JoB&oRienta, pRomotoRe del dialogo tRa scuola e lavoRo · JoB&oRienta, pRomotoRe del dialogo tRa...

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1 n°11 - DICEMBRE 2018 È ONLINE IL REGISTRO DELLA TRASPARENZA 2 5 DT INDEX, GLI IMPRENDITORI ITALIANI SONO PRONTI A INVESTIRE PER LO SVILUPPO DIGITALE 6 3 ERASMUS PER GIOVANI IMPRENDITORI, IL PROGRAMMA PER CONFRONTARSI E CONDIVIDERE NUOVE IDEE I VINI DELL’ECCELLENZA FIRMATI CANTINE FERRARI L’evento è stato l’occasione per presentare la nuova edizione del progetto Crescere in Digitale realizzato grazie alla collaborazione tra Ministero del Lavoro, Google, Unioncamere e ANPAL JOB&ORIENTA, PROMOTORE DEL DIALOGO TRA SCUOLA E LAVORO Anche quest’anno Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha partecipato a JOB&Orienta, il salone nazionale dell’o- rientamento, la scuola, la formazione e il lavoro. La XXVIII edizione, che si è svolta presso la Fiera di Verona, dimostra anco- ra una volta un’opportunità di aggiorna- mento per gli addetti ai lavori, ma anche un’occasione importante per i giovani che devono scegliere il proprio percorso sco- lastico o si apprestano ad affacciarsi al mondo del lavoro. Tutele, competenze, digitalizzazione, formazione, servizi per il lavoro, tirocinio, orientamento: le parole chiave che hanno caratterizzato lo spa- zio espositivo del Ministero condiviso con l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro, Inps e Inapp. Una tre giorni di confronto con i ragazzi che hanno visitato lo stand e partecipato a una serie di wor- kshop sulla scelta dei percorsi formativi e professionali in Italia e all’estero, sui temi dell’istruzione, dell’apprendistato, del la- voro e della previdenza. L’evento JOB&Orienta è stato anche l’oc- casione per presentare la nuova edizione del progetto Crescere in Digitale realiz- zato grazie alla collaborazione tra Mini- stero del Lavoro, Google, Unioncamere e ANPAL. L’iniziativa, rivolta agli iscritti a Garanzia Giovani, è volta a promuovere, attraverso l’acquisizione di competenze digitali, l’occupabilità di giovani che non studiano e non lavorano e nel contem- po avvicinare al web le imprese italiane. Dal 2015, anno dell’avvio del progetto, 112.000 giovani in cerca di occupazione si sono iscritti al percorso formativo di Crescere in Digitale e oltre 8.000 sono le imprese che hanno partecipato, con 3.100 tirocini retribuiti in azienda già at- tivati sul territorio nazionale. Per il futuro sono state stanziate ulterio- ri risorse che porteranno, entro il 2020, 5.000 giovani nelle PMI italiane per favo- rire la loro trasformazione digitale. Anche il corso online, accessibile gratuitamente, si arricchirà di nuovi contenuti su Industry 4.0, Cloud, Digital Transformation e altro ancora. Alla presentazione è intervenuto anche il Ministro Di Maio che, rivolgendo- si ai giovani presenti, ha auspicato di non vivere il progetto solo per trovare lavoro, ma per creare impresa e generare valore per il Made in Italy. Proprio per aiutare le startup innovative, dal 1° gennaio, nasce il Fondo Italiano Innovazione che grazie a risorse pubbliche e private favorirà la nascita di una Silicon Valley italiana.

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n°11 - DICEMBRE 2018

È online il RegistRo della tRaspaRenza

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dt index, gli impRenditoRi italiani sono pRonti a investiRe peR lo sviluppo digitale

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eRasmus peR giovani impRenditoRi, il pRogRamma peR confRontaRsi e condivideRe nuove idee

i vini dell’eccellenza fiRmati cantine feRRaRi

l’evento è stato l’occasione per presentare la nuova edizione del progetto crescere in digitale realizzato grazie alla collaborazione tra ministero del lavoro, google, unioncamere e anpal

JoB&oRienta, pRomotoRe del dialogo tRa scuola e lavoRo

Anche quest’anno Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha partecipato a JOB&Orienta, il salone nazionale dell’o-rientamento, la scuola, la formazione e il lavoro. La XXVIII edizione, che si è svolta presso la Fiera di Verona, dimostra anco-ra una volta un’opportunità di aggiorna-mento per gli addetti ai lavori, ma anche un’occasione importante per i giovani che devono scegliere il proprio percorso sco-lastico o si apprestano ad affacciarsi al mondo del lavoro. Tutele, competenze, digitalizzazione, formazione, servizi per il lavoro, tirocinio, orientamento: le parole chiave che hanno caratterizzato lo spa-zio espositivo del Ministero condiviso con l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro, Inps e Inapp. Una tre giorni di confronto con i ragazzi che hanno visitato

lo stand e partecipato a una serie di wor-kshop sulla scelta dei percorsi formativi e professionali in Italia e all’estero, sui temi dell’istruzione, dell’apprendistato, del la-voro e della previdenza.L’evento JOB&Orienta è stato anche l’oc-casione per presentare la nuova edizione del progetto Crescere in Digitale realiz-zato grazie alla collaborazione tra Mini-stero del Lavoro, Google, Unioncamere e ANPAL. L’iniziativa, rivolta agli iscritti a Garanzia Giovani, è volta a promuovere, attraverso l’acquisizione di competenze digitali, l’occupabilità di giovani che non studiano e non lavorano e nel contem-po avvicinare al web le imprese italiane. Dal 2015, anno dell’avvio del progetto, 112.000 giovani in cerca di occupazione si sono iscritti al percorso formativo di

Crescere in Digitale e oltre 8.000 sono le imprese che hanno partecipato, con 3.100 tirocini retribuiti in azienda già at-tivati sul territorio nazionale. Per il futuro sono state stanziate ulterio-ri risorse che porteranno, entro il 2020, 5.000 giovani nelle PMI italiane per favo-rire la loro trasformazione digitale. Anche il corso online, accessibile gratuitamente, si arricchirà di nuovi contenuti su Industry 4.0, Cloud, Digital Transformation e altro ancora. Alla presentazione è intervenuto anche il Ministro Di Maio che, rivolgendo-si ai giovani presenti, ha auspicato di non vivere il progetto solo per trovare lavoro, ma per creare impresa e generare valore per il Made in Italy. Proprio per aiutare le startup innovative, dal 1° gennaio, nasce il Fondo Italiano Innovazione che grazie a risorse pubbliche e private favorirà la nascita di una Silicon Valley italiana.

Sono passate poche settimane dal lancio del Registro della Trasparenza del Mini-stero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Di cosa si tratta e, soprattutto, qual è la sua finalità? All’indirizzo web registrotra-sparenza.lavoro.gov.it, i portatori di in-teressi particolari devono registrarsi per poter incontrare i vertici politici e ammi-nistrativi del Dicastero. Periodicamente sono, poi, resi pubblici gli appuntamenti che si sono svolti. Il modello già utilizzato dalle istituzioni co-munitarie, si sta diffondendo sempre più nella Pubblica Amministrazione italiana. Dal Ministero delle Sviluppo Economico alla Funzione Pubblica, l’Agenda Pub-blica sta iniziando a cambiare il modo di percepire l’attività di lobbying. Sebbene non vi sia un quadro normativo apposito, la stessa PA si sta attivando attraverso

È online il RegistRo della tRaspaRenzail ministro ha attivato questo nuovo strumento che permetterà a tutti i cittadini di conoscere gli incontri tra i vertici politici e amministrativi con i portatori di interessi particolari. un passo in avanti per cambiare l’idea e il modo di fare lobbying

la trasparenza si conferma un principio guida della pa e non un mero obbligo formale, grazie a questa forma di controllo facilmente azionabile da tutti i cittadini collegandosi al sito

una propria autoregolamentazione che mira a superare i luoghi comuni. L’accezione negativa della parola lobby, propria del linguaggio comune, offusca il valore aggiunto che i gruppi di pressione portano, in realtà, al processo di policy making. È celebre la frase di John Fitzge-rald Kennedy: “Il lobbista mi fa capire in tre minuti quello che un mio collaboratore mi spiega in tre giorni”. Capire l’impatto di una norma, i potenziali beneficiari e, ancora, gli aspetti potenzialmente lesivi per una categoria. Sono questi alcuni dei fattori che devono essere considerati dai decisori politici nello scrivere le leggi; fat-tori in cui può fare la differenza una cono-scenza diretta della platea di riferimento e delle caratteristiche proprie del settore. Chi sono i portatori di interessi particolari tenuti a iscriversi al Registro lo stabilisce

la Direttiva, comune al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del 24 settembre 2018. Sono le persone fisiche o giuridiche che rappresentano professio-nalmente presso il Dicastero, interessi, anche di natura non economica, al fine di influenzare i processi decisionali pubblici in corso o di avviarne di nuovi. L’attività di rappresentanza può essere, quindi, svol-ta da persone, organizzazioni, associa-zioni, enti, imprese o società, attraverso proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione orale e scritta.Il Registro interviene così su due aspetti: la trasparenza e la partecipazione. La co-noscenza dei reali meccanismi di elabo-razione dei disegni di legge e dei decreti ministeriali di natura regolamentare - per i quali è prevista l’Analisi d’Impatto Rego-lamentare (AIR) - permette ai cittadini di verificare il buon operato dell’Amministra-zione che diventa così una “casa di ve-tro”, dove è possibile sapere cosa accade dentro i suoi uffici. La trasparenza si con-ferma un principio guida della PA e non un mero obbligo formale, grazie a questa forma di controllo facilmente azionabile da tutti i cittadini collegandosi al sito. Il Registro non è solo un deterrente per la corruzione. È, al contempo, uno strumen-to di partecipazione attiva da parte degli utenti. È possibile, per chiunque, inviare segnalazioni e contestazioni rispetto ai dati pubblicati che saranno esaminate dal Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.

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i vini dell’eccellenza fiRmati cantine feRRaRilunelli: “sostenibilità significa conciliare l’obiettivo di ottenere uve di eccellenza con la tutela dell’ambiente e la salute di chi lavora. un grande vino è sì espressione della storia e della vocazione di un territorio, ma il contributo dell’uomo rimane fondamentale”

il nostro prodotto è espressione della viticultura di montagna: nasce da uve coltivate nei nostri vigneti, ma anche da materie prime che provengono da oltre 500 piccoli viticoltori locali, famiglie che sono nostri partner

Matteo Lunelli, Presidente e Ceo Cantine Ferrari

Un’eccellenza italiana, che ha saputo raggiungere grandi risultati, anche a li-vello internazionale, grazie a un ottimo lavoro di squadra fra dirigenti e dipen-denti. Parliamo delle Cantine Ferrari, che fanno parte del Gruppo Lunelli. Abbiamo intervistato per l’occasione, il 44enne mi-

grandi d’Italia.La crescita dell’azienda nel tempo fu significativa.Mio nonno Bruno, grazie al suo impegno e al talento imprenditoriale, incrementò la produzione senza mai scendere a com-promessi con la qualità. Ferrari ha così continuato a crescere fino a diventare le-ader in Italia e come ci piace dire, il brin-disi italiano per eccellenza. Le bollicine Ferrari arrivano tuttora sulle tavole dei migliori ristoranti e soprattutto negli even-ti più importanti del mondo delle istituzio-ni, cultura, spettacolo e sport.Tutti i vini Ferrari sono denominati Trentodoc, un elemento che testimo-nia il forte legame col territorio. Siamo fermamente convinti della neces-sità di preservare il legame con la ter-ra d’origine: un grande vino è sempre espressione del suo territorio e di uno specifico e unico genius loci. Come di-ceva lo scrittore Mario Soldati, “il vino è la poesia della sua terra”. Per le Cantine Ferrari, questo tipo di relazione è fonda-mentale, perché produciamo Trentodoc, un vino che porta il nome della nostra cit-tà. Il nostro prodotto è espressione della viticultura di montagna: nasce da uve col-tivate nei nostri vigneti, ma anche da ma-terie prime che provengono da oltre 500 piccoli viticoltori locali, famiglie che sono nostri partner.Quali sono i valori fondamentali della vostra azienda?Alcuni dei nostri valori sono immutati da oltre un secolo e derivano proprio dal pensiero del nostro fondatore: la conti-

lanese, Matteo Lunelli, Presidente e Ceo delle Cantine Ferrari, non-ché Ad del Gruppo.Come sono nate le Cantine Ferrari?Furono fondate nel 1902 a Trento, da Giu-lio Ferrari, pioniere che intuì per primo la stra-ordinaria vocazione del Trentino per la crea-zione di bollicine d’ec-cellenza. Ferrari prima studiò enologia all’Isti-tuto agrario di San Mi-chele all’Adige e poi si specializzò nella scuola di Montpellier, in Fran-cia. Tornato in Trenti-no iniziò una piccola produzione di bottiglie di altissima qualità: il suo sogno era quello di creare un vino italiano capace di confrontar-si con i migliori Cham-pagne. Non avendo fi-gli, dopo mezzo secolo cercò un successore che portasse avanti la

sua visione e tra i vari pretendenti, scel-se mio nonno Bruno Lunelli, che nel 1952 subentrò alla guida della Casa. Oggi le Cantine Ferrari fatturano circa 70 milio-ni di euro l’anno e contano oltre 250 di-pendenti; numeri che per il nostro settore ci portano a essere una delle realtà più

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l’imprenditore deve sempre creare un forte senso di appartenenza. da noi tutti sono orgogliosi di far parte della realtà ferrari e condividerne la stessa cultura aziendale. siamo una grande famiglia perché siamo attenti alle esigenze dei nostri dipendenti

nua ricerca dell’eccellenza, un legame intimo con il territorio, il controllo del pro-cesso produttivo dalla terra alla tavola e una visione dell’uomo al centro dell’im-presa. A questi si aggiunge un forte im-pegno sul fronte della sostenibilità, intesa come responsabilità sociale, economica e ambientale. Nel 2017 abbiamo ottenuto la certifica-zione biologica di tutti i vigneti di pro-prietà: abbiamo eliminato l’uso di inset-ticidi, acaricidi, concimi chimici e non facciamo diserbo. Per noi sostenibilità si-gnifica conciliare l’obiettivo di ot-tenere uve di eccellenza con la tutela dell’ambiente e la salute di chi lavora in campagna. Un altro aspetto fondamentale è il “Made in Italy”, nel quale crediamo for-temente: promuoviamo Ferrari come ambasciatore dell’Arte di Vivere Italiana, quello speciale stile di vita che tutto il mondo ci invidia.Come è cambiato il mercato delle bollicine a livello inter-nazionale?Potremmo definire l’ultimo de-cennio come quello degli spar-kling wine. Il mercato ha visto infatti un fortissimo incremento di questa tipologia di vino e l’I-talia è stata la grande protago-nista di questo trend: sebbene la Fran-cia domini ancora a valore, già nel 2009 il nostro Paese ha raggiunto il primato per quota export in volume. Sta cambiando la percezione delle bollicine di qualità, inte-se come un vino moderno e in linea con le attitudini del consumatore di oggi, che predilige cibi sempre più leggeri ed ele-ganti.Quanto sono importanti i lavoratori?I nostri collaboratori sono il patrimonio più importante dell’azienda, il nostro vero ca-pitale. Un grande vino è sì espressione della storia e della vocazione di un ter-

ritorio, ma il contributo dell’uomo rimane fondamentale. Citando una frase di Ari-stotele, “l’eccellenza non è un atto, ma un’abitudine”. Un grande vino è il risultato di tanti pic-coli passi, gesti continui nel tempo e la cura di tante persone che negli anni la-vorano con passione e dedizione. I nostri successi sono frutto del talento di tutto il nostro team in campagna e in cantina. Abbiamo ottimi rapporti con i nostri colla-boratori e non a caso, diversi di loro sono con noi da generazioni.

Il segreto per sviluppare valori familia-ri in un’azienda che esporta in 66 Pae-si del mondo?L’imprenditore deve sempre creare un forte senso di appartenenza. Da noi tut-ti sono orgogliosi di far parte della real-tà Ferrari e condividerne la stessa cultu-ra aziendale. Siamo una grande famiglia perché siamo attenti alle esigenze dei nostri dipendenti. È ormai chiaro che il capitale umano non è più solo un costo aziendale, ma una risorsa attiva, un pa-trimonio di competenze e di esperienze, un insieme di conoscenze e di relazioni

legate alla personalità di ciascun dipen-dente. Dovere e opportunità per l’azienda dun-que è quello di motivare e formare ogni suo collaboratore, in modo che possa esprimere al meglio le sue potenzialità e raggiungere grandi performance.Fronte assunzioni?Negli ultimi anni abbiamo sempre as-sunto personale e continueremo a farlo. Ultimamente abbiamo privilegiato candi-dati con ampie esperienze possibilmen-te internazionali, che ci aiutino a cresce-

re, apportando nuove energie e punti di vista, condividendo al contempo la nostra mission e i valori aziendali. A breve cercheremo nuove com-petenze specifiche per suppor-tare il comparto produttivo, dato che già oggi non riusciamo a pro-durre vino in quantità congrua al-la domanda internazionale.Non potevano mancare i pre-mi. I riconoscimenti più im-portanti?Quest’anno siamo stati insigni-ti del titolo di “Cantina dell’anno 2019” dalla guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso, dopo che numerose nostre etichette ave-vano già ricevuto il premio dei “Tre Bicchieri”.

L’anno scorso invece siamo stati nomi-nati a Londra, “Sparkling Wine Producer of the Year 2017”, nel corso del Cham-pagne & Sparkling Wine World Cham-pionships. Nel 2015 siamo stati “Winery of the Year” secondo l’autorevole rivista americana Wine Enthusiast e Meininger, la più importante testata tedesca di set-tore, ci ha nominati “Wine Family of the Year”. Siamo orgogliosi di questi premi, che sono il merito del lavoro, dell’impe-gno e del talento di tutto il team Ferrari e testimoniano che Ferrari Trentodoc è un vino di eccellenza a livello internazionale.

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il progetto è finanziato dalla commissione europea ed è attivo su tutto il territorio dei paesi che hanno aderito grazie alla collaborazione di centri di contatto locali attivi nel sostegno alle imprese

eRasmus peR giovani impRenditoRi, il pRogRamma peR confRontaRsi e condivideRe nuove idee vuoi avviare una nuova impresa o l’hai costituita da poco? sei un imprenditore di successo alla ricerca di nuovi mercati e idee innovative? partecipa all’iniziativa!

Un confronto e una condivisione di idee di business tra aspiranti e affermati impren-ditori. Con il programma Erasmus per giovani imprenditori è possibile fare uno scambio transfrontaliero che offre ai nuo-vi imprenditori - o aspiranti - l’opportuni-tà di apprendere i segreti del mestiere da esperti professionisti che hanno una loro impresa, piccola o grande che sia, in uno dei Paesi che ha aderito al programma. Infatti lo scambio consiste in un periodo di lavoro - da uno a sei mesi - presso la sede dell’azienda dove il neoimprenditore potrà apprendere, da una persona esper-ta, le competenze necessarie per gestire una piccola impresa in Europa. Anche gli imprenditori affermati possono trarre be-nefici da questi scambi con giovani moti-vati e idee innovative. Una vera e propria collaborazione dalla quale ciascuna del-le parti può trarre enormi benefici anche per individuare nuovi partner commercia-li e diverse modalità di fare affari. Infatti,

guardando al futuro è possibile anche la creazione di una rete di contatti e di una cooperazione, magari anche come part-ner stabili. Al programma Erasmus per giovani im-prenditori possono partecipare i futuri imprenditori vale a dire ragazzi che vo-gliono costituire una propria impresa o che l’hanno attivata negli ultimi tre anni e imprenditori affermati quindi titolari o re-sponsabili della gestione di una piccola o media impresa (PMI) che si trova in un altro paese partecipante. Il progetto è finanziato dalla Commissio-ne Europea ed è attivo su tutto il territorio dei Paesi che hanno aderito grazie alla collaborazione di centri di contatto loca-li attivi nel sostegno alle imprese (quali Camere di commercio, centri di appoggio alle startup, incubatori di imprese). Nu-merosi imprenditori dopo aver intrapre-so questa nuova esperienza sono rimasti molto soddisfatti tanto che hanno aderi-

to nuovamente al progetto. Dal Portogal-lo all’Italia, dall’Estonia all’Austria, dalla Grecia alla Spagna e non solo: sono tan-te le storie di successo pubblicate sul si-to in una pagina dedicata dove vengono raccontate le esperienze di neoimpren-ditori e di quelli già affermati che hanno ospitato questi ragazzi nella loro azienda. Il modo migliore per ottenere lavoro nel Terzo millennio è, dunque, crearlo. So-lo consolidando e sviluppando la cultura d’impresa tra i giovani è possibile offrire nuove opportunità di lavoro. Questo pensiero vale anche per tutti co-loro che vogliono ricollocarsi nel mondo del lavoro in maniera autonoma, avvian-do una propria attività anche grazie, per esempio in Italia, a finanziamenti promos-si da Invitalia, l’Agenzia del Ministero del-lo Sviluppo Economico, che promuove la creazione di nuove imprese da parte dei giovani con diverse iniziative o come an-che al Fondo SELFIEmployment rivolto ai ragazzi iscritti a Garanzia Giovani che possono usufruire di finanziamenti age-volati fino a 50.000 euro per la realizza-zione della loro idea imprenditoriale. Inol-tre nel 2018 è stata lanciata una nuova iniziativa dedicata al Mezzogiorno che si chiama “Resto al Sud” e che prevede un contributo a fondo perduto (35% dell’in-vestimento) e un finanziamento bancario a tasso zero (65% dell’investimento). Per promuovere le proprie idee è possi-bile anche utilizzare spazi di condivisio-ne forniti dagli incubatori e in cui vengono fornite maggiori informazioni sulle moda-lità di finanziamento disponibili.

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La “grande onda” della rivoluzione tecnologica travolge le azien-de di ogni settore e sempre più imprenditori italiani orienteranno nei prossimi tre anni gli investimenti sullo sviluppo di prodotti tecnologici e servizi innovativi. Parliamo di Internet of Things, Intelligenza Artificiale, robotica e automazione; la percentuale di coloro che si dicono pronti a cogliere questa nuova sfida è piuttosto alta, il 52% delle aziende medio-grandi (erano il 24,5% nel 2016).È uno dei confortanti dati che emergono dal Dell Technologies Digital Transformation Index (DT Index), studio di portata inter-nazionale sviluppato in collaborazione con Intel, che analizza dove e in che misura gli impatti del digitale stiano trasformando le aziende a livello globale.“Nel 2030, lavoreremo al fianco delle macchine in modi che un tempo avevamo solo sognato. E nei cambiamenti così radicali si nascondono rischi ma anche - direi soprattutto, per noi Italia-ni - opportunità. È quindi fondamentale che le nostre aziende si siano rese conto della portata degli impatti di queste tecnologie ed abbiano finalmente deciso che bisogna investire significati-vamente su digitale e IA”. A confermarlo è Filippo Ligresti, VP & GM Italy Commercial Business Dell EMC. L’indagine conferma, infatti, un generale approccio positivo e una visione ottimistica del futuro: solo il 17% delle aziende italia-ne non ritiene di poter soddisfare la domanda di clienti sempre più evoluti nei prossimi cinque anni e il 18% pensa di non riusci-re a stare al passo con la rivoluzione digitale in atto.Il DT Index fa emergere anche gli ostacoli concreti allo sviluppo

tecnologico aziendale, come la scarsa alfabetizzazione digitale della forza-lavoro (28%), la mancanza di una strategia consoli-data e di una visione digitale coerente (13%) e la persistenza di un ambiente informatico frammentato (13%). Il 50% dei busines-sman coinvolti nello studio dichiara però di essersi già messo al lavoro per il superamento di queste barriere con azioni concrete.Insomma, le imprese che vorranno ricoprire un ruolo di primo piano in questo inevitabile percorso di sviluppo e innovazione dovranno compiere importanti trasformazioni all’interno delle proprie organizzazioni non solo a livello infrastrutturale e tec-nologico ma anche nella brand culture, nella selezione e nella formazione del personale. Chi si attiverà subito beneficerà di un enorme vantaggio anche in termini di competitività.La pensa così anche Ligresti: “Nei prossimi anni si giocherà una partita cruciale che darà alle nostre imprese e al nostro Pae-se la possibilità di recuperare il gap accumulato in questi ultimi trent’anni. Se saremo in grado di cavalcare il cambiamento, evi-tando atteggiamenti difensivi e facendo leva sui nostri attributi unici - creatività, gusto, qualità, bellezza, etc. - saremo tra i vin-citori di questa incredibile rivoluzione tecnologica”.

filippo ligresti: “nel 2030, lavoreremo al fianco delle macchine in modi che un tempo avevamo solo sognato. e nei cambiamenti così radicali si nascondono rischi ma anche - direi soprattutto, per noi italiani - opportunità”

dt index, gli impRenditoRi italiani sono pRonti a investiRe peR lo sviluppo digitale la percentuale di coloro che si dicono pronti a cogliere questa nuova sfida è piuttosto alta, il 52% delle aziende medio-grandi. solo il 18% pensa di non riuscire a stare al passo con la rivoluzione digitale in atto

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