ITALIA: Usi Costumi - iisgregoriodacatino.gov.it · In Europa nel 1939 si era andato definendo...

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ITALIA: Usi & Costumi

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ITALIA:

Usi

&

Costumi

Date da ricordare

1861 : Unità d’Italia

Nel 1852 diventa primo ministro del Regno di Sardegna Camillo Benso conte di Cavour.

Subito fece dei cambiamenti radicali all'interno del Regno, migliorando l'economia, il

commercio interno e creò le condizioni per investimenti da parte di capitali stranieri. Ma si

occupò anche di come far riunire l'Italia sotto un unico Regno. Nel 1854 partecipa alla

guerra di Crimea; così potette partecipare al tavolo delle trattative alla fine della guerra. A

questa riunione Cavour punta il dito contro l'Austria sostenendo che i suoi continui

interventi in Italia creavano forti tensioni. Nel 1858 Cavour si alleò con la Francia (accordo

di Plombières) stipulando un'alleanza difensiva, cioè se l'Italia fosse stata attaccata, la

Francia sarebbe intervenuta ovviamente al fianco degli italiani. Così Cavour con abili mosse

provocò l'Austria e questa dichiarò guerra al Regno di Sardegna, così come d'accordo la

Francia scese in campo con l'italia e ottennero diverse vittorie. Ma Napoleone III aveva

paura che il Regno di Sardegna diventasse troppo forte, così firmò con gli austriaci un

armistizio: in cambio della pace gli austriaci dovettero cedere la Lombardia ai francesi che

girarono poi al Regno di Sardegna. In cambio gli italiani cedettero alla Francia Savoia e

Nizza. Durante questa guerra chiesero l'annessione al Regno di Sardegna: Romagna e

Toscana.

Nel maggio del 1860 una spedizione di mille uomini guidata da Garibaldi partì da Quarto

(Liguria) ed arrivò a Marsala (Sicilia) con la missione di scacciare i Borboni dal Sud Italia.

In poco tempo Garibaldi riuscì a liberare il Regno delle due Sicilie dall'influenza dei

Borboni. Così per tutto il 1860 si ebbero dei plebisciti (voti popolari) nelle regione

conquistate e i risultati di queste votazioni erano favorevoli all'annessione al Regno di

Sardegna. Così il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno D'Italia con a capo Vittorio

Emanuele II.

1870 : Roma capitale d’Italia

1882 : Colonialismo

Fenomeno storico che comportò l’espansione della sovranità dell’Italia su territori ad essa

non contigui dell’Africa e dell’Europa. Il colonialismo Italiano ebbe inizio con la presa di

possesso dei porti di Assab e Massaia sulla costa Africana del Mar Rosso negli ultimi

decenni del XIX secolo ed ebbe termine con la sconfitta dell’asse nella seconda Guerra

Mondiale che comportò la perdita di tutte le colonie italiane eccetto la Somalia italiana che

rimase in amministrazione fiduciaria ONU. Le colonie italiane in Africa furono l’Eritrea, la

Somalia Italiana, l’Etiopia e la Libia, in Europa il Dodecaneso e l’Albania e in Asia la

concessione di Tientsin in Cina.

1892 : Partito socialista italiano

1903 : Età Giolittiana

Giolitti impose uno stato al di sopra delle parti, tentò di conciliare gli interessi del

proletariato con quelli della borghesia e dell’industria e concesse il suffragio universale

maschile.

1915 : Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale, conosciuta anche come la Grande Guerra o Guerra di Trincea

sconvolse il mondo tra il 1914 ed 1918 e vide impegnate ventotto nazioni. A contrapporsi in

quello che divenne il primo conflitto mondiale furono due grandi schieramenti: le Potenze

alleate, conprendeva anche Gran Bretagna, Francia, Russia, Italia e Stati Uniti, e gli Imperi

Centrali (Germania, Austria-Ungheria, Turchia e Bulgaria).

La scintilla che fece scoppiare la 1° Guerra Mondiale fu l'assassinio dell'erede al trono

austroungarico, l'arciduca Francesco Ferdinando, il 28 giugno 1914 a Sarajevo per mano del

nazionalista serbo Gavrilo Princip, anche se le cause che portarono allo scoppio della

Grande Guerra derivarono dalle contrastanti mire imperialistiche delle potenze europee,

cresciute in un clima di esasperato nazionalismo.

1922 : Fascismo

Mussolini tolse di mezzo i suoi oppositori e instaurò la dittatura fascista. Alle elezioni del

1924, illegali perché si svolsero in un clima di minacce, il fascismo ottenne la maggioranza

dei voti. Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva denunciato in Parlamento le

violenze e gli abusi dei fascisti, fu rapito e ucciso. L’uccisione di Matteotti suscitò un forte

sdegno in Italia e all’estero, ma gli avversari del fascismo non riuscirono a far dimettere

Mussolini.

1940 : Seconda Guerra Mondiale

In Europa nel 1939 si era andato definendo sempre più il disegno imperialistico tedesco,

volto a espandere il territorio abitato dai tedeschi, che già avevano conquistato l’Austria

dopo Hitler invase la Polonia, avendo prima firmato un'alleanza militare con l'Unione

Sovietica DI Stalin. Di fronte a questo ulteriore grave atto, le potenze occidentali, Francia e

Gran Bretagna, dichiararono guerra alla Germania Il 10 giugno 1940, quando ormai la

Francia era allo stremo, l'Italia fascista di Mussolini dichiarò guerra alla Francia e alla Gran

Bretagna entrando così anch’essa in guerra.

1950 : Rinascita economica

1963 : Centro sinistra al potere

1973 : Crisi petrolifera

1980 : Anni di piombo

Gli anni di piombo appartiene quel periodo che in Italia in grosso modo negli anni '70, in cui

l'insoddisfazione per la situazione politico-istituzionale caotica (governi che duravano anche

pochi giorni) che inseguito si tradusse in violenza di piazza prima e, successivamente, in

lotta armata, perpetrata da gruppi organizzati che usarono l'arma del terrorismo con

l'obiettivo di creare le condizioni per influenzare o sovvertire gli assetti istituzionali e

politici del Paese.

1992 : Tangentopoli

è stato uno scandalo politico degli anni '90, legato a un processo fatto a dei politici corrotti

con delle tangenti da parte di privati. Il principale magistrato della vicenda è stato Antonio

di Pietro.

2000 : Governo Berlusconi

2011 : Governo tecnico presieduto da Mario Monti

Situazione economica

Gravi difficoltà si presentarono al nuovo regno sul terreno economico, contribuendo a

diffondere un senso di delusione di fronte alle grandi speranze che si erano concepite alla

vigilia dell'unificazione. La situazione più pesante per il nuovo Stato era quella delle finanze

pubbliche: le entrate si mantennero infatti stazionarie, mentre le spese, aumentavano. Lo

Stato inoltre, per far fronte al disavanzo, era costretto a ricorrere al debito pubblico, con

emissione di titoli a condizioni eccezionalmente favorevoli che attiravano quindi gran parte

dei capitali che avrebbero potuto essere impiegati a fini produttivi nell'agricoltura e

nell'industria; essendo insufficienti queste entrate, lo Stato fu poi costretto a ricorrere ai

finanziamenti esteri, esponendo il proprio credito alle oscillazioni del mercato finanziario

internazionale, con conseguenze talora disastrose (crisi del 1865-1866). Le difficoltà

finanziarie portarono nel 1866 a introdurre il corso forzoso; ma dal 1867-1868 la situazione

finanziaria prese a migliorare gradualmente, grazie anche all'aumentato gettito delle

imposte. Il corso forzoso, d'altra parte, con lo squilibrio che provocava tra prezzi interni e

internazionali, poneva un energico freno alle importazioni e favoriva le esportazioni,

migliorando la bilancia commerciale. Dal 1876-1877, grazie all'aumento delle entrate statali

ottenuto con un'accentuata pressione fiscale, il bilancio statale si trovò in pareggio per alcuni

anni: questo fatto contribuì potentemente a creare una libera disponibilità di capitali per le

imprese private con un miglioramento generale della situazione economica che si manifestò

soprattutto tra il 1879 e il 1880. Inoltre, soprattutto nella Val Padana, apparve il fenomeno

dell'urbanesimo, accompagnato da un processo di industrializzazione di alcune zone. Il

miglioramento della situazione economica italiana tra il 1873 e il 1878 portò finalmente

all'abolizione del corso forzoso, che fu attuata nel 1883; ma l'illusione di grande floridezza

destata da questa situazione e dalla larghezza del credito concesso dalle banche fece sì che

venissero sottovalutati gli indizi dell'incipiente crisi agraria, e fossero incoraggiate le

tendenze speculative, che trovarono ampio sbocco nell'attività edilizia. Tra il 1880 e il 1887

i prezzi agricoli avevano segnato infatti una preoccupante discesa, che venne però trascurata

in nome degli interessi industriali, soprattutto tessili. Dopo il 1887, la situazione economica

italiana andò peggiorando; ne facevano testimonianza l'incremento dell'emigrazione

transoceanica e l'aumento degli scioperi operai e agricoli tra il 1888 e il 1892; inoltre

calavano le costruzioni ferroviarie e il movimento di merci e viaggiatori, mentre entrava in

declino l'attività edilizia. Da quest'ultimo settore la crisi si estese alle banche, che avevano

allargato oltremodo il credito, fino allo scandalo della Banca romana, che portò con sé

gravissime implicazioni politiche (1892-1893). Lo scandalo tuttavia permise la

riorganizzazione delle banche di emissione, che furono ridotte a tre, mentre il ritmo della

vita economica riprendeva, grazie anche alla ripresa dell'economia mondiale, che data

appunto dal 1893. Gli anni 1900-1913 furono per l'economia mondiale un periodo di

fioritura senza precedenti. Un forte aumento venne registrato in Italia negli investimenti di

capitali nelle società per azioni, sintomo del crescente sviluppo delle forme dell'economia

capitalistica. A questi fenomeni si aggiunse il rapido aumento della popolazione urbana, con

salari industriali crescenti, per cui le città stimolarono l'ampliamento del mercato. Dopo

la prima guerra mondiale la situazione interna italiana peggiorò: le casse statali quasi vuote

per le spese belliche nonché la svalutazione della lira che aveva perso buona parte del suo

valore (aumento di almeno il 450% del costo della vita). Scarseggiavano le materie prime e

le industrie faticavano a convertire la produzione bellica in produzione di pace e ad

assorbire l'abbondanza di manodopera accresciuta dai soldati di ritorno dal fronte.

La guerra aveva inoltre ridotto la manodopera impegnata prima del conflitto in agricoltura,

con conseguente crisi delle famiglie che, anche al termine del conflitto non migliorò a causa

dei numerosi morti.

Il 1923-29 furono anni di intensa crescita economica e in particolare l'ultimo biennio. Alla

base di questo sviluppo economico vi era stata la complessa ristrutturazione dei sistemi

produttivi e dell'organizzazione del lavoro messi in atto dallo Stato per superare la crisi

postbellica. Industria automobilistica e chimica furono le prime ad avvantaggiarsi di

moderni strumenti di produzione, ma ben presto molti altri settori vi fecero largo ricorso, a

discapito però della manodopera. L'Europa stava tornando a essere una grande area di

produzione con notevoli capacità concorrenziali anche rispetto al mercato statunitense.

Nel 1929 ci fu la prima grande crisi economica mondiale nata in USA con ripercussioni nel

resto del mondo.

La crisi è derivata da un eccesso di produzione e fiducia nel mercato.

Le aziende risposero con la riduzione della produzione e i licenziamenti degli operai che,

indebitati in quanto illusi della “buona economia”, si trovarono insolventi nei confronti delle

banche creditrici.

Il fallimento dei debitori si è trasmesso alle banche che non sono rientrate dei finanziamenti

concessi per cui anche le banche sono andate in default.

Per incentivare la produzione e far ripartire il mercato, il presidente USA Roosvelt ha

adottato la teoria Keyesiana (new deal) per cui ha indebitato lo Stato commissionando opere

pubbliche che si sono portate dietro l’indotto; questo a discapito del debito pubblico che è

aumentato.

La crisi si è definitivamente risolta con la seconda guerra mondiale e la conversione delle

industrie civili in crisi in industrie belliche che hanno assorbito la manodopera disoccupata.

La crisi del 29 ha investito tutto il mondo in quanto gli USA erano il primo mercato

mondiale.

In Italia, la fine della seconda guerra mondiale, come nel resto dell’Europa dell’ovest, porta

un notevole impulso all’economia grazie al piano Marschall (generale USA). Aiuti dati agli

stati europei per uscire dalla crisi della seconda guerra mondiale. Abbiamo quindi il boom

economico italiano con la ricostruzione, la motorizzazione di massa (tutti si comprano la

macchina), la diffusione degli elettrodomestici, la costruzione delle infrastrutture, ecc..

Finito il piano Marschall iniziano i guai per la corruzione politica (tangentopoli (1970))

Prima di tangentopoli il problema dell’Italia è stato l’aumento del debito pubblico dovuto

all’aumento dei dipendenti pubblici a dismisura, alle spese della politica, agli investimenti

senza un obiettivo di ritorno economico.

La crisi attuale esplode nel 2008, con la crisi dei mutui sub-prime (mutui concessi dalle

banche a soggetti “non raccomandabili” che non sono stati in grado di ripagare i debiti).

Inizia con banche USA e GB e si porta dietro le altre banche.

Gli stati, per salvare le banche, spesso “colluse” con i politici e comunque a volte

comproprietarie delle banche nazionali, e quindi degli stati stessi, si sono a loro volta

indebitati prestando soldi alle banche che, fallendo comunque, hanno trascinato con se gli

stati stessi.

Altra conseguenza è l’esplosione di una bolla immobiliare, ossia l’elevato numero di

immobili, posti a garanzia per la concessione dei mutui, che sono rientrati nella disponibilità

delle banche creditrici ma che per essere rimesse sul mercato hanno subito una grossa

svalutazione.

Il problema italiano attuale è un debito pubblico elevato e scarse entrate che non consentono

l’abbattimento di questo debito, oltre ai problemi degli istituti di credito.

Il debito in se non è un problema, se non fosse che non trovi altri debitori disposti a prestarti

altri soldi per le normali attività (bot – spread).

L’attuale governo ha proposto di risolvere il problema italiano con una serie di misure:

aumentare le tasse, il pareggio di bilancio in costituzione, incentivare la produzione,

riduzione delle spese (politica, strutturale dello stato, ecc.), ecc.

Al termine di questa panoramica economica possiamo concludere che la storia è un

susseguirsi di avvenimenti che sono sempre gli stessi. Quelli che cambiano sono gli uomini

che fanno la storia che purtroppo cadono sempre nelle stesse trappole quindi fanno sempre

gli stessi errori. Secondo me questo è dovuto all’ignoranza degli uomini che invece di

cercare di guardare il bene del nostro Paese si preoccupano solo di guardare i loro interessi a

discapito degli altri.

La vita oggi…

…e la vita ieri !!!

La vita nel passato…

La vita oggi è sicuramente cambiata rispetto agli anni ’30 e ancora di più

rispetto agli anni dell’unità d’Italia. Questo dovuto probabilmente dalle diverse

condizioni economiche e alle diverse aspettative di vita. Questo ne è la prova,

l’intervista di una nonna nata nel 1934 in un paesetto poco distante da Poggio

Mirteto, Configni.

A che ora ti svegliavi nel periodo in cui frequentavi la scuola?

In inverno, quando quindi andavamo a scuola, ci svegliavamo verso le 7, al canto del gallo.

Mentre in estate ci svegliavamo sempre alle stessa ora per andare ad aiutare i nostri genitori

in campagna.

Com’era la scuola?

La scuola iniziava verso le 8 e si trovava a circa mezz’ora a piedi da casa quindi

generalmente, con qualsiasi condizione atmosferica, si partiva alle 7,30 così si arrivava

puntuali. A scuola ci aspettava una maestra che ci insegnava tutte le materie e, se qualche

volta le disobbedivamo, ci dava le bacchettate sulle mano. Le materie che ci facevano

imparare erano italiano, matematica (solo le cose più semplici), storia, geografia e religione.

Io non ho frequentato l’asilo e neanche le medie, sono andata a scuola solo per 5 anni, le

elementari.

Avevate una divisa?

Per andare a scuola alle elementari dovevamo tutti indossare un grembiule blu con un fiocco

bianco. Chi non lo indossava veniva punito con il grano sotto le ginocchia per circa un’ora.

A che ora si pranzava?

Si pranzava alle 13.00 circa perché si usciva da scuola alle 12.30. Generalmente mangiavo

sola con mia sorella perché mamma e papà pranzavano alle 12.00 in quanto poi dovevano

andare in campagna perché d’inverno si faceva notte presto.

A che ora si cenava?

Si cenava verso le 18.00 d’inverno cioè subito dopo che si faceva notte così che poi si

andava a dormire e non si usava tanta luce. D’estate si cenava sempre alla stessa ora ma poi

si andava sul prato con i familiari a chiacchierare.

Cosa si mangiava?

In generale si mangiavano quasi esclusivamente cibi fatti in casa. Era mamma che cucinava

e non sapeva fare tante cose ma quelle che faceva erano veramente buone. Mangiavamo:

pasta fatta in casa, carne di ogni tipo (proveniente da animali allevati da noi) e soprattutto

legumi. A volte riuscivamo a prendere qualche pesce al torrente ma, a parte quelle rare volte

il pesce lo mangiavamo solo a Natale quando mamma comprava l’anguilla perché era troppo

caro. Anche il pane e la pizza si facevano in casa, dolci, acqua che si andava a prendere alla

fontana e il vino che si faceva ogni anno.

Come era organizzato il tuo pomeriggio?

Subito dopo pranzo andavo a portare al pascolo le pecore e, appena faceva notte, si rientrava

e si rimettevano gli animali nelle loro stalle. I compiti, quando ce l’avevo, li facevo subito

dopo cena, prima di andare a letto.

Quale era il tuo divertimento?

Noi da piccoli ci divertivamo veramente con nulla. Un mio grande divertimento era

mettermi la sera sdraiata sul prato per vedere le stelle sperando di scorgere una stella

cadente. Un altro divertimento era pestare l’uva durante il periodo di vendemmia o

raccogliere l’oliva insieme ai miei cuginetti più piccoli. Quando, qualche raro pomeriggio

non dovevo portare le pecore al pascolo, mi piaceva andare al torrente e cercare di pescare

dei pesciolini con una forchetta. Se era troppo freddo rimanevo in casa e mi sbizzarrivo a

creare delle bambole di pezza con dentro la semola.

Cosa usavate per lavarvi?

Ci lavavamo poco e anche in condizioni igieniche non ottimali. Infatti mi favo il bagno al

torrente quando portavo le pecore al pascolo o a casa con il sapone che faceva mamma con

il grasso di maiale e la potassa (sostanza simile alla soda che serviva a sciogliere i grassi).

Per lavarmi i capelli mamma bolliva l’acqua con la semola e poi me la versava sui capelli.

Andavate in vacanza?

Di solito non ci si poteva permettere di spendere soldi per una vacanza. La prima volta che

sono andata a fare un viaggio è stato a 16 anni per un giorno a Rieti con mamma. Abbiamo

preso la corriera e per me era una gioia e non vedevo l’ora. Un anno sono anche stata in

colonia a Ostia perché il comune ce lo aveva finanziato.

Cosa è cambiato durante la seconda guerra mondiale nelle tue giornate?

Durante la Guerra mi ricordo che si sentivano rumori assordanti e che ci nascondevamo in

una grotta con dei materassi e delle coperte. Solo mamma usciva per andare a prendere il

cibo e noi quando dovevamo andare al bagno. Mamma era molto preoccupata perché papà

era partito come volontario ma, nonostante ciò cercava di non farci pesare la sua agitazione.

Nella grotta eravamo due famiglie di bambina c’ero solo io e mia sorella più piccola. Siamo

stati lì per sei mesi fino a che un giorno è venuto un soldato americano a portarci la

cioccolata ma noi, non distinguendo gli alleati con i nemici, avevamo paura di loro e

rimanevamo molto diffidenti.

Curiosità

In città i giochi dei ragazzi erano molto più all’avanguardia. Infatti esistevano gli

oratori che riunivano tutti i bambini. Inoltre tutti gli anni andavano in colonia ad

Ostia e la scuola era anche pomeridiana;

In campagna solo chi aveva veramente voglia di studiare lo faceva. Infatti ci

racconta mio nonno che, essendo portato per lo studio, il padre fece uno sforzo

economico per mandarlo a scuola fino al primo esame dell’università. Le

elementari e le medie erano al paese in cui nonno viveva ma il liceo classico era

a Poggio Mirteto e per andarci utilizzava la bicicletta ogni mattina con qualsiasi

condizione atmosferica, perché il padre non aveva abbastanza soldi per mandarlo

con l’autobus.

…e la vita di oggi !

A che ora ti svegli?

Quando vado a scuola mi sveglio alle 6,30 circa ma la Domenica e l’estate l’orario oscilla

tra le 9.00 e le 10.00 circa.

Com’è la scuola?

La scuola inizia alle 8.15 e finisce alle 13.45. A scuola si studiano tante materie tra cui

italiano , matematica, inglese, francese ecc. Abbiamo circa dieci insegnanti che ci insegnano

12 discipline diverse. Non ci sono punizioni tranne le note disciplinari.

Avete una divisa?

Alla materna e alle elementari era consuetudine indossare un grembiulino bianco o rosa per

le bambine e azzurro per i maschietti. Ma poi alle medie e ai superiori non si usa nessuna

divisa imposta da regole ma oggi i ragazzi tendono a crearsene una tutta loro. Questo perché

ormai quasi tutti si vestono allo stesso modo, con le stesse scarpe e con le stesse marche.

A che ora pranzate?

Si pranza verso le 14.30 perché per arrivare a casa con l’autobus si impiegano circa 30

minuti.

A che ora si cena?

Si cena verso le 20.30 perché il

pomeriggio siamo molto impegnati.

Cosa si mangia?

Si mangia un po’ di tutto. Però

molto spesso si mangiano anche

cose che fanno male infatti non ci

nutre più di soli prodotti fatti in casa

anzi molto spesso si ricorre a

surgelati o a prodotti anche non

locali.

Come è organizzato il tuo

pomeriggio?

Dopo aver pranzato mi metto subito

a studiare e poi vado in palestra o

vado alle prove della banda. Quindi

ho quasi tutti i pomeriggi completamente occupati.

Qual è il tuo divertimento?

Il mio divertimento è passare mezz’oretta su facebook a chiacchierare con gli amici o

leggere alcune pagine di un libro. Quando ero piccolo mi piaceva andare ai giardinetti

comunali per passare il pomeriggio insieme ai miei amichetti.

Cosa usi per lavarti?

Innanzi tutto oggi ci si lava molto spesso, minimo una doccia al giorno. Si usa il sapone che

si compra sia per il corpo sia per i capelli.

Vai in vacanza?

Sì. Di solito andiamo sempre in vacanza d’estate circa 15 giorni e poi a volte anche in

settimana bianca in Trentino.

Classi a confronto

In questa foto si può notare che

tutti indossano lo stesso grembiule,

scuro con il colletto bianco. La classe

era composta da pochi bambini

probabilmente perché non tutti

andavano a scuola e si frequentavano

soprattutto le scuole elementari. Si

nota anche una posizione molto

composta segno di serietà e di rigidità

nella disciplina e severità degli

insegnanti.

In questa foto invece si nota la mancanza di una

divisa scolastica e quindi una libertà sia per i ragazzi

che per i professori nel vestire. La classe è più

numerosa e non c’è più una posizione rigida e

composta. Si nota anche che i ragazzi sono più

grandi segno che stanno frequentando una scuola

secondaria.

Pagelle a confronto

Mettendo a confronto queste tre pagelle, ciascuna rappresentante un periodo storico (1900,

1925 e 2002) diverso, notiamo che molte cose dal 1900 sono cambiate in ambito scolastico.

Le materie erano di meno e soprattutto oggi le definiremo sciocche e troppo semplici. Infatti

nella prima pagella le materie erano condotta, dettatura, calligrafia, disegno, composizione,

problema, computisteria, lettura, spiegazione del passo letto, grammatica, educazione

motoria, storia, geografia, aritmetica orale, scienze fisiche, lavori donne e ginnastica. Le

materia della seconda pagella sono invece italiano, storia, geografia, cultura fascista,

francese, matematica, igiene, disegno, calligrafia, ed.fisica, religione, canto, ragioneria,

merceologia, stenografia, dattilografia e pratica commerciale. Nella terza pagella invece

notiamo italiano, inglese, matematica, scienze, storia, geografia, immagine, educazione al

suono e alla musica, motoria e religione. Notiamo che la prima pagella possiede tutte

materie che ai giorni di oggi sono racchiusi nelle materie di italiano, matematica, storia e

geografia con, in più, materie che insegnavano a fare i lavori dentro casa. Poi nella seconda,

a parte le materie di indirizzo (le ultime 5), abbiamo più materie di prima e alcune sono

specifiche di quel periodo come cultura fascista. I voti prima venivano espressi in numeri e

quelli negativi in rosso mentre poi, per un periodo, si cono scritto in giudizi (buono, distinto

ecc). Ora da qualche anno si è tornati a valutare con i numeri.

Lo sport in Italia “Lo sport significava volontà di vittoria, disciplina e organizzazione-tutti aspetti che i regimi

totalitari non potevano che esaltare, in polemica con il carattere borghese delle democrazie”.

Questa la frase che si può leggere in un fascicolo del Messaggero nella sezione dedicata allo sport.

Ciò fa riferimento al periodo fascista in cui lo sport in Italia subì una forte spinta, basti vedere la

vittoria al campionato mondiale del 1934 da parte della Nazionale di calcio. Lo sport era quindi

esaltato e implicava fatica e disciplina, caratteristiche appartenenti al regime fascista. Da qui quindi

lo sport sarà molto importante in Italia e per capire meglio tutto ciò ci organizzeremo per un viaggio

nel tempo che ci regaleranno le prossime pagine.

Gli sport trattati sono i seguenti:

-Calcio

-Pallavolo

-Nuoto

-Scherma

-Tennis

Metteremo a fuoco lo sviluppo di ogni sport in Italia e metteremo a confronto presente e passato.

Attraverso immagini del passato potremo notare differenze e analogie rispetto al presente.. Non ci

resta quindi che dire.. BUON VIAGGIO!

Il CALCIO

Il calcio è uno degli sport principali in Italia. Qui questo nacque intorno alla fine del XIX secolo.

Infatti nel 1898 si disputò il primo campionato di calcio italiano.

Molto più importante della storia del campionato italiano è però la storia della nazionale italiana che

nacque agli inizi degli anni ’30 del Novecento e poco dopo vinse la sua prima coppa del mondo,

ovvero il campionato di calcio internazionale più importante rispetto a tutti gli altri.

Riportiamo qui sotto i vari successi della nazionale italiana di calcio con allegate alcune immagini

per mettere a confronto ieri e oggi.

-L’Italia vince il campionato mondiale di calcio negli anni 1934 e 1938

Mussolini sin dagli inizi del regime aveva promosso lo sport, e in particolare il gioco del calcio,

anche a scopi propagandistici e nazionalistici: in un'Italia rurale e caratterizzata ancora dal

campanilismo, il calcio era visto come strumento per favorire l'unità nazionale.

Nel 1934 l’Italia debuttò quindi nel campionato mondiale di calcio e in finale sconfisse 2-1 la

Cecoslovacchia. Ma appena 4 anni dopo arriva un altro successo per la nazionale italiana sempre in

questo torneo battendo in finale l’Ungheria per 4-2.

-L’Italia vince il campionato europeo di calcio

Nel 1968, dopo un periodo oscuro per il calcio italiano, finalmente la nazionale torna a dare

soddisfazioni al livello internazionale con la vittoria al campionato europeo. L’Italia batté la

Jugoslavia per 2-0.

-L’Italia torna ancora a vincere

E’ il 1982 quando l’Italia vince il suo terzo campionato mondiale di calcio.

Mondiale giocato in Spagna e vinto appunto dall’Italia che sconfisse in finale la Germania per 3-1.

Nel 2006 dopo 24 anni di digiuno , l’Italia raggiunge il 4° titolo mondiale.

Infatti nel campionato mondiale di calcio svoltosi in Germania, l’Italia vince battendo in finale la

Francia ai rigori: risultato in finale 6-4 in favore degli azzurri.

Nazionali che hanno giocato le

finali

1934 (Mondiali) 1938 (mondiali) 1968 (Europei) 1982 (Mondiali)

Combi Olivieri Salvadore Zoff

Monzeglio Foni Zoff Collovati

Allemandi Rava Riva Scirea

Ferraris Serantoni Rosato Gentile

Monti Andreolo Guarnirei Cabrini

Bertolini Locatelli Facchetti Oriali

Guaita Biavati Anastasi Bergomi

Meazza Meazza De Sisti Tardelli

Ferrari Piola Domenghini Conti

Orsi Ferrari Mazzola Graziani

Schiavio Colaussi Burgnich Rossi

Causio

Altobelli

2006 (Mondiali)

Buffon

Zambrotta

Cannavaro

Materazzi

Grosso

Gattuso

Pirlo

Camoranesi

Perrotta

Totti

Toni

De Rossi

Iaquinta

Del Piero

Curiosità sulle maglie italiane e l’

evoluzione dei palloni

Italia 1982

PRIMA MAGLIA DEL MONDIALE 1982 IN SPAGNA CON LA QUALE

LA NAZIONALE DISPUTò LA FINALE.

ITALIA CAMPIONATO MONDIALE 1982 SPAGNA

Questa fu la seconda maglia del Mondiale 1982.

Finale Italia-Germania 3 a 1. Le immagini del Mundial spagnolo che ci

ricordiamo più volentieri sono: la corsa e l'urlo di Tardelli dopo il gol alla

Germania, il Presidente Pertini in tribuna d'onore che gioisce, immagini unite da

una voce quella di Nando Martellini che urla dalle tv di tutta Italia "Campioni del

Mondo", Paolo Rossi è capo cannoniere.

ITALIA CAMPIONATO MONDIALE 1970 MESSICO

Questo mondiale è da ricordare per la famosa partita "Italia-Germania" 4-3.

Beckenbauer gioca con un braccio fasciato lungo il corpo. Fu una delle più belle

partite disputate in un Mondiale. I messicani deposero una targa allo stadio Azteca

per ricordare la famosa partita passata alla storia. Però l' Italia in finale fu sconfitta

dal Brasile 4-1.

"I Mondiali del Duce" come si disse allora. Alla finale, Italia 2 a 1 con i goal di

Orsi e Schiavo contro la Cecoslovacchia, assistettero allo stadio Flaminio di Roma

50.000 spettatori tra cui il Duce, che aveva comprato il biglietto d'ingresso

simbolicamente.

ITALIA 1940-1950

Il calcio si fermò nel periodo di guerra, ma riprese il regolare svolgimento nel

1943. La nazionale giocò solo tre incontri prima della liberazione.

ITALIA NERA CAMPIONATO MONDIALE 1938 FRANCIA

ITALIA CAMPIONATO MONDIALE 1934/1938 ITALIA

Come è cambiato, dal 1930 ad oggi, il pallone dei mondiali di calcio? Il New York Times ce lo

spiega con un diagramma interattivo che ricostruisce aneddoti e particolarità tecniche sui differenti

modelli di palle con cui sono stati giocati i mondiali di calcio della storia. Partendo dal primo,

quello dell’Uruguay, fino al’ultimo che stiamo seguendo in questi giorni.

Molti i dati tecnici significativi: la prima palla con valvola gonfiabile fa il suo debutto nel 1950, ai

mondiali del Brasile. Dal 1954, invece, la FIFA inizia a regolamentare dimensioni, peso e diametro

del pallone, al fine di uniformarne le prestazioni tecniche. Dal 1970, poi, il modello adottato diventa

quello Adidas che tutti conosciamo, a pentagoni neri e esagoni bianchi. Per quale motivo? Per poter

essere visto e seguito più facilmente dagli spettatori televisivi

Come nasce questo gioco ?

Di origine arcaica, si fa derivare dal cinese Tsu-Chu (palla spinta con il piede). In Giappone

venne ribattezzato kemari, mentre nella Grecia del IV secolo a.C. era di moda l'episciro. Era in uso

anche presso gli antichi Romani con l'harpastum, nel quale due fazioni dovevano portare una palla

oltre la linea di fondo avversaria e nel quale prevaleva l'aspetto antagonistico rispetto a quello

agonistico, veniva probabilmente abbozzato, in seguito, per quello che conosciamo al giorno d'oggi

durante il Medioevo in Italia (vedi Calcio fiorentino), ma la sua affermazione moderna e codificata

si ebbe in Inghilterra, alla metà del XIX secolo e da allora si diffuse dapprima nel resto d'Europa e

in Sud America e poi in tutto il mondo.

Le figurine Panini negli anni

Agli inizi del 1960 Benito e Giuseppe Panini, che avevano fondato a Modena l'Agenzia

Distribuzione Giornali Fratelli Panini, trovarono a Milano un lotto di vecchie figurine invendute

delle edizioni milanesi Nannina. I fratelli lo acquistarono, imbustarono in bustine bianche con

cornicette rosse con due figurine ciascuna a 10 lire l'una. Il successo fu enorme e inaspettato: le

bustine vendute toccarono i 3 milioni.

L'anno successivo i Panini decisero di fare tutto con i loro mezzi, stampando le figurine e creando

anche il primo album per la loro raccolta (per la copertina scelsero l'attaccante di allora del Milan

Nils Liedholm). Le vendite furono quintuplicate, e i milioni di bustine vendute furono 15. Era

ufficialmente nata la collezione Calciatori.

La prima figurina stampata fu quella di Bruno Bolchi, il capitano dell'Inter dell'epoca. Nel 1963 si

unirono all'attività gli altri due fratelli Panini, Umberto e Franco.

Dalla stagione 1961-62 l'album Calciatori Panini esce regolarmente ogni anno.

In Italia il calcio femminile

Fece le sue prime, fragili esperienze nel 1946 a Trieste, dove furono fondate due squadre, che per

un po' di tempo girarono la penisola per portare il vessillo della città, allora amministrata dalle

autorità anglo-americane. Le calciatrici, negli intenti delle forze politiche promotrici dell'iniziativa,

avrebbero potuto contribuire a risvegliare negli italiani sentimenti di amore patriottico per Trieste.

LE ORIGINI DELLA PALLAVOLO

Già nell'antichità esistevano giochi con la palla che possono essere considerati i predecessori della

pallavolo. I Romani, per esempio, eseguivano esercizi con la palla a scopo di divertimento e

svago:addirittura in antichi giochi greci e romani.

La Pallavolo nasce negli Stati Uniti nel 1896 Ma arrivò in Europa durante la prima guerra mondiale.

Per un lungo periodo è stata giocata in due modi differenti: all'occidentale e all'orientale. Nel 1938

venne introdotto un fondamentale che rivoluzionò il modo di giocare: il «muro». furono soprattutto

i paesi dell'Est che lo utilizzarono con sistematicità. Nel 1947 i rappresentanti di 15 federazioni si

ritrovarono a Parigi e crearono la Federazione Internazionale di Volleyball (FIVB).

Pallone ufficiale volley

La PALLAVOLO

Anche la pallavolo è uno sport in cui l’Italia va forte.

In questo sport la nazionale italiana maschile e quella femminile hanno grosso modo la stessa

importanza.

La nazionale di pallavolo maschile può vantare ben 18 titolo guadagnati al livello internazionale,

tutti ottenuti tra il 1989 e il 2005.

Il debutto della nazionale italiana di pallavolo maschile risale al 19 aprile 1947 contro la Francia.

IERI

OGGI

-Nazionale pallavolo femminile

La nazionale di pallavolo vanta 5 successi al livello internazionale ottenuti tra il 2002 e il 2009.

Il debutto dell’Italia femminile risale al 7 aprile 1951 in cui le azzurre sconfissero la Francia per

3-2.

NUOTO- LE SUE ORIGINI IN ITALIA…

La nascita della Federazione fu preceduta dall'attività dei diversi circoli Rari Nantes il primo dei

quali venne fondato a Roma, con sede sul Tevere, dal trentino Achille Santoni il 15 agosto 1891. Il

primo campionato italiano si disputò sul lago di Bracciano il 14 agosto 1898: vincitore, sul miglio,

il 18enne milanese Arturo Saltarini. Nel 1899 venne costituito a Como il Collegio Pionieri del

Nuoto dal quale più tardi, il 23 maggio 1900, ebbe origine la Federazione Italiana Rari Nantes

(FIRN) che coordinò per un lungo periodo l'attività natatoria in Italia. Infine, il 28 ottobre 1928, con

l'ingresso nel CONI il nome venne modificato in Federazione Italiana Nuoto (FIN).Nel 1928, in

epoca fascista, la federazione prende il nome di FIN, e in questo periodo perse la caratteristica di

libera associazione privata per passare, insieme al CONI, sotto il controllo dello stato. Nel 1981, in

seguito ad una legge per la regolamentazione dell'attività sportiva, vi fu una riorganizzazione che

toccò aspetti sia tecnici che istituzionali. Infine nel 2001 entrò in vigore l'attuale statuto, che

rispecchia la nuova legge per il riordino del CONI approvata nel 1999, e la federazione riacquistò la

sua caratteristica di libera associazione privata.

CONFRONTO PRESENTE-PASSATO

Confrontando le tre immagini

appartenenti a periodi differenti (circa 20

anni di distanza tra l’una e l’altra),

possiamo notare come la cerimonia di

premiazione sia rimasta perlopiù uguale

anche a distanza di quarant’anni (periodo

che intercorre tra lo scatto della prima

foto e l’ultima). Anche le divise non

risultano aver subìto cambiamenti

essenziali.

Curiosità…

Il nuotatore che vediamo qui sopra, ovvero Massimiliano Rosolino, è uno dei nuotatori italiani più

importanti di tutti i tempi.

Ne troviamo la conferma nella classifica dei record imbattuti finora, dove Rosolino ha il record

assoluto nei 200 misti con un tempo di 1:58.98 , record stabilito nel 2000.

Ma in questo stesso anno un altro nuotatore italiano , ovvero Domenico Fioravanti , stabilisce un

altro record rimasto imbattuto nei 100 rana con un tempo di 1:00.46.

In questo periodo l’Italia può vantare nuotatori di gran lustro.

In questi anni una giovanissima atleta, Federica Pellegrini, sta facendo sognare tutti gli

italiani con le sue “imprese”. Quest’anno in occasione dei Mondiali 2011 a Shangai La

giovane nuotatrice si è replicata. Ha esordito il 24 luglio, vincendo i 400 m davanti a

Rebecca Adlington e Camille Muffat con il tempo di 4'01"97, la quinta prestazione

mondiale di sempre. Tre giorni dopo si è ripetuta, aggiudicandosi l'oro nella finale dei 200

metri[40]

, nella quale ha preceduto Kylie Palmer e Camille Muffat facendo segnare un crono

di 1'55"58 grazie a una rimonta nelle ultime due vasche. È la prima atleta nella storia a

conquistare il titolo nelle due specialità in due edizioni iridate diverse.

NUOTO

L’Italia trova talenti anche nel nuoto e per questo il medagliere italiano è molto ricco.

La nazionale Italiana di nuoto vanta successi a partire da Monaco 1972 in cui vennero vinte 3

medaglie dall’atleta Novella Calligaris.

Questo il medagliere completo degli atleti che hanno fatto la storia del nuoto in Italia (tra questi ci

sono anche atleti ancora in attività, come ad esempio la giovanissima campionessa Federica

Pellegrini).

1. Viola Valli: 8 3 1 = 12

2. Massimiliano Rosolino: 2 4 3 = 9

3. Federica Pellegrini: 5 2 1 = 8

4. Luca Baldini: 4 0 3 = 7

5. Novella Calligaris: 1 1 4 = 6

6. Stefano Battistelli: 0 2 4 = 6

7. Simone Ercoli: 1 1 3 = 5

8. Valerio Cleri: 2 2 0 = 4

9. Domenico Fioravanti: 2 1 1 = 4

10. Filippo Magnini: 2 1 1 = 4

11. Fabio Venturini: 2 0 2 = 4

12. Emiliano Brembilla: 0 2 2 = 4

NOVELLA CALLIGARIS FEDERICA PELLEGRINI

La scherma Gia dagli inizi dell'Ottocento nasce la moderna scuola italiana di scherma da sempre considerata

una delle migliori al mondo per gli ottimi risultati ottenuti sia in Italia che all’estero. L’epoca d’oro

fu quella della Scuola Magistrale Militare di Roma (1884) . Fu in questo secolo che gli schermidori

si allenano fino a nove ore al giorno, affiancando all’esercizio e studio della tecnica e all’agonismo

della scherma, la pratica di ginnastica e di attrezzi, precorrendo di molti decenni gli attuali sistemi

di allenamento. Con Agesilao Greco,grande campione di scherma e anello di congiunzione tra il

vecchio e il nuovo mondo della scherma, la scherma si affermò come nuova disciplina olimpica.

In questo contesto di internazionalizzazione e di riconoscimento il 3 Giugno 1909 venne costituita

a Roma La Federazione Schermistica Italiana su iniziativa del capitano Augusto Ciacci.

Un’apposita commissione venne incaricata di redigere lo statuto della nuova federazione, approvato

poi nel giugno del 1910, nel quale si operava la distinzione tra maestri e dilettanti. Successivamente

il 5 Ottobre 1923 il nome venne modificato in Confederazione Italiana di Scherma (CIS) e dieci

anni più tardi, nel 1933, fu ulteriormente e definitivamente modificato con l’attuale nome di

Federazione Italiana Scherma (FIS). La contemporanea nascita nel 1913 della Federazione

Internazionale di Scherma (FIE) e lo svolgersi delle Olimpiadi fecero sì che la scherma si

trasformasse da semplice concetto di arte in un vero e proprio sport da combattimento.

Le Olimpiadi di Anversa del 1920 incoronano Nedo Nadi come leggenda della scherma per la

conquista di ben cinque medaglie d’oro olimpiche: fioretto individuale ed a squadre, sciabola

individuale ed a squadre e spada a squadre.

In cento anni di storia delle olimpiadi da Parigi 1900 a Sydney 2000, la scherma italiana è salita ben

cento volte sul podio; ad Atene 107 volte e con Pechino 2008 il numero delle medaglie è addirittura

arrivato a 114.

Un record di eccezionale spessore per una disciplina che vanta di essere l’unica in Italia ad aver

conquistato così tante medaglie olimpiche e che contribuisce ad accrescere sempre più il prestigio

internazionale di tutto lo sport italiano.

La prima medaglia azzurra fu quella di Antonio Conte, oro nella sciabola maestri a Parigi agli albori

del ventesimo secolo.

Tra la prima e l’ultima medaglia conquistata con medesimo sacrificio, costante preparazione, forte

determinazione e classe genuina da parte di ogni singolo atleta, c’è una passerella fatta di

grandissimi nomi della scherma italiana: dalle storiche medaglie d’oro di Nedo Nadi alle 16

medaglie dei fratelli Mangiarotti (13 del grande Edoardo e 3 di Dario), dalle travagliate medaglie a

squadre agli ultimi successi di Pechino 2008, con la conferma di Valentina Vezzali campionessa

olimpica per la terza volta consecutiva nel fioretto femminile, del rispettivo bronzo di Margherita

Grambassi e del quarto posto di Giovanna Trillini alla sua quinta Olimpiade (4 ori, 1 argento e 3

bronzi), oltre all’ulteriore conferma della loro affiatata squadra di fioretto femminile assieme alla

compagna Ilaria Salvatori. Eccome non ricordare l’oro di Matteo Tagliariol nella spada maschile

individuale (quarantotto anni dopo Giuseppe Delfino oro a Roma 1960) e bronzo a squadre sempre

nella spada maschile con Stefano Carozzo, Diego Confalonieri, Alfredo Rota; i bronzi di Salvatore

Sanzo nel fioretto maschile e della squadra di sciabola maschile con Aldo Montano, Diego

Occhiuzzi, Giampiero Pastore, Luigi Tarantino.

Ma l’indiscusso prestigio mondiale della scherma italiana passa anche attraverso altre cifre

estremamente significative: le 275 medaglie conquistate ai Campionati del Mondo Assoluti a partire

dal 1921, le 169 nel Campionato del Mondo Giovani dal 1950, le 78 nel Campionato del Mondo

Cadetti a partire dal 1987, le 148 ai Campionati Europei. Numeri questi che palesano come la realtà

della scherma italiana si sia affermata a livello mondiale e come la scuola italiana goda di numerosi

riconoscimenti per gli innumerevoli traguardi raggiunti nel corso di tutta la sua storia.

Agesilao Greco, grande campione di scherma 1897

Fu anche uno dei presidenti della Scuola magistrale di Roma

Nedo Nadi, grande campione olimpico e maestro di spada, fioretto e sciabola.(1920)

Edoardo Mangiarotti, maestro di spada e sciabola, è

attualmente l'atleta con più medaglie nella sua disciplina.(1960)

Valentina Vezzali campionessa di fioretto. (2008)

Il tennis

In Italia un aumento della popolarità del tennis si verificò grazie a Nicola Pietrangeli poi negli anni

settanta-anni ottanta, per i successi conseguiti da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo

Bertolucci e Tonino Zugarelli che, evitando una propagandistica strumentalizzazione politica

sull'opportunità che l'Italia disputasse la finale di Coppa Davis nel Cile governato dal generale

fascista Augusto Pinochet, conquistarono (1976) la prima Coppa Davis per l'Italia (impresa mai

raggiunta, neppure negli anni sessanta da Pietrangeli, Orlando Sirola, Beppe Merlo e Fausto

Gardini, sconfitti nella finale di Sydney del 1960 ed in quella di Melbourne del 1961 dall'Australia):

la RAI trasmise solo una breve sintesi della partita decisiva, commentata da Roma dal telecronista

Guido Oddo. La diffusione della pratica del tennis ebbe impulso anche grazie al successo di

Adriano Panatta in tornei internazionali di grande importanza come gli Internazionali d'Italia che si

svolgono a Roma e il Roland Garros di Parigi e alla popolarità di campioni come Jimmy Connors,

Björn Borg, John McEnroe, Ivan Lendl, Mats Wilander, Stefan Edberg, Boris Becker, Chris Evert,

Martina Navrátilová, Steffi Graf, Monica Seles. Inoltre in quegli anni RAI e Mediaset spesso

trasmettevano tornei commentati prevalentemente da Giampiero Galeazzi e Rino Tommasi.

Un calo della sua popolarità in Italia è indissolubilmente legato anche alla sua cancellazione di fatto

dai canali della tv generalista e risale a circa la metà degli anni novanta, quando entrarono in scena

le cosiddette pay tv.

Negli anni duemila il tennis sembra in ripresa di popolarità in Italia, grazie anche all'esaltazione

mediatica del dualismo tra lo svizzero Roger Federer, per molto tempo numero uno al mondo e

considerato uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, e lo spagnolo Rafael Nadal, vincitore di sei

edizioni del Roland Garros. Il fatto si acuisce con la vittoria di Francesca Schiavone al Roland

Garros 2010, che causa il ritorno in chiaro di una partita del torneo francese dopo tredici anni, e in

generale di una partita di tennis in RAI dopo quattro anni dalla Coppa Davis e Fed Cup. La

sopracitata finale ha avuto un ampio seguito, considerando che è stata acquistata e posta in

programmazione su Rai 2 circa venti ore prima dell'evento: due milioni di telespettatori per l'intero

match, con punta di tre milioni e mezzo per il tie-break decisivo (dati Auditel).

Ringraziamo:

La professoressa Graziosi che ci ha

permesso di fare questo lavoro così interessante

I nostri nonni che ci hanno risposto in modo

molto chiaro circa le domande dell’intervista

Fonti:

Fonti dirette (nonni)

Internet

Il messaggero NOVECENTO

fatti,protagonisti e conquiste del

nostro secolo n° 40 e 43

Realizzato da:

Colalelli Francesca

Grilli Riccardo

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