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Patto della Polizia locale contro i roghi di rifiuti Martelli a pag.3 Più alberi contro i cambiamenti climatici Smog, traffico, problemi re- spiratori, bambini a rischio salute. Sempre di più si parla di costruire cinture verdi intorno e dentro le città come soluzione all’in- quinamento crescente delle nostre metropoli. Giordano a pag.8 Pollice a pag.13 Cambiare dieta per la salute del Pianeta ACQUE DI BALNEAZIONE LA SITUAZIONE È STABILE Arpac: la sicurezza sul lavoro in un convegno a Giugliano Platea gremita a Giugliano per un conve- gno sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, or- ganizzato per il decennale del decreto legislativo 81 del 2008. A fare gli onori di casa lo scorso 18 gennaio, nella Chiesa delle confezioniste, il vicesin- daco della terza città della Campania per numero di abitanti, Domenico Pianese. a pag.7 Friedensreich Hundertwasser (all’anagrafe Frederich Stowasser), uno dei pionieri più im- portanti della bioarchitettura, fu attivo preva- lentemente a Vienna, dove era nato nel 1928 ed è morto nel 2000. Inizialmente pittore, diede vita al movimento artistico conosciuto come Transautomatismo, nel quale le sue coloratis- sime e fantasiose visioni prefigurano ciò che... Palumbo a pag.12 De Capua a pag.16 Il Futurismo in mostra a Napoli La nostra terra è stata se- gnata, da circa tremila anni, da uomini e donne che l’hanno resa grande. Storia, teatro, pit- tura, scultura, musica, archi- tettura, letteratura… De Crescenzo-Lanza pagg.14-15 Eduardo Scarpetta, padre del teatro moderno Grandi Napoletani, grandi Campani AMBIENTE & SALUTE Tutte le attività umane hanno un certo impatto sull’ambiente e modificano non solo il paesaggio che ci circonda, ma l’economia e l’organizzazione sociale e culturale. Per valutare le condizioni e lo stato di sa- lute del sistema ambiente si possono usare gli indicatori di sostenibilità. Sempre più persone si occupano di indi- catori di sostenibilità am- bientale nell’ambito dei processi produttivi, sia a li- vello mondiale che nazio- nale, regionale o di singolo prodotto. La ricerca è impor- tante per sviluppare dina- miche produttive che diano benefici nel presente e... AMBIENTE & TRADIZIONE NATURA & BIODIVERSITÀ NEWS Dopo Marano, Qualiano, Vil- laricca e Calvizzano che qualche mese fa hanno fir- mato un patto per l’esercizio congiunto dei servizi di poli- zia locale nel contrasto... STUDI & RICERCHE La sostenibilità dei processi produttivi Alla fine del 2018 è stata pubblicata sul Bollettino uf- ficiale della Regione Campa- nia la delibera di Giunta regionale che classifica le acque di balneazione in base al monitoraggio condotto da Arpac. La classificazione, che si basa su quattro classi di qua- lità (“scarsa”, “sufficiente”, “buona” ed “eccellente”) è il frutto delle analisi condotte nel corso delle ultime quat- tro stagioni balneari (dal 2015 al 2018) sui 330 tratti di costa in cui è suddiviso il litorale campano ai fini della balneazione. a pag.6 Buonfanti a pag.11 Paparo a pag.4 Nell’era della dieta vegana, in cui il mangiare sano è di- ventata una massima di vita, sapere che le bevande alter- native al latte, ovvero quelle derivate dal riso, dalla soia, dall’avena o dalle mandorle, per la loro produzione emet- tono un terzo dei gas serra... L’impatto ambientale del latte vegetale DAL MONDO L’architettura dai mille colori di Friedensreich Hundertwasser ISTITUZIONI Pubblicato il provvedimento che classifica i tratti di costa campani

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Patto della Polizia localecontro i roghi di rifiuti

Martelli a pag.3

Più alberi contro icambiamenti climatici

Smog, traffico, problemi re-spiratori, bambini a rischiosalute. Sempre di più siparla di costruire cintureverdi intorno e dentro lecittà come soluzione all’in-quinamento crescente dellenostre metropoli.

Giordano a pag.8

Pollice a pag.13

Cambiare dieta per la salute del Pianeta

ACQUE DI BALNEAZIONE LA SITUAZIONE È STABILE

Arpac: la sicurezza sul lavoroin un convegno a Giugliano

Platea gremita a Giugliano per un conve-gno sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, or-ganizzato per il decennale del decretolegislativo 81 del 2008. A fare gli onori di casa lo scorso 18 gennaio,nella Chiesa delle confezioniste, il vicesin-daco della terza città della Campania pernumero di abitanti, Domenico Pianese.

a pag.7

Friedensreich Hundertwasser (all’anagrafeFrederich Stowasser), uno dei pionieri più im-portanti della bioarchitettura, fu attivo preva-lentemente a Vienna, dove era nato nel 1928 edè morto nel 2000. Inizialmente pittore, diedevita al movimento artistico conosciuto comeTransautomatismo, nel quale le sue coloratis-sime e fantasiose visioni prefigurano ciò che...

Palumbo a pag.12

De Capua a pag.16

Il Futurismo in mostra a Napoli

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni, dauomini e donne che l’hannoresa grande. Storia, teatro, pit-tura, scultura, musica, archi-tettura, letteratura…

De Crescenzo-Lanza pagg.14-15

Eduardo Scarpetta, padre del teatro modernoGrandi Napoletani, grandi Campani

AMBIENTE & SALUTE

Tutte le attività umanehanno un certo impattosull’ambiente e modificanonon solo il paesaggio che cicirconda, ma l’economia el’organizzazione sociale eculturale. Per valutare lecondizioni e lo stato di sa-lute del sistema ambiente sipossono usare gli indicatoridi sostenibilità. Sempre piùpersone si occupano di indi-catori di sostenibilità am-bientale nell’ambito deiprocessi produttivi, sia a li-vello mondiale che nazio-nale, regionale o di singoloprodotto. La ricerca è impor-tante per sviluppare dina-miche produttive che dianobenefici nel presente e...

AMBIENTE & TRADIZIONE

NATURA & BIODIVERSITÀ

NEWS

Dopo Marano, Qualiano, Vil-laricca e Calvizzano chequalche mese fa hanno fir-mato un patto per l’eserciziocongiunto dei servizi di poli-zia locale nel contrasto...

STUDI & RICERCHE

La sostenibilitàdei processi produttivi

Alla fine del 2018 è statapubblicata sul Bollettino uf-ficiale della Regione Campa-nia la delibera di Giuntaregionale che classifica leacque di balneazione in baseal monitoraggio condotto daArpac. La classificazione, che sibasa su quattro classi di qua-lità (“scarsa”, “sufficiente”,“buona” ed “eccellente”) è ilfrutto delle analisi condottenel corso delle ultime quat-tro stagioni balneari (dal2015 al 2018) sui 330 trattidi costa in cui è suddiviso illitorale campano ai fini dellabalneazione.

a pag.6

Buonfanti a pag.11

Paparo a pag.4

Nell’era della dieta vegana,in cui il mangiare sano è di-ventata una massima di vita,sapere che le bevande alter-native al latte, ovvero quellederivate dal riso, dalla soia,dall’avena o dalle mandorle,per la loro produzione emet-tono un terzo dei gas serra...

L’impatto ambientaledel latte vegetale

DAL MONDO

L’architettura dai mille coloridi Friedensreich Hundertwasser

ISTITUZIONI

Pubblicato il provvedimento che classifica i tratti di costa campani

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Gennaro Loffredo

Febbraio è il secondo mesedell’inverno meteorologico, legiornate si allungano ma èspesso considerato il piùfreddo dell’anno. Anche quest’anno questomese tenderà ad assumerecaratteristiche pienamenteinvernali, condito da ventiforti, grandinate e nevicateanche a quote molto basse. La nostra penisola conti-nuerà, infatti, ad essere inte-ressata da incursioni di ariafredda polare, le quali tende-ranno a coinvolgere soprat-tutto le regioni centro-meridionali, con ottimi accu-muli nevosi in montagna.Dice un famoso proverbio:febbraio è corto e amaro; ineffetti il mese è costituito da28 al massimo 29 giorni,mentre l’appellativo di amaroè dovuto al fatto che si trovaalla fine dell’inverno in cui,anticamente, le provviste ali-mentari scarseggiavano a

causa del freddo. Per molti versi Febbraio è ad-dirittura considerato piùfreddo del suo predecessore. In generale secondo la clima-tologia italiana il secondomese dell’anno è spesso ca-ratterizzato da frequenti in-vasioni di aria gelidaprovenienti dalle regioni arti-che e dalla Siberia, soprat-

tutto nelle prime due setti-mane. È ancora impressa nellamente di tutti i meteorologi edegli appassionati della ma-teria, una delle nevicate piùintense ed estese che ha inte-ressato la città di Napoli,nello scorso 27 Febbraio2018. Famose sono anche lestoriche ondate di gelo nel

febbraio 2012 e 1956.La neve scende in manieragenerosa durante questomese e spesso può interessareanche le zone di pianura etalvolta di mare, specie sullecoste adriatiche. Nella seconda parte del mese,tuttavia, le giornate tendonoad allungarsi ed inevitabil-mente anche le temperature

sono generalmente in lieve,ma graduale aumento, com-plice il maggior numero di oredi soleggiamento. Le temperature superficialidei mari, invece, raggiungonoil picco minimo annuale nelleultime due decadi. Negli ultimi giorni del mese iltempo tende temporanea-mente a stabilizzarsi, tant’èche cominciano a farsi sentirei primi timidi effetti dell’avvi-cinarsi della primavera e letemperature durante le orecentrali della giornata comin-ciano a salire rapidamente suvalori prossimi ai 20°C, spe-cie sulle zone lontane dalmare.Febbraio, insomma, ha sem-pre avuto le peculiarità dimese scoppiettante e dina-mico e sono convinto cheanche stavolta saprà alter-nare momenti di inverno piùcrudo ad altri più tiepidi edolci, segnale della nuovastagione primaverile, non piùcosì lontana.

Per molti versi questo mese è considerato più freddo del suo predecessore

Il clima in Italia: che febbraio avremo?

Due anni fa l’estate rovente del Parco del VesuvioPresentato il “conto” in termini di biodiversità ma anche i progetti di rinaturalizzazzione

La situazione è preoccupantema non tutto è perduto: que-sto il messaggio venuto fuoridue giorni fa quando, presso ilPalazzo Mediceo di Otta-viano, sono stati presentati irisultati dello studio commis-sionato dall'Ente Parco al Di-partimento di Agrariadell'Università di Napoli Fe-derico II in seguito agli in-cendi che hanno interessato ilParco Nazionale del Vesuvionell'estate del 2017. I dannihanno interessato una super-ficie di 3.194 ettari, pari acirca l’80% della superficie bo-schiva complessiva e sonostati ripartiti per classi di se-verità: alta 374 ettari, medio-alta 2.147, medio-bassa 466 ebassa 207. Ai fini dell’indivi-duazione delle aree da sotto-porre ad interventi direcupero post-incendio, sonostati analizzati quattro obiet-tivi specifici: rischio idrogeo-logico, fruibilità, naturalità eproduzioni agro-forestali.Dallo studio è inoltre emerso

che in conseguenza degli in-cendi le aree boscate maggior-mente esposte a fenomeni dierosione sono rappresentateda soprassuoli di conifere adalta e medio-alta severità diincendio. Da qui la necessitàdi intervenire prioritaria-mente attraverso abbatti-menti selettivi e piantagionidi specie autoctone meno su-scettibili e più adattate agliincendi. In queste aree si pre-vede di intervenire con operedi ingegneria naturalisticacapaci di contrastare efficace-mente i processi erosivi e dicreare le condizioni per un in-sediamento rapido della vege-tazione attraverso dueprogetti pilota di restauropost-incendio boschivo cheprevedono interventi su circa80 ettari di pinete nei comunivesuviani di Terzigno, Bosco-trecase, Trecase e Ottaviano,per un importo complessivo di1.200.000 euro. Dal web le di-chiarazioni del Presidentedell'Ente Parco Nazionale del

Vesuvio Agostino Casillo: “Per molti mesi - ha dichiarato- abbiamo letto di dati appros-simativi e analisi improvvi-sate sugli effetti dei roghi esulla ripresa vegetativa. Oggigrazie ad un lavoro duratopiù di un anno di un team diprofessori e ricercatori tra imassimi esperti in Italia inmateria, abbiamo dati origi-nali e definitivi risultato diuno studio scientifico rigorosoe validato da una istituzionescientifica. Ma sono contento – ha poiconcluso Casillo - soprattuttoperché questo importante in-vestimento dell'Ente Parco inricerca non è stato fine a sestesso ma è servito a metterea punto i due progetti di rina-turalizzazione che attual-mente sono al vaglioistruttorio del Ministero del-l'Ambiente per le necessarieautorizzazioni e successivo fi-nanziamento che prevediamotrovino realizzazione nelcorso di quest'anno”.

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Fabiana Liguori

Gli oli italiani sono apprezzatiin tutto il mondo, perchéhanno profumi e sapori unici,provenienti da centinaia di col-tivazioni diverse, diffuse sututta la penisola. Riconoscere un olio di qualità,imparare a leggere l’etichetta,capirne la provenienza è fonda-mentale per scegliere in modoconsapevole il condimento giu-sto per la propria tavola. As-saporare prima dell’acquisto ècosa buona e giusta: un buonolio profuma di sentori vegetali(erba tagliata, pomodoro, car-ciofo) e al gusto è un po’ amaroe piccante (percezioni positive,tipiche del frutto dell’oliva). Imigliori oli da utilizzare sonoquelli ricchi di polifenoli, pro-dotti da ottime olive, in frantoipuliti e conservati corretta-mente. In Italia abbiamo ben42 Denominazioni di Origineper gli oli. Un vero motivo di orgoglio peril Paese e senz’altro un punto diforza socio economico di altis-simo livello. Diffondere la cul-tura di questo settore è e deveessere una priorità non solo peril Governo ma anche per gli

esperti del comparto. Il pro-getto “A scuola di Olio Evo”,lanciato da Coldiretti e AprolCampania (Organizzazionedegli olivicoltori), dedicato aglistudenti degli istituti alber-ghieri presenti nelle cinqueprovince, viaggia proprio inquesta direzione: “È parados-sale – ha spiegato FrancescoAcampora, presidente di AprolCampania – che in una regionecon 64 varietà di olive si abbia

una scarsa conoscenza del ciclodi vita dell’olio. La Campaniapossiede oltre 74 mila ettari col-tivati ad oliveto, di cui il 5%circa con metodi di produzionebiologica e cinque Dop: Cilento,Colline Salernitane, Irpinia -Colline dell'Ufita, Penisola Sor-rentina e Terre Aurunche. Perquesto motivo abbiamo decisodi rivolgerci ai ragazzi che sistanno formando per diventarechef e operatori turistici. Sa-

ranno loro i primi ambasciatoridel made in Italy e del made inCampania”.L’iniziativa nasce dal protocollod’intesa tra la Coldiretti Cam-pania e l’Ufficio Scolastico Re-gionale. Il progetto si spalma suuna tre giorni incentrata sullaconoscenza, scelta e utilizzo incucina degli oli e in particolaredell’extravergine d’oliva, attra-verso un percorso di degusta-zione guidato alla scoperta del

processo produttivo e delle tec-niche di conservazione. I lavorisi concludono con una gara dicucina che i ragazzi svolgono inpiccoli gruppi, proponendo unpiatto in abbinamento ad unolio extravergine regionale:fruttato leggero, medio o in-tenso. Una giuria tecnica de-creta poi il team vincitore, checoncorrerà ad una finale regio-nale in una prestigiosa loca-tion.“La sfida del nostro tempo – hacommentato Gennarino Ma-siello, presidente di ColdirettiCampania e vicepresidente na-zionale – è rispondere alle esi-genze di conoscenza delconsumatore. Oggi c’è un’atten-zione diffusa e forte nei con-fronti dell’alimentazione, sia intermini salutistici che qualita-tivi. L’olio extravergine è l’ali-mento più utilizzato fin daiprimi mesi e per tutto il corsodella vita. La Food and DrugAdministration americana loha definito di recente come unvero e proprio farmaco per il be-nessere, mentre spesso si fini-sce per definirlo solo uncondimento. Occorre lavorarein questa senso partendo anzi-tutto dalle scuole, dai giovani”.

A scuola di olio evo:un progetto formativo per imparare a scegliere la qualità

Patto della Polizia locale contro i roghi di rifiuti

Giulia Martelli

Dopo Marano, Qualiano, Villa-ricca e Calvizzano che qualchemese fa hanno firmato unpatto per l’esercizio congiuntodei servizi di polizia locale nelcontrasto del fenomeno degliincendi dolosi di rifiuti, è lavolta di altri quattordici Co-muni. Lo scorso 22 gennaio, infatti,presso la prefettura di Napoli,è stato firmato dal sindaco diNapoli e quelli dei Comuni li-mitrofi di: Arzano, Casan-drino, Cercola, Melito diNapoli, Mugnano di Napoli,Portici, Pozzuoli, Quarto, SanGiorgio a Cremano, San Seba-stiano al Vesuvio, Volla e daicommissari straordinari di Ca-

soria e Casavatore, l’accordoche sancisce una sinergia tra ipaesi coinvolti ed istituisceuna task force di vigili urbaniche ha la possibilità di interve-nire anche nelle zone “di con-fine”. A promuovere il documento èstato l’incaricato per il contra-sto dei roghi Gerlando Iorio,sulla scia dell’accordo tra lapolizia metropolitana e provin-ciale di Caserta sottoscritto loscorso 3 maggio. “Si tratta diun progetto che prevede l’atti-vità di cooperazione tra leforze di polizia presenti sulterritorio per svolgere con-giuntamente e in cooperazioneattività di controllo e di contra-sto al fenomeno dell’abban-dono e dell’incendio di rifiuti –

ha sottolineato il commissarioai roghi tossici - dando la pos-sibilità alle polizie di collabo-rare ma anche di presidiare unterritorio aldilà di quelli chesono i confini strettamente dicompetenza. Un ufficiale del Comando dipolizia di Napoli farà attivitàdi raccordo e di coordinamentocon gli altri comandi delle po-lizie locali limitrofe per predi-sporre un intervento dicontrollo del territorio”. Tra icittadini che assistono a que-sto “ulteriore patto” resta peròlo scetticismo: avrà realmenteun seguito, data l’atavica pe-nuria di caschi bianchi, in al-cuni Comuni bastanti amalapena ad assolvere all’or-dinario?

L’iniziativa nasce dal protocollo d’intesa tra la Coldiretti Campania e l’Ufficio Scolastico Regionale

Siglato da quattordici Comuni partenopei, a Napoli la cabina di regia

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L’impatto ambientale del latte vegetaleAnna Paparo

Nell’era della dieta vegana, incui il mangiare sano è diven-tata una massima di vita, sa-pere che le bevande alternativeal latte, ovvero quelle derivatedal riso, dalla soia, dall’avenao dalle mandorle, per la loroproduzione emettono un terzodei gas serra sprigionati per laproduzione del latte bovino,rappresenta davvero una noti-zia inverosimile. Invece, è lapura verità. A rivelarlo è statouno studio dell'Università diOxford, citato dal sito dellaBBC. Secondo quanto è statoscoperto, produrre un bicchieredi latte vegetale richiede me-diamente un decimo dellaterra richiesta per il latte in-tero bovino. Per quanto ri-guarda l’impiego di acqua ivalori variano molto di più: lebevande a base di soia e avenarichiedono appena un dodice-simo dell'acqua necessaria peril latte vaccino; quelle dal risone richiedono neanche metà,quelle dalle mandorle circa dueterzi. Insomma, c’è un enormedispiego di energie e risorseche nessuno poteva mai imma-ginare. Il latte vegetale rappre-

senta una valida alternativa allatte intero, con il quale ha incomune solo il colore. Ora, nonsi sa in che misura questa sco-perta inciderà sul consumo del-l’alimento usato nelle diete.Ma vediamo più da vicino qualisono le caratteristiche di que-sta particolare tipologia di ali-mento. Come si sa, il lattevegetale ha caratteristiche or-ganolettiche e nutrizionali par-ticolari. Di calcio, vitamine (inparticolare A e D) e caseina è,infatti, ricco il latte vaccino, manon quello vegetale, adatto alladieta di chi presenta problemidi intolleranza al lattosio e alleproteine del latte di mucca.L’assenza di alcuni importantinutrienti implica, nel caso diassunzione esclusiva di lattevegetale, la necessità di intro-durli mediante altri cibi tra cuitofu, legumi, verdure, fruttasecca e uova o di optare per be-vande vegetali addizionate.Mettendo da parte allergie eintolleranze, le varietà vegetalisono indicate anche per chi haproblemi di ipercolesterolemia:infatti, il loro bassissimo conte-nuto di grassi saturi nonespone a rischi l’apparato car-diovascolare. Il latte di soia e

quello di avena, in particolare,sono in grado di ridurre i livellidi colesterolo “cattivo” (LDL),mentre quello di mandorle,ricco di antiossidanti, arginal’azione dannosa dei radicali li-beri rallentando l’invecchia-mento cellulare. I diversi tipidi latte vegetale sono, poi, re-peribili nei negozi specializzatie nella grande distribuzione,ma andrebbero comunque ac-quistati solo quando vi sia lagaranzia della provenienzabiologica per evitare di intro-durre residui di pesticidi e fito-

farmaci o di incorrere in pro-dotti realizzati con organismigeneticamente modificati. Inol-tre, andrebbe verificato che illatte scelto non contenga ag-giunte di grassi e sodio. In-somma, riso, avena, soia,mandorle sono una fonte ine-sauribile di salute e benessere.Ma, a quanto pare si è sottova-lutato che la lavorazione diqueste materie porta un im-piego massiccio di risorse e dienergia, innalzando il livello diinquinamento. In pratica, purdi stare bene l’uomo danneggia

l’ambiente. La natura, comesempre, mette a nostra dispo-sizione tutto ciò che ha, espo-nendo se stessa a pericoli.Chissà se come hanno riscon-trato questa anomalia nellaproduzione del latte vegetaletradotto in un terzo della pro-duzione del gas serra, si riu-scirà a eliminare questopericolo per poter usufruiredelle qualità benefiche di que-sti alimenti senza danneggiarenessuno, tantomeno il nostropianeta Terra. Ai posteri l’ar-dua sentenza.

Il riscaldamento globale continua a farsentire sempre più la sua presenza.Basti pensare che l'Antartide sta per-dendo ogni anno una massa di ghiaccio6 volte superiore a quella che ha personegli ultimi 40 anni. Tutto ciò ha, poi,causato il conseguente innalzamentodei livelli delle acque dei mari di più diun centimetro calcolato nello stessoarco di tempo preso in esame comecampione. A dare l’allarme è stato lostudio pubblicato sulla rivista dell'Ac-cademia americana delle Scienze(Pnas), condotto da un gruppo interna-zionale di glaciologi dell'Universitàdella California, a Irvine, coordinatodal Professor Eric Rignot, insieme aicolleghi del Jet Propulsion Laboratory(Jpl) della Nasa e dell'Università olan-dese di Utrecht. Lo studio, che è statoportato avanti, si è basato sull'analisidi 18 regioni antartiche, comprendente176 banchine di ghiaccio, compreseanche le isole circostanti. Inoltre, le in-dagini sono state condotte partendo dai

carotaggi dei ghiacci, passando per lostudio degli iceberg distaccati dal con-tinente bianco, fino ad arrivare ad ana-lizzare le osservazioni satellitari e lefoto aeree ad alta risoluzione scattateda una distanza di circa 5 metri dal-l’Operation IceBridge della Nasa. A tutto ciò si deve aggiungere l’interfe-

rometria radar satellitare realizzata dadiverse agenzie spaziali e dalla serie diimmagini satellitari Landsat ancora incorso e iniziate nei primi anni ’70. Èstato, quindi, confrontato l’accumulo dineve nei bacini interni con il ghiaccioscaricato dai ghiacciai in mare, dove ilghiaccio galleggia nell’oceano staccan-

dosi dalla banchisa. Le analisi hanno,così, permesso di stimare, negli annicompresi tra il1979 e1990, la perditadi ghiacci annua in circa quaranta mi-liardi di tonnellate. Una cifra schizzata a duecento cin-quantadue miliardi di tonnellateannue tra il 2009 e il2017. Da tutti idati rilevati attraverso lo studio diqueste svariate fonti, si è giunti allaconclusione che le perdite più consi-stenti riguardano soprattutto le regionioccidentali, considerate dagli studiositra le più sensibili ai cambiamenti cli-matici. "Si tratta solo della punta di uniceberg", così ha commentato il Profes-sor Eric Rignot, dell'Università califor-niana. "Continuando con questo ritmo- ha concluso l'esperto - ci aspettiamoun aumento del livello dei mari di al-cuni metri nei prossimi secoli". Grazieal team guidato da Rigot, ci ritroviamodi fronte alla valutazione più lunga diquel che resta della massa di ghiaccioantartico. A.P.

Lo scioglimento dei ghiacciai:un drammatico fenomeno in aumento

Secondo uno studio dell’Università di Oxford, la sua produzione provoca un terzo dei gas serra

ANTARTIDE E RISCALDAMENTO GLOBALE

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Anna Gaudioso

Lo scorso 16 gennaio, con il ti-tolo “Educazione ambientalee alla sostenibilità nel Si-stema nazionale per la prote-zione dell’ambiente”, nellaSala conferenze dell’Ispra aRoma si è tenuta una tavolarotonda promossa dal Snpa,seguita il giorno dopo da unseminario. A moderare i la-vori, Sergio Sichenze, respon-sabile LaREa di Arpa FriuliVenezia Giulia, e con l’inter-vento introduttivo di PaoloTamburini, coordinatore dellaRete dei referenti di educa-zione ambientale del Snpa. In questo contesto, la Rete deireferenti e il GdL Educazioneambientale, istituiti nell’am-bito del Sistema, hanno avutomodo di mettere a fuoco stra-tegie, metodologie e stru-menti per possibili prossimeazioni comuni. Nell’ambitodella Tavola rotonda del 16sono intervenuti il presidenteSnpa Stefano Laporta, che hamesso il punto sull’impor-tanza di fare rete. Si è inoltreparlato di agenda 2030, e delfatto che il lavoro del Sistemarischia di essere inutile se nonproduce conoscenza. A seguire è intervenuto il di-rettore generale Ispra, Ales-sandro Bratti, che accantoalla parola “ambiente” ha vo-luto sottolineare le parole“economia” e “società”. Non sifa protezione ambientalesenza considerare le compo-nenti socio-economiche e so-prattutto senza creare un

rapporto di fiducia con i citta-dini. “Fiducia” è davvero unaparola-chiave: le agenzie chelavorano sul territorio devonorecuperare l’idea di fiduciaper poter realizzare un inter-vento, un progetto che possaessere di generale condivi-sione ed accettazione. Alla ta-vola rotonda era presenteanche il presidente di WeekItalia Mario Salomone che haconfermati la necessità dellecompetenze ma ha ribaditoche accanto alla competenzaci vuole l’entusiasmo, requi-

sito indispensabile per chi sioccupa di ambiente. Ciò che èemerso dalla giornata di stu-dio e di confronto è che biso-gna affrontare le sfide delmondo contemporaneo, ognieducazione è meditazione am-bientale, bisogna cercare sem-pre collaborazioni con altrereti, cercare di realizzare pro-getti comuni. Sicuramente ri-conosciamo di vivere in unmondo di paura, di rabbia, edè proprio per questo che biso-gna camminare insieme perandare lontano, camminare

insieme, fare rete. È dal 2003che gli educatori ambientalidel sistema agenziale vannonei congressi mondiali pertrovare reti di altri paesi: bi-sogna avvicinare sempre piùle istanze ambientali e socialiperché elementi interagentiper fare cittadinanza attiva.Per Michela Mayer, responsa-bile del Gruppo Educazioneall’interno dell’ Associazioneitaliana per una scienza dellasostenibilità (Iass), è impor-tante togliere le barriere emettere insieme vari scien-

ziati tra le varie discipline perriuscire a cambiare in primoluogo noi stessi e poi gli altri.La scienza stessa deve capireper trasformare, il discorsoscientifico va costruito in-sieme ai cittadini. La sostenibilità è complessità,ma non deve spaventarci.Sono intervenuti, tra gli altri,Marcello Mossa Verre, diret-tore generale Arpa Toscana,Vanessa Pallucchi, vicepresi-dente Legambiente, MariaAntonietta Quadrelli, respon-sabile Ufficio educazione WwfItalia, Roberta Cafarotti, di-rettore scientifico Earth DayItalia. Con la legge 132 del2016 (art. 3 comma g), l´edu-cazione ambientale e alla so-stenibilità viene riconosciutacome una delle funzioni isti-tuzionali che Ispra e le Agen-zie ambientali sono chiamatea svolgere. Da qui l’esigenzadi definire una specifica stra-tegia trasversale e le azioniche potranno essere realiz-zate con il Programma di la-voro definito nell’ambito delTavolo istruttorio del Consi-glio del Snpa (Tic V). Ispra ele Agenzie ambientali datempo sono impegnate nelprodurre conoscenza, correttainformazione e nello svolgereun ruolo fondamentale di sup-porto alle amministrazioni eai territori nelle azioni voltealla sostenibilità, ma per es-sere ancora più efficaci de-vono svolgere anche un ruoloeducativo: aiutare i cittadinia capire e ad agire in modo re-sponsabile.

Educazione ambientale nel Snpa: lavori in corso Doppio incontro a Roma: la formazione per la sostenibilità è funzione fondante del Sistema

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Lucio De MaioEmma LionettiLuigi Mosca

Alla fine del 2018 è stata pub-blicata sul Bollettino ufficialedella Regione Campania ladelibera di Giunta regionaleche classifica le acque di bal-neazione in base al monito-raggio condotto da Arpac. La classificazione, che si basasu quattro classi di qualità(“scarsa”, “sufficiente”, “buona”ed “eccellente”) è il frutto delleanalisi condotte nel corso delleultime quattro stagioni bal-neari (dal 2015 al 2018) sui330 tratti di costa in cui è sud-diviso il litorale campano aifini della balneazione.La lettura dell’allegato delladelibera mostra che i valoripercentuali delle diverseclassi di qualità non si disco-stano di molto rispetto a quellidella delibera adottata l’annoprecedente. Le acque di balneazione di-chiarate di qualità eccellentepassano dall’89% all’88%, pro-babilmente a seguito dei supe-ramenti, nel 2018, dei valorilimite dei parametri determi-nanti la balneabilità in alcunitratti di costa. I superamentipotrebbero dipendere dallamaggiore frequenza di eventipiovosi rispetto all’anno prece-dente (si veda l’articolo pub-blicato in precedenza). Valoripercentuali costanti, invece

sono quelli della costa di“scarsa” qualità, pari al 3%del litorale campano oggettodi monitoraggio, percentualeidentica all’anno precedente.All’inizio della stagione bal-neare 2019, dunque, il 97%del litorale campano monito-rato risulterà balneabile (sitratta del totale delle acque diqualità eccellente, buona, suf-ficiente e di nuova classifica-zione), con un residuo 3% dicosta non balneabile perché diqualità “scarsa”. Resta esclusa dal conteggio laquota di litorale vietata a pre-scindere dal monitoraggioArpac, circa 60 chilometri cheospitano porti, strutture mili-

tari, canali e foci di fiumi nonrisanabili, eccetera.Per le acque di qualità scarsa,all’apertura della stagionebalneare 2019, i sindaci deicomuni interessati dovrannoemettere un provvedimento didivieto di balneazione. Questo divieto potrà essere re-vocato nel corso della stagionebalneare al verificarsi di con-dizioni previste dalla legge:questo accade quando i Co-

muni eliminano le cause di in-quinamento, con un’oppor-tuna documentazione degliinterventi eseguiti, e inoltre siverifica un primo esito anali-tico favorevole nel corso dellastagione balneare, per quantoriguarda i parametri micro-biologici indicatori di contami-nazione fecale (Escherichiacoli ed Enterococchi intesti-nali). Anche le acque dichia-rate idonee alla balneazione ainizio stagione balneare, tut-tavia, possono subire cambia-menti: possono ad esempioessere temporaneamente vie-tate alla balneazione in casodi esiti sfavorevoli durante lacampagna di monitoraggio2019. Se si amplia la prospet-tiva alla serie storica dei datidegli ultimi anni, l’andamentodella classificazione delleacque di balneazione campanemostra un tendenziale miglio-ramento, probabilmente do-vuto a una migliore gestionedei sistemi fognari, in partico-lare lungo il litorale domizio enell’area vesuviana, conse-guenza di un’efficiente siner-gia delle diverse istituzionicoinvolte. Le acque di qualità scarsaerano infatti nel 2013 il 10%delle acque monitorate. Que-sta quota si è ridimensionatama permangono alcune criti-cità, concentrate soprattuttonel Casertano (in prossimitàdella foce dei Regi Lagni),

nella periferia orientale di Na-poli, in alcuni tratti del lito-rale vesuviano non ancorarisanati, nell’area intorno allafoce del Sarno e in prossimitàdei principali fiumi che sfo-ciano in provincia di Salerno.Dal 1 aprile fino al 30 settem-bre, con l’ausilio della suaflotta coordinata dalla UOMare, Arpac sarà impegnatanelle operazioni dei campiona-menti a mare e nella valuta-zione, verifica e trasmissionedei dati ottenuti. Su ciascunaacqua di balneazione (42 inprovincia di Caserta, 149 inprovincia di Napoli e 139 inquella di Salerno) i Diparti-menti provinciali provvede-ranno al prelievo dei campionidi acqua che successivamentesaranno analizzati nei labora-tori Arpac secondo i criterinormativi. In caso di situa-zioni anomale ed evidenza diinquinamento si provvederàalle indagini e ai sopralluoghiper individuare le eventualicause di contaminazione e sa-ranno effettuati campiona-menti aggiuntivi.Gli esiti di tutti i controlli ese-guiti, a garanzia dell’informa-zione al pubblico prevista dallalegge, saranno consultabili intempo reale sul sito web istitu-zionale di Arpac (www.arpa-campania.it) contestualmentealla pubblicazione sul Portaledel Ministero della Salute(www.portaleacque.it).

Acque di balneazione, situazione stabilePubblicato il provvedimento che classifica i tratti di costa campani: l’88% è “eccellente”

Solo il 3%

delle acque

monitorate

da Arpac

è di qualità

“scarsa”:

una percentuale

in diminuzione

negli ultimi anni

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In tutte le regioni e nelle province au-tonome di Trento e Bolzano, le Arpa ele Appa gestiscono le reti di monito-raggio della qualità dell’aria che for-niscono i dati ufficiali, sulla cui basevengono assunti da parte degli enti lo-cali i provvedimenti previsti dalle nor-mative europee, nazionali e regionaliper contrastare le situazioni di inqui-namento atmosferico.Tutte le Agenzie pubblicano i dati ri-levati, sia pure con modalità molte di-verse, oltre che attraverso i propri sitiWeb, anche mediante APP e con i So-cial media. Numerose notizie sono pubblicate sul-l’argomento dal notiziario del Si-stema, AmbienteInforma.Recentemente, ad esempio, Arpa To-scana ha presentato il nuovo serviziodi pubblicazione dei dati in temporeale relativamente agli inquinantigassosi, informazioni che si aggiun-gono a quelle già messe a disposi-zione: la serie decennale di indicatoriper i diversi inquinanti, i bollettinigiornalieri, i report, i grafici interat-tivi, l’indice di criticità della qualitàdell’aria, gli rss, gli opendata. Il tuttospiegato con un video-tutorial.Diverse agenzie pubblicano sul sito

dell’Agenzia Europea per l’Ambiente(EEA) i dati in tempo reale degli in-quinanti gassosi, che contribuiscono aformare l’Air Quality Index dellaEEA.Le agenzie ambientali che hanno alproprio interno anche i servizi meteo-rologici, pubblicano anche le previ-sioni per l’inquinamento dell’aria neigiorni successivi.Alcune agenzie stanno lavorando aprogetti sperimentali di citizenscience con l’uso di sensori smart perrilevare dati integrativi della qualitàdell’aria nell’ambito di iniziative chefavoriscono la partecipazione attivadei cittadini. È il caso, ad esempio del progettoCAPTOR, a cui hanno partecipato di-verse agenzie del nord Italia insiemecon Legambiente.E’ auspicabile, nell’ambito del Snpa, edegli sforzi che si stanno facendo peromogeneizzare la situazione esistentesi possa mettere a sistema le miglioriesperienze esistenti, per arrivare apubblicare in un sito nazionale tutti idati da visualizzare con modalità userfriendly, mettendo altresì a disposi-zione dati aperti e riutilizzabili (dalnotiziario Snpa AmbienteInforma).

Il Snpa e la qualità dell’aria

Arpa CAMPANIA AMBIENTE del 31 gennaio 2019 - Anno XV, N.2Edizione chiusa dalla redazione il 31 gennaio 2018

DIRETTORE EDITORIALELLuigi Stefano SorvinoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. De Capua, G. DeCrescenzo, L. De Maio, A. Esposito, R. Fa-nelli, R. Funaro, B. Giordano, E. Lionetti, G.Loffredo, R. Maisto, A. Palumbo, A. Paparo,T. PolliceSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Dati sull’inquinamento atmosferico: auspicabile un sito web nazionale

Sicurezza sul lavoro, convegno a Giugliano

Platea gremita a Giu-gliano per un convegnosulla sicurezza nei luo-ghi di lavoro, organiz-zato per il decennale deldecreto legislativo 81 del2008. A fare gli onori dicasa lo scorso 18 gen-naio, nella Chiesa delleconfezioniste, il vicesin-daco della terza cittàdella Campania per nu-mero di abitanti, Dome-nico Pianese. Tra irelatori il commissarioArpac Stefano Sorvino,chiamato, in qualità dimanager di diversi Entipubblici, a raccontare lasua esperienza in mate-ria di protezione dellasalute dei lavoratori. «Èla prima volta – ha com-mentato il commissariodell’Agenzia ambientale– che vengo chiamato inquesto comune, puntocardine della cosiddettaTerra dei fuochi, a discu-tere di qualcosa che nonè strettamente legato

alla mission ambientaledell’Ente che dirigo». Gli esperti intervenuti alconvegno hanno provatoa rispondere ad alcuniinterrogativi.Quanto e come il decreto81 è stato applicato nelleimprese italiane? Perchéoggi tornano ad aumen-tare gli infortuni sul la-voro?Tra i relatori, l’ammini-stratore di Arpac Multi-servizi Giovanni Porcelli,il consigliere della Cittàmetropolitana di NapoliNicola Pirozzi, il vicepre-sidente della Camera dicommercio partenopeaFabrizio Luongo, il con-sigliere dell’Ordine pro-vinciale degli ingegneriEttore Nardi, inoltreGiovanni Sabatino, pre-sidente della Riserva dellitorale domizio. Ha mo-derato l’incontro il gior-nalista Marcello Curzio,organizzazione a curadell’Aicast Giugliano.

Air Quality Index EEA

Il Commissario Arpac ha raccontato la sua esperienza come manager pubblico

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Bruno Giordano

Smog, traffico, problemi respi-ratori, bambini a rischio sa-lute. Sempre di più si parla dicostruire cinture verdi intornoe dentro le città come solu-zione all’inquinamento cre-scente delle nostre metropoli.Ed è stata questa la propostadi Stefano Boeri (noto archi-tetto milanese) al primo WorldForum on Urban Forests pro-mosso dalla Fao (insieme alPolitecnico di Milano, allaSisef e al Comune di Man-tova). Piantare alberi ovunquein città. Un albero produce ogni anno110 chili di ossigeno e assorbecentinaia di grammi di CO2.Da New York a Tirana eShanghai, sempre più metro-poli scelgono la strada della fo-restazione urbana. Un alberoin città, un albero in età ma-tura, da solo produce ognianno 110 Kg di ossigeno; e as-sorbe centinaia di grammi diquel veleno invisibile prodottosoprattutto dal traffico cheentra ogni giorno nei nostripolmoni. Un albero in città as-sorbe ogni anno circa 400 Kgdi anidride carbonica. QuellaCO2 che è per il 75% prodotta

dalle città del mondo e che èalle origini del riscaldamentodel pianeta e dei cambiamentinel clima: fenomeni che nonsolo i meteorologi, ma tuttinoi, ogni giorno che passa, os-serviamo con angoscia. Molti-plicare il numero degli alberi edelle altre piante presentinelle città del mondo, sosti-tuire con superfici verdi mi-gliaia di ettari di asfalto e dilamiera (le macchine parcheg-giate che spesso non usiamo),portare la natura vivente nonsolo nelle corti e lungo i viali,ma anche sulle facciate e suitetti delle case, delle scuole,dei musei, dei centri commer-ciali non sono più soltantogesti di sana ecologia, buoneintenzioni di piccole mino-ranze sensibili all’ambiente,sono scelte necessarie se vo-gliamo che le nostre città, daprincipali cause del cambia-mento climatico nel nostropianeta, diventino le protago-niste di una sfida che ognigiorno diventa più difficile, mache è ancora aperta e possi-bile: quella di provare a rallen-tare il riscaldamento delpianeta. Se è vero che la CO2 agiscecome un fertilizzante per le

piante, portare i boschi e le fo-reste nelle città significa pro-vare a sfidare il riscaldamentoglobale proprio dove si ali-menta. Da New York, chepianta un milione di alberi, aParigi che trasforma in orti itetti degli edifici pubblici; da

Tirana che costruisce un im-menso Bosco orbitale, a Shan-ghai che trasforma in campida coltivare un’intera isola, legrandi città si stanno muo-vendo, spesso autonomamenterispetto alle politiche ambien-tali delle loro nazioni, per au-

mentare le superfici a parco, agiardino, a coltivazione, averde condiviso. Piantare unalbero è un gesto possibile atutti, un atto di senso civico,un gesto che produce risultatiimmediati sul clima e sullaqualità della vita urbana.

Più alberi contro i cambiamenti climatici

Sempre più spesso (e giusta-mente) ci lamentiamo dell’in-quinamento delle nostre città,ed il luogo di cui valutiamo ra-ramente la qualità dell’aria, eil relativo inquinamento in-door, sono proprio le nostrecase.Possiamo utilizzare filtriHEPA (dall’inglese High Effi-ciency Particulate Air filter),presenti in molti climatizza-tori, aspirapolvere e cappe diaspirazione, per metterci al ri-paro da particelle di polvere eallergeni, ma alcuni compostidannosi sono troppo sottili peressere intrappolati in questomodo. È il caso di piccole molecolecome il cloroformio, che è pre-sente in quantità ridotte nel-l’acqua clorata, o il benzene,uno dei componenti naturalidel petrolio, utilizzato come

antidetonante nelle benzine.Anche i più scettici nei con-fronti dell’ingegneria geneticapotrebbero vedere i lati positividel lavoro, pubblicato sulla ri-vista Environmental Science& Technology, dei ricercatoridell’Università di Washington:per rimuovere cloroformio ebenzene dall’aria delle nostrecase hanno modificato geneti-camente una comune pianta

da appartamento, Epiprem-num aureum, anche nota comepothos. Anche se l’intero pro-cesso ha richiesto più di dueanni, la scelta degli scienziatiè ricaduta su questa pianta daappartamento proprio perchérobusta e capace di crescere inogni tipo di condizioni. Questepiante “pimpate” esprimonouna proteina, 2E1, in grado ditrasformare questi composti in

molecole utili alla crescitadella pianta stessa.A questo punto è stata testatain laboratorio la capacità di ri-muovere gli inquinanti dal-l’aria da parte delle piantemodificate, rispetto a quelletradizionali: sono state posteentrambe sotto tubi di vetro,all’interno dei quali veniva ag-giunto benzene o cloroformio.Per undici giorni i ricercatorihanno controllato le concentra-zioni in ogni tubo. Le piantenon modificate non erano statein grado di rimuovere le so-stanze indesiderate, mentrequelle prodotte dal team ave-vano diminuito dell’82% laconcentrazione di cloroformiodopo tre giorni, che, dopo seigiorni, risultava praticamenteimpossibile da rilevare all’in-terno del tubo.Anche con il benzene aveva

funzionato, ma più lenta-mente: dopo otto giorni la con-centrazione era scesa circa del75%. Per misurare agevol-mente i cambiamenti si erafatto uso di una concentra-zione di questi inquinanti de-cisamente superiore rispetto aquella presente nelle nostreabitazioni, ma chi ha condottolo studio si aspetta che i risul-tati siano simili anche in ap-partamento.L’unico requisito per trasfor-mare queste piante nelle no-stre migliori amiche èassicurare la presenza di qual-cosa in grado di muovere l’ariaall’interno dell’appartamento:basta un ventilatore. Questopermetterebbe di purificaretutta l’aria e in tempi piùbrevi, anche se la nostra pic-cola compagna verde sta in unangolo. I.B.

La forestazione urbana tra le buone pratiche in città

Piante OGM per purificare l’aria di casaL’ingegneria genetica ha trasformato il pothos in un perfetto filtro antinquinamento

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Rosario Maisto

È nata una nuova ricerca checombina urbanizzazione e sa-lute dei residenti, in partico-lare i bambini di età scolareche vivono a pochi chilometrida Palermo. Si tratta del pro-getto “Giardini per allergici”,condotto da un team multidi-sciplinare dell’Unità di ricercadi epidemiologia clinica e am-bientale delle malattie polmo-nari e allergiche pediatriche(Ecampap) – Istituto di biome-dicina e immunologia moleco-lare Alberto Monroy delConsiglio nazionale delle ri-cerche (Cnr-Ibim), dell’Istitutonazionale di geofisica e vulca-nologia (Ingv), dell’Arpa Emi-lia-Romagna e del Diparti-mento di epidemiologia delLazio (DepLazio), i cui risul-tati sono stati pubblicati suEnvironmental Health.Gli scolari coinvolti, in tutto244 tra gli 8 e i 10 anni, hannocompilato un questionario perla valutazione dei sintomi re-spiratori, allergici e generali.Nell’area dove si trovano lescuole è attiva una delle duestazioni di misurazione difondo del livello di inquina-mento, non influenzata pre-valentemente da emissionispecifiche cioè industrie, traf-fico, riscaldamento residen-ziale, ecc. Lo studio è statocondotto in una zona pianeg-

giante caratterizzata da inten-sive edificazioni, soprattuttoinsediamenti commerciali e al-loggi pubblici, a circa 2kmdalla discarica della città vi-cino Palermo e ha consentitodi stimare l’indicatore graficogreenness di esposizione alverde (NDVI), attraverso mi-surazioni da satellite e l’indi-catore di greyness, e lacomposizione del territorio,usando la classificazione (CLC),programma sviluppato dal-l'Agenzia Europea per l'Am-biente per il rilevamento e ilmonitoraggio delle caratteristi-che di copertura e uso del terri-torio. Arpa Emilia-Romagna,infine, ha raccolto i dati sulbiossido di azoto (NO2) in vici-nanza di strade ad alto traf-fico. Gli elementi riscontrati sonopoi stati elaborati ed associati,facendo emergere che i bam-bini che vivono in aree o cittàdensamente cementificate, ri-

portano più sintomi oculari egenerali - come cefalea e stan-chezza - rispetto a quelli chevivono in aree meno cementifi-cate. Anche vivere in prossi-mità di una strada ad altotraffico determina un aumentodel rischio dei sintomi ocularitipo bruciore, lacrimazione,sensazione di sabbia negliocchi e nasali. Il risultato è dunque la neces-sità di una pianificazione ur-bana sostenibile a misura dibambino. La ricerca si inseri-sce nell’ambito della recentePrima Conferenza Mondialesu Inquinamento Atmosfericoe Salute di Ginevra, in cui laSanità ha fatto il punto sullasalute degli abitanti del Pia-neta, lanciando un appello aigoverni, al mondo sanitario edella ricerca di fare della lottaall’inquinamento atmosfericouna priorità, perché il nostrofuturo va tutelato ed il “Fu-turo” sono i nostri bambini!

Giardini per gli allergici: un progetto dedicato ai bambini

In Cina, dove si producono piùdi 25mila tonnellate di spaz-zatura ogni giorno, precisa-mente a Jinan, alla periferiadi Shandong, si allevano circaun miliardo di scarafaggi, aiquali vengono fornite 50 ton-nellate giornaliere di rifiutialimentari. Secondo il SouthChina Morning Post solo nel2017, a Pechino, sono stateprodotte nove milioni di ton-nellate di immondizia. Per ri-solvere il problema, ricercatoricinesi hanno pensato ad unasoluzione alternativa: darli inpasto a questi insetti. Comespiega l’agenzia di stampa bri-tannica Reuters, è negli stessiimpianti di smaltimento deirifiuti che ne vengono allevati

milioni e milioni: a Jinan, nel-l’impianto gestito dalla Shan-dong Qiaobin AgriculturalTechnology Co. si trovano benun miliardo di bacherozzi, al-levati per smaltire le circa 50tonnellate di rifiuti quotidianiin cui vivono. L’azienda sta

pensando all’apertura di altritre impianti entro il 2019, persmaltire circa un terzo dei ri-fiuti alimentari prodotti nellacittà da sette milioni di abi-tanti. Ma che cosa succede agli sca-rafaggi, dopo? Quando essi

muoiono diventano mangimeper i maiali e altri animali daallevamento. In alcuni casipossono diventare anche com-ponenti di farmaci, come av-viene a Xichang. Sono utili per curare le ulcereorali e peptiche, le ferite dellapelle e persino il cancro allostomaco. I ricercatori stannoanche cercando di utilizzarel’estratto degli scarafaggi permaschere di bellezza, pilloledimagranti e persino tratta-menti per la perdita dei ca-pelli. Proprio a Xichang, nel Si-chuan (sud-ovest del Paese), èpresente il più grande alleva-mento di scarafaggi al mondocon 6 miliardi di esemplari,

fatti crescere a temperatura eumidità controllate, usandoperfino strumenti di intelli-genza artificiale. Esiste un pe-ricolo però: se questi insettidovessero trovare il modo diuscire dagli allevamenti, sa-rebbe una catastrofe, ma aquesto l’operosità dei cinesi haovviato costruendo un fossatointorno agli allevamenti pienodi acqua e pesci. Se gli scara-faggi dovessero scappare, ca-drebbero nel fossato e i pesci limangeranno tutti. A ben ve-dersi tutte le ipotesi concretee praticabili son prese in con-siderazione ed attuate percontenere ed aiutare nellosmaltimento dei rifiuti.

B.G.

In Cina gli scarafaggi mangiano i rifiuti

Rosa Funaro

Negli ultimi dieci anni le fattorie italiane hanno perso1,7 milioni di animali allevati. Sono a rischio estin-zione ben 130 razze tra le quali: 38 di pecore, 24 di bo-vini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicolie 7 di asini. A lanciare l’allarme è la sempre presenteColdiretti. La perdita riguarda soprattutto la monta-gna e le aree interne del Paese, dove mancano le con-dizioni sociali ed economiche minime per garantire lapermanenza di pastori e allevatori. Tra gli animali inpericolo: l’Asino Amiatino, originario della Toscana ela Chianina, regina tra le razze bovine italiane. Perquanto riguarda i cavalli: il Maremmano dalla storiaantichissima, presente nel litorale tirrenico della bassaToscana, il Pentro, cavallo originario del Molise, laMarchigiana diffusa in centro Italia, e il cavallo Ha-flinger, altoatesino dalla folta e setosa criniera. Tempiduri anche per il maiale nero casertano “Calvo”, cheha avuto la sua massima diffusione alla fine dell’800per poi essere riscoperto in tempi recenti con alleva-menti allo stato brado o semibrado, per la pecora So-pravissana e la Ancona, tipica gallina dalle penne apois , entrambe diffuse nel Centro Italia. “Gli animalicustoditi negli allevamenti italiani – spiega la Coldi-retti – rappresentano un tesoro unico al mondo che vatutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solola biodiversità di preziose razze, ma anche il presidiodi un territorio dove la manutenzione è garantita pro-prio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenziosodi pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli ani-mali”. L’allevamento italiano è senz’altro anche un im-portante comparto economico per il Paese: vale 17,3miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’interaagricoltura nazionale, con un impatto rilevante anchedal punto di vista occupazionale dove sono circa 800milale persone al lavoro.

SOS fattorie in ItaliaL’indagine ha coivolto oltre duecento scolari tra gli otto e i dieci anni

In dieci anni persi più di un milione di animali

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Fabiana Clemente

Fibra di carbonio creata apartire dalle piante? Siamoabituati a considerare il pe-trolio la principale fonte. E invece non è frutto dell’im-maginazione. Bensì unanuova realtà che si sta concre-tizzando. A lavorare in questadirezione è il National Rene-wable Energy Laboratory. Un team di ricercatori ha direcente diffuso risultati sullaconversione della biomassa li-gnocellulosica in una sostanzachimica a base biologica chia-mata acrilonitrile, il precur-sore della produzione di fibradi carbonio. Composto orga-nico, derivato dall’acido acri-lico, usato per produrre fibresintetiche (acriliche), resinetermoplastiche, gomme sinte-tiche. È anche un componentedella gomma sintetica. La dimerizzazione dell’acrilo-nitrile produce adiponitrile,utilizzato nella sintesi di al-cuni tipi di nylon. Ergo, un’al-ternativa ecosostenibile. I produttori dei diversi mezzidi trasporto, stanno puntandosu leggerezza e riduzionedell'impatto ambientale.Dalle auto alle biciclette,dagli aeroplani e alle navi-celle spaziali, la fibra di car-bonio è ormai presente.Cinque volte più resistente

dell'acciaio, due volte più ri-gida ma anche più leggera.Poliedrica in numerosi campi.Ma per limitare l’impiego dipetrolio, si potrebbero sfrut-tare meglio delle alternativerinnovabili. L’acritrionile èuna sostanza chimica pro-dotta oggi attraverso un com-plesso processo a base dipetrolio su scala industriale.Il propilene, derivato dal pe-trolio o dal gas naturale,viene miscelato con ammo-niaca, ossigeno e un catalizza-tore. La reazione genera elevatequantità di calore e acido cia-nidrico, un sottoprodotto tos-sico. Anche il catalizzatoreutilizzato per produrre l'acri-lonitrile oggi è piuttosto com-plesso e costoso e i ricercatorinon ne comprendono ancoracompletamente il meccani-smo. Per lo studio di nuove idee perla produzione di acrilonitrileda materie prime rinnovabili,il Dipartimento dell'Energia(DOE) ha invitato vari labora-tori di ricerca a produrre acri-lonitrile dai rifiuti vegetali,come quelli derivanti dalla la-vorazione del mais, dalla pa-glia di grano e di riso daitrucioli di legno. Si tratta della parte non com-mestibile della pianta che puòessere scomposta in zuccheri,

a loro volta convertiti in unavasta gamma di prodotti abase biologica per uso quoti-diano. Secondo gli scienziatidell'NREL, gli zuccheri di ori-gine lignocellulosica prove-nienti da fonti rinnovabilipotrebbero essere in grado direndere la fibra di carboniopiù economica e più ampia-mente adottata per le applica-zioni di trasporto di tutti igiorni. Per procedere in que-sta direzione, gli scienziatihanno quindi utilizzato unsemplice catalizzatore peruna reazione chimica chia-mata nitrilazione. Meno costoso dell’equivalenteutilizzato nel processo a basedi petrolio. Non si produceinoltre calore in eccesso néacido cianidrico che è tossico.Il processo a base biologicagenera come sottoprodottisolo acqua e alcol. Il prossimostep sarà incentrato sul ridi-mensionamento del processoin modo da produrre 50 chilo-grammi di acrilonitrile. I ricercatori stanno collabo-rando con diverse aziende tracui una società di catalizza-tori per produrre quello ne-cessario alle operazioni suscala pilota. I primi dati pubblicati suScience lasciano ben sperare.Si può fare a meno dell’uti-lizzo di petrolio.

Acritrionile: fibra di carbonioprodotta da scarti vegetali

Con soddisfazione si è raggiunto un altro tra-guardo per l’umanità nell’era della tecnologiaspaziale e biologica, la sonda cinese Chang’e-4,allunata il 3 gennaio scorso sulla faccia nasco-sta della Luna, nell’emisfero sud, ha portato laCina a raggiungere il primato mondiale di allu-naggio sul suolo lunare, dalla parte opposta ri-spetto alla Terra, con grande gioia per il team,ha completato il primo esperimento biologicosulla superficie del nostro satellite, infatti, lefoto provenienti dalla sonda, mostrano che iprimi semi di cotone sono germogliati, ricor-diamo che la sonda ha portato sulla Luna unamini “biosfera” progettata da 28 università ci-nesi guidate dall’Università di Chongqing dellaCina sud-occidentale, questa scatola cilindricarealizzata con speciali materiali in lega di allu-minio, pesa circa 3 kg, con dentro anche semi dipatata, Arabidopsis (l’arabetta comune) e uovadi bachi da seta e lieviti che, una volta nati, pro-durranno anidride carbonica, mentre le patatee i semi i cotone genereranno ossigeno attra-verso la fotosintesi, ricreando così un piccolo esemplice ecosistema che verrà studiato nel det-taglio dagli scienziati tramite una piccola tele-camera, ovviamente, tutta la strumentazione èprogettata per resistere alle alte temperaturedel giorno (130 gradi) e al freddo della notte lu-nare (-240 gradi), e in questo esperimento sipropone di accumulare le conoscenze per rag-giungere una migliore comprensione della geo-logia lunare, dell’origine del nostro satellite edella sua evoluzione e chissà sperando anche dicostruire una futura base lunare, nonché unaresidenza a lungo termine sulla Luna. A oggi,le ultime immagini che sono arrivate dallasonda, mostrano che i germogli di cotone stannocrescendo bene, questi sono i risultati di nume-rosi test nei quali organismi analoghi, hannosperimentato le severe e particolari condizioniambientali a cui sono sottoposti i campioni sulnostro satellite, come bassa gravità, forti radia-zioni solari e un’elevata escursione termica. Leabilità di coltivare piante sulla Luna sarannoparte integrante delle missioni spaziali a lungotermine, come ad esempio i viaggi su Marte, ilrisultato al quale si assiste in queste ore è unprimo passo verso una realtà, sempre più vi-cina, nella quale gli astronauti potenzialmentesi potranno procurare il cibo nello spazio, in am-bienti controllati, aumentando la sicurezzadegli alimenti e riducendo pertanto la necessitàdi tornare sulla Terra per rifornirsi, un sognoche sta diventando realtà!. R.M.

Cotone sulla luna

I primi dati lasciano ben sperare. Si può fare a meno del petrolio

I primi semi sono germogliati

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LA SOSTENIBILITÀ DEI PROCESSI PRODUTTIVI

Ilaria Buonfanti

Tutte le attività umane hanno uncerto impatto sull’ambiente e modifi-cano non solo il paesaggio che ci cir-conda, ma l’economia e l’organiz-zazione sociale e culturale. Per valu-tare le condizioni e lo stato di salutedel sistema ambiente si possonousare gli indicatori di sostenibilità.Sempre più persone si occupano di in-dicatori di sostenibilità ambientalenell’ambito dei processi produttivi,sia a livello mondiale che nazionale,regionale o di singolo prodotto. La ri-cerca è importante per sviluppare di-namiche produttive che dianobenefici nel presente e, soprattutto,non vadano a compromettere i bene-fici delle generazioni future.Per valutare l’impatto di un processo

produttivo sull’ambiente, esistonospecifiche metodologie scientificheche permettono di convertire un va-lore di prodotto in un valore di im-patto ambientale. I dati da cui siparte provengono quasi sempre dadatabase ufficiali mentre la stima diimpatto viene di volta in volta conte-stualizzata nelle singole analisi chevengono svolte.Consideriamo le emissioni di gas a ef-fetto serra. Già a partire dalla fine delsecolo scorso, molte aziende hanno co-minciato a delocalizzare la loro pro-duzione in Paesi meno sviluppaticome Cina, India e Brasile separando,di fatto, il nucleo di produzione dalnucleo del consumo (rappresentato,per esempio, da Stati Uniti ed Eu-ropa). Ciò ha comportato anche unospostamento delle emissioni di gasserra incorporate nel commercio in-ternazionale, con una diminuzionenei Paesi di consumo e un aumentonei Paesi di produzione.Negli ultimi decenni, l’assegnazionedelle emissioni si è sempre basata suun calcolo orientato al produttore. Re-centemente invece, si cerca di seguirei flussi di emissione cercando di allo-carli, quindi di contabilizzarli, alPaese di consumo finale: se un oggettoviene prodotto in Cina ed esportatonegli Stati Uniti, la responsabilitàdelle emissioni fatte in Cina vienedata agli Stati Uniti.Qual è l’importanza di un sistemacontabile di questo tipo?Bisogna dimostrare che spesso il vir-

tuosismo manifestato dai Paesi con-sumatori in relazione alla riduzionedi emissioni nazionali è, in realtà, unsemplice spostamento di emissioni,che deve essere investigato, analiz-zato, capito e possibilmente ostaco-lato o quantomeno gestito. Anche perché non si tratta semplice-mente di ridurre le emissioni a livellonazionale: i gas a effetto serra nonhanno un effetto diretto sulla saluteumana, rappresentano piuttosto unproblema globale per cui rilasciarli inCina o negli Stati Uniti non fa diffe-renza. Anzi, lo stesso oggetto prodottoin uno Stato industrializzato spessoha un impatto ambientale minoregrazie all’uso di fonti energetiche al-

ternative o allo sviluppo di nuove tec-nologie.Si sente molto parlare dell’impattoambientale del settore agricolo e dellaproduzione di cibo. Che indicatori disostenibilità vengono usati in questicasi?Il più comune è la carbon footprint,quindi la quantità di diossido di car-bonio (CO2) rilasciata nell’atmosfera.È stato dimostrato che l’impatto am-bientale maggiore è dato da un’ali-mentazione a base di carne, quindi lediete vegetariane e vegane hanno unacarbon footprint inferiore.Minore è l’impatto ambientale diognuno di noi maggiori saranno i van-taggi futuri.

LIBRI IN CAMBIO DI RIFIUTI DA RICICLARE

Un’iniziativa con duplice va-lore. “Non rifiutiamoci” è ilprogetto di Michele Gentileche gestisce da più di tren-t’anni la libreria “Ex LibrisCafè” del comune salernitanodi Polla. Allo slogan di “menoplastica, meno alluminio, piùlibri” l’idea è volta a ricavareguadagno dallo smaltimentodei materiali e, con i proventi,finanziare l’acquisto di libri. Grazie alla collaborazione conle scuole, “Non rifiutiamoci”nel 2018 ha raccolto tre quin-tali di alluminio il cui ricavatoè stato rinvestito in libri per iragazzi partecipanti. L’inizia-tiva continua nel 2019: per ilnuovo anno sono già pronti 23libri destinati al comune li-gure di Bordighera, grazie aigenitori che hanno spinto perprendere parte, anche se a di-

stanza, al progetto. Un grandeservizio per la comunità cheva ben oltre le mansioni ri-chieste dall’esercizio della pro-fessione di libraio. Commentaa tal proposito Michele Gentileall’Adnkronos che "la libreriaè un presidio, non è un eserci-zio commerciale e il librarionon è un commerciante, è unmestiere particolare, deviavere spirito di sacrificio".Proprio per questo che, primaancora di “Non rifiutiamoci”,Gentile aveva lanciato un’al-tra iniziativa, quella del “Libroin sospeso”. Prendendo lemosse dalla famosa usanza delcaffè sospeso partenopeo, in-fatti, il cliente può scegliere diacquistare due libri al posto diuno contribuendo a fornire loscaffale dedicato ai libri in so-speso, grazie a cui le pagine

potranno finire nelle mani dichi non può permettersi dicomprarli. Ma si può anchescegliere di donare i libri ai ra-gazzi che stanno scontandouna pena detentiva nelle car-ceri minorili oppure al pro-getto di ricostituzione dellalibreria di Mosul, andata di-strutta. O, infine, a chi racco-glie rifiuti riciclabili e li portain libreria. Un grande impegno per unapersona sola. Qualcosa simuove, ma Michele Gentile,che si definisce un “book clo-chard che elemosina libri dachiunque”, aggiunge con ram-marico che " da una parte lepersone leggono sempre meno,dall'altra le istituzioni nonhanno attenzione per le libre-rie e l'utilità della lettura èsottovalutata. Io faccio quello

che posso ma se non c'è corre-lazione tra scuola, letteratura,istituzioni e librerie non si vada nessuna parte."Un caffè offerto all’umanità,diceva Luciano De Crescenzodel caffè sospeso, un libro of-

ferto all’umanità, potremmodire dell’iniziativa di Gentile.Che, abbinata a “Non rifiutia-moci”, fa diventare una libre-ria un avamposto di legalitàed educazione civica. Conl’aiuto di tutti. A.E.

Valutare l’impatto ambientale in ogni settore è fondamentale per il Pianeta

In provincia di Salerno “Non rifiutiamoci” e “Un libro in sospeso”, le due idee che fanno bene alla comunità

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Antonio Palumbo

Friedensreich Hundertwas-ser (all’anagrafe FrederichStowasser), uno dei pionieripiù importanti della bioarchi-tettura, fu attivo prevalente-mente a Vienna, dove eranato nel 1928 ed è morto nel2000.Inizialmente pittore, diedevita al movimento artisticoconosciuto come Transauto-matismo, nel quale le sue co-loratissime e fantasiosevisioni prefigurano ciò cheegli avrebbe in seguito svilup-pato in forma di teorie e rea-lizzazioni di edifici.Nel 1958 l’artista si avvicinòufficialmente al mondo del-l’architettura, esordendo conla pubblicazione di un mani-festo contro il razionalismo, ilquale rappresentava anche ilprogramma di quella perso-nalissima visione organicache gli ha consentito di gene-rare opere come la Hunder-twasserhaus, caratterizzateda uno stile i cui tratti distin-tivi sono l’irregolarità e la na-turalistica vitalità dellesoluzioni adottate.In tal senso, la connotazionedistintiva del pittore-archi-tetto austriaco è data dallacombinazione dei colori dellesue dimore con una vera epropria “invasione” degli ele-menti naturali, che vanno afondersi con i volumi architet-tonici, con le coperture e conle facciate dei suoi edifici inmaniera del tutto singolare,dando vita a realizzazioni ilcui livello di integrazioneestetica dell’artificio con l’am-biente naturale non ha ugualinella storia dell’architetturae, in termini valoriali, può es-sere paragonato, per certiversi, ai principi costruttiviche ispirarono il grande An-toni Gaudí. In definitiva, l’intenzione diHundertwasser è quella direintrodurre, nella concezionedell’abitare, un’alleanza tral’uomo e l’ambiente naturalein grado di considerare le pre-rogative di entrambi: di qui ilrifiuto di tanta architetturarazionalista, che ha fatto dilui uno dei più convinti co-struttori “organici” e, per in-ciso, uno dei migliori disempre.Di primo acchito, le opere di

Hundertwasser sembranouscite da un libro di favole perbambini: le loro coloratissimecomponenti (facciate, finestre,camini, elementi di copertura,ecc.) paiono combinarsi conalberi, arbusti e tetti verdicon giocosa e quasi infantilevivacità compositiva, ma, adun più attento ed approfon-dito sguardo, si colgono, conimmediatezza, tutti queglielementi e caratteristiche chene fanno, tuttora, dei capi-saldi della bioarchitettura.Per tratteggiare i connotatiessenziali dell’eccentrica estraordinaria produzione delpittore-architetto austriacobasterebbe soffermarsi, bre-vemente, sull’analisi dellasua opera più nota: la Hun-dertwasserhaus di Vienna(1983-1986). Qui la singolare capacità crea-tiva dell’autore si combina mi-rabilmente con sorprendentimodalità di inserimento deglielementi naturali. Hunder-twasser rompe i tradizionalischemi di allineamento dellebucature in facciata e la suavisione utopica concepisce ifronti dei volumi come un veroe proprio “puzzle” di colori,che si articolano lungo lineeondeggianti, forme scomposte,coperture integrate con alberi,

arbusti e rampicanti, elementie cupolette che strizzano l’oc-chio al Barocco e, perfino, al-l’arte mudéjar: si tratta, inrealtà, di uno degli esempipiù belli e riusciti della storiadell’architettura di come sipossa costruire accoppiandoprincipi naturali e creativitàestetica per stimolare nel-l’uomo - il quale rappresentapoi l’utilizzatore finale diquelle creazioni - una rinno-vata attenzione per l’am-biente che lo circonda e, indefinitiva, per la vita.

L’architettura dai mille coloridi Friedensreich Hundertwasser

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Cambiare dieta per migliorare la salute del Pianeta

Tina Pollice

La salute della Terra è alquanto compro-messa e per migliorare la situazione nonsono più sufficienti solo le politiche am-bientali, partite in ritardo rispetto aiprogrammi stabiliti, ma, anche la…dieta. Che cosa c’entra la dieta, l’alimen-tazione con l’inquinamento? C’entra. Èrisaputo e riconosciuto che la carne rossafornisce una nutrizione senza pari ed èuna parte importante di una dieta equi-librata. Una dieta equilibrata che in-cluda carne rossa assicura, senzabisogno di integratori, un apporto natu-rale adeguato di sostanze nutritive es-senziali tra cui ferro, zinco e vitaminedel gruppo B. Solo con un cambiamentodei nostri stili di vita potremmo affron-tare il cambiamento climatico e le sfidead esso legate. Orbene, una commissione

di 37 esperti provenienti da 16 paesi concompetenze in materia di salute, nutri-zione e sostenibilità ambientale, ha pub-blicato la “Planetary Health Diet”, valea dire una dieta che, se applicata, porte-rebbe a ridurre le emissioni di gas serraa livelli compatibili con l'accordo di Pa-rigi (2015), e, a migliorare la salute dei10 miliardi di persone che popolerannoil pianeta nel 2050. Anche secondo lostudio del World Economic Forum, bi-lanciare il regime alimentare introdu-cendo proteine alternative, e limitandoil consumo di carne, porterebbe a ridurredrasticamente, di circa un quarto, leemissioni di gas serra, e potrebbe al con-tempo ridurre del 5% le morti preventi-vate ogni anno, con milioni di viterisparmiate. È quindi la produzione in-tensiva di carne di manzo responsabiledi un quarto delle emissioni dei gas

serra legate agli alimenti: il manzo hainfatti un’intensità di emissione pari a23,9 kg di CO2 per un equivalente di 200Kcal, altre fonti proteiche come fagioli,insetti, grano e nocciole emettono circa 1kg di CO2 per un equivalente analogo divalore nutrizionale. Altre fonti proteichequali tofu, maiale, alghe e pollo produ-cono invece dai 3 ai 6 kg di CO2 equiva-lenti. In particolare, lo studio analizza 13fonti di proteine che includono: manzo,maiale e pollo; frutta e vegetali che pos-sono essere consumati freschi o lavorati,come fagioli e piselli; sostituti proteicinon animali lavorati come tofu, prodottidi glutine di frumento o microproteine;nuovi prodotti come carne di coltura, in-setti e alga spirulina. Consumare menocarne di manzo, sostituendola con pro-teine alternative, invece, potrebbe inci-dere sul numero dei decessi legato alla

dieta alimentare del 2,4% con un piccodel 5% nei Paesi più ricchi. Dal momentoche sarà impossibile soddisfare in modosostenibile la domanda futura di carni alivello mondiale, lo studio del WEF di-mostra che può invece essere possibileprodurre abbastanza nutrimento per 10miliardi di persone nel mondo, miglio-rare la salute delle persone e del pianetasenza eliminare la carne totalmente apatto di utilizzare produzioni innovativeridurre l’allevamento intensivo e adot-tare uno stile alimentare vario e bilan-ciato. Da qui anche il richiamo agliallevatori per l’utilizzo di mangimi inno-vativi per gli animali, a partire dagli in-setti. Diviene sempre più importante enon più rimandabile ottimizzare l'alle-vamento animale per rendere i nostriambienti e sistemi alimentari più soste-nibili e le nostre popolazioni più sane.

Italiani sempre più bio, già dalla colazioneAlessia Esposito

La tavola degli italiani è semprepiù bio, soprattutto al mattino.Lo rivelano i dati Nomisma sulmercato bio del nostro Paese.L’indagine è stata presentatada Assobio in occasione diMarca 2019, il grande Saloneinternazionale sui prodotti aMarca del Distributore tenutosiquesto gennaio a Bologna.Nata nel 2006 con 11 imprese,oggi Assobio conta 98 associateche rappresentano oltre la metàdel mercato nazionale. Hacome obiettivo il miglioramentodella qualità e della diffusionedei prodotti biologici, la tutela eil sostegno allo sviluppo delleimprese. Un comparto cheanno dopo anno registra unacrescita sempre maggiore. I datipresentati a Marca 2019 fannoregistrare un incremento

dell’8% per un totale di venditeche superano i 3,5 miliardi dieuro. Nella top ten dei prodottipiù venduti ci sono quelli per laprima colazione: uova, confet-ture, gallette di cereali soffiati,bevande sostitutive del latte,latte fresco, pasta di semola,olio evo, yogurt intero, verdura

IV gamma, biscotti. Acquistiche vengono effettuati per il45% grazie alla grande distribu-zione per ragioni di comodità,convenienza e assortimento fa-cendo assumere alla GDO unpeso sempre maggiore con unosviluppo del 14%. Un peso chenon è solo quello della distribu-

zione, ma si estende anche allaproduzione. Gli acquisti dei pro-dotti a marca del distributorerappresentano, secondo le fontiNielsen, il 41 % con una crescitadell’11%. La direttrice dellescelte, inoltre, stando ai datiraccolti, non è solo il biologico,ma anche la sostenibilità in ter-mini ecologici. Se il 52% delcampione dice che si tratta diuna scelta di salute, il 47 % laattribuisce a ragioni di sicu-rezza alimentare, mentre il 26%sceglie bio per ragioni di eco-compatibilità. A influenzare ilprocesso d’acquisto anche l’ori-gine italiana delle materieprime, la qualità degli ingre-dienti e la filiera di produzione.Commenta il Presidente di As-soBio Roberto Zanoni: “I nuovidati confermano una volta dipiù che non si tratta di unamoda, ma che la scelta bio si sta

consolidando in maniera consa-pevole a livello internazionale.Un fenomeno che sta pren-dendo piede sempre di più inItalia, in tutta Europa, maanche ovunque nel mondo,basti pensare alle performancedelle nostre aziende in paesicome gli USA, la Cina e il Giap-pone. L’interesse del consuma-tore nei confronti di prodottinaturali, semplici e a basso im-patto ambientale si rivelaun’esigenza diffusa. E il disegnodi legge sul biologico, approvatoa grande maggioranza alla Ca-mera e ora in discussione al Se-nato, una volta emanato ciconsentirà di rafforzare ulte-riormente un settore che ci vedeleader a livello mondiale”. In-somma il cambiamento è tantosignificativo da poterlo definireun vero e proprio mutamentonelle abitudini dei consumatori.

È indispensabile e non più inderogabile, modificare tipo di alimentazione

Le tendenze del mercato sono sempre più a favore dei prodotti biologici, soprattutto per uova, confetture e biscotti

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni,da uomini e donne che l’hannoresa grande. Storia, teatro, pit-tura, scultura, musica, archi-tettura, letteratura… I settorinei quali Napoletani e Cam-pani sono diventati famosi ehanno rese famose Napoli e laCampania sono numerosis-simi. Continuiamo il nostropiccolo viaggio tra Napoletanie Campani famosi.Eduardo Scarpetta (Napoli, 12marzo 1853 – Napoli, 29 no-vembre 1925), attore e comme-diografo, fu il capostipite delladinastia teatrale degli Scar-petta-De Filippo. Il padre diEduardo Scarpetta era un fun-zionario statale ed Eduardo,già a quindici anni, entrò inuna compagnia teatrale perpassione e anche per assicu-rare un sostegno alla famiglia.Era il 1868be dopo dieci anniera già capocomico della com-pagnia del famoso Petito. Inquegli anni inizia il successodel suo personaggio piùamato: Felice Sciosciammocca,sintesi di goffaggine affettatae di una ingenua furbizia e Pe-rito, intuendone la forza tea-

trale, scrisse per Scarpetta/Fe-lice alcune farse affiancandoloa Pulcinella (Feliciello ma-riuolo de 'na pizza e FeliceSciosciammocca creduto gua-glione 'e n'anno). Con la mortedi Petito lascia il San Carlinoe allestisce in autonomia unteatro in un baraccone sulmolo di Napoli per ritornare,

con successo, al San Carlino(Don Felice maestro di calli-grafia meglio conosciuta comeLu curaggio de nu pumpierenapulitano). L'anno succes-sivo viene scritturato per unatournée a livello nazionale.Rinnovò il teatro inanellandouna lunga serie di successi chelo fecero diventare un vero e

proprio idolo e non solo a Na-poli e anche il patrimonio di-venta consistente (case e villenella zona di Chiaia e car-rozze). Dal 1876 prende in mo-glie Rosa De Filippo e, forse,intreccia in seguito una rela-zione amorosa con la nipoteLuisa De Filippo (da leiavrebbe avuto i figli Eduardo,

Peppino e Titina). Dalla mo-glie ebbe, invece, i figli Dome-nico e Vincenzo. Memorabile,nel 1889, il successo di NaSantarella al Teatro Sanna-zaro (da lì la sua villa "La San-tarella" al Vomero con lafamosa scritta irriverente escarpettiana: "Qui rido io").

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Grandi Napoletani, grandi Campani

Eduardo Scarpetta, padre del teatro moderno

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In seguito la celeberrima Mi-seria e nobiltà (tre versioniper il cinema, compresaquella di Totò nel 1954) conla prima apparizione teatraledel figlio dodicenne Vincenzonei panni di Peppeniello. Fu,del resto, lui stesso anche unapprezzato attore cinemato-grafico agli inizi della storiadel cinema. Erano gli annianche dei cafè chantant mal'investimento del suo SaloneMargherita (sotto la GalleriaUmberto) non si rivelaronofelici. La trasposizione comica dellaFiglia di Iorio di D'Annunzio(Il figlio di Iorio) gli costò uninsuccesso clamoroso, un pro-cesso (alla fine vinse) e tantecritiche per aver "osato" at-taccare il "vate" abruzzese (lodifese solo Benedetto Croce).La fondazione del Teatro Sa-lone Margherita, il primogrande varietà napoletano,costruito nei sotterranei dellanuova Galleria Umberto I,cominciò a minare le fortunedel commediografo, che in ri-sposta alla nuova moda si ri-presentò al pubblico con unsuo Cafè-chantant, ma ilcolpo di grazia gli arrivò nel1904, quando fu protagonistasuo malgrado di una delle piùclamorose vicende teatralidell'epoca: quella riguar-dante la parodia de La figlia

di Iorio di Gabriele d'Annun-zio, che gli procurò un co-cente insuccesso (D'Annunzioaddirittura lo trascinò in tri-bunale per una memorabilecausa durata tre anni, dal1906 al 1908, che comunqueScarpetta vinse) e tante ama-rezze. Moltissime sono le critiche diquesti anni, soprattutto daparte di Salvatore Di Gia-como e Roberto Bracco.Unica voce in sua difesa fuquella di Benedetto Croce. La delusione fu forte e, dopoalcuni allestimenti minori edopo aver passato al figlioVincenzo il testimone delpersonaggio di Sciosciam-mocca, si ritirò dalle scenenel 1909 e morì nel 1925, al-l'età di 72 anni (funerali im-ponenti con corpo imbalsa-mato e bara di vetro fino allaCappella di famiglia nel cimi-tero di Santa Maria delPianto a Napoli. Numerosissime (anche oggi)le rappresentazioni delle suecommedie ancora cariche diuna forza conica semplice,genuina ed efficace: nei suoitesti non ritroviamo (ancora)la profondità di un Pirandelloo di un Eduardo ma possiamodire senz'altro che senza ilsuo teatro (figlio di una tradi-zione antichissima) nonavremmo avuto l'evoluzionedel teatro napoletano e ita-liano moderno.

segue da pagina 14

1875 - Gelusia ovvero Ammore spusalizioe gelusia1876 - Ov'è mammà?1876 - Na commedia 'e tre atte1876 - Quinnice solde so' cchiù assaie deseimilalire1876 - È buscia o verità?1877 - Felice maestro di callegrafia ovveroLu curaggio de nu pompiere napulitano1879 - Feliciello e Feliciella1879 - Li testamenti di Parasacco1879 - La collana d'oro1880 - L'Accademia disturbata1880 - Le treccia dell'Imperatore1880 - La Presentazione de 'na compagniaovvero Felice direttore di compagnia1880 - Tetillo (da Bébé di Alfred Hennequin)1880 - Mettiteve a fa l'ammore cu me! (daFatemi la corte di Salvestri)1880 - Li Piscivinnole napulitane1880 - Tric Trac (da Tric Trac di Guarino)1880 - Lu pescecane1880 - Nu zio ciuccio e 'nu nepote scemo(da Il finto medico di F. Cerlone)1880 - Duje marite 'mbrugliune (da Les do-minos roses di A. Hennequin e A. Delacour)1880 - Bazzicotto1880 - Il non plus ultra della disperazioneovvero La Battaglia del Rigoletto; I duelli; LuPagnottino.1881 - Lo scarfalietto (da La Boule di Meil-hac e Halévy)1881 - Vi' che m'ha fatto frateme1881 - Tetillo 'nzurato1881 - Le Bravure di Don Felice1881 - La posta in quarta pagina1881 - Tre pecore viziose1881 - L'amico 'e papà1881 - No pasticcio1881 - La casa numero sette1882 - Il romanzo di un farmacista povero1882 - 'A fortuna 'e Feliciello1882 - Nun la trovo a mmaretà1882 - La nutriccia1882 - Fifì1882 - No quartino a lu quinto piano1882 - Na commedia a vapore1883 - 'Nu frongillo cecato1883 - Amore e polenta1883 - Na paglia 'e Firenze1883 - Na furnata de paura1883 - Na tombola 'e duemila lire1883 - Nu buono giuvinotto1883 - S'ha da dì o no?1883 - La signorina Piripipì1883 - Nu casino sotto a lu Vesuvio1884 - Na capa sciacquata1884 - La calamita1884 - Nu brutto difetto1884 - Na matassa 'mbrugliata1885 - Na società 'e marite1885 - Un'agenzia di matrimoni1885 - Li nepute de lu sinneco (da Le Droitd'un aîné di Burani)1885 - Lu marito de Nannina (da 115, ruePigalle di Alexandre Bisson)1886 - O viaggio 'e nozze1887 - Nu bastone 'e fuoco

1888 - Miseria e nobiltà1888 - Nu turco napulitano (da Le Parisiendi A. Hennequin)1889 - Lu miedeco de li femmene ovvero Ildottor Suricillo1889 - 'Na Santarella (da Mam'zelle Nitou-che, di Henri Meilhac e Albert Millaud)1889 - Girolino e Pirolé1890 - Pazzie di Carnevale (da Le Metamor-fosi di Pulcinella (Scenario dell'Arte) di An-tonio Petito)1890 - Il Matrimonio di stella1890 - Casà Bignè1890 - Na stampa e doje figure1891 - Il capitano Saetta1892 - Guerra agli uomini1892 - Cocò1893 - Na mugliera scurnosa1893 - Lu Cafè Chantant1893 - Li cafune a Napule1893 - Lily e Mimì1894 - Nu ministro mmiezzo a li guaie (daI fastidi d'un grand'uomo di Eraldo Baretti)1894 - Li mariuole ovvero La Contessa tre cape1894 - Farfariello1894 - Tre cazune furtunate'1895 - Na bona guagliona1895 - La casa vecchia1896 - La Bohème1896 - I tre soci1896 - L'albergo del silenzio1897 - Le due stelle1897 - Casa Pipiton1897 - La belle sciantose1897 - Zetiallo, vidovo e nzurato1897 - 'Na mascatura inglese1898 - Nina Boné1898 - Nu cane bastardo1899 - Madama Ficcarelli1899 - 'Na creatura sperduta1899 - La pupa mobile1899 - 'A cammerera nova1899 - Duje chiapparielle1899 - Na figliola romantica1900 - A figlia 'e don Gennaro1900 - A nanassa1901 - Cane e gatte1901 - Tutti in viaggio1901 - Il debutto di Gemma1902 - Carcere e matrimonio1902 - A Mosca1902 - Madama Rollé1902 - Madama Sangenella1902 - O balcone 'e Rusinella1903 - Na mugliera africana1903 - Nu figlio a pusticcio1903 - Il processo fiaschella1903 - Li mmale lengue1904 - 'Nu core d'angelo1904 - Il figlio di Iorio1905 - La geisha1907 - Na mugliera zetella1907 - Na brutta pazzia1908 - O miedeco d'e pazze1909 - La coda del diavolo1915 - Tre epoche1923 - Nu disastro ferroviario1924 - Woronoff

Le Opere di Scarpetta

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Rosemary Fanelli

Ripartiranno il prossimo mese,in otto diverse regioni italiane,i corsi di formazione per i nuovivolontari della Lega del Filod'Oro. L’iniziativa si svolgeràpresso varie sedi dell’Associa-zione, tra le quali Napoli, dovesarà possibile partecipare acorsi gratuiti, utili per avvici-narsi al mondo delle personecon sordocecità e pluriminora-zioni psicosensoriali, scoprire iloro bisogni e le modalità piùcorrette per favorirne l’integra-zione sociale. I corsi sarannoarticolati in lezioni teoriche epratiche, durante le quali lenuove leve saranno affiancateda esperti ed operatori del set-tore. Questa iniziativa rappre-senta una grande opportunità

per la crescita sociale: i volon-tari, infatti, sono una risorsapreziosa per i diversamenteabili perché permettono loro didiversificare la loro quotidia-nità, troppo spesso avvoltanelle difficoltà e nella solitu-dine, con relazioni di amicizia,ma anche con un supporto pra-tico e concreto, favorendone

l’integrazione mediante attivitàricreative e di socializzazione.Tale percorso arricchisce nelcontempo anche i volontari, chehanno l’occasione di seguire, ac-canto al percorso formativo, unvero e proprio percorso di vita.Purtroppo essi rappresentanoancora un numero esiguoanche a causa dell’impegno e

della costanza richiesta. Comeevidenziato dall’ultimo studiocondotto in tema di volonta-riato e pubblicato sul sito di“Redattore Sociale”, la maggiorparte delle associazioni operanel campo dell’assistenza so-ciale (11.812) e della sanità(9.098). Seguono quelle che sioccupano di cultura, sport e ri-creazione. Anziani e minorirappresentano i principaliutenti, con il 25,4%, mentre sidedicano a malati e disabili soloil 18% delle organizzazioni. Dinomadi, immigrati o profughi sioccupano invece solo il 5,7 % .Al nord ed al centro si trovanoinvece oltre la metà delle asso-ciazioni. Pochi i numeri che riguardanoi volontari veri e propri, datoche la metà delle associazioni

opera con meno di 16 volontari:solo il 15% ne ha un numerosuperiore a 50. Il volontariatorichiede serietà e continuità,nel caso specifico della Lega delFilo d’Oro è richiesta la dispo-nibilità a svolgere un serviziocon cadenza settimanale oquindicinale. L’impegno richiesto è esiguo,ma proprio a causa dell’impor-tanza e delle problematiche concui combattono quotidiana-mente i diversamente abili daaffiancare, sono richieste se-rietà e dedizione. Chi è davverointeressato all’iniziativa può se-gnalarne l’interesse fino al 15marzo, lasciando i propri datidirettamente sul sito dell’asso-ciazione www.legadelfilodoro.ito contattando il numero 071.72451.

La trecentesca Cappella Pala-tina del Maschio Angioino ospi-terà, ancora per pochi giorni,fino al prossimo 17 febbraio,sessantaquattro opere del mo-vimento futurista. “Abbiate fi-ducia nel progresso, che hasempre ragione, anche quandoha torto, perché è il movimento,la vita, la lotta, la speranza”.Queste le parole-manifestodello scrittore Filippo TommasoMarinetti, sulle quali il visita-tore attento e curioso si può sof-fermare prima di immergersinella visione dei capolavori fu-turisti. Parole che rappresen-tano in sintesi il fulcro dellaconcezione, propria del Futuri-smo letterario e pittorico, deicambiamenti apportati allavita dell’uomo dalla modernitàin una tensione verso il consu-mismo frenetico ed esasperato.Una precedente mostra dedi-cata a questa corrente è stataorganizzata a Napoli, a cura diAchille Bonito Oliva, nel 2009in occasione del centenariodella nascita del movimento. Inrealtà il legame con la città diNapoli è atavico: il 14 febbraio1909, la rivista “La Tavola Ro-tonda” delle edizioni Bideripubblicò il manifesto futuristadi Marinetti, sei giorni primadel giornale francese “Le Fi-garo”. In più pochi mesi dopo fu orga-nizzata una serata futurista al

teatro Mercadante, cui parteci-parono gli intellettuali parteno-pei dell’epoca, da Croce aScarpetta, da Scarfoglio a Ma-tilde Serao, oltre a politici, pro-fessionisti e tanti giornalisti.Nel 1914 venne poi organizzatauna mostra alla Galleria Spro-vieri con opere di Boccioni,Balla e Severini e spettacoli dicabaret di Francesco Cangiullo,amico di Marinetti e personag-gio chiave del futurismo napo-letano e italiano, che ideò, tral’altro, “Piedigrotta”, scherzosopoema parolibero ispirato allaomonima festa napoletana. Lamostra si concentra proprio suquegli anni: i quadri esposti,provenienti da collezioni pri-vate, risalgono al primo venten-nio del Novecento. Numerose leopere di Balla, uno degli artisticardine del movimento, dalla

produzione eclettica e florida,da alcuni definito il “genio futu-rista”. Fra tutte si fa notare“Estate”, risalente al 1918: lacostruzione del quadro è conce-pita come organismo totaledove la cornice è con esso un

tutt’uno nella forma e nei co-lori. Diverse le opere che si con-centrano sul movimento dellemacchine, dalla bicicletta (“Bi-cicletta, fusione di paesaggio.Idolo meccanico”, Fillia, 1924)alla motocicletta (“Motocicli-

sta”, Gerardo Dottori, 1914) aitreni (“Dinamismo di un trenoin corsa nella notte”, Luigi Rus-solo, 1911 circa), in un giocomaestoso di contorsioni e giran-dole di forme e arcobaleni di co-lori, con il conseguenterichiamo al tema del rumore,già allora così contemporaneo(“Rumoristica Plastica Baltrr”,Giacomo Balla, 1914). Que-st’opera esprime il ritmo ripe-tuto del suono (tach, tech,teeech, taaa), in discesa diago-nale lungo dei gradini colorati.È possibile ammirare tra glialtri “Simultaneità architetto-nica” di Enrico Prampolini, con-siderato uno degli esempi piùcompiuti dell’arte meccanicafuturista, quadro simbolo cheracchiude il senso dell’intera-zione tra il paesaggio e l’operameccanica. F.DEC

Il Futurismo del primo ventennio in mostra a Napoli

Al via a Napoli i corsi per volontari della Lega del Filo d’Oro

Atavico il legame tra la città partenopea e il movimento d’avanguardia

Non solo un percorso formativo ma un vero e proprio percorso di vita

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Cristina Abbrunzo

Il futuro, si sa, è sempre piùorientato alla sostenibilità am-bientale e non passa giornosenza che un’idea rivoluziona-ria arrivi a ridefinire le nostrecertezze.Niente ormai deve più sor-prenderci. Avreste mai pen-sato, ad esempio, di ritrovarviun giorno a mangiare con delleposate fatte addirittura di pa-tate? Si avete capito bene: pa-tate! Al forno, bollite, fritte, a purée gratinate: le patate sono unodegli alimenti più universali,si trovano ovunque e l’unico li-mite è la fantasia. Fette ebucce, poi, sono uno dei più an-tichi rimedi naturali che esi-stono: l’amido ha un effettolenitivo sulla pelle in caso discottature, attenua borse e oc-chiaie sotto agli occhi, alleviail mal di testa e secondo qual-cuno combatte perfino l’inson-nia.Ma le meraviglie del tuberoche, secondo la FAO, ha unaproduzione mondiale di 367milioni di tonnellate, non fini-scono qui. Pontus Törnqvist, 24 anni,svedese, studente di designalla Lund University di Göte-borg, ha recentemente con-dotto una ricerca sperimentaleche lo ha portato (a dire il veroanche un po' per caso) allacreazione della prima plasticaecologica ottenuta a partiredagli scarti delle patate. Per l’esattezza, fecola di pa-tate, acqua e glicerina: sonotre gli ingredienti, ecologici e

biodegradabili, per creare laplastica” del futuro. Si chiamaPotato Plastic e, come spiegaTörnqvist, è in realtà frutto diun fortunato errore, dal mo-mento che gli ingredienti dautilizzare inizialmente comebase di questa ecoplastica do-vevano essere le alghe. Per tenerle insieme, il giovanericercatore ha scelto proprio lafecola di patate mescolata conacqua, che ha scoperto trasfor-marsi in una pellicola sottile esimile alla plastica una voltaasciutta.Da lì, il cambio di programma:messe da parte le alghe, eranecessario trovare un ingre-diente che rendesse quel mate-riale così interessante un po’più flessibile ed elastico, e laglicerina si è rivelata perfetta.Il procedimento per creare laPotato Plastic è estremamentesemplice: siamo di fronte auna termoplastica resa mal-leabile dal calore, che si de-grada naturalmente in solidue mesi e che tramite l’im-piego di semplici stampi per-mette di creare forchette,coltelli, cucchiai, bicchieri epiccole buste eco. Utensili, questi, pensati prin-cipalmente per l’utilizzo all’in-terno dei fast food, chesaranno costretti di qui a pocoa fare i conti con la normativaUE che ha messo al bando laplastica usa e getta entro il2021. Un’invenzione talmentedegna di nota che ha permessoal giovane Törnqvist di vincerela tappa svedese del “JamesDyson Awards” 2018 per il de-sign, competizione internazio-

nale che premia le idee rivolu-zionarie in campo ingegneri-stico. La vittoria gli hapermesso di ottenere un pre-mio di 30 mila corone svedesi(circa 3 mila euro) che verràinvestito per perfezionare l’in-venzione – specialmente dalpunto di vista estetico, aspettoche è stato lasciato momenta-neamente da parte in favore diuna resa funzionale – e di par-tecipare così alla seconda fasedella competizione, durante laquale il giovane gareggerà conaltri 26 concorrenti prove-nienti da tutto il mondo. Il vin-citore finale della gara otterràun premio di 340 mila coronesvedesi (circa 35 mila euro),utili per dare avvio a un pro-getto su scala internazionale.

“Mi interessava trovare dellesoluzioni per risolvere il pro-blema della vita post utilizzodei materiali plastici usa egetta – ha dichiarato il giovane– partendo dalla considera-zione della gigantesca spropor-zione tra il loro tempo medio diuso nella nostra vita quoti-diana (circa 20 minuti) e laloro durata quando vengono ri-lasciati nell’ambiente (450anni)”. Ma non è tutto, perché la Po-tato Plastic promette anche dirisolvere il problema dellospreco di cibo e dei rifiuti cau-sati dagli scarti della lavora-zione delle patate, cherappresentano oggi una dellemaggiori coltivazioni in Sve-zia. “Circa il 20% delle patate

coltivate nel mio paese vienescartato per produrre amido.Con questa invenzione ab-biamo un grande vantaggioecologico ed economico perchéutilizziamo i rifiuti che ab-biamo già, invece di crearne dinuovi” conclude il giovane.L’ampiezza e l’ambizione delletante idee che stanno na-scendo, soprattutto dai gio-vani, è non solo stimolante, maquasi commovente. Vederegiovani ingegneri, studenti, ri-cercatori in erba essere così ir-requieti e attivi di fronte alleproblematiche globali ci riem-pie di speranza e ci dimostracome concetti semplici e ge-niali hanno il potere di rivolu-zionare il modo in cui vivono lepersone.

Arriva dalla Svezia la Potato PlasticLa plastica amica dell’ambiente ottenuta dalle patate

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Felicia De Capua

La questione della compatibi-lità dell’accesso civico genera-lizzato con gli atti di garasembra non trovare uniformeorientamento tra i giudici am-ministrativi di primo grado. Incontrotendenza con precedentidecisioni, il Tar Lombardia,sez. IV, con la sentenza 11gennaio 2019, n. 45, statuisceche il c.d. accesso civico gene-ralizzato può applicarsi ancheai procedimenti di appaltodelle pubbliche amministra-zioni. I giudici lombardi affer-mano che non è sufficiente anegare l’applicazione dell’ac-cesso civico generalizzato, il ri-chiamo all’art. 5 bis del D.Lgs33/2013, secondo cui è escluso«nei casi di segreto di Stato enegli altri casi di divieti di ac-cesso o divulgazione previstidalla legge, ivi compresi i casiin cui l’accesso è subordinatodalla disciplina vigente al ri-spetto di specifiche condizioni,modalità o limiti, inclusi quellidi cui all’articolo 24, comma 1,della legge n. 241 del 1990».Nel caso in specie la società ri-

corrente, a seguito del diniegodelle offerte tecniche ed econo-miche di una gara cui non hapartecipato, ricorrendo al TARrivendica il proprio diritto diaccesso sia con riguardo allaL. 241/1990 e al D.Lgs.50/2016, art. 53 (codice deicontratti pubblici) sia con rife-rimento del D.Lgs. 33/2013s.m.i., art. 5 comma 2. Invero

i giudici lombardi colgono l’oc-casione per rammentare conchiarezza che la mancata par-tecipazione ad una proceduranon implica di per sé l’esclu-sione da ogni pretesa di ac-cesso ai documenti (cfr. TARVeneto, sez. I, 10.1.2017, n.16). L’accesso in materia diappalti può essere vietatonegli stessi limiti in cui ciò av-

viene per i partecipanti allagara, quindi, fino a che questanon sarà terminata, ma nonpuò essere escluso in via defi-nitiva, se non per quanto sta-bilito da diverse disposizioni.Di poi il Tar Lombardia af-ferma che in astratto non cisono motivi per negare l’ac-cesso civico nei confronti delladocumentazione amministra-

tiva presentata in gara. Lamotivazione del diniego ad-dotta dall’amministrazioneappaltante è considerata ille-gittima in quanto si risolve inun mero richiamo alla normapreclusiva dell’ostensione,senza un preciso riferimentoalle circostanze fattuali e giu-ridiche impeditive dell’accessocivico. Conseguentemente ilTAR accoglie il ricorso, de-mandando all’amministra-zione la previsione motivatadelle ipotesi di preclusioneall’accesso alle offerte, secondoi vincoli posti dalla disciplinain materia. Per effetto dell’ac-coglimento del ricorso, l’ammi-nistrazione interessata èonerata di una nuova valuta-zione dell’accesso, anche diquello civico, con interpellodelle imprese interessate e coneventuale successiva valuta-zione di un rilascio dei docu-menti o parti di essi noncoperti da esigenze di riserva-tezza ai sensi della normativa(in particolare l’art. 5 biscomma 2 del D.Lgs. 33/2013s.m.i. oppure l’art. 24 della L.241/1990).

ACQUE REFLUELa lettera normativa è chiaranell’attrarre alla nozione diacque reflue urbane, di cui allalett. i) dell’art. 74 del D.L.vo152/2006 anche i reflui misti -cioè caratterizzati dal miscu-glio tra acque reflue domesti-che, acque reflue industriali eacque meteoriche. La legge silimita a parlare di “miscugliodi acque reflue domestiche, diacque reflue industriali ovverometeoriche di dilavamentoconvogliate in reti fognarie”,senza esigere espressamenteche detto “miscuglio” avvengasin dall’immissione in fogna-tura. Tuttavia, per potersi par-lare di acque urbane le stessedevono essere composte in pre-valenza da acque domestiche esolo in minore percentuale daacque industriali, sicché lad-dove il miscuglio veda la pre-valenza di acque domestiche

rispetto alle acque industrialiil refluo risultante è da consi-derare urbano, anziché indu-striale. Di conseguenza, incaso di miscelazione di reflui didiversa natura, il criterio dautilizzare per stabilire la na-tura della risultante è quellorelativo al “refluo quantitati-vamente prevalente”: ove pre-valgano i “reflui urbani”, ilprodotto della miscelazionedovrà essere considerato, aglieffetti di legge, della stessa na-tura, a prescindere dal luogo incui avviene la miscelazione (al-l’interno o all’esterno del depu-ratore, “a monte” o “a valle”dello stesso). Tar Sardegna,Sez. I Sentenza n.688 del27/07/2018.

INQUINAMENTO ATMOSFERICO Il principio di precauzione èprincipio di sviluppo che si rea-

lizza all’interno della cono-scenza scientifica, per cui lemisure precauzionali devonoessere adottate anche in as-senza di una legge scientificadi copertura, a condizione chesi registri da parte di un or-gano tecnico, diverso da quellocompetente ad adottare la mi-sura restrittiva (nel caso dispecie rappresentato dal ta-volo tecnico di coordinamentodella qualità dell’aria costi-tuito presso la Città Metropo-litana di Torino, del quale faparte anche l’A.R.P.A. Pie-monte), la presenza di datiscientifici certi, recenti, ogget-tivi e disponibili. Nel provvedimento di adozionee attuazione della misurastrutturale di contrasto allaconcentrazione di sostanze in-quinanti nell’aria, consistentenel divieto di circolazione delleauto diesel omologate nella ca-

tegoria euro 3, il principio diprecauzione non impone al-l’amministrazione di fornire laprova della sicura efficienzadelle limitazioni adottate, maquella, più coerente con le fina-lità preventive, che la circola-zione libera delle auto dieselomologate euro 3 accentui laprobabilità del rischio di innal-zamento dei livelli di inquina-mento dell’aria nel comune. Il diritto di libera circolazionefine a stesso, il c.d. diritto dicircolare liberamente per ilpuro piacere di assecondare lapropria comodità, può esserelegittimamente compresso ovevenga in rilievo l’esigenza irri-nunciabile e indifferibile diproteggere la salute pubblica edi preservare il valore prima-rio dell’ambiente per un pe-riodo di tempo limitato estrettamente necessario perfronteggiare il superamento

delle soglie limite di emissionedi polveri sottili. A fronte dellatutela rafforzata di tali beniprimari non si apprezza la ir-ragionevolezza del sacrificio,parziale ma pur sempre signi-ficativo, della libertà di circola-zione dei singoli e dei nucleifamiliari, atteso che la stessa èaffidata a misure mobili, fles-sibili e rivedibili sia in base airilevamenti annuali del valoredelle emissioni, destinati a ri-dursi in maniera tanto più ra-pida quanto più le misurestrutturali siano effettiva-mente e prontamente attuate,sia in base alla ridetermina-zione quinquennale delle con-centrazioni di sostanzeinquinanti prevista per la va-lutazione dei piani della qua-lità dell’aria. TAR PIEMONTE, Torino,Sez.1, ordinanza n. 20 del 15gennaio 2019. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

L’accesso civico generalizzato agli atti di una gara d’appalto

È ammessa la domanda avanzata dalla ditta non partecipante

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LE PAROLE DEL 2019 PER RITROVARE LA SPERANZA

È curioso vedere come quasi tutti gli uomini che valgono molto abbiano maniere semplici e chequasi sempre le maniere semplici siano prese per indizio di poco valore. Giacomo Leopardi

Anna Osagie, arriva dalla ca-pitale dello stato di Edo in Ni-geria: Benin City. In Italiavive da venti anni, da tre hadato vita ad un marchio spe-cializzato, AnnaHo Design,utilizzando commistioni afrooccidentali, realizza cappotticon rifiniture in tessuto AddisAbeba, blazer in wax, acces-sori che mixano pezzi d’arti-gianato. Dopo aver vissuto aMilano, si è trasferita a Mele-

gnano. Durante l’ultimo défilédel suo brand ha fatto sfilareoltre a persone comuni, anchedonne salvate dai barconi.“Volevo persone normali per-ché i miei abiti sono pensatiper persone normali. Volevodonne migranti o richiedentiasilo, per dare loro un’oppor-tunità e un incoraggiamento edimostrare che un migrante, acerte condizioni, può dare uncontributo utile a tutti i settori

della società”. Anna ha sposato un italiano eha tre figli. Ha fatto la parruc-chiera e la baby sitter. Lamoda la divertiva ma non pen-sava di farne un mestiere. Poi,per una serie di circostanze siè trovata a confezionare dasola le bomboniere del suo ma-trimonio, ed è stato un suc-cesso. Ha inziato a fare deivestitini per la figlia, mixandostoffe africane e linee occiden-tali, ed è stato un altro suc-cesso. Così ha deciso diimpegnarsi in modo più serioe sistematico, ed è nata An-naHo, che oggi propone ancheborse e accessori. Ha dichia-rato: “La globalizzazione haprodotto un grande spaesa-mento ma in un certo sensoha posto le condizioni percreare delle connessioninuove e più ricche, per unanuova forma di conoscenza,che parta dalle cose, in questocaso i tessuti e i manufatti ar-tigiani, per arrivare alle per-sone. Perché l’unità delgenere umano passa attra-verso le sue tante differenze esono le differenze, alla fine, arestituirci l’unità”.

INTEGRAZIONE

Un sentimento di fluidità do-mina le nostre esistenze cau-sando disorientamento, incer-tezza. Ci relazioniamo, cicombattiamo, ci rapportiamoall’insegna della storicizza-zione della verità. Questo è iltempo del qui e non altrove,dove ogni verità è contenutain una cultura e un territoriocircoscritti. L’umano del terzomillennio non sa più deciderecosa è bene e cosa è male: è ilrelativismo. Ciò genera, tra lealtre cose, quelle bislacche di-scriminanti culturali, come lapresunzione occidentale diessere superiore e poter dif-fondere la democrazia, di-menticando verità universali,come ad esempio il rispettoper la dignità umana. “Chi fo-menta paura a fini politici se-

mina violenza”, bisogna re-stare attenti a combattere laretorica di chi fomenta lapaura dei migranti a fini po-litici seminando violenza, di-scriminazione razziale exenofobia, è indispensabileper le nazioni approvare ipatti globali Onu per migra-zioni sicure e per la difesa deirifugiati. Faccio mie le paroledi Bergoglio, che suggerisce atutti i decisori 4 concetti dautilizzare per promuovere eintegrare azioni utili a tes-sere strategie efficaci ingrado di offrire a richiedentiasilo, rifugiati, migranti e vit-time di tratta una possibilitàdi trovare quella pace chestanno cercando: accogliere,proteggere, promuovere e in-tegrare.

Coltivare l’alleanza con la terraè l’invito rivolto a tutti gli uo-mini e donne che abitano il pia-neta Terra, che ci vienetrasmesso dalla comunità cat-tolica, attraverso la voce deisuoi vescovi. E’ indispensabileimplementare processi che ci

aiutino a disinvestire dallefonti fossili e a promuovere unlavoro dignitoso in ottica am-bientale. In questo nostrotempo, il più delle volte ci sisente “come se tale alleanzafosse intaccata”: dalle devasta-zioni dei fenomeni atmosferici,

a causa del cambiamento cli-matico e all’inquinamento dif-fuso”. Per questo “talvolta si fastrada un senso di impotenza edi disperazione, come fossimodi fronte ad un degrado inevi-tabile della nostra terra”. Oc-corre ritrovare il legame tra lacura dei territori e quella delpopolo, anche per orientare anuovi stili. Papa Francesco giànell’enciclica Laudato si avevaesortato “a non cedere alla ras-segnazione”, perché comescritto nella Genesi: “Finchédurerà la terra, seme e mèsse,freddo e caldo, estate e inverno,giorno e notte, non cesseranno”e tutti noi siamo sicuri che:“Dio promette un futuro in cuil’umanità e gli altri viventi pos-sano fiorire nella pace”. E’ im-portante, però, che tutticontribuiscano, perché la “gra-vità del mutamento climaticoin atto”, al di là di quanto affer-

mato da certe “forme di nega-zionismo antiscientifico”, è evi-dente che esso “sia legato ingran parte a comportamentiumani, che possiamo modifi-care”. Insomma, intraprendereun rinnovato stile di vita, dovela comunione con gli altri uo-mini è l’elemento determi-nante per le scelte deiconsumi, dei risparmi e degliinvestimenti scaturisce da unagrande attenzione nei con-fronti del creato, pensando cheesiste una grande reciprocitàtra noi, il prossimo, la crea-zione e Dio. Nel prenderci curadel creato, noi constatiamo cheDio, tramite esso, si prendecura di noi, poiché l’approcciocristiano mette Dio creatore alprimo posto, l’uomo comeprima creatura e il creato comedono di Dio all’uomo affinchénel creato l’uomo, ogni uomo,tutto l’uomo si sviluppi e faccia

sviluppare lo stesso in tutte lesue componenti: uomini, ani-mali, piante. La visione cri-stiana è il camminare insiemedell’uomo e dell’ambienteverso Dio. “La nostra celebra-zione non può, però, dimenti-care le ferite di cui soffre lanostra terra, che possono essereguarite solo da coscienze ani-mate dalla giustizia e da manisolidali. Guarire è voce delverbo amare, e chi desideraguarire sente che quel gesto hain sé una valenza che lo vor-rebbe perenne, come perenne efedele è l’Amore che sgorga dalcuore di Dio e si manifestanella bellezza nel creato, a noiaffidato come dono e responsa-bilità. Con esso, proprio perchégratuitamente donato, è neces-sario anche riconciliarsiquando ci accorgiamo di averloviolato”.

di Andrea Tafuro

ALLEANZA

ACCOGLIENZA

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Dall’1 al 5 febbraio e il 9 e 10 marzo 2019IIl Carnevale al borgo irpino A Montemarano (AV)

Dal 10 al 13 febbraio e dal 2 al 5 marzo 2019Il Carnevale SanvalentineseA San Valentino Torio (SA)

Il 17, 23, 24 febbraio e 3 e 5 marzo 2019Il Carnevale Sarnese , tra sfilate di carri e mascherea Sarno (SA)

Il 23 e 24 febbraio e il 3 e 5 marzo 2019Il Carnevale intercomunale nel CilentoAlfano, Laurito, Montano Antilia e Rofrano: insieme per la festa più divertente dell'anno

Il 24 febbraio e il 2, 3 e 5 marzo 2019Gran Ballo in maschera con Re FerdinandoA Palazzo Reale, Napoli (evento a pagamento)

Il 24 febbraio e il 3 e 5 marzo 2019Il Carnevale Savianese A Saviano (NA)

Dal 24 febbraio al 5 marzo 2019Quadriglie e il Carnevale Palmese A Palma Campania (NA)

Dal 24 febbraio al 5 marzo 2019Il Carnevale dell’Amicizia Quattro borghi del Sannio insieme per celebrare la festa più divertente dell’annoA Paupisi, Torrecuso, Foglianise e Solopaca (BN)

Dal 24 febbraio al 10 marzo 2019Il Gran Carnevale, città e periodi storici A Maiori (SA)

CARNEVALE IN CAMPANIAa cura di Fabiana Liguori

Dal 28 febbraio al 5 marzo 2019Il Carnevale di Capua (CE)Allegria e divertimento lungo le vie della città casertana

Dal 2 al 5 marzo 2019Il Carnevale Giffonese Carri, maschere e coriandoli invaderanno le strade del paese dei Monti PicentiniA Giffoni Valle Piana (SA)

Dal 2 al 5 marzo 2019Il Carnevale Strianese: quattro giorni di sfilateA Striano (NA)

Il 3 marzo 2019Il Gran Carnevale di San Bartolomeo in Galdo (BN)

Il 3 e il 5 marzo 2019Il Carnevale di Paternopoli (AV) Tra sfilate di carri allegorici, balli e tanto divertimento

Il 3 e 5 marzo 2019Il Carnevale di Agropoli Un’armonia di colori, musica e animazioni, faranno da cornice ai grandiosi carri allegorici, ideati e realizzati dai maestri cartapestai.

Il 3 e 5 marzo 2019Il Carnevale Sammichelese A San Michele di Serino (AV)

Il 3 e 5 marzo 2019La sfilata dei carri di Carnevale A Colle Sannita (BN)

Dal 3 al 5 e il 10 marzo 2019Il Carnevale di TerminiA Massa Lubrense (NA)