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JSB – Come Bach Una coproduzione cittadina a cura di Teatro Coppola & Lavoro Nero Teatro Da un idea di Cristiano Nocera e Johanne Maitre Drammaturgia e messinscena: Cristiano Nocera Direzione musicale: Johanne Maitre Con Enrico Dibennardo: clavicembalo Johanne Maitre: flauti ed oboe Enrico Sorbello: violoncello Cristiano Nocera: Narratore/Bach Teaser video: http://www.youtube.com/watch?v=I5bW_2b5EWc Info: www.teatrocoppola.it/comebach www.teatrocoppola.it www.lavoroneroteatro.com Ufficio stampa: [email protected] 3470112200

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JSB – Come Bach Una coproduzione cittadina a cura di Teatro Coppola & Lavoro Nero Teatro

Da un idea di Cristiano Nocera e Johanne Maitre Drammaturgia e messinscena: Cristiano Nocera Direzione musicale: Johanne Maitre

Con Enrico Dibennardo: clavicembalo Johanne Maitre: flauti ed oboe Enrico Sorbello: violoncello Cristiano Nocera: Narratore/Bach

Teaser video: http://www.youtube.com/watch?v=I5bW_2b5EWc

Info: www.teatrocoppola.it/comebach www.teatrocoppola.it www.lavoroneroteatro.com Ufficio stampa: [email protected] 3470112200

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Bisogna difendere Bach dai suoi ammiratori.

T.W. Adorno JSB COME BACH – Note musicali Per lo spettacolo JSB-Come Bach abbiamo scelto un ensemble musicale minimo, in termini funzionali: uno strumento melodico (flauto dolce/oboe), uno strumento basso (violoncello), e uno strumento armonico (clavicembalo). Dopo aver riservato un posto d’onore ai pezzi originali per questo tipo di formazione (partita, suite, preludio per strumento solo, sonata per flauto), affidarsi all’arrangiamento è stata l’unica soluzione che ci permettesse d’offrire una visione globale dell’opera di Bach… anche se non abbiamo l’organo da chiesa, né l’orchestra, né i cantanti, né il coro. Il percorso è stato davvero piacevole: rubare una sonata all’organo da chiesa e affidarla all’oboe, dare una voce al clavicembalo piuttosto che ad un’altro flauto, oltraggiare il violino spogliandolo del suo assolo. Bach stesso, all’epoca, non si è mai rifiutato di riciclare il proprio materiale musicale: facendogli cambiare forma, riadattandolo in funzione di nuove formazioni musicali, sostituendo al testo profano delle parole sacre, seguendo i propri bisogni al di là di qualsiasi mistificazione della sua musica. JSB va al cuore dell’opera di Bach trasportando la musica del compositore al di là della fredda rigidità che ha ereditato a torto e a forza di malintesi. Anche Johann Sebastian, dall’alto del suo genio, ha avuto la preoccupazione, umile e molto umana, di “fare con quello che c’è”. Molto più di quanto non siamo portati a credere. E di “quello che c’era” lui ne ha fatto di tutto! Noi COME BACH.

Johanne Maitre JSB COME BACH – Note di drammaturgia Johann Sebastian Bach è il padre incontestato della musica occidentale. Non è più un uomo, è un monumento. Eppure in vita, per quanto apprezzato, rimase un musicista tra gli altri e faticò parecchio per guadagnare il proprio spazio. Con JSB voglio rompere il freddo marmo monumentale per ritrovare l’uomo in carne ed ossa. Il bambino che rimane orfano e viene preso in carico dal fratello maggiore. L’adolescente che marcia per 400 km per potersi guadagnare un’istruzione. Il vorace giovinetto che tutto ascolta, tutto legge, tutto apprende. E poi il giovane virtuosissimo organista, l’innamoramento, il matrimonio, i figli, la prigionia… La vita di Bach è un romanzo d’avventura e la sua ineguagliabile musica assume nuovi significati quando impariamo a conoscere chi l’ha scritta. Con la ricostruzione teatrale dei primi 35 anni di vita di Bach. E con una prassi esecutiva della sua musica filologica e appassionata. Lavoro Nero Teatro delinea i contorni di un’artista dal carattere forte e determinato, un’artista che non molla mai e che sempre è costretto a combattere. Di un artista che ci assomiglia, insomma. Noi COME BACH.

Cristiano Nocera JSB COME BACH – Note di regia Tre musicisti, un attore, una aiuto regista, l’ufficio stampa, tre scenografi, un fonico, due fotografi, un video maker… la lista è lunga. Più di venti persone, a vario titolo, sono

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state attivamente coinvolte in questo progetto. Non è facile. Non è mai facile tenere la barra del timone registico. Ma quando non ci sono soldi… quando la produzione parte con un “budget zero”… allora è proprio impossibile, non è solo difficile. Ne sono sempre stato convinto. Ci voleva il Coppola per scardinarmi questa certezza, per mostrarmi la vacuità degli alibi che in passato mi hanno portato a dire “se solo me ne offrissero le condizioni…”. Noi ce le siamo prese le condizioni. E del limite ne abbiamo fatto virtù. Perché quando nessuno è pagato, ma quello che si fa è bello, bello al di là dell’esito. Bello per il fatto stesso di essere non più sognabile, possibile, probabile, ma essere. Ecco che allora tutto si dipana naturalmente, come se ritrovarsi insieme a perseguire il bello fosse evidente, facile, dato. Non c’è nulla che io possa dire su questa regia che non sia oscurato da questa semplice e rivoluzionaria epifania: se vuoi davvero, puoi! Puoi diventare un Cappelmeister, anche se sei l’ottavo genito di un musicista municipale. Puoi diventare una pietra miliare sulla storia della musica, anche se nel frattempo devi badare a una famiglia. Puoi produrre uno spettacolo che coinvolge venti persone anche se vivi in Italia, oggi, al sud. Noi COME BACH.

Cristiano Nocera

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Programma - Trio in re minore BWV 583 Un orfano in Turingia - Partita per flauto in la minore BWV 1013: Allemande Il quaderno proibito - Partita per flauto in la minore BWV 1013: Allemande Nord - Passacaglia in re minore BWV anh. 182 Puzza di aringa - Sonata per flauto e basso continuo in mi minore BWV 1034: Allegro Una vecchia capra - Sonata per oboe e cembalo obbligato in sol minore BWV 1030: Andante Accordi strani - Sonata per oboe e cembalo obbligato in sol minore BWV 1030: Andante La nipote del fratello di nonno Bach - Praeludium in la minore BWV 894 (solo Enrico Dibennardo) - Partita per flauto solo in la minore BWV 1013: Bourrée anglaise Splash ! - Partita per flauto solo in la minore BWV 1013: Bourrée anglaise Viaggio in Italia - Concerto in re minore RV 565: Largo e spiccato (Antonio Vivaldi) Una coppia di anziani - Sonata per flauto e cembalo obbligato in La Maggiore BWV 1032: Allegro Io, te e i nostri quattro mostriciattoli - Trio sonata in Sol Maggiore BWV 1039: Adagio Come Bach - Suite per violoncello solo in do minore BWV 1011: Sarabande Morta e sepolta - Suite per violoncello solo in do minore BWV 1011: Sarabande Bravo Sebastian, Bravo! - Cantata « Die Himmel erzählen die Ehre Gottes » BWV 76: Sinfonia

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Le economie dello spettacolo

Vogliamo che “JSB Come Bach” sia una produzione dei cittadini… dunque rendicontiamo ai cittadini ogni singolo euro che viene incassato o speso. Ci piacerebbe che ogni teatro sovvenzionato adottasse questa semplice regola. Dato che il denaro con cui viene sovvenzionato è il nostro e che, dunque, ogni produzione dei teatri stabili è di fatto un produzione dei cittadini.

Alla fine del secondo studio: Acquisto t-shirt + stampa serigrafica: - 300 euro Acquisto spille: - 50 euro Entrate botteghino 20.09.2012: + 185 euro Entrate botteghino 21.09.2012: +267 euro Aperitivo 20.09.2012: + 64,50 euro Aperitivo 21.09.2012: + 90 euro Merchandising (T-shirt e spille) 20.09.2012: + 102 euro Merchandising (T-shirt e spille) 21.09.2012: + 75,50 euro Legname e ferramenta per la scenografia: - 150 euro Merchandising ottobre: + 110 euro Costume (giacca, gilet, camicia, foulard, pantaloni) + spese di viaggio sino a Versailles: - 600 euro Aperitivo 28.11.2012: +57,50 euro Aperitivo 29.11.2012: +54 euro Aperitivo 30.11.2012: + 197,50 euro Botteghino 28.11.2012: +67,00 euro Botteghino 29.11.2012: + 85,50 euro Botteghino 30.11.2012: + 261,00 euro Merchandising 28.11.2012: +12,00 euro Merchandising 29.11.2012: + 8,00 euro Merchandising 30.11.2012: + 49,00 euro Attualmente nelle casse del progetto: + 585,50 euro

P.S.: Nelle spese non è presente la voce “Cachet e rimborsi artisti e tecnici” perché tutti lavoriamo gratuitamente al progetto. I soldi raccolti serviranno ad acquistare materiali per la realizzazione di scene, costumi e attrezzeria.

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Una produzione dei cittadini Il progetto “Come Bach” della compagnia Lavoro Nero Teatro è la prima produzione originale targata Teatro Coppola. Ci siamo chiesti: come facciamo a produrre uno spettacolo se non abbiamo i soldi per farlo? Ci siamo risposti: chiediamolo al pubblico! Facciamogli vedere come nasce uno spettacolo. Chiediamogli di aiutarci a fare in modo che questo possa avvenire. Se il Teatro Coppola è sempre più bello è grazie all’aiuto di chi ci crede e di chi ci sostiene. Di chi ci ha donato soldi, tempo, materiali, competenza. Ed è per questa ragione che il teatro Coppola è il teatro dei cittadini! Vogliamo che sia lo stesso per le nostre produzioni. Vogliamo che siano Produzioni dei cittadini. Vogliamo cioè che i cittadini possano seguire il progetto nel suo sviluppo ed eventualmente aiutarlo ad arrivare a compimento. L’anno scorso abbiamo creato dal nulla un teatro nel cuore della città di Catania. Quest’anno vogliamo creare dal nulla degli spettacoli che siano il cuore del Teatro Coppola. Ma per farlo, quest’anno come l’anno scorso, abbiamo bisogno dei nostri concittadini. Appello ai cittadini L’idea è quella di collaborare tutti con un piccolo sforzo per riuscire ad ottenere un grande risultato comune. Questa idea ha reso possibile la nascita del Teatro Coppola. Questa idea renderà possibile un nuovo cammino verso delle produzioni cittadine. Come diventare produttori di “JSB Come Bach”: 1. Partecipate ai nostri eventi di autofinanziamento e spettacolo. I soldi dell’aperitivo, del botteghino e del merchandising vanno interamente nella cassa del progetto. 2. Segnalate i nostri eventi di autofinanziamento e spettacolo a tutti i Vostri contatti tramite mail, social network, passaparola… etc. 3. Iscrivetevi alla mailing list ”JSB Come Bach” inviando una mail a [email protected] 4. Acquistate gli oggetti di merchandising: spille, magliette e adesivi. Potete trovarli al Teatro Coppola o prenotarli scrivendo a [email protected]. 5. Donate al progetto oggetti, materiali e competenza. Consultate periodicamente questa pagina e scoprite di cosa abbiamo bisogno: www.teatrocoppola.it/comebach 6. Se pensate che possiamo avere bisogno di qualcosa che avete o sapete fare a cui non abbiamo pensato, scriveteci.

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RASSEGNA STAMPA «La Sicilia», 19 settembre 2012

«La Sicilia», 20 settembre 2012

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«Giornale di Sicilia», 20 settembre 2012

11 ottobre 2012 “Mola Mola” http://www.molamola.it/index.php/component/content/article/10-cinema-a-musica/802-qcome-bachq-il-teatro-coppola-porta-il-genio-della-musica-classica-alla-gente-musicart-.html “Come Bach”, il Teatro Coppola porta il genio della musica classica alla gente Portare in musica e parole i primi trentacinque anni di Johann Sebastian Bach, portarlo alla gente, alle persone per le persone, grazie all’aiuto delle stesse, in un’idea che mi ricorda molto l’essenza del teatro popolare, del popolo per il popolo, un proposito scevro dalle connotazioni politiche e ideologiche (Che mal digerisco), una suggestione che spoglia l’idea del teatro da quell’aurea di irraggiungibilità e spocchia tipica di chi col denaro è convinto di veicolare la cultura ad appannaggio di pochi, quei pochi non più eletti ma spesso annoiati e convinti depositari di una verità stantia, un teatro che si sostiene grazie alla passione, alla tenacia che fa risaltare i pregi e smussare i difetti, dove l’improvvisazione riesce a piegare l’emozione, dove il pubblico partecipa non col denaro, o non solo con quello, ma con le loro competenze, con i loro oggetti, non più con solo i loro applausi annoiati, claque improvvisata, ma con la curiosità e lo spirito di sacrificio. Cristiano Nocera e Johanne Maitre, del Lavoro Nero Teatro insieme al Teatro Coppola di Catania (ricorderete quest’ultimo per una apparizione spontanea di Manuel Agnelli poco tempo addietro per evitarne la chiusura) si fanno portavoce di quest’idea

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rivoluzionaria, non tanto per la novità, ma per gli intenti così distanti da quanto ci propinano da qualche anno a questa parte teatranti, musicisti e burattini. L’opera, ancora in costante aggiornamento, era al debutto, a quanto pare: potevi scorgere l’emozione nella loro performance anche lì dove l’esecuzione era perfetta, e finivi per innamorartene. Cristiano Nocera, con la sua voce, a dir la verità parecchio bella e calda, dava vita non solo al Bach bambino e via via ragazzo e adulto, ma anche a tutti i personaggi di contorno, aiutandosi col leggio perché imparare una parte così impegnativa in soli dieci giorni è impossibile, sì, perché tutto lo spettacolo è stato allestito in dieci giorni e nonostante ciò la qualità che trasudava era più che soddisfacente. Lo stesso testo, per ammissione di Nocera e scritto di suo pugno divincolandosi fra scelte di fantasia e ricostruzioni cronologicamente accertate, è alle fase iniziali e, come tutta l’opera, si amplierà e crescerà col tempo. A inframmezzare la vita del giovane JSB ci pensava la musica di quest’ultimo, eseguita da Johanne Maitre, che si districava fra oboe e flauti e dal maestro Enrico Dibennardo al clavicembalo, immergendo i presenti in un’atmosfera intima e maestosa in egual misura, tanto da strappare applausi sinceri alla fine di molti pezzi. Applausi che scrosciarono altrettanto sinceri alla fine, mentre i provati tre si dimostravano ulteriormente aperti, spontanei e, perché no, scherzosi e auto ironici nei confronti di chi ha avuto curiosità e animo d’assistere, supportarlo e confortarli. Nota di merito per il maestro Dibennardo, il quale, nonostante una luce mal posizionata in faccia durante la scena, stoicamente ha consumato braccia e dita sul clavicembalo mostrandosi parecchio provato ed emozionato alla fine, ma senza interrompersi o mostrando numeri d’alta presunzione, roba che certi presunti geni della musica nostrana dovrebbero prendere ad esempio. L’ammirevole trio, a conclusione, si fermò ben volentieri per accogliere chi, ulteriormente stimolato e interessato, avesse domande o curiosità da consumare, dimostrando, una volta di più, come i piedistalli rendono solo più goffi e marmorei, ma non di certo più vivi. Bach. Il come e l’altrove (di Alberto G. Biuso) http://www.biuso.eu/tag/jsb-–-come-bach-primo-studio/ «Immaginate una pozza di neve sciolta…», così comincia questa narrazione della vita di JSB. Una pozza d’acqua vicino alla quale un bambino di dieci anni, da poco rimasto orfano, attende. E poi la formazione da autodidatta, i viaggi a piedi per centinaia di chilometri tra le diverse regioni della Germania, i primi incarichi, i conflitti, gli amori. L’amore assoluto è per Frau Musik, per la Signora Musica. Ma forse neppure Johann Sebastian Bach si rendeva conto di che cosa la musica avrebbe fatto per lui e lui per la musica. Bach non è infatti un musicista, un compositore, un artista, per quanto eccelso. Bach è la musica. A partire da lui tutto è cambiato, il contrappunto è diventato la regola del pulsare e dello stare; la concertazione ha assunto arditezze prima impensabili; a essere “ben temperata” è stata la vita di chi nelle sue note disumane si immerge. Disumane perché probabilmente Bach è stato un’entità venuta dall’altrove a insegnarci che cosa possano fare il silenzio e i suoni tra loro mescolati. Ma Bach è stato anche un umano -uno di quegli umani che da soli giustificano l’esistenza della specie- e questo spettacolo racconta la sua calda e spesso difficile umanità. Un work in progress come lo ha definito Cristiano Nocera, autore e voce recitante, che sulla base della documentazione disponibile sta costruendo e ricostruendo gli anni della vita di Bach. E lo sta facendo, con rigore e leggerezza, per quel Teatro Coppola che da luogo abbandonato e dismesso dagli immondi amministratori di Catania è diventato uno dei centri culturali più vivaci della città. La voce bella e calda di Nocera si è alternata alle note eseguite dai musicisti. E Bach è tornato tra noi. Noi «come Bach».

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«La Sicilia», 27 novembre 2012

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«Giornale di Sicilia», 27 novembre 2012

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«Giornale di Sicilia», 28 novembre 2012

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«Outsiders musica» 5 dicembre 2012 Come Bach al Teatro Coppola: quando la performance teatrale si fa concerto

http://www.outsidersmusica.it/recensione/Catania/come-bach-al-teatro-coppola-quando-la-performance-teatrale-si-fa-concerto/ Venerdì 30 novembre 2012. Attraverso una Catania surrealmente deserta, con l’aria satura dei marasmatici echi dello stadio che ospita la partita Catania-Milan. Un’intera città si è riversata lì dentro e gli unici rumori che si sentono in giro sono quelli delle radioline dentro le macchine o le cucine dei locali che trasmettono lo stesso mantra calcistico. Ma io ho ben altra meta da raggiungere, stasera vado al Teatro Coppola, mi aspetta “Come Bach”, prima produzione originale del teatro, a quasi un anno esatto della sua nascita, in coproduzione con Lavoro Nero Teatro. Arrivato a destinazione mi accorgo di non essere l’unico “folle” che ha preferito una serata in teatro alla partita di calcio: la sala è piena di gente e mi sento proiettato in un universo parallelo, sospeso e avvolto in un’aura senza tempo, pulsante di vita propria, lontana anni luce dalle urla forsennate di uno stadio in pieno delirio da tifoseria urlante. Sul palco sono già disposti gli strumenti, che ammiro, come sempre mi succede, non senza un vago senso di deferenza: un clavicembalo e una serie di flauti e oboe di varie dimensioni. Poco dopo Cristiano Nocera, regista e attore dello spettacolo, arriva sul palco insieme agli altri componenti: Johanne Maitre (coautrice e suonatrice di flauti e oboe), Enrico Dibennardo (clavicembalista) ed Enrico Sorbello (violoncellista). Quello a cui assisto, insieme al resto del pubblico, è qualcosa di diverso dal solito. Una storia, quella dell’uomo, musicista, compositore Bach, che non viene semplicemente narrata e interpretata, ma viene letteralmente incarnata, messa in anima dalla musica, proprio quella musica prodotta, studiata, sentita, sofferta da uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. E allora rappresentazione teatrale e concerto diventano un tuttuno, sono mondi che si incontrano e felicemente oltrepassano, ci conducono oltre, verso una visione non più unilaterale ma totale. Se da una parte Nocera si presta benissimo nella sua multiforme veste di voce narrante, protagonista, senza contare l’interpretazione delle svariate comparse, per altro verso è la musica stessa a divenire elemento dominante e centralissimo, a farsi voce diretta del suo maestro creatore attraversando secoli come membrane impalpabili e giungendo a noi più viva e intatta che mai. Una voce magniloquente come le note di cui è composta ma anche voce di chi, nonostante la grandezza oggi indiscussa e incommensurabile, ha dovuto fare i conti in vita con le ristrettezze, la mancanza di lungimiranza, la mediocrità di accademici e mestieranti che rendevano a tratti penoso un cammino che non avrebbe dovuto conoscere altro che fama e onori. Nocera e i suoi musicisti danno corpo alle vicende di una vita travagliata ma eroicamente dedita alla sua unica grande musa, la musica. Il sogno di diventare capellmeister, frustrato per anni prima di giungere a compimento, le 4 settimane di prigionia a Dresda, i 400 chilometri percorsi in gioventù per ottenere un’istruzione, l’amore, il lutto per la perdita dei primi due figli e molte altre vicissitudini che resero la vita del compositore degna di un romanzo d’avventura. Dunque uno spettacolo teatrale ma anche un concerto reso eccellente dall’ottima esecuzione dei pezzi e dall’elevata capacità dei musicisti che danno luogo a veri e propri atti virtuosistici. La forza di questo spettacolo è la capacità di trasmettere allo spettatore il sacrificio, la determinazione inarrestabile e la devozione con cui il musicista si dedica alla propria arte facendone ragione di vita assoluta. In particolare l’amore per l’organo, strumento prediletto e di cui studia meticolosamente ogni partitura, ogni composizione appartenente al repertorio organistico fino a carpirne ogni segreto, fino a non poter andare oltre, avendo raggiunto il culmine e i limiti dello strumento. Uno spettacolo in progress la cui gestazione è stata assistita e resa possibile dalla

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partecipazione attiva del pubblico (che ha man mano finanziato l’opera con donazioni libere e attraverso l’acquisto di gadget), grazie all’idea di dividerne il percorso in tre tappe. La prima, presentata a settembre, che ha messo in scena una prima imbastitura embrionale della performance; la seconda, quella qui recensita, con i due atti dell’opera completi ma privi degli elementi scenografici; la terza, che verrà presentata il 29 e 30 dicembre, sarà quella definitiva. Complimenti ancora una volta al Teatro Coppola che si dimostra fucina creativa e pulsante di una città che, quotidianamente affossata dalle incompetenze di chi è evidentemente incapace di amministrarla, trae la sua boccata d’ossigeno nelle sue preziose oasi culturali.

Marco Salanitri

«Argo, cento occhi su Catania», 8 dicembre 2012 http://www.argocatania.org/2012/12/08/come-bach-work-in-progress-al-coppola/ Come Bach, work in progress al Coppola

“Immaginate una pozza di neve sciolta,vicino alla quale un bambino di appena dieci anni aspetta che vengano a prenderlo per portarlo via: andrà a stare da suo fratello maggiore, organista a Ohrdruf, perché suo padre è morto, otto mesi dopo la madre, e lui non può rimanere solo ad Eisenach”. Così l’attore Cristiano Nocera di “Lavoro Nero Teatro” inizia, con voce calda e appassionata, a raccontare i primi 35 anni della vita di J. Sebastian Bach, genio e colosso della musica tedesca del 18° secolo, padre della musica occidentale cosiddetta “classica” ma ispiratore anche di molti motivi del repertorio “leggero”.Parliamo del lavoro teatrale “Come Bach”, work in progress, che crescerà e si amplierà col tempo diventando una costruzione comune a cui tutti possono contribuire. In un appello, presente sul sito, si chiede infatti al pubblico di diventare produttore di “ JSB Come Bach”, regalando progetti ed idee, ma anche oggetti concreti, dai costumi alle parrucche, o servizi come i lavori di sartoria.L’esibizione si è svolta al Teatro Coppola, “Teatro dei cittadini” che si autogoverna e sostituisce al biglietto d’ingresso un contributo volontario: il lavoro “Come Bach” si definisce infatti “coproduzione cittadina” a cura del Teatro Coppola e Lavoro Nero Teatro.Il racconto della vita giovanile di Bach, affidato all’attore Cristiano Nocera, è stato punteggiato da brani musicali eseguiti dal clavicembalista Enrico Dibbennardo, dal violoncellista Enrico Sorbello e dalla flautista e oboista Johanne Maitre. Autori lo stesso Nocera e Maitre, che ha curato anche la direzione musicale.Anziché in atti, il lavoro è diviso in “due studi”, ognuno dei quali racconta momenti significativi della vita di Bach: i continui spostamenti per andare ad occupare il posto di organista in diverse corti di duchi o principi, le sue delusioni per il mancato riconoscimento del proprio valore, i periodi in cui studia l’arte del contrappunto e della fuga e gli anni in cui compone il “Clavicembalo ben temperato” (48 preludi e fughe in tutte le tonalità), opera unica nella storia della musica di tutti i tempi.Quello che più importa agli autori, però, è far vivere e dare spessore non solo al personaggio del grande studioso e compositore, ma soprattutto all’uomo in carne ed ossa, ai suoi sentimenti e risentimenti, ad episodi intimi come l’innamoramento per la prima moglie, l’affetto per i sette figli e la disperazione per la morte di quella giovane donna che li aveva partoriti.Gli interpreti, in particolar modo l’autore e narratore Cristiano Nocera, sono riusciti a coinvolgere emotivamente il pubblico e hanno fatto sì che ciascuno, ascoltando quelle vicende così umane e vicine all’esperienza comune, si sentisse, in un certo senso, “come Bach”.

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Sperimentazione Artistica presso Il Teatro Coppola Occupato

Il 28 e il 29 novembre scorsi a Catania, in via Vecchio Bastione 9, in un capannone che occupa lo spazio dell’ex Teatro Coppola, distrutto dai bombardamenti del luglio 1943 e da circa un anno occupato da una cooperativa di giovani artisti, è stata presentata un’anteprima dello spettacolo“JSB-Come Bach”. Autore del testo, regista e interprete nella parte di J.S. Bach, Cristiano Nocera; direzione musicale di Johanne Maitre, virtuosa di strumenti a fiato e interprete della moglie di Bach. Musicisti, assieme a J. Maitre, Enrico Dibennardo al clavicembalo ed Enrico Sorbello al violoncello. Siamo stati spettatori di un’originale e appassionata opera pre-testo creata per un teatro di ricerca e di protesta. Attraverso le prove dolorose affrontate da Bach, costretto a soffocare la sua vena creativa fra mecenati incompetenti e tragedie domestiche, un teatro di parola, sostenuto da intermezzi di musica di Bach, racconta le angustie del genio come metafora del disagio esistenziale di un gruppo di giovani artisti cui sono negati nella loro terra spazio e visibilità, nonostante la passione per il mondo dell’arte come palestra di vita. Sabato 29 e domenica 30 dicembre 2012 i giovani del Teatro Coppola e del gruppo Lavoro Nero Teatro, attori, musicisti, tecnici, registi, festeggeranno il loro primo anno di occupazione del capannone da tempo inutilizzato con la rappresentazione ufficiale di questa opera teatrale. All’esterno del capannone un cartello di lavori in corso parla di una ristrutturazione mai avviata per realizzarvi una sala prove destinata agli orchestrali del Teatro lirico Bellini. Lo spazio interno, ripulito, ridipinto e dignitosamente attrezzato, è gestito da giovani tutti impegnati in prima persona nei lavori manuali indispensabili per rendere agibile lo spazio occupato e nella raccolta dei fondi necessari, attraverso la messa in scena di opere di vari gruppi giovanili aperti alla sperimentazione in campo teatrale cinematografico e musicale. Per chi abbia interesse a scoprirne l’originalità è in distribuzione un nutrito programma che va dall’1 al 30 dicembre 2012. In calce ad esso si dichiara esplicitamente l’impegno per l’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile che ponga la cultura come valore etico ed estetico, non mercificabile, strumento di cittadinanza, solidarietà, partecipazione, creazione. Si rivendica il diritto di liberare i beni pubblici dall’abbandono e di sottrarli alle speculazioni per trasformarli in luoghi di spontaneità sociale e lavorativa. Si ribadisce che l’ingresso è libero, con offerta volontaria, per sottrarre la professione degli artisti al dominio del profitto: chi contribuisce volontariamente condivide il valore di uno spettacolo e valuta da solo il rispetto che esso merita, non paga una merce, ma è responsabile in prima persona della sopravvivenza dell’arte e della cultura. Tutti gli spettacoli servono a finanziare la ricostruzione del teatro.

Rosa Grillo