IV. Il posto della cultura nella società: i paradigmi sociologici 2018_2019... · 2018-10-12 ·...

IV. Il posto della cultura nella società: i paradigmi sociologici

FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A. 2018-2019

Paradigmi

• Nelle scienze sociali esistono paradigmi teorici concorrenti: ciò rappresenta una ricchezza e al tempo stesso è un riflesso della complessità del mondo sociale

• Lo stesso problema può essere considerato da diverse prospettive, ossia da diversi punti di osservazione

• Ciò vale anche per la sociologia, e in particolare per quella disciplina chiamata sociologia della cultura (o dei processi culturali) che si interroga sul rapporto tra società e cultura


1. Dal funzionalismo antropologico a quello sociologico

• Modello funzionalista: Malinowski, Radcliffe-Brown in antropologia, Durkheim e Parsons in sociologia

• La cultura serve a garan>re la coesione sociale, la sopravvivenza della società: es. Stato mediante scuola garan>sce socializzazione di base e corporazioni professionali garan>scono socializzazione specialis>ca, funzionale a garan>re la divisione sociale del lavoro in società complesse come quella moderna: solidarietà organica contrapposta a quella meccanica delle società semplici (Durkheim, 1893)

• Il funzionalismo è in buona parte influenzato da uno dei padri fondatori della sociologia, Émile Durkheim

FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI,

SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A. 2018-2019

Il funzionalismo di Talcott Parsons (1902-1979)

La cultura (sistema ordinato di simboli, componenti interiorizzate della personalità, modelli istituzionalizzati di comportamento) fornisce le motivazioni all’attore:

• organismo (Adattamento)• personalità (Goal: scopo)• sistema sociale (Integrazione dei ruoli)• sistema culturale (Latency: trasmissione motivazioni)

Parsons è influenzato da teorie cibernetica: società come sistema suddiviso in sottosistemi. I sotto-sistemi dotati di più informazioni e meno energia controllano quelli dotati di più energia e meno informazioni: la cultura controlla il sistema sociale, questi due controllano personalità e organismo. L’organismo è controllato da tutti gli altri sottosistemi.


Il ruolo della cultura in Parsons• Da strumento di adattamento (visione antropologica) a funzione normativa

(prescrive cosa fare, fornisce motivazioni)• La psiche controlla l’organismo, ma è limitata dal sistema sociale e ancor più dal

sistema culturale (influenza di Freud su Parsons)• La cultura è considerata un sistema già dato (di cui non si indaga l’origine) che

influisce sulla vita individuale e sociale: è come la “benzina” per l’auto..motival’individuo all’azione e fa funzionare la società• Studiare la cultura consente per Parsons capire come una società è organizzata:

solo in questo senso possiamo parlare di concezione della cultura come riflesso della società• Rispecchiamento: la società per funzionare si dà dei modelli di comportamento

condivisi; la cultura quindi orienta l’azione individuale, funge da bussola


Il superamento del modello parsonsiano

• Negli anni Sessanta e Se,anta del Novecento la sociologiafunzionalista è cri6cata per il suo forte orientamento prescri9vo e conservatore

• Grazie all’influenza dell’antropologo Geertz e degli studi semio6ci, nell’ambito della più ampia svolta linguis6ca (v. slides 2), l’a,enzionesociologica torna sui significa6 e lo studio di segni e simboli

• Si modifica la concezione stessa del processo di socializzazione, intesocome processo a,raverso il quale si diventa membri della società (v. prossime lezioni)

2. Modello causalista marxiano

• Società (rapporti di produzione/struttura) cultura (religione, diritto, scienza, morale, etc./sovrastruttura)

• In una data epoca le idee dominanti sono l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti: sono le idee della classe dominante (Marx, Engels, 1845)


Il marxismo e la dimensione culturale

Qual è il rapporto tra significa1 culturali e realtà sociale? La concezione materialista implica “che la religione, i valori, l’arte, le idee, le leggi e la cultura in generale sono i prodo> della realtà materiale” (Griswold, 2006, p. 47). I significa1 culturali sono dunque una sovrastru(ura che si edifica e in qualche modo rifleMe l’infrastru(ura materiale, ciò che gli uomini producono nel loro sforzo di trasformare il mondo per adaMarlo ai propri bisogni.

In verità mol1 studiosi marxis1 hanno dato grande rilevanza allo studio della cultura, a par1re da Antonio Gramsci (1891-1937) che si pone la ques1one degli intelleMuali e dell’organizzazione della cultura


Marxismo: oltre la banalizzazione«Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rappor5 determina5, necessari, indipenden5

dalla loro volontà, in rappor5 di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle

loro forze produ:ve materiali. L’insieme di ques5 rappor5 di produzione cos5tuisce la stru?ura

economica della società, ossia la base reale su cui si eleva una sovrastru?ura giuridica e poli5ca, e alla quale corrispondono forme determinate di coscienza sociale.

Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, poli5co e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini a determinare il loro essere, ma al contrario il loro essere sociale che

determina la loro coscienza» (Marx, 1859, trad.it. 1971, 5)


Diverse versioni del marxismo, anche nelle scienze sociali: approcci più deterministi e approcci più dialettici.

Due questioni per noi molto interessanti: 1) in merito al rapporto tra dimensione inconscia/passiva

dell’agire sociale e dimensione conscia/attiva Marx pare porsi in una posizione mediana tra la scuola francese e quella tedesca, sulle quali ci soffermeremo più a lungo

nella prima parte del corso; 2) l’approccio marxiano in sociologia ci porta a ragionare sul rapporto tra pensiero e società: questo è un tema centrale

della sociologia della conoscenza e che richiede anche l’analisi del rapporto tra potere, cultura e società; ce ne occuperemo

nella seconda parte del corso, insieme al tema relativo a subculture e stratificazione sociale


Modello causalista paretiano

• Sta$ affe(vi, impulsi, sen$men$ (residui, di natura psicologica)credenze, valori (derivazioni)

• Cultura come risultato di un processo di razionalizzazione a posteriori di ques$ residui (Pareto, 1916)

• Es. la credenza in un’en$tà sovrannaturale è una razionalizzazione di un is$nto di conservazione (persistenza degli aggrega$), oppure la credenza nell’autorità (di un re, del papà, etc.) è il riflesso dell’is$nto umano alla socialità che presuppone gerarchia e bisogno di uniformità


Modello individualista-strumentale (legato alla “teoria della scelta razionale”)

• A"ore calcola cos+/benefici e cultura come risposta all’azione strategica dell’a"ore (homo oeconomicus)

• Es. mu+lazione genitale femminile come risultato dell’azione strategica degli uomini che così possono controllare le mogli (poligamia) vs nascita di figli fuori dal matrimonio in seguito ad adulterio + conviene anche alle donne per o"enere un buon marito, in un contesto di privazione ed emarginazione femminile


Modello strutturalista

CULTURA SOCIETA’ (ORGANIZZAZIONE SOCIALE)

STRUTTURA PROFONDA DEL PENSIERO UMANO

Es. Lèvi Strauss, Jeffrey Alexander e il suo “programma forte” (strutture narrative e discorsive producono le istituzioni sociali, comprese quelle politiche ed economiche; richiamo alle rappresentazioni collettive di cui parla Durkheim)


Modello interazionista

• Rete sociale (interdipendenza a1ori che cercano coordinamento e negoziano significa6)

A1ore A1ore

Attore Attore

• Dato un problema comune, un insieme di attori interagiscono e dall’esperienza emergono norme, valori, credenze

• Es. Howard Becker (1982): il mondo dell’arte come opera collettiva, impresa cooperativa

NORME, VALORI, CREDENZE


• Il modello interazionista trae origini da una tra le prime tradizionisociologiche, conosciuta come Scuola di Chicago

• É una scuola che si sviluppa alla fine dell’O:ocento, ma negli USA dopo glianni Trenta prevarrà il funzionalismo sociologico che, come visto, ha unaconcezione della cultura molto differente da quella espresso dal paradigmainterazionista

• I sociologi della scuola di Chicago conducono tra gli anni VenE e Sessantadel Novecento interessanE studi sulle subculture devianE, in parEcolare quelle giovanili


La Scuola di Chicago

• È la prima scuola sociologica che (ad inizio del Novecento) si interroga esplicitamente sulla cultura

• Indagine empirica della vita di Chicago, metropoli emergente: Chicago passa da 5.000 abitanti nel 1837 a 1 milione di abitanti nel 1890

• Metropoli e differenziazione sociale e simbolica: la città nella città, le subculture collegate alle migrazioni e alla stratificazione sociale

• La scoperta dei processi culturali (vs sistema culturale dato: funzionalismo) e il ruolo dell’interpretazione


La città come spazio sociale (Park, Burgess, Wirth): Le città entro la città, ossia la peculiarità della metropoli

Quartieri operai e popolari, quartieri piccolo borghesi, quartieri medio-alto borghesiL’analisi va fatta anche a livello diacronico: spostamento dei gruppi sociali all’interno della stessa città = cambiamento morfologico della città


Principali risulta- di questa scuola

• Analisi della differenziazione culturale e segregazione sociale• Studio della nascita dell’opinione pubblica a6raverso le comunicazione di massa• Scoperta della prevalenza delle relazioni secondarie su quelle primarie• Cultura come sistema di significa< che forgia iden<tà

Un altro studioso di questa scuola è lo psicologo sociale George Herbert Mead (1934): mente e iden<tà emergono dall’interazione simbolica = centralità dei simboli e negoziazione dei significa<

Interazionismo simbolico


Il ruolo dell’interpretazione

• Per capire i processi di insediamento e di conflitto degli immigrati bisogna considerare il ruolo di mediazione svolto dal sistema di atteggiamenti prodotto dalla socializzazione a una specifica cultura

• William Thomas e Florian Znaniecki in Il contadino polacco in Europa e in America (1918-1920) analizzano il processo attraverso il quale la cultura di provenienza dei migranti polacchi incide sulla loro capacità di integrazione nella società statunitense


Innovazione di teoria e metodo: la ricerca non standard

Il teorema di Thomas coniato nel 1928: Se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze)

Analisi di foto, documen?, corrispondenza per comprendere i significa? aAraverso i quali gli aAori definiscono la realtà sociale e agiscono nei suoi confron?

Più in generale la scuola di Chicago fa largo uso del metodo etnografico (osservazione sul campo) che include anche l’uso della tecnica dell’intervista


Cultura come fonte di iden0tà e resistenza verso mutamento

esogeno

• Iden%tà e cultura sono connesse (al contrario di Cuche che evidenzia la loro differenza) =integrazione a9raverso a:vità delle associazioni di migran% orientate alla conservazione dellamemoria e delle radici culturali (concezione ancora tradizionale di cultura come monolite,nonostante riconoscimento della processualità insita nell’interazione sociale): v. slides susocializzazione

• I coniugi Lynd e lo studio di Middletown (1929) = osservazione partecipante e studio di comunitàsu una ci9à a9raversata da profondi cambiamen% economici e tecnologici. Tali cambiamen% nonfurono acce9a% passivamente dagli abitan% che rimasero ancora% alle tradizioni e consuetudini disempre = crescita del conformismo a livello individuale e isolamento sociale perché i legamisociali furono spezza% ma gli abitan% non erano riusci% ad ada9arsi al nuovo contesto

• La ricerca di Cohen (1955) sulle bande giovanili mostra la centralità delle interazioni sociali in ungruppo per la formazione di una data subcultura e le dinamiche iden%tarie che producono ladevianza («tu che sei diverso da me % compor% così, allora io mi comporto nel modo opposto»)


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