presentano squadre composte da circa 10-30 giocatori, tutti con un proprio nome in codice e un pre-ciso ruolo, e che spesso, come succede dalle nostre parti, dopo le partite amano trascorrere la fi ne del gioco con grigliate all’aria aperta. Die-tro ogni partita c’è una grande organizzazione e uno studio sul territorio, e come nei migliori fi lm d’azione non mancano bussole e mappe. Il Softgunner ideale ha buona mira, sa lavorare in gruppo e ben mimetizzarsi con grande agilità nel tessuto del territorio. I più esperti si avvalgo-no inoltre di manuali e studiano varie tipologie di tattiche. Questa falsa guerra, che non provoca morti o feriti reali si basa anche sul fair play e l’onestà del giocatore colpito, che deve dichia-rarsi tale e porsi momentaneamente fuori gioco. Il Softair in generale non presenta alcun peri-colo per chi lo pratica, poiché non vi è contatto fi sico con i giocatori e si utilizzano armi fi nte che sparano pallini di ceramica innocui, molto meno

potenti rispetto al Paintball americano. L’uni-co accorgimento richiesto è un abbiglia-

mento adeguato di base, composto da: una tuta mimetica, anfi bi, e occhiali o una maschera protettiva schermante per proteggersi. Per approfondire abbiamo fatto qualche domanda al presidente di uno dei Softair club più radicati nel catanese: I Diavoli dell’Etna.

Presidente, cosa si prova a gio-care alla guerra?

La parola giocare alla guerra è eccessiva. Il softair non è il passatempo domenicale di giovanotti rimasti un po’ bambini e in vena di sfo-

re per poter divertirsi al meglio. I praticanti, defi niti spesso guerrafondai o invasati, sono solo amanti della natura e del gioco di squadra, pronti all’azione per un puro godimento adrenalinico personale. Numerosi sono i club e le associazioni dilettantistiche sorte nel nostro paese (cir-ca 600) e soprattutto nel nostro territorio siciliano, il cui clima favorevole e zone im-merse in realtà naturali meravigliose hanno permesso la longevità di tali attività. Oltre ai gruppi Catanesi, famosi sono i gruppi di Palermo, del Ragusano e Nisseno, molti

Comitato Regionale Sicilia (COMRESC) o al Coordi-

namento Soft Air Team del-

co accorgimento richiesto è un abbiglia-mento adeguato di base, composto da:

una tuta mimetica, anfi bi, e occhiali o una maschera protettiva schermante per proteggersi. Per approfondire abbiamo fatto qualche domanda al presidente di uno dei Softair club più radicati nel catanese: dell’Etna.

Presidente, cosa si prova a care alla guerra

La parola è eccessiva. Il softair non è il passatempo domenicale di giovanotti rimasti un po’ bambini e in vena di sfo-

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SOFTAIRLe armi del Softair, vere repliche delle originali sono dette ASG (Air Soft Gun) e si trovano in moltissimi modelli e tipologie: elettriche, a molla, o gas. Possono detenersi anche senza autorizzazione, se omologate e possono essere modificate solo restando ad una bassa potenza (1 joule). I costi medi si aggirano intorno ai 200 euro per un arma nuova (è anche possibile trovarne a prezzi minori di seconda mano) a cui bisogna poi aggiungerne degli altri per l’acquisto della batteria e dei caricatori.

Asg

COMBATSEsistono numerose tipologie di partite (combat): dal cattura bandiera altrui, alla liberazione di un prigioniero, al tutti contro tutti.Altre volte però, il gioco diviene più complesso trasformandosi in una vera e propria ricostruzione da mettere in scena, ispirata a reali azioni di guerra. Come nell’ HARD SOFTAIR che richiede resistenza e preparazione, poiché l’attività può durare dalle 24 alle 48 ore, richiedendo accampamento obbligatorio e favorendo l’esaltante gioco notturno in spazi molto più vasti del comune.

Le azioni si svolgono in ambienti boschivi o urbani, come fabbriche

in disuso, cascine abbandonate o ruderi. Di norma, che si giochi su un terreno privato o pubblico

bisogna allertare le forze dell’ordine ed avere un permesso

affinché il gioco non si tramuti in un pericolo per gli eventuali

passanti.

gare le proprie velleità guerresche ma sempli-cemente un grande, avvincente wargame che utilizza come pedine i giocatori stessi. Richie-de intelligenza, concentrazione e senso tattico, inoltre possiede il dinamismo, la fi sicità e la tra-volgente irruenza del più movimentato gioco di squadra. L’approccio a questo sport non esige maggior “spirito bellico” di quanto ne richiedano il pentatlon moderno, la scherma, o il pugilato.Chi può praticare questa attività e che emo-zioni da farla?Come attività domenicale non richiede una pre-parazione fi sica particolare. Caso diverso per gare o tornei, per i quali potrebbe risultare utile praticare durante la settimana un po’ di footing, per sviluppare il fi ato e rinforzare le gambe.Chi volesse provare il softair a Catania o provincia cosa può fare?Contattare un club della propria zona o un club dei più anziani e chiedere le modalità per una giornata di prova. Basta navigare in internet e si trovano tutte le informazioni utili.Quali sono in Italia e in Sicilia gli enti più im-portanti di riferimento?In Italia gli enti di riferimento sono essenzial-mente lo CSEN, l’ASNWG e l’Ente di promo-zione sportiva ASI del quale i soci del mio club sono tesserati. dell’ordine ed avere un permesso dell’ordine ed avere un permesso

affinché il gioco non si tramuti in un pericolo per gli eventuali

Esistono numerose tipologie di partite (combat): dal bandiera altrui

Altre volte però, il gioco diviene

Info sul Soft Air e sui Club di tutta Italia:www.softair.it

più complesso trasformandosi in una vera e propria ricostruzione da mettere in scena, ispirata a reali azioni di guerra. Come nell’

gare o tornei, per i quali potrebbe risultare utile praticare durante la settimana un po’ di footing,

Chi volesse provare il softair a Catania o

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Tutti ci siamo imbattuti almeno una volta nella massa di ciclisti che saltuariamente percorrono le vie principali di Catania. In molti li hanno criticati perché rallentano il traffi co, alcuni sono rimasti sbalorditi di fronte a quella massa di ruote, raggi, campanelli, insomma bici di ogni forma e dimensione. Ma perché questa moltitudine di cicloamatori si incontra e decide di pedalare in gruppo? Per spiegarcelo abbiamo incontrato Giuseppe Iuvara, il promotore del movimento di Critical Mass a Catania.

Come descriveresti la Critical Mass a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare?Si tratta di una coincidenza non organiz-zata di ciclisti urbani, che incontrandosi periodicamente in un luogo concordato, percorrono in massa la strada, riappropriandosi simbolicamen-te dello spazio urbano, riven-dicandolo, e dando esempio di come potrebbe essere più vivi-bile una città se solo scegliessi-mo la bici anziché l’automobile per gli spostamenti urbani.Cosa ti ha spinto ad organiz-zare a Catania l’appuntamen-to con la CM? Sicuramente sulle prime mi ha incuriosito l’aspetto provocato-rio e allo stesso tempo festoso, ma dopo la lettura di svariati te-sti dedicati al cicloattivismo ur-bano, ho sentito in me la voca-zione del “ciclorivoluzionario”.A quando risale il primo evento?La prima CM ha avuto luogo a San Fran-cisco oltre 15 anni fa e si tiene in più di 200 città nel mondo. A Catania l’evento

gode di un’anzianità di ben 5 anni.L’evento ha da subito riscontrato suc-cesso o c’è voluta un po’ di pubblicità prima di “carburare”?E’ stato un crescendo continuo. In breve tempo si è passati da 19 unità della prima

storica CM, alle oltre 150 del-la primavera successiva. Nel periodo invernale c’è un calo fi siologico dei partecipanti più freddolosi, direi ingiustifi ca-tamente giacché ci troviamo in Sicilia e non a Berlino. Nel tempo credo di avere investito alcune migliaia di euro in fl yers e locandine, mentre oggi sfrut-tiamo la potenza comunicativa di Facebook, e su questo è attivo il gruppo Critical Mass Catania (monthly version) che promuove l’evento mensi-le che ha luogo il primo merco-ledì di ogni mese.Qual’è l’età media dei parte-

cipanti?Direi che l’evento è aperto a tutti. La velo-cità moderata consente a chiunque di sta-re in massa. E’ davvero un piacere vedere

CRITICAL MASS

di Daniela Fleres

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4 Marzo1 Aprile6 Maggio3 Giugno1 Luglio5 Agosto2 Settembre7 Ottobre4 Novembre2 Dicembre

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21:30 P.zza Roma (ct)

La Cicloffi cina Etnea è un laboratorio di

auto-riparazione e riciclo di biciclett e.

L’idea e quella di imparare divertendosi a riparare o costruirsi

una bici da soli, condividendo le cognizioni meccaniche e facendo uso degli att rezzi e parti di ricambio messi a disposizione. La Cicloffi cina Etnea è ospite del CPO Experia, in via del Plebiscito 782, ed è aperta il lunedì e il venerdì dalle 21 alle 24.

Laè un laboratorio di

auto-riparazione e riciclo di biciclett e.

L’idea e quella di imparare divertendosi a riparare o costruirsi

i nonni che pedalano insieme ai nipotini, e alla fi ne ci si sente davvero come una grande famiglia, come parte di qualcosa di indefi nito, accomunati dallo stesso mezzo e dallo stesso desiderio, andare in giro in bicicletta in sicurezza e in compagnia di ci-clisti molto diversi tra loro, dal punk-a-bike alla studentessa universitaria con trecce rosse e lentiggini...Di solito dove ci si riunisce e a che ora?L’appuntamento tradizionale è a Catania in piazza Roma alle 21:30 ogni mercole-dì, ma stiamo concentrando tutte le nostre energie affi nché il primo mercoledì del mese sia la CM più partecipata, più festo-sa ed anche più effi cace sugli osservatori esterni.Il movimento di Critical Mass catanese organizza altri eventi?Da qualche anno seguiamo il progetto della Cicloffi cina Etnea, che promuove la cultura degli spostamenti urbani a impatto zero, del riciclo dei materiali e del rispetto ambientale. Raccogliamo e diffondiamo-materiali contro-informativi riguardo l’uso sovversivo della bicicletta, muovendo una critica alla società del petrolio, dell’auto-mobile, del consumismo e della guerra. Inoltre, io e alcuni membri da pochi mesi abbiamo iniziato a praticare Bike Polo, cioè

il polo in bicicletta! Nato in Irlanda alla fi ne dell’800 e originariamente giocato sull’er-ba, il bicycle polo fu uno sport dimostra-tivo alle olimpiadi del 1908, e praticato in Inghilterra intorno agli anni 30 e sino alla seconda guerra mondiale, fi no a cadere nel dimenticatoio. Da qualche tempo però si è ripreso a praticarlo a Londra, Parigi, Berlino, New York, Milano ed anche a Ca-tania, dove tutti i sabato sera dalle ore 20 si organizzano partite tra le due squadre locali, Etna Foxes Team e Bike Polo Team, e altre squadre improvvisate.

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D.F.

News ed eventiUN CAMPO DI LUSSO PER IL GOLF SICILIANOVerdura International Golf & ResortCresce la febbre per gli appassionati di Golf siciliani, a breve infatti, grazie ad un investimento di circa 150 milioni di euro, si realizzerà nei pressi di Sciacca il Resort più grande d’Europa: esteso in oltre 220 ettari su di un litorale di due kilometri circa. Un complesso alberghiero a 5 stelle, con uno splendido campo di golf, che potrà ospitare complessivamente 640 turisti, operativo già dal prossimo 29 maggio.

DAKAR 2010Sarà ancora Sud AmericaLa società francese organizzatrice dell’evento ha confermato che la prossima Dakar si disputerà nuovamente in Sud America nel già noto percorso tra Argentina e Cile.

SENSINI “LA VELISTA DELL’ANNO”Il sedicenne Bernard Miglior Under 25E’ andato ad Alessandra Sensini il Premio ‘Velista dell’Anno Audi’. La campionessa olimpionica di windsurf ha battuto la concorrenza di esimi colleghi come Giovanni Soldini, Vincenzo Onorato e Diego Romero. Mentre il riconoscimento per il miglior Under 25, intitolato al giornalista Carlo Marincovich, e’ stato assegnato a Matteo Bernard, sedicenne campione europeo classe Optimist.

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ADDIO CANDIDOScomparso lo storico direttore della Gazzetta Ci ha lasciati proprio di domenica l’olimpionico direttore della Gazzetta. Cannavò è stato direttore dal 1983 al 2002, facendo diventare il roseo quotidiano dello sport, il più diffuso d’Europa. Candido va ricordato anche per il suo instancabile impegno per le persone meno fortunate. Anche prima della pensione dedicava tantissimo tempo alla realizzazione di progetti a favore dei detenuti del carcere milanese di San Vittore.

MONDIALI DI DELTAPLANOL’Italia ospiterà il torneo del 2011A Hall in Austria i rappresentanti delle federazioni competenti hanno stabilito la sede dei mondiali 2011 di deltaplano. All’Italia, con 16 voti a favore contro i 13 ottenuti dall’Australia, l’onore di ospitare l’evento a Sigillo (Perugia) dal 16 al 30 luglio 2011. Un anno prima, dal 19 al 31 luglio 2010, lo stesso sito ospiterà la sessione dei pre-mondiali.

SURF. Campionato Italiano 2009TOP 44 - Quiksilver Surf TrophyDall’ 1 al 31 Marzo riparte il Campionato Italiano di Surf. Al Quiksilver Surf Trophy, che quest’anno coincide con la prima tappa del Campionato Italiano di Short Board si sfideranno i migliori 44 atleti del circuito Surfing Italia. La prima tappa si terrà nello storico spot Banzai a Santa Marinella in provincia di Roma.

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