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Istituzioni di storia e geografia I Renato Ferlinghetti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’ Bergamo, 2 dicembre 2019 Anno accademico 2019-2020 Dipartimento di Scienze umane e sociali

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Istituzioni di storia e geografia I

Renato Ferlinghetti

Università degli Studi di Bergamo

Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’

Bergamo, 2 dicembre 2019

Anno accademico 2019-2020

Dipartimento di Scienze umane e sociali

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Le slides delle lezioni del corso sono pubblicate

nella bacheca dell’insegnamento

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http://www.societadeiterritorialisti.it

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Scarica e inserisci nel quaderno disciplinare il seguente articolo:

http://www.fupress.net/index.php/SdT/article/view/22226

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Istituzione di Storia e Geografia• Il nostro percorso:

• Il processo di territorializzazione

• La geografia della geografia

• La città la casa dell’uomo

• La città di Bergamo, Il nostro luogo di formazione

• Tanti modi di essere città

• Dalla campagna alla città, l’urbanizzazione del mondo

• Dalla città alla campagna, verso la città diffusa

• La popolazione: densità, movimento naturale e flussi

migratori

• Le forme di rappresentazione grafica e cartografica

• Le caratteristiche fisico antropiche dell’Europa e la sua

evoluzione politica dalle origini (CEE) all’Unione europea

• Elaborati individuali

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Le parole chiave per lo studio delle città

dove? Da quando? Come? Perché?

• Il dove della città

• Le più antiche città occupano una posizione nodale nel

sistema delle grandi vie di comunicazione terrestri e

marine o si collocavano in posizioni centrali nelle

regioni amministrative dei grandi imperi dell’antichità

• Il sito e la posizione

• Il sito si riferisce alla posizione puntuale del centro

urbano, ad esempio su un colle, alla confluenza tra due

corsi d’acqua nell’ansa di un fiume, ecc.

• La posizione si riferisce al contesto di prossimità e alle

relazioni che lo caratterizzano

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Bergamo città d’altura

• Peculiarità delle città d’altura

• - mancanza di superficie piane

• - mancanza di fiumi fornitrici di acqua per

la vita e per il lavoro

• - stretta relazione del costruito con le

forme e i materiali del sito

• - l’espansione urbana non avviene a

macchia d’olio intorno a un nucleo

centrale, ma per parti e piani distinti

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La morfologia urbana, la forma fisica di una città. Bergamo città

dalla forma palmare struttura in due parti e tre piani

11

2

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I borghi, lunghe articolazioni del palmo urbano: 1 Borgo S. Caterina, 2 Borgo

Pignolo e Palazzo, 3 Borgo S. Leonardo, 4 Borgo Canale, 5 Borgo S. Lorenzo

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I borghi linee di sviluppo urbano verso mete e città lontane

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2

3

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5

I borghi, lunghe articolazioni del palmo urbano: 1 Borgo S. Caterina, 2 Borgo

Pignolo e Palazzo, 3 Borgo S. Leonardo, 4 Borgo Canale, 5 Borgo S. Lorenzo

4

1 Borgo Santa Caterina, verso Val

Seriana e prima della realizzazione

della Via Priula anche verso la Val

Brembana

2 Borgo Pignolo e B. Palazzo, verso

Brescia, Venezia

3, Borgo S. Leonardo, verso Milano

4, Borgo Canale, verso Lecco Como

5, Borgo S. Lorenzo, verso la Val

Brembana

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Le conche urbane, storicamente dette valli, ambiti rurali

articolati intorno a un centro monastico

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Chiesa e monastero del Santo Sepolcro in Astino

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Da quando? Grazie alle indagini geobotaniche

almeno dall’ XI sec. a. C., Bergamo una città di

3000 anniLe ultime ricerche paleobotaniche (R.

Pini et. al., 2017) hanno spostato dal V

sec. a.C. al XI sec. a.C. l’avvio delle

pratiche agricole sul colle di Bergamo e

la presenza di un centro abitato

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Come? Il farsi della città. La lettura geo-storica

di una città il caso di Bergamo

• Come?

• (tralasciamo la fase preistorica! In attesa che si consolidino le conoscenze)

• La fase romana

• La fase longobarda e carolingia

• La fase comunale

• La fase delle Signorie

• La fase veneta

• La fase napoleonica

• La fase austriaca

• La fase sabauda

• La fase novecentesca e repubblicana

• La fase attuale (XXI sec.)

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La pianta di città alta l’eredità del periodo romano, frutto della

fusione del nucleo preromano con l’ortogonalità dell’addizione

romana

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Città pre-romana

Città romana

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Profilo-storico urbanistico della città di

Bergamo

• Come ?

• La fase romana

• La fase longobarda e carolingia

• La fase comunale

• La fase delle Signorie

• La fase veneta

• La fase napoleonica

• La fase austriaca

• La fase sabauda

• La fase novecentesca e repubblicana

• La fase attuale (XXI sec.)

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Profilo-storico urbanistico della città di

Bergamo

• Come?

• Il periodo comunale

• Bergamo libero comune dal XII sec. al 1330, spiccata caratterizzazione della città:

•”Molte delle scelte operate in questo periodo (selezione di spazi, assegnazione di funzioni, realizzazioni architettoniche e urbanistiche), oltre ad avere agito incisivamente sul tessuto precedente – confermano o mutuando lineamenti ed assetti –hanno sfidato i tempi, diventando elementi distintivi del volto di Bergamo nei secoli successivi e rimanendo tali per lo più anche nel nostro”

• Costruzione di edifici inediti per funzioni (necessari per il governo collegiale e per i servizi urbani), tecniche costruttive e materiali utilizzati (introduzione massiccia dell’uso della pietra).

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Profilo-storico urbanistico della città di

Bergamo

• Come?

• Il periodo comunale (dal XII secolo al 1330)

• I segni della Bergamo comunale, un esempio di città stato

•Basilica di S. Maria Maggiore

• Palazzo della Ragione

• Case e torri

• Chiese e conventi S. Francesco, S. Stefano, S. Agostino, Celestini, Matris Domini

• Piazze, botteghe, fontane

• Canali

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La città comunale: S. Maria Maggiore, aula civica della città

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La città comunale: S. Maria Maggiore, aula civica della città

L’Ufficio metrico comunale

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La città comunale: S. Maria Maggiore, aula civica della città

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La lettura geo-storica di una città il caso di

Bergamo

• Come?

• (tralasciamo la fase preistorica! In attesa che si consolidino le conoscenze)

• La fase romana

• La fase longobarda e carolingia

• La fase comunale

• La fase delle Signorie

• La fase veneziana

• La fase napoleonica

• La fase austriaca

• La fase sabauda

• La fase novecentesca e repubblicana

• La fase attuale (XXI sec.)

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Profilo-storico urbanistico della città di

Bergamo

• Come ?

• Il periodo delle Signorie

• Dal 1330 Bergamo passa in Signoria (1330

Giovanni di Boemia, 1332 ai Visconti)

• Nella struttura urbana si inseriscono le massicce

costruzioni della Rocca e della Cittadella

rispondenti alla logica del potere esterno sulla

città e contro la città a difesa del ‘Signore’

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La Rocca una struttura difensiva contro la città

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La città viscontea: la Cittadella ‘la città contro la città’

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Il Castello Sforzesco a Milano, un altro esempio di fortificazione

urbana contro la città

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La Bergamo comunale e delle Signorie: una città turrita.

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La Bergamo comunale e delle Signorie una città turrita.

L’architetto Angelini, studioso dello sviluppo storico

urbanistico della nostra città ha individuato la presenza

di 40 torri nella nostra città nel periodo comunale e

delle Signorie. Oggi ne permangono soltanto cinque:

la torre civica, in origine torre dei Suardi, in piazza

Vecchia; la torre dei dal Zoppo al Gombito; la torre dei

Locatelli, al mercato del Fieno; la torre viscontea alla

Cittadella e quella dei Lacrotta o di Adalberto presso

Colle Aperto.

Avvio dell’attività mercantile della Fiera di Bergamo, tra

Borgo S. Leonardo e Borgo S. Antonio dove la

produzione dei laboriosi borghi viene diffusa in tutta

Europa

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Le torri della città: dei Locatelli in Piazza Mercato del Fieno

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La prima rappresentazione di Bergamo: riconosciamo le parti, i piani

e le principali emergenze architettoniche !

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Profilo-storico urbanistico della città di

Bergamo

• Come ?

• La fase romana

• La fase longobarda e carolingia

• La fase comunale

• La fase delle Signorie

• La fase veneziana

• La fase napoleonica

• La fase austriaca

• La fase sabauda

• La fase novecentesca e repubblicana

• La fase attuale (XXI sec.)

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Profilo-storico urbanistico della città di

Bergamo

• Periodo Veneziano dal 1428 al 1797

• Bergamo città di frontiera muta radicalmente il proprio quadro complessivo di riferimento geopolitica ed economico

• “Lungo tale periodo le gravitazioni, le direttrici di movimento, i contatti di ordine politico, sociale, economico, culturale, si rivolgono essenzialmente verso Venezia, con tutti gli effetti sulla vita della città, e, non ultimo, sul costruito urbano.”

• Sedi delle nuove autorità podestà (rettore deputato al governo della città) e il capitano (rettore deputato al governo del territorio) e definizione delle piazze (Piazza Vecchia e Piazza Nuova) sulle quali si affacciano le nuove sedi istituzionali.

• Edificazione delle nuove fortificazioni

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Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo

• Venezia anche per garantire sicurezza e pace realizza tra il 1430 e il 1450 una nuova cinta muraria denominata Muraine che racchiude le zone di espansione esterne alle mura medievali.

• Le Muraine rimasero in gran parte erette fino al 1900 quando venne decretato l’abbattimento.

• Le Muraine partivano da Porta S. Giacomo e giungevano a Porta S. Agostino.

• La cinta quattrocentesca dei Borghi presentava 31 torri quadre, 2 torri rotonde (è ancora esistente quella del Galgario) , 6 porte fortificate che costituivano le vie d’accesso alla città (S. Caterina, di S. Antonio, della Torre del Raso, di Cologno, di Colognola, o di S. Bernardino, di Osio). Tutte le porte, ad eccezione di quella del Raso, avevano il ponte levatoio sulla Roggia Serio.

• In corrispondenza delle uscite verso la campagna erano diffuse attività produttive che sfruttavano i salti d’acqua della Roggia Serio. Grandi ruote d’acqua muovevano macine di grano, seghe di legname, magli del ferro e del rame, molini di cereali vari, gualchiere.

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Le muraine la cintura di sicurezza intorno alla città palmare!

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La Bergamo veneta: una città murata

Vista del Borgo S. Leonardo, con la cinta delle Muraine, la

Roggia Colleonesca e, da destra a sinistra, Porta Cologno,

Porta S. Bernardino, Porta Osio.

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Le mura bastionate alla moderna, un rivoluzionario trauma urbano

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Bergamo nella carta di Alvise Cima (1643 – 1710), la

rappresentazione di un trauma urbano

Le mura bastionate cinquecentesche un violentissimo trauma

urbano generatore di specifiche qualità urbane

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Le mura cinquecentesche il principale trauma urbano della città

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R. Ferlinghetti, Spazi verdi ed evoluzione del paesaggio urbano a Bergamo. Una

sintesi geografica, in M.A.Breda, M.C. Zerbi ( a cura di), Rinverdiamo la città.

Paerchi, orti e giardini, Giappichelli, Torinio 2013, pp. 286-331

Le mura cinquecentesche il principale trauma urbano della città

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Dalla città fortificata alla città fortezza

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La Bergamo veneziana, una città plurimurata: quelle medievali, le

muraine le mura cinquecentesache

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La Bergamo Settecentesca, un labirinto di fortificazioni

L’ecclettico studioso settecentesco Ferdinando Caccia, filologo e

architetto, nel suo Trattato sulle fortificazioni ebbe a scrivere che

Bergamo era un labirinto di fortificazioni. La città era infatti

percorsa da una triplice cortina difensiva. Quella ‘Antica’ sul

colle di origine medievale e romana, ormai priva di ogni funzione

i cui pochi lacerti la rendevano ‘vaga, curiosa e pittoresca’. Le

Muraine formavano la cinta ‘Vecchia, orrida e malinconica’,

ormai inadatta alla difesa. La cinta medievale era stata così

convertita in barriera daziaria. Il suo andamento, però,

permetteva di riconoscere ancora la pianta palmare della città.

Infine la ‘Cinta Nuova’, definita dal Caccia ‘Suntuosa,

magnifica e maestosa’. Dopo due secoli i traumi urbani generati

dalla fortezza di monte si erano ormai in gran parte riassorbiti e il

vasto apparato difensivo cinquecentesco iniziava a

dispensare sensazioni di bellezza, magnificenza e

maestosità, qualità che ancora oggi lo contraddistinguono.

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Altri ‘segni urbani’ del periodo veneziano.

La realizzazione di un nuovo centro finanziario commerciale per la città

Piazza Nuova (1520), l’attuale piazza Mascheroni, la piazza commerciale,

sede dei notai, del mercato dei cereali, dei giochi e dei tornei.

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Piazza Mascheoni la più ‘pensata’, ma la meno ‘sentita’.

‘Fra le piazze di Bergamo è quella di geometria più rigorosa: è rettangolare, con

un buon palazzo settecentesco sul fondo; due quinte di edifici la chiudono sui

lati lunghi, …, il quarto lato è definito non da edifici, ma dal panorama sulla

catena delle Prealpi, che appare sopra il muro di cinta di un orto. Di fronte al

giardinetto, sta l’alta e nuda parete della Cittadella, liberata da sovrastrutture in

un recente passato. Un pozzo con vera settecentesca è nel settore dove sono

allineati gli olmi siberiani.’ V. Zanella, Bergamo Città, 1971

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La Fiera di Bergamo….dal 903

La Fiera di Bergamo nel prato di S. Alessandro era antichissima

e vi affluivano mercanti anche d’oltre confine. Nel 903 (?)

Berengario I donava il terreno al vescovo Adalberto che nel 913

lo cedeva ai Canonici di San Vincenzo e da questi passo nel

1438 al comune di Bergamo. Il comune cedette successivamente

i suoi diritti di dazio all’ospedale di S. Marco di Bergamo. Il

Senato Veneto riconobbe i vantaggi della grande Fiera

concedendole nel 1560 l’esenzione da tutti i dazi per otto giorni e

della metà dei dazi per altri quattro. La franchigia tanto ne

accrebbe la ricchezza e la frequenza che l’11 gennaio 1732 gli

Anziani della città « …nello scopo d’assicurare da gravi danni le

mercanzie decretarono che sopra il prato di San’Alessandro di

ragione del comune di Bergamo, alle botteghe amovibili solite ad

erigersi per l’esercizio della fiera fossero sostituite

cinquecentoquaranta botteghe di pietra…»

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La Fiera di Bergamo, una delle manifestazioni commerciali più

importanti d’Europa

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Una nuova centralità urbana generata nel periodo

veneziano

• Realizzazione a monte del Prato detto di S. Alessandro del grande edificio della Fiera (1734-1740)

• Il grandioso corpo di fabbrica della Fiera, realizzato da Giambattista Caniana (1671-1754) era intersecato da nove strade interne longitudinali e cinque trasversali e raccoglieva 540 botteghe strutturate in pianterreno e un ammezzato per alloggio. Sui quattro lati della Fiera di innalzavano i Torresini destinati ai corpo di guardia e uffici direttivi. Le dodici porte, tre per lato, erano chiuse da cancelli di ferro durante l’anno quando le botteghe erano vuote e disabitate.

• Al centro della Fiera vi era uno spazio aperto con fontana, tuttora esistente (Piazza Dante).

• La Fiera era aperta per l’intero mese di Agosto e vedeva affluire decine di migliaia di commercianti italiani e stranieri

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Piazza Dante, il cuore della vecchia Fiera di Bergamo

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La Fiera di Bergamo il motore economico del bergamasco per oltre mille

anniL'elevato afflusso (circa 16.000 persone alla

fine del Settecento) connota il periodo della

Fiera di Sant'Alessandro quale occasione di

intensa vita sociale: processioni religiose,

spettacoli teatrali, concerti, intrattenimenti

circensi compongono un fitto calendario di

appuntamenti. In strutture provvisorie si

collocano giostre, serragli, tiro a segno,

burattinai e "meraviglie" varie, tra cui anche,

alla fine dell'Ottocento, fotografia e proiezione

di immagini in movimento. Per ospitare le

iniziative di maggior rilievo viene edificato nel

1770, tra il Sentierone e le Muraine, il teatro

stabile Bolognesi in legno, ricostruito in

muratura negli anni 1786-1799 con il nome di

Riccardi e poi ristrutturato nel 1897 con il nome

di Teatro Donizetti, dedicato all'omonimo

compositore. Altre strutture stabili sorgono

intorno a Piazza Baroni sul finire dell'Ottocento

per commedie, operette, balletti e spettacoli di

circo e varietà: Teatro Ernesto Rossi,

Politeama Givoli e Teatro nuovo

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La nuova fiera, una nuova centralità urbana di peso urbanistico

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Profilo-storico urbanistico della città di

Bergamo

• Come ?

• La fase romana

• La fase longobarda e carolingia

• La fase comunale

• La fase delle Signorie

• La fase veneta

• La fase napoleonica

• La fase austriaca

• La fase sabauda

• La fase novecentesca e repubblicana

• La fase attuale (XXI sec.)

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Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo

• Il Periodo Napoleonico (1797-1814).

• Bergamo si “rivolge” a Milano

• Matura un cambiamento nell’atteggiamento con cui si guarda la città: rinnovata esigenza conoscitiva (primo rilevamento catastale della città e del suo territorio), nuovo modo d’apparire della città (nuove scene urbane sulla base dei nuovi interventi urbanistici e edilizi, idea di decoro civile)

• Uso civile di spazi urbani; soppressione di monasteri e conventi, molti dei qual non più risorti, con ridefinizione funzionale di numerosi “volumi” della città.

• Abbellimento di Porta Osio, realizzazione dei ponti in muratura di accesso alle porte della città storica, laicizzazione delle strutture di assistenza (apertura di scuole pubbliche: Liceo Dipartimentale, Istituto Musicale, Biblioteca, Accademie, ecc.), realizzazione della sede dell’Ateneo di Bergamo, Teatro Sociale (1806-1809), Accademia Carrara (1810), Teatro Riccardi (1799)

• Alberatura delle mura da P. S. Giacomo a S. Agostino e via di collegamento sulle mura

• Realizzazione dei cimiteri all’esterno della cinta muraria ed evoluzione funzionale degli spazi aperti cimiteriali nel Novecento

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La rappresentazione della città napoleonica, un

inedito punto di vista

• Produzione della nuova carta della città (Manzini, 1816)

• Sforzo di qualificare la città come polo coordinatore di un intorno territoriale più vasto, per rispondere alle attese di quei ceti urbani emergenti che sul potenziamento dell’economia cittadina fondavano le loro aspirazioni di egemonia sociale. Ampliamento dell’area comunale (1809) mediante l’aggregazione di 28 comuni contermini; la città passa dai 24.459 del 1804 ai 41.663 dopo l’attuazione del provvedimento.

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La nuova carta della città (Manzini, 1816), una fonte primaria per

la comprensione dell’evoluzione urbana. La Fiera di Bergamo

nella carta del Manzini

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Bergamo, la città napoleonica la realizzazione

di una città verde, bella, moderna ed efficiente

http://alessandra-creativefamily.blogspot.com/2011/02/bergamo-

nel-dipartimento-del-serio-1797.html

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La città Ottocentesca, una città verde che maschera sé stessa. La

piantumazione del Colle di S. Vigilio annulla visivamente il terzo

piano della città

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L’esito del periodo napoleonico, una città verde,

efficiente, ricca di decoro e di nuovi servizi

sociali, amministrativi, fiscali e culturali