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Memoria Germano Rossi – ISR 2011/12

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Memoria

Germano Rossi – ISR 2011/12

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Memoria 2

Memoria

Gli studi psicologici sulla memoria durano da moltissimi anni, ma ancora non c’è una teoria unificata. Ci sono differenti approcci, parzialmente connessi

3 stadi della memoria: codifica, immagazzinamento,recupero

3 tipi di memoria: sensoriale, a breve termine a lungo termine

Differenze nei contenuti da ricordare

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Memoria 3

Stadi della memoria

Consideriamo un qualunque evento1. Il primo stadio dei processi di memoria è

quello di codificare l’informazione (ad es., conoscere una persona nuova, il suo nome, il suo volto)

2. Il secondo stadio è quello di immagazzinare le informazioni da qualche parte

3. E il terzo è quello di recuperare l’informazione quando ci serve (ad es., quando ri-incontriamo la persona

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Memoria 4

Magazzini della memoria

Atkinson e Shiffrin (nel 1968) ipotizzarono che ci fosse un “buffer” di memoria in cui il materiale del ricordo risiede temporaneamente fra il momento della codifica e quello di immagazzinamento

Ipotizzarono una memori a breve termine e una a lungo termine

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Memoria 5

Magazzini della memoria

Le teorie più recenti, ipotizzano tre magazzini:

Un magazzino sensoriale (meno di 1 secondo), dove le informazioni vengono mantenute per le primissime analisi

Un magazzino a breve termine o di lavoro (qualche secondo)

Un magazzino a lungo termine (da pochi minuti ad anni interi). È quella che noi chiamiamo comunemente come “memoria”

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Memoria 6

Differenze nei contenuti da ricordare

Quando memorizziamo qualcosa, generalmente vengono memorizzate anche informazioni contestuali

Per molto tempo si è pensato che tutte queste informazioni venissero immagazzinate insieme

Le teorie più recenti ipotizzano invece che le informazioni vengano scomposte in base al tipo e memorizzare in modo diverso l’una dall’altra

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Memoria 7

Memoria sensoriale

Gli organi di senso percepiscono le sensazioni provenienti dall’esterno e lo fanno in modo continuo

Ma abbiamo visto che noi “percepiamo” solo le cose a cui siamo interessati e che queste informazioni vengono pre-codificate

Si ipotizza quindi un’area (la memoria sensoriale) in cui le sensazioni sono immagazzinate così come vengono ricevute dagli organi di senso

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Memoria 8

Memoria sensoriale

È in grado di tenere una grande quantità di informazioni

Tiene una rappresentazione piuttosto fedele proveniente dagli organi di senso

È di brevissima durata

Le più studiate sono la memoria iconica (visiva) e quella ecoica (uditiva)

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Memoria 9

Memoria sensoriale

Osservate il segno + di sinistra e contate fino a 30 poi spostate l’occhio sul + che sta a destra. Cosa vedete?

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Memoria 10

Esperimenti sulla memoria sensoriale

Numeri da memorizzare presentati velocemente e di numero crescente. Si riconoscono 4 o 5 cifre

Griglie di numeri (3 righe e X colonne): Se il compito è di riportare tutti i numeri, si ricordano i

primi 4, 5 numeri della prima riga Se, durante la presentazione, un suono indica la riga

da riportare, si ricordano i primi 4,5 numeri della riga indicata

Se si aumentano le colonne, si ricordano comunque i primi 4,5 numeri

Se il suono arriva dopo 300 ms, i risultati sono pessimi

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Memoria 11

Esperimenti sulla memoria sensoriale

Due griglie (5x5) contengono dei puntini in modo che se vengono sovrapposte resta un sola casella vuota

Le due griglie vengono mostrate velocemente una dopo l’altra e il compito è quello di individuare la casella vuota

Se il tempo di presentazione è molto piccolo (< 10 ms) viene data la risposta giusta

Se il tempo supera i 10 ms si cominciano a commettere errori e se si superano i 150 ms non si è in grado di individuare la cella vuota.

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Memoria 12

Memoria sensoriale

Il primo esperimento dimostra come noi possiamo estrarre determinate informazioni dalla nostra percezione sensoriale in base a dei “segnali” (attenzione)

Il secondo esperimento dimostra che noi abbiamo una percezione di “visibilità” di ciò che abbiamo percepito tramite l’attenzione

Esempio: guidando, le informazioni visive che riceviamo sono molte. Ma siamo in grado di ricordare tutto quello che abbiamo visto? No, solo quello che l’attenzione, l’interesse… ci hanno portato a vedere

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Memoria 13

Memoria a breve termine

Le informazioni che escono dalla memoria sensoriale passano a quella a breve termine o memoria di lavoro

La memoria di lavoro svolge moltissimi ruoli Decidere se, cosa e come deve essere

passata alla memoria a lungo termine È stata studiata in relazione ai 3 stadi:

codifica, immagazzinamento, recupero

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Memoria 14

Memoria di lavoro: codifica

Abbiamo già visto che la memoria di lavoro riceve solo una parte delle informazioni della memoria sensoriale

Il primo compito della memoria di lavoro è di codificarle

I principali meccanismi di codifica si basano su codici acustici, visivi o semantici

Esempio: Dovete memorizzare un numero (ad es. di telefono). Se volete memorizzarlo solo il tempo necessario per comporlo, sicuramente lo ripetete a voce. Se invece lo volete memorizzare per sempre, potete usare sia strategie acustiche, sia visive, ma anche motorie

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Memoria di lavoro: codifica

Vengono presentate delle parole senza senso composte da sole consonanti (RLBKS)

Quando scompaiono bisogna trascriverle Gli errori commessi dalle persone erano legate al

“suono” delle lettere (come P/B) piuttosto che alla somiglianza visiva

Se le parole avevano consonanti con le lettere acusticamente simili si ricordavano meglio (TDCGV)

È interessante notare che la maggior parte delle persone ha una “rappresentazione acustica interna” ovvero noi “leggiamo” un testo nella nostra testa, pronunciandolo.

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Memoria 16

Memoria di lavoro: codifica

Ovviamente dei disegni o delle figure devono essere memorizzate in modo diverso da quello acustico, ma solo chi ha una memoria iconica può memorizzare solo in modo visivo

Spesso noi usiamo una combinazione visuo-spaziale, ovvero ricordiamo determinati pezzi della figura in determinate posizioni e non ricordiamo tutto il resto

È stato dimostrato che quando utilizziamo la codifica acustica, viene attivata una zona del nostro cervello diversa da quella utilizzata dalla codifica visuo-spaziale

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Memoria di lavoro: immagazzinamento

La memoria di lavoro ha una capacità limitata e la regola generale è “7±2” ovvero possiamo conservare informazioni comprese fra 5 e 9 unità (chunk)

Già nel 1885, Ebbinghaus aveva fatto ricerche con parole e poi con sillabe e con lettere: la nostra capacità di ricordare una sequenza è di circa 7 lettere, 7 sillabe, 7 parole…

Tuttavia questo riguarda solo la memoria di lavoro

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Memoria 18

Memoria di lavoro: immagazzinamento

Provate a memorizzare gli stimoli che vi presento

d r k l t f s p w c j qda ra la te fu se po ca mu pir za ne nil vufa re la te la da se du ti sen za ve de re nul la

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Memoria 19

Memoria di lavoro: immagazzinamento

Se riusciamo a “semantizzare” lo stimolo nella memoria di lavoro, la nostra capacità aumenta

Il concetto di chunk corrisponde all’unità di senso

Un lungo numero di telefono viene memorizzato in chunk più facili da ricordare: 03164483740 => 031-64-48-37-40, 031 6448 37400332226161 => 033-222-6161

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Memoria di lavoro: immagazzinamento

La capacità della memoria di lavoro dipende dalla lunghezza degli stimoli e dalla loro velocità

Se ci sono molte parole, ne ricordiamo solo alcune Se le parole sono molto lunghe, ne ricordiamo di

meno Se arrivano nuove parole, ne ricordiamo ancora di

meno È come se i nuovi stimoli “buttino fuori” gli stimoli più

vecchi

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Memoria di lavoro: recupero

Apparentemente, se la nostra memoria di lavoro contiene una certa quantità di informazioni, recuperarle dovrebbe essere facile

Abbiamo già visto che non è così, ma… Immaginate di dover memorizzare una lista di numeri

(3, 6, 1) che poi scompaiono, quindi compare un nuovo numero (6) e dovete decidere se questo numero era presente nella lista

Ci vuole più tempo a rispondere se il numero NON è presente

Ci vuole più tempo a rispondere se la lista è più lunga (circa 40 ms per numero)

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Memoria 22

Memoria di lavoro: recupero

Lo stesso succede con lettere, parole, simboli, grafici, immagini…

Questo fa pensare che il recupero delle informazioni dalla memoria di lavoro sia “seriale”

Ogni elemento necessita di circa 40ms per essere esaminato e per decidere

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Memoria di lavoro e pensiero

Nella memoria di lavoro non arrivano solo informazioni dalla memoria sensoriale, ma anche dalla memoria a lungo termine.

Quando dobbiamo capire il significato di una frase molto lunga, la spezziamo in parti e, per ciascuna parte, dobbiamo ricavare i significati delle parole, metterli insieme, trovare un significato unico (chunk), memorizzarlo e passare alla successiva parte della frase

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Memoria 24

Memoria di lavoro e pensiero

In molti problemi da risolvere, noi dobbiamo tenere nella memoria di lavoro una serie di informazioni e usarle per trovare la risposta

Questo procedimento non è limitato ai giochini, ma anche a decisioni che dobbiamo prendere nella vita

Indicare la parola da scartare:

Sassari Parigi Genova Ferrara Taranto

■+■=● se ■=1, ● sarà uguale a:

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Memoria di lavoro

Obiettivi:

1. La memoria di lavoro immagazzina le informazioni per brevi periodi di tempo

2. La memoria di lavoro è una stazione di transito verso la memoria a lungo termine

In entrambi i casi è implicata la “Ripetizione” (una sorta di meccanismo automatico)

Solo le informazioni “ripetute” transitano alla memoria a lungo termine

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Memoria a lungo termine

La memoria a lungo termine trattiene le informazioni per periodi che oscillano fra pochi minuti, anni interi e, addirittura, tutta la vita

In questo caso, i 3 stadi della memoria vedono prevalentemente un’interazione fra codifica e recupero

In effetti è difficile dire se l’oblio delle informazioni dipende da una perdita dell’immagazzinamento o da problemi di recupero

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Memoria a lungo termine: codifica

La codifica in memoria è prevalentemente di tipo “significato” per tutto il materiale verbale

Esempio: se doveste riportare una conversazione avuta con una persona, difficilmente ricordereste le singole frasi esatte. Più probabilmente ricorderete il “significato” della conversazione e qualche pezzo di frase (se aveva un uso insolito, indicava una situazione particolare o dava un senso particolare al discorso)

Sono possibili anche codifiche “iconiche” ma sono più facili in giovane età (poesie) o dopo un lungo allenamento.

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M a lungo termine: codifica

In realtà anche quando codifichiamo il significato delle informazioni, vengono codificate anche una serie di informazioni collaterali che sono a loro collegate

In alcuni casi sono relazioni fra concetti precedentemente codificati (ad es. per la musica, una lezione di filosofia…)

Ma possono essere associazioni mnemoniche (tipo gli acronimi o le frasi di “suggerimento”)

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M a lungo termine: codifica

In altri casi si tratta di informazioni provenienti da altri sensi o da elaborazioni involontarie

come riconoscere una persona da lontano in base a come cammina,

una voce al telefono (ed anche scambiare la voce di una persona con quella di un’altra perché il telefono altera le frequenze)

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Memoria 30

M a lungo termine: codifica

Nel memorizzare i brani, sono importanti le informazioni aggiuntive.

Se un brano contiene solo “cose importanti”, non le ricordiamo tutte

Se le parti importanti sono frammezzate da parti secondarie, quelle importanti si ricordano più facilmente.

Anche le parti che includono spiegazioni che giustificano delle conclusioni sono più facilmente ricordate.

Parti legate fra loro logicamente, sono più facili da ricordare

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Memoria 31

M a lungo termine: codifica

Esperimento: A due gruppi di persone viene sottoposto un

testo su Mozart Il primo gruppo ha un testo semplice, con i

fatti: “Mozart andò da Vienna a Parigi” Il secondo gruppo, un testo con informazioni

aggiuntive, anche non rilevanti: “Per evitare complicazioni sentimentali, Mozart andò a Parigi per tenere un concerto”

Il secondo gruppo ricordava di più

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Memoria 32

M a lungo termine: recupero

Si crede che la maggior parte delle volte in cui dimentichiamo informazioni della memoria a lungo termine, sia dovuto a problema di recupero

Le situazioni di vero oblio sembrano essere molto poche e legate a degenerazioni cerebrali

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Memoria 33

M a lungo termine: recupero

Capita spesso di non riuscire a ricordare qualcosa quando ci serve (un esame, un colloquio importante) e, appena passato il momento di stress, l’informazione cercata viene alla memoria da sola

Nelle sedute psicoterapeutiche capito spesso che il paziente riporti delle informazioni di cui non si ricordava da tempo

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Memoria 34

M a lungo termine: recupero

Esperimento: Si chiede alle persone di memorizzare una

lunga lista di parole e alcune appartengono a determinate categorie (animali, cibo, fiori..)

Successivamente a metà persone si chiede di riportare quante più parole possono, all’altra metà si chiede di riportare gli animali (o i fiori)

Il gruppo con aiuti, ricorda di più Ripetendo l’esperimento con le stesse

persone, ma invertendo la situazione, di nuovo, l’aiuto aiuta il ricordo

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Memoria 35

M a lungo termine: recupero

E’ più facile ricordare qualcosa con un suggerimento (riconoscimento) che tramite il richiamo semplice dell’informazione.

Per questo, un “esame” basato su domande a scelta multipla è più facile di un esame con domande aperte!

Tuttavia, il riconoscimento può essere facilmente “deviato” con suggerimenti “erronei”

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Memoria 36

M a lungo termine: recupero

Il recupero delle informazioni è associato a delle “chiavi di ricerca”

Se più informazioni sono associate alla stessa “chiave” sarà più difficile recuperare l’informazione cercata

A meno che non usiamo più chiavi di ricerca per quell’informazione

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Memoria 37

M a lungo termine: recupero

Esperimento: Chiediamo di ricordare:

“Il banchiere (1) fu invitato a rivolgersi alla folla, (2) ruppe la bottiglia (3) e non differì il viaggio”

“L’avvocato (1) imbiancò il vecchio granaio” È più difficile ricordare le informazioni sul

banchiere Ma se la frase fosse: “Il banchiere (1) fece una

conferenza di economia, (2) poi andò al lavoro (3) e diede un prestito ad un cliente” è più facile

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Memoria 38

M a lungo termine: recupero

Ci sono interferenze fra il numero di informazioni associate ad una chiave di ricerca, e il tipo di associazioni

Informazioni che rientrano in un “contesto” sono più facilmente memorizzabili di quelle che non lo sono

Il contesto sembra funzionare come un aiuto al riconoscimento

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Memoria 39

M a lungo termine: recupero

Esperimento: Si chiede a delle persone di memorizzare 13 sillabe e

di riperterle più volte finche non si riesca a riprodurle correttamente per due volte. Siamo così sicuri che sono nella memoria a lungo termine

Dopo 20 minuti devono recitarle e se sbagliano devono ri-impararle di nuovo

Il giorno successivo, dopo una settimana e dopo un mese, di nuovo

Il tempo necessario per ri-imparare diventa sempre più breve

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Memoria 40

MLT: codifica e recupero

Vi sono interazioni fra il modo il cui viene codificata l’informazione e il suo recupero: Organizzazione delle informazioni al momento

della codifica Contesto di codifica simile al contesto di

recupero Sia esterno (luoghi, situazioni) Sia interno (stato emotivi, attivazione,

alterazione)

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MLT: codifica e recupero

Organizzazione delle informazioni al momento della codifica In molti casi della vita quotidiana, aver

“categorizzato” le informazioni ci aiuta nel recupero

“L’infermiera ha detto… e poi il medico ha fatto… e quindi mi ha spiegato… Poi fuori c’era una persona anziana…”

Infermiera, medico e persona anziana sono “categorizzazioni” ovvero fanno riferimento a “classificazioni” che noi già possediamo

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Memoria 42

MLT: codifica e recupero

Contesto di codifica - contesto di recupero Quando andiamo in un posto in cui abbiamo

trascorso del tempo, ci vengono in mente ricordi legati ad oggetti, luoghi specifici

Esperimento: dei sommozzatori devono imparare delle liste di parole; metà le imparano a terra e metà in immersione. Quando si chiede loro di ricordare, le persone ricordano più parole nel contesto in cui le hanno memorizzate

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Memoria 43

MLT: codifica e recupero

Contesto di codifica - contesto di recupero Anche lo stato fisico-emotivo incide sul

ricordo Esperimento: un gruppo di persone deve

imparare e ricordare una lista di parole. A metà di loro si fa assumere del caffè, all’altra metà della marjuana. Il ricordo delle parole è migliore se quando si devono recuperare si è assunto caffè (o marjuana) rispetto alla non assunzione e rispetto all’altra sostanza (marjuana o caffè)

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Memoria 44

MLT: oblio ed emozioni

L’emozione influenza il recupero o l’oblio in 5 differenti situazioni: Ripetizione Ricordi flash Ansia Contesto Rimozione

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MLT: oblio ed emozioni

Ripetizione Quando siamo emotivamente attivati (in senso

positivo o in senso negativo) tendiamo a ripetere nella nostra testa la situazione e a riviverla più volte

Abbiamo visto come la ripetizione favorisca il passaggio nella MLT

Diversi esperimenti hanno rilevato come la memorizzazione sia migliore sui ricordi emotivamente “carichi” rispetto a quelli “neutri”

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Memoria 46

MLT: oblio ed emozioni

Ricordi flash “registrazione vivida e relativamente stabile delle

circostanze in cui si ha notizia di un evento significativo e a forte carica emotiva”

Molte persone dicono di ricordare esattamente dov’erano e cosa stessero facendo nel momento in cui hanno saputo dell’attacco alle torri gemelle, hanno sentito il terremoto, hanno visto un certo film…

In questi casi, l’intera situazione contestuale viene memorizzata in modo apparentemente fedele

In realtà anche i ricordi flash sono soggetti ad oblio o alterazioni

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Memoria 47

MLT: oblio ed emozioni

Ansia interferente con il recupero L’ansia (emozione negativa) può interferire

con il recupero delle informazioni La spiegazione più accettata è che lo stato

d’ansia attivi il ricordo di informazioni ad essa legate e questi ricordi interferiscano con il recupero dell’informazione cercata

La situazione più eclatante sono le situazioni d’esame: se si entra in ansia, si viene assaliti da molti dubbi e ricordi di fallimenti….

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Memoria 48

MLT: oblio ed emozioni

Effetti del contesto Abbiamo visto che il contesto può facilitare il

ricordo Quando “memorizziamo” qualcosa viene

memorizzato anche il contesto e questo contesto implica anche lo stato emotivo

Se quindi abbiamo memorizzato mentre eravamo tristi o felici, un contesto differente può contrastare il ricordo

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Memoria 49

MLT: oblio ed emozioni

Rimozione Secondo Freud, certi ricordi infantili sono così

emotivamente traumatici che il loro ricordo potrebbe sconvolgerci anche da adulti, quindi li “rimuoviamo” ovvero non permettiamo loro di diventare coscienti

Secondo la teoria cognitiva, la “rimozione” agirebbe bloccando selettivamente determinati ricordi

Tuttavia non è stato possibile replicare questa situazione tramite esperimenti (soprattutto per problemi etici)

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Memoria 50

Memoria a lungo termine

In sintesi Immagazzina informazioni per lunghi periodi

(da pochi giorni a molti anni) Il recupero è sensibile a molti meccanismi di

interferenza Molte situazioni di oblio (forse tutte, escluse

lesioni) sono in realtà insuccessi nel recupero È influenzata (positivamente e negativamente)

dalle emozioni

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Memoria 51

Memoria implicita

Abbiamo finora parlato di situazioni di memoria in cui in modo più o meno consapevole recuperiamo informazioni dalla nostra memoria

Ci sono situazioni in cui i nostri comportamenti “migliorano” in efficienza perché abbiamo imparato dalle esperienze precedenti

È evidente che abbiamo memorizzato, ma non siamo minimamente consapevoli del processo di recupero di queste informazioni

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Memoria 52

Memoria implicita: amnesia

Tutto quello che, generalmente, chiamiamo “abilità” sono basate sulla memoria implicita

Esempi: Una lingua man mano la usiamo, il significato

delle parole, il nostro parlare/scrivere La strada per raggiungere una meta Allacciarsi le scarpe Guidare la macchina (andare in bicicletta)

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Memoria 53

Memoria implicita: amnesia

La maggior parte della informazioni derivano dallo studio delle amnesia (perdita parziale della memoria)

L’amnesia può dipendere da lesioni cerebrali, colpo apoplettico, encefalite, terapia elettroconvulsiva, interventi chirurgici al cervello, alcolismo…

Può essere anterograda o retrograda

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Memoria 54

Memoria implicita: amnesia

Amnesia anterograda: Un paziente può rileggere ogni giorno la stessa rivista e dev’essere presentato ogni volta al suo medico che lo segue da decenni

Amnesia retrograda: in seguito ad un incidente o colpo apoplettico, una persona non ricorda più nulla di quello che è successo prima

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Memoria 55

Memoria implicita: amnesia

Le amnesie di solito non sono complete, ma parziali

Una persona può essere incapace di ricordare cose vecchie o di imparare cose nuove; ma, in genere è in grado di fare altre cose, come mangiare, allacciarsi una scarpa…

Questo porta a pensare che la memoria esplicita si occupa di fatti e quella implicita di abilità e che siano basate su meccanismi diversi

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Amnesia infantile

La stragrande maggioranza delle persone non ha ricordi dei primi anni di vita (memoria esplicita)

I primi ricordi che si riescono a collocare temporalmente oscillano fra i 3 e i 5 anni

Il primo a occuparsene è stato Freud Da un esperimento su eventi facilmente ricostruibili

(la nascita di un fratello) si è visto che i ricordi dell’evento aumentano all’aumentare dell’età del soggetto al momento della nascita

La memoria implicita non sembra avere problemi

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Memoria costruttiva

La memoria non è solo una codifica, immagazzinamento, recupero di informazioni

Invece noi usiamo operiamo anche “costruttivo” o ricostruttivo

Piaget, fino a 15 anni, credeva di aver subito (a 2 anni) un tentativo di rapimento e ricordava perfettamente tutto quello che era successo e lo raccontava tutte le volte nel medesimo modo

Quando aveva 15 anni, la sua ex baby-sitter scrisse una lettera ai suoi genitori in cui chiedeva perdono per aver simulato il rapimento per poter avere una ricompensa

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Memoria 58

Memoria costruttiva

In pratica, Piaget aveva in qualche modo sentito raccontare la storia e l’aveva posizionata attorno ai 2 anni.

L’aveva quindi ri-creata nella propria memoria, anche visivamente

In realtà non aveva un ricordo “vero”, ma ri-costruito da lui stesso

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Memoria 59

Memoria costruttiva

I meccanismi di ricostruzione possono agire in diversi momenti e con pesi diversi

Il processo di memorizzazione implica: La percezione iniziale di un evento/fatto

(ovvero qualcosa viene trasferito nella memoria di lavoro)

Il trasferimento nella memoria a lungo termine

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Memoria 60

Memoria costruttiva

Dalla percezione abbiamo visto che noi le integriamo con informazioni che non sono effettivamente presenti

In alcuni esperimenti sono state mostrate sequenze di immagini (di oggetti) molto sfocate o moderatamente sfocate che venivamo messe via via più a fuoco.

Se l’immagine era solo moderatamente sfocata, le persone arrivavano a denominare velocemente l’oggetto, ma sbagliavano spesso

Se l’immagine era molto sfocata, l’oggetto veniva identificato solo quando cominciava ad essere un po’ più a fuoco e non sbagliavano molto

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Memoria 61

Memoria costruttiva

In un altro esperimento, metà persone erano trattenute per 4/5 ore prima dell’esperimento in modo che avessero fame

Queste persone vedevano in prevalenze cibi, rispetto alle altre persone “non affamate”

La conclusione è che, in certe situazioni, le nostre attese, incidono sulla percezione e possono quindi provocare un falso ricordo

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Memoria 62

Memoria costruttiva

Si può applicare anche a situazioni “linguistiche” in particolari nei riassunti schematici

Esempio: Pravel è un piccolo e pittoresco regno in Francia François è l’erede al trono Ed è stanco di aspettare François pensa che l’arsenico potrebbe essere utile

I soggetti che leggevano questo schema, ricordavano che François aveva ucciso il padre con l’arsenico

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Ricostruzione mnestica post-fattuale

Quando aggiungiamo ad un ricordi, fatti o spiegazioni che vanno d’accordo con quello che ricordiamo originariamente ma che non erano presenti

Spesso accade in base a suggerimenti (impliciti o espliciti) che riceviamo o a schemi mentali che abbiamo (stereotipi) Esempio: in un supermercato vediamo delle scatolette

sparpagliate per terra come se fossero state impilate e fossero crollate.

Pensiamo che qualcuno abbia tolto una scatoletta facendo crollare tutto

Ricordiamo e riportiamo quello ce ci sembra di aver visto

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Ricostruzione mnestica post-fattuale

Esperimento: si mostra un filmato di un incidente fra 2 automobili

A metà persone si chiede “Qual era la velocità della macchina quando ha urtato l’altra?” e alla’altra metà “Qual era la velocità della macchina quando si è schiantata contro l’altra?”

La parola “schiantarsi” produce risposte di velocità più elevate

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Ricostruzione mnestica post-fattuale

2 settimane dopo, agli stessi soggetti si pongono altre domande, del tipo “C’erano vetri rotti?” (non c’erano)

La parola “schiantarsi” produce un falso ricordo coerente con il suo significato e i soggetti riportano di ricordare vetri rotti

Il significato di “schiantarsi” ha agito a posteriori alterando quanto si era visto

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Memoria 66

Ricostruzione mnestica post-fattuale

La ricostruzione mnestica post-fattuale funziona molto bene con circa il 25% dei soggetti (ovvero anche piccoli suggerimenti vengono accolti facilmente)

Sembra dipendere dalla personalità

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Memoria 67

Migliorare la memoria

Non è facile migliorare la memoria di lavoro (7±2)

È possibile aumentare i chunk tramite strategie di accorpamento, ma ci sono dei limiti

È possibile migliorare la memoria a lungo termine (memotecniche) in particolare tramite l’immaginazione

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Memoria 68

Migliorare la memoria

Il ricordo è facilitato se abbiamo molte “chiavi d’accesso”

Il modo più semplice è usare ricordi pre-esistenti (quindi già codificati) e associare loro le nuove informazioni da memorizzare

Nel “metodo dei loci” (usato spesso per prodezze di memoria) si associano le cose da ricordare a luoghi in qualche modo legati tra loro, ad es. una passeggiata per la vostra casa, la strada fra il luogo di residenza e quello di lavoro

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Memoria 69

Migliorare la memoria

Ad ogni “luogo” vengono associate determinate informazioni tramite l’immaginazione,

Ad es: una fetta di pane inchiodata sulla porta; la porta è il luogo, la fetta di pane la parola da ricordare

Per ogni luogo si associa qualcosa Immaginando poi di fare una passeggiata, si

ricordano i luoghi, si vedono le immagini create e si recupera la parola

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Memoria 70

Migliorare la memoria

Metodo della parola chiave (usata per le lingue)

Dovendo imparare le parole in un’altra lingua si fa un elenco delle parole corrispondenti (italiano, inglese) e si cerca una chiave comune (una sillaba, un fonema…, meglio qualcosa che abbia un senso)

Si immagina una scena che memorizza la chiave insieme alla parola italiana

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Memoria 71

Migliorare la memoria

La maggior parte delle memotecniche serve per memorizzare qualcosa “verbatim”

Nella vita quotidiana, nello studio, serve di memorizzare concetti, significati piuttosto che frasi o parole

Bisogna quindi fare riferimento alle conoscenze che abbiamo sulla memoria: codifica, contesto, organizzazione, ripetizione

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Memoria 72

Migliorare la memoria

Codifica: sappiamo che più cose conosciamo (più elaborazioni facciamo) su ciò che dobbiamo memorizzare e più facile è ricordarlo

Possiamo allora: Leggere lo stesso contenuto in forme diverse

(ad es. su libri diversi) Porci delle domande su quello che abbiamo

letto e cercare le risposte nel testo

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Memoria 73

Migliorare la memoria

Contesto: sappiamo che il contesto viene memorizzato assieme a ciò che dobbiamo ricordare Allora possiamo ricreare nella nostra testa il

contesto in cui lo abbiamo memorizzato Ad es. l’aula della lezione, la stanza in cui

abbiamo studiato

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Memoria 74

Migliorare la memoria

Organizzazione: sappiamo che più lavoriamo su ciò che dobbiamo memorizzare e meglio lo ricorderemo Possiamo allora prendere appunti e creare

uno schema che leghi i vari appunti fra di loro, non necessariamente in ordine sequenziale (ma anche a stella, a cerchio)

Possiamo fare delle tabelle riassuntive

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Memoria 75

Migliorare la memoria

Ripetizione: sappiamo che ripetere migliora la codifica Possiamo allora provare a ripetere quato

dobbiamo memorizzare, più volte per migliorare il suo consolidamento

Sappiamo anche che la memoria a lungo termine riceve le informazioni da quella breve termine e che quest’ultima ha bisogno di non saturarsi Possiamo allora organizzare lo studio in brevi

periodi di 15/20 minuti, intervallate da altro

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Memoria 76

Migliorare la memoria

Possiamo utilizzare tutte queste tecniche contemporaneamente Leggere, annotare le informazioni,

organizzarle in schemi, aggiungere informazioni ponendoci domande e cercandole in un altro testo, ripetere allo specchio o a qualcun’altro

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Memoria 77

Basi neurali

La corteccia frontale è implicata nella memoria di lavoro

L’ippocampo è essenziale per la memoria a lungo termine

L’ippocampo sembra implicato nel meccanismo di consolidamento delle informazioni a lungo termine: piccole scosse elettriche al cervello “cancellano” i ricordi recenti (entro 2-4 settimane), ma non quelle successive