ISTITUTO COMPRENSIVO BUONABITACOLO E SANZA La … · maschi devono essere coraggiosi e non posso-no...

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via Brandileone - 84032 Buonabitacolo (SA) piazza XXIV Maggio - 84030 Sanza (SA) Plesso di Buonabitacolo tel. e fax: 0975-91065 Plesso di Sanza tel. 0975-322636 fax: 0975-322711 Email: [email protected] Pec: [email protected] ISTITUTO COMPRENSIVO BUONABITACOLO E SANZA L’Istituto Comprensivo di Buonabitacolo è costituito da tre ordini di scuola Scuola dell’Infanzia Scuola Primaria Scuola Secondaria di I grado. A partire dal 1° settembre 2012, si e aggiunto il plesso di Sanza anch’esso costituito da tre ordini scolastici, portando la popola- zione scolastica a più di 500 alunni Sommario: La scuola di ieri 1 La scuola di oggi 1 No… ai bulli 1 La Castagna regina d’autunno 2 Alfabeto della serenità 2 Le origini della festa di Halloween 3 Filastrocca di Hallo- ween 3 Halloween 4 Le zeppole siringate 10 Festa del papà 10 Gli antichi mestieri 11 Pastiera napoletana 11 Tradizioni Pasquali in Italia 12 Favole da ridere la scommessa 12 Descrivi la tua mamma 13 Bufale: come riconoscer- le 13 Le tradizioni natalizie italiane 4 10 cose da saper sul capodanno 5 Tradizioni natalizie in UK 5 Ricetta del Christmas pudding 6 Quando è nato il Nata- le? 6 Brrr… che freddo 7 La storia del vestito di Arlecchino 8 Gli aforismi della sere- nità 9 L’angolo enigmatico 14 L’angolo della risata 18 Colora e gioca 19 Album foto 20 Poesia: l’aquilone 26 Soluzioni 27 ...Ora tutti al mare... 28 ... O RA TUTTI AL MARE ... L’anno scolastico 2016/17 volge al termine e con esso ha fine anche quest'avventura straordinaria e faticosa insieme che ha visto protagonisti gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, e loro docenti di classe, che hanno collaborato, di buon grado, con l'insegnante coordinatore Maria Concetta Caputo appartenente all'organico potenziato dell'Istituto Comprensivo di Buonabitacolo/Sanza. Il progetto si è svolto durante l'intero anno scolastico in orario curriculare e negli ultimi mesi in orario extracurri- culare. A questo punto non ci resta che ringraziare la nostra D.S. che ci ha offerto questa opportunità e quanti ci hanno aiutato per la buona riuscita del progetto. A tutti auguriamo di cuore: buone vacan- ze e arrivederci al prossimo anno. La referente del progetto Maria C. Caputo M i chiamo Ma- ria, ho 11 anni e frequento la classe quinta. La nostra maestra ci ha chiesto di domandare ai nonni com’era la scuola ai loro tempi. Siccome i miei nonni sono piuttosto gio- vani, ho pensato di rivol- gere questa domanda alla mia bisnonna che ha circa 80 anni. È abba- stanza in gamba ed arzil- la per ricordare la sua infanzia. Ha frequentato fino alla terza classe del- la scuola elementare (prima si chiamava così) perché, le figlie femmi- ne, dovevano aiutare la mamma in casa ed ese- guire le faccende dome- stiche. Dal momento che abitava in un piccolo paese, non è andata all’asilo, perché non esi- steva. Anche la scuola si svolgeva in una casa (Continua a pagina 21) L A SCUOLA DI IERI R ispettarsi signifi- ca accettare le differenze indi- viduali e non prendere in giro i compagni che fanno (o sognano di fa- re) cose diverse da quel- le che sei abituato a fare tu o la maggioranza dei tuoi coetanei. bisogna, perciò, andare oltre l’i- dea che ci siano giochi, sport e lavori adatti solo alle femmine e altri solo per i maschi o che tutti i maschi devono essere coraggiosi e non posso- no piangere, mentre le femmine siano tutte fis- (Continua a pagina 18) ISTITUTO COMPRENSIVO BUONABITACOLO E SANZA ANNO SCOLASTICO 2016/17 La Scuola In questo numero: L’alfabeto della serenità Ad ogni domanda una risposta Bufale: come riconoscerle Le ricette del Christmas pudding, delle zeppole siringate e della pastiera napoletana. L’angolo enigmatico Sommario completo all’ultima pagina N O ... AI BULLI AD OGNI DOMANDA UNA RISPOSTA Chi ha inventato la televisione? La televisione è nata gra- zie all’invenzione di altre tecnologie come il fax (metà dell’800) e il disco di Nipkow (1883), un sistema che analizza e riproduce le immagini. Il primo televisore funzio- nante fu inventato dall’in- gegnere scozzese di Yokno Logie Baird. Il 26 gennaio del 1926 realizzò la prima trasmissione via radio di un’immagine in movimento raffigurante un volto umano. La sua prima tv era fatta con una vecchia scatola per cappelli. L A SCUOLA DI OGGI O ggi la scuola è cambiata note- volmente, essen- do moderna ed attenta ai bisogni reali dei ragazzi. Abbiamo quaderni e quadernoni come coper- tine colorate, libri diver- si per ogni disciplina, zaini belli colorati, astucci completi di tutto e grembiuli firmati. In classe disponiamo di lavagne elettroniche che (Continua a pagina 21) L’Istituto Comprensivo di Buonabitacolo

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via Brandileone - 84032 Buonabitacolo (SA) piazza XXIV Maggio - 84030 Sanza (SA)

Plesso di Buonabitacolo tel. e fax: 0975-91065

Plesso di Sanza tel. 0975-322636 fax: 0975-322711

Email: [email protected]

Pec: [email protected]

I S T I T U T O C O M P R E N S I V O B U O N A B I T A C O L O E

S A N Z A

L’Istituto Comprensivo di Buonabitacolo è costituito da tre ordini di scuola Scuola dell’Infanzia Scuola Primaria Scuola Secondaria di I grado. A partire dal 1° settembre 2012, si e aggiunto il plesso di Sanza anch’esso costituito da tre ordini scolastici, portando la popola-zione scolastica a più di 500 alunni

Sommario:

La scuola di ieri 1

La scuola di oggi 1

No… ai bulli 1

La Castagna regina d’autunno

2

Alfabeto della serenità 2

Le origini della festa di Halloween

3

Filastrocca di Hallo-ween

3

Halloween 4

Le zeppole siringate 10

Festa del papà 10

Gli antichi mestieri 11

Pastiera napoletana 11

Tradizioni Pasquali in Italia

12

Favole da ridere la scommessa

12

Descrivi la tua mamma 13

Bufale: come riconoscer-le

13

Le tradizioni natalizie italiane

4

10 cose da saper sul capodanno

5

Tradizioni natalizie in UK

5

Ricetta del Christmas pudding

6

Quando è nato il Nata-le?

6

Brrr… che freddo 7

La storia del vestito di Arlecchino

8

Gli aforismi della sere-nità

9

L’angolo enigmatico 14

L’angolo della risata 18

Colora e gioca 19

Album foto 20

Poesia: l’aquilone 26

Soluzioni 27

...Ora tutti al mare... 28

. . . ORA TUTTI AL MARE...

L’anno scolastico 2016/17 volge al termine e con esso ha fine anche quest'avventura straordinaria e faticosa insieme che ha visto protagonisti gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, e loro docenti di classe, che hanno collaborato, di buon grado, con l'insegnante coordinatore Maria Concetta Caputo appartenente all'organico potenziato dell'Istituto Comprensivo di Buonabitacolo/Sanza. Il progetto si è svolto durante l'intero anno scolastico in orario curriculare e negli ultimi mesi in orario extracurri-culare. A questo punto non ci resta che ringraziare la nostra D.S. che ci ha offerto questa opportunità e quanti ci hanno aiutato per la buona riuscita del progetto. A tutti auguriamo di cuore: buone vacan-ze e arrivederci al prossimo anno.

La referente del progetto

Maria C. Caputo 

M i chiamo Ma-ria, ho 11 anni e frequento la

classe quinta. La nostra maestra ci ha chiesto di domandare ai nonni

com’era la scuola ai loro tempi. Siccome i miei nonni sono piuttosto gio-vani, ho pensato di rivol-gere questa domanda alla mia bisnonna che ha circa 80 anni. È abba-stanza in gamba ed arzil-

la per ricordare la sua infanzia. Ha frequentato fino alla terza classe del-la scuola elementare (prima si chiamava così) perché, le figlie femmi-ne, dovevano aiutare la mamma in casa ed ese-guire le faccende dome-stiche. Dal momento che abitava in un piccolo paese, non è andata all’asilo, perché non esi-steva. Anche la scuola si svolgeva in una casa

(Continua a pagina 21)

LA SCUOLA DI IERI

R ispettarsi signifi-ca accettare le differenze indi-

viduali e non prendere in giro i compagni che fanno (o sognano di fa-re) cose diverse da quel-le che sei abituato a fare tu o la maggioranza dei tuoi coetanei. bisogna, perciò, andare oltre l’i-dea che ci siano giochi, sport e lavori adatti solo alle femmine e altri solo per i maschi o che tutti i maschi devono essere coraggiosi e non posso-no piangere, mentre le femmine siano tutte fis-

(Continua a pagina 18)

I S T I T U T O C O M P R E N S I V O B U O N A B I T A C O L O E S A N Z A

ANNO SCOLASTICO 2016/17

La Scuola

In questo numero:

L’alfabeto della serenità

Ad ogni domanda una risposta

Bufale: come riconoscerle

Le ricette del Christmas pudding, delle zeppole siringate e della pastiera napoletana.

L’angolo enigmatico

Sommario completo all’ultima pagina

NO... AI BULLI

AD OGNI DOMANDA UNA RISPOSTA

Chi ha inventato la televisione? La televisione è nata gra-zie all’invenzione di altre tecnologie come il fax (metà dell’800) e il disco di Nipkow (1883), un sistema che analizza e riproduce le immagini. Il primo televisore funzio-nante fu inventato dall’in-gegnere scozzese di Yokno Logie Baird. Il 26 gennaio del 1926 realizzò la prima trasmissione via radio di un’immagine in movimento raffigurante un volto umano. La sua prima tv era fatta con una vecchia scatola per cappelli.

LA SCUOLA DI OGGI

O ggi la scuola è cambiata note-volmente, essen-

do moderna ed attenta ai bisogni reali dei ragazzi. Abbiamo quaderni e quadernoni come coper-tine colorate, libri diver-si per ogni disciplina, zaini belli colorati, astucci completi di tutto e grembiuli firmati. In classe disponiamo di lavagne elettroniche che

(Continua a pagina 21)

L’Istituto Comprensivo di Buonabitacolo

A MICIZIA

Parola che viene dal latino amici-

tia, deriva da amicus, collegato a sua volta con amare. È un bene prezio-so da coltivare, un senti-mento limpido, stabile, di fiducia e di confiden-za. Può nascere dopo aver condiviso esperien-ze importanti e prolun-gate, come la scuola, le guerre, i ricoveri ospe-dalieri, l’ambiente di lavoro. Le esperienze comuni aiutano a non

dare importanza a diffe-renze culturali e caratte-riali. L’amicizia si rico-nosce dai fatti: la vita ci mette alla prova. Gli amici sono pochi poiché bisogna distinguerli dai conoscenti, che sono tanti.

B ONTÀ

Il buono non in-vidia, non sparla,

non critica, ma cerca di portare gioia ed armo-nia. Divide ciò che pos-siede con chi ne ha biso-gno, lavoro gratuitamen-

te per il bene comune. Non scende a compro-messi con la propria co-scienza. Ama la vita, rispetta gli animali. Lo psicologo Alfred Adler definisce la bontà con l’orientamento sociale positivo della tensione ad affermarsi che tutti hanno. Essere buoni non significa accontentare i capricci degli altri o la-sciarsi sfruttare, poiché la bontà va temperata con la saggezza nel capi-re e giudicare, cercando

(Continua a pagina 6)

La poesia è stata realizzata dagli alunni

della classe seconda della scuola primaria di Sanza in occasione

della festa della castagna con l’aiuto

dell’insegnante Lidia Maldonato

PAGINA 2

LA SCUOLA

ALFABETO DELLA SERENITÀ

Nell’immenso mistero della montagna regna sovrana la cara castagna.

Tra le foglie cadenti con ghiande, funghi sorridenti torna a noi golosi impenitenti! Tutto l’habitat è accogliente

per un destino davvero sapiente! La castagna non cade per morire

ma per farci tanto stupire! Come la perla nella sua conchiglia del ventre spinoso è la meraviglia!

Tra melograno, mandorla, noce e nocciola a deliziar il palato sei la sola!

Sulle tavole imbandite sei adagiata perché regina d’autunno incoronata!

 

“LA CASTAGNA REGINA D’AUTUNNO”

Le soluzioni ai giochi pubblicati tra la pagina 14 e la pagina 17

PAGINA 27

ANNO SCOLASTICO 2016/17

Didascalia dell'immagine o della fotografia

SOLUZIONI

Piccolino

Abbaglio

Triangolo

Moscato

COLINO

AGLIO

MOSCA

ANGOLO

La poesia, con l'aiuto dell'insegnate

Lidia Maldonato, è stata realizzata, in

occasione del progetto

sull'integrazione “ballando giocando”

dagli alunni della classe seconda della scuola primaria di

Sanza

PAGINA 26

LA SCUOLA

Quando ti senti solo c'è nel tuo cuore un aquilone in volo

non fermarlo! Lascialo andare! conosce bene il tuo bisogno d'amare!

Tra le nuvole volteggerà vestendo la tua preghiera di libertà

volò gioioso in alto l'aquilone che della vita è l'espirazione

né la pioggia né il vento potranno fermare il suo intento esso conosce le vie dell'infinito

il sommo bene ha sempre custodito Deh! aquilone! fa che l'uomo non perda la coscienza

della sua vera essenza fa che non si rifugga nell'illusione

e del bene e del male faccia confusione. Tra gioia e pianto

l'aquilone ritorna accanto per rinnovare la promessa di fedeltà

al fratello che pace più non ha! Non è un incantesimo

ma la speranza in un nuovo umanesimo. questa è la sfida

l'avventura non è ancora finita!

“POESIA: L’AQUILONE” LE ORIGINI DELLA FESTA DI HALLOWEEN

“La moderna festa di Halloween celebrava la fine dell’estate e l’inizio dell’anno nuovo che cominciava il primo novembre.”

PAGINA 3

ANNO SCOLASTICO 2016/17

La moderna festa di hallo-ween affonda le sue radici nella cultura celtica.

Essa celebrava la fine dell’estate e l’inizio dell’anno nuovo che, per il popolo dei Celti vissuti più di 2000 anni fa e do-minatori delle isole britan-

niche, cominciava il 1° novembre. I colori dominanti della festa erano, e sono tuttora, l’arancione ed il nero: il primo per ricordare la mietitura del grano, il raccolto e quindi l’estate finita; il se-

condo per simboleggia-re il freddo, il buio e cioè l’inverno imminen-te.

Per questo si accende-vano grandi fuochi per prolungare la luce e mantenere il calore. Inoltre si credeva che in questa occasione fanta-smi e streghe fossero liberi di vagare in cielo e sulla Terra. Da qui la tradizione di mascherar-si per spaventare e di-fendersi da queste figu-re cattive. Ecco perché halloween è diventata simbolo di notte strega-ta ed ancora oggi si fe-steggia mascherandosi.

Witches and ghost in the air Jack-o- lanterns everywhere

Some are big. Some are small. Some are short. Some are tall.

Some are happy. Some are sad.

Some are good. Some are bad.

FILASTROCCA DI HALLOWEEN

“Quasi in ogni casa si realizza il presepe

con la capanna dove nacque il

bambinello e tutti i pastorelli che li

stanno intorno per adorarlo.”

PAGINA 4

LA SCUOLA

La tradizione del presepe

LE TRADIZIONI NATALIZIE ITALIANE con i familiari più stretti e ci si scambiano gli au-guri e i regali con amici e parenti. I più felici, però, sono i bambini perché ricevono in dono tanti giocattoli da Babbo natale. Ogni donna, qualche giorno prima della festa, prepara dolci natalizi tradizionali co-me: strufoli, zeppole ri-coperte di miele o mo-staccioli ricoperti di cioccolato. Si mangia anche il panettone o il pandoro che sono dolci lievitati e preparati dalle grandi industrie per l’oc-casione o torroni di ogni specie duri o morbidi fatti con ingredienti di-versi. Un tempo c’erano gli zampognari che gira-

Nel nostro Paese il Nata-le è una festa molto sen-tita e rispettata, tanto che le scuole rimangono chiuse per circa 15 gior-ni e i bimbi restano casa in compagni dei familia-ri. Spesso aiutano a de-corare l’albero e tutta la casa con oggetti colorati e luminosi che ricordano la nascita di Gesù. Quasi in ogni casa si realizza il presepe con la capanna dove nacque il bambi-nello e tutti i pastorelli che li stanno intorno per adorarlo. La notte prima del 25 dicembre si usa celebrare la Santa Messa a cui partecipano tanti fedeli. È tradizione con-solidata che a Natale si faccia un lauto pranzo

vano per le case suo-nando, in cambio di qualche lira le melodie natalizie con le loro zampogne. Tutte le vie del paese sono addob-bate con grandi lampa-dine colorate a tema natalizio che rendono ogni ambiente più sug-gestivo e raccolto. Ogni azione, insomma, è svolta in previsione del grande Evento che dev’essere celebrato con impegno nel nome della tradizione, ma anche strizzando l’oc-chio ad un barlume di modernità che avanza nel corso degli anni.

HALLOWEEN

tasmi-bambini di… dol-cissimi dolcetti! Tutto questo è Hallo-ween, una simpatica fe-sta nata in Inghilterra e negli Stati Uniti d’Ame-

La sera del 31 ottobre, nel pieno dell’autunno, i fantasmi… scendono per le strade. Brrrr! In verità sotto al lenzuo-lo, ma anche dentro i vestiti di mostri e follet-ti, tra parrucche, cappel-lacci e trucchi si nascon-dono i bambini. Suona-no alla porta dei vicini di casa e… “Trick or treat?” (dolcetto o scher-zetto?) gridano tra boc-cacce e urletti! Il poverino o la malcapi-tata, forse per paura o forse perché la scena è davvero divertente, si arrende. E ricopre i fan-

rica, ma che si sta dif-fondendo anche qui da noi, in Italia. Ha varcato i mari a bordo… di una zucca, questa:

I’m a little pumpkin please, please help me..!

A big jack-o’-lantern I want to be!!!

“L’educazione al rispetto comincia da bambini e si trasmette con l’esempio.”

PAGINA 25

ANNO SCOLASTICO 2016/17

ALFABETO DELLA SERENITÀ

noiosi. La verità è che si potrebbero ravvivare con piccole varianti.

R ISPETTO

La parola deriva dal latino re-

spectus che significa guardare indietro ri-guardare i pensieri, le cose, i sentimenti, i di-ritti altrui e non trascu-rarli a prescindere dai diversi ruoli. L’educa-zione al rispetto comin-cia da bambini e si tra-smette con l’esempio. È fondamentale rispettare la natura, gli animali, le cose, i simboli ricono-scendo i ruoli e donando il giusto onore a chi si distingue per i propri meriti.

S PERANZA

La speranza non è attesa fiduciosa

e rassegnata che qualco-sa di buono si realizzi, ma la tensione positiva verso il futuro, la creati-vità che dà spazio alla fantasia, è la linfa vitale della nostra vita. Ci dà il coraggio necessario per uscire dalle situazioni più incresciose e riscat-tarci, confidando sia nel nostro ruolo che nel mi-sterioso disegno della vita.

T RASPARENZA

Tutto ciò che è pulito è traspa-

(Continua da pagina 23) rente: cose e persone. Chi è e non è costretto a mentire è trasparente e quando questa diventa abitudine è difficile ri-nunciarvi. Trasparenza deriva dal latino traspa-rens, trans attraverso e pareo, verbo che può essere transitivo o in-transitivo, può significa-re vedere, ma anche ap-parire, mostrarsi. In fisi-ca la trasparenza è luce, mentre in psicologia è una caratteristica di ciò che si vede e di come lo si vede.

U MANITÀ

Ognuno di noi nei momenti

fortunati si sente specia-le, unico, invincibile, dimenticando i bisogni degli altri. Nei momenti di difficoltà, però si ha la percezione dell’uma-nità, che unita all’empa-tia e all’esperienza i por-ta a riconoscere negli altri un pezzetto di noi. Sentirsi parte dell’uma-

nità non solo aiuta a sen-tirsi meno soli, ma ci spinge a lavorare per il bene comune.

V ALORI

È l’insieme di ideali e di prin-

cipi morali su cui si fon-da una società e verso cui tendono le scelte di vita dell’essere umano, in relazione alla sua cul-tura o a valori scelti au-tonomamente. I valori vanno condivisi con gli altri e chi li rifiuta viene messo ai margini della società. Per educare i giovani ai valori della nostra cultura è necessa-rio prima ragionarci noi, in modo da dimostrare, prima con l’esempio e poi con la parola quanto di buono si acquisisce rispettandoli.

Z AINO

Parola derivante dal tedesco ar-

caico zain, cesta di vimi-ni. Lo zaino deve adat-tarsi alle nostre spalle e alla nostra forza. Prepa-rarlo, inoltre, ci obbliga ad accantonare molte cose che non servono, riflettendo su ciò che veramente conta. Lo zai-no può anche diventare il simbolo della maturità della vita, in cui ci si libera da accessi e fron-zoli vari, attingendo solo dall’esperienza. In senso figurato lo zaino può custodire ricordi, idee e progetti per affrontare il vivere il quotidiano con serenità.

Il primo Capodanno della storia è il

primo gennaio del 4713 a.C. Fu

indicata nel ‘500 dallo storico

Giuseppe Scaliggero.

PAGINA 24

LA SCUOLA

7) I primi fuochi d’arti-ficio erano "in bianco e nero". la colorazio-ne si ottenne aggiun-gendo alla polvere pirica sali minerali, come il cloruro di potassio.

8) Che Capodanno è senza fuochi d’artifi-cio? I primi ad usarli furono i Cinesi che li inventarono attorno all’VIII secolo d.C. In Europa arrivarono nel XIII secolo e si usavano per festeg-giare le vittorie mili-tari. La vera diffusio-ne, si ha, però, verso la metà del ‘600.

9) Anche nell’antichità si festeggiava Capo-danno, ma non il pri-mo gennaio. La scel-

(Continua da pagina 5) ta di fare iniziare l’anno nel mese dedi-cato al dio Giano (Gennaio) si deve alla riforma del ca-lendario voluta da Giulio Cesare nel 46 a.C. Prima di allora, a Roma, Capodanno cadeva il 1 Marzo.

10)Il primo Capodanno della storia è il primo gennaio del 4713 a.C. Questa data fu indicata nel ‘500 dal-lo storico Giuseppe Scaligero come base per facilitare il lavoro degli astronomi, in modo che potessero calcolare il tempo trascorso tra due os-servazioni o due eventi, senza dipen-dere dai calendari via via in vigore.

10 COSE DA SAPERE SU...

BUFALE: COME RICONOSCERLE?

grassi saturi, poco salu-tari se assunti in grandi quantità, ma ne contiene meno del burro. Per ciò che riguarda l’E-co sostenibilità, bisogna dire che per avere la stessa quantità di olio è necessario usare otto volte più terreno colti-vando girasoli e dieci volte coltivando soia.

per l’ambiente. In realtà non è vero, perché nei cibi possiamo trovare grassi e oli che vengono “idrogenati”, cioè resi solidi con un processo pericoloso per la salute. Ma l’olio di palma è già solido, perciò non va idrogenato. È vero però che l’olio di palma contiene acidi

(Continua da pagina 13)

AD OGNI DOMANDA UNA RISPOSTA

Sugli altri pianeti ci sono il giorno e la not-te? Su quelli presenti nel no-stro sistema solare si, perché ruotano tutti su se stessi, ma la durata del giorno cambia, per-ché dipende dalla velocità di rotazione. Su Marte il giorno dura 24h e 37m. Giove ci mette circa 10h, mentre Venere impiega 5832h. Oltre il nostro sistema solare, non si esclude che ci siano pia-neti senza alternanza tra giorno e notte, che si chiamano a rotazione sincrona, poiché è sem-pre un solo lato rivolto verso il loro sole e l’altro rimane sempre in ombra. Perché il mare è sala-to? Il sale disciolto in mare proviene dalle rocce ter-restri, che rilasciano pic-cole quantità di sali mine-rali ogni volta che piove. Col calore l’acqua evapo-ra, mentre il sale rimane sul fondo. È stato calcola-to che se il sale del mare venisse steso sulla terra formerebbe uno strato alto 150m. I pesci rossi sono peri-colosi? Se liberati in natura i pe-sciolini rossi diventano molto pericolosi, sconvol-gendo gli ecosistemi a cui non appartengono, man-giando il cibo e le uova di altri pesci autoctoni. In varie parti del mondo sono stati trovati pesci cresciuti a dismisura.

1) Per festeggiare il Ca-podanno gli abitanti di Monastirea Homo-rolui, in Romania, si vestono da... capre, simbolo di fortuna e ricchezza. In Mongo-lia, invece, si orga-nizzano gare di lotta libera, mentre a Sto-nehaven, in Scozia, gli uomini in proces-sione fanno roteare sopra la testa palle infuocate.

2) A Dubai, i festeggia-menti del 2014 sono entrati nel Guinness dei primati, con circa mezzo milioni di fuo-chi artificiali, sparati in sei minuti. Lo spettacolo pirotecni-co, che ha illuminato a giorno 94 km di costa, ha richiesto

dieci mesi di proget-tazione.

3) Il primo posto nel mondo dove sorge l’alba è l’Isola di Ki-ribati in Oceania: i suoi abitanti, quindi, sono i primi a festeg-giare Capodanno. Gli ultimi invece sono quelli delle Samoa Americane, dove l’anno nuovo arriva 23 ore dopo!

4) Nello spazio, quando si festeggia, visto che gli astronauti della Iss, ogni giorno ve-dono sorgere e tra-montare il sole 16 volte? Si brinda alle 00:00 UTC, fuso ora-rio che corrisponde a quello di Greenwich e che è usato ufficial-

mente anche sulla sta-zione spaziale.

5) L’usanza di salutare l’anno nuovo con un tuffo nel Tevere risale a Rick De Sonay, un italo-belga che, nel 1946, si gettò nel fiu-me in costumi da ba-gno e cappello a cilin-dro! Al termine dell’impresa, ripetuta per molti anni, faceva segno con la mano di stare bene, cosa che gli valse il sopranno-me di MR. OK.

6) Il primo gennaio da ricordare:

1863 Lincoln abolì la schiavitù;

1948: entra in vigore la Costituzione Italia-na;

1983 nasce Internet. (Continua a pagina 24)

10 COSE DA SAPERE SU... CAPODANNO

“Il primo gennaio da ricordare: nel 1863 Lincoln abolì la schiavitù”

PAGINA 5

ANNO SCOLASTICO 2016/17

Capodanno 2014 a Dubai

Il Christmas pudding o plum pudding o plum duff è un tipico dolce natalizio inglese dalla forma rotonda, è a base di uova, mandorle, frutta secca, canditi, rum e spezie. Preparato secondo la tradizioni nel periodo nel periodo dell’Avvento e portato in tavola il 25 dicembre. Viene solitamente servi-to flambé ed è comune-mente decorato con un agrifoglio. Rappresenta il principale dessert na-

TRADIZIONI NATALIZIE IN UK:CHRISTMAS PUDDING

talizio e oltre nel Regno unito, anche in Irlanda al Christmas pudding sono legate varie super-stizioni, come ad esem-pio, quella secondo cui dovrebbe contenere 13 ingredienti ed essere preparato girando in senso orario l’impasto da tutti i membri della famiglia. Si crede an-che che chi non ne mangia almeno un pez-zetto perderà sicura-mente un amico nell’anno successivo.

Altre superstizioni lo ricollegano al cosiddet-to “DOLCE DELLA DODICESIMA NOT-TE”. Spesso si lasciava all’interno un anello, un ditale o una moneta, che avrebbero portato fortu-na a chi li avesse trova-ti.

Christmas pudding

“Quasi in ogni casa si realizza il presepe

con la capanna dove nacque il

bambinello e tutti i pastorelli che li

stanno intorno per adorarlo.”

PAGINA 6

LA SCUOLA

RICETTA DEL CHRISTMAS PUDDING (INGR. X 4 PERS)

100g di mandorle tritate

150g di zucchero di canna

2dl di Rum o Coniac 1 cucchiaio di melas-

sa 1 cucchiaio di zenze-

ro tritato noce moscata a pia-

cere

150g di farina 5 uova 1/2 bicchiere di birra 1 cucchiaio di sale 200g di grasso di

rognone 200g di mollica raf-

ferma 150g di buccia di

arancia o di limone 200g di frutta secca

tritata

Il Christmas pudding viene solitamente chia-mato plum pudding che significa dolce di pru-gne anche se le prugne non sono presenti nei suoi ingredienti. Questo perché nel XVII secolo venivano chiamati plum tutti i tipi di frutta sec-ca.

di non essere invadenti e di non sostituirsi agli altri.

C ONDIVISIONE

Viviamo fra tanti esseri umani con

cui condividiamo le ri-sorse del pianeta. Condi-vidiamo, inoltre, la mor-te, i cicli della vita e i grandi eventi comuni, come feste e tradizioni. Condividiamo rapporti civili sul lavoro per

(Continua da pagina 2) creare un buon team. Negli ultimi anni si sono ampliati i confini della comunicazione, mentre al contrario i contatti diretti si sono ristretti. La sete di condivisione traspare dall’uso dei so-cial network che ci in-formano in tempo reale. Tuttavia non tutti sap-piamo condividere emo-zioni, pensieri. stati d’a-nimo, poiché ciò richie-de tempo e dedizione da parte di tutti. Ciò non si addice alla fretta e alla

ALFABETO DELLA SERENITÀ

frammentazione che ca-ratterizza le giornate di ognuno di noi.

D IALOGO

Dal greco dìa, attreverso e

lògos discorso, e il con-fronto verbale tra due o più persone per scam-biarsi informazioni ed opinioni, per compren-dere e non per prevalere. Avviene anche in forma scritta o telematica. Si dialoga quando si ha la volontà reciproca di ca-

(Continua a pagina 22)

Q N ? giorno 25 dicembre dell'anno zero, ma quasi certamente il 13 ottobre dell'anno 6 a.C. Si sa che il 25 dicembre è una data convenziona-le, ricavata dalla trasfor-mazione della celebra-zione della festa pagana del Sole (“Dies Natalis Solis lnvicti”) che, dopo il soltizio d'inverno, ri-

Non è stato storicamente accertato che Gesù sia nato effettivamente il 25 dicembre. Anche nei Vangeli di Matteo e di Luca, non viene citato né il giorno, né il mese, e neppure l'anno della venuta del Figlio di Dio. È nel IV secolo che si diffonde la celebrazione del Natale di Gesù il

cominciava ad illumi-nare e scaldare la terra. In tale festa, voluta dall'imperatore Aure-liano nel 275, la chiesa decise di celebrare il “Died Natalis Christi”, cioè la nascita di Gesù, “Luce del mondo”, il vero “Sole di giusti-zia”.

“La libertà è un bene prezioso a cui tutti i popoli aspirano, usandola però, nel rispetto degli altri”.

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ANNO SCOLASTICO 2016/17

ALFABETO DELLA SERENITÀ

gruppo da parte dell’in-dividuo. La buona fami-glia ne è un esempio va-lido: si vive e si cresce insieme in un patto di solidarietà e fedeltà che continua nel tempo, a dispetto dei contrasti inevitabili. La sicurezza che ne deriva è per tutta la vita. Stare insieme è accettare di altri come sono, con pregi e difetti che abbiamo a nostra volta. Ai muri dovrem-mo preferire i ponti che uniscono e favoriscono incontri.

L IBERTÀ

La libertà consi-ste nel decidere

le proprie azioni senza condizionamenti rispet-tando se stessi e gli altri. Famoso il verso di Dan-te che recita: “Libertà va cercando, c’he si cara, come sa chi per lei che si cara, come sa chi per lei vita rifiuta”. La liber-tà è un bene prezioso a cui tutti i popoli aspira-no, usandola però, nel rispetto degli altri. A livello personale, gestire la libertà è legata a uno sviluppo equilibrato del-la personalità. Spesso si confonde la libertà col rifiuto di ogni regola, di cui si finisce però col restare vittime.

(Continua da pagina 22) M ITEZZA

La mitezza non è certo

sottomissione, ma genti-lezza d’animo ed espri-me il desiderio di smus-sare i conflitti, le violen-ze, le intolleranze. La persona mite è la più forte perché attende con pazienza e non crea di-saccordi e quando inter-viene lo fa con gentilez-za e senza polemiche. “BEATI I MITI PER-CHÈ EREDITERANNO LA TERRA”. (Matteo 5,5).

N OI È un insieme di persone che con-

dividono uno stato. Ognuno può appartenere a tanti noi diversi nella stessa giornata: è un gruppo come soggetto, in cui ognuno accetta le regole di convivenza comune, adeguandovisi serenamente. Oltre al NOI in generale ci sono dei NOI affettivi come la coppia, la famiglia, la comunità in cui le con-vergenze del noi, se non sono solide, spesso scricchiolano franando miseramente, mentre al contrario, se tengono diventano trascinanti.

O TTIMISMO

Ottimismo è un orientamento

costante che spinge a pensare che tutto andrà bene, senza superficiali-

tà che porterebbe alla catastrofe. Il vero ottimi-sta quindi è una persona grata alla vita, pronta a cercare soprattutto le notizie buone in un quo-tidiano. San Papa Gio-vanni diceva: “Non ho mai visto un pessimista giovare a qualcuno o a qualcosa”.

P OSITIVITÀ

La persona positi-va non perde mai

la speranza, ma cerca le occasioni, i cambiamenti al meglio cambiando le proprie abitudini di vita. Egli non spreca i tesori che ha, come non gli spreca il tempo pensan-do a come cambiare le persone che gli sono ac-canto, ma le accetta o le rifiuta e trova il modo migliore per conviverci.

Q UOTIDIANITÀ

La quotidianità, con la sua ripeti-

zione, offre sicurezza e permette l’attaccamento a eventi e fatti. “Se ver-rai tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io co-mincerò ad essere feli-ce” dice la volpe al Pic-colo Principe e aggiun-ge: “Col passare dell’ora aumenterà la mia felici-tà”. Al quotidiano appar-tengono piccoli riti che scandiscono la giornata, che oggi si cerca di de-monizzare, poiché sono

(Continua a pagina 25)

“Lo humor non comprende ostilità e neanche ironia, non volgarità né beffa: è

un gioco sottile, veloce e un poco poetico. Non

tutti riescono ad esprimerlo e a

coglierlo. “

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LA SCUOLA

ALFABETO DELLA SERENITÀ

pire le ragioni dell’altro, rispettando ed ascoltan-do l’interlocutore, senza lasciarsi sconvolgere da opinioni diverse dalle proprie. Si può educare i bambini al dialogo ascoltando le loro ragio-ni e spiegando le pro-prie. Ben diverso è il dialogo interculturale fra individui che hanno ori-gini e patrimoni lingui-stici, culturali, etnici e religiosi diversi.

E MPATIA

Dal greco èn den-tro e un derivato

di pàthos sentimento è la capacità di sentire nell’immediato lo stato d’animo degli altri, sen-tendolo come proprio. L’empatia si sviluppa dalla nascita, nella rela-zione del neonato con la mamma, prima del lin-guaggio, grazie ai neuro-ni specchio che si attiva-no quando riflettono le emozioni altrui. Va però educata, poiché un am-biente privo di affetto, poche relazioni emotive, l’isolamento del neona-to, l’eccessiva esposizio-ne ai media, possono bloccare lo sviluppo em-patico, con gravi conse-guenze sull’affettività e sui rapporti sociali. È un elemento fondamentale in tutte le professioni di servizio (insegnanti, me-dici) e nelle posizioni di comando, oltre che nelle

(Continua da pagina 6) relazioni affettive e quo-tidiane.

F IDUCIA

Rappresenta le nostre aspettative

favorevoli. Fidarsi signi-fica credere: in una per-sona, istituzione, impre-sa o in ciò che ci riserva il futuro. La fiducia fre-quentemente è rivolta agli altri e rende sacro un fatto, una promessa, un impegno, un contrat-to. Di solito è presente maggiormente nei bam-bini e nei giovani e de-cresce con l’avanzare dell’età. Per uno Stato è fondamentale la fiducia dei sui cittadini. Allo stesso modo, se in un’a-zienda non ci si fida del capo, i dipendenti sono demotivati e lavorano malvolentieri. La fiducia più importante però è quella nelle proprie ca-pacità, fondamentale per affrontare la vita con forza e superare gli osta-coli con determinazione superando imprevisti e sconfitte.

G IOIA

La gioia è un modo di essere,

una saggezza lieta che non tutti raggiungono. È una visione positiva dell’esistenza che rende sereni a prescindere da avvenimenti ed emozio-ni. La persona gioiosa non è dominabile, perciò i regimi dittatoriali ban-

discono le opere d’arte, la musica, la poesia, la conoscenza, la libertà. Il cammino verso la gioia è dato dalla speranza, dal coraggio, dalla vo-glia di mantenere vivo il senso della bellezza e della sacralità della vita contro ogni proibizione.

H UMOR

L’umorismo permette di di-

stanziarsi emotivamente e razionalmente dagli eventi e smitizzarli fino a riderci sopra. Lo hu-mor non comprende ostilità e neanche ironia, non volgarità né beffa: è un gioco sottile, veloce e un poco poetico. Non tutti riescono ad espri-merlo e a coglierlo. Un poco di humor, però au-menta le endorfine, mo-lecole del benessere, ed influisce positivamente sul sistema immunitario.

I NSIEME

La capacità di stare insieme è uno dei

cardini della società an-tica e moderna. Stare insieme, per un periodo limitato significa supera-re il narcisismo che vede in se stessi il centro del mondo, per convivere con altre persone diverse da noi. Condizione di base è il rispetto dell’in-dividuo da parte del gruppo e delle regole del

(Continua a pagina 23)

“Nonostante il grasso, anche gli Inuit si coprono bene perché in nessun luogo della Terra si può vivere nudi.”

Nevicata a Sanza

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ANNO SCOLASTICO 2016/17

A volte diciamo che il freddo ci fa battere i denti, ma non è solo un modo di dire, perché se si gela è meglio batterli, i denti. Ma perché? I brividi, infatti, sono il modo più efficiente che il nostro corpo conosce per produrre un poco di calare, alzando il nostro riscaldamento interno. Questo perché i nostri muscoli, quando si muo-vono, consumano ener-gia, che si trasforma in calore. È un po’ come per le automobili: consu-mando benzina si muo-vono, ma si scaldano anche molto. Così, i no-stri muscoli, consumano 2/3 dell’energia per pro-durre calore e solo 1/3 per farci muovere. Tutti gli esseri umani hanno bisogno di mantenere la temperatura interna a circa 37°C e se scende oltre di 35°C possiamo morire perché il cuore si ferma. Naturalmente, viviamo in case riscalda-te adeguatamente, ma ci sono popoli come gli Inuit, che vivono vicino al Polo Nord da molti millenni e si sono adat-tati anche fisicamente alle basse temperature. Hanno, per esempio, un leggero strato di grasso anche sotto le guance e come si sa, il grasso è un ottimo isolante termico, come avviene nel corpo di foche ed orsi polari. Per chi non è molto grasso e vuole riscaldar-si senza fare ginnastica, un maglione di lana è sempre un’ottima scelta. La lana è molto calda

perché intrappola tante arie nelle sue fibre, che è un buon isolante termi-co: fa passare poco sia il caldo che il freddo, così non permette al calore del corpo di dispendersi all’esterno. Comunque, nonostante il grasso, an-che gli Inuit si coprono bene perché in nessun luogo della Terra si può vivere nudi. Perché quando c’è ven-to sentiamo più fred-do? Perché il vento soffiando forte ruba il calore al nostro corpo. È come se in una fredda giornata invernale andassimo in bici, pedalando veloce-mente. Ci accorgiamo di sentire più freddo, anche se la temperatura interna resta invariata. Se ci fer-miamo però, tutto torna come prima. Pedalando più velocemente abbia-mo creato lo stesso ef-fetto del vento. Come funzione igloo? In un igloo non fa mai veramente caldo, perché la temperatura si aggira intorno ai 16-17° ma se si pensa che all’esterno la temperatura è di circa 30° sotto zero, bisogna ammettere che queste case sono una bella in-venzione. Il segreto è ancora nell’area, che rimane intrappolata nei blocchi di ghiaccio e perciò fa da isolante ter-mico, come i maglioni di lana. Negli igloo poi, si accendono piccoli fuo-chi e il calore dei corpi di chi ci abita contribui-sce a riscaldare l’inter-no. Per non disperdere

BRRR.. CHE FREDDO!

AD OGNI DOMANDA UNA RISPOSTA

Perché si fanno tan-ti starnuti in succes-sione? Si starnutisce per pulire l’interno del naso da tutto ciò che lo irrita. Perché si dice che fa un freddo cane? Il cane oggi, è un anima-le domestico molto ama-to e protetto, ma nel pas-sato non era così. Veniva legato fuori casa al fred-do. In senso negativo il cane veniva ricordato in altre espressioni: “SOLO COME UN CANE”, “STARE DA CANI”, “NON C’È NEMMENO UN CANE”, “TRATTARE COME UN CANE”, “ESSERE UN CA-NE”. Cosa sono i fuochi fatui? Sono deboli fiammelle che si vedono appena sopra i cimiteri, gli stagni e le paludi, generate da gas metano proveniente da materiale organico in decomposizione. Perché si fuma? Si inizia per vari motivi, anche se le prime siga-rette fumate provocano tosse, nausea, giramenti di testa. Si continua a fumare perché la nicotina presente nelle sigarette provocava dipendenza. Smettere si può, ma sa-rebbe meglio non iniziare proprio.

Nevicata a Buonabitacolo

questo calore non ci so-no vere e proprie porte (l’ingresso è sotto terra e non si vede esternamen-te), ma sono una piccola finestra, che spesso vie-ne scambiata per una porta.

Arlecchino è triste La maestra ha deciso di festeggiare il Carnevale e lui non ha il vestitino

LA STORIA DEL VESTITO DI ARLECCHINO

“Ogni compagno ha portato un

pezzo di stoffa del suo vestito ad

Arlecchino”

PAGINA 8

LA SCUOLA

Ogni compagno ha portato un pezzo di stoffa del suo vestito ad Arlecchino

Arlecchino porta alla mamma tutti i pezzi di stoffa

La mamma unisce i tanti pezzetti colorati e gli cuce un bellissimo vestitino colorato

LA SCUOLA DI OGGI

ficoltà fisiche ed intel-lettive, che vengono seguita un insegnante di sostegno. Ciò nonostan-

ci aiutano a studiare con mezzi tecnologici. Le scuole sono riscaldate e luminose. Gli insegnanti sono disponibili e si prodigano in mille modi per aiutare tutti gli alun-ni, anche quelli con dif-

(Continua da pagina 1)

“Gli alunni di allora non avevano certo i nostri zaini colorati, ma piccole cartelle di cartone o, per i più fortunati, di cuoio cucite a mano.”

PAGINA 21

ANNO SCOLASTICO 2016/17

Un modello di tablet usato nell’insegnamento della scuola di oggi

Il pennino usato per scrivere

LA SCUOLA DI IERI

uno a righe e uno a qua-dretti. I fogli erano di un colore giallognolo e non esistevano i quader-noni di oggi. Per colora-re si usavano i pastelli a cera ma non tutti pote-

vano permetterseli per-ché costavano tanto. Gli alunni di allora non ave-vano certo i nostri zaini colorati, ma piccole car-telle di cartone o, per i più fortunati, di cuoio cucite a mano. Quello che mi meraviglia di più, però, è il fatto che non esistevano le nostre penne biro che oltre ad essere di tanti colori, non macchiano. La non-na e i suoi compagni, portavano il pennino e il

calamaio. Il primo era di ferro sottile ed ap-puntito, con un corto manico di legno. Per scrivere veniva intinto nel calamaio, che conte-neva l’inchiostro nero. Molto spesso capitava che l’inchiostro mac-

chiava i fogli e le mani-che. Insomma, scrivere pulito ed ordinato era una vera impresa. Gli insegnanti erano molti severi e non esitavano a picchiare o castigare gli alunni più vivace esi-gendo rispetto e tanta educazione. I genitori avevano grande rispetto per i maestri.

normale e non in un edi-ficio grande costruito appositamente. Natural-mente non c’erano ri-scaldamenti e gli alunni spesso pativano il fred-do sia perché scarsa-mente vestiti, sia perché il riscaldamento della classe veniva affidato a un solo bracciere, in cui ogni bambino metteva un poco di brace viva portata da casa. Spesso, dopo qualche ora, si spegneva. Il fatto più

strano, però, è che non avevano libri, ma due quaderni con la coperti-na nera e il bordo rosso

(Continua da pagina 1)

te, però ci sono anche problemi, come il bulli-smo e la chiusura di nu-merose scuole con po-chi alunni.

PAGINA 20

LA SCUOLA

ALBUM FOTO

Passeggiata sul Monte Carmelo Scuola Primaria Buonabitacolo

Visita a Cerreta / Cognole Scuole Primarie

Buonabitacolo e Sanza

Lavoro di Gruppo: “La festa della castagna” Classe II Scuola Primaria

Buonabitacolo

Arlecchino è felice e festeggia il Carnevale con i suoi compagni Il suo vestito è il più bello e più colorato “Le vere lezioni

della vita si capiscono quando siamo tranquilli e in pace con la nostra coscienza.” (K. Gibram)

PAGINA 9

ANNO SCOLASTICO 2016/17

Serenità è la più bella e melodica tra tutte le parole, e il semplice atto di pronunciarla induce uno stato d’animo sereno.

GLIAFORISMIDELLASERENITA

rire. (L. Da Vinci) La serenità è essere ac-canto a qualcuno e ca-pirsi senza parlare. (Anonimo) Ogni cuore anela ad un altro cuore al quale con-giungersi per gustare la vita nella sua tranquillità e nelle sue benedizioni, o per dimenticare le pe-na della vita. (K. Gibram) Le vere lezioni della vita si capiscono quando sia-mo tranquilli e in pace con la nostra coscienza. (R. Rathum) Nutri la tua mente con pensieri rasserenanti. Per avere una mente

Con mente serena si ponderino le possibilità e le impossibilità di un’impresa; l’elefante si scaglia contro una rupe riesce solo a rompersi le zampe. (Anonimo) Non aver fretta a ri-spondere: il mandorlo che fiorisce prima di tutti gli alberi, è l’ulti-mo a dare i frutti. Sii come il fico, che rin-verdisce per ultimo, benché il suo frutto venga mangiato per primo. (Libro di Anikar) Siccome una giornata stesa bene dà lieto dormire, così una vita ben usata dà lieto mo-

colma di pace, basta riempirla di pace. È la cosa più semplice che ci sia. (Anonimo) La capacità di godere in piccole gioie è innata in tutti gli uomini, è basata su presupposti che nella vita moderna si sono andati atrofizzando. (Anonimo) Chi ha la coscienza tran-quilla se ne ride delle chiacchiere della gente. (Ovidio) Vivere in completa sere-nità è facoltà concessa all’anima, purché l’anima sia indifferente di fronte a ciò che è indifferente. (Marco Aurelio)

PAGINA 10

LA SCUOLA

Le zeppole siringate

L spianatoia e impastare per qualche minuto. Mettere in una zuppiera e aggiungere le uova uno alla volta fino a che l’impasto è piuttosto morbido. A questo punto si prepara la padella con l’olio e si mette a frigge-re sul fuoco. Si frigge l’impasto con l’aiuto di una siringa per dolci. Una volta fritte e ben fredde mettervi un poco di miele e buccia di li-mone.

Ingredienti: un litro d’acqua; un pizzico di sale; un cucchiaio colmo di

sugna; un chilo di farina 00 Procedimento: Far bollire l’acqua col sale, la sugna e aggiun-gere la farina girando velocemente per evitare i grumi. Far cuocere fino a che si stacca dalla pentola, poi adagiare l’impasto sulla

AD OGNI DOMANDA UNA RISPOSTA

Perché gli specchi riflettono? Quando la luce colpisce il nostro corpo rimbalza in tutte le direzioni colpendo anche lo specchio. Que-sto, avendo una superfi-cie lisce, lucida e leviga-ta, la riflette nella stessa direzione da cui proviene, consentendoci di vedere la nostra figura. Quando un oggetto fa passare il 98-99% di luce, invece, significa che è trasparen-te, come il vetro. Se ne fa passare circa il 30% è traslucido, come il vetro smerigliato. Se assorbe tutta la luce e non ne lascia passare è un corpo opaco.

Perché le donne mu-sulmane indossano il velo? Il Corano dice che le don-ne devono vestire con modestia. L’usanza di coprirsi il capo non ri-guarda solo l’Islam, poi-ché è presente in molte civiltà antiche (Assiri, Greci, Romani). Oggi, i copricapi hanno perso la loro valenza religiosa e, da simboli di sottomissio-ne e pudore, sono diven-tati accessori di moda.

L’auto senza autista è pericolosa? Costruite con ogni tipo di sensore, queste auto sa-ranno probabilmente più sicure delle altre. Alcuni ricercatori, però, pensano che statisticamente ci vorrebbero decine di anni di prove per avere dati sufficienti a stabilirlo con certezza.

In questo giorno di festa

il mio cuore si desta,

per esprimere un pensiero

semplice ma veramente sincero!

Da mille impegni sei distratto

e corri sempre come un matto!

Brum, brum con il camioncino

torni poi dal tuo bambino!

E se ho fatto il birichino

tu mi schiacci l’occhiolino!

Tu sei la dimora sicura

quando nel buio ho tanta paura.

Così mi stringo forte a te

perché in papà più buono non c’è! 

“FESTA DEL PAPÀ”

PAGINA 19

ANNO SCOLASTICO 2016/17

L’ANGOLO RELAX

“Colora i disegni”

PAGINA 18

LA SCUOLA

Due batteri si incontrano e uno

dice all’altro: «Hai una brutta cera!» E l’altro: «Non me lo

dire, credo proprio di essermi beccato...

un’aspirina! »

L’ANGOLO DELLA RISATA

Perché i carabinieri guidano l’auto di pattuglia con un cucchiaio in mano? Perché stanno imboccando una curva. (Anna)

Che cosa indica una bussola in un pollaio? Il pollo nord! Estate, due libri sullo scaffale: «Perché sei sudato?» «Eh, non me

lo dire, stanotte ho dormito con la copertina!» (Marco) Due amici si incontrano alla fermata dell’autobus: «Ciao, lo sai che

ho comprato un cane! » «Non lo sapevo, di che razza è?» E il pri-mo: «È un... incrocio e l’ho chiamato Stop. » (Giuseppe)

Come si chiama il pollo più piccolo del mondo? Semplice: Polli-cino! (Vincenzo)

La centrale chiama via radio la pattuglia dei carabinieri: «È stato arrestato un panda in mezzo alla strada. E in via d’estinzione e bi-sogna assolutamente salvarlo!» E il carabiniere di pattuglia: «Ok capo andiamo noi ma, dove si trova esattamente via d’estinzione? » (Costanza)

Durante l’ora di geografia la maestra chiede a Pierino: «Dimmi una cosa che s’incontra a Venezia? » «I colombi, signora mae-stra!» «Bravo Pierino, ma si chiamano piccioni. » Il giorno dopo, durante l’ora di storia la maestra chiede a Pierino: «Chi ha scoper-to l’America?» E pierino, pronto: «Cristoforo Piccione, signora maestra!» (Pino)

Una scimmia chiede all’altra scimmia: «Perché sei così brutta?» «Ma guardati tu, allo specchio!» le risponde stizzita l’amica. La pri-ma scimmia obbedisce e... «Ahhhh! Ma siamo gemelle! » (Rocco)

Tre amici arrivano in ritardo in classe: «Perché sei in ritardo?» chiede la maestra al primo: «Perché ho buttato sassolini nel lago.» «Anche io ho buttato sassolini nel lago!» risponde pronto il ragaz-zo, subito dopo entra in classe il terzo ragazzo, piangendo e tutto bagnato: «E tu perché piangi?» «Perché io sono Sassolini, signora maestra!» (Michele)

davvero così. Di fronte al bullo o alla bulla in azione è vietato far finta di nulla. Chi prende in giro un compagno per-ché indossa i pantaloni rosa o una compagna perché porta i capelli corti è una persona de-bole, insicura, sola nei confronti del quale

sate per principesse, vestiti e pettegolezzi e che siano poco interes-sata alla scienza. Se qualcuno sostiene che giocare a calcio è roba da maschi, perché non metterlo alla prova veri-ficando in campo se è

(Continua da pagina 1)

NO... AI BULLI

ognuno può fare la dif-ferenza. Per esempio dicendo: “Come sei an-tico (Parli di maschi e femmine come faceva mio nonno)”.

“Allo stato brado, gli equini hanno un consumo di zoccoli compensato dalla crescita normale”

PAGINA 11

ANNO SCOLASTICO 2016/17

C ontadino Uno dei mestieri

più antichi che ha carat-terizzato il secondo sta-dio della civiltà umana, dopo quello dei “cacciatori-raccoglitori”. È un mestiere che diven-

tava un concentrato di mestieri, nell’avvicen-darsi delle stagioni. Ha reso possibile la soprav-vivenza umana nel corso dei secoli.

L attaio La mattina presto,

inforcava la sua biciclet-ta ai lati della quale pen-devano due o più conte-

nitori di latte e portava questo prezioso alimento a domicilio. Arrivano davanti alle porte dei suoi clienti, riempiva i recipienti lasciati in bel-la mostra e ripartiva per un’altra consegna.

M aniscalco Si occupa della

ferratura dei cavalli. La parola deriva dal latino maniscalcus, che signifi-ca addetto ai cavalli. Al-lo stato brado, gli equini hanno un consumo di zoccoli compensato dal-

la crescita normale. In cattività però questi ani-mali, hanno una ricresci-ta insufficiente, per cui lo zoccolo deve essere protetto da apposite placche di ferro sagoma-te ed applicate dal mani-scalco sotto lo zoccolo.

C arbonaio Lavoro molto dif-

fuso fino alla metà del secolo scorso nelle zone boscose di collina e di montagna. Bisognava allestire sul terreno una piattaforma di quattro-cinque metri di diametro e sistemarvi delle cataste di legna che, con parti-colari accorgimenti, do-veva bruciare lentamen-te senza fiamma, e in condizione di scarsa os-sigenazione. Quando dopo sei-sette giorni, il fumo diventava turchino e trasparente, il carbone era pronto. Solo allora si smantellava la carbo-naia, si lasciava raffred-dare il carbone e si por-tava a destinazione.

GLI ANTICHI MESTIERI

PASTIERA NAPOLETANA (dolce Pasquale campano )

frolla: 500g di farina; 3 uova; 200g di strutto; 100g di zucchero; 1 pizzico di sale. Procedimento: amalgamare la ricotta, lo zucchero, le uova, il gra-no, la fiala, la buccia di

Ingredienti per il ripie-no: 500g di ricotta; 500g di zucchero; 8 uova; 500g di grano cotto; 1 fiala di acqua di fior

d’arancio; buccia di limone; 70g di canditi misti. Ingredienti per la pasta-

limone grattugiata, la frutta candita, la sugna. Preparare la pasta frolla fino ad avere un impasto liscio ed omogeneo. Fo-derare una teglia imbur-rata, mettere l’impasto, decorare con le strisce di pasta e cuocere in forno per l ora.

Le campane della chiesa riprenderanno a suonare solo dopo

la mezzanotte, durante la Messa, per annunciare al

mondo la Resurrezione di

Gesù.

PAGINA 12

LA SCUOLA

Le uova della tradizione Pasquale

Favole da ridere “La scommessa”

P asqua è una festa meno sentita ri-spetto al Natale,

ma ciò non significa che sia meno importante o più povera di tradizioni. L’attesa di questa festa inizia con la “Quaresima”, periodo che inizia con le “Ceneri” e dura quaranta giorni. Fin dall’antichità era un periodo di preghiera e digiuno quasi di prepara-zione spirituale alla mor-te di Cristo. Nell’ultima settimana detta “Santa” si celebra-no alcuni riti religiosi: la lavanda dei piedi e la

deposizione sul capo dei fedeli di un pizzico di cenere che avviene il giovedì Santo, che pre-cede la Pasqua. Il giorno seguente, du-rante la Messa si fa la “Via Crucis” con le va-rie tappe che rappresen-tano la processione di Cristo prima di arrivare al Golgota per essere crocifisso. Il sabato santo le campa-ne della chiesa non suo-nano in segno di lutto. Esse riprenderanno a suonare solo dopo la mezzanotte, durante la Messa, per annunciare al mondo la Resurrezione

TRADIZIONI PASQUALI IN ITALIA di Gesù. Dal momento che la fe-sta di Pasqua si celebra in primavera e le galline, in tale periodo, riprendo-no a deporre le uova, si preparano tanti buoni dolci in ogni famiglia: le pastarelle, i biscotti con le uova, la pastiera, il casatiello, i tarallucci glassati. A Pasqua è tradizione regalare ai piccoli e non solo uova di cioccolato, che contengono al loro interno una sorpresa che quasi sempre è un gio-cattolo come segno be-neaugurante di pace e prosperità.

C ’era una volta un nomade mongolo che cavalcava da

solo nella steppa immen-sa. Non avendo nessun familiare, nella vita fa-ceva ciò che voleva spinto solo dal vento che soffiava forte in quel posto desolato dell’Asia. L’uomo era conosciuto da tutti per la sua furbi-zia, tanto astuto da gio-care qualsiasi tiro a chiunque. Un giorno ac-cadde che incontrò un uomo di nome Khan, che si vantava di scopri-re i suoi raggiri. Il Khan, dall’alto del suo cavallo avvisò l’uomo che non sarebbe riuscito a pren-derlo in giro. L’uomo

nomade chiese al Khan di suggerirgli qualcosa che non sarebbe riuscito a fare. Egli prontamente gli rispose che non sa-rebbe mai riuscito a far-lo scendere da cavallo spontaneamente. In ef-fetti, disse il nomade se mi aveste domandato di impedirvi di risalire in sella... avrei avuto qual-che possibilità di riusci-re ... “Non direi, replicò Khan. Scenderò da ca-vallo e ti assicuro che non riuscirai a farmi ri-salire”. Il nomade scop-piò a ridere. “Vi faccio notare che ho appena vinto la scommessa per-ché siete sceso a terra... ma siccome sono una persona corretta, mi sot-

FAVOLE DA RIDERE “LA SCOMMESSA” tometterò alla seconda prova”. Fremente di rabbia, il Khan calpestò il suo cappello di pelo e poi risalì in sella e con l’aria altezzosa disse: “Una cosa è certa, hai vinto solo a metà la tua scom-messa! Eh, no, signore. Vi faccio notare che ho vinto entrambe le scom-messe perché siete nuo-vamente seduto sul vo-stro cavallo”. Il Khan spronò il suo destriero e se ne andò senza aggiungere altro, contento che la sua umi-liazione non aveva avuto spettatori. (Storia mon-gola)

“Scopri quali doni preziosi sono presenti e scrivili dentro i pacchetti”

PAGINA 17

ANNO SCOLASTICO 2016/17

L’ANGOLO ENIGMATICO

Soluzioni a pag.27

“Trova i 10 animali nascosti e cerchiali

con il rosso. Poi colora il paesaggio”

PAGINA 16

LA SCUOLA

L’ANGOLO ENIGMATICO

Soluzioni a pag.27

“Molti credono che ci sia un lato oscuro della Luna, ma non è così”.

PAGINA 13

ANNO SCOLASTICO 2016/17

Basta bufale

W la mamma

L a mia mamma si chiama Francesca, ha trentacinque

anni ed insegna educa-zione motoria alle Scuo-le Medie. Ha i capelli neri non molto lunghi è magra e non è molto alta. Ha un viso piccolo con occhi castano scuri, naso pic-colo, labbra rosee ed orecchie normali. Le piace vestire sportivo con jeans, polo e scarpe da tennis. Solo raramen-

te indossa vestiti elegan-ti e scarpe col tacco. Non sopporta tutto ciò che stringe o che soffo-ca. Ama molto pulire la ca-sa e mettere ogni cosa in ordine. Spesso mi lava e mi sgrida se mi sporco, gio-cando a pallone. Se glielo chiedo mi aiuta a fare i compiti e a scuo-la vuole che mi compor-to bene. Quando uscia-

mo mi dice di fare il bambino educato e non infastidire gli adulti. Mi abbraccia e mi con-forta quando sono triste, mentre ride e gioca con me se sono allegro. Lei sembra molto seve-ra, ma so che vuole solo il mio bene. Ogni tanto mi compra qualche gioco o qualche vestito, ma spesso mi prepara la pastasciutta o la ciambella al cioccola-to.

DESCRIVI LA TUA MAMMA

BUFALE: COME RICONOSCERLE?

che il forno a microonde fa male, ma emette mol-te meno radiazioni di un cellulare e rimangono all’interno del forno. Ma che dire del calabro-ne? In Facebook si scri-ve che le ali del calabro-ne, rispetto al suo peso, non sono adatte ai volo, ma lui non lo sa e vola ugualmente. A parte che la notizia riguarda più il bombo, cicciotto e con le ali pic-cole, ma in realtà, le sue ali, durante il volo, si torcono consentendo uno spostamento d’aria maggiore. Molti credono che ci sia un lato oscuro della Lu-na, ma non è così. Il pe-riodo di rotazione lunare coincide con quello ter-restre, l’altra faccia del nostro satellite rimane sempre nascosta allo sguardo umano.

S ono tante le noti-zie false che cre-diamo vere. Ecco i

trucchi per non abbocca-re: A volte diciamo: “Hai la memoria di un pesce rosso!” Alcuni pensano, infatti che il pesce rosso di-mentichi tutto molto in fretta. È una bugia, come ce ne sono tante che cir-colano su internet o an-che sui libri di scuola. Innanzitutto bisogna ca-pire che chi l’ha detta e dove. La storia del pesce sme-morato non esiste da nessuna parte. Anzi gli scienziati ricordano che i pesci hanno buona me-moria e riescono a ricor-dare il luogo dove hanno trovato il cibo per molti mesi. Nella scienza, inoltre, se dico una cosa devo pro-varla e soprattutto verifi-carla. Da tempo si legge

Ma ciò non vuoi dire che non sia illuminato dal sole. Nel 1973 i Pink Floyd incisero un album intito-lato “The dark side of the Moon” (il lato oscu-ro della Luna). Forse perciò questa idea è rimasta nella mente delle persone. Perché si dice bufala? Un bufalo è una persona credulona che si lascia “prendere per il naso”, proprio come l’animale, che veniva tirato tramite un anello al naso. Da qui l’uso di “bufala” come notizia che solo gli sciocchi possono credere vera. La bufala del momento: l’olio di palma fa male e non è “ecologico”. Da molte merendine sta scomparendo l’olio di palma, per paura che sia dannoso per la salute e

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LA SCUOLA

L’ANGOLO ENIGMATICO

Soluzioni a pag.27

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ANNO SCOLASTICO 2016/17

L’ANGOLO ENIGMATICO

Rebus 3, 6 = 9

Rebus 3, 5 = 8

Rebus 5, 2 = 7

Rebus 3, 6 = 9

Soluzioni a pag.27