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31SABATO 9 SETTEMBRE 2017 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MAFFEI LAVORA CON ANDREA DAL 2016:«TUTTI SIAMO VINCENTI». IL SUO SISTEMA KEOPE USATO

ANCHE DAL BAYERN E DALL’ASTRONAUTA PARMITANO

UOMINI E MOTORI CONTENUTOPREMIUM

«TANTI DEBITIMA PIU’ TALENTO

COSI’ ABBIAMOFATTO STRADA»

PAPÀ DOVIZIOSO: «DA UN CASINISTA COMEME È NATO UN PROFESSIONISTA COME LUI.

E HA UN CUORE D’ORO». TUTTO COMINCIÒCON QUEL GRIZZLY DA MINICROSS...

IL RACCONTOdi MARIO SALVINIINVIATO A MISANO ADRIATICO

«I l problema della mag-gior parte dei papà deipiloti, è che non sono

mai andati in moto». E quindinon capiscono un accidente.«Nel 90% dei casi diventano ilpiù difficile avversario del fi-glio». Così la pensa Antonio Do-vizioso, che invece in moto ci vaancora. «Ho 63 anni e facciocross da 37, ma solo perché hocominciato tardi, quando sa-rebbe stata ora di smettere».Racconta, e intanto ti mostra lemani. Si parte da lì, dai calli delpapà e dalla storia del nonno,per conoscere, e magari capirequalcosa in più di Andrea. «Miopadre — attacca Dovi senior —era carabiniere a Calascibetta,provincia di Enna. Dalla Siciliaè dovuto scappare per motiviche nemmeno so. Ci siamo sta-biliti in Romagna, avevo tre an-ni. Sono l’ottavo di undici fra-telli, la pecora nera. Papà peròmi diceva sempre che avrei fat-to strada. Ha avuto ragione: neho fatta parecchia. Come auti-sta di mio figlio».

GRIZZLY Che Andrea sarebbediventato motociclista, Antoniolo ha capito subito. «A due anni

e mezzo sul triciclo andava atutta in derapata nel capanno-ne dove lavoravamo. Non urta-va mai, non cadeva. A tre anni emezzo aveva il Teneré elettrico:“Papà — mi ha detto — vogliouna moto che faccia rumore co-me la tua». «Ma devi impararead andare in bici senza rotelle»,gli ho risposto. E lui: “Allora to-glimele”. L’ho fatto, e lui è parti-to subito. Il giorno dopo avevala moto. E’ stato un quarto d’oraa guardarla in silenzio». QuellaMalaguti Grizzly da minicross ilDovi ce l’ha ancora. «Per un belpo’ ha fatto sia minimoto cheminicross e anche calcio. Poi, a14 anni, ha scelto la velocità.Non l’ho mai contraddetto».

PROFESSIONISTA Sul come equanto i due Dovi siano diversi,il senior ha una descrizionestraordinaria: «Lui è un profes-

sionista, io sono un casinista».Che valga oggi ci starebbe an-che, la cosa meravigliosa è chevaleva già quando Andrea erabambino. «Però — attenzione— senza il mio casino lui nonsarebbe mai arrivato dov’èora«. Racconto: «Io e la mam-ma di Andrea (i due sono sepa-rati, n.d.r.) avevamo una azien-da di poltrone e divani. Forni-vamo due marchi più grandiche a inizio anni ‘90 sono falliti,tutti e due. Ci siamo trovatisenza una lira, anzi coi debiti.Con la famiglia, l’azienda, unragazzino che cominciava acorrere e il mio motocross. Nonabbiamo rinunciato a niente.Come dico sempre: “La nostrafortuna è stata avere quei pro-blemi. Sennò avremmo fatto glierrori che commettono tanti.Avremmo cercato sempre ilmeglio e avremmo sempre tro-vato scuse, sarebbe sempre sta-ta colpa della moto, dei mecca-nici, delle gomme. Così inveceabbiamo fatto con quel che ave-vamo. Io mi sono improvvisatomeccanico, la moto valeva il70% di quella degli altri, tantoil 30% che mancava lo mettevaAndrea. Che poi mi dava ancheindicazioni: sulla miscela, su

come regolare il cambio, su tut-to. Aveva 7 anni».

PAZIENZA Talento, gloria, ri-sultati, Antonio è un papà orgo-glioso. Ma sembra esserlo per-sino di più quando può dirti che«Andrea ha un cuore d’oro.Non dimentica chi lo ha aiuta-to». Un esempio su tutti: «Daragazzino ha corso con le mini-moto della GRC. Ci hanno datouna bella mano. Beh, lui 16 an-ni dopo ha comprato una Duca-ti e l’ha spedita al titolare. Perriconoscenza». E forse è persi-no meno diverso da papà diquel che pensa. «E’ testone co-me me. Dirà di no, ma lo è.Quando gli davo consigli si in-cazzava, ma non abbiamo maiveramente litigato. E comun-que i miei consigli li ha sempreseguiti». Passo dopo passo.«Come quando, in 125, abbia-mo cominciato con una Hondaprivata e non con la Aprilia uf-ficiale. Per molti una sceltastrana, io sono convinto sia sta-

ta decisiva». Di sicuro utile aspiegare, con lo stesso me-

tro, la maturazione lenta masicura di queste ultime stagio-

ni. «L’anno in cui pianti una vi-gna non bevi il suo vino. An-drea forse ha raccolto meno diquel che sarebbe stato nei suoimezzi. Forse è meno personag-gio di quel che avrebbe potuto.La gente spesso non lo nota. Mada anni è tra i primi 5 al mondo.Ha sviluppato la Honda perStoner, ha fatto podi con unaYamaha privata, ha impiegatotempo a portare questa Ducatidov’è ora. Sempre senza pren-dersi rischi inutili, è uno dei pi-loti della sua generazione conmeno infortuni: secondo me èun segno di intelligenza. Ades-so ha la Ducati con cui può farele cose come ha sempre deside-rato. E infatti accetta anche ilcombattimento, come a Zel-tweg. Ma l’emozione più gran-de me l’ha data al Mugello. Perqualcuno è cambiato, ma non èvero: ha solo avuto bisogno dimettere tutto a posto come vo-leva. Ecco perché lo vedete cosìtranquillo in testa alla classifi-ca. Perché lo è davvero. Lo sia-mo tutti e due».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

INSEPARABILI● Andrea Dovizioso, 31 anni, conil padre Antonio, 63, siciliano diCalascibetta (Enna) trapiantato aForlì. Grande appassionato dicross, ha trasmesso la passioneper le moto al figlio. Dovi èapprodato al Mondiale nel 2001e ha vinto il titolo iridato 125 nel2004 MILAGRO-LAPRESSEANTONIO DOVIZIOSO

DALLA SICILIA A FORLÌ

NESSUNO LO NOTA,MA MIO FIGLIO ÈAL TOP DA ANNI

USANDO LA TESTA

Nel mondo di DoviUN GURU

DELLA MENTEL’HA RESO

VERO LEADER

Amedeo Maffei, 70 anni

Maria Guidotti

Q uando il semaforo sispegne e sei da solo, tucon la tua moto controtutti, chi vince? Il pilota

o l’uomo? Viene naturale ri-spondere: il pilota, il puro ta-lento di guida. Ma se scavi inprofondità, forse la soluzione èmeno semplice. Cosa succedequando la mente umana ri-

chiama a sé tutte le sue abilitàe le mette a servizio della pas-sione bruciante che non con-templa alternative se non vin-cere? Cosa accade quando unuomo scopre che è lui stesso acreare un successo e che puòreplicarlo?

POTENZIALI CAMPIONI Ame-deo Maffei, che da un anno la-vora a fianco di Andrea Dovi-zioso, motivatore, psicologo,filosofo pratico che da 40 annidedica la sua vita alla scienza ealla ricerca, ha dato la risposta.«Tutti siamo nati per vincere enon lo sappiamo, ma la buonanotizia è che la mente umana ècapace di risvegliare abilità giàpresenti e di renderle perma-nenti perché già ti appartengo-no. Il motore in noi è fantasti-co, si tratta soltanto di cambia-re marcia».

STRADA TRACCIATA È un per-corso terribilmente complica-to, ma al tempo stesso facilissi-

mo se qualcuno ti fornisce glistrumenti. «Io cerco le abilitàche perdiamo con i condizio-namenti, risveglio il bambino,cancellando il futuro già scrittodal nostro passato». Si chiama-no appunto «Esperienza AM», icorsi tenuti da Maffei, che in40 anni di attività hanno vistopassare 45.000 persone a Sir-tori (LC). Il segreto di partenzaè quello di mettere in gioco leabitudini espresse dai ruoli perrisvegliare le abilità creative

mortificate dai condiziona-menti e e dalle inibizioni.

LA SCINTILLA «Il valore di unuomo lo si può misurare daisuoi risultati», spiega Maffei. Ei risultati parlano. «A metà del-lo scorso anno è successo qual-cosa. Ho incontrato una perso-na che ha cambiato la mia vitacome uomo e come pilota», haconfidato Dovi dopo la vittoriadel Mugello. «Ho scoperto unpotere che non credevo di ave-

re. Amedeo mi ha fatto capireche se affronti le cose in un cer-to modo, queste accadono, aprescindere da altri o dalla for-tuna». Nel caso di un pilota, lamoto diventa il mezzo peresprimere le proprie abilità.Maffei fa una distinzione sotti-lissima, ma imprescindibile. «Ilpilota non deve correre perbattere gli avversari, ma pervincere la gara. In «EsperienzaAM», il percorso di crescitapersonale è abbinato all’uso diKeope, una struttura ergono-mica dai benefici rivoluziona-ri, inventata da Maffei. «Natadopo trent’anni di ricerche su-gli effetti fisiologici delle tera-pie a induzione propriocettiva,che agiscono sull’equilibrio si-stemico dell’organismo e dellamente, scioglie le tensioni mu-scolari». Un sistema apprezza-to e utilizzato anche da altrisportivi di alto livello — come igiocatori del Bayern — e dal-l’astronauta Luca Parmitano.

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