Jacopo Zotti Università degli Studi di Trieste · 6 Commercio di servizi ... Surplus del...

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Jacopo Zotti Università degli Studi di Trieste 11 aprile 2018

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Jacopo Zotti

Università degli Studi di Trieste

11 aprile 2018

2

UNO SGUARDO AL MONDO…

3

Commercio di beni (dati in miliardi dollari US)

TRE TIPI DI BENI:

prodotti industriali prodotti agricoli

combustibili e risorse minerarie

Fonte: [1]

4

Commercio di beni (dati indicizzati)

prodotti industriali prodotti agricoli

combustibili e risorse minerarie

Fonte: [1]

5

Commercio di servizi (dati in miliardi dollari US)

servizi di trasporto servizi di viaggio

altri servizi commerciali servizi legati ai beni

Fonte: [1]

6

Commercio di servizi (dati indicizzati)

servizi di trasporto servizi di viaggio

altri servizi commerciali servizi legati ai beni

Fonte: [1]

7

Commercio di componenti semilavorati

(dati in migliaia di miliardi di dollari US)

“Il commercio di componenti semilavorati indica la presenza di

catene del valore globali (in inglese global value chains, GVC)”

8

Produzione interna relativamente a produzione globale

9

Commercio di fattori produttivi: migrazioni di capitale (IDE)

(trilioni di dollari US)

Fonte: [2]

“[As of 1989],

EC and OECD members were obliged […]

to free practically all capital movements”

Abdelal (2006, p. 4)

10

Commercio di fattori produttivi: migrazioni di lavoro (persone)

Fonti: [3] e [4]

11

MESSAGGIO NR. 1

Il commercio internazionale è

scambio di BENI, SERVIZI e FATTORI PRODUTTIVI

BENI = risorse naturali + prodotti agricoli + prodotti industriali

FATTORI PRODUTTIVI = capitale + lavoro

12

MESSAGGIO NR. 2

“Il commercio mondiale è in continua crescita”

INARRESTABILE

processo di integrazione economica a livello mondiale

abolizione delle barriere tra i mercati nazionali

GLOBALIZZAZIONE

13

Perché COMMERCIO INTERNAZIONALE?

Il commercio internazionale è…

motore di benessere economico complessivo

COME?

Il commercio internazionale è…

strumento di riallocazione (tra nazioni) di risorse economiche scarse

INFATTI…

Le risorse sono distribuite tra le nazioni in modo economicamente

INEFFICIENTE

“A PARITÀ DI RISORSE, IL BENESSERE AUMENTA!”

14

Eppure…

Fonte: [5]

15

Fonti

[1]

www.wto.org/english/res_e/statis_e/wts2017_e/wts2017_e.pdf

[2]

https://data.worldbank.org/indicator/BX.KLT.DINV.CD.WD?end=2

016&start=1970&view=chart)

[3]

www.migrationpolicy.org/programs/data-hub/charts/international-

migrants-country-destination-1960-

2017?width=1000&height=850&iframe=true

17

IL SEMINARIO DI OGGI

18

QUATTRO argomenti

0. Metodologia

1. Il commercio di beni finali

2. I dazi sulle importazioni

3. Il commercio di beni intermedi

4. La migrazione del lavoro

5. Conclusioni

19

0

METODOLOGIA

20

ECONOMIA POLITICA

MACRO ECONOMIA MICROECONOMIA

ECONOMIA INTERNAZIONALE

PARTE

MONETARIA

PARTE

REALE

Economia del Commercio Internazionale

=

studio degli scambi reali tra sistemi economici

21

L’economia politica è…

… un insieme di teorie

molte di queste teorie prendono la forma di modelli

Un modello è una descrizione parziale e semplificata

(ma potente) del mondo reale

PERCHÉ?

Perché un modello è un sistema di equazioni!

Un modello economico è fatto così…

22

Modelli economici semplici (ma astratti) ci aiutano a capire

situazioni complesse del mondo reale!

23

Le domande sul commercio internazionale

1. Perché i paesi commerciano?

2. Quali sono i beni scambiati?

3. Perché il commercio fa bene all’economia?

… e

4. Il commercio è vantaggioso per tutti?

5. Chi vince e chi perde dal commercio?

24

Un metodo rigoroso (e astratto!)

1. L’analisi si concentra su un solo mercato o su un solo tipo di

attore economico: Analisi di equilibrio PARZIALE

2. La struttura dell’analisi prevede il confronto tra due situazioni

estreme: autarchia e libero scambio

3. L’obiettivo dell’analisi è mostrare i benefici del libero scambio

4. I benefici sono positivi solo complessivamente; sono sempre

presenti effetti redistributivi

25

Approfondimento: il sistema economico

Sistema economico

=

insieme di attori (economici) + relative interazioni (economiche)

TRE tipi di attori economici DUE tipi di interazioni

Soggetti privati:

a. lavoratori,

b. consumatori

c. risparmiatori

MERCATI SETTORI

Imprese (private e pubbliche)

Proprietari di risorse naturali

26

DUE ipotesi fondamentali

Mercati perfettamente concorrenziali e privi di qualsivoglia tipo di

distorsione (no esternalità, no asimmetrie informative, …)

I beni scambiati sui mercati internazionali

sono perfettamente omogenei.

Per ogni paese, DUE sono i casi possibili:

il Paese esporta (e gli altri Paesi importano)

~

il Paese importa (e gli altri Paesi esportano)

27

1

IL COMMERCIO DI BENI FINALI

28

Introduzione

Il modello DOMANDA-OFFERTA descrive

il funzionamento del mercato dei beni

P

QS, QD

29

La curva di domanda

La curva di domanda indica:

per ogni livello di prezzo…

la quantità MASSIMA che il compratore è disposto ad

acquistare a quel prezzo

per ogni livello della quantità…

il prezzo MASSIMO che il compratore è disposto a pagare

per quella quantità

30

La curva di offerta

La curva di offerta indica:

per ogni livello di prezzo…

la quantità MASSIMA che il venditore è disposto a

(produrre) e vendere a quel prezzo

per ogni livello della quantità…

il prezzo MINIMO al quale il venditore è disposto a vendere

quella quantità

31

Misuriamo i benefici complessivi del commercio internazionale

in termini di variazioni di surplus congiunto

1. P 1. pag. 16

,S DQ Q

32

Prezzo di autarchia e prezzo mondiale

Quando un paese si apre all’economia mondiale,

due sono i prezzi di equilibrio rilevanti:

il prezzo di autarchia AP e il prezzo mondiale

WP

il prezzo (di equilibrio) mondiale è il risultato delle interazioni tra

tutti gli attori (compratori e venditori) a livello mondiale

il prezzo mondiale diventa la regola

per l’interazione anche a livello nazionale

TUTTAVIA…

il prezzo di autarchia mantiene la sua importanza

solo ai fini della valutazione degli effetti dell’apertura commerciale

33

L’interazione tra prezzo di autarchia e prezzo mondiale

DUE casi possibili:

W AP P W AP P P

PA

PW

P

PW

PA

,S DQ Q

,S DQ Q

34

W AP P W AP P

Per la legge della domanda:

W A DP P Q

Per la legge della domanda:

W A DP P Q

+ + Per la legge dell’offerta:

W A SP P Q

Per la legge dell’offerta: W A SP P Q

DOMANDA NAZIONALE

DI IMPORTAZIONI

OFFERTA NAZIONALE

DI ESPORTAZIONI

35

Il beneficio complessivo dell’apertura commerciale

W AP P W AP P P

PA

PW

P

PW

36

L’analisi in termini di surplus mostra che:

l’apertura commerciale porta sempre a benefici complessivi positivi

ATTENZIONE!

I benefici sono complessivi

ma…

complessivi ≠ per tutti!

37

Indicazioni bibliografiche

Krugman, P.R., M. Obstfeld e M. J. Melitz (2015). Economia

Internazionale (volume 1). Pearson:

Capitolo 1 e capitolo 2

Paragrafo 9.1.1

38

2

I DAZI SULLE IMPORTAZIONI

39

Introduzione

Un dazio è una tassa sulle importazioni.

Il protezionismo rappresenta una strategia intermedia

tra autarchia e libero scambio

Per mostrare gli effetti di un dazio

(nel caso della sua introduzione o abolizione),

usiamo l’analisi del surplus (vedi pag. 28)

40

L’analisi del surplus: protezionismo e libero scambio

A

B C

D E F G

H

Libero

scambio

Surplus del consumatore: A + B + C+ D + E + F + G

Surplus del produttore: H

Surplus totale: A + B + C+ D + E + F + G + H

41

L’analisi del surplus: protezionismo e libero scambio

A

B C

D E F G

H

Protezionismo Surplus del consumatore: A + B + C

Surplus del produttore: D + H

Surplus totale: A + B + C+ D + H

Entrate derivanti dal dazio: F

Perdita secca

E + G

42

Principali effetti di un dazio

All’introduzione (abolizione) di un dazio,

il mercato si sposta verso l’autarchia (il libero scambio)

1. la quantità importata diminuisce (aumenta)

2. il surplus congiunto diminuisce (aumenta) di una quantità

detta perita secca

3. il surplus del consumatore diminuisce (aumenta)

4. il surplus del produttore aumenta (diminuisce)

5. le entrate statali legate al dazio aumentano (diminuiscono)

43

Indicazioni bibliografiche

Krugman, P.R., M. Obstfeld e M. J. Melitz (2015). Economia

Internazionale (volume 1). Pearson:

Paragrafi 9.1 e 9.2

44

3

IL COMMERCIO DI BENI INTERMEDI

45

Qualche esempio…

46

47

48

Introduzione

Outsourcing = esternalizzazione

Parte delle attività svolte all’interno dell’impresa

viene affidata ad altre imprese.

(esempi: produzione componenti, assemblaggio…)

Outsourcing

commercio di semilavorati (beni e servizi intermedi)

In realtà:

l’outsourcing non è un fenomeno nuovo

49

NOVITÀ:

le imprese coinvolte nel commercio di semilavorati

operano in Paesi diversi per livello di sviluppo economico

MONDO = Paesi I (industrializzati) + Paesi E (emergenti)

I due paesi sono (diversamente) dotati di TRE fattori produttivi:

capitale, K + lavoro qualificato, H + lavoro non qualificato, L

In entrambi i Paesi:

I I E Eq w q w

“Il salario dei lavori qualificati qè maggiore

di quello dei lavoratori non qualificati w.”

50

INPUT Paesi I Paesi E

K relativamente ricchi relativamente poveri

H relativamente ricchi relativamente poveri

L relativamente poveri relativamente ricchi

(1) I E I E I Er r w w e q q

(2) + (3) I E

I E

q q

w w

51

Il modello di Feenstra & Hanson (1995): aspetti generali

Il modello studia le scelte dell’impresa in un contesto

di economia aperta con commercio di semilavorati

L’attività dell’impresa come sequenza di attività:

R&D Progettazione Produzione

componenti

Assemblaggio Marketing

Idealmente, ogni attività può essere esternalizzata

52

La decisione di esternalizzazione segue

il criterio della minimizzazione dei costi

L’impresa esternalizza tutte e sole le attività

che le permettono di minimizzare i costi produzione

IL MODELLO PERMETTE DI INDIVIDUARE

LE ATTIVITÀ DA ESTERNALIZZARE

S0 = semilavorato ad bassa (alta) intensità di lavoro (non) qualificato

Sn = semilavorato ad alta (bassa) intensità di lavoro (non) qualificato

53

La funzione di produzione

Ad ogni attività corrisponde un semilavorato (bene o servizio)

che l’impresa acquista esternamente

La funzione di produzione dell’impresa può essere scritta nella

forma

1 2 3 ,, , ,..., ...,i nQ F S S S S S

“L’output dell’impresa risulta dalla combinazione di n

semilavorati”

Ogni semilavorato viene prodotto usando capitale, lavoro qualificato

e lavoro non qualificato:

54

, ,i i i iS F K H L

DUE IPOTESI IMPORTANTI:

1. Qualunque sia il semilavorato, la produzione di una unità di iS

richiede sempre la medesima quantità di capitale

2. I semilavorati sono tutti diversi relativamente alla quantità di L

e di H impiegati per la loro produzione

Assemblaggio Produzione

componenti

Progettazione Marketing R&D

55

La funzione di costo unitario (CU) di produzione

CU

S0 Sn

“La funzione di costo unitario di produzione indica, per ogni tipo

di semilavorato, il suo costo di produzione unitario”

56

La pendenza della funzione di costo unitario di produzione

è influenzata dal differenziale salariale tra lavoro H e lavoro L

CU CU

S0 Sn S0 Sn

57

La posizione della funzione di costo unitario di produzione

è influenzata dal livello dei prezzi dei tre fattori produttivi e dal tipo

di tecnologia dell’impresa.

CU CU

S0 Sn S0 Sn

58

La funzione di costo unitario di produzione nei due paesi

TRE casi possibili

Caso 1 Caso 2 Caso 3

59

La scelta ottima dell’impresa

Caso 1: l’impresa non esternalizza alcuna attività

Caso 2: l’impresa esternalizza tutte le attività

Caso 3: l’impresa esternalizza tutte le attività comprese tra S0 ed S*

CU

S0 S* Sn

60

Dalla scelta ottima dell’impresa al mercato del lavoro

L’impresa opera le proprie scelte sulla base

dei prezzi di mercato: , ,I I Ir q w

(ipotesi di concorrenza perfetta)

Se queste scelte riguardano molte imprese

effetti sui mercati dei fattori produttivi

esternalizzazione = domanda interna di semilavorato

I Iq w e I IL H

61

Indicazioni bibliografiche

Feenstra, R. C. e A.M. Taylor (2009). Economia Internazionale.

Hoepli:

Capitolo 7

62

4

LA MIGRAZIONE DEL LAVORO

63

Introduzione

Il modello DOMANDA-OFFERTA descrive

il funzionamento dei mercati dei fattori produttivi primari

(lavoro & capitale)

TRE IPOTESI IMPORTANTI:

1. un’economia con un solo settore e due fattori produttivi primari

(lavoro & capitale)

2. Entrambi i mercati presentano la medesima struttura

3. Un mondo con due soli paesi

consideriamo il mercato del lavoro

per studiare gli effetti di una migrazione

64

TRE variabili importanti

B

A

A = il totale dei salari

B = il totale delle rendite del capitale

C = A + B= la produzione totale (PIL)

65

Rappresentazione di una migrazione

Migrazione = variazione nel numero di lavoratori

spostamento della curva di offerta di lavoro

emigrazione immigrazione

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Tre effetti della migrazione del lavoro

Un mondo con due paesi:

un paese di emigrazione e un paese di immigrazione

Gli effetti si spiegano su tre livelli:

1. sub-nazionale

2. nazionale

3. mondiale

Nelle pagine seguenti, concentriamoci sul paese di immigrazione.

(l’analisi degli effetti sull’altro paese seguono la medesima logica)

67

Effetti a livello sub-nazionale (paese di immigrazione)

DUE gruppi di attori economici:

lavoratori + proprietari di capitale

In seguito all’immigrazione, l’offerta di lavoro aumenta

Il salario di equilibrio diminuisce

lavoratori , proprietari di capitale

INTUIZIONE:

C’è più lavoro per unità di capitale,

che, così, diventa più produttivo.

Il tasso della sua remunerazione aumenta.

68

Effetti a livello nazionale (paese di immigrazione)

Immigrazione = più lavoratori

più lavoratori maggiore produzione

(ipotesi di pieno impiego)

vale a dire…

il PIL aumenta

(infatti, la superficie sotto la curva di domanda aumenta)

TUTTAVIA…

il PIL non è rilevante in sé. Rilevante è il PIL pro-capite

il PIL pro-capite diminuisce (perché?)

69

Effetti a livello mondiale

Diagramma “a scatola”:

permette di rappresentare i mercati del lavoro di entrambi i paesi

A F E

C D

B

70

Gli effetti si misurano in termini di produzione a livello mondiale

prima

della migrazione

dopo

la migrazione

Paese di immigrazione: A + B A + B + C + F

Paese di emigrazione: C + D + E D + E

TOTALE A + B + C + D + E A + B + C + D + E + F

F Quantità di produzione (output) aggiuntiva,

che può essere prodotta dopo la migrazione

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Esempio numerico

DUE Paesi uguali in tutto, tranne che nella dotazione di lavoro

Dotazione di risorse economiche in ciascun Paese:

1 ettaro di vigneto + 5 unità di capitale (5 paia di forbici),

distribuiti equamente fra 5 proprietari di vigneto e forbici

A

B

72

Raccolto orario di un lavoratore con un paio di forbici (in grammi):

Minuti 1-10 11-20 21-30 31-40 41-50 51-60

Produzione ogni decina di minuti 400 320 280 220 180 100

Produzione totale 400 720 1000 1220 1400 1500

Paese A Paese B

Nr. lavoratori 5 15 Nr. forbici per lavoratore 1 1/3 Quantità raccolta (in grammi) all’ora

per ogni proprietario di vigneto-forbici 1.500 2.160

(720x3) Remunerazione

capitale (forbici) + terra (vigneto) 750

(1500/2) 1.080

(2160/2) Salario orario 750

(1500/2) 360

(2160/2/3)

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EMIGRAZIONE!

Paese A Paese B

Nr. lavoratori 10 10 Nr. forbici per lavoratore 1/2 1/2 Quantità raccolta (in grammi) all’ora

per ogni proprietario di vigneto-forbici 2.000

(1.000x2) 2.000

(1.000x2) Remunerazione

capitale (forbici) + terra (vigneto) 1000

(2000/2) 1000

(2000/2) Salario orario 500

(2000/2/2) 500

(2000/2/2)

BENEFICIO: 340 g. in più di uva all’ora!

74

TUTTAVIA…

I benefici sono

complessivi, NON per tutti!

EFFETTO REDISTRIBUTIVO

del commercio internazionale

75

Indicazioni bibliografiche

Krugman, P.R., M. Obstfeld e M. J. Melitz (2015). Economia

Internazionale (volume 1). Pearson:

Paragrafo 4.5

76

5

CONCLUSIONI

77

Questi semplici modelli permettono di dare un’idea

della logica di base della teoria del commercio internazionale.

In quest’ottica:

Il commercio internazionale è motore di riallocazione delle

risorse (tra paesi, tra settori, …).

Le medesime risorse possono rivelarsi più produttive se

semplicemente spostate da una situazione ad un’altra.

Gli effetti del commercio internazionale sono complessivamente

positivi; esistono tuttavia degli effetti redistributivi

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La quota di reddito dell’1% più ricco della popolazione

“If the demagogues making nonsensical claims about trade

are now getting a hearing […],

it is trade’s academic boosters

who deserve at least part of the blame.”

Rodrik (2016, p. 69)