Italia 1 Trim 2012 - Pil Debito & Co

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    Quaderno di Ricerca

    Italia 1 trim 2012: Pil, debito & Co.Osservatorio trimestrale sui dati economici italian i

    MAZZIERO RESEARCHCopyright 2012 Tutti i diritti riservati

    AutoriPer lOsservatorio: Maurizio MazzieroPer gli Approfondimenti: Leonardo Baggiani

    Silvano Fait Andrew Lawford

    SommarioIntroduzione Pag. 2I rating Pag. 4Il sistema bancario Pag. 7Il debito pubblico Pag. 9Lo stock di Titoli di Stato Pag. 14Le Riserve Banca dItalia Pag. 20Il Prodotto Interno Lordo Pag. 21Bilancia commerciale Pag. 23Linflazione Pag. 24La disoccupazione Pag. 25 Approfondimenti Pag. 29Il focus di IdeasHaveConsequences.org Pag. 29Il commento di Andrew Lawford Pag. 37Conclusioni Pag. 44Bibliografia Pag. 44

    Estratto:Questo Quaderno di

    Ricerca pone sottoosservazione i dati

    economici italiani,esaminandolevoluzione trimestrale

    del debito pubblico,dello stock di Titoli di

    Stato, delle Riserveufficiali, della crescitadel Pil e della bilancia

    commerciale,dellinflazione e della

    disoccupazione.

    Abstract:This study examines the

    quarterly evolution of Italy's sovereign debt,

    its stock of government bonds, official reserves,

    GDP and balance of

    trade, inflation and unemployment.

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    Introduzione

    Chi un attento lettore dei documenti ufficiali governativiavr notato dallinizio di questanno un lieve, masignificativo, cambio di registro nei commenti rilasciati inoccasione delle presentazioni di studi e statistiche; sembraessere iniziato un nuovo corso in cui lesame della realtha abbandonato le illusioni del passato Governo e fapermeare, seppur non ancora completamente, il realestato delle cose.Nel corso di questo Osservatorio verranno ripresi alcuni diquesti commenti, citandoli nelle varie sezioni; ad uno diquesti affidiamo lintroduzione. Si tratta del rapporto della

    Banca dItalia dello scorso aprile su: Le famiglie italianenella crisi, presentato dal Vice Direttore Generale AnnaMaria Tarantola, che riprendiamo per sommi capi.Durante la fase acuta della recessione, nel 2008-09, lacaduta dei redditi familiari ha raggiunto in Italia il 4 percento, a fronte di una riduzione del PIL del 6 per cento.Nella maggior parte degli altri paesi avanzati, il redditodisponibile lordo reale delle famiglie invece cresciuto,nonostante la contrazione del prodotto. In Francia a uncalo del PIL prossimo al 3 per cento si associato un

    incremento delle entrate familiari di quasi il 2 per cento.In Germania e negli Stati Uniti il PIL si ridotto del 4 percento, ma i redditi delle famiglie sono saliti di circa mezzopunto percentuale. Nel Regno Unito e in Svezia ladiminuzione del PIL ha superato il 5 per cento, ma ilreddito delle famiglie aumentato, rispettivamente, del 2e del 5 per cento. []In Italia il sostegno pubblico, pur positivo, stato picontenuto, limitato dalla necessit di impedire un drasticopeggioramento della finanza pubblica. Nel nostro paese

    nel 2009 il tasso di occupazione diminuito di 1,2 puntipercentuali rispetto a un anno prima; nel 2010 di ulteriori0,6 punti; nel 2011 ha ristagnato. []Si stima che nella tarda primavera del 2009, nel momentodi massimo impatto della crisi sul mercato del lavoroitaliano, circa 480 mila famiglie abbiano sostenutoalmeno un figlio convivente che aveva perso il lavoro neidodici mesi precedenti. Le risorse impiegate in questaforma di sostegno familiare sono venute non solo dairedditi da lavoro dei genitori, ma spesso anche da quelli

    da pensione. Le dinamiche recenti hanno confermatotendenze gi presenti nel nostro paese.

    Si assiste a un cambio diregistro nei commenti

    rilasciati.

    Durante la fase acutadella recessione la caduta

    dei redditi familiari haraggiunto in Italia il 4 per

    cento.

    In Italia il sostegnopubblico alle famiglie

    stato pi contenuto.

    Si stima che circa 480mila famiglie abbianosostenuto almeno unfiglio convivente cheaveva perso il lavoro.

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    Il 42 per cento deigiovani tra i 25 e i 34anni vive con i genitori.

    Bisogna interrogarsi circala sostenibilit di un

    modello di welfare in cuialle famiglie demandatoil compito di

    ammortizzare gli shock negativi che colpiscono i

    redditi dei singolicomponenti.

    Mentre in altri paesieuropei lo Stato

    intervenuto a sostegnodelle famiglie per

    contrastare la crisi, cos avvenuto solo in minima

    parte in Italia.

    Nel 2010 viveva ancora con i genitori il 42 per cento deigiovani di et compresa tra i 25 e i 34 anni, et alle quali ilpercorso di studi in gran parte dei casi gi completato.

    Quindici anni prima questa quota era pari al 36 per cento. [] Anche prima del dispiegarsi degli effetti della recessione,la debole dinamica del reddito si era riflessa in una minorecapacit di risparmio delle famiglie. Nel decennio appenatrascorso la propensione al risparmio delle famiglieitaliane calata: era intorno al 16 per cento del redditodisponibile allinizio del 2008; con la crisi ulteriormentediminuita, al 12 per cento nel 2011. []In media, le famiglie italiane appaiono ricche nelconfronto internazionale. []

    Considerare la ricchezza, oltre al reddito, consente dimitigare solo parzialmente il quadro negativo circa ladiffusione della povert in Italia. []Bisogna interrogarsi circa la sostenibilit di un modello di welfare in cui alle famiglie demandato il compito diammortizzare gli shock negativi che colpiscono i redditidei singoli componenti.Si tratta di un rapporto lucido e disarmante per ladescrizione di una realt che constatiamo tutti i giorni, mache talvolta viene smussata nei dibattiti pubblici

    presentati dai media. In pratica quanto emerge chementre in altri paesi europei lo Stato intervenuto asostegno delle famiglie per contrastare la crisi, cos avvenuto solo in minima parte in Italia; ci nonostante il bilancio statale ugualmente peggiorato e quindi laricerca delle risorse si nuovamente rivolta alle famiglieche gi rappresentano il sistema di welfare di loro stesse.Nel corso di questo Osservatorio riprenderemo questitemi, esaminando ancora una volta i dati e cercando diindividuare la traiettoria della nostra economia. Mi

    affiancano anche in questo numero i preziosiapprofondimenti di Leonardo Baggiani, Silvano Fait e Andrew Lawford che ancora una volta sono stati in gradodi ampliare il campo di indagine e di farci comprendereulteriori aspetti importanti in ambito economico. A loro vail mio pi sincero ringraziamento.

    Maurizio Mazziero

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    I ratingIl primo trimestre del 2012 stato senzaltro caratterizzatodalla ristrutturazione del debito greco: una proposta discambio di Titoli di Stato con una riduzione del valorenominale (haircut) del 53,5%, ma ben superiore in terminireali, considerando anche un tasso inferiore delle cedoleposticipate sino al 2042. Unoperazione molto discutibile e volta a portare il debito/Pil al 120,5% nel 2020; rapportoche non garantisce alcunch in termini di solidit e

    solvibilit economica del paese.Loperazione di scambio titoli richiedeva unadesione volontaria superiore al 75%, mentre una percentuale oltreil 90% avrebbe permesso di far scattare le Collective Action Clauses con modifiche dei termini e degli obblighidei Titoli di Stato anche senza il consenso di ciascundetentore. Loperazione si conclusa con unadesione deiprivati al 96,9%, facendo appunto scattare la clausola diobbligatoriet per tutti.In conseguenza del processo di ristrutturazione si sono

    verificate una serie di modifiche al rating della Grecia. Il22 febbraio Fitch ha portato il rating da CCC a C seguita il27 febbraio da Standard & Poors che lo ha abbassato da

    Loperazione di scambiodei titoli greci si

    conclusa con unadesionedei privati al 96,9%,facendo scattare la

    clausola di obbligatorietper tutti.

    Tabella 1: Rating dei principali Paesi a confronto secondo Standard & Poors(Elaborazione su dati Standard & Poors)

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    CC a SD (Selective default), il 2 marzo stato il turno diMoodys che ha modificato il rating greco da Ca a C.Fitch ha abbassato nuovamente il rating il 9 marzoportandolo da C a RD (Restrictive Default). Nella stessagiornata lIsda (International Swaps and Derivatives Association) ha definito la proposta di scambio titoliappena conclusasi come un evento di ristrutturazione deldebito, proprio a causa dellattivazione delle Collective Action Clauses, e quindi valido a far scattare la garanziadi rimborso da parte dei detentori di CDS (Credit defaultswap). Lesposizione per i venditori di CDS all1 marzo eradi 3,2 miliardi di dollari, somma da versare ai compratoriin proporzione alla quota di riduzione del capitale; nelcaso essa fosse del 75% il pagamento sarebbe di 2,4miliardi di dollari.Ma Fitch stato straordinariamente rapido, forsestranamente rapido, a rivalutare il merito della Grecia,portandolo a B- e motivandolo con la previsione diabbassamento del debito/Pil al 120% entro il 2020.Eccesso di fiducia? O scarsa capacit di far di conto daparte di Fitch? Sono ovviamente delle domande retoricheche lasciamo a chi in futuro vorr valutare loperato dellecase di rating.

    Le Collective ActionClausessono state

    giudicate valide a farscattare la garanzia dirimborso da parte dei

    detentori di CDS.

    Tabella 2: Rating dei principali Paesi secondo Standard & Poors, Fitch e Moodys(Elaborazione su dati Standard & Poors, Fitch e Moodys)

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    Daltra parte potrebbero anche essere considerazionicondivise dalla stessa Fitch dato che il 17 maggio haprovveduto a un nuovo downgrade da B- a CCC, a seguitodella incapacit del Parlamento Ellenico di esprimere unamaggioranza di Governo, avviandosi a una nuova tornataelettorale.Nel frattempo anche Standard & Poors aveva rivisto ilrating greco al rialzo riportandolo il 2 maggio a CCC daSD. Le vicende greche non sono comunque terminate in

    quanto si dovr attendere lesito delle votazioni del 17giugno per capire il futuro della nazione e le conseguenzesulla moneta unica.Ma non stata solo la Grecia oggetto di attenzione dellecase di rating, il 26 aprile Standard & Poors ha adottatoun taglio di rating per la Spagna, che stata portata aBBB+ al pari dellItalia. Le motivazioni parlavano di undeterioramento della traiettoria del debito per ilquinquennio 2011-2015 e lincremento delle probabilit diintervento a supporto del settore bancario; aspetto pi che

    mai attuale vista la recente crisi del Banco Financiero y de Ahorros, conosciuto anche come Bankia, una delle prime banche spagnole.

    Le vicende greche nonsono comunque

    terminate in quanto si

    dovr attendere lesitodelle votazioni del 17giugno per capire il

    futuro della nazione e leconseguenze sulla

    moneta unica.

    Tabella 3: Corrispondenza dei Rating di Standard & Poors, Fitch e Moodys

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    Manovra di declassamento per la Spagna anche da partedi Fitch che ha portato il merito di credito da A a BBB il 7giugno.La Tabella 1 mostra il rating dei principali Paesi aconfronto secondo Standard & Poors, lagenzia di ratingche dopo la cinese Dagong sembra essere la pi severa;mentre la Tabella 2 riporta per la maggior parte dei PaesidellUnione Europea il rating assegnato dalle tre agenzie:Standard & Poors, Fitch e Moodys, insieme alloutlook.La Tabella 3 infine riporta per comodit lacorrispondenza dei livelli di rating fra le tre agenzie.

    Il sistema bancario

    Questa sezione sicuramente non esaustiva ci consente diriportare alcuni dati pubblicati dalla Bank for

    International Settlements nel suo rapporto trimestrale. Ilgrafico a sinistra dellaFigura 1 mostra landamento deiflussi nei depositi bancari, la linea blu fortementediscendente nel corso del 2011 evidenzia un calo di circa240 miliardi di euro nei depositi bancari di Italia eSpagna, indicati cumulativamente; un fenomenoproseguito secondo alcune notizie di stampa anche nelprimo semestre del 2012.Il medesimo fenomeno iniziato gi dalla met del 2010 losi riscontra nella linea rossa per Grecia, Irlanda e

    Portogallo, seppur con minore intensit, data ladimensione pi contenuta dei paesi.

    Nel 2011 calo di 240

    miliardi di euro neidepositi bancari di Italiae Spagna.

    Stesso fenomeno perGrecia, Irlanda e

    Portogallo.

    Figura 1: Flusso dei depositi bancari e spread tra OIS e Libor 3 mesi (Bank for International Settlements)

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    Tendenza inversa per le linee verde e marrone chemostrano i flussi dei restanti paesi europei e che almenoin parte rappresentano le destinazioni dei flussi in uscitadai PIIGS.Il grafico a destra dellaFigura 1 pone a confronto lospread OIS Libor a tre mesi fra Stati Uniti ed Europa; nel

    caso dellEuro si tratta dello spread fra i tassi Euribor a tremesi ed Eoniaswap, un argomento che viene diffusamenteesaminato nella sezione Approfondimenti da SilvanoFait.Generalmente questo spread un indicatore della salutedel sistema bancario in quanto raffronta i tassi di unrischio di credito della controparte bancaria con i tassi diun rischio connesso alla liquidit; pi questo differenziale elevato, maggiore il timore sulla solvibilit bancaria. Ilgrafico mostra come dopo un forte shock nel corso del2011 i valori europei siano rientrati avvicinandosi a quelliamericani; restano ancora piuttosto elevati quelli inglesi.La Figura 2 nel grafico a sinistra mostra ladesione degliistituti bancari alloperazione LTRO, anche in questo caso vediamo Italia e Spagna guidare la classifica, seguiti amolta distanza da Belgio e Francia; per maggiori dettaglisi rimanda al commento di Leonardo Baggiani nellasezione Approfondimenti .Il grafico a destra della Figura 2 mostra invecelesposizione dei paesi esteri alle obbligazioni italiane; lacolorazione grigia si riferisce ai Titoli di Stato, mentrequella marrone chiaro alle obbligazioni bancarie.

    Ladesione alloperazioneLTRO stata maggiore

    per gli istituti bancari diItalia e Spagna seguiti amolta distanza da quelli

    di Belgio e Francia.

    Figura 2: Adesione alloperazione LTRO e detenzione di obbligazioni italiane allestero(Bank for International Settlements)

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    Nel corso del tempo vedremo

    progressivamentediminuire lesposizioneestera ai Titoli di Stato

    italiani.

    Debito pubblico a 1.946miliardi a fine marzo, ben

    49 in pi dello scorsotrimestre.

    Tabella 4: Variazioni mensili del debito pubblico dal 2011 al 1 trim. 2012(Elaborazione su dati Banca dItalia)

    Si pu osservare che la Francia detiene la maggioreesposizione ai Titoli di Stato italiani, mentre la Germaniaha solo una modesta esposizione al debito bancario.Nellordine sono esposti al debito pubblico italiano paesiminori dellEurozona, il Regno Unito e il Giappone.

    plausibile che nel corso del tempo vedremoprogressivamente diminuire lesposizione estera ai Titolidi Stato italiani dato che questo proprio uno degli scopi,poco pubblicizzato, delle operazioni di finanziamentoLTRO: finanziare le banche affinch acquistino il debitopubblico del proprio Stato, facendo diminuire nel mediotermine il rischio di contagio in caso di default.

    Il debito pubblico

    Anche nel primo trimestre del 2012 il debito pubblico stato in forte aumento; dopo aver chiuso lo scorso anno a1.897 miliardi, lo ritroviamo a 1.946 a fine marzo, ben 49miliardi in pi, si veda laTabella 4 dove le cifre in violetto indicano i mesi in cui si avuto unpeggioramento, mentre quelle in verde i mesi in cui ildebito migliorato.Il debito pro capite raggiunge la somma di 31.981 euro in base alla stima demografica Istat della popolazioneresidente a fine 2011 di 60 milioni e 851 mila unit, di cui4 milioni e 859 mila stranieri che vengono comunqueinclusi in questo calcolo.

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    Proiezione sul debitodell'Istituto Bruno Leoni

    1.967 miliardi.

    Tabella 5: Variazioni annuali del debito pubblico dal 2000 al 1 trim. 2012(Elaborazione su dati Banca dItalia)

    Al momento della redazione di questo Quaderno diRicerca (inizio giugno 2012), il dato del debito pubblicoappare moderatamente pi elevato: con una proiezioneattuale di oltre 1.967 miliardi (elaborazione Istituto BrunoLeoni).

    Corte dei Conti, Audizione nellambito dellIndagine conoscitiva suldocumento della Commissione europea Analisi annuale della crescita per il2012 Presidente Luigi Gianpaolino, 13 marzo 2012

    Un elevato debito pubblico, alimentato da persistenti deficit annuali di bilancio,determina prima o poi come si verificato a partire dalla scorsa estate un rialzo del costo del debito sovrano. Velocemente questo rialzo nel costo del debito pubblico si trasferisce sul costo del credito per le famiglie e per le imprese. Ne segue la caduta di quella parte della domanda particolarmente sensibile al tasso dinteresse, e cio in primo luogo degli investimenti e dei consumi durevoli. Particolarmente negativa la caduta degli investimenti: infatti proprio attraverso gli investimenti che le imprese incorporano nei processi produttivi linnovazionetecnologica; una caduta degli investimenti ha effetti di lungo periodo sullefficienza del sistema produttivo e, con essa, sulle prospettive di crescita delleconomia. [] Al pareggio di bilancio si affianca il vincolo relativo alla riduzione di un ventesimoallanno della differenza fra il rapporto effettivo debito/PIL e il valore-soglia del 60%.[] Certamente, dal punto di vista della crescita fa differenza a quale livello della pressione fiscale e quindi della spesa pubblica quel pareggio di bilancio verr conseguito. [] Il risultato che ci avviamo verso una pressione superiore al 45% del prodotto, un livelloche ha pochi confronti nel mondo.

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    L'incremento del debito

    dal 2000 a oggi stato dioltre 645 miliardi.

    La Tabella 5 riassume la progressione del debito a partiredallanno 2000; il suo incremento dallinizio della scorsadecade ha ormai raggiunto una cifra di oltre 645 miliardi,quasi un 50% in pi rispetto al 2000.

    Nel riquadro della pagina precedente viene riportato un breve stralcio della relazione del Presidente della Corte deiConti, Luigi GianPaolino il 13 marzo; una sintesi davverodegna di nota in poche righe viene descritto tutto ildramma della situazione economica italiana.

    Entrate e uscite della Pubblica Amministrazione

    Relativamente alle entrate delle Amministrazioni Pubbliche, lIstat ha stimato nel 2011

    entrate totali, pari al 46,6% del Pil, in aumento dell1,7% rispetto allanno precedente(+1,1% nel 2010). Le entrate correnti hanno registrato un incremento dell1,3%,attestandosi al 45,9% del Pil. In particolare, le imposte indirette sono cresciute del 2,0%,trainate prevalentemente dallaumento del gettito dellIVA e delle imposte sugli oliminerali e gas metano. Le imposte dirette sono risultate in riduzione dello 0,1%,essenzialmente per effetto della contrazione dellIRPEF.La dinamica delle entrate complessive, pi sostenuta rispetto a quella delle entratecorrenti, da ascrivere principalmente allaumento di quelle in conto capitale (+47,2%).Queste ultime risentono della forte crescita delle imposte in conto capitale (+99,1%),dovuta prevalentemente ai versamenti una tantum dellimposta sostitutiva sul

    riallineamento dei valori contabili ai principi internazionali IAS (D.L. n.185 del 2008 Art.15).Le uscite totali delle Amministrazioni Pubbliche secondo lIstat sono state pari al 50,5%del Pil (51,2% nel 2010), in aumento dello 0,4% rispetto al 2010. Le uscite di partecorrente sono aumentate dell1,2%, attestandosi al 47,5% del Pil (era 47,7% nel 2010). Inparticolare, i redditi da lavoro dipendente si sono ridotti dell1,2%, in presenza di unariduzione delle unit di lavoro delle Amministrazioni Pubbliche. Le spese per consumiintermedi hanno registrato un incremento dell1,2%, in lieve aumento rispetto a quantorilevato nel 2010 (+0,9%), mentre le prestazioni sociali in natura (che includonoprevalentemente spese per assistenza sanitaria in convenzione) si sono ridotte del 2,2%,

    invertendo la dinamica positiva dellanno precedente (+2,0%). Di conseguenza, la spesaper consumi finali delle Amministrazioni Pubbliche ha fatto registrare nel 2011 unacontrazione dell1,0%, a fronte della crescita dello 0,8% segnata nel 2010.Le prestazioni sociali in denaro sono aumentate del 2,2% (+2,4% nel 2010) trainate dallacrescita della spesa per pensioni e rendite, mentre sono risultate in riduzione leliquidazioni per fine rapporto di lavoro. Gli interessi passivi si sono attestati, nel 2011, suun livello di poco superiore ai 78 miliardi, in aumento del 9,7% rispetto allannoprecedente.Nellambito della spesa in conto capitale, in contrazione dell11,0%, gli investimenti fissilordi sono diminuiti dello 0,8% (-15,8% nel 2010). Risultano in flessione anche i contributi

    agli investimenti (-11,0%) e le altre uscite in conto capitale; per queste ultime il valorenegativo dovuto alla contabilizzazione delle vendite dei diritti duso delle frequenzeelettromagnetiche, in riduzione della spesa.

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    Pressione fiscaleoscillante tra il 42 e il

    47%.

    Nel computo vengonoconsiderate le attivitirregolari stimate tra i

    255 e i 275 miliardil'anno.

    Tabella 6: Andamento entrate e uscite statali dal 2011 al 1 trim. 2012(Elaborazione su dati Banca dItalia)

    Grazie a questo testo possibile agganciare unaconsiderazione che non mai stata fatta dalle pagine delnostro Osservatorio. Sono numerosi i documenti ufficialicon cui vengono indicati i dati della pressione fiscale; ingenere tutti vedono una pressione oscillante tra il 42 e il47%, con una tendenza in aumento.Nessuno cita e pochi sanno che tale pressione vienecalcolata tenendo presente nel Prodotto Interno Lordoanche la cifra derivante dallattivit sommersa. Nessunoconosce il reale valore di queste attivit irregolari, inquanto non essendo note al fisco, non pagano n tasse ncontributi; probabile inoltre che queste venganosovrastimate da un lato per comprimere il dato dellapressione fiscale da un altro per aumentare il comunesdegno.Secondo lIstat, leconomia in nero si aggirerebbe tra i 255

    e i 275 miliardi di euro lanno, questa cifra verrebbesommata al Pil per calcolare la pressione fiscale ufficialecome rapporto tra le entrate fiscali/contributive ed il Pilrideterminato. Nel 2012 la pressione fiscale ufficialedovrebbe attestarsi intorno al 45%, mentre secondo laCGIA di Mestre la pressione fiscale reale sarebbe ormai al54,5%. Una percentuale che secondo altri calcoli nonufficiali avrebbe gi superato abbondantemente il 60%.Riassumendo i dati Istat riportati nel riquadro a paginaprecedente: le entrate rappresentano il 46,6% del Pil,

    mentre le spese sono il 50,5% del Pil.Ci significa che lo Stato rappresenta un'ampia fetta delProdotto Interno Lordo e questa non una buona notizia;

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    Lo Stato rappresentaun'ampia fetta del

    Prodotto Interno Lordo.

    La forte riduzione dellaspesa per infrastrutture einvestimenti in genere

    andata per grossa parte afinanziare la spesa

    corrente.

    Il saldo primario statodi 15,658 miliardi.

    Le entrate fiscali sonostate di 671,643 miliardi.

    da un lato ingenti risorse vengono sottratte dallamacchina statale, dallaltra gran parte delleconomia condizionata dallintervento dello Stato, che con i suoiprivilegi esclusivi condiziona la libera iniziativa dei suoicittadini.Le entrate sono cresciute, non per un aumento dei servizierogati a titolo oneroso, ma per una maggiore imposizionefiscale. Le uscite sono solo frazionalmente diminuite, ma ildrastico ridimensionamento riscontrabile nella spesaper investimenti.Si scopre cos che la forte riduzione della spesa perinfrastrutture e investimenti in genere andata per grossaparte a finanziare la spesa corrente, la normale spesaordinaria, che diminuita solo di lieve misura; detto inaltre parole la spesa fuori controllo costringe a tagliare gliinvestimenti per riuscire a stare a galla.

    La Tabella 6 presenta mese per mese dal 2011landamento delle entrate e delle uscite della Pubblica Amministrazione, i saldi in rosso presentano undisavanzo, mentre quelli in nero presentano unadifferenza positiva tra ci che entra e ci che esce.Come possibile notare, i mesi in disavanzo sono ancorala pi parte, particolarmente preoccupante questo primotrimestre che presenta gi due mesi su tre in rosso.Concludiamo riportando altri due dati forniti dallIstat: ilprimo il valore del saldo primario nel 2011 pari a 15,658miliardi, questa cifra rappresenta la differenza fra entratee uscite al netto degli interessi sul debito; un valorepositivo accomunato a un aumento del debito significa cheil bilancio dello Stato sarebbe in positivo, ma che si creaun deficit con il pagamento degli interessi. Questo aspetto collegato alla sostenibilit del debito finanziatodallemissione di Titoli di Stato; un forte incremento degliinteressi da corrispondere ha la conseguenza di portarefuori traiettoria i conti pubblici, ci che sta accadendoattualmente al nostro paese.Il secondo dato relativo alle entrate fiscali che nel 2011sono state di 671,643 miliardi, corrispondenti a unapressione fiscale del 42,5% del Pil, calcolata includendo leattivit irregolari; come si gi affrontato in precedenzaquesto livello di tassazione ha gi raggiunto un gradoinsostenibile che mina fortemente una ripresa dellacrescita.La crescita si raggiunge diminuendo il carico fiscale, madiminuire il carico fiscale significa peggiorare lasostenibilit del debito pubblico; in pratica una

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    La BCE con l'operazioneLTRO riesce ad aggirareil divieto di acquisto dei

    Titoli di Stato.

    La banche possono trarre beneficio dal differenziale

    di tassi fra quellopercepito dai Titoli di

    Stato e quello pagato allaBCE.

    Le banche sonoincentivate a impiegare il

    denaro nel debitopubblico piuttosto che

    per finanziare le imprese.

    Tabella 7: Titoli di Stato e Interessi passivi dal 2006 ad aprile 2012(Elaborazione su dati MEF Dipartimento del Tesoro)

    situazione di corto circuito da cui non se ne esce se nontagliando selvaggiamente la spesa.

    Ricordiamo che la spesa pubblica non formata solo dalfunzionamento della macchina burocratica, ma anchedalle misure di sostegno socioprevidenziale; nella sezione Approfondimenti possibile trovare un commento di Andrew Lawford sulle dinamiche della spesa pensionisticadopo la riforma Fornero.

    Lo stock di Titoli di Stato

    Prima di procedere allesame dello stock di Titoli di Stato, va qui menzionata la Long Term Refinancing Operation(LTRO) attuata dalla Banca Centrale Europea in duetranche; il 22 dicembre per 489,19 miliardi di euro a 523 banche e il 29 febbraio per 529,53 miliardi a 800 banche.Loperazione consiste in un finanziamento al tasso dell1%della durata di tre anni rivolto alle banche europee, che viaccedono depositando generalmente come collateraleTitoli di Stato del proprio paese; si veda anche ilcommento di Leonardo Baggiani nella sezione

    Approfondimenti .Si raggiungono cos due scopi: da un lato unmiglioramento dei bilanci bancari, che possono trarre beneficio dal differenziale di tassi fra quello percepito daiTitoli di Stato e quello pagato alla BCE, dallaltro ilprogressivo spostamento del debito pubblico degli Statida estero a domestico. Allo stesso tempo la BCE riesce adaggirare il divieto di acquisto dei Titoli di Stato,affidandone lazione di sostegno, volto al ripristino dellafiducia dei risparmiatori, alle banche.

    Questi scopi nascondono anche degli effetti perversi: ilprimo senzaltro quello di favorire un travaso di denarodalle tasche dei cittadini a quello delle banche, che

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    Fra alcuni anni il debitopubblico sar detenuto

    dai risparmiatori delmedesimo Stato, ci sitrover di fronte a due

    tasche dello stesso vestito, ci che non si

    trova in una, verrricercato nellaltra.

    Figura 3: Debito Pubblico e Titoli di Stato dal 2000 ad aprile 2012(Elaborazione su dati Banca dItalia e MEF Dipartimento del Tesoro)

    vengono finanziate a un tasso estremamente basso (1%) ene percepiscono uno molto superiore attraverso limpiegoin Titoli di Stato.Il secondo quello di incentivare le banche ad impiegare ildenaro nel debito pubblico piuttosto che finanziare leimprese, minando alla base la ripresa economica; anzi lenotizie del drenaggio dei finanziamenti da parte delle banche sono una delle cause della chiusura di molteaziende in crisi di liquidit, strozzate dal tardivopagamento delle pubbliche forniture (1.676 giorni diritardo da parte di unASL di Napoli, fonte CGIA Mestre),dalla mancata restituzione in tempi accettabili delleimposte pagate in eccesso e dal pagamento di imposte perfatture ancora non saldate.Ma leffetto perverso di gran lunga pi insidioso legato alprogressivo spostamento del debito pubblico da estero adomestico; da un lato le banche torneranno a spingere ilcollocamento verso i risparmiatori, adducendo comemotivazione che esse stesse investono in tali asset e che ilfallimento dello Stato corrisponderebbe al fallimento delle banche stesse. Dallaltro, quando fra alcuni anni, il debitopubblico sar detenuto dai risparmiatori del medesimo

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    Lo stock di Titoli di Statoammonta a quasi 1.616

    miliardi.

    Figura 4: Tassi di interesse medio dei Titoli di Stato da dic. 2010 a maggio 2012

    (Elaborazione su dati Banca dItalia)

    Stato, ci si trover di fronte a due tasche dello stesso vestito, ci che non si trova in una, verr ricercatonellaltra. Se un innesco inflattivo non sar possibile o nondovesse bastare a diluire il debito, si potr attivare undefault selettivo, o ristrutturazione se il termine pigradito, sul debito domestico, evitando cos il contagio deimercati internazionali a scapito dei propri cittadini.

    La Tabella 7 mostra landamento dello stock di Titoli diStato dal 2006 ad aprile 2012; lincremento stato di circa359 miliardi in poco pi di sei anni, ben 29 in pidalla fine del 2011; ad aprile lammontare complessivo diTitoli di Stato era quasi di 1.616 miliardi solomoderatamente pi basso rispetto ai 1.619 miliardi delprimo trimestre 2012. La dinamica resta abbastanzacorrelata allaumento del debito pubblico; fabbisognicrescenti delle Amministrazioni Pubbliche vengonofinanziati con emissione di nuovo debito collocato suimercati. Aspetto evidente anche a livello graficoosservando laFigura 3 .

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    Figura 5: Vita media residua dei Titoli di Stato dal 2009 ad aprile 2012(Elaborazione su dati MEF Dipartimento del Tesoro)

    Figura 6: Titoli di Stato in scadenza sino a dicembre 2012(Elaborazione su dati MEF Dipartimento del Tesoro)

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    Il rinnovo dei titoli inscadenza risulta

    abbastanza gravoso.

    Non vi sono modifiche dirilievo nella

    composizione dello stock di Titoli di Stato.

    Figura 7: Titoli di Stato in scadenza sino a al 2025 (Elaborazione su dati MEF Dipartimento del Tesoro)

    I tassi di interesse medi in calo per tutto il primo trimestredel 2012 sono nuovamente in crescita per i BTP e i CCT; amaggio segnavano il 5,30% per i BTP, l1,56 per i BOT e il4,98% per i CCT, si veda laFigura 4 . Battuta di arrestoinvece per la riduzione della vita media del debito cheresta pressoch stabile 6,84 anni, si veda laFigura 5 .

    La Figura 6 mostra lammontare dei titoli in scadenzasino alla fine dellanno in corso; si potr osservare comequasi tutte le scadenze siano abbastanza impegnative, con

    un fine anno abbastanza gravoso in termini di titoli darinnovare. Pesante anche il programma di rinnovo deititoli nel corso degli anni futuri, si veda a tal propositola Figura 7 , che presenta gi oggi delle cifre piuttostoimportanti. Si deve qui precisare che se lammontare gi apartire dal prossimo anno circa la met dellanno incorso, non significa che la situazione migliori, anzi ildebito collocato con durate inferiori allanno,essenzialmente BOT, continuamente soggetto a rinnovi.Gi nei prossimi numeri dellOsservatorio si potr notare

    come la cifra in scadenza nel 2013 subir un aumento.La Figura 8 mostra la composizione dello stock di Titolidi Stato e la sua variazione da marzo 2010 a marzo 2012;

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    Figura 8: Tipologia dei Titoli di Stato da mar. 2010 a mar. 2012(Elaborazione su dati MEF Dipartimento del Tesoro)

    Figura 9: Suddivisione dei Titoli di Stato in tasso fisso e variabile giu. 2010 - mar. 2012

    (Elaborazione su dati MEF Dipartimento del Tesoro)

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    Riserve ufficiali dellaBanca d'Italia a quasi 140miliardi.

    La variazione delle

    riserve in larga parteattribuibile alladiminuzione del prezzo

    delloro che rappresentail 72% delle riserve totali.

    Tabella 8: Riserve Banca dItalia a maggio 2012

    (Elaborazione su dati Banca dItalia)

    non vi sono modifiche di rilievo rispetto al trimestreprecedente salvo un aumento della quota dei BuoniOrdinari del Tesoro (BOT colore rosso) e dei Buoni delTesoro Poliennali (BTP colore blu), da notarelintroduzione di un nuovo tipo di Titoli di Stato i BTPItalia ancora di minimo importo.Modestissime le variazioni nella suddivisione dei tassi, si veda la Figura 9 , dove si assiste a un contenutoincremento del tasso variabile e una corrispondentediminuzione del tasso fisso; tale variazione appare benmotivata dal nuovo incremento dei tassi di interesse dariconoscere al momento del collocamento.

    Le Riserve della Banca dItalia

    Non vi sono variazioni di rilievo sullo stato delle riserveufficiali, a maggio 2012 erano pari a quasi 140 miliardi (si veda la Tabella 8 ), in modesto calo dai 142 miliardi delprecedente Osservatorio. La variazione in larga parteattribuibile alla diminuzione del prezzo delloro cherappresenta il 72% delle riserve.

    Ricordiamo che lItalia il terzo paese al mondo, se siesclude il Fondo Monetario Internazionale, nelladetenzione del metallo giallo, dopo Stati Uniti e Germania.Le riserve in oro ammontano a 2.451,8 tonnellate,corrispondenti a quasi 79 milioni di once.

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    La crescita acquisita peril 2012 pari al -1,3%.

    Il dato sul debitopubblico registrato a

    marzo renderebbeincompatibili le attualiprevisioni.

    Lammontare mancante,

    secondo la RagioneriaGenerale dello Stato,sarebbe di quasi 3,5

    miliardi.

    Appare quindi non solopressoch certolaumento dellIva dal 21al 23% dall1 ottobre, ma

    rende anche plausibileuna nuova manovra di

    stabilizzazione dei contipubblici nel secondo

    semestre.

    Nel primo trimestre 2012 la stima preliminare delprodotto interno lordo ha visto una diminuzione dello0,8% sul trimestre precedente e dell1,3% rispetto al primotrimestre del 2011. La crescita acquisita per il 2012 parial -1,3%.

    Per quanto riguarda le stime per gli anni seguenti sino al2015, si pu far riferimento al Documento di Economia eFinanza (DEF) presentato lo scorso 23 aprile. Il debitopubblico includendo il contributo allEuropean Stability Mechanism (ESM) e gli aiuti finanziari a Grecia, Irlanda ePortogallo, salir di 3,3 punti questanno, raggiungendo il123,4 per cento del Pil, per poi ridursi di quasi 2 punti nel2013 e di oltre 3 nel 2014, giungendo a poco pi del 118per cento del Pil, per scendere ulteriormente al 114 nel2015. Escludendo il sostegno ai paesi in difficolt,lincremento del debito nel 2012 sarebbe pari a circa unpunto, al 120,3 per cento, e la flessione negli annisuccessivi sarebbe pi rapida.Il quadro presentato dal Governo sconta che le erogazionidella European Financial Stability Facility (EFSF) siattestino a 29,5 miliardi nel 2012 (principalmente infavore della Grecia), 5,2 nel 2013 e 1,1 nel 2014; i versamenti italiani al capitale dellESM sono valutati in5,6 miliardi nel 2012 e nel 2013, in 2,8 nel 2014. Almomento non sono disponibili dati certi circa ladistribuzione nel tempo di tali finanziamenti.Non possiamo per ignorare che gi il dato sul debitopubblico registrato a marzo (1.946 miliardi) renderebbeincompatibili questi dati di previsione, in quanto risultaassai improbabile che il debito aggiuntivo nei tre trimestriseguenti si possa limitare a 13 miliardi dopo un aumentonel solo primo trimestre di 49 miliardi. A questo si aggiunge il recentissimo dato sullandamentodelle entrate tributarie nei primi quattro mesi del 2012;pur presentando un aumento rispetto al medesimoperiodo del 2011, non raggiungono le previsioni indicatenel DEF. Lammontare mancante, secondo la RagioneriaGenerale dello Stato, sarebbe di quasi 3,5 miliardi, con unminor gettito per 2,9 miliardi dellIVA. Un sintomoevidente del calo di consumi e di come le manovre fiscalidi questo Governo non solo non stiano funzionando, maottengano un risultato opposto a quanto desiderato. Appare quindi non solo pressoch certo laumento dellIvadal 21 al 23% dall1 ottobre, ma rende anche plausibile unanuova manovra di stabilizzazione dei conti pubblici nelsecondo semestre.

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    Il disavanzo commerciale

    stato nel 2011 di 23,3miliardi, con un parzialemiglioramento sullanno

    precedente.

    Figura 10: La bilancia commerciale italiana dal 2000 al 2011(Elaborazione su dati Istat)

    Tornando alle stime riportate nel DEF, secondo ledichiarazioni del Governo sarebbero compatibili anchecon le nuove regole introdotte dal Patto di stabilit in cuileccedenza del rapporto debito/PIL rispetto al 60 percento devono essere ridotte di un ventesimo allanno. Vedremo se ci si tradurr in realt e con quali impatti acausa nelle numerose misure draconiane gi adottate dalGoverno Monti.

    La Bilancia Commerciale

    La bilancia commerciale quella componente del Pil chemisura la capacit di un paese ad esportare; una bilanciacommerciale positiva facilita la crescita e garantisce unamaggiore sostenibilit dei consumi interni.La Figura 10 mostra landamento a partire dal 2000 sinoal 2011; il dato definitivo che non era ancora noto allapubblicazione del precedente Osservatorio ha indicato un

    disavanzo commerciale di 23,3 miliardi, con un parzialemiglioramento sullanno precedente.

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    I costi energeticisarebbero pari a un 4%

    del Prodotto InternoLordo e un loro aumentopotrebbe incrementare la

    vulnerabilit del nostropaese.

    Figura 11: Indice dei prezzi al consumo armonizzato da gennaio 2009 a maggio 2012

    (Elaborazione su dati Istat)In questa sezione includiamo anche un veloce accenno al bilancio energetico italiano, cio i costi per limportazionedi petrolio, gas ed elettricit. Secondo un dato dellUnionePetrolifera questi costi hanno segnato un record nel 2011,salendo del 19% a 63 miliardi di euro, rispetto ai 52,9miliardi del 2010. I costi energetici sarebbero quindi paria un 4% del Prodotto Interno Lordo e un loro aumento nelcorso del 2012, come pare plausibile, potrebbeincrementare la vulnerabilit del nostro paese.

    Linflazione

    Prosegue con una certa regolarit landamento ciclicodellinflazione; dopo il rallentamento dellinizio dellannoe la successiva fase di espansione ci troviamo in unmomento di possibile diminuzione, si veda laFigura 11 .

    Il valore dellindice IPCA, con base 100 nel 2005, orapari a 118,3 con un incremento rispetto a un anno fa del3,5%.

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    Il potere di acquisto inpoco pi di 7 anni

    diminuito di oltre il 18%,con una perdita

    nellultimo anno di oltretre punti percentuali.

    Sensibile aumento delladisoccupazione italiana

    giunta al 10,2% nel mesedi aprile.

    Figura 12: Inflazione in Europa dal 2009 ad aprile 2012(Elaborazione su dati Eurostat)

    Significa che il potere di acquisto in poco pi di 7 anni diminuito di oltre il 18%, con una perdita nellultimo annodi oltre tre punti percentuali.Non servono molti altri dati per confutare coloro cheaffermano non esservi inflazione; aspetto ben noto eriscontrabile nella vita di tutti i giorni.Linflazione acquisita rilevata dallIstat per lanno 2012 pari al 2,7%.

    La Figura 12 riporta invece dellinflazione in alcuni paesieuropei sino a maggio 2012; si rileva in particolare unrallentamento nel Regno Unito e invece una modestaripresa in Spagna.

    La disoccupazione

    Sensibile aumento della disoccupazione italiana rispetto alprecedente Osservatorio che passata dall8,9% del mesedi dicembre al 10,2% del mese di aprile 2012, si veda laFigura 13 .

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    I giovani disoccupati al disotto di 24 anni sono il

    35,2%.

    Contando i lavoratorisostenuti dalla cassa

    integrazione il tasso didisoccupazione salirebbe

    di un altro 2,5%,portandolo vicino al 13%.

    Figura 15: Disoccupazione in Europa ad aprile 2012(Elaborazione su dati Eurostat)

    Il tasso di occupazione resta intorno al 57%, mentre igiovani disoccupati al di sotto di 24 anni rappresentano il35,2%; un valore fortemente preoccupante eulteriormente in aumento dal 31% del precedenteOsservatorio.La Figura 14 riporta la suddivisione della popolazione incondizione lavorativa nellanno 2011. In essa si trovano igermi dellinsostenibilit del mercato del lavoro del nostropaese; se dovessimo considerare i disoccupati insieme agliinattivi, questi ultimi oltrepasserebbero il numero dioccupati. Altro fenomeno tutto italiano la cassa integrazione, unamisura a sostegno del reddito che per non entra nelcomputo della disoccupazione.La ore di cassa integrazione concesse nei prime cinquemesi dellanno sono state di 428,3 milioni con unincremento dello 0,64% rispetto al medesimo periododellanno precedente quando erano state di 425,6 milioni.In modo molto approssimativo circa 535 mila lavoratorisono stati sostenuti dalla cassa integrazione nel primotrimestre, un numero che farebbe lievitare di un altro2,5% il tasso di disoccupazione, portandolo vicino al 13%.

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    L'Ocse ha da temporaccomandato all'Italia dichiarire e semplificare le

    procedure dilicenziamento per ilavoratori a tempoindeterminato, di

    rafforzare il ruolo disostegno contro ladisoccupazione, diattuare politiche di

    assunzione efficaci, diostacolare il ricorso ai

    contratti di lavoro atempo determinato e

    migliorare il passaggiodalla scuola al lavoro per

    i giovani.

    Ci asteniamo in queste pagine da una valutazionesullattuale riforma del lavoro in itinere; misureremo,come di consueto, in futuro gli effetti reali della riforma.Registriamo comunque i complimenti di Angel Gurria,Segretario Generale dellOcse, che si cos espresso:Il nuovo pacchetto di riforme un passo decisivo peraffrontare i principali problemi del mercato del lavoroitaliano in modo coerente. La riforma del lavoro andr aintegrare altre iniziative, tra cui la revisione giapprovata del sistema pensionistico e le liberalizzazioni,a vantaggio della creazione di nuovi posti di lavoro, della

    riduzione della disoccupazione e del rafforzamento dellacrescita a lungo termine.

    Un tono forse troppo entusiasta, ma che non ha trascuratodi ricordare i compiti da svolgere:L'Ocse ha da tempo raccomandato all'Italia di chiarire esemplificare le procedure di licenziamento per i lavoratori a tempo indeterminato, di rafforzare il ruolodi sostegno contro la disoccupazione, di attuare politichedi assunzione efficaci, di ostacolare il ricorso ai contratti

    di lavoro a tempo determinato e migliorare il passaggiodalla scuola al lavoro per i giovani.

    Per concludere la Figura 15 mostra un confronto dellivello di disoccupazione in Europa: Italia e Francia sitrovano abbastanza in linea con la media dellEuropa a 27,campioni al rialzo e al ribasso Spagna e Germania,rispettivamente con un 24,3% e un 5,4%.

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    In assenza di questi le probabilit di un contagio della crisi greca verso Italia e Spagna alivelli difficilmente sostenibili nel breve e medio periodo per le finanze pubbliche dei duepaesi sarebbero risultate decisamente maggiori. Sebbene vi sia stata una marcatainversione di tendenza nellandamento dei differenziali Euribor-Eoniaswap e Euribor-Eurepo (si veda la Figura 17 ) la situazione ancora lontana dal definirsi comenormalizzata.

    Figura 16: Andamento dei tassi BCE ed Euribor 3m

    Figura 17: Differenziali Euribor-Eoniaswap e Euribor-Eurepo

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    Come si vede dallaFigura 18 il differenziale tra operazioni garantite e operazioni di Swapa 3 mesi sul mercato interbancario rimane elevato, nonostante lampliamento deglistrumenti utilizzabili come collaterali deciso dalla BCE. Dati questi livelli di rischiocontroparte, landamento del mercato monetario resta dipendente in misura significativadalle operazioni di rifinanziamento della Banca Centrale. Tuttavia la liquidit fornita alsistema soltanto un sostituto alquanto imperfetto di un mercato normalmentefunzionante ed insufficiente a ripristinare i normali canali di trasmissione del credito.Landamento dei finanziamenti al settore privato rimane pertanto debole, in linea con tuttigli altri i dati congiunturali.

    Fonti:ECB, monthly bulletin, April 2012European Banking Federation:http://www.euribor-ebf.eu/Euribor-EBF, newsletter, February 2012

    Spread Euribor Eoniaswap (3m): Questa misura rappresenta il differenziale tralEuribor a 3 mesi ed il tasso swap overnight sempre per un periodo di 3 mesi.

    Scomponendo lEuribor in due fattori: (1) la media dei tassi overnight futuri attesi e (2)fattori di rischio e sottraendo a questo il tasso Eoniaswap di pari scadenza si elimina lacomponente (1) ovvero le aspettative di mercato e si ottiene una misura degli altri fattori dirischio sistemici (liquidit, controparte, etc.).

    Spread Euribor Eurepo (3m): Questa misura data dal differenziale tra il tassoapplicato sul mercato interbancario per i finanziamenti non garantiti (Euribor 3m) e quelligarantiti da collaterale (Eurepo 3m). Questo spread consente di focalizzare lattenzione sulrischio controparte e cattura il grado di fiducia che le banche e le istituzioni finanziarienutrono circa la solvibilit reciproca.

    Silvano Fait

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    Riformare il lavoro invece del debito?

    Era abbastanza plausibile che sarebbe stato difficile vedere gi entro il primo trimestreuna evidente inversione di rotta del debito pubblico, sia per i tempi tecnici deiprovvedimenti che per lo stato di stress sui tassi. Questo stato di difficolt condivisopraticamente con l'intera Europa, pur con gradi diversi di gravit, e per questo la BCE hacontinuato la sua opera di assistenza; in teoria questa politica monetaria dovrebbe fareda ponte fino all'entrata in pieno regime delle riforme, ma in realt come mostrato nelprecedente quaderno di ricerca da attendersi che sia resa stabile a lungo termine inquanto utile alla riduzione del valore reale dei debiti statali lasciando la mano leggera sullaspesa pubblica.

    Tabella 11: Bilancio BCE a marzo 2012

    Nel primo trimestre del 2012 la BCE ha offerto alle banche una nuova asta da mezzomiliardo di euro a tre anni (LTRO). La manovra e i relativi effetti sono ben evidenti nel suo bilancio (si veda laTabella 11 ), cresciuto dallo scorso trimestre di 229 miliardi (circal'8%).In assenza di significative nuove operazioni nette di mercato aperto (la voce Titoli nelloschema riportato cresciuta solo leggermente, rimanendo storicamente elevata),l'incremento delle dimensioni del bilancio legato ai maggiori finanziamenti netti alsettore bancario ( 290 miliardi), in parte compensati da una riduzione dei crediti in valute estere o verso controparti esterne all'area euro (voce Estero).Le risorse sono state reperite, chiaramente, mediante l'espansione della base monetaria,pertanto cresciuta in tre mesi di oltre il 15% ( 231 miliardi) fino ad un valore complessivo

    prossimo al 60% del bilancio. Il ricorso delle banche alla deposit facility (compresa nella base monetaria) cresciuto di circa il 25% ( 315 miliardi), lanciandosi verso livelli pari atre volte quelli del 2008 ed ormai arrivato a valere oltre un quarto del bilancio.

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    L'ultimo LTRO, al netto, quindi andato in parte in euro letteralmente nuovi di zecca, edin parte ad allungare la scadenza della provvista bancaria gi esistente; la nuova liquiditsembra esser poi tornata alla BCE in forma di deposit facility, cio non pare essere fluitanuova liquidit verso l'economia reale.Dai due LTRO le banche italiane hanno ricevuto pi di 250 miliardi di cui 54 miliardiutilizzati in nuovi acquisti di titoli di Stato italiani; le banche sono cos arrivate a detenerepi di 320 miliardi in titoli di Stato italiani (quasi il 17% del debito pubblico, circa il 20%dei titoli di Stato in circolazione). Se a questo si aggiungono i finanziamenti diretti verso loStato e quelli indiretti verso i privati vittime dei lunghi tempi di riscossione dei creditistatali, il tutto stimabile nei 300 miliardi di differenza tra il debito statale totale e ilcircolante in titoli, gli impieghi bancari totali legati allo Stato si approssimano a ben unterzo del debito pubblico italiano. Si capisce perch si ha tanta cura della stabilitpatrimoniale delle banche.

    Di fronte al problema del finanziamento del debito pubblico italiano (per due quinti detenuto all'estero e quindi a significativo rischio di fuga) ed alla preoccupazione sullastabilit del sistema bancario italiano (l'elevata esposizione verso il debito sovrano haportato a richieste di ricapitalizzazione da parte dell'EBA, l'Autorit Bancaria Europea), lalogica conclusione sarebbe uno sforzo politico alla riduzione del debito pubblico attraversomaggiori entrate e minori uscite. Dal lato delle uscite abbiamo avuto finora la sola, purrilevante, riforma pensionistica, mentre dal lato delle entrate abbiamo visto un deciso earticolato impegno da parte del Governo; ma pi urgente della riduzione delle spese parsa la riforma del mercato del lavoro. lecito dubitare della rilevanza, ai fini della tenuta finanziaria dello Stato Italiano, di unariforma del mercato del lavoro che riguardi il solo settore privato; casomai si sarebbedovuto riformare l'impiego pubblico perch la relativa spesa entra direttamente nellafinanza statale. Sicuramente importante creare le condizioni per una pi veloceriallocazione delle risorse umane secondo le esigenze dell'economia, cos che quest'ultimapossa esprimere il suo intero potenziale di crescita, ed altres chiaro che un paese checresce un paese in cui si allarga la base fiscalmente imponibile riducendosi a parit dispesa le esigenze di rifinanziamento sul mercato; questi sviluppi per non siconcretizzano verosimilmente nei termini richiesti da mercati finanziari sotto stress, ciocon certezza e rapidit dei risultati; se l'urgenza del momento ha dettato maggiori impostenegli ambiti di pi facile e certa esazione, il passo successivo sarebbe il taglio di intericapitoli di spesa (dipendenti pubblici inclusi), e solo successivamente la revisione delmercato del lavoro privato, che tra le suddette classi di intervento quella dai risultati piincerti sia nella misura che nella tempistica.Occorre tra l'altro ammettere che una riforma efficace, tedesca o americana che sia,significa una modulazione pi fine del rapporto tra domanda e offerta di lavoro, ma non certamente una fonte immediata di nuovo lavoro; il punto che la domanda di lavoro fin troppo inferiore all'offerta e non necessariamente rivolta all'offerta pi istruita. Iltasso di occupazione per livello formativo in Italia ben pi basso che nei principali paesieuropei, e mentre ovunque al crescere del grado di istruzione il tasso di occupazioneaumenta, in Italia diminuisce. Nel 2010 il tasso di occupazione dei diplomati italiani erainferiore di 15 punti a quello tedesco, ma quello dei giovani laureati (segmento 20-24 anni)lo era di ben 50 punti (il 25% per l'Italia contro il 77% della Germania e il 46% dellaSpagna), e il quadro resta negativo di oltre 30 punti sul resto dei laureati (segmento 25-29

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    anni: 54% per l'Italia, 86% per la Germania, 71% per la Spagna); tali tassi di occupazionesono ovunque in calo dal 2000, ma il vero crollo si ha solo in Italia. Questi dati indicanoun tasso di istruzione medio sempre pi fuori target rispetto alla struttura produttivaitaliana, e stridono con le lamentele sul basso tasso di laureati che escono dalle universititaliane rispetto a quelle europee e cinesi. In tale quadro, la fuga dei cervelli una logicaconseguenza economica (le risorse vanno dove sono domandate) cos come lo sono illivellamento verso il basso degli stipendi (se la maggior istruzione non richiesta, non ha valore) e l'alta disoccupazione giovanile (i giovani sono pi dotati di non apprezzataistruzione che di semplice esperienza lavorativa). L'inadeguatezza dell'imprenditoria edell'industria italiane rispetto agli standard mondiali palese: la base dell'economiamoderna dinamicit del settore imprenditoriale e maggior contenuto di conoscenzanella produzione, cio l'economia della conoscenza promossa dall'Agenda di Lisbona semplicemente manca, e per questo proprio il potenziale di crescita dell'economia adessere basso.Dato quanto sopra, una riforma effettiva del mercato del lavoro italiano potr soloevidenziare l'inutilit media di un'istruzione elevata e la scarsa qualit dell'esistentestruttura produttiva. Forse (forse!) si cerca una riforma del lavoro privato non perstimolare l'imprenditoria domestica ma per attirare imprese e capitali esteri che, in tempi brevi, creino nuova e forse pi moderna attivit economica (quindi occupazione reddito egettito fiscale); questa lettura darebbe un senso al road show del Governo che ha toccatoanche la Cina, e spiegherebbe perch non si sia riformato l'impiego nel settore pubblico.Ma in ben altra direzione avrebbe dovuto agire l'Esecutivo per migliorare la posizionefinanziaria statale del Belpaese e dargli una spinta in competitivit e crescita. Seall'imprenditoria mancano risorse e spazi per esprimersi, possiamo ricordare che ben oltremet della domanda aggregata in mano pubblica, che la quantit di norme vigenti inItalia un multiplo assurdo di quelle vigenti negli altri paesi europei, e che come vistosopra il debito statale assorbe una quantit enorme di risorse private ed impieghi bancari (oltretutto implicando per queste ultime problemi di solidit patrimoniale). Lastruttura del problema palese, come palese che si stiano cercando tutte le alternativepossibili alla vera soluzione la contrazione della spesa pubblica e in generale delledimensioni dello Stato per evitare alla politica di perdere la principale fonte di consenso.

    Leonardo Baggiani

    Bibliografia

    Banca d'Italia (2012),Bollettino Statistico I Trimestre 2012.Mazziero Maurizio (2012),Italia 2011: un anno di sofferenza.Potestio Paola (2011),The Employment of Young Graduates in the Period 2000-2010: AComparison between Six European Countries , Modern Economy 2011 n.2.Potestio Paola (2012), I tassi di occupazione giovanile in Europa: la modesta performance dei laureati italiani , articolo del 13/01/2012 su www.roars.it/online/?p=3003

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    Glossario

    Base Monetaria: moneta emessa dalla Banca Centrale attraverso procedure d'asta(operazioni di rifinanziamento) a cui partecipano le principali banche commerciali.Contabilmente l'ammontare viene ricostruito dal passivo della Banca Centraleconsiderando le sue prime forme di impiego (banconote in circolazione, deposit facility,conto corrente di riserva obbligatoria).

    Deposit Facility: conto remunerato presso la Banca Centrale, in cui le banchecommerciali possono depositare la propria liquidit. Nato come strumento di politicamonetaria e di gestione della liquidit in eccesso, costituisce ormai perle banchecommerciali una forma di impiego a rischio nullo alternativa alle forme classiche di

    impiego.LTRO: operazione di rifinanziamento principale a lungo termine della Banca CentraleEuropea (Long Term Refinancing Operation): si tratta di aste ad uno e tre anni poste inessere per fronteggiare l'attuale congiuntura economico-finanziaria.

    Operazioni di mercato aperto: operazioni di acquisto o vendita di titoli finanziariquotati (generalmente bond governativi, ma anche particolari bond bancari) da parte dellaBanca Centrale per, rispettivamente, ridurre o incrementare la massa monetaria incircolazione.

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    Il commento di Andrew Lawford

    Austerit e protezione sociale: i nodi vengono al pettine

    Tenetevi la vostra ricompensa, rispose il pifferaio con un senso dorgoglio.Se non mi pagate voi, mi pagheranno i vostri eredi.

    Dopo aver detto questo, tir gi il suo cappello fino agli occhi,ed usc dal paese senza parlare con nessuno.

    Quando la gente di Hamelin sent comera finita la faccenda [] risero del pifferaio.

    Ma ci che li fece ridere pi di ogni altra cosa fu la minaccia di farsi pagare dai loro eredi.Ecco! Magari avessimo sempre e solo creditori di questo genere.

    Il Pifferaio di Hamelin (versione di M. Charles Marelles)

    buon senso affermare che chi abituato a godere un certo bene o servizio non facilmenteaccetter di farne a meno. Pensiamo alla nostra vita quotidiana: qualcuno di noi sarebbe

    disposto a vivere senza una macchina, senza un letto su cui dormire, o senza lacquapotabile che arriva ogni volta che apriamo un rubinetto? Questi tre esempi sono coserelativamente banali per una persona che risiede in Italia nel 2012, eppure, seconsideriamo il tenore di vita della maggior parte degli umani sul nostro pianeta, sono daconsiderare dei lussi non di poco conto.

    Questi lussi, insieme a molti altri, sono possibili nei paesi sviluppati perch per molti annila nostra societ stata capace di risparmiare e investire, migliorando le nostreinfrastrutture e, di conseguenza, aumentando il benessere. Questo un ciclo virtuoso in

    cui il risparmio finanzia linvestimento, che a suo turno genera pi ricchezza e cos via. Cstato un momento, per, quando non bastava pi laccumulo lento guidato da quel ciclo virtuoso: da un ruolo di secondo ordine, lo Stato intervenuto per migliorare leprestazioni della nostra economia. Come si vedr, queste prestazioni consistevano (econsistono tuttora) in welfare, ovvero la ridistribuzione della ricchezza prodotta nella sferaprivata. A livello macro, il discorso molto chiaro se consideriamo laFigura 19 dove si vede levoluzione della spesa pubblica in percentuale del Pil in Italia. Il superamento del50% avvenuto a met degli anni 80 ed rimasto a livelli elevati da quellepoca in poi. altrettanto evidente che il fenomeno diffuso in tutta lEuropa.

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    Tabella 12: Il rapporto tra lavoratori e pensionati in Italia Fonte: Elaborazione dellautore su dati ISTAT e INPS

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    Questa disapprovazione avrebbe aumentato notevolmente la possibilit che le prossimeelezioni avessero le pensioni come tema principale. Infatti, la riforma Forneronon puessere vista come una forma di austerit, perch di fatto non cambia molto laspesa prevista nel breve-medio termine per le pensioni.

    Il perch di questa scelta del governo tecnico diventa evidente quando si analizzano i datidelle persone direttamente interessate allevoluzione del sistema pensionistico (si veda laTabella 12 ). Le pensioni previdenziali vengono percepite da 14,4 milioni di persone,mentre altre 9,8 milioni di persone sono lavoratori con pi di 45 anni (e che quindi sonopi vicini allet di pensionamento). Questo blocco di circa 24 milioni di elettori moltopi grande rispetto ai circa 13 milioni di lavoratori che hanno meno di 45 anni. Sono stateescluse le altre pensioni, sebbene si tratti di prestazioni pagate a pi di 4 milioni dipersone.

    Come osserva Schneider nel suo studio[3]: Siccome una riforma delle pensioni impone uncosto diretto sui beneficiari dellostatus quo , mentre offre solo un beneficio nel lontanofuturo per il resto della cittadinanza (cio, un sistema pensionistico sostenibile), raramente desiderato dallelettore medio. La riforma Fornero taglia la testa al toro,troncando i benefici futuri per preservare un equilibrio nel presente.

    -----------------------[3] Schneider Ondrej: Reforming Pensions in Europe: Economic Fundamentals and Political Factors (CESIFO Working Paper No. 2572 March 2009), pag. 8.

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    Figura 22: Scenario nazionale base: Spesa pubblica complessiva per pensioni, sanit, LTC (% del Pil)

    Fonte: Ministero dellEconomia e delle Finanze - Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario aggiornamento 2011.

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    Il prossimo capitolo

    Intanto, anche se la riforma delle pensioni venisse accettata cos, un nuovo problema dispesa pubblica si profilerebbe gi allorizzonte: laumento del costo della sanit e del long-term care (LTC ovvero, la spesa legata al mantenimento di persone non piautosufficienti a livello di attivit quotidiane). Come mostra laFigura 22 , un calo delcosto delle pensioni viene almeno parzialmente compensato dallaumento della spesa perla sanit e LTC. LaFigura 22 non tiene in considerazione leffetto della riforma Fornero,

    ma tuttavia interessante considerare levoluzione possibile della spesa per la sanit eLTC. Ricordando il principio identificato nel sistema pensionistico (chi primo arriva,meglio alloggia), sar curioso vedere se uneventuale riforma del sistema sanitario infuturo garantir prestazioni di un certo tipo per chi gi anziano, ma allo stesso tempo uncalo di tali prestazioni per chi sar anziano solo qualche decennio pi tardi.

    Un cambiamento di filosofia

    Torniamo a pensare al lavoratore nato nel 1980 di cui si parlato precedentemente. Ilsacrificio imposto a questo lavoratore probabilmente ha gi raggiunto (se non superato)il limite di ci che gli si potr far digerire, per il semplice motivo che verr meno la volont di versare contributi gravosi per avere in prospettiva un ritorno sui versamenti

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    effettuati di appena 9 anni (per gli uomini) o 15 anni (per le donne) in funzione alleaspettative di vita.[4] Con questo discorso, si vuole far riflettere sulleffetto della pressionefiscale sui lavoratori: se non riescono pi a percepire un beneficio dalle tasse pagate econtributi versati (linsieme di queste due voci forma ci che viene nominata pressionefiscale), gli incentivi a lavorare calano notevolmente. In termini di teoria economica, siinvitano i lettori a considerare la Curva di Laffer [5] che stabilisce il rapporto trapressione fiscale e incentivazione allattivit economica. Lattuale cura Monti/Fornero, checonsiste nel peggioramento delle condizioni per i lavoratori e laumento della pressionefiscale, rischia di aumentare proprio quei fenomeni, come levasione fiscale, il cuicontrasto , secondo il governo, tra le soluzioni principali alla crisi. chiaro cheleconomia pu ripartire solo attraverso gli imprenditori e i lavoratori: le stesse categorieche vengono sacrificate sullaltare delle pensioni insostenibili.

    Siccome i trattamenti pensionistici promessi 30 anni fa si stanno rivelando un fardello chedifficilmente lo Stato sar in grado di gestire senza peggiorare ulteriormente il profiloeconomico dellItalia, lecito domandarsi se uno Stato debba essere coinvoltodirettamente nella previdenza per i lavoratori. Creare delle aspettative nella popolazionesul fatto che lo Stato penser alla propria pensione toglie un importante incentivo alrisparmio privato e crea la tentazione per i politici di spendere oggi e lasciare leconseguenze a chi viene dopo. Dovrebbe essere chiaro che la creazione del debito pubblicoesaminato in questo quaderno trova una delle sue cause principali in questa propensionepolitica.

    opinione di chi scrive che, a parte la protezione sociale a chi ne ha veramente bisogno, laprevidenza dovrebbe essere gestita dai singoli lavoratori, a patto di creare delle struttureche permettano di risparmiare e investire in una maniera fiscalmente agevolata. Se, comesembra, la volont di riformareveramente il sistema pensionistico resta carente, il costodi questa mancanza potrebbe rivelarsi molto elevato in un futuro non tanto lontano.

    Andrew Lawford BibliografiaDipartimento della Ragioneria generale dello Stato: La Spesa dello Stato dallUnitdItalia, Anni 1862 2009Il Sole 24 Ore (17 maggio 2012): Sportello PrevidenzaINPS: Rendiconti Generale dellanno 2010 (Tomo primo)Lavoce.info (6 febbraio 2012): Riforma delle pensioni e fattore anziani al lavoroMinistero dellEconomia e delle Finanze: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistemapensionistico e socio-sanitario aggiornamento 2011.OECD (2011), Pensions at a Glance 2011: Retirement-income Systems in OECD and G20Countries,OECD Publishing.http://dx.doi.org/10.1787/pension_glance-2011-enSchneider Ondrej: Reforming Pensions in Europe: Economic Fundamentals and PoliticalFactors (CESIFO Working Paper No. 2572 March 2009)-----------------------

    [4] ISTAT: la speranza di vita per gli uomini nel 2011 di 79,4 anni, mentre per le donne di 84,5 anni.[5] http://it.wikipedia.org/wiki/Curva_di_Laffer

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    Camera dei Deputati, Indagine conoscitiva preliminare sulla comunicazione dellaCommissione europea relativa allAnalisi annuale della crescita per il 2012 Testimonianza del Capo del Servizio Studi di Struttura Economica e Finanziaria della Banca dItalia Marco Magnani , 15 marzo 2012Camera dei Deputati,Indagine conoscitiva sul decreto recante disposizioni urgenti per lacrescita, lequit e il consolidamento dei conti pubblici Testimonianza del Governatoredella Banca dItalia Ignazio Visco , 9 dicembre 2011CGIA Mestre,Comunicato Stampa: Pressione fiscale reale record: ormai al 54,5% , 6marzo 2012CGIA Mestre,Comunicato Stampa: LAsl locale di Napoli centro paga i fornitori dopo1.676 giorni , 7 gennaio 2012Commissione Europea, Comunicato Stampa Previsioni intermedie: area delleuro inleggera recessione con segnali di stabilizzazione , 23 febbraio 2012Corte dei Conti, Audizione nellambito dellIndagine conoscitiva sul documento dellaCommissione europea Analisi annuale della crescita per il 2012 Presidente Luigi Gianpaolino , 13 marzo 2012Corte dei Conti,Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica , maggio 2011Corte dei Conti,Audizione sul DL n. 138/2011 recante Ulteriori misure urgenti per lastabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo , 30 agosto 2011Corte dei Conti, Audizione sul DL n. 201/2011 recante Disposizioni urgenti per lacrescita, lequit e il consolidamento dei conti pubblici , 9 dicembre 2011Eurostat, Further Increase in VAT Rates in 2012 , 21 maggio 2012Eurostat, GDP Second Estimates for the Fourth Quarter 2011 , 6 marzo 2012Fitch, Fitch takes Negative Rating Action on Greece , 17 maggio 2012Fitch, Fitch Upgrades Greece to 'B-'/Stable from 'Restricted Default ', 13 marzo 2012Fitch, Fitch Downgrades Greece to 'Restricted Default' from 'C' , 9 marzo 2012Fitch, Fitch Downgrades Greece to 'C' from 'CCC' , 22 febbraio 2012Fitch, Fitch Downgrades Spain to 'BBB;' Outlook Negative , 7 giugno 2012Maura Francese e Angelo Pace,Il debito pubblico italiano dallUnit a oggi. Unaricostruzione della serie storica , Banca dItalia, Occasional paper n. 31, 2008Piero Giarda, Dinamica, struttura e criteri di governo della spesa pubblica:un rapporto preliminare, Gruppo di lavoro sul bilancio e patrimonio pubblico , 21 maggio 2011Hellenic Republic,Invitation Memorandum , 24 febbraio 2012International Monetary Found,Concluding Statement of the IMF Mission , 16 maggio 2012Inps, Comunicato Stampa sulla Cassa Integrazione Guadagni , 6 giugno 2012Isda, Isda Emea Determination Committee: Restructuring Credit Event Has Occurred with Respect to the Hellenic Republic , 9 marzo 2012Istat, Annuario Statistico 2010Istat, Indicatori Demografici Stime per lanno 2011 , 27 gennaio 2012Istat, Conti Economici Nazionali Istat, Eurozone economic outlook , 11 gennaio 2012Istat, La misura delleconomia sommersa secondo le statistiche ufficiali - Anni 2000-2008 , 13 luglio 2010Istat, Le prospettive per leconomia italiana nel 2012-2013 , 22 maggio 2012Istat, Notifica dellindebitamento netto e del debito delle Amministrazioni Pubblichesecondo il Trattato di Maastricht , 23 aprile 2012Istat, Disoccupati, inattivi, sottoccupati anno 2011 , 16 aprile 2012

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    Istat, Occupati e disoccupat i, 1 giugno 2012Istat, Pil e indebitamento AP anni 2009-2011 , 2 marzo 2012Istat, Prezzi al consumoIstat, Produzione industriale , 10 febbraio 2012Istat, Conti economici trimestrali IV Trimestre 2011 , 4 aprile 2012Istat, Stima preliminare del commercio Extra-UE , 24 gennaio 2012Istat, Stima preliminare del Pil , 15 maggio 2012I.stat, Principali aggregati del Prodotto interno lordoIstituto Bruno Leoni,Il contatore del debito pubblicoMaurizio Mazziero, Leonardo Baggiani, Silvano Fait, Andrew Lawford,Italia 2011:un anno di sofferenza , 18 febbraio 2012Maurizio Mazziero,Italia 3 trim 2011: Pil, debito & Co. , 13 dicembre 2011Maurizio Mazziero,Italia: leconomia al giro di boa del 2011 , 16 agosto 2011Maurizio Mazziero,Italia 1q2011: Pil, debito & Co. , 17 maggio 2011Maurizio Mazziero,2010: un altro anno a debito per lItalia , 29 marzo 2011Ministero dellEconomia e delle Finanze,Documento di Economia e Finanza 2012 ,18 aprile 2012Ministero dellEconomia e delle Finanze,Atto dindirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2012/2014 , febbraio 2012Ministero dellEconomia e delle Finanze Ragioneria Generale dello Stato,Rapporto sulleentrate tributarie Aprile 2012 , 5 giugno 2012Ministero dellEconomia e delle Finanze,Bollettino Trimestrale , Dipartimento del TesoroMoodys, Moody's downgrades Greece to C from Ca , 2 marzo 2012Moodys, Moodys affirms P(Aaa) Rating for European Financial Stability Facility(EFSF) , 14 febbraio 2012Moodys,Moodys adjust ratings of 9 European sovereigns to capture downside risks ,13 febbraio 2012Standard&Poors,Ratings On Spain Lowered To 'BBB+/A-2' On Debt Concerns; Outlook Negative , 26 aprile 2012Standard&Poors,Greece Ratings Lowered To 'SD' (Selective default) , 27 febbraio 2012Standard&Poors,European Financial Stability Facility Long-Term Ratings Cut To 'AA+' ,16 gennaio 2012Standard&Poors, Standard & Poor's Takes Various Rating Actions On 16 Eurozone Sovereign , 13 gennaio 2012Ocse,Comunicato Stampa , 27 marzo 2012Ocse,Comunicato Stampa , 6 febbraio 2012Ocse,Comunicato Stampa , 5 dicembre 2011Ocse,OECD Economic Outlook , 22 maggio 2012Ocse,OECD Economic Surveys: Euro Area , 27 marzo 2012Ocse,OECD Economic Surveys: Italy 2011 , 9 maggio 2011

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    Il Quaderno di Ricerca un Osservatorio sui dati pubblici rilasciati da Banca dItalia

    Quaderno di RicercaItalia 1 trim 2012: Pil, debito & Co.

    AutoriPer lOsservatorio Maurizio Mazziero Analista finanziario, Socio ordinario SIAT (Societ Italiana di Analisi Tecnica) ed esperto nella costruzione di portafogli diversificati con ETF ed ETC; profondoconoscitore del mercato delle materie prime. Fondatore della Mazziero Research, si occupa di analisi finanziarie, reportistica e formazione per Istituti Bancari e Aziende,affiancando questultime nellattuazione di strategie di copertura dal rischio prezzi.

    Per gli Approfondimenti Leonardo Baggiani Risk manager per un primario gruppo bancario italiano, dopo essersi occupato di finanza e analisi del credito. Attivo su vari siti trattando temi economici teorici e di attualit, partecipa ad iniziative divulgative sulla Scuola Austriaca di Economia. Comericercatore indipendente conta varie pubblicazioni ed incluso da Wikibral tra i libraux italiens. Silvano Fait Funzionario commerciale per un primario istituto di credito italiano si occupa di

    consulenza finanziaria privata. Contributor su temi economici per Chicago Blog, Libertiamo e Linkiesta, attivamente impegnato in iniziative di divulgazione ed approfondimento sulla Scuola Austriaca di Economia, visiting student presso la Foundation for Economic Education, Irvington-on-Hudson, NY (USA). Andrew Lawford Analista finanziario, laureato allUniversit di Auckland (Nuova Zelanda), conesperienza decennale nei mercati finanziari, lavorando per intermediari sia nel RegnoUnito che in Italia. Si dedica allo studio di investimenti azionari e speculazioni inderivati, con unattenzione particolare al mercato delle materie prime.

    Vanzago, 11 giugno 2012

    Altri articoli e studi sono disponibili ai siti:http://www.mazzieroresearch.com/http://ideashaveconsequences.org/