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ISTITUTO COMPRENSIVO 2° “VINCENZO RUSSO” Via Trieste,121 - 80036 Palma Campania (NA) Distretto Scol. n. 30 C. F. 92006550633 C. M. NAIC8CR007-AMBITO 19- Tel. e fax 081 8241191 e-mail: [email protected] – sito web www.icvincenzorusso.gov.it PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISTURBO DI DEFICIT DI ATTENZIONE ED IPERATTIVITA' (ADHD) DPR 275/99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istruzioni Scolastiche” nota N. 4089-15/6/2010 Circolare Ministeriale n.8 prot. 561, Marzo 2013 FINALITA’ Il documento è parte integrante del PTOF e si propone di: definire pratiche condivise all’interno dell’istituzione scolastica; facilitare l’accoglienza, l’inserimento e un proficuo percorso formativo degli alunni con ADHD per prevenirne l’eventuale disagio; garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni con ADHD; promuovere lo sviluppo emotivo e comportamentale sostenendo l’autostima e la motivazione degli alunni con ADHD; Il seguente protocollo contiene principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale degli alunni con ADHD definisce i compiti e i ruoli delle figure operanti all’interno dell’Istituzione scolastica; traccia le linee delle possibili fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per l’apprendimento; costituisce uno strumento di lavoro e , pertanto, potrà essere integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate e delle risultanze della ricerca scientifica. Il protocollo di Accoglienza delinea prassi condivise di carattere: amministrativo e burocratico: acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolo personale dell’alunno; educativo-didattico: predisposizione di strategie metodologiche-didattiche per favorire un migliore adattamento scolastico e sviluppo emotivo e comportamentale mediante il coinvolgimento del Consiglio di classe e dei genitori; Sociale: eventuali rapporti e collaborazione della scuola con i servizi specializzati sul territorio per la condivisione degli interventi; Affettivo relazionale: prevenzione di situazioni di disagio

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PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISTURBO DI DEFICIT DI ATTENZIONE ED IPERATTIVITA' (ADHD)

DPR 275/99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istruzioni Scolastiche” nota N. 4089-15/6/2010

Circolare Ministeriale n.8 prot. 561, Marzo 2013

FINALITA’ Il documento è parte integrante del PTOF e si propone di: • definire pratiche condivise all’interno dell’istituzione scolastica; • facilitare l’accoglienza, l’inserimento e un proficuo percorso formativo degli alunni con ADHD per

prevenirne l’eventuale disagio; • garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni con ADHD; • promuovere lo sviluppo emotivo e comportamentale sostenendo l’autostima e la motivazione degli alunni

con ADHD; Il seguente protocollo

• contiene principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale degli alunni con ADHD

• definisce i compiti e i ruoli delle figure operanti all’interno dell’Istituzione scolastica; • traccia le linee delle possibili fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per l’apprendimento; • costituisce uno strumento di lavoro e , pertanto, potrà essere integrato e rivisitato periodicamente, sulla

base delle esperienze realizzate e delle risultanze della ricerca scientifica. Il protocollo di Accoglienza delinea prassi condivise di carattere:

• amministrativo e burocratico: acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolo personale dell’alunno;

• educativo-didattico: predisposizione di strategie metodologiche-didattiche per favorire un migliore adattamento scolastico e sviluppo emotivo e comportamentale mediante il coinvolgimento del Consiglio di classe e dei genitori;

• Sociale: eventuali rapporti e collaborazione della scuola con i servizi specializzati sul territorio per la condivisione degli interventi;

• Affettivo relazionale: prevenzione di situazioni di disagio

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PROCEDURE OPERATIVE Premesso che all’insegnante compete l’osservazione dell’alunno e non la formulazione di diagnosi, in caso di sospetto ADHD, si indicano, in successione, le azioni da compiere anche sotto l’aspetto formale. 1^ FASE: DOCENTI 1. INDIVIDUAZIONE DEL PROBLEMA Individuazione del caso sospetto a cura del team docente; Comunicazione al Dirigente Scolastico del sospetto individuato. Stesura, da parte del team docente, di una breve relazione sulla situazione dell’alunno (vedi modello Accordi di programma tra ULS e scuole 2012/2015). La relazione deve essere firmata dai docenti, genitori e Dirigente Scolastico quindi protocollata, inserita nel fascicolo personale dell’alunno e in copia da consegnare alla famiglia. 2. DIALOGO CON LA FAMIGLIA Convocazione dei genitori: raccolta e confronto di preoccupazioni, punti di vista, difficoltà rilevate nell’alunno che meritano approfondimento diagnostico. Stesura di un verbale dell’incontro controfirmato dai genitori (una copia è consegnata ai genitori, una copia inviata al Dirigente Scolastico e inserita nel fascicolo personale dell’alunno). 2^ FASE: FAMIGLIA 3. APPROFONDIMENTO CON UNO SPECIALISTA ESTERNO Dietro suggerimento dei docenti, i genitori, avvalendosi eventualmente della relazione predisposta dal team docente, possono rivolgersi: • ad un Ente pubblico (ASL) • ad uno specialista privato (psicologo, neuropsichiatra). Fase diagnostica ad opera dello specialista. Sulla base dell’esito dei test specifici,riscontrata la presenza di disturbi di attenzione ed/o iperattività,lo specialista rilascia un documento di diagnosi. La diagnosi rilasciata da uno specialista privato deve essere validata da esperti dell’ASL. La diagnosi deve essere consegnata alla segreteria della scuola da parte della famiglia e fatta protocollare,attestando così ufficialmente che la scuola ha ricevuto la documentazione.Contestualmente è opportuno chiedere un colloquio con il Dirigente. Il Dirigente Scolastico, verificata la conformità della diagnosi alle disposizioni vigenti, informerà i docenti della classe e ne curerà l’iscrizione nel verbale nel primo Consiglio di Classe/team docente. 4. COLLABORAZIONE TRA SCUOLA, FAMIGLIA E SEVRIZIO SANITARIO La scuola, la famiglia, il servizio sanitario (o lo specialista privatamente scelto dalla famiglia) devono costruire rapporti di reciproca collaborazione, nel rispetto delle diverse competenze e dei ruoli, con lo scopo di giungere ad una valutazione dell’efficacia degli interventi che producano, ove necessario, rapide modifiche

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3^ FASE: DOCENTI 5. INTERVENTO DIDATTICO I docenti di concetto con gli operatori clinici che gestiscono la diagnosi e cura dell’alunno, devono: • Redigere per l’alunno il Piano Didattico Personalizzato (PDP),sottoscritto dall’intero team docente. Il PDP

predisposto per l’alunno è presentato ogni anno scolastico entro il 31 Novembre dal team docenti ai genitori che ne prendono visione, firmano e trattengono una copia. Tale piano viene poi verificato in chiusura dell’anno scolastico;

• Definire le strategie metodologiche-didattiche per favorire un miglior adattamento scolastico ed uno sviluppo emotivo/comportamentale;

• Potenziare le condizioni educative didattiche del gruppo al fine di integrare l’alunno nel contesto della classe.

6. STRATEGIE DIDATTICHE Si ritiene opportuno che tutti i docenti: • Predispongano l’ambiente nel quale viene inserito lo studente con ADHD in modo tale da ridurre al

minimo le fonti di distrazione; • Prevedano l’utilizzo di tecniche educative di documentata efficacia (es. aiuti visivi, introduzione di

routine, tempi di lavoro brevi o con piccole pause, gratificazioni immediate, procedure di controllo degli antecedenti e conseguenti);

I docenti inoltre dovrebbero avvalersi dei seguenti suggerimenti: • definire con tutti gli studenti poche e chiare regole di comportamento da mantenere all’interno della

classe; • concordare con l’alunno piccoli e realistici obiettivi comportamentali e didattici da raggiungere nel giro di

qualche settimana; • allenare il bambino ad organizzare il proprio banco in modo da avere solo il materiale necessario per la

lezione del momento; • occuparsi stabilmente della corretta scrittura dei compiti sul diario; • favorire l’uso del computer e di enciclopedie multimediali; • incoraggiare l’uso di diagrammi di flusso, tracce, tabelle, parole chiave per favorire l’apprendimento e

sviluppare la comunicazione e l’attenzione.

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7. VERIFICA E VALUTAZIONE Modalità da mettere in atto:

• Organizzare prove scritte suddivise in più parti e invitare lo studente ad effettuare un accurato controllo del proprio compito prima di consegnarlo;

• Comunicare chiaramente i tempi necessari per l’esecuzione del compito (tenendo conto che l’alunno con ADHD può necessitare di tempi maggiori rispetto alla classe o viceversa può avere l’attitudine di affrettare eccessivamente la conclusione);

• Valutare gli elaborati scritti in base al contenuto, senza considerare esclusivamente gli errori di distrazione, valorizzando il prodotto e l’impegno piuttosto che la forma;

• Suddividere le prove scritte in più quesiti; • Assicurarsi che, durante l’interrogazione, l’alunno abbia ascoltato e riflettuto sulla domanda e incoraggiare

una seconda risposta qualora tenda a rispondere frettolosamente. • In merito alla norma sancita dal Decreto Ministeriale 16 gennaio 2009 n°5 che riguarda “Criteri e modalità

applicative della valutazione del comportamento” si ritiene necessario considerare fattori presenti nella diagnosi ADHD prima di procedere alla valutazione dell’alunno.

Occorre infatti, tener conto del fatto che il comportamento di un alunno con ADHD è condizionato fortemente dalla presenza di sintomi del disturbo.

8. GLI ESAMI Gli allievi con ADHD sosterranno le prove di esame secondo la normativa vigente.

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ALLEGATI: 1. Scheda analisi funzionale del comportamento problema; 2. Scheda osservazione SDAI (alunni); 3. Scheda rilevazione SDAG (genitori); 4. Scheda rilevazione SDAG (insegnanti); 5. Piano di intervento alunni con ADHD.

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ALLEGATO n.1

SCHEDA Per l’analisi funzionale del comportamento

Analisi funzionale del comportamento problematico

Tipo di

comportamento problematico

antecedenti

comportamento

conseguenze

(indicare il comportamento problematico oggetto di osservazione).

Quali erano gli eventi immediatamente precedenti che hanno innescato il comportamento? Se si ha l’impressione che non vi sia stato nessun evento particolare che ha innescato il comportamento, indicare in quale situazione precisa è avvenuto (es. al cambio dell’ora, durante una spiegazione, ecc.). Descrivere le azioni dell’alunno, di insegnanti e compagni.

Descrivere precisamente cosa ha fatto l’alunno.

Descrivere cosa è successo dopo il comportamento: cosa ha fatto l’insegnante, come ha reagito l’alunno, cosa hanno fatto i compagni…

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Analisi funzionale del comportamento problematico

Esempio

Tipo di comportamento

problematico

antecedenti

comportamento

conseguenze

Comportamento motorio inappropriato

Gli alunni sono seduti ai loro banchi. L’insegnante dice: “adesso faremo un esercizio di matematica”.

Si sposta di continuo con la sedia, si alza.

L’insegnante lo invita a sedersi e lui non esegue.

L’insegnante lo invita a sedersi e lui non esegue.

Continua a girare per la classe

L’insegnante lo invita a sedersi accanto a lei e lui lo fa.

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Comportamento verbale inadeguato

Tutti gli alunni seduti in cerchio per la conversazione

Interviene con commenti sciocchi non pertinenti

L’insegnante fa una domanda semplice, rivolgendosi a lui direttamente e facendosi guardare negli occhi. Lui risponde in modo pertinente ma poi aggiunge cose che non c’entrano nulla.

Disturbo diretto ad altri/ comportamento aggressivo

Tutti i bambini seduti a tavola in orario mensa. Rumore.

Dà un pugno al bambino seduto accanto a lui.

Il bambino picchiato gli dice di smetterla ma lui continua. L’insegnante gli dice di smetterla e gli chiede perché lo fa. Risponde che sua mamma e suo papà hanno litigato.

Disturbo diretto ad altri

È seduto davanti ad un bambino che legge un libro. L’insegnate, a spalle voltate, sta cercando del materiale nell’armadio.

Strappa il libro al compagno e rompe una pagina.

L’insegnante interviene e propone di guardare il libro a turno o prenderne un altro, restituisce il libro al bambino. Lui si alza, fa cadere tutto il materiale dal banco di un compagno.

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ALLEGATO n.2

Scala SDAI SCALA PER L'INDIVIDUAZIONE DI COMPORTAMENTI DI DISATTENZIONE E IPERATTIVITÀ (Scala SDAI, 1996)

Data:

Nome (o sigla) del bambino o della classe oggetto di valutazione

L'insegnante deve valutare, per ciascuno dei comportamenti elencati qui sotto, la frequenza con cui essi

compaiono.

0, se il bambino non presenta mai quel comportamento

1, se il bambino lo presenta qualche volta

2, se il bambino lo presenta abbastanza spesso

3, se il bambino lo presenta molto spesso

Si raccomanda di procedere con ordine e di rispondere per tutti i comportamenti, anche se per alcuni

casi ci si sente molto incerti.

1. Incontra difficoltà a dirigere l’attenzione sui dettagli o compie errori di negligenza

0 1 2 3

2. Spesso si agita con le mani o i piedi o si dimena sulla seggiola

0 1 2 3

3. Incontra difficoltà nel mantenere l’attenzione nei compiti o giochi in cui è impegnato

0 1 2 3

4. Non riesce a stare seduto 0 1 2 3

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5. Quando gli si parla non sembra ascoltare 0 1 2 3

6. Esperimenta una irrequietudine interna, corre e si arrampica dappertutto

0 1 2 3

7. Pur avendo capito le istruzioni e non avendo intenzioni ostili, non segue le istruzioni o fatica a portarle a compimento

0 1 2 3

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8. Incontra difficoltà ad impegnarsi in giochi o attività tranquille

0 1 2 3

9. Incontra difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle sue attività

0 1 2 3

10. È in movimento continuo come se avesse dentro un motorino che non si ferma

0 1 2 3

11. Evita o è poco disposto a impegnarsi in attività che richiedono uno sforzo continuato

12. Parla eccessivamente 0 1 2 3

13. Perde oggetti necessari per le attività che deve svolgere

0 1 2 3

14. Risponde precipitosamente prima ancora che la domanda sia stata formulata interamente

0 1 2 3

15. Viene distratto facilmente da stimoli esterni 0 1 2 3

16. Incontra difficoltà ad aspettare il suo turno 0 1 2 3

17.Tende a dimenticarsi di fare le cose 0 1 2 3

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18. Spesso interrompe o si comporta in modo invadente con altri impegnati in un gioco o in una conversazione.

0 1 2 3

Totale item dispari: Totale item pari: Totale:

Determinare i punteggi di disattenzione e di iperattività e impulsività facendo i seguenti calcoli: - Totale dei punteggi di tutti gli item dispari = Punteggio di disattenzione. - Totale dei punteggi attribuiti a tutti gli item pari = Punteggio di iperattività ed impulsività. Il valore di riferimento della scala corrisponde a 14 punti. Ciò significa che a punteggi maggiori corrispondono comportamenti tipici del disturbo di attenzione e/o di iperattività. ITEM DISPARI Punteggio totale disattenzione (ITEM: 1 + 3 + 5 + 7 + 9 + 11+ 13 + 15 + 17) ITEM PARI Punteggio totale iperattività e impulsività (ITEM: 2 + 4 + 6 + 8 + 10 + 12 + 14 + 16 + 18)

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ALLEGATO n.3

SCALA SDAG ADHD GENITORI

PER INDIVIDUAZIONE DI COMPORTAMENTI DI DISATTENZIONE E IPERATTIVITÁ NEL BAMBINO

Assegnare ad ogni domanda il punteggio che meglio descrive questo bambino in rapporto a coetanei dello stesso sesso.

Valori ammessi:0-mai1-qualchevolta2-spesso3-moltospesso

Scala A (Disattenzione) 1. Incontra difficoltà nell'esecuzione di attività che richiedono una certa cura.

2. Ha difficoltà a mantenere l'attenzione nello svolgere incarichi, compiti o nelle attività varie, interrompendosi continuamente o passando ad attività differenti.

3. Quando gli si parla sembra non ascoltare. 4. Non segue fino in fondo le istruzioni e non porta a termine i compiti di scuola, le commissioni che deve fare o gli incarichi (ma non per comportamento oppositivo o incapacità a seguire le direttive).

5. Ha difficoltà a organizzarsi negli incarichi, nelle attività, nei compiti.

6. Evita, non gli piace o è riluttante ad affrontare impegni che richiedono uno sforzo mentale continuato (ad es. i compiti di scuola).

7. Non tiene in ordine le sue cose e perde spesso ciò che gli necessita per il lavoro o le attività (ad es. giocattoli, diario, matite, libri).

8. Si lascia distrarre facilmente da stimoli poco importanti. 9. E' sbadato, smemorato, nelle attività quotidiane.

CALCOLA IL PUNTEGGIO TOT.

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Se il punteggio totale è maggiore di 14 si consiglia unapprofondimento diagnostico Scala B (Iperattività/Impulsività) 1. Da seduto giocherella con le mani o con i piedi o non sta fermo o si dimena.

2. Lascia il suo posto in classe o in altre situazioni dove dovrebbe restare seduto.

3. Corre intorno e si arrampica di continuo, quando non è il caso di farlo (nell'adolescenza può trattarsi per lo più di irrequietezza).

4. Ha difficoltà a giocare o a intrattenersi tranquillamente in attività ricreative.

5. E' sempre "sotto pressione" o spesso si comporta come se fosse azionato da un motore.

6. Non riesce a stare in silenzio: parla troppo. 7. "Spara" le risposte prima che sia terminata la domanda.

8. Ha difficoltà ad aspettare il suo turno.

9. Interrompe o si intromette (per esempio nelle conversazioni o nei giochi degli altri).

Calcola il totale

Se ilpunteggiototaleèmaggioredi14siconsigliaunapprofondimentodiagnostico

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ALLEGATO n.4

SCALA SDAG ADHD INSEGNANTI

PER INDIVIDUAZIONE DI COMPORTAMENTI DI DISATTENZIONE E IPERATTIVITÁ NEL BAMBINO

Assegnare ad ogni domanda il punteggio che meglio descrive questo bambino in rapporto a coetanei dello stesso sesso.

Valori ammessi:0-mai1-qualchevolta2-spesso3-moltospesso

Scala A (Disattenzione) 1.Incontra difficoltà a concentrare l'attenzione sui dettagli o compie errori di negligenza

2.Ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti e sui giochi in cui è impegnato.

3.Quando gli si parla sembra non ascoltare. 4.Pur avendo capito le istruzioni e non avendo intenzioni oppositive, non segue le istruzioni ricevute o fatica a portarle a compimento

5.Ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle sue attività. 6.Evita, non gli piace o è riluttante ad affrontare impegni che richiedono uno sforzo mentale continuato (come i compiti di scuola).

7.Perde spesso le cose necessarie per il lvoro o le attività (ad es. diario,matite, libri,oggetti scolastici).

8.Si lascia distrarre facilmente da stimoli esterni 9.Tende a dimenticare di fare le cose

CALCOLA IL PUNTEGGIO Se ilpunteggiototaleèmaggioredi14siconsigliaun

approfondimentodiagnostico

TOT.

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Scala B (Iperattività/Impulsività) 1.Da seduto giocherella con le mani o con i piedi o non sta fermo o si dimena

2.Non riesce a stare seduto

3.Manifesta un’irrequietudine interna,correndo e si arrampica dappertutto. 4. Ha difficoltà a giocare o a intrattenersi tranquillamente in attività ricreative.

5. E' sempre "sotto pressione" o spesso si comporta come se fosse azionato da un motore.

6. Non riesce a stare in silenzio:parla continuamente

7."Spara" le risposte prima che sia terminata la domanda

8. Ha difficoltà ad aspettare il suo turno 9. Interrompe o si intromette nelle conversazioni o nei giochi degli altri

Calcola il totale

Se ilpunteggiototaleèmaggioredi14siconsigliaunapprofondimentodiagnostico

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ALLEGATO n.5

PIANO DI INTERVENTO ALUNNI CON DISTURBO DEL COMPORTAMENTO E DELLA RELAZIONE

Premessa Gli alunni con disturbo del comportamento presentano un disordine dello sviluppo neuropsicologico. Tale disturbo si distingue in: • Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) • Disturbo oppositivo provocatorio (DOP) • Disturbo della condotta (DC) Il bambino con ADHD non riesce a regolare… L’organizzazione e il controllo dei processi cognitivi, l’impulsività, la motivazione, l’autostima, le emozioni e l’iperattività motoria; Il bambino con DOP… Spesso va in collera, litiga con gli adulti, irrita le persone, è dispettoso e vendicativo; Il bambino con DC… Assume un comportamento in cui i diritti fondamentali degli altri e le principali regole vengono violate. Ciascuno di questi bambini ha in comune le seguenti caratteristiche: • Difficoltà scolastiche • Difficoltà di relazione • Bassa stima di sé • Resistenza alla disciplina • Tratti oppositivi provocatori. La scuola si impegna ad avviare un percorso che prevede la collaborazione e il supporto della famiglia, dei terapeuti impegnati nel trattamento del disturbo, nonché del medico specialista che lo ha diagnosticato. Ognuna di queste componenti si occuperà del proprio campo di intervento, interagendo periodicamente, monitorando i comportamenti e modificando se necessario le procedure. Il protocollo diagnostico e terapeutico, può prevedere anche l’uso di farmaci che agiscono sul sistema neurobiologico del bambino migliorandone la stabilità emotiva e comportamentale. Il coinvolgimento degli insegnanti fa parte integrante ed essenziale di un percorso terapeutico per il trattamento del bambino con ADHD. Spesso, infatti il docente può sentirsi minacciato nella propria immagine e nella propria autostima per le difficoltà che incontra nel contenere il comportamento dell’alunno. È quindi importante che lo psicologo indichi ai docenti le tecniche di modificazione del comportamento da applicare con l’alunno. L’apprendimento di queste tecniche se applicate con costanza e precisione, rappresenterà un buon investimento per l’intera classe. Un’altra area d’intervento da considerare nell’ambito della consulenza scolastica, è quella riguardante il rapporto tra il bambino e i compagni di classe. COMPORTAMENTO-PROBLEMA COME AFFRONTARLO Il comportamento-problema, non è parte della patologia ma è una conseguenza di essa ed è generato inavvertitamente dall’ambiente circostante, quindi è suscettibile al cambiamento. Il comportamento è l’insieme delle azioni, osservabili e quantificabili di un individuo in un contesto. Definire in modo funzionale un comportamento significa descrivere le azioni considerando frequenza, durata e intensità.

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L’analisi funzionale del comportamento consente di comprendere meglio la relazione con l’ambiente e modificarlo. Attraverso l’osservazione dei comportamenti problema, utilizzando lo schema ABC (antecedente, comportamento, conseguenza) l’insegnante, può intervenire sull’ambiente e modificare il comportamento problema. IL PERCORSO SCOLASTICO PREVEDE INTERVENTI BASATI SULLA PREDISPOSIZIONE DI UN CONTESTO FACILITANTE: • Ambiente prevedibile; • Comunicazione chiara e diretta; • Organizzazione funzionale e strutturata; • Le routine; • Attività pianificate nel tempo libero e nelle situazioni di transizione; • regole chiare e condivise. I bambini con disturbo del comportamento hanno una scarsa capacità di immaginare conseguenze è pertanto necessario aiutarli a prevedere le conseguenze di un determinato comportamento in modo che possano scegliere quale conseguenza affrontare. Offrire informazioni circa un comportamento e chiarire il grado di correttezza dell’evento utilizzando toni di voce bassi e decisi, senza discutere. LA COMUNICAZIONE COSA NON FARE • Dare comandi vaghi, • dare comandi in forma interrogativa, • dare troppi comandi contemporaneamente, • ripetere gli stessi comandi senza applicare conseguenze, • minacciare ripetutamente senza applicare le conseguenze. DA POTENZIARE • Dare comandi brevi, semplici e chiari, • porsi come modello di supporto per risolvere problemi, • stabilire e far rispettare delle regole di comportamento: poche, comprensibili e accettate. • Dimostrare coerenza nelle gratificazioni e nei contratti comportamentali. • Prestare molta attenzione ai comportamenti positivi, gratificare l’alunno subito dopo l’azione • Ignorare i comportamenti lievementi negativi. • Non perdere il controllo visivo del bambino. ORGANIZZAZIONE DELL’AULA • Limitare la noia e disturbo • Favorire le interazioni positive • Incrementare l’applicazione al compito

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• Disposizione dei banchi • Per ogni bambino il posto adatto • Individuare i possibili distrattori LE ROUTINE La difficoltà di pianificare il comportamento porta il bambino ad agire in maniera disorganizzata, quindi più il bambino prevede cosa l’ambiente si aspetta da lui maggiore è la possibilità che cerchi di soddisfare le richieste. • ingresso in classe • inizio della lezione • presentazione delle attività e relativi tempi di lavoro • pause concordate e fisse • attività ricreative prestabilite in momenti liberi • tempi di “decompressione • Dettatura dei compiti ad orario stabilito • Routine di saluto PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ • Valutare il tempo necessario per svolgere il compito e calibrarlo alla tenuta attentiva del bambino • Spezzettare i compiti lunghi • Riassumere le consegne per punti invece che in maniera discorsiva. ATTIVITA’ DI TRANSIZIONE E MOMENTI LIBERI • Non negarli • Sottolineare le regole • Stabilire la durata • Fornire una banca di attività LE REGOLE • Condivise • Proposizioni positive e non divieti • Semplici,chiare • Devono descrivere azioni concrete • Con simboli pittorici colorati • Poche • Eque,adatte all’età dei bambini • Con specifiche conseguenze in caso di infrazione I RINFORZI POSITIVI • Rinforzi dinamici: preferenze personali • Rinforzi simbolici • Rinforzi materiali

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• Rinforzi sociali • L’incoraggiamento positivo • L’attenzione sociale non verbale • Giustizia: dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno • Rinforzi significativi per l’alunno • Immediatezza • Inizialmente frequentemente STRATEGIE EDUCATIVE • Token economy (per incentivare il comportamento positivo sotto forma di premio colletivo) • Time out ( per ristabilire l’equilibrio emotivo) • Tutoraggio (sfrutta la risorsa-compagno e favorisce la relazione) • Coperative learning (interdipendenza positiva, responsabilità individuale,abilità sociali).

“E’ COSA FOLLE CONTINUARE A FARE SEMPRE LE STESSE COSE ASPETTANDOSI RISULTATI DIVERSI...”

A. EISTEIN