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Genova: un lungo amore scritto sul selciato Un afoso pomeriggio d’estate, una gita a Genova. Si passeggia fra i carruggi, man‐ giando un pezzo di focaccia e canticchian‐ do De André. Tutto ci si aspetterebbe tranne di leggere all’improvviso per terra, scritto proprio sulla strada dove si cam‐ mina, vicino al Porto Antico, un nome, Sig. Carlo Curiel. Non può essere una coin‐ cidenza, è sicuramente un nome ebraico. Pochi metri più avanti, s’intravede un al‐ tro nome, ancora più inequivocabilmente ebraico, Ruth. Si alza la testa, una via di mezzo fra confusi e divertiti, e si nota che le parole appena lette sono in realtà solo un pezzettino di un lungo serpente di let‐ tere bianche che spicca sul selciato grigio scuro delle strade genovesi. E allora la curiosità spinge a seguire quel serpente, a cercarne la testa, che però non si vede, scompare dietro un angolo. segue a pag. 6 Quando la scorsa estate arrivò la notizia del sisma che aveva messo in ginocchio l’Emilia Romagna, l’Associazione donne ebree d’Italia non ci pensò su due volte e promosse immediatamente una sottoscrizione a favore delle popolazioni terremotate, una raccolta confluita in quella dell’Unione delle Co‐ munità Ebraiche Italiane e destinate alla ricostru‐ zione della scuola Elvira Castelfranchi. “L’Adei‐ Wizo si propone sempre di aiutare le fasce deboli della popolazione e date le circostanze ci è sem‐ brato che destinare il nostro impegno a una scuola fosse il progetto ideale” sottolinea la presidente Ester Silvana Israel. Così nelle prossime settimane porterà a Fi‐ nale un’altra iniziativa che è ormai diventata un appuntamento tradizionale: il corso Unacultura tante culture (a fianco un'im‐ magine d'archivio), progetto rivolto alle scuole di ogni ordine e grado per promuovere l’integrazione di alunni di etnie diverse e favorire l’instaurarsi di un clima di accoglienza e rispetto re‐ ciproco, finalizzato alla coesione del gruppo classe. Un'iniziativa finanziata dall’UCEI con i fondi provenienti dalla raccolta dell’Otto per mille e che avrà come docente d'eccezione Angelica Calò Livne, da anni impegnata in iniziative e labora‐ tori per favorire il dialogo tra giovani israeliani e palestinesi. “Durante il corso gli insegnanti vengono formati per riproporre alle proprie classi laboratori e attività di integrazione – spie‐ ga la responsabile del progetto Ziva Modiano Fischer. “Quest’anno ci tenevamo a portare il corso a Bologna, città che negli anni scorsi non era ancora stata coinvolta. Ci è sembrato naturale proporlo anche alla scuola di Finale. E l’adesione è stata entusiasta”. La manifestazione si terrà dunque anche a Bologna, al Liceo Luigi Galvani, oltre che a Roma al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele. Italia Ebraica voci dalle Comunità n. 10/2012 VIAGGIO ALLA (RI)SCOPERTA DELL’IDENTITÀ PAG. 8 Domenica 5 Settembre è stato un giorno di straordinaria intensità per la città di Venezia: la possibilità di visitare i padiglioni della Biennale architettura, la Mostra internazionale del cinema nel vivo dei suoi lavori, le suggestioni della Regata storica e infine la Giornata europea della cultura ebraica hanno confezionato una giornata indimenticabile e ricca di spunti. Nell'immagine l'abbraccio tra Luca Zevi, curatore del padiglione italiano della Biennale, e Amos Luzzatto, presidente della Comunità ebraica veneziana. Con loro anche il presidente UCEI Renzo Gattegna. LA CULTURA RIPARTE DA VENEZIA La comunità di Casale Monferrato apre le attività culturale per l'anno 5773 con una personale di arte contemporanea di Carlo Pasini. Soggetto dell'installazione una personalissima interpre‐ tazione dell'Arca di Noè in cui un gatto arrab‐ biato si trasforma in Hulk diventando verde e spinoso come un cactus e un pappagallo colo‐ ratissimo evade dalla gabbia come Houdini, lasciando al suo inter‐ no cellulare e carta di credito. Sulla superficie degli animali una mi‐ riade di puntine da disegno e spilli: una texture che ricopre persino i quadri e le sculture raffi‐ guranti zebre e uccelli. “Le mie opere – spiega l'artista – sono fatte per regalare al pubblico sensazioni anche tattili”. Per chi vuole divertirsi con gli animali scampati da questo peculiare diluvio la mostra sarà visitabile fino al 14 otto‐ bre (Ingresso libero ‐ per informazioni e pre‐ notazioni da lun a ven tel 0142 781660) a pag. 6 CASALE EBRAICA L'Arca secondo Pasini HATIKWA Unione Giovani Ebrei d’Italia Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 10 ‐ 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale) Ricorre quest'anno il centenario della nascista del Giusto tra le Na‐ zioni Raoul Wallenberg, diploma‐ tico svedese noto per aver salvato dalle persecuzioni nazifasciste de‐ cine di migliaia di ebrei ungheresi. Numerosi eventi ricorderanno nelle prossime settimane la sua figura. Le celebrazioni iniziano da Roma, dove la mattina del 3 ottobre si svolgerà una giornata di comme‐ morazione all'Auditorium dell'Ara Pacis dedicato ai giovani e agli stu‐ denti dei licei che hanno parteci‐ pato all'annuale viaggio della Me‐ moria organizzato dal Comune. Interverranno la Giusta tra le Na‐ zioni Pierina Gazzola Lessio, lo storico Marcello Pezzetti, l'amba‐ sciatore e scrittore Domenico Vec‐ chioni e gli assessori alle politiche scolastiche di Roma Capitale Gian‐ luigi De Palo e della Comunità ebraica capitolina Ruth Dureghel‐ lo. Condurrà l'evento il giornalista Roberto Olla. Nel pome‐ riggio, dopo la proiezione del film Go‐ od evening Mr. Wallen‐ berg, il sin‐ daco Gianni Alemanno e il ministro Andrea Riccardi, alla presenza de‐ gli ambasciatori di Svezia, Unghe‐ ria e Israele, inaugureranno, nel foyer dell'Auditorium, le mostre fotografiche To me there's no other choice e Man amidst inhu‐ manity. A seguire un panel coordinato da Pierluigi Battista e con ospiti, oltre a Gazzola Lessio e Pezzetti, lo scrittore svedese Bengt Jangfeldt, il vice segretario di Stato unghe‐ rese Gergely Prohle e la soprav‐ vissuta alla Shoah Naomi Gur. Per quattro mercoledì consecutivi (10, 17, 24 e 31 ottobre), nei locali dell'Accademia ungherese, saran‐ no inoltre proiettati i film Senza Destino, Sunshine, Rivolt of Job e Good evening, Mr. Wallenberg. Gli eventi sono organizzati da Roma Capitale, dalle ambasciate di Israele, Svezia e Ungheria, dall'Ac‐ cademia di Ungheria e dalla Co‐ munità ebraica in collaborazione con Golda International Events e Zetema e con il patrocinio del‐ l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. ROMA EBRAICA Un omaggio a Wallenberg ADEI WIZO La sfida del dialogo nei luoghi del terremoto + oltreconfine È calato il sipario su Lech Lechà, festival di cultura ebraica che ha visto protagoniste Trani e altre nove città del Meridione d'Italia. Bi‐ lancio positivo per il direttore artistico della rassegna Francesco Lo‐ toro, che guarda già al futuro: “Quello che è stato fatto quest'anno – afferma – rappresen‐ ta una premessa im‐ portante per iniziare a pensare a una pros‐ sima edizione ancora più ricca e articolata che speriamo di poter mettere in cantiere con l'indispensabile supporto dell'amministra‐ zione di Trani e della Comunità ebraica di Na‐ poli i cui rappresentanti voglio ringraziare per la preziosa collaborazione offerta”. a pag. 6 NAPOLI EBRAICA Era dedicato al tema Io e l'altro la seconda edizione del Talmud Torah nazionale svoltosi a inizio settembre in Carso. L'iniziativa, orga‐ nizzata dal Dec UCEI in collaborazione con la Comunità giuliana, ha richiamato ragazzi dalle realtà ebraiche di Milano, Torino, Mantova, Firenze e Roma. “Trovo che il format proposto abbia funzionato raggiungendo i risultati che ci eravamo prefissi, e risposta migliore in que‐ sto senso – afferma la coordinatrice del Centro Pedagogico Odelia Liberanome – ce l'hanno data gli stessi ragazzi 'lamentandosi' di come fosse passato velocemente il tempo. Adesso la sfida è quella di aumentare il coinvolgimento delle Comunità numericamente più piccole”. a pag. 7 TRIESTE EBRAICA Orgoglio e progettualità Talmud Torah in Carso

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Genova: un lungo amore scritto sul selciatoUn afoso pomeriggio d’estate, una gita aGenova. Si passeggia fra i carruggi, man‐giando un pezzo di focaccia e canticchian‐do De André. Tutto ci si aspetterebbetranne di leggere all’improvviso per terra,scritto proprio sulla strada dove si cam‐mina, vicino al Porto Antico, un nome,

Sig. Carlo Curiel. Non può essere una coin‐cidenza, è sicuramente un nome ebraico.Pochi metri più avanti, s’intravede un al‐tro nome, ancora più inequivocabilmenteebraico, Ruth. Si alza la testa, una via dimezzo fra confusi e divertiti, e si nota chele parole appena lette sono in realtà solo

un pezzettino di un lungo serpente di let‐tere bianche che spicca sul selciato grigioscuro delle strade genovesi. E allora lacuriosità spinge a seguire quel serpente,a cercarne la testa, che però non si vede,scompare dietro un angolo.

segue a pag. 6

Quando la scorsa estate arrivò la notizia del sisma che avevamesso in ginocchio l’Emilia Romagna, l’Associazione donne ebreed’Italia non ci pensò su due volte e promosse immediatamenteuna sottoscrizione a favore delle popolazioni terremotate, unaraccolta confluita in quella dell’Unione delle Co‐munità Ebraiche Italiane e destinate alla ricostru‐zione della scuola Elvira Castelfranchi. “L’Adei‐Wizo si propone sempre di aiutare le fasce debolidella popolazione e date le circostanze ci è sem‐brato che destinare il nostro impegno a una scuolafosse il progetto ideale” sottolinea la presidenteEster Silvana Israel. Così nelle prossime settimane porterà a Fi‐nale un’altra iniziativa che è ormai diventata un appuntamentotradizionale: il corso Unacultura tante culture (a fianco un'im‐magine d'archivio), progetto rivolto alle scuole di ogni ordine egrado per promuovere l’integrazione di alunni di etnie diverse

e favorire l’instaurarsi di un clima di accoglienza e rispetto re‐ciproco, finalizzato alla coesione del gruppo classe. Un'iniziativafinanziata dall’UCEI con i fondi provenienti dalla raccolta dell’Ottoper mille e che avrà come docente d'eccezione Angelica Calò

Livne, da anni impegnata in iniziative e labora‐tori per favorire il dialogo tra giovani israelianie palestinesi. “Durante il corso gli insegnantivengono formati per riproporre alle proprieclassi laboratori e attività di integrazione – spie‐ga la responsabile del progetto Ziva ModianoFischer. “Quest’anno ci tenevamo a portare il

corso a Bologna, città che negli anni scorsi non era ancora statacoinvolta. Ci è sembrato naturale proporlo anche alla scuola diFinale. E l’adesione è stata entusiasta”. La manifestazione si terràdunque anche a Bologna, al Liceo Luigi Galvani, oltre che a Romaal Convitto Nazionale Vittorio Emanuele.

Italia Ebraica voci dalle Comunità n. 10/2012

VIAGGIO ALLA (RI)SCOPERTA DELL’IDENTITÀ PAG. 8

Domenica 5 Settembre è stato un giorno di straordinaria intensità per la città di Venezia: la possibilitàdi visitare i padiglioni della Biennale architettura, la Mostra internazionale del cinema nel vivo dei suoilavori, le suggestioni della Regata storica e infine la Giornata europea della cultura ebraica hannoconfezionato una giornata indimenticabile e ricca di spunti. Nell'immagine l'abbraccio tra Luca Zevi,curatore del padiglione italiano della Biennale, e Amos Luzzatto, presidente della Comunità ebraicaveneziana. Con loro anche il presidente UCEI Renzo Gattegna.

LA CULTURA RIPARTE DA VENEZIA

La comunità di Casale Monferrato apre le attivitàculturale per l'anno 5773 con una personale diarte contemporanea di Carlo Pasini. Soggettodell'installazione una personalissima interpre‐tazione dell'Arca di Noè in cui un gatto arrab‐biato si trasforma in Hulk diventando verde espinoso come un cactus e un pappagallo colo‐

ratissimo evade dallagabbia come Houdini,lasciando al suo inter‐no cellulare e carta dicredito. Sulla superficiedegli animali una mi‐

riade di puntine da disegno e spilli: una textureche ricopre persino i quadri e le sculture raffi‐guranti zebre e uccelli. “Le mie opere – spiegal'artista – sono fatte per regalare al pubblicosensazioni anche tattili”. Per chi vuole divertirsicon gli animali scampati da questo peculiarediluvio la mostra sarà visitabile fino al 14 otto‐bre (Ingresso libero ‐ per informazioni e pre‐notazioni da lun a ven tel 0142 781660)

a pag. 6

CASALE EBRAICAL'Arca secondo Pasini

HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 10 ‐ 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale)

Ricorre quest'anno il centenariodella nascista del Giusto tra le Na‐zioni Raoul Wallenberg, diploma‐tico svedese noto per aver salvatodalle persecuzioni nazifasciste de‐cine di migliaia di ebrei ungheresi.Numerosi eventi ricorderannonelle prossime settimane la suafigura. Le celebrazioni iniziano da Roma,dove la mattina del 3 ottobre sisvolgerà una giornata di comme‐morazione all'Auditorium dell'AraPacis dedicato ai giovani e agli stu‐denti dei licei che hanno parteci‐pato all'annuale viaggio della Me‐moria organizzato dal Comune.Interverranno la Giusta tra le Na‐zioni Pierina Gazzola Lessio, lostorico Marcello Pezzetti, l'amba‐sciatore e scrittore Domenico Vec‐chioni e gli assessori alle politichescolastiche di Roma Capitale Gian‐luigi De Palo e della Comunitàebraica capitolina Ruth Dureghel‐lo. Condurrà l'evento il giornalistaRoberto Olla.Nel pome‐riggio, dopola proiezionedel film Go‐od eveningMr. Wallen‐berg, il sin‐daco GianniAlemanno eil ministroAndrea Riccardi, alla presenza de‐gli ambasciatori di Svezia, Unghe‐ria e Israele, inaugureranno, nelfoyer dell'Auditorium, le mostrefotografiche To me there's noother choice e Man amidst inhu‐manity. A seguire un panel coordinato daPierluigi Battista e con ospiti, oltrea Gazzola Lessio e Pezzetti, loscrittore svedese Bengt Jangfeldt,il vice segretario di Stato unghe‐rese Gergely Prohle e la soprav‐vissuta alla Shoah Naomi Gur. Perquattro mercoledì consecutivi(10, 17, 24 e 31 ottobre), nei localidell'Accademia ungherese, saran‐no inoltre proiettati i film SenzaDestino, Sunshine, Rivolt of Job eGood evening, Mr. Wallenberg. Glieventi sono organizzati da RomaCapitale, dalle ambasciate diIsraele, Svezia e Ungheria, dall'Ac‐cademia di Ungheria e dalla Co‐munità ebraica in collaborazionecon Golda International Events eZetema e con il patrocinio del‐l'Unione delle Comunità EbraicheItaliane.

ROMA EBRAICA

Un omaggioa Wallenberg

ADEI WIZO

La sfida del dialogo nei luoghi del terremoto

+ oltreconfine

È calato il sipario su Lech Lechà, festival dicultura ebraica che ha visto protagoniste Tranie altre nove città del Meridione d'Italia. Bi‐lancio positivo per il direttore artistico della

rassegna Francesco Lo‐toro, che guarda già alfuturo: “Quello che èstato fatto quest'anno– afferma – rappresen‐ta una premessa im‐

portante per iniziare a pensare a una pros‐sima edizione ancora più ricca e articolatache speriamo di poter mettere in cantiere conl'indispensabile supporto dell'amministra‐zione di Trani e della Comunità ebraica di Na‐poli i cui rappresentanti voglio ringraziareper la preziosa collaborazione offerta”.

a pag. 6

NAPOLI EBRAICA

Era dedicato al tema Io e l'altro la secondaedizione del Talmud Torah nazionale svoltosia inizio settembre in Carso. L'iniziativa, orga‐nizzata dal Dec UCEI in collaborazione con laComunità giuliana, ha richiamato ragazzi dalle

realtà ebraiche di Milano,Torino, Mantova, Firenze eRoma. “Trovo che il formatproposto abbia funzionatoraggiungendo i risultati che

ci eravamo prefissi, e risposta migliore in que‐sto senso – afferma la coordinatrice del CentroPedagogico Odelia Liberanome – ce l'hannodata gli stessi ragazzi 'lamentandosi' di comefosse passato velocemente il tempo. Adessola sfida è quella di aumentare il coinvolgimentodelle Comunità numericamente più piccole”.

a pag. 7

TRIESTE EBRAICA

Orgoglio e progettualità

Talmud Torah in Carso

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 2 ottobre 2012

GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICAIl ritorno dalle vacanze ha significato per migliaia dicittadini un nuovo incontro con il mondo ebraico. Unincontro nel segno dell'umorismo e del witz, filone te­matico della 13esima edizione della Giornata della cul­

tura ebraica svoltasi lo scorso 2 settembre in tutta Eu­ropa. Capofila per l'Italia Venezia, sede di una storicaComunità ebraica che è ancora oggi ponte tra Occi­dente e Oriente. Tanti i momenti di conoscenza ma

VENEZIA

VENEZIA

L'antico Ghetto veneziano, con le sue molte storie e suggestioni, è statoteatro di una breve visita nei suoi luoghi più significativi che hapreceduto l'apertura dei lavori. Da metà mattino fino al tramonto tresono state inoltre le sinagoghe cittadine ad aprire le proprie porte alpubblico: la Levantina, la Tedesca e la Canton. (nell'immagine ilpresidente UCEI Renzo Gattegna e il vicepresidente Roberto Jarach con ilministro Profumo)

Ospiti illustri in Laguna. Ad assistere alla manifestazione tra gli altri ilministro dell'Istruzione Francesco Profumo, il titolare degli InterniAnnamaria Cancellieri, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l'addettoculturale dell'ambasciata israeliana in Italia Ofra Fahri.

VENEZIA

Un momento della lectio magistralis Lo humor ebraico, rido ergo sum del professorDario Calimani dell'Università Ca Foscari. L'intervento, tenuto in Sala Montefioredopo la sessione di saluti ufficiali delle autorità, ha approfondito vari aspetti esfumature del witz soffermandosi sulla sua straordinaria capacità di fungere davalvola di sfogo alle difficoltà affrontate dal popolo ebraico nel corso dei secoli.

VENEZIA

Punti di riferimento per i buongustati erano disseminati un po' in tutto il quartiere ebraico. In piazza lo standdell'Associazione donne ebree d'Italia, del ristorante Hostaria del Ghetto e della scuola La cucina del Ghetto.

"Discendo da una famiglia che è insediata quada almeno tre secoli, sono nato nel 1920, neglianni della guerra ho subito delle persecuzioni,sono sfollato da Chieri per il cognome che porto;mio padre aveva rilevato nel 1929 una piccolaazienda tessile ma nel 1943 dovette chiudereper le leggi razziali. Dopo la guerra con altri duesoci ho avviato un'attività artigianale; abbiamocominciato a produrre tende a rete, eravamo

incentivati dalle fiorenti prospettive che il set-tore tessile presentava in quegli anni da questeparti". Cosi si racconta l'ultimo ebreo di Chieri,Aldo Levi, in una testimonianza che viene so-vente ascoltata dalle scolaresche e dai visitatoridell'antico Ghetto cittadino. Anche Chieri, conun solo ebreo e con molta storia da raccontare,è stata protagonista della Giornata europea dellacultura ebraica. Un appuntamento ormai im-

mancabile, specie da quando l'area è stata sot-toposta a un accurato intervento di restauro.Una presenza ebraica antichissima quella diChieri, che ha visto i primi ebrei giungere nel1400 e che ha lasciato tracce importanti nel tes-suto sociale. Industrie tessili e stamperie fondateo appartenute a ebrei sono ancora oggi un vantoper molti. La Comunità si estinse negli anni '30 del Nove-

cento quando anche gli arredi della splendidasinagoga settecentesca furono trasferiti a Torinonel Tempio piccolo, ove tuttora si trovano. OggiChieri è forse la più piccola sezione di una Co-munità ebraica, eppure grazie all'instancabileattività e dedizione di Aldo Levi resta un centrodi ebraismo ricco di interesse per la cittadinanzae per i suoi amministratori, ma anche per i nu-merosi turisti che continuano ad affluirvi. Du-

Porte aperte anche nei luoghi di Giacomo Segre, eroe dell'Unità d'Italia

anche leggerezza chehanno catalizzato l'attenzione del pubblico. In Laguna,ad aprire la manifestazione in una gremitissima SalaMontefiore, una lectio magistralis del professor Dario

Calimani. Significativi segnali di partecipazione sonoarrivati da molte città. In particolare da Roma, che haregistrato un numero di visitatori tre volte superiorerispetto al passato.

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 3ottobre 2012

FARE CULTURA, CON UN SORRISO

VENEZIA

Pranzo di gala, arriva il momento dei brindisi. “Venezia –afferma il presidente della Comunità lagunare AmosLuzzatto – è un luogo intriso di storia ebraica, una città e unacomunità che, anche in virtù della loro particolare collocazionegeografica, sono abituate a guardare al di là delle frontiere.Venezia è una finestra verso l’Europa che dobbiamo sempretenere aperta”.

È incentrato su Angelo Fortunato Formiggini, indimenticato editore e protagonistadella vita culturale del primo Novecento italiano, il gustoso libriccino L'umorismoebraico dato alle stampe e distribuito gratuitamente dalla Comunità di Modena nel

corso della Giornata. Ad aprire il volume, arrivato tra lemani delle molte centinaia di persone che hannovisitato la mostra dedicata all'eclettico intellettuale, unomaggio dell'artista Olek Mincer ad HersheleOstropoler, figura chiave della letteratura umoristicaebraica dell'Europa Orientale cui si ricollegano moltiepisodi classici del witz. Proseguendo nella lettura siarriva al ritratto che Stefano Bulgarelli fa dell'ebreomodenese Formiggini, una ricostruzione ricca dispunti e affrescata da vignette e stampe dell'epocadal titolo Fortunato l'uomo che sa ridere. È questo unmotto che riassume efficacemente la sua biografia egli interessi maturati nel corso diun'esistenza, conclusasi in modo tragico con lapromulgazione delle Leggi Razziste, che era stata fino ad allora vissuta da vero e proprio ambasciatoredell'irriverenza e della satira. Tra le realizzazioni più significative la costituzione di una grandebiblioteca dell'umorismo, denominata Casa del Ridere, in cui Formiggini raccolse materiale attinente al

tema dal mondo dell'editoria ma anche dalle stampe e dai quadri. Conclude l'opera un approfondimento di Luisa Modena sulvernacolo giudaico locale, lingua sviluppatasi quasi esclusivamente in forma orale e di cui restano poche testimonianze scritte tra cuialcuni poemetti umoristici riportati tra queste pagine.

rante la Giornata della cultura, oltre alle visiteal Ghetto e all'edificio della ex sinagoga - pur-troppo non fruibile e di proprietà privata - consplendidi soffitti affrescati, i visitatori hannoavuto modo di scoprire i tre cimiteri ebraici diChieri ove sono conservate tombe tra le più an-tiche del Piemonte, tra cui quella di un rabbinodel 1500, e hanno potuto ammirare la storiadella Comunità in una mostra con oggetti docu-menti e manoscritti appartenuti alla famigliaLevi. Per anni le testimonianze ebraiche locali erano

state parzialmente dimenticate. Per l'esattezzafino al 1975, quando Sergio Treves realizzòun'importante monografia sulla presenza ebrai-ca nella regione, e al 1982, quando nel Conventodi San Domenico si tenne un'esposizione riccadi documenti e oggetti. Da anni ormai, grazieall'impegno di Aldo Levi e di Artefacta beni cul-turali, sono stati così ripresi i fili di questa sug-gestiva vicenda. Fondamentale anche il contri-buto del Comune e di alcune associazioni im-pegnate nella promozione culturale come la Car-reum Potentia. La Biblioteca Civica e l'Archivio

Storico offrono inoltre un supporto, librario earchivistico, e documentari di notevole interesse.Tra i personaggi più noti originari di Chieri ilmilitare di carriera Giacomo Segre che, durantel'assedio di Roma del 1870, diede l’ordine difare fuoco sul muro di cinta che proteggeva lafutura Capitale del Regno d'Italia. Le sue impresesono state ricordate con gratitudine il 20 set-tembre appena trascorso, 142esimo anniversa-rio della breccia di Porta Pia, con una cerimoniasvoltasi tra le lapidi del cimitero ebraico ove èsepolto.

Tra tante preoccupazioni anche un'opportunitàper sorridere. È quella che hanno avuto gli abitantidelle zone colpite dal terremoto che la scorsa pri-mavera ha portato distruzione in Emilia Romagnae in parte della Lombardia. Molte amministrazioni,lanciando un significativo messaggio di speranzae rinascita a tutta la società italiana, hanno infattideciso di non rinunciare all'appuntamento dellaGiornata. Un impegno che è stato possibile onorarein collaborazione con le Comunità ebraiche localie con tutti quei cittadini che ogni anno tradizio-nalmente si attivano per la buona riuscita dellamanifestazione. Tra le località protagoniste Finale

Emilia, dove presto sorgerà un nuovo polo scola-stico con il contributo della raccolta fondi lanciatain maggio dall'Unione delle Comunità EbraicheItaliane e dall'Adei Wizo. Niente celebrazioni invecea Ferrara causa la persistente inagibilità della si-nagoga tedesca, dell'ex sinagoga italiana e del mu-seo, che si trovano nello stesso gruppo di edificisede della Comunità dal 1485. Per i lavori di ri-pristino si dovrà attendere la fine delle festivitàebraiche autunnali. “Voglio rivolgere un pensieroparticolarmente affettuoso e grato – ha affermatoil presidente UCEI Renzo Gattegna a Venezia – allelocalità che pur colpite dal recente terremoto han-no ugualmente confermare la loro partecipazioneproprio per dare un segnale netto di volontà di ri-presa, di sostegno alle proposte culturali e di fi-ducia nel futuro”.

Dai luoghi del sismaun messaggio di speranzaÈ il primo di una serie di video finalizzati ad aprire nuove porte di conoscenza

sul mondo ebraico (italiano e non solo). Prodotto dalla societàFrankestein progetti di vita digitale su impulso del Dipartimentoinformazione erelazioni esternedell'UCEI,Umorismo ebraicoinaugura la serieGli ebrei, questisconosciutioffrendo un primospunto su cuiriflettere. Numerosii volti noti checompaiono nelfilmato: da MelBrooks a JerryLewis, da WoodyAllen a SachaBaron Cohen. C'è anche il"nostro" Gioele Dix (nell'immagine), all'anagrafe David Ottolenghi. Il video è realizzato con i fondi della raccolta Otto per Mille.

Gli ebrei. Questi sconosciuti

Formiggini, maestro di irriverenza

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 4 ottobre 2012

di Laura Forti

Il 2 settembre, per quest'ultima Giornata della culturaebraica, mi sono divertita a scrivere un recital perdue voci che ripercorresse un viaggio ‐ dall'arrivodegli immigrati ebrei in America fino all'approdo aHollywood ‐ che coincide in realtà con la creazionedel nostro immaginario comico moderno. La comi‐cità ebraica, in particolar modo quella americana,ha educato il nostro gusto di spettatori, anzi, lo ha

addirittura creato. I Fratelli Marx, Woody Allen, e iloro successori più attuali, non sono soltanto "comiciebrei" ma ormai fanno parte della nostra idea stessadi umorismo in senso lato. Sono diventati miti senzaetà, maschere dell'oggi, modi di dire, impersonifi‐cazioni della società stessa ‐ americana e contem‐poranea ‐ elementi fondamentali per la nostra esi‐stenza. Arrivando come clandestini, in un barile diaringhe, come Groucho e Chico, i pionieri della co‐micità ebraica hanno saputo sognare per noi e con

noi, hanno inventato il nostro mondo e gli hanno at‐tribuito nuovi significati. Da queste riflessioni è natoquesto omaggio affettuoso, questo viaggio teatraledal titolo Terra promessa e aringhe marinate che il2 settembre è stato presentato contemporaneamentein tre città, Parma, Siena e Firenze, e interpretatoda diversi cast di attori. Nella piccola, incantevolesinagoga di Soragna, che già dal primo pomeriggioera gremita di gente, si sono esibiti Max Sbarsi ePaola De Crescenzo, attori della Compagnia della

Fondazione Teatro Due, che sotto la mia guida hannodato vita a tanti volti diversi della comicità ebraica:dai primi Shlemiel come Gimpel l'idiota, ispirato airacconti di Singer, prototipo di tutti quegli ebrei fi‐duciosi che arrivarono dai villaggi della Russia adEllis Island con la speranza di ricominciare una nuovavita, passando per Monkey Business dei Fratelli Marxdove i clandestini viaggiano in coperta ma invadonopoi tutta la nave con la loro vitale e truculenta clow‐nerie, fino alla creazione di Hollywood e della società

Terra Promessa e aringhe marinate, un viaggio teatrale dai molti sapori

GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA

BIELLA

Grande afflusso di gente nella sinagoga di Biella Piazzo. A fine giornata, spiega il presidente dellaComunità ebraica di Vercelli Rossella Bottini Treves, sono state oltre 1500 le presenze registrate nelluogo di culto. “Un riscontro significativo – afferma – che dimostra come i nostri luoghi, le nostredisponibilità, il ricco calendario di eventi culturali, abbiano consolidato una costante presenzaaffettuosa di amici e di pubblico sempre desideroso di spiegazioni e interesse”.

FIRENZEIn un appuntamentointeramente dedicatoall'umorismo comequello dello scorso 2settembre immancabilhanno fatto la lorocomparsa davantiall'ingresso principaledel Tempio, ricevendol'applauso di grandi epiccini, le mitiche gag emarionette di TomasSimcha Jelinek.

LIVORNO

MILANO“Nessuno dovrebbe stupirsi quando dico che l’umorismonella tradizione ebraica è un tema problematico – haaffermato rav Arbib rivolto al pubblico affluito allasinagoga centrale di Milano – Ridere vuol diresdrammatizzare nei momenti più drammatici e questoconsente la capacità di concentrarsi su altro dalledifficoltà, in primis sullo studio della Torah, come tantevolte è accaduto nel corso della storia ebraica. Ridere di sévuol dire anche ridimensionarsi e ridimensionare quellasuperbia, ga’avah, che rischia di portare l’uomo a credersiD-o. Esiste però anche una visione negativa dell’umorismo.Colui che deride gli altri viene paragonato al malvagio,perché ridicolizza la controparte e così annulla il valoredelle sue parole. L’ebraismo è esattamente il contrario: lacapacità di prendere tutto sul serio. Anche un gestosemplice come bere un bicchiere d’acqua, che deve essereaccompagnato da una benedizione”.

PARMA

Una scena dello spettacolo Terra promessa e aringhe marinate, pièce teatrale scritta dallacommediografa Laura Forti cui ha fatto seguito un concerto di musiche – klezmer e non solo – diAmit Ariel. In apertura un'introduzione sull'uso della miltà debdikhuta (motto di spirito) nelletecniche talmudiche a cura del presidente della Comunità ebraica Giorgio Yehuda Giavarini. Tragli ospiti il presidente dell'amicizia ebraico-cristiana di Lugano Giancarlo Coen. Con lui unadelegazione di oltre 30 iscritti.

ROMANella Capitalepubblico quasitriplicato rispetto allepassate edizionicomplice un'offerta diiniziative ricca ediversificata. Moltacuriosità perl'installazionedell'artista FiorellaIvaldi che riproducevaproprietari efrequentatori del BarTotò, uno dei luoghimitici del Porticod'Ottavia.

A Livorno l'appuntamento era declinato anche in funzione dei prossimi festeggiamenti per ilCinquantenario della sinagoga. Nell'immagine uno dei tanti gruppi di curiosi durante le visite guidate alTempio. Nel corso della giornata erano fruibili anche il Museo di via Micali, la yeshivà Marini e l'anticocimitero cittadino.

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 5ottobre 2012

americana dove per paradosso gli ebrei erano esclusi(memorabile a questo proposito il monologo di Woo‐dy Allen The moose nel quale il povero signor Ber‐kowitz, travestito da alce per una festa in maschera,viene abbattuto da alcuni cacciatori e una volta im‐balsamato finalmente riesce a entrare nel Club Atle‐tico di New York, il cui accesso gli sarebbe stato al‐trimenti precluso in quanto ebreo) e alle sue con‐traddizioni (come nel monologo di Lenny Bruce checon le sue parole dure e dirette ci porta a rifletteresul significato del razzismo e del linguaggio nellasocietà ‐ la sua, quella degli anni Sessanta, ma perestensione anche la nostra di adesso). I due attori,

alternando informazioni storiche a stralci di testi edi sceneggiature famose, hanno intrattenuto e, spe‐riamo, incuriosito gli spettatori, conducendoli in unagirandola di citazioni, cambiando semplicementeun cappello, assumendo un atteggiamento allusivo,sfidando il pubblico, in un gioco di memoria, a rico‐noscere le frasi e le espressioni che tante volte ab‐biamo visto sul grande schermo o letto nei libri de‐dicati alla cultura ebraica. Il pomeriggio è poi pro‐seguito con il concerto di Amit Arieli che con il suoclarinetto e il suo gruppo The New Old Klezmer En‐semble ha ridato vita alle atmosfere della musicakletzmer, in un percorso evocativo che è partito dalle

melodie più "storiche" e tradizionali per arrivare airitmi più arditi e ai virtuosismi delle più recenti spe‐rimentazioni, ricevendo applausi calorosi dal pub‐blico che l'ha più volte chiamato in scena per i bis.Si è concluso così un bel pomeriggio pieno di tanteemozioni e sfumature diverse che ha fatto ridere eforse anche pensare. Una finestra aperta sull'ironiae l'ottimismo di chi non ha smesso mai di crederenella vita. Un piccolo omaggio a questo meravigliosocoarcervo di intelligenza, genialità, innovazione, spi‐rito creativo e faccia tosta che a distanza di tantianni è sempre attuale ed è diventato parte impre‐scindibile della nostra vita.

FARE CULTURA, CON UN SORRISO

VERONATra gli

appuntamenticentrali della

Giornataveronese lo

spettacoloShanà Tovà di

AlexandraWilson con iQuadrivium

Ensemble. Larappresentazione, un racconto

sui rapportiinterfamiliari

intervallato damusiche diGershwin,

Weill e Kreinha avuto luogo

nel cortiledavanti alla

sinagoga.

CASALE

Vera e propria maratona umoristica a Casale Monferrato, “una lettura a gran vus” delpoemetto La gran bataja d'j abrei d'Moncalv che ha visto la partecipazione tra gli altridi Giorgio Milani, Dionigi Roggero, Aldo Fara (sindaco di Moncalvo) e del consigliereUCEI Claudia De Benedetti. Primo assaggio di Giornata già all'uscita dello Shabbat conuna performance di Daniel Fishman.

TORINO

Delle 64 località italiane che hanno preso parte alla Giornata un quarto si trovano in Piemonte.Una regione ricchissima di testimonianze ebraiche che ha visto ancora una volta la Comunitàtorinese tra i cuori pulsanti della manifestazione. “Dell'anno 5772 che abbiamo da poco salutato –spiega il leader comunitario Beppe Segre – vorrei ricordare in particolare questa giornata. Unmomento in cui la Comunità ebraica e tutta la società italiana si sono incontrati, una occasione difesta e di conoscenza, un’immagine di gioia e di speranza, con la partecipazione spontanea di tantivolontari che hanno collaborato con competenza, capacità, armonia. Tutti col volto sorridente”.

TRIESTE

Inaugurata al Museo ebraico la mostra 1912-2012 Cent’anni della Sinagoga di Trieste – CarloMorpurgo, la tragedia di un uomo giusto. Curata da Daniela Gross, Claudio Ernè e MauroTabor, l’esposizione ripercorre la storia del Tempio, che quest’anno compie un secolo, e lavicenda dell’uomo che durante l’occupazione nazista salvò i Sefarim e gli argenti rituali. Nellafoto, da sinistra, il consigliere UCEI Mauro Tabor, il presidente della Comunità ebraicaAlessandro Salonichio e Claudio Ernè.

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pag. 6 ottobre 2012

Si svolta, impazienti di scopriredove inizia la storia, ma dietroquell’angolo, nel piccolo vicolo, cen’è subito un altro, e poi un altroancora. Le parole si arrampicanoper le strette stradine della cittàvecchia, salgono e scendono in unlabirinto ombroso che solo Genovariesce a creare. A un certo puntoverrebbe anche voglia di tornareindietro, fa caldo fra i muri dellecase che quasi si toccano, ma or‐mai si vuole sapere, non può man‐care molto. E poi, finalmente, siarriva nella grande piazza di Pa‐lazzo Ducale. E improvvisamentes’inciampa sulle prime parole dellastoria. “Per raccontare questa sto‐ria d’amore bisogna partire daOdessa”. E oggi la tecnologia aiuta,si tira fuori il cellulare e si digitafebbrilmente questa frase su Goo‐gle. E così si scopre che quelle let‐tere bianche compongono un rac‐conto inedito di Rosa Matteucci ri‐prodotto sulle strade di Genovadall’artista Stefania Galegati in oc‐casione della sua mostra StefaniaGalegati Shines, ancora in corso incittà alla galleria Pinksummer diPalazzo Ducale. La storia è lungaesattamente un chilometro, ed è

Un lungo amore scritto sul selciato

Proboscidi, zanne e artigli: l'Arca e il diluvio universale come esplosione di formeLa Comunità di Casale inaugura le sue mostre perl’anno 5773 con un la personale di arte contempora-nea L’Arca di Noè dell’artista Carlo Pasini che nel testoa seguire presenta se stesso, il suo lavoro e la sua in-stallazione ai lettori di Pagine Ebraiche.

Io, Carlo Pasini matricola 163790. Politecnico di Mi‐lano, Facoltà di Archi‐tettura, laureato con Fredy Drugman e Cor‐rado Levi: sono vera‐mente una personamolto fortunata. Amicicomuni: Fredy Drug‐man e Corrado Levi. Si può dire “porca pa‐letta”? Sì, siamo tuttimaggiorenni e io sonodi fronte all’atelier diAldo Mondino, variabi‐le impazzita della tria‐de.

Sono stato chiaro? Forse sì o forse no, bianco o nero,notte o giorno, sole o luna. Basta! Stop! Carlo Pasiniha avuto a che fare con i tre personaggi sopracitatiche non sono in cerca d’autore: gli autori sono loro. Carlo Pasini è onorato di essere ospite in Sinagogaed è felice di incontrare e ritrovare amici, persone

che mi vogliono bene e che apprezzano il mio lavoro.Arca uguale piena di animali, uguale entusiasmouguale bambini, uguali futuro. Grazie bambini di regalarci un futuro.Shaker è l’opera inedita, appositamente realizzataper l’evento, una moderna Arca di Noè frutto di unpensiero attuale. Parafrasando le parole di un giovane promettente,tal Pablo Picasso: “Dipingere è il mestiere di un cieco.

Egli non dipinge ciò che vede, ma ciò che pensa, cosadice a sé stesso su ciò che ha visto”.Tutto il mio lavoro nasce dall’idea o meglio dall’in‐tenzione di partecipazione, interazione, del fruitorecon l’opera stessa. I miei quadri vanno toccati, i tap‐peti calpestati, gli animali accarezzati.Da tutto ciò uscirà un suono. Le puntine che io uti‐lizzo sono semplici oggetti che mi servono per rive‐stire o meglio vestire come veri abiti, come una dop‐

pia pelle , i miei animali. Ed io li agghindo come sefossero ad una parata o ad una grande sfilata. Animali come cavalli di Troia, che nascondono dentrodi sé …. Una sorta di abito maschera in questo gran‐de teatro che è la vita, dove tutti vorremmo esserequello che non siamo. Il mio lavoro parte un po’ più da lontano, con unapittura ad olio su zanzariere, dove il tutto era giocatosul rapporto tra vuoti e pieni. Questi ultimi permet‐tevano filtri di luce diversi che automaticamente an‐nullavano la pittura oppure l’accentuavano inun’esplosione di colore.Da qui in poi il passaggio successivo è stato più facileed i vuoti si sono trasformati nei pieni delle capocchiecolorate delle puntine. Passaggio obbligato pelli diserpente, quindi il concetto di trasformazione, mu‐tazione naturale o genetica. Per migliorare, per adat‐tamento, per salvare la specie. Un po’ come Noè sul‐l’Arca. Animali mutati o in evoluzione, pantere o me‐glio chimere con ali, animali tatuati, uomini animalio animali uomini o più semplicemente esseri viventi:almeno fino a prova contraria.Io, Carlo Pasini matricola 163790, se sarò riuscitoa rubarvi solo dieci secondi del vostro intelletto edella vostra attenzione mi avrete donato una nuovapossibilità; diversamente avrò fallito. Comunque grazie.

Carlo Pasini

Lech Lechà già guarda al futuroRisposte importanti per la prima edizione delfestival Lech Lechà che ha visto nuovamente pro-tagonista il Meridione d'Italia per una settimanaall’insegna della conoscenza che ha appassionatoe intrigato il numeroso pubblico presente agliincontri. Dieci le localitàpugliesi coinvolte, oltreuna cinquantina i rela-tori che hanno offertoun contributo a questoappuntamento che havisto lavorare allo stessotavolo Comunità ebraicadi Napoli e Assessoratoal Mediterraneo dellaRegione Puglia con il pa-trocinio dell'Unione del-le Comunità EbraicheItaliane (presente al-l'inaugurazione dei la-vori il consigliere San-dro Temin). “Sono estre-mamente soddisfattodei risultati di pubblicoe critica che la manife-stazione ha riportato inquesti sette giorni di fullimmersion nella cultura ebraica. Si tratta – diceFrancesco Lotoro, musicista e direttore artisticodel festival – di una premessa importante periniziare a pensare a un’edizione ancora più riccae articolata che speriamo di poter mettere in

cantiere con l’indispensabile supporto della am-ministrazione di Trani e della Comunità ebraicadi Napoli, i cui rappresentanti ringrazio pubbli-camente per la loro preziosa collaborazione.Lech Lechà non esaurisce ovviamente l’appro-

fondimento di quelli chesono i molteplici aspettidi una cultura millenariae complessa come quellaebraica, ma vuole essereun importante input perquanti ancora poco co-noscono di essa, unostrumento utile per ini-ziare a vincere luoghi co-muni e pregiudizi, e so-prattutto un mezzo perriappropriarsi dell’im-portantissimo segmentodi una storia che è anchela nostra storia”. In pros-simità della conclusionedegli eventi di Lech Le-chà l'annuncio della fir-ma ormai imminente diun protocollo di intesatra il Comune di Trani e

la Comunità ebraica partenopea per il rinnovodella concessione dell'antica sinagoga Scolanova,vero e proprio baricentro di un risveglio di ebrai-smo nel Meridione che si fa sempre più intensoe significativo.

NAPOLIEBRAICA GENOVAEBRAICA

CASALE EBRAICA

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raccontata da due voci diverse,quella di una donna ingenua e so‐gnatrice e quella di un dybbuk.Una figura della cultura ashkena‐zita, una sorta di anima che si at‐tacca a una persona vivente perterminare quello che non era riu‐scita a compiere in vita in attesadi poter lasciare questo limbo edessere infine accolta nel mondodei morti. Un dialogo che spesso lascia il let‐tore in sospeso, rendendo a voltequasi difficile la comprensione del‐la storia che si snoda per i vicoli.“Allora è una storia romantica? Mifarà sognare?”, incalza continua‐mente la donna. In effetti è unastoria romantica, ma anche diguerra. Con quel pizzico di vaga‐bondaggio tipico di ogni famigliaebraica. Si narra di Ruth, un’ebrea origina‐ria di Odessa che attraverso varieperipezie nel 1940 arrivò a Nervi,all’epoca protetta dalla Croce Ros‐sa Internazionale. Durante la se‐conda guerra mondiale si innamo‐rò di Carlo De Mattei, militare fa‐scista. Come regalo di fidanzamen‐to le diede un sacchetto di caffè,“che a quei tempi era come un sac‐

chetto di diamanti. E poi? Ruthconserverà tutta la vita un chiccodi quel caffè”. Incredibile, quasi in‐verosimile, ma l’amore in questastoria trionfa. Ruth e Carlo ebbero due figlie. Unanacque mentre erano ancora inItalia, lei la crebbe mentre lui com‐batteva in Valtellina. Poi, dopo es‐sere stati nascosti per un periodocon i partigiani, “nell’autunno del

1945 riescono ad imbarcarsi perla Palestina”, partendo da Genova,e lì nacque la loro seconda figlia.Lui cambiò nome, diventò CarloCuriel. “Combatte contro gli inglesi

poi entra nell'esercito israeliano,nel genio militare costruisce la pri‐ma strada tra Be'er Sheva e Eilat”.Rimasero in Israele fino al 1958,poi tornarono in Italia.Certo, si tratta di una bella storiaa lieto fine. Però è scritta sulla stra‐da, quella che tutti calpestano, ri‐gano, sporcano. È vero che scriptamanent, ma queste condizioni nonsono proprio favorevoli. E in effettialcuni stralci già non si leggonobene. E allora non si riesce a nonpensare che fra non molto tuttequelle lettere bianche, dipinte conuna calligrafia così chiara, si sa‐ranno completamente cancellate.Scompariranno, insieme alla storiad’amore che raccontano, insiemeal tanto caro e rassicurante lietofine. E così probabilmente ancheai più sentimentali verrà da pen‐sare che la felicità e i sentimentisono una cosa davvero effimera,passeggera, quasi ineffabile. Ed ec‐co che, mentre si riprende a giro‐vagare per i vicoli genovesi, tor‐nano di nuovo in mente propriole parole di De Andrè: “Amore chevieni, amore che vai”.

Francesca Matalon twitter @MatalonF

Ragazzi da tutta Italia al Talmud Torah nazionale in CarsoLa consapevolezza di essere parte diuna comunità, l'impegno verso il pros‐simo, la sfida di guardare oltre gli egoi‐smi e gli interessi personali. Molte eaffascinanti declinazioni per la sessio‐ne di Talmud Torah Nazionale svoltasia inizio settembre a Trieste. L'iniziativa,dal titolo Io e l'altro, è stata suddivisain vari filoni tematici e ha richiamatoin Carso giovani, nella fascia di età 11‐14 anni, dalle Comunità ebraiche diTorino, Milano, Mantova, Firenze e Ro‐ma. Si è partiti dal comandamento“amerai il prossimo tuo come te stes‐so” per affrontare i precetti della tze‐dakah e della visita agli ammalati e af‐frontare ancora le insidie della lashonha‐rà, la maldicenza. Temi che sonostati oggetto di lezioni di ebraismo edi lingua ebraica e di numerose attivitàa cura delle due madrichot Sara Astro‐logo e Alex Licht. Nel programma an‐che una visita alla Risiera di San Sabbae una lettura della Shoah e delle per‐secuzioni razziali legata proprio al te‐ma cardine di questo appuntamentodidattico. Il bilancio degli incontri, spie‐ga la coordinatrice del Centro Peda‐

gogico UCEI Odelia Liberanome, af‐fiancata nel coordinamento dell'ini‐ziativa da Daniela Misan e da ChiaraSciunnach per quanto riguarda l'inse‐gnamento, è molto positivo. “Trovo cheil format proposto abbia funzionatoraggiungendo i risultati che ci eravamoprefissi. La risposta migliore – afferma– ce l'hanno data gli stessi ragazzi 'la‐mentandosi' di come fosse passato ve‐locemente il tempo. Sono soddisfattaanche se dal punto di vista della par‐tecipazione, specie dalle Comunità nu‐mericamente più piccole, possiamosenz'altro migliorare”.

Giornata del ricordo a San RossoreMemoria, testimonianza e impegno

Solenne cerimonia a Pisa in occasione del 74esimoanniversario delle Leggi Razziste firmate a San Ros‐sore il 5 settembre del 1938 dal re d'Italia VittorioEmanuele II. Una pagina drammatica di storia ita‐liana che è stata ricordata con una serie di iniziativededicate al passato ma soprattutto proiettate versonuove prospettive di inclusione nel segno di una so‐cietà sempre più globale e multiculturale. Ad aprirela giornata una commemorazione a San Rossore conla partecipazione tra gli altri del sindaco di Pisa Mar‐co Filippeschi, del presidente della Comunità ebraica

Guido Cava e di rappresentanti di Aned, Anpi, Anppia,Comunità LGBT e realtà sinti. A seguire a PalazzoGambacorti convegno aperto a tutta la cittadinanzacon il rav Luciano Meir Caro, l’antropologo Ugo Caffaze Michele Battini del Centro Interdipartimentale distudi ebraici dell’Università di Pisa. Grande parte‐cipazione anche per la lezione di Guri Schwarz sultema L’antifascismo, gli ebrei italiani e la persecu‐zione razziale. Tra i vari appuntamenti, entrambialla stazione Leopolda, l'esecuzione del RequiemK.626 di Wolfgang Amadeus Mozart e la tavola ro‐tonda con Silvano Arieti, Rita Bruschi, Giovanni Um‐berto Corsini, Ludovico Gallieni e Silvia Panichi perdiscutere attorno al testo Il Parnas di Silvano Arieti.“Con la solennità istituita dal Comune di Pisa – haaffermato Filipppeschi – ogni 5 settembre rinnovia‐mo la memoria di quel giorno infausto del 1938 incui furono firmati, in San Rossore, i Regi Decreti chepromulgavano la legislazione per la difesa della razza.Abbiamo inteso stabilire un momento permanenteper costruire una memoria condivisa della nostrastoria recente e dare ai giovani un messaggio im‐portante contro il razzismo e contro ogni forma didiscriminazione. Il programmo ancora più ampio earticolato proposto quest’anno servirà anche comespunto di riflessione culturale affinché prosperinoi valori di libertà, democrazia e tolleranza che stannoalla base della nostra convivenza civile e che sonodi grande attualità”.

LUGANO

Shabbaton e sinergiePrimo shabbaton della Swiss Union of JewishStudents a Lugano e nel Canton Ticino. L'ini‐ziativa è stata rivolta non soltanto ai giovaniebrei svizzeri ma anche ai loro correligionariitaliani complice una vicinanza geografica (enon solo) che potrebbe favorire uno scambiosempre più intenso con l'Ugei e con le altrerealtà giovanili ebraiche che operano nel no‐stro paese.

oltreconfine

Un primo piano dell’artistaStefania Galegati, autrice dellaperformance artistico-letteraria.

Alcune immaginidel TalmudTorah nazionalesvoltosi a Triestea iniziosettembre. Alleattività hannopartecipatoragazzi in fasciadi età 11-14 annidalle Comunitàdi Torino,Milano, Mantova,Firenze e Roma.

PISAEBRAICA

TRIESTE EBRAICA

La questione fondamentale che un indivi‐duo possa trovarsi ad affrontare durante lapropria esistenza è quella identitaria. Cre‐scere in un ambiente con tradizioni e originidiverse da quelle familiari può significareritrovarsi a non identificarsi in nessun grup‐po o insieme di persone, nella fattispecie anon sentirsi né ebreo, né italiano. Quale puòessere la causa effettiva di questa mancanzadi identificazione? Alla base dell’identitàebraica c’è la conoscenza della cultura, delletradizioni, e soprattutto delle persone (es‐sere ebrei per conto proprio è praticamenteimpossibile). L’assenza di qualcuno con cuicondividere il processo conoscitivo risultanella sensazione di non avere veramenteun legame diretto con le proprie origini, senon quello familiare (ovvero con le originistesse, quindi un legame tautologico). Nelcontempo la consapevolezza di non condi‐videre le origini con le persone che ci cir‐condano porta ad un inevitabile distaccodal senso di nazione, e di qui la mancanzadi identificazione come italiano. Quando unnotiziario italiano diffonde la notizia dellamorte di un connazionale non provo piùdispiacere di quanto ne proverei per unqualsiasi altro cittadino del mondo. Questavisione cosmopolita, con i suoi pregi e i suoidifetti, è un effetto collaterale dell’essereebreo in un ambiente estraneo, e se da unaparte riflette un ragionamento razionale,dall’altra non corrisponde alla realtà, perchéla natura umana non funziona in questomodo: essere liberi da qualsiasi precetto etradizione ci rende prigionieri di noi stessi.La vera importanza del processo conoscitivodelle proprie origini sta nel potersi sentireparte di qualcosa che riceviamo come unasorta di eredità spirituale e che si traducecon una complicità precondizionata con lepersone che condividono questa eredità.Nella città di Zefat, dove ha avuto originela qabbalah, abbiamo ascoltato la storiadell’albero di carruba, i cui frutti potrannoessere assaporati solo dalle generazionisuccessive a quelle di chi ha piantato l’al‐bero. Questa semplice metafora riassumeil senso dell’esperienza vissuta grazie a Ta‐glit Italia, che è riuscita in qualche modo atrasmettere quell’eredità dimenticata. Vi‐vendo la terra di Israele con l’intensissimoprogramma di Birthright, abbiamo avuto

la possibilità di rivivere la storia vissuta dainostri antenati e comprendere meglio la si‐tuazione attuale del popolo ebraico e dello

Stato di Israele. Il processo conoscitivo man‐cato fino ad oggi, è ora cominciato con l’en‐tusiasmo della Scoperta (che non a caso è

proprio il significato di Taglit) ed ha con‐sentito anche ai più secolarizzati di scoprireun forte legame con le proprie origini. Quan‐d’ero bambino, un giorno portai alla scuolaelementare alcuni oggetti caratteristici del‐l’ebraismo e quando mi chiesero come sifa a suonare lo shofar risposi con orgogliogenuino che solo gli ebrei lo sanno suonare.Grazie a questo viaggio sono riuscito a ri‐trovare quall’orgoglio perduto durantel’adolescenza, suonando – come dice unapreghiera del mattino – il grande shofar perla nostra libertà.

Mario Davide Roffi

Il testo è stato pubblicato anche sul portaledell'ebraismo italiano www.moked.it

Sulle testate italiane ormai nonfa nemmeno più notizia. Stiamoparlando della crisi siriana, o permeglio dire guerra civile. Unaguerra che si combatte proprioal di là del Golan. Un confine chesebbene conteso è stato finoraconsiderato tranquillo per la si-curezza di Israele. La stampaisraeliana continua a riportareminuziosamente ogni notiziaproveniente dalla Siria, dai bom-bardamenti ai movimenti di As-sad, ma soprattutto su ciò chespaventa di più: le armi chimichee biologiche siriane che nel casodovesse verificarsi un vuoto dipotere potrebbero cadere in ma-no a Hezbollah, l’organizzazioneterroristica libanese che sul con-fine israeliano ha già accumulatoalmeno 40 mila razzi. Netanyahuha dichiarato che prevenire chequeste armi cadano nelle manisbagliate è fondamentale per lasicurezza di Israele, il cui esercitosi prepara a intervenire in casodi necessità. Ma anche l’uso ditali armi da parte di Assad stessospaventa non poco, non soltanto

Israele, ma anche gli Stati Uniti,tanto che il presidente Obamane considererebbe anche solo ildispiegamento come il supera-mento definitivo della linea rossa.Sebbene Assad abbia dichiaratoche le suddette armi siano al si-curo e che verrebbero usate solonel caso di un intervento esterno,la fragilità del suo gover-no non rincuora di certogli israeliani. Ad aggra-vare ulteriormente loscenario sono arrivatepoi di recente le dichia-razioni del Pentagono ri-guardo alla creazione diuna milizia iranianaproprio in Siria, allo sco-po di difendere il regimedi Assad. Le Guardie rivoluzio-narie iraniane hanno infatti di-chiarato che non esiteranno a in-tervenire a fianco dei siriani nelcaso di un attacco americano.D’altronde i due alleati vedononelle rivoluzioni che hanno col-pito recentemente i rispettiviPaesi la mano dell’Occidente e diIsraele in particolare, che attra-

verso i ribelli starebbe combat-tendo una guerra per procura.D’altra parte Israele vede l’inde-bolimento del regime siriano co-me un vantaggio nel caso di uneventuale attacco all’Iran. Un at-tacco del genere provocherebbela reazione di Libano e Siria(l’Egitto rimane un’incognita) e

l’eliminazione di uno dei frontifarebbe risparmiare a Tzahal no-tevoli risorse che potrebbero es-sere rivolte alla difesa del fronteinterno, più vulnerabile. Sia il vice-premier Mofaz che Ne-tanyahu stesso puntano il ditocontro Hezbollah e l’Iran come iveri responsabili del genocidioin corso, diminuendo le espres-

sioni in cui si auspica una cadutadi Assad. Di tutt’altro avviso è ilPresidente Peres, che si augurauna vittoria dei ribelli, ponendola fine dello spargimento di san-gue come priorità. Gli fa eco Ne-tanyahu che prevede una cadutadi Assad in futuro e spera in uncambiamento di regime piutto-

sto che in un crollonell’anarchia. Sarebbequesta infatti l’evenien-za per cui Israele sa-rebbe disposto a varca-re il confine intervenen-do per prevenire che learmi di distruzione dimassa siriane possanopassare in mano a Hez-bollah o all’Iran.

Nel complesso, dunque, restanocauti i toni da parte del governoisraeliano, preoccupato che la si-tuazione in Siria possa distoglie-re l’attenzione internazionaledalla minaccia iraniana, la cuimano, grazie ai tumulti siriani,sembra estendersi fino alle portedi Israele.

Alessia Di Consiglio

HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

UN GIORNALE APERTO AL LIBERO CONFRONTO

DELLE IDEE

direttore Simone Disegni

HaTikwa – periodico di attualità e cultura dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia | [email protected] – www.ugei.it | supplemento a Pagine Ebraiche - n. 10 - 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037-1543 (responsabile a termine di legge: Guido Vitale)

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Un viaggio alla (ri)scoperta della propria identitàEchiDue echi. Due storie. Dueesperienze apparentementedistanti anni luce eppurequanto mai vicine geografi-camente. Ripartiamo da qui,questo mese, da due contri-buti che ci raccontano en-trambi di Israele e dintorni,seppur in modo diverso: dauna parte l’emozionante te-stimonianza di uno dei par-tecipanti all’ultimo Taglit –il viaggio attraverso quelPaese aperto a tutti i ragazziebrei del mondo; dall’altra,il racconto di ciò che da TelAviv si scorge oltre il confinesettentrionale, nel raccapric-ciante carnaio siriano. Nonsembra esserci via d’uscitaa questa “ambiguità esisten-ziale” in cui Israele vive so-speso da sempre: una caricaspirituale e ideale fortissima,da un lato, ma un contestogeopolitico quanto mai in-certo e pericoloso, dall’altro.L’augurio, con l’aprirsi delnuovo anno 5773, è che il se-condo dato possa finalmentesvanire, aprendo le porte so-lo a progetti di pace e di cre-scita per Israele e la regioneintera. Quello per tutti voi,naturalmente, che il nuovoanno sia dolce come il mielee ricco di gioia e soddisfazio-ni. L’Ugei, dal canto suo, con-tinuerà a fornire occasionid’incontro, di scambio e didibattito: mentre i gruppi lo-cali stanno lavorando anco-ra una volta per “unire l’Ita-lia per Sukkot”, i motori sistanno scaldando per il18esimo Congresso Ordina-rio, a Firenze dal 2 al 4 no-vembre. Se non l’avete anco-ra fatto, dunque, mano aicomputer per iscrivervi e as-sicurarvi la partecipazionea un weekend imperdibile! Shanà tova di tutto cuore.

La redazione

Quelle minacce che arrivano dalla Siria