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Terra santa di Mohamed Kacimi Traduzione di Monica Capuani Questa traduzione è frutto di una residenza nel quadro del progetto TRAMES (data) organizzato da La Comédie de Saint-Étienne con l'aiuto della Convention Théâtrale Européenne.

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Terra santa

di Mohamed Kacimi

Traduzione di Monica Capuani

Questa traduzione è frutto di una residenza nel quadro del progetto TRAMES (data) organizzato da La Comédie de Saint-Étienne con l'aiuto della Convention Théâtrale Européenne.

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L’autore Mohamed Kacimi è nato nel 1955 a El Hamel, una città sugli altipiani dell’Algeria. Adolescente, scopre Rimbaud e i Surrealisti. Dopo studi di letteratura francese ad Algeri, si trasferisce a Parigi nel 1982. Nel 1987, esce il suo primo romanzo Le Mouchoir. Alcuni saggi e un secondo romanzo (Le jour dernier) appaiono prima che si rivolga alla scrittura per il teatro. 1962 è accolto da Ariane Mnouchkine al Théâtre du Soleil e La Confession d’Abraham apre la stagione 2002 del Théâtre du Rond-Point. Lo stesso anno ha anche firmato l’adattamento di Nedjma, il romanzo di Kateb Macine, allo Studio della Comédie-Française. Nel 2004 è il vincitore delle missioni Stendhal, poi nel 2005 riceve il premio della Fracophonie della SACD e ottiene la borsa per l’anno sabatico del CNL.

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Personaggi IMEN, la ragazza ALIA , la moglie di Yad YAD , il marito AMIN , il loro figlio IAN , il soldato, in borghese Una città in stato di assedio. Si sente il mare da ogni parte, ma nessuno vi può mettere piede. C’è un cielo arroventato, ingombro di corvi neri. Nella città bianca, non ci sono colori, né sabbia, né accenti, né profumi, né volti, né abiti stranieri. Non c’è neanche arak, né pistacchi, né narghilé, né cubetti di ghiaccio, né tanto meno acqua. Resta solo un vecchio gioco di carte. Né i soldati, né il filo spinato, né la guerra sono visibili a occhio nudo.

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1 IMEN Ma mi lasci in pace! IAN Aprite, aprite! IMEN Va a finire che crepo a forza di aprire. IAN Aprite, per l’ultima volta, aprite! [Entra IAN, calmissimo, Percorre lentamente la

stanza] Chi ha appiccato il fuoco? IMEN Quale fuoco? IAN Chi ha appiccato il fuoco ai pneumatici? IMEN Voglio dormire, dormire solo una volta per davvero. IAN E la bandiera? Chi ha dato fuoco alla bandiera? IMEN Quale bandiera? IAN La nostra bandiera. IMEN Non sono affari miei, la vostra bandiera. IAN E questo cos’è? IMEN La borsa? Delle foto di mia madre. IAN No, non con le mani, non ti muovere, mettiti là, togliti le scarpe, prendi lentamente la

borsa con il piede destro, e tirala fuori, è chiusa? Metti le dita dei piedi nei manici, allarga lentamente le gambe, ecco, così. [Tira fuori dalla borsa delle foto] E’ lei? E’ il medico?

IMEN Sì. IAN Dove sta? IMEN E’ scomparsa ieri. IAN [Guarda di nuovo la foto] Dove è scomparsa? IMEN Al checkpoint. IAN Non ci sono stati morti al checkpoint, ieri. IMEN Ho detto “scomparsa”. IAN Tuo padre, dov’è? IMEN Da voi. IAN Per quanto ne ha? IMEN A vita. IAN Tanto peggio per lui. Era proprio una bella fica. Si mette in tasca una delle foto. IMEN [Cerca di strappargli la foto di mano] Ridammi la mia foto. IAN Perché hai paura? Sono un bravo ragazzo. Perché mi guardi così, non mi piace,

quello sguardo torvo. Che c’è in quegli occhi neri, mi dici quello che c’è dentro? IMEN Non c’è niente, non c’è niente dentro, niente, solo occhiaie, solo la televisione, tutto

qui, ci sono solo scemenze negli occhi, solo videoclip, ci sono solo videoclip dei Soap Kills nei miei occhi.

IAN Quando uno ha gli occhi neri vuol dire che non è limpido, non è per niente limpido. Smettila di fissarmi così. Guarda che te li strappo quegli occhi, le prendo tra le dita e li faccio scoppiare come una noce per vedere che c’è dentro. Conosci Stravinskij?

IMEN Stravinskij? IAN Tu non ami la musica, ti si legge negli occhi, quegli occhi, te li faccio esplodere

come un salvadanaio, per vedere cosa c’è nella pancia del tuo porcellino. Smettila di tremare, ti ho detto, sono un bravo ragazzo. [Le restituisce la foto] Che sono queste macchie di sangue per terra?

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IMEN E’ il sangue di Gesù. IAN Mi prendi per il culo? IMEN E’ Gesù, il mio gatto, il mio gatto randagio. E’ saltato sulla torretta del carro armato

che sta sotto casa, ha graffiato la torretta del blindato, il soldato si è preso un colpo, è uscito come una furia dal carro, e ha preso Gesù. Con una mano gli ha spezzato una zampa, così, come fosse una cannuccia, ho portato Gesù dal veterinario, gli ha strappato le unghie e gli ha fatto delle fasciature. Da quel momento Gesù è completamente su di giri, corre dappertutto, batte con le zampe dappertutto, lascia macchie di sangue ovunque, sul mio letto, per terra, sui miei vestiti.

IAN E dov’è questo Gesù che lascia sangue dappertutto? IMEN Da Alia, la mia vicina, la levatrice. IAN Vado a vedere. IMEN Perché avete paura dei gatti? IAN Anche noi abbiamo diritto di farcela sotto. Esce.

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2 Entra ALIA. ALIA Imen! Non ne posso più. IMEN Caschi bene, Alia, dillo a me. ALIA Stavolta è troppo. IMEN Ogni giorno, è troppo. ALIA Sto parlando del tuo gatto. I soldati, sono sbarcati da me alle due di notte per

verificare la tua storia. Se rimette le zampe nel mio salone, lo butto dalla finestra sotto le ruote del blindato.

IMEN Credi che sia facile essere un gatto randagio senza unghie in questa cazzo di Terra santa?

ALIA La stoffa di damasco bianco delle fodere del mio divano, sai a cosa somiglia adesso? A un tampax, hai capito, a un tampax per colpa di Gesù.

IMEN Se qualcuno torce un pelo al mio gatto, lo sbudello, lo ammazzo. ALIA Faresti meglio a pregare che ritrovino tua madre piuttosto che pensare al tuo gatto. IMEN Mia madre riesce sempre a cavarsela, ma il mio gatto è tutto quello che mi resta. ALIA Non puoi dire una cosa del genere, ti resterà sempre la patria. La patria è tutto IMEN La patria? Lo sai dove me la metto la tua patria? ALIA Capisco... Starà tra due guanciali. IMEN L’unica patria che ho è il mio gatto; graffia, fa le fusa, miagola, ti fa le coccole

quando ha fame e ti lascia in pace quando è sazio. Conosci una Terra promessa bella come un gatto? [Una breve pausa] Ti devo dire una cosa.

ALIA No, non mi avrai. IMEN Sì, invece! Io ti voglio bene. ALIA Non è grave, io dimentico, dimentico facilmente, lo sai, laverò la stoffa. IMEN [Accendendo il narguilé] Senti, assaggia questo. ALIA Fa’ vedere? [Tira dal narguilé] Cos’è? IMEN Mela d’Egitto. ALIA Sento già il Nilo. IMEN Ma tienilo dritto, il tubo, Alia. Il narghilé è come il sesso, più è duro meglio è. ALIA Bisognerebbe che la smettessi con la tv, Imen. IMEN Io, prendo una boccata di narghilé, e parto, vado lontano, molto lontano. ALIA E dove sei arrivata? IMEN Sono a Carcassonne, a Carcassonne. ALIA E cos’è? IMEN Non conosci Carcassonne? Non sai cosa ti perdi. Ho voluto passare la frontiera

stamattina per compare cetrioli per le mie occhiaie, è un’ossessione, lo so. Al checkpoint, ho incrociato gli altoparlanti che gridavano: “Tutti in ginocchio, avanzate piano in ginocchio, gli uomini si tolgano lentamente la maglietta con la punta delle dita della mano sinistra, le donne si aprano la camicetta con la mano sinistra, avanzate tutti, lentamente sulle ginocchia, con la mano destra dietro la testa”. Pioveva, una cosa pazzesca, i soldati fermano un vecchio per perquisirgli un sacco di patate, tastano le patate una a una. Il vecchio scherza, mi prende per un braccio: “Non è niente, figlia mia, fagli frugare le patate, è il loro destino frugarci le patate. Sto rientrando dalla Francia. Se c’è una cosa bella laggiù, è la strada di Carcassonne. Lo sai, sulla strada di Carcassonne, passi su una strada larghissima, che è piena di macchine. A un certo punto, ti fermi e prendi un cartoncino, poi vai, poi ti

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fermi un’altra volta e paghi. Poi lasci la strada grandissima. Nei checkpoint in Francia, stai sempre a pagare, ma le botte non te le danno mai.

ALIA E i cetrioli? IMEN Neanche una fettina, il soldato non mi ha fatto passare. ALIA [Le passa la mano sul viso] Guarda un po’, questa non l’avevo vista. IMEN Ancora? ALIA Si vede appena. IMEN Se ogni giorno mi becco una ruga, tra un anno sono pronta per lo sfasciacarrozze. ALIA Quando ti sposi? IMEN Aspetto che esca… ALIA Per quanto ne ha? IMEN Cinque anni, minimo. ALIA Passeranno presto. IMEN Tutto passa presto, l’amore, la vita, i sogni, la morte, tutto passa, tranne le occhiaie,

quelle non passano, quelle non passano mai. ALIA Se fai dei figli, fanne otto, se te ne ammazzano quattro, te ne resteranno sempre la

metà. IMEN Non sono mica pazza. ALIA Il destino è nelle mani di Dio, Lui solo sa. [Si sente il rumore di una fucilata]

Ricomincia. IMEN Il mio destino, me lo tengo nelle mie mani, così sto più tranquilla. Non lo so quello

che possono ancora bombardare. Non c’è rimasto più niente. ALIA E’ strano, ogni volta che ci bombardano, mi viene un languorino allo stomaco. IMEN C’è rimasto solo dello yogurt allo 0%. ALIA Mi piace lo yogurt. E’ un razzo? IMEN No, un missile! Quale prendi tu di solito di yogurt? ALIA Sempre quello greco. IMEN Fai male. ALIA Perché? IMEN Lo yogurt greco è mortale per il culo. ALIA E’ un missile? IMEN No, un razzo.

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3 Entra YAD. YAD Alia, Alia, dov’è l’arak? ALIA L’arak è finito, tesoro mio. YAD Se l’arak è finito, l’Oriente è morto. IMEN Vieni qui, gattino mio. YAD Scende la notte, bisogna fare qualcosa. ALIA Non c’è più niente da fare. YAD Bisogna attraversare la frontiera. ALIA C’è il blocco totale. Sparano su tutto quello che si muove. YAD Il tunnel. C’è sempre il tunnel. IMEN L’hanno fatto saltare con la dinamite, il tunnel. YAD Ce ne sarà una goccia. ALIA Non ce n’è neanche una traccia, Yad. YAD E i tuoi parti? ALIA Spingi, spingi, spingi, figlia mia. Ho passato tre ore a gridare. Alla fine il bambino

esce. Gli taglio il cordone. Il marito mi prende per il collo e mi sbatte per strada, come un sacco della spazzatura.

IMEN Era nato morto? ALIA No, era una femmina. YAD Una catastrofe naturale! ALIA Adesso lo so, basta che una donna apra le gambe, basta che io dia un’occhiata al suo

ventre per sapere se è maschio o femmina. Quando è femmina, sento come un temporale sul sesso della donna, una bufera. La sento fortissimo. Non mi sbaglio mai. Una femmina, è come la morte, la vedo arrivare da lontano.

YAD Ce ne sarà una goccia, solo una goccia. Gli uomini che trattano le donne come cani non si devono meravigliare se poi quelle trattano loro come delle merde… Una goccia per far salire la notte. Una goccia per far venire il mare, qui, ai miei piedi. Una goccia per leccare la Via Lattea. Una goccia…

ALIA Tieni, lecca questo fondo di yogurt, piuttosto, che sei carente di magnesio. IMEN Lo sentite? ALIA Cos’è? YAD Niente di grave, sono gli elicotteri. ALIA Bisogna aprire le finestre per lo spostamento d’aria. IMEN Io non le chiudo mai, le finestre, proprio per via dello spostamento d’aria. ALIA Dove vanno? YAD Verso il mare, si direbbe. IMEN Verso il sud. YAD Perché bombardano stanotte? Non è successo niente. ALIA Bombardano perché non succede niente. Ci bombardano perché aspettiamo un arak

che non arriva. Ci bombardano perché abbiamo i bicchieri vuoti. Ci bombardano perché non sappiamo più che dire.

IMEN Dov’è caduto? ALIA Vicino, vicino, senti? La casa trema. IMEN Calma, gattino mio, calma. YAD C’è un odore forte.

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ALIA Un odore di bruciato, c’è un grande incendio, un incendio immenso, qui di fronte. E’ l’ippodromo che brucia, hanno bombardato l’ippodromo. E’ andata via la luce….

YAD Una goccia, solo una goccia e piscerò dalla finestra fino a far affogare i loro elicotteri.

ALIA Lecca lo yogurt, tesoro mio, lecca. IMEN E’ tornata la luce. ALIA Gli elicotteri, gli elicotteri, piombano su di noi, ho i loro riflettori negli occhi. [Lo

spostamento d’aria degli apparecchi solleva tutto nella stanza] Tutto questo rumore, non ne posso più, Santo Iddio, Yad, stiamo per morire.

YAD Mio Dio, che routine! IMEN Ho la testa che mi scoppia. No, Gesù, no, torna. Gesù salta sulle ginocchia di ALIA. ALIA Giù le zampe, bestiaccia, pussa via. Dà una botta forte a Gesù. YAD Gli elicotteri... IMEN Me ne frego degli elicotteri! Sei matta? Gli hai fatto prendere un colpo! Lo vedi

come trema? ALIA La mia camicetta di seta, hai visto come l’ha ridotta? YAD E’ la Via Dolorosa. IMEN Il sangue di gatto non è mica indelebile! Impregni le macchie di perossido di

idrogeno al 3 per cento, strofini la macchia, sciacqui con acqua fredda, e va via subito…

ALIA Ma sulla seta non funziona. IMEN Che idea vestirsi di seta quando una è sotto le bombe. ALIA Come volevi che mi vestissi, di acrilico? Ci manca solo questa: non lo sai che se uno

è vestito di acrilico e muore, il cadavere puzza immediatamente? YAD Si allontanano. Imen, tieni, corri da Joseph, non chiude mai. Digli di darti una

bottiglia di arak, l’arak di Zahlé, lui lo sa. IMEN esce. ALIA Tu sei pazzo, non abbiamo più niente e butti venti dollari dalla finestra. YAD Abbiamo perduto la nostra terra, ma questo non significa che dobbiamo rinunciare

alla nostra ebbrezza.

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4 ALIA Bisogna che te lo dica. YAD Lo so. ALIA Cosa sai? YAD Tutto quello che non mi dici, io lo so già. ALIA E’ vero. YAD Sono trent’anni. ALIA Che storia d’amore! YAD Trent’anni d’amore, non è più amore, è pubblica amministrazione. ALIA Ti ricordi tutto? YAD Mi ricordo tutto. ALIA Che scarpe porta, Imen? YAD Scarpe nere, di capretto, con dei lacci molto sottili, il laccio della scarpa destra

comincia a sfilacciarsi e il tacco della scarpa destra è leggermente consumato. ALIA E il nostro primo incontro? Te lo ricordi? YAD Ah no, questo no. ALIA Che ti prende, Yad? YAD Lo sai benissimo, i ricordi di coppia, mi fanno venire i reumatismi. ALIA Ne abbiamo viste di cose. YAD Quante non ne abbiamo viste, soprattutto. ALIA Mi ami sempre? YAD Alla follia, come al solito. ALIA Non lo sento davvero. YAD Più di questo non posso fare. ALIA Perché? YAD E’ la guerra. ALIA Sì, certo, è sempre colpa della guerra. YAD Bisogna pure che ci serva a qualcosa. ALIA Imen tarda. YAD Se la cava sempre. ALIA Yad, bisogna che ti dica una cosa. YAD Dimmi. ALIA Bisogna che parliamo. YAD Alia, amore mio, quando due esseri che si amano si dicono “bisogna che parliamo”

significa che non hanno più niente da dirsi. ALIA Io voglio delle prove d’amore. YAD Che prove? ALIA Delle calze. YAD Che calze? ALIA Sono anni che prometti di comprarmi delle calze. YAD E quelle di Nicosia? ALIA Si sono fuse. YAD Non sono mica un gelato, delle calze di puro filo di Scozia acquistate a Nicosia. ALIA Risale a tre anni fa, il tuo viaggio a Cipro. YAD Cipro, Cipro, che bel paese, asini dappertutto, un mare inespugnabile e Jack Daniels

a volontà. ALIA Le vuoi vedere?

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YAD Fammi vedere. E’ vero che hai un gran buco, proprio sotto l’alluce del piede destro, e due buchetti sotto la pianta del piede sinistro. E’ questo l’occupazione, amore mio, fa dei buchi nelle calze. [La bacia] Fa dei buchi nel cielo, fa dei buchi nella terra, fa dei buchi nella storia, fa dei buchi nel corpo, fa dei buchi nell’amore, l’occupazione.

Lui la bacia. Lei si libera. ALIA E scordatelo che farai l’amore con me finché ho le calze bucate. Esce.

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5 YAD Scende questa notte, sì o no, cazzo? Ho preso troppi esili, troppi deserti in faccia per urlare. Per una volta voglio che scenda vicino a me, non per terra, ma tra le mie dita. La notte scende sempre di colpo.

Voglio che scenda poco a poco. Voglio che scenda piano piano.

Voglio che scenda goccia a goccia. Voglio che scenda passo passo, nei miei occhi. Voglio strappare la notte che scende su di me. Voglio farfugliare la notte che penetra dentro di me. La notte, quando scende, me la sento qui.

La notte, quando scende, la sento germogliare ovunque. Germoglia qui, fortissimo, nella mia testa. La notte prorompe come una sorgente nel mio ventre. Non fumo più, ho i polmoni liberi. La notte prende il mio respiro, mi divora i polmoni. La notte vomita forte la notte nelle mie viscere. Quando la notte scende, mi risale in gola. Mi strappo la gola e la taglio in due. La taglio in verticale dalla laringe alla faringe. Le trovo una fossa comune. Una fossa comune dove si decompongono tutte le notti. Tutte le notti scese sul mio corpo. Io sono la fossa comune di tutte le notti che non sanno più dove mettere piede. Quando scende la notte, io scavo il mare. Non si muove, non si muoverà mai questo mare. Troppo sale, troppi libri, troppi cadaveri sui suoi fondali.

Sento gli sciacalli che lappano le onde. Solo gli sciacalli hanno il diritto di lappare il mare.

Li sento, gli sciacalli, vomitano sulla spiaggia melma nera e sassi. Gli sciacalli vomitano teste di bambini fatte scoppiare da pallottole esplosive. La notte scende eppure resta della luce bianca ovunque. Tutte queste stelle che urlano lassù, e tutti questi proiettili traccianti che mi sbraitano nella testa. La notte, ci sono entrato una volta, e ne sono uscito bruciato dal sale e dai cadaveri. Tutto è avvelenato, marcio, nella notte, la sabbia, l’acqua. Anche l’alfabeto è velenoso. Anche il deserto, soprattutto il deserto. Il deserto, ce lo mangeremo fino all’ultimo granello di sabbia. Il deserto, ce lo mangeremo fino all’ultima stella. Tutto scende qui: Il deserto scende Il mare scende L’oblio scende L’esilio scende Il corpo scende La lingua scende

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Gli occhi scendono Dio scende La notte non scende da sola.

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6 IMEN Pistacchi di Aleppo? YAD Pazza come tua madre. IMEN Un cubetto di ghiaccio? YAD Due. Lo senti? IMEN E’ un elicottero. YAD Un Apache AH-64. IMEN Un po’ d’acqua? YAD Una lacrima come sempre. IMEN Ma guarda un po’, un razzo. YAD No, è un missile Hellfire. IMEN Così, va bene? YAD Perfetto! Il missile è caduto dai vicini. IMEN Il loro cavallo ha calpestato un soldato. YAD Hanno buona memoria, i cavalli. IMEN Il soldato è morto. YAD Questo arak è sublime. IMEN Cessano il fuoco. YAD Riprendono fiato, tutto qui. IMEN Vado a vedere. [Va verso la finestra] Non è rimasto niente. YAD Non è una cosa nuova. IMEN Non è rimasto niente della casa dei vicini. YAD Niente? IMEN Un mucchio di polvere. YAD Peccato, gli avevo prestato un libro di Dostoevskij, ieri. Volevo che Marie, la loro

madre, gli facesse leggere la scena in cui Nastassja Filippovna butta mille rubli nel camino per sfidare Rogojin che voleva comprarla. Mille rubli nel fuoco. “Voi non siete colpevole, Nastassja Filippovna, e io vi adoro”. A volte, si sogna così tanto da diventare colpevoli. Che bello! Sono tutti morti. Marie non gli leggerà Dostoevskij. Che tristezza!

IMEN Io non ci arrivo, a capire Dostoevskij. YAD E’ troppo difficile per te. Un altro? IMEN Un altro. YAD Alla tua. IMEN Alla sua. Volevo chiederle, signor Yad, come dire… Lei ha già ucciso? YAD Il problema con i pistacchi è che uno comincia e non la finisce più. IMEN Io parlavo della morte. YAD E’ la stessa cosa. IMEN Quanti? YAD Non mi ricordo di niente. IMEN Non le credo. YAD A volte, la mia memoria salta come l’interruttore della luce. IMEN Com’è? YAD Mi strappa le lacrime, l’arak di Zahlé. IMEN Sempre due cubetti? YAD Mai più di due, altrimenti uccide il sapore dell’arak. IMEN Com’è uccidere?

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YAD Ho sempre chiuso gli occhi al momento di sparare. Mi ricordo dolo il nero. Tanto nero. Passami i pistacchi, grazie. La morte è semplice come i pistacchi.

IMEN Sento dei passi. YAD Credi che sia tua madre? IMEN No, non è il suo passo. YAD Le voglio molto bene. IMEN Lo so. YAD Io l’ho conosciuta, Carmen, che ballava il tango sulla terrazza del casinò di Beirut.

Era bella, era furiosamente bella come Beirut. A volte arrivava da Londra, da L’Avana o da Granada. Andava pazza per la roulette, io facevo la guerra di giorno e giocavo con lei tutta la notte al casinò di Beirut. Carmen ballava sotto il cielo di Beirut, ballava sotto gli F-15 quando gli F-15 ci sganciavano bombe a frammentazione in faccia, mentre giocavamo a baccarà a Beirut… Erano i bei vecchi tempi. Giocavamo fino all’alba… Giocavamo benissimo… Abbiamo giocato troppo a Beirut…

IMEN Non so dove sia passata stavolta. Ho paura. YAD Tu lo sai che adora giocare. IMEN Molti non la amano. YAD E’ troppo libera per loro. IMEN Dicono che… YAD Passano la vita a dire che… IMEN Dicono che ha… YAD Molti amanti? IMEN Sì. YAD Ecco almeno una donna che l’ha scampata bella. IMEN E Gesù, dove sarà passato Gesù, spero che non sia saltato dai vicini. Gesù, dove sei,

Gesù? Torna qui. Esce.

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7 Entra AMIN. AMIN Che fai, papà? YAD Cerco di staccare dallo stampo l’ultimo cubetto di ghiaccio. Non ci riesco. Mi dà un

nervoso, mi fa venire certi nervi, quest’affare. [Si sbatte lo stampo sul ginocchio] Cazzo, è caduto sulla pipì del gatto, l’ultimo cubetto di ghiaccio.

AMIN Stai bevendo? YAD Un miracolo, coi tempi che corrono. AMIN Hai visto? YAD Visto cosa? AMIN I vicini. YAD Io non ho visto niente. Mi ha raccontato tutto Imen. AMIN E’ a dieci metri, là, sotto i tuoi occhi. YAD Dieci metri è in capo al mondo in questo paese di pazzi. AMIN Tutta la famiglia di Élias, ci è morta. Tutta la famiglia, il padre Élias, la madre Marie.

I figli, Jérémie, Nathan, Paul, Rachel, Noémie. YAD Sembra che la scena con Nastassja Filippovna non li abbia troppo presi. AMIN Io ero là al momento dell’incidente. Il piccolo Jérémie era sul cavallo lanciato al

galoppo. Filava veloce, troppo veloce, come una valanga. Non ha visto lo sbarramento alla fine della strada, un soldato ha visto arrivare il cavallo, ha sparato un primo colpo in aria, il piccolo Jérémie ha cercato di fermare il cavallo, il cavallo si è rifiutato di obbedirgli, il soldato ha sparato un secondo proiettile, il proiettile ha tranciato il collo al cavallo. Il cavallo si è impennato all’improvviso, si è drizzato con le zampe all’aria, poi di colpo si è lasciato cadere con gli zoccoli in avanti. Ha fracassato la cassa toracica al soldato.

YAD Farà male mettere nell’arak un cubetto di ghiaccio che è caduto nella pipì di gatto? AMIN Tu te ne freghi, lo so, guardami le mani, lo vedi come sono le mie mani, lo vedi cosa

c’è nelle mie mani, o no, ho frugato insieme a tutti quanti, dopo il bombardamento, ho frugato, e ho trovato questo ciuffo di capelli, li riconosci, questi capelli, no, non lo vedi, sono i capelli della piccola Noémie, è tutto quello che è rimasto, ho frugato, ho visto così tanta carne mischiata al gesso, ho frugato, ho visto così tanto sangue mischiato al cemento, ho frugato, ho visto delle dita, ho visto delle braccia, ho visto dei piedi, ho visto dei brandelli, ho visto degli occhi, ho visto delle budella, ho visto dei genitali, ho visto delle cicche di sigaretta, ho visto degli anelli, ho visto la paura. Ho frugato, ho trovato l’odore della morte, tu lo conosci l’odore della morte, faceva caldo, saliva l’odore, saliva da ogni dove, papà, credevo di essere io che puzzavo, che puzzavo così tanto, ho buttato via i miei vestiti, ma l’odore era sempre là. Più forte delle rovine, più forte dei cadaveri, più forte di noi vivi, più forte di tutti i morti, questo odore. Ho capito allora che hai mentito dicendo che Dio non è una cosa seria, ho capito che hai mentito dall’inizio, se l’odore della morte è così forte, oh Dio, vuol dire che Dio c’è. Solo Dio può cancellare quell’odore di morte.

YAD Voi prendete il buon Dio per un mulo, lo caricate troppo, finirà per spaccarsi la faccia e voi con lui.

AMIN Io voglio morire per la patria. YAD Prendi dei pistacchi piuttosto, sono più buoni. AMIN Tu non vuoi più combattere? YAD Ho combattuto troppo a lungo.

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AMIN Dimmi una cosa, papà. Non hai più i coglioni? YAD Stai tranquillo, ne ho almeno quanto Nastassja Filippovna, anch’io ho sognato così

tanto che sono diventato colpevole. AMIN Hai bruciato tutto, perduto tutto. YAD Forse, ho perduto la guerra, ho perduto la terra, ho perduto due figli, ho perduto la

mia storia, ho perduto il sonno, ho bruciato degli amori, ho bruciato la mia fortuna. Ma ho imparato una cosa.

AMIN Che cosa? YAD Ho imparato che bisogna cercare la felicità anche nella catastrofe . AMIN E questi cadaveri, cosa ne fai di questi cadaveri? YAD Con i morti, bisogna fare come a poker, quando perdi, quando sei fregato, non fai

vedere il tuo gioco, te ne stai zitto, nascondi le carte, paghi e aspetti la prossima mano. Forza, prendi un bicchiere.

AMIN No. YAD Te lo offro di cuore. AMIN Sai benissimo che è proibito. YAD Proibito da chi? AMIN Proibito da Dio. YAD Un Dio che si mette a proibire l’arak non è un buon Dio, è un rompicoglioni. AMIN Non dire una cosa del genere, papà, o andrai all’inferno. YAD Quale inferno, figlio mio, l’inferno è là, ce l’hai sotto gli occhi, a dieci metri da te,

come dici tu, l’inferno, ce l’abbiamo alle calcagna, figlio mio. L’inferno ce l’abbiamo nel culo, cucciolo mio.

Escono.

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8 L’indomani da ALIA. Entra IAN. IAN Chi ha bruciato i pneumatici? ALIA Non è stato mio figlio. IAN Chi ha bruciato la bandiera? ALIA Quale bandiera? IAN La nostra bandiera. ALIA Non è stato mio figlio, mio figlio è all’università. IAN Quanti anni ha, tuo figlio? ALIA Mio figlio Amin ha ventun anni. IAN Tuo figlio Amin ha ventun anni e ventitre giorni. Vi piace mentire sempre. ALIA Amin non si immischia mai con quello che succede per strada. IAN Dov’è tuo marito? ALIA Non lo so. IAN Non sapete mai niente. ALIA Sapete tutto voi al posto nostro. IAN A che ora è uscito, tuo marito? ALIA Un’ora prima del bombardamento. IAN Sei sicura? ALIA Sono sicura. IAN Ha passato la notte qui? ALIA Quando non è in prigione, passa tutte le sue notti qui. IAN Di che colore erano i suoi slip stamattina? ALIA Aveva degli slip bianchi, 10 per cento cotone e 90 per cento viscosa comprati a

Nicosia tre anni fa con tre buchi sulla natica sinistra e uno sulla destra. IAN Verificheremo. [Tira fuori un libro dalla tasca] E questo cos’è? ALIA Un libro russo. IAN A chi appartiene? ALIA Dio solo lo sa. IAN E’ un libro di tuo marito. ALIA Può darsi, ne ha migliaia di libri, non li conosco tutti. IAN Per gli slip, sapevi tutto. ALIA Non lavo mica i suoi libri a mano tutte le sere. IAN Il libro, l’abbiamo trovato in casa dei vostri vicini terroristi. ALIA Quali terroristi? Erano dei bambini. IAN Sta’ zitta! Tutti quelli che abbiamo ammazzato erano dei terroristi. Dei bambini!

Siete disumani. ALIA Mio figlio non ha fatto niente. E’ il migliore all’università. IAN Che fine ha fatto la madre della tua vicina? ALIA Carmen? IAN Sì, Carmen. ALIA Che ne so. IAN Noi sappiamo che non avete più soldi. ALIA Non è grave, abbiamo avuto molti soldi. IAN Possiamo aiutarvi. ALIA Dio ci aiuta molto.

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IAN Potremmo darvi dei cellulari, solo per un’informazione o due, ci dici solo quello che vuoi, e sarai ricca di nuovo, ti diamo anche dei Nokia triband con sessanta suonerie, tutte di musica classica. Senti qua.

Tira fuori un cellulare, attiva la suoneria, la incolla all’orecchio di ALIA. Lei cerca di svincolarsi, lui la stringe. ALIA Mi lasci, mi lasci. IAN Non ti muovere, non tremare, sono un bravo ragazzo, senti qua, ascolta, è bello, lo

senti cos’è? E’ Stravinskij. ALIA Mi lasci, mi lasci, o la uccido. Lei lo morde. Lui la lascia andare. IAN Selvaggi. Non amate la musica. [Lascia ALIA, e prende il contenitore di un

telecomando] Cos’è quest’affare? ALIA E’ il telecomando della televisione. IAN ausculta a lungo il contenitore prima di premere il pulsante di accensione. La televisione si accende, si sente un rap orientale a tutto volume. IAN Pietà, mamma mia, no, questo no, no, questo no, mamma mia. Prende a calci il televisore fino a farlo esplodere. ALIA Perché lo ha fatto, perché mi ha rotto la televisione? IAN [Cade in ginocchio davanti al televisore rotto, e piange] Siete disumani, non vi

rendete conto! Siete davvero disumani a farmi subire una cosa del genere… Sono un bravo ragazzo, sono un bravo ragazzetto.

Esce in lacrime.

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9 Entra AMIN. AMIN Cos’è, questo? ALIA Sono anni che sogno di prenderla a calci, la tv. AMIN L’hai fatta scoppiare. ALIA E’ un sogno di ragazza. AMIN Hai visto, i vicini? ALIA Ho visto tutto. AMIN Che orrore. ALIA Che orrore. AMIN Tu volevi molto bene a Marie. ALIA Le volevo bene sì, a quella malalingua. AMIN E’ morta, polverizzata. ALIA Una malalingua è una malalingua anche quando è ridotta in polvere, è polvere di

malalingua. AMIN Non hanno neanche finito di recuperare il corpo. ALIA Non piangerò più. Tutte le chiacchiere su Carmen, era lei. Non la smetteva di

provarci con tuo padre. Voleva che la chiamasse Nastassja, quella troietta di Marie. AMIN Ma è mio padre che non fa altro che guardare tutte le donne. ALIA Di che donne parli, tuo padre si è giocato la vita per liberare questa gentaglia. Ha

diritto di guardare quello che vuole. Di che donne parli, sono tutte velate, non si vede neanche più la punta delle unghie. Delle stronze travestite da corvi che pregano notte e giorno e si vendono il padre, la madre, gli amanti e perfino il buon Dio per un Nokia triband con sessanta suonerie. Tu lo conosci Stravinskij?

AMIN Chi? ALIA Lo sapevo io che avevi le mani pulite. AMIN Parli come mio padre. ALIA Parlo più forte di tuo padre. AMIN Ma i bambini, i bambini di Marie, non c’entrano niente. ALIA Non ci sono più innocenti, siamo troppo nella merda per permetterci il lusso di avere

degli innocenti, un giorno dovremmo smetterla di morire, solo per il gusto di rompere le palle al nemico, perché la nostra morte rompe le palle solo a noi e non è neanche detto.

AMIN Comunque al funerale ci andremo lo stesso, mamma. ALIA Ci andrai tu da solo, io ho visto troppi morti per avere pietà. Io, in ogni caso, mi

occupo solo dei vivi, riparo i vivi, i morti non sono il mio campo. AMIN Bisogna fare qualcosa, madre, bisogna… ALIA Bisogna fare un buon caffè, alla tua età non sai neanche fare un caffè. Non puoi fare

la rivoluzione se non sai fare il caffè. Prima metti l’acqua, il caffè e lo zucchero e agiti bene. Porti a ebollizione, a fuoco medio, e stai bene attento, perché il caffè trabocca velocemente! Quando la schiuma sale la fai salire fino al bocchettone, lo togli dal fuoco e lasci riscendere la schiuma, poi lo rimetti sul fuoco e fai risalire la schiuma… Poi lo togli dal fuoco e lo servi direttamente in tazza.

AMIN Siete pazzi, c’è un carnaio sotto la nostra finestra, e mio padre fa l’elogio dell’arak e mia madre dà la ricetta del caffè turco.

ALIA Bisogna controllare la schiuma come la rabbia., come ti ho appena spiegato, perché se trabocca ti brucia le mani.

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AMIN [Cammina su e giù poi si dirige verso la finestra] Dio è grande. ALIA Che c’è, Amin? AMIN Un segno di Dio, mamma, un segno di Dio, vedi, là, sotto la casa, il soldato seduto

contro il muro, è stanco, si è tolto il casco, è proprio sotto la finestra. E’ un segno di Dio.

ALIA No, Amin, tu sei il migliore all’università. AMIN Lasciami. ALIA Amin, mi resti solo tu. AMIN Avrai un eroe, mamma, un eroe. ALIA Me ne frego degli eroi, non se ne può più degli eroi. AMIN Lasciami, mamma, lasciami, è un segno di Dio. ALIA Fermati, Amin, non se ne può più neanche del buon Dio. AMIN Smettila, se no se ne va. ALIA Pensa alla nostra casa, sono trent’anni che lavoriamo per la casa.. AMIN Non ti vergogni di pensare alla casa invece di pensare alla patria? [La respinge,

prende la televisione e la butta dalla finestra] Dio è grande, Dio è grande, Dio è grande, gli ho fracassato la testa, madre, guarda, ha il cervello sul marciapiede, guarda tutto quel sangue, sono un eroe, madre, sono un eroe, abbracciami, mamma, sono un eroe. Dio è grande, mamma.

ALIA esce correndo, lui la segue.

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10 Da IMEN. IMEN e AMIN. IMEN Che ci fai qui? AMIN Sono un eroe. IMEN Hai fatto l’esame? AMIN No, ho ucciso. IMEN Hai ucciso cosa? AMIN Un soldato, un soldato in uniforme. IMEN La durata della vita di qualcuno che uccide un soldato è di un’ora. Sessanta minuti

spaccati. AMIN Sarò un martire. IMEN Che coglione! Morirai. AMIN Non morirò, stronza, resusciterò. IMEN Esatto. Ti prenderanno a revolverate, allora tu muori, apri gli occhi un secondo dopo

e hai nel letto ottanta vergini. AMIN Non ci credi? IMEN Avevo già dei problemi con Cappuccetto rosso. AMIN Lo dicono tutti. IMEN Tutti si bevono un sacco di cazzate in questo paese. AMIN Andrò in paradiso, andrò in paradiso. IMEN Se vuoi solo svuotarti i coglioni non dire che muori per la patria. AMIN Una puttana, sei solo una puttana come tua madre, lo sai quello che ha fatto quella

puttana di tua madre? IMEN Forza, arriva al punto! AMIN Era al check point, tua madre, e dietro di lei c’era una madre che teneva in braccio un

bambino che stava morendo, l’ambulanza era dall’altra parte, tua madre ha tirato fuori la sua tessera di medico, ha parlato con i soldati, ma i soldati volevano far passare lei, ma non quella madre. Allora lei ha urlato, è arrivato un ufficiale, si è preso una sbandata per tua madre. Davanti a tutte, le ha detto che avrebbe fatto passare il bambino se lo avesse baciato sulla bocca, e tu sai cos’ha fatto la troia, lo ha baciato, lo ha baciato sulla bocca, il soldato le ha messo la lingua in bocca davanti a tutti. Mio Dio, che vergogna per tuo padre che è condannato a vita.

IMEN E il bambino, che hanno fatto col bambino? AMIN Lo hanno fatto passare, ma chi se ne frega, si può sacrificare un bambino, ma l’onore

no, il nostro onore no davanti al nemico. I fratelli, l’hanno bruciata viva quella puttana di tua madre.

IMEN Sparisci. AMIN Non posso, tutto il quartiere è accerchiato. IMEN Togliti di mezzo, se no mi metto a gridare. AMIN [Tira fuori una pistola dalla tasca] Se apri la bocca, te la faccio saltare. IMEN Spara, non mi dispiace affatto morire… Una pausa. AMIN Vedo che te ne freghi, vedrai, vieni in braccio a me, gattino, vieni in braccio a me,

mio piccolo Gesù. [Prende in braccio il gatto] Adesso farai esattamente quello che ti dico, se no gli faccio saltare le cervella.

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IMEN Gesù no, Gesù, Amin, Gesù no, ti prego. AMIN In ginocchio, stronza, in ginocchio ti dico, così, alza le mani lentamente, sì, così,

adesso fai come al check point, avanza lentamente in ginocchio, tirati su il maglione, più su, non vedo niente, più su, devo vedere tutto, togliti il reggiseno con una mano, tiralo fuori, buttalo per terra, alza di nuovo le mani. Dio è grande, che seno! Apriti i pantaloni, lentamente, solo con le dita, buttali ai miei piedi, così, togliti le calze, dammele, non hai buchi sulle calze, si vede, tua madre era proprio una troia, togliti lentamente e con una mano sola le mutande, dammele, hai le mutande bianche, vedo, stenditi, allarga le gambe, fa’ presto, fammi vedere, non l’ho mai vista, non ho mai visto una donna nuda, non ho mai visto il sesso di una donna, ho paura, no, non chiudere le cosce, se no te lo accoppo, il tuo Gesù, girati che ti voglio vedere il culo. Svelta, il culo, se non addio a Gesù, Gesù, questo non l’ho mai visto, rimettiti di schiena. Dio è grande, Dio è grande, Dio è grande!

Si butta su di lei. Impassibile, come morta, IMEN prende il gatto per la collottola e lo accarezza. IMEN Non è niente, mio dolce Gesù, non aver paura, ci sono qui io.

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11 YAD entra, vede IMEN nuda e AMIN su di lei. AMIN si tira su bruscamente. YAD butta la sua giacca su IMEN, tira fuori un mazzo di carte dalla tasca e le mischia lentamente. AMIN Non ho fatto niente, papà. YAD Non c’è niente di meglio di un pokerino per tirarsi fuori dalla merda. Continua a mischiare le carte. [...]

Se desiderate leggere il testo per intero, vogliate rivolgervi a [email protected] oppure [email protected]