Karl Jaspers Storia della filosofia contemporanea.

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Karl Jaspers Storia della filosofia contemporanea

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Karl Jaspers

Storia della filosofia contemporanea

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Karl Jaspers (1883-1969)

Psichiatra e filosofo tedesco Opere:

– Psicopatologia generale, 1913– Psicologia delle visioni del mondo, 1919– Filosofia, 1932– Sulla verità, 1947– La fede filosofica, 1948– Introduzione alla filosofia, 1953– La fede filosofica di fronte alla rivelazione, 1962

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La psicopatologia ottocentesca

Jaspers: fondatore della psicopatologia come disciplina psicologica

La psicopatologia ottocentesca– branca della psichiatria (medicina)– ricerca delle cause organiche, per spiegare le malattie– sviluppo di tecniche mediche per curare i sintomi– classificazione sistematica dei sintomi secondo il modello:

sintomo = disturbo = deviazione di una funzione

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La psicopatologia come disciplina psicologica autonoma (1913)

Jaspers: mutamento nel metodo di osservazione– Il sintomo è un segno che indica un diverso modo di

elaborare l’esperienza Il principio dell’anomalia psichica va cercato

all’interno dell’individuo– l’anomalia psichica non è una dis-funzione – L’anomalia segnala un certo modo di essere al

mondo e di progettare un mondo

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Spiegare e comprendere

La vita psichica è un processo, un accadere temporale

La psicopatologia studia– lo sviluppo psichico– non le cause organiche (scienze naturali)

Distinzione tra– spiegare (erklären): psicologia esplicativa– comprendere (verstehen): psicologia comprensiva

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Psicologia esplicativa

Il fenomeno psichico: oggetto per un soggetto conoscente

– analisi conoscitiva (dal di fuori) dei nessi causali

Trasformazione dei fenomeni psichici– li assume sotto leggi, mettendoli in relazione con altri fenomeni

differenti– li frantuma in parti, considerate più reali del fenomeno

complessivo– l’insieme della vita psichica viene dissolto negli elementi del

pensiero causale

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Psicologia comprensiva

Visione intuitiva del fenomeno dal di dentro (Dilthey)– rendere presenti ed evidenti di per sé stati d’animo che i malati

sperimentano– astenersi da tutte le interpretazioni che trascendono la pura

descrizione (Husserl) Si tratta di vedere il fenomeno (e le strutture che in

esso emergono) dal versante del malato, e non dal versante di chi indaga

Si tratta di partecipare al fenomeno, in modo che esso mostri la sua essenza a chi lo comprende (metodo fenomenologico)

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Contro il dualismo anima-corpo

Jaspers taglia i ponti con l’impostazione naturalistica della psicologia e con l’esigenza di oggettivazione ad essa connessa

Jaspers supera il dualismo anima e corpo, che riduce ogni espressione psicologica ad affezioni cerebrali

– la contrapposizione di psiche e soma è un’astrazione, che disturba (invece di favorire) la comprensione

– l’essere umano va considerato come un tutto

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Il limite della scienza

Natura del procedimento metodologico della scienza – oggettivazione del reale mediante ipotesi di natura matematica– nella conoscenza scientifica l’essere umano viene ridotto a

oggetto, cioè a qualcosa che può essere studiato dall’esterno Il volto del reale non si riduce a quello che risulta

dall’oggettivazione matematica L’uomo non si riduce al suo corpo e, quindi, sta oltre

ogni possibile e afferrabile oggettivazione– Io non posso comprendere dall’esterno l’essere che io sono.

Posso conoscermi solo dall’interno, prendendo coscienza delle mie possibilità

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Distinzione tra scienza e filosofia

La scienza oggettivante frantuma la totalità dell’essere, in quanto coglie solo determinati aspetti del reale

La filosofia vede, nei dati oggettivi, solo le “cifre” di una realtà ulteriore: la totalità dell’essere, la Trascendenza, l’Onniabbracciante (das Umgreifende)

– L’uomo nella sua interezza è sempre più grande di quello che le singole scienze umane possono dire di lui

– L’essere nella sua totalità è sempre più grande di quello che che le singole scienze possono dire di esso

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Situazionalità e prospettivismo

L’esistenza umana – è sempre storicamente e culturalmente situata (situazionalità)– può aprirsi all’essere solo da un determinato e individuato

punto di vista (prospettivismo) Il prospettivismo rinvia alla totalità dell’essere

(Trascendenza), che non si può mai comprendere e afferrare compiutamente e definitivamente, ma che, manifestandosi nelle realtà del mondo, già sempre ci appella

Il prospettivismo in Jaspers e in Nietzsche

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L’antropologia jaspersiana

L’individuo è– Esser-ci (essere biologico, realtà psicofisica)– Coscienza in generale (essere conoscente, capace

di produrre scienza, cioè un pensiero oggettivo e universalmente valido)

– Spirito (essere produttore di valori artistici, giuridici, morali, religiosi, in grado di donare senso e unità)

– Esistenza (essere che si sceglie nella sua singolarità e storicità, distinguendosi dalla massa e rapportandosi alla Trascendenza)

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Orientamento nel mondo e chiarificazione dell’esistenza

Orientamento filosofico nel mondo– l’uomo deve cercare di chiarire chi egli sia, in rapporto

all’essere del mondo che gli si contrappone– questa ricerca non può mai concludersi, in quanto le scienze

forniscono una conoscenza degli oggetti nel mondo (non una comprensione del mondo)

Chiarificazione filosofica dell’esistenza– L’esistenza (essere se stessi in senso autentico)

non si riduce a ciò che egli è a livello meramente empirico e quotidiano (esserci) e che lo accomuna agli altri

bensì è un compito (affatto specifico e personale) che egli deve realizzare nella sua libertà

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Esistenza situata e esistenza possibile

L’esistenza (singola, concreta) è “situata”– segnata da una parzialità ineliminabile

L’esistenza (singola, concreta) è esistenza “possibile”– libertà e rischio della scelta tra diverse possibilità di

vita– libertà e rischio della scelta tra esser-ci (mero vivere

quotidiano) ed esistenza (essere-se-stessi in maniera autentica)

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L’esistenza

“Esistenza” indica tutto ciò che inerisce in maniera essenziale all’essere di un individuo

– di contro a tutto ciò che gli appartiene solo esteriormente, perché non dipende da lui

L’individuo– come esserci biologico, si ritrova a vivere in condizioni

(naturali, culturali e storiche) non poste da lui– come esistenza, può ancora scegliersi, può ancora decidere

che cosa essere essenzialmente e propriamente

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Le situazioni-limite(lotta, colpa, dolore, morte)

Per lo più l’uomo accetta, in maniera aproblematica, le condizioni esteriori in cui si ritrova a vivere

– gli garantiscono sicurezza e protezione

Ha bisogno di essere scosso nelle sue certezze – per scegliersi (= esistere, e non solo a vegetare) – per essere se stesso (= dare alla sua vita un’impronta propria

e personale)

Ciò avviene nelle situazioni-limite – lotta per l’esistenza, colpa, dolore, morte

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Storicità dell’esistenza

L’individuo, nelle situazioni-limite,– comprende che le condizioni esteriori non riescono a

garantirgli un sostegno duraturo– viene chiamato a decidere della sua vita e quindi viene

ricondotto radicalmente a se stesso L’individuo non può realizzarsi come esistenza

possibile senza le condizioni biologiche, storiche e culturali (il suo esser-ci)

Storicità dell’uomo – unità di esser-ci ed esistenza, necessità e libertà, tempo ed

eternità

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Esistenza e Trascendenza

L’esistenza è– oltrepassamento della situazione– rapporto con la Trascendenza, con l’Eterno

L’esistenza– non è un congedarsi dalla situazione, ponendosi quale astratta

soggettività (senza terra, senza tempo e senza storia)– bensì è un porsi, nella storicità della situazione, in relazione a

quell’“oltre” che, nella situazione, si annuncia tramite cifre e simboli

L’esistenza si radica nella Trascendenza quale origine, fonte e possibilità della libertà

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La Trascendenza e le sue “cifre”

La Trascendenza si annuncia nelle situazioni-limite– esperienza dello scacco (o naufragio) esistenziale

La Trascendenza può essere colta da chi– rifiuta di ridurre il significato delle cose a quanto risulta dalla

loro oggettivazione– assume le realtà del mondo come simboli che rinviano alla

Trascendenza

La Trascendenza è avvistabile a partire dalle “cifre”– modi sempre inadeguati (perché condizionati dalla rispettiva

situazione storica) di rivelarsi della Trascendenza

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Fede filosofica e fede rivelata

La fede filosofica– non si ferma al dato (coma fa la scienza), ma nel

dato coglie il trasparire di una realtà e di un senso ulteriori (la Trascendenza)

– la Trascendenza in sé resta irraggiungibile La fede religiosa

– ritiene di avere accesso alla Trascendenza– si fonda su una rivelazione considerata “assoluta”

(cioè l’unica vera rivelazione della Trascendenza)

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La comunicazione tra esistenze

Ogni individuo esistente ha la “sua” verità– coglie la Trascendenza dal “suo” punto di vista

Ciò rende necessaria la comunicazione– Comunicazione quotidiana (realtà economica, politica e

sociale)– Comunicazione esistenziale (reciproco sforzo di fare emergere

nell’altro il suo Sé più autentico) Per realizzarsi come esistenza, l’uomo ha bisogno

dell’altro La ragione come fondamento della comunicazione

(ricerca dell’unità e della verità)

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Verità dell’esistenza e verità dell’essere

Ogni esistenza attinge la verità solo dal “suo” punto di vista

– ogni esistenza è unica, insostituibile, irripetibile

La verità dell’essere trascende sempre la verità della singola esistenza

– la verità dell’essere è irraggiungibile e inoggettivabile

La singola esistenza, nella sua situazionalità e storicità, non può condividere con le altre esistenze una verità comune

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La verità

La verità è unica (è quella che impronta la mia esistenza)

La verità è molteplice (diverse sono le verità che improntano le diverse esistenze)

L’unica verità traluce in maniera diversa nelle molteplici esistenze

– contro il dogmatismo e contro il relativismo La reciproca comunicazione come ricerca della verità

– ogni verità è solo una via verso la Trascendenza– porre una verità particolare come assoluta è im-porre una non-

verità