Iuavcamp bozzapresentazione

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HyperArchitettura Davide Tombolan (mat. 269144)

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HyperArchitetturaDavide Tombolan (mat. 269144)

Intro

L'idea di HyperArchitettura può giungere forse da un installazione curata da Kurt Foster alla biennale del 2004 dal titolo Metamorfosi per accorgersi che è sempre più difficile trovare una chiave di lettura unitaria nel campo dell'arte, design, moda ma anche architettura.

La metamorfosi e l'evoluzione nel tempo e nello spazio sembrano essere il prossimo obiettivo dei vari progetti.

I tre punti principali dell'HyperArchitettura

1) Perdita del concetto tradizionale di luogo.

Permesso dall'uso di telecamere e dalle realtà virtuali che a loro volta divengono luogo empirico. Lo spazio non è più definito quindi dal qui e dall'ora.

2) Non vi è più distinzione tra animato e inanimato.

Gli oggetti diventano pertanto intelligenti, animati, in grado di dare risposte. Nell' H. è sempre più importante avere software complessi che possano rendere “intelligente” l'edificio.

3) Forma-informazione-relazione: sempre più spesso (non necessariamente nell'architettura) le facciate hanno schermi, forme organiche o d'impatto.

Karl Sims

Karl Sims ricercatore dell' MIT ha lavorato alla creazione di entità coscienti virtuali in grado di elaborare decisioni.

L'applicazione nell'architettura di questa ricerca porterebbe ad avere un edificio intelligente in grado di modificarsi in relazione allo spazio e al tempo in modo intelligente. Sebbene sperimentare questo progetto nell'architettura sia difficile, il luogo più adatto risulta pertanto proprio il Web attraverso il quale si cercherà di rendere quantomeno proficuo. L'obiettivo è pertanto quello di evolvere il ruolo di un edificio da semplice scheletro da vivere a una sorta di organismo dotato di cervello.

GVM

Un esempio per ora virtuale di HyperArchitettura è il GVM, il Guggenheim Virtual Museum. Il museo è acessibile unicamente dal web e è costituito da un'architettura tridimensionale attraverso cui muoversi come in uno spazio reale. Ideato da Hani Rashid e Lise Anne Couture il GVM non è un sito ordinario ma permette un'esperienza paragonabile alla progressione spaziale percepita nella realtà ordinaria. In oltre la forma stessa dell'edificio, ispirata al celebre edificio di Wright sarà in continua mutazione e interazione coi movimenti del visitatore.

Aegis Hyposurface

Il tentativo di applicazione dell'HyperArchitettura su un modello fisico è per ora molto difficile, sebbene Mark Goulthorpe e Mark Burry abbiano ideato un prototipo di superficie interattiva controllabile via software punto per punto. Le piccole facce triangolari del pannello sono mosse singolarmente da quasi 900 pistoni e sono in grado di assumere forme, riprodurre disegni in rilievo e dare vita a animazioni superficiali. Se il software fosse in grado di prendere decisioni autonomamente si potrebbe facilmente dare origine a dei primi prototipi i edifici intelligenti in grado di adattarsi alle condizioni richieste.