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Assoc. Culturale Sezione Islamica Italiana Casale Monferrato - Settembre 2014 - Ciclostilato in proprio all’infuori di Lui: {Tutte le lodi spettano ad Allah, Colui Che creò i cieli e la terra, e diede esistenza alle tenebre e alla luce; eppure coloro che rifiutano di credere attribuiscono al loro Signore degli eguali!} [Corano 30:40], {È Allah Che vi ha crea- ti, poi vi ha dato sostentamento, poi vi farà morire e quindi vi farà risorgere. C’è fra ciò che associate [ad Allah nell’adorazione] chi sappia fare altrettanto? Gloria a Lui, Colui che è ben lontano da ciò che Gli associano} [Corano 30:40]. CONFERMARE L’UNICITÀ DELLA SIGNORIA È SUF- FICIENTE PER ESSERE MONOTEISTA? L’attestazione del monoteismo concernente la Divina Signoria (tawhid al-Rububia) da sola non basta. Questo perché la maggior parte degli idolatri e politeisti, del passato e del presente, ammette che Dio è l’Unico Creatore, è Colui che li ha creati ed è il Gover- natore di ogni cosa, ma nonostante ciò non sono considerati mono- teisti per via dell’associazione di culto che commettono: {Di’: “Chi vi fornisce il sostentamento dal cielo e dalla terra? E chi vi ha concesso l’udito e la vista? E chi fa scaturire il vivo dal morto e il morto dal vivo? E chi sovrintende ogni cosa?”. Di- ranno: “Allah”. Allora di’: “Dunque non avrete timore [ad adorare altri all'infuori di Lui]?”} [Corano 10:31]. L’ammissione dell’unicità della Signoria esige l’affermazione dell’unicità della Divinità (tawhid al-Uluhia), poiché se si ammet- te che Allah è l’Unico Creatore allora è ovvio che qualsiasi atto di adorazione debba essere rivolto esclusivamente a Lui; mentre l’ammissione dell’unicità della Divinità comprende già in sé l’ammissione dell’unicità della Signoria, poiché solo Chi è il Si- gnore del creato ha il diritto di essere adorato. I popoli ai quali furono inviati i Profeti – su di loro la Pace – attestavano la Divina Signoria, eppure Allah li inviò affinché invi- tassero le genti ad adorarLo in maniera esclusiva poiché la mera attestazione dell’unicità della Signoria non avrebbe permesso loro di salvarsi; ad esempio l’Altissimo disse a Noè, il primo dei Suoi Messaggeri: {E in verità inviammo Noè alla sua gente [cui dis- se]: “Io sono venuto a voi come un ammonitore evidente, af- finché non adoriate nessun altro all’infuori di Allah”} [Corano 11:25-26]. Di conseguenza, chi afferma di credere che Dio sia Co- lui che ha creato ogni cosa, ma rivolge il proprio culto ad altri è di certo un falso monoteista. CHE COS’È IL MONOTEISMO CONCERNENTE I NOMI E GLI ATTRIBUTI DI DIO? È il prestare fede in tutto ciò che è stato riportato nel Nobile Corano e nei detti autentici del Profeta Mohammed – che Dio lo elogi e lo preservi – riguardo ai Nomi e agli Attributi di Dio, atte- stando che appartengono esclusivamente a Lui – Colui che è privo di difetti – in una maniera a Lui consona, senza alterarli appagan- do i propri desideri, negarli, descriverli o paragonarli a nessuna delle creature, in conformità alle seguenti Parole dell’Altissimo: {Non v’è niente di simile a Lui; ed Egli è Colui che tutto ascol- ta, Colui che tutto vede} [Corano 42:11], {Di’: Egli è Allah, l’Unico, Colui al Quale tutte le creature si rivolgono nel mo- mento del bisogno, non ha generato e non è stato generato, e non v’è niente di simile a Lui} [Corano 112:1-4]. Alcuni sapienti classificano questo tipo di tawhid insieme a quello concernente la Divina Signoria in una singola categoria, denominandola: il monoteismo della conoscenza e dell’atte- stazione (tawhid al-Ma’rifah wa al-Ithbat). Ciò perché questi due tipi di tawhid riguardano la conoscenza di Dio, e così classifican- doli si distinguono meglio dal tawhid concernente l’adorazione di Dio, chiamato in tal caso: il monoteismo delle azioni e dell’intento (tawhid al-Talab wa al-Qasd). CHI NEGA SOLTANTO UNA CATEGORIA DI MONO- TEISMO È ANCORA MONOTEISTA? Nelle precedenti risposte abbiamo visto che le diverse categorie di tawhid non sono disgiunte fra loro, ma hanno invece dei legami ben stretti affinché formino un tutt’uno. Di conseguenza, negare solo una fra le suddette categorie com- porta l’annullamento di tutte le altre. Infatti, ad esempio chi invo- ca altri che Dio o chiede loro qualcosa cui nessuno può adempiere se non Lui, commette un atto di politeismo maggiore (shirk akbar) poiché rivolge ad altri che Dio un atto d’adorazione, negando così il monoteismo della Sua Divinità (tawhid al-Uluhia). Inoltre, que- sta richiesta denota la ferma convinzione che esista qualcuno all’infuori di Dio che possa far ottenere un bene o respingere un male amministrando con Lui la creazione, e ciò è un atto di poli- teismo maggiore nel monoteismo concernente la Sua Signoria (tawhid al-Rububia). Infine, tale modo d’agire denota la credenza che il falso idolo cui ci si è rivolto senta sia da lontano che da vi- cino, in qualsiasi luogo e momento, e ciò è un atto di politeismo maggiore nel monoteismo concernente i Nomi e gli Attributi di Dio (tawhid al-Asmà wa al-Sifat). In questo esempio, l’atto di politeismo nell’adorazione non ha causato solamente l’annullamento del tawhid concernente la Divi- nità di Allah, ma anche gli altri. Quanto detto può essere riassunto in ciò che il Profeta Abramo disse rivolgendosi a suo padre: {O padre! Perché adori ciò che non sente e non vede e non può nuocerti né esserti di utilità alcuna?} [Corano 19:42]. www.sezioneislamicaitaliana.it

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Assoc. Culturale Sezione Islamica Italiana Casale Monferrato - Settembre 2014 - Ciclostilato in proprio

all’infuori di Lui: {Tutte le lodi spettano ad Allah, Colui Che creò i cieli e la terra, e diede esistenza alle tenebre e alla luce; eppure coloro che rifiutano di credere attribuiscono al loro Signore degli eguali!} [Corano 30:40], {È Allah Che vi ha crea-ti, poi vi ha dato sostentamento, poi vi farà morire e quindi vi farà risorgere. C’è fra ciò che associate [ad Allah nell’adorazione] chi sappia fare altrettanto? Gloria a Lui, Colui che è ben lontano da ciò che Gli associano} [Corano 30:40].

CONFERMARE L’UNICITÀ DELLA SIGNORIA È SUF-

FICIENTE PER ESSERE MONOTEISTA?

L’attestazione del monoteismo concernente la Divina Signoria (tawhid al-Rububia) da sola non basta. Questo perché la maggior parte degli idolatri e politeisti, del passato e del presente, ammette che Dio è l’Unico Creatore, è Colui che li ha creati ed è il Gover-natore di ogni cosa, ma nonostante ciò non sono considerati mono-teisti per via dell’associazione di culto che commettono: {Di’: “Chi vi fornisce il sostentamento dal cielo e dalla terra? E chi vi ha concesso l’udito e la vista? E chi fa scaturire il vivo dal morto e il morto dal vivo? E chi sovrintende ogni cosa?”. Di-ranno: “Allah”. Allora di’: “Dunque non avrete timore [ad adorare altri all'infuori di Lui]?”} [Corano 10:31].

L’ammissione dell’unicità della Signoria esige l’affermazione dell’unicità della Divinità (tawhid al-Uluhia), poiché se si ammet-te che Allah è l’Unico Creatore allora è ovvio che qualsiasi atto di adorazione debba essere rivolto esclusivamente a Lui; mentre l’ammissione dell’unicità della Divinità comprende già in sé l’ammissione dell’unicità della Signoria, poiché solo Chi è il Si-gnore del creato ha il diritto di essere adorato.

I popoli ai quali furono inviati i Profeti – su di loro la Pace – attestavano la Divina Signoria, eppure Allah li inviò affinché invi-tassero le genti ad adorarLo in maniera esclusiva poiché la mera attestazione dell’unicità della Signoria non avrebbe permesso loro di salvarsi; ad esempio l’Altissimo disse a Noè, il primo dei Suoi Messaggeri: {E in verità inviammo Noè alla sua gente [cui dis-se]: “Io sono venuto a voi come un ammonitore evidente, af-finché non adoriate nessun altro all’infuori di Allah”} [Corano 11:25-26]. Di conseguenza, chi afferma di credere che Dio sia Co-lui che ha creato ogni cosa, ma rivolge il proprio culto ad altri è di certo un falso monoteista.

CHE COS’È IL MONOTEISMO CONCERNENTE I

NOMI E GLI ATTRIBUTI DI DIO?

È il prestare fede in tutto ciò che è stato riportato nel Nobile Corano e nei detti autentici del Profeta Mohammed – che Dio lo elogi e lo preservi – riguardo ai Nomi e agli Attributi di Dio, atte-stando che appartengono esclusivamente a Lui – Colui che è privo di difetti – in una maniera a Lui consona, senza alterarli appagan-

do i propri desideri, negarli, descriverli o paragonarli a nessuna delle creature, in conformità alle seguenti Parole dell’Altissimo: {Non v’è niente di simile a Lui; ed Egli è Colui che tutto ascol-ta, Colui che tutto vede} [Corano 42:11], {Di’: Egli è Allah, l’Unico, Colui al Quale tutte le creature si rivolgono nel mo-mento del bisogno, non ha generato e non è stato generato, e non v’è niente di simile a Lui} [Corano 112:1-4].

Alcuni sapienti classificano questo tipo di tawhid insieme a quello concernente la Divina Signoria in una singola categoria, denominandola: il monoteismo della conoscenza e dell’atte-stazione (tawhid al-Ma’rifah wa al-Ithbat). Ciò perché questi due tipi di tawhid riguardano la conoscenza di Dio, e così classifican-doli si distinguono meglio dal tawhid concernente l’adorazione di Dio, chiamato in tal caso: il monoteismo delle azioni e dell’intento (tawhid al-Talab wa al-Qasd).

CHI NEGA SOLTANTO UNA CATEGORIA DI MONO-

TEISMO È ANCORA MONOTEISTA?

Nelle precedenti risposte abbiamo visto che le diverse categorie di tawhid non sono disgiunte fra loro, ma hanno invece dei legami ben stretti affinché formino un tutt’uno.

Di conseguenza, negare solo una fra le suddette categorie com-porta l’annullamento di tutte le altre. Infatti, ad esempio chi invo-ca altri che Dio o chiede loro qualcosa cui nessuno può adempiere se non Lui, commette un atto di politeismo maggiore (shirk akbar) poiché rivolge ad altri che Dio un atto d’adorazione, negando così il monoteismo della Sua Divinità (tawhid al-Uluhia). Inoltre, que-sta richiesta denota la ferma convinzione che esista qualcuno all’infuori di Dio che possa far ottenere un bene o respingere un male amministrando con Lui la creazione, e ciò è un atto di poli-teismo maggiore nel monoteismo concernente la Sua Signoria (tawhid al-Rububia). Infine, tale modo d’agire denota la credenza che il falso idolo cui ci si è rivolto senta sia da lontano che da vi-cino, in qualsiasi luogo e momento, e ciò è un atto di politeismo maggiore nel monoteismo concernente i Nomi e gli Attributi di Dio (tawhid al-Asmà wa al-Sifat).

In questo esempio, l’atto di politeismo nell’adorazione non ha causato solamente l’annullamento del tawhid concernente la Divi-nità di Allah, ma anche gli altri. Quanto detto può essere riassunto in ciò che il Profeta Abramo disse rivolgendosi a suo padre: {O padre! Perché adori ciò che non sente e non vede e non può nuocerti né esserti di utilità alcuna?} [Corano 19:42].

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CHE COS’È IL MONOTEISMO?

La voce araba tawhid è il nome verbale dal verbo wahhada il cui significato è rendere unico, unificare; dal punto di vista reli-gioso significa rendere unico Dio in qualsiasi cosa Lo riguarda, implica la nozione dell’unicità di Dio. Il termine tawhid è tradotto in italiano con monoteismo, anche se il senso di quest’ultimo vo-cabolo è più limitato del concetto espresso dal tawhid.

Il tawhid è suddiviso in tre categorie: l’unicità della Divinità di Allah (tawhid al-Uluhia), della Divina Signoria (tawhid al-

Rububia) e dei Suoi Nomi e Attributi (tawhid al-Asmà wa al-

Sifat). Allah l’Altissimo ha detto: {Il Signore dei cieli e della ter-ra, e di ciò che c’è fra essi, quindi adoraLo e sii perseverante nell’adorazione. Conosci qualcuno che sia simile a Lui?} [Co-

rano, 19:65].

CHE COS’È IL MONOTEISMO CONCERNENTE LA

DIVINITÀ DI DIO?

Il tawhid concernente la Divinità di Dio (tawhid al-Uluhia) – denominato anche tawhid al-‘Ibadah (concernente l’adorazione) – consiste nel dedicare qualsiasi atto di culto esclusivamente a Dio, così come l’Altissimo ha detto: {E il tuo Signore ha decre-tato che non adoriate alcunché all’infuori di Lui} [Corano, 17:23], {Adorate Iddio e non associateGli alcunché} [Corano, 4:36]. Questo è ciò che viene inteso con l’attestazione di fede ri-chiesta al musulmano: «attesto che non vi sia divinità [adorata a

buon diritto] all'infuori di Allah». A proposito del significato della parola adorazione (‘ibadah),

l’insigne sapiente Ibn Taimiya disse: «L’adorazione è un termine che comprende tutto ciò che Allah ama e ne è soddisfatto: parole e opere, sia esteriori che interiori, come la paura, il timore, la fidu-cia, l’orazione, l’imposta, il digiuno e altre pratiche legiferate dall’Islam».

Questa categoria di tawhid è la base del Messaggio di tutti i Profeti, su di loro la Pace: {E in verità a ogni nazione abbiamo inviato un Messaggero [proclamando]: “Adorate unicamente Allah e tenetevi lontano dagli idoli”} [Corano, 16:36]. Il vero monoteista è dunque solamente chi rivolge i propri atti di adora-zione esclusivamente a Dio.

CHE COS’È IL POLITEISMO?

Il politeismo (shirk) è in generale la negazione o violazione del tawhid, cioè l’assegnare dei consimili o soci a Dio facendoli par-tecipi della Qualità o Potere Divino che in realtà appartengono solamente a Lui. Il politeismo è l’opposto dell’unicità concernente l’adorazione di Allah (tawhid al-‘Ibadah), ed è di due tipi: mag-giore (shirk akbar) che annulla completamente il tawhid, e minore (shirk asghar) che invece lo affievolisce intaccandone la comple-tezza e la perfezione.

IN COSA CONSISTE IL POLITEISMO MAGGIORE?

È l’atto con cui il servo rende consimili al Signore del Creato, mettendoli al Suo stesso livello o dedicando a loro anche solo par-te dell’adorazione a Dio riservata: li teme dello stesso timore a Lui riservato, ripone in loro la stessa fiducia che ripone in Lui, li ama dello stesso amore con cui ama Dio, e così via. Infatti, l’Altissimo ha detto: {E tra gli uomini vi è chi rende consimili ad Allah, [in quanto] li ama così come ama Allah} [Corano, 2:165]; da cui, siccome l’amore fa parte dell’adorazione, si evince che dedicare parte dell'adorazione ad altri che l'Altissimo significa renderGli dei consimili nel culto.

Il politeismo maggiore (shirk akbar) è il peccato più grave che si possa commettere, rende vane tutte le opere di chi lo compie facendolo fuoriuscire dall’Islam, e lo farà condannare al fuoco dell’Inferno in eterno se muore in questo stato: {In verità Allah non perdona che Gli si associ alcunché, ma all’infuori di ciò perdona e cela i peccati di chi vuole; e chi attribuisce consimili ad Allah, ha certamente commesso una colpa gravissima} [Co-

rano, 4:48], {In verità chi attribuisce ad Allah dei soci, Allah gli precluderà l’ingresso in Paradiso, e l’Inferno sarà la sua dimora} [Corano, 5:72]. Inoltre, il Profeta Mohammed – che Dio lo elogi e lo preservi – disse: «Il diritto di Allah sui servi è che essi Lo adorino senza associarGli alcunché, e ciò che spetta ai servi è che Allah non affligga pene a chi non Gli abbia associa-to alcunché» [Riportato da: al-Bukhari e Muslim].

LA RICHIESTA D’INTERCESSIONE AI MORTI FA

PARTE DEL POLITEISMO MAGGIORE?

Chi chiede l’intercessione (shafa’ah) a un morto, sia esso un Profeta o una persona pia, commette un atto di politeismo maggio-re (shirk akbar). A tal riguardo, l’insigne sapiente Ibn Baz disse: «La richiesta d’intercessione al Profeta Mohammed – che Dio lo elogi e lo preservi – o a qualsiasi altro morto non è consentita, e tale atto presso i sapienti è considerato politeismo maggiore poi-ché colui che è invocato non ha la capacità di fare niente poiché è morto. Allah ha detto: {Di’: “L’intercessione appartiene inte-ramente ad Allah”} [Corano 39:44]; l’intercessione è dunque tutta in possesso di Dio, e il Profeta Mohammed – che Dio lo elogi e lo preservi – non ha la possibilità di intercedere, di invocare o di fare nulla. Le opere di chi muore sono interrotte eccetto tre: un’elemosina continua, una scienza lasciata che continua a produr-re benefici, o un figlio devoto che invoca in favore del padre».

Le parole di Allah: {L’intercessione appartiene tutta ad Allah} significa che i Messaggeri, i devoti, i martiri e altri potran-no intercedere nel Giorno della Resurrezione solo con il Suo per-messo. Il fatto che Dio l’Altissimo ci abbia informato che alcuni uomini intercederanno presso di Lui nel Giorno della Resurrezio-ne non vuol dire affatto che sia permesso in questa vita chiedere intercessione ai morti o agli idoli. I politeisti di Mecca erano con-

siderati idolatri anche perché chiedevano intercessione ai loro ido-li; disse, infatti, l’Altissimo riferendosi a ciò che essi asserivano: {Noi li adoriamo soltanto perché ci avvicinino ad Allah} [Co-

rano, 39:3]. Il sapiente Ibn Kathir chiarisce nella sua spiegazione del Corano che la loro richiesta di avvicinarsi a Dio è da intender-si in realtà come una richiesta d’intercessione vera e propria, e aggiunge: «Sull’ambiguità di tale richiesta hanno fatto leva i poli-teisti sia dei tempi passati che recenti; così furono inviati loro i Messaggeri al fine di confutare e proibire questo modo di fare».

IN COSA CONSISTE IL POLITEISMO MINORE?

Il politeismo minore (shirk asghar) riguarda l’ostentazione (riyà), la quale consiste nel perfezionare le opere, che in origine si volevano dedicare a Dio, per farsi elogiare dalla gente o per otte-nere lodi, fama e qualsiasi beneficio di tipo mondano. L’Altissimo ha detto: {Chi spera nell’incontro col proprio Signore, compia opere pie e non rivolga la sua adorazione a nessuno all’infuori di Allah} [Corano, 18:110]. A tal proposito il Profeta Mohammed – che Dio lo elogi e lo preservi – disse: «Invero ciò che temo di più per voi è il politeismo minore». Gli fu chiesto cosa fosse, così rispose: «L’ostentazione» [Riportato da Ahmed]. Inoltre, ne diede un esempio: «L’uomo si accinge a compiere l’orazione, quindi l’abbellisce qualora veda un uomo che lo sta osservan-do» [Riportato da Ibn Majah].

Fa parte del politeismo minore anche il giuramento su qualcu-no o qualcosa all’infuori di Dio, così come il Profeta Mohammed – che Dio lo elogi e lo preservi – disse: «Chi giura su altri che Allah certamente compie un atto di miscredenza o di politei-smo» [Riportato da: Abu Dawud e al-Tirmidhi]. Inoltre, vi è an-che la locuzione così ha voluto Dio e cosi ha voluto tizio, per via delle parole del Messaggero: «Non dite: “Così ha voluto Allah e così ha voluto tizio”, bensì dite: “Così ha voluto Allah e dopo-diché l’ha voluto tizio» [Riportato da Abu Dawud].

Volendo essere concisi, il politeismo minore (shirk asghar) è tutto ciò che funge da veicolo verso il politeismo maggiore, inva-lida solo le opere a esso abbinate, non fa fuoriuscire dalla circo-scrizione dell’Islam chi se ne macchia, e non lo farà rimanere nel fuoco dell’Inferno in eterno.

CHE COS’È IL MONOTEISMO CONCERNENTE LA

SIGNORIA DI DIO?

È l’attestazione che Dio sia il solo Signore di ogni cosa, il suo Padrone, il suo Creatore, Colui che gestisce il creato, Colui al Cui decreto nessuno si può opporre, il Quale non ha simili, uguali e neanche soci per ciò che concerne la Sua Signoria. Consiste quindi nel confermare che non vi sia Creatore né Sostentatore all’infuori di Dio, che nessuno dia la morte né la vita all’infuori di Lui, che nessuno ha il potere di elargire benefico né d’impedire danno