Ischia News ed Eventi - Aprile - Ciao Susana

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Ciao Susana Anno 1 - numero 1 - aprile 2010 - periodico a distribuzione gratuita

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Magazine turistico sull'isola d'Ischia

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Ciao Susana

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Sommario

In copertina:Lady Susana Waltonfoto di Enzo Rando

Direttore responsabile:Enrico DeuringerRedazione:Maurizio OrlacchioAgostino Di LustroFrancesca NovelliAlessandra VinciguerraLuisa Cuomo Rossella GuarracinoAniello Di IorioTiziana Di IorioAnna MazzellaGerardo CaliseHanno collaborato:Anna ParlatoMassimo Pilato

Grafica:Katia Serio

Impaginazione:Mariasilvia Patalano

Editore:Ischia News S.r.l.www.ischianews.com

EDITORIALECiao Susana“E’ una grande storia d’amore: un amore sbocciato a prima vista più di 60 anni fa’ a Buenos Aires.”

6

TURISMOL’isola d’IschiaChe Ischia possedesse innumerevoli attrattive, l’avevano già scoperto indubbiamente gli antichi

7TURISMOQuando Truman CapoteLa felicita’ non è fare tutto quello che vuoi bensì volere quello che fai.

9

CULTURALe torri di ForioIl territorio ischitano nel tempo: le difese urbanee la loro affascinante storia

22

La MortellaI Giardini La Mortella sono stati creati a partire dal 1958 da Susana Walton, moglie del famoso musicista Sir William Walton

26

CUCINALa sorpresa celata nei saporidella tradizione pasqualeRicette per festeggiare la Pasqua

33

TRADIZIONILa corsadell’angeloA Forio, lungo il corso principale della cittadina, nella tarda mattinata del giorno di Pasqua

18

CURIOSITA’L’invenzionedell’uovo diPasquaScopri le origini delladolce tradizione

21

TERMECava ScuraLe terme più antichedi Ischia

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2728

Foto:Enzo RandoMalvarosa edizioniDmitri TereshchenkoMauro GalliganiArchivio Aniello Di Iorio

Registrazione Tribunale di Napoli R.G. 8733/09Printed in: Tipografia Monti - (LT)Copyright Ischia News S.r.L 2010Tutti i diritti riservati. E’ vietata lariproduzione dell’uso anche parzialedi testi, illustrazioni e foto.

RUBRICHEIl punto divista 38

NATURAI sentieri dell’isola d’IschiaPasseggiate nella natura

42

GiardiniPoseidonUn’isola di pace pensata dall’uomo e forgiata dalla natura

51

Terapie delbenessereL’energia chiama energia. La rivoluzione tecnologica che rende più efficace la vostra terapia

54

Calendarioeventi 39Centri benessere e cure termali

57

ForasteraD.O.C. 2009 59Ristoranti 60Numeri utili 62

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Sommario

In copertina:Lady Susana Waltonfoto di Enzo Rando

Direttore responsabile:Enrico DeuringerRedazione:Maurizio OrlacchioAgostino Di LustroFrancesca NovelliAlessandra VinciguerraLuisa Cuomo Rossella GuarracinoAniello Di IorioTiziana Di IorioAnna MazzellaGerardo CaliseHanno collaborato:Anna ParlatoMassimo Pilato

Grafica:Katia Serio

Impaginazione:Mariasilvia Patalano

Editore:Ischia News S.r.l.www.ischianews.com

EDITORIALECiao Susana“E’ una grande storia d’amore: un amore sbocciato a prima vista più di 60 anni fa’ a Buenos Aires.”

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TURISMOL’isola d’IschiaChe Ischia possedesse innumerevoli attrattive, l’avevano già scoperto indubbiamente gli antichi

7TURISMOQuando Truman CapoteLa felicita’ non è fare tutto quello che vuoi bensì volere quello che fai.

9

CULTURALe torri di ForioIl territorio ischitano nel tempo: le difese urbanee la loro affascinante storia

22

La MortellaI Giardini La Mortella sono stati creati a partire dal 1958 da Susana Walton, moglie del famoso musicista Sir William Walton

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CUCINALa sorpresa celata nei saporidella tradizione pasqualeRicette per festeggiare la Pasqua

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TRADIZIONILa corsadell’angeloA Forio, lungo il corso principale della cittadina, nella tarda mattinata del giorno di Pasqua

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CURIOSITA’L’invenzionedell’uovo diPasquaScopri le origini delladolce tradizione

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TERMECava ScuraLe terme più antichedi Ischia

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Foto:Enzo RandoMalvarosa edizioniDmitri TereshchenkoMauro GalliganiArchivio Aniello Di Iorio

Registrazione Tribunale di Napoli R.G. 8733/09Printed in: Tipografia Monti - (LT)Copyright Ischia News S.r.L 2010Tutti i diritti riservati. E’ vietata lariproduzione dell’uso anche parzialedi testi, illustrazioni e foto.

RUBRICHEIl punto divista 38

NATURAI sentieri dell’isola d’IschiaPasseggiate nella natura

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GiardiniPoseidonUn’isola di pace pensata dall’uomo e forgiata dalla natura

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Terapie delbenessereL’energia chiama energia. La rivoluzione tecnologica che rende più efficace la vostra terapia

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Calendarioeventi 39Centri benessere e cure termali

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ForasteraD.O.C. 2009 59Ristoranti 60Numeri utili 62

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CIAO SUSANA

E’ una grande storia d’amore: un amore sbocciato a prima vista più di 60 anni fa’ a Buenos Aires. Lui, inglese, musicista e compositore già affermato. Lei, argentina di ottima famiglia, laureata in Economia e Lingua inglese, con un lavoro a tempo pieno al British Council. Ed è proprio qui, a Buenos Aires, che Susana incontra il suo futuro marito William Walton. “Malandri-na” fu una conferenza Internazionale della Società per Autori, da lei organizzata, alla quale partecipavano numerosi musicisti e compositori, dove William le propose subito di sposarlo.Si sposarono in un mese, era il 1947, e fino alla morte di William, nel 1983, vissero la maggior parte di quei 35 anni, fianco a fianco, sull’isola d’Ischia, a la “Mortella”. Una meravigliosa villa circondata da un lussureggiante giardino, famoso per la varietà delle sue piante, che Susana aveva creato proprio per il marito William. La villa, disposta ad anfiteatro sul mare di Forio, domina con il suo giardino incantato un piccolo laghetto, immerso nel verde e popolato di piante acquatiche. Sono presenti numerosissime specie di piante, appartenenti alla flora tipica mediterranea e a quella tropicale, godendo Ischia di un clima temperato che favorisce la coltura e la crescita di moltissime varietà arboree. Dopo la morte del marito, Lady Susana Walton impegna gran parte del suo tempo

a promuovere le opere del marito, inter-pretando, come voce recitante, “Façade” in tutto il mondo. Crea le due Fondazioni, intitolate a William Walton, quella britan-nica, fondata nel 1985, e quella italiana, riconosciuta nel 1989, che si propongono di aiutare, nella formazione, i giovani mu-sicisti, italiani e inglesi, con corsi annuali che si svolgono sullo sfondo del magnifico scenario della “Mortella”.La Fondazione Walton è sotto l’alto pa-tronato del Principe di Galles. E fu proprio il Principe Carlo ad intervenire, personal-mente, ad Ischia, alla giornata di chiusura del corso del 1991, intrattenendosi con gran interesse nei viali della villa con Lady Walton. Poi dal 1992, con l’apertura al pubblico del suo meraviglioso giardino, a cui per oltre 50 anni ha dedicato il suo entusiasmo, la sua passione e la sua competenza botanica, Lady Susana ha coronato un altro sogno quello di poter diffondere tra i numerosi visitatori l’amore per la natura e per il giardinaggio. Abbiamo quindi voluto dedicare questo numero del nostro magazine ad una grande ischitana per amore, a Lady Susana Walton, che il primo giorno di primavera di quest’anno ha raggiunto in cielo il suo amato William, lasciandoci come eredità, indelebile, il suo amore per la natura e per la nostra Ischia.

di Enrico Deuringer

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Quando Truman Capotedi Maurizio Orlacchio

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Quando Truman Capote sbarcò ad Ischia, nel lontano 1948 durante il suo Grand Tour, il periodo era esattamente lo stesso: la primavera ischitana! Scendendo gli scalini del battello gli cadde l’orologio e il suo commento fu: “Non è esattamente il posto per la furia delle cose…….” Il profumo del gelsomino ci avvisa che ci siamo. Dopo il letargo invernale ci apprestiamo a dare il benvenuto ad una nuova stagione turistica con la speranza di poterVi emozi-onare fin dal vostro sbarco ma… attenti agli scalini! Ischia, è un isola che si identifica in un of-ferta tanto particolare quanto unica: mare – montagna - benessere termale - enogas-tronomia! Un po di numeri? 69 bacini idrotermali, fu-marole naturali in diversi angoli dell’isola, antiche torri saracene riconvertite in musei, giardini botanici meta di appassionati, baie e calette emozionanti, una sentieristica di montagna che collega i 6 comuni che offrono all’ospite la propria originale tradiz-ione: dai tramonti mozzafiato di Forio, alla magia del Castello Aragonese di Ischia, i bacini termali di Casamicciola Terme, Ser-rara Fontana e il borgo di S.Angelo, Lacco-Ameno per quel tocco di jet-set, Barano per la spiaggia più bella dell’isola: i Maronti. Tutto bello? L’amore che abbiamo verso questo “paradiso unico e brullo” come lo chiamò il commendatore Angelo Rizzoli ci porta ad esaltarne le bellezze con mor-

bosità affettiva ma siamo ben coscienti che abbiamo ancora tanto da fare. Questo è il periodo del “maquillage” estetico, come la primavera accompagna la fioritura cosi noi ci adoperiamo per presentarvi il nostro fiore più bello: Ischia. Imbianchini all’opera per esaltare il blu e bianco del mediterraneo, operatori ecologici che sia adoperano per la messa in ordine della sentieristica, ma la cosa che possiamo garantirvi è che anche da parte loro non mancherà mai un sorriso. Ed è con lo stesso sorriso che vorrei ricordare il compianto Domenico Di Meglio (Direttore e fondatore del quotidiano Il Golfo) da sempre in prima linea per esprimere uno slogan che deve diventare il nostro slogan: Il turismo siamo tutti!! Dall’albergatore al cameriere pas-sando per il taxista fino al fruttivendolo ab-biamo tutti un solo obiettivo, e cioè quello di regalarvi l’emozione di visitare l’isola dai mille colori.La felicita’ non è fare tutto quello che vuoi ma bensì volere quello che fai, e il nostro volere è regalarvi un’ospitalità genuina da non dimenticare, un’ospitalità “isolata” quindi unica.Fatevi guidare dai consigli dell’ischitano che vive l’isola, lasciatevi indirizzare dai profumi di una fragrante pastiera pasquale, seguite il sole che nasce ad Ischia Porto e si addormenta a Forio….. vivete l’isola da isolati e un consiglio, appena arrivati in camera togliete l’orologio: questo non e’ il posto per la furia delle cose!!!!Benvenuti ad Ischia!

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L’isola d’Ischiadi Enrico Deuringer

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Eubea, ma quella terra apparve loro subito familiare. Sul promontorio di Monte Vico e nella pianura sottostante, i greci costruirono la loro nuova città, Pithecusa, che divenne punto nevralgico dei commerci tra la Grecia e le popolazioni italiche. Fu quello il primo insediamento greco nel Mediterraneo oc-cidentale, l’inizio della Magna Grecia. E proprio alla Magna Grecia è dedicato il mu-seo archeologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno. Lì sono ospitati i preziosi reperti rinvenuti dall’archeologo Giorgio Buchner, in trent’anni di scavi nella necropoli di San Montano. E in primo piano la cosiddetta coppa di Nestore, su cui è inciso il più an-tico testo scritto rinvenuto in Occidente:“E’ gradevole bere dalla Coppa di Ne-store, ma chi da questa coppa beve, subito prenderà desiderio di Afrodite dalla bella corona.”Un graffito di tre righe, in versi esametri, inciso con uno stilo di bronzo durante una cerimonia funebre, che allude alla famosa coppa dell’eroe epico Nestore, descritta da Omero nell’Iliade. Una testimonianza in-equivocabile della conoscenza che dell’Epos omerico avevano i coloni greci. L’antica Pithecusa era un crocevia internazionale di scambi tra l’oriente e l’occidente. Si può dire che la storia documentata della scrit-tura nasce proprio a Ischia.

L’Isola beata e la sua storia

La luce e i colori di Ischia, che, con i suoi 46 kmq., è la più grande delle tre isole beate che chiudono a cerchio il golfo di Napoli, non sono che un aspetto della vacanza meravigliosa che si annuncia al turista, ap-pena egli sbarca nel delizioso porto naturale isolano, affollato di barche, e sulla riva di caratteristici locali. Egli nemmeno potrà im-maginare, nel successivo primo suo giro per le strade ischitane, quale varietà di attrat-tive Ischia tenga in serbo per chi vi giunga ad ogni età della vita. Soltanto quando la conoscerà più a fondo, Ischia gli si rivelerà realmente un’isola per tutti i gusti, un’isola per tutte le stagioni.E’ un approdo importante il porto di Ischia, il principale dell’isola, e può vantare una storia affascinante. Un secolo e mezzo fa, al suo posto c’era un lago vulcanico incasto-nato in un paesaggio di rara bellezza. Fu re Ferdinando II di Borbone a decidere di creare il porto, che fu inaugurato nel 1854.Il panorama cambiò, ma il fascino di quel luogo non fu scalfito. E la lussureggiante vegetazione delle colline circostanti rappre-senta ancora il primo colpo d’occhio per chi giunge sull’Isola Verde.Che Ischia possedesse innumerevoli attrat-tive, l’avevano già scoperto indubbiamente gli antichi. Lo testimo-niano i ritrovamenti dei primi insediamenti greci e con maggiore evidenza, le rovine del Castello Aragonese, una vera e propria città, sorta dove già Gerone Siracusano aveva edificato la sua formidabile rocca.Verdi colline avvistarono i primi marinai greci che sbarcarono sull’isola, nella baia di San Mon-tano, otto secoli prima di Cristo. Venivano da lontano, dall’Isola di

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Da qui, attraverso i coloni greci e i loro scambi, la scrittura alfabetica si è diffusa tra i popoli italici e gli Etruschi. Già da qualche anno, sempre a Lacco Ame-no, sotto la bella Basilica di Santa Restituta, nel centro della cittadina, sono venute alla luce vestigia antichissime che, insieme a interessanti reperti, fanno parte di un museo visitato ogni anno da migliaia di persone.La zona di Lacco Ameno rimase il maggiore centro abitato dell’isola fino al Medio Evo, quando le invasioni barbariche convinsero la popolazione a rifugiarsi sull’isolotto su cui doveva poi sorgere il Castello. Lì si sviluppò la città, mentre sull’Isola Grande, come era chiamata, non erano che pic-coli villaggi, dove la popolazione viveva tra il pericolo delle invasioni straniere e la paura per terremoti ed eruzioni, allora piuttosto frequenti. L’ultima eruzione, nel 1301, sommerse di lava un’ampia superficie nella parte nordorientale dell’isola, fino alla costa, dove oggi è la pineta d’Ischia.Intanto sulla rocca del Castello la popolazi-one aumentava. Nel ‘400 Alfonso d’Aragona la trasformò così come è ancora oggi e fu collegata da un ponte all’isola, dove, pro-prio ai piedi della fortezza, si era sviluppato un piccolo borgo. Il XVI secolo coincise con il periodo di massimo splendore del Castello, dove arrivò la cultura del Rinas-cimento, grazie alla castellana, la poetessa Vittoria Colonna, che ospitò tra quelle mura alcuni dei più insigni letterati del tempo. Intanto l’isola subiva le incursioni dei pirati

saraceni. E lungo le coste sorsero impo-nenti torri di difesa. Quello di Forio era il versante più esposto e la popolazione vi costruì ben 14 torri con il tipico tufo verde dell’Epomeo. Tra queste il famoso Torrione, simbolo della cittadina, che ospita oggi un museo dedicato a un artista isolano. Il settecento segnò lo sviluppo dei princi-pali centri abitati dell’isola. A quel tempo risalgono le chiese più belle, da visitare per i tesori artistici che custodiscono. Se il Castello andava spopolandosi, il borgo ai suoi piedi cresceva. Accanto alle case dei pescatori, furono costruiti palazzi signorili e le chiese furono abbellite con dipinti di famosi artisti. Anche a Forio, cessate le incursioni, sorsero palazzi e chiese, scrigni per pregevoli opere d’arte.Nel 1809, durante il conflitto tra inglesi e francesi, il Castello, ormai quasi disabitato, subì danni irreparabili. Così il maniero fu abbandonato e utilizzato solo come prigione per qualche decennio. Poi, nei primi anni del ‘900 tornò ad essere abitato e oggi è ap-erto al pubblico, che può visitarlo e godere di uno straordinario panorama del golfo. All’ombra di quel Castello, i pescatori di Ischia Ponte continuano a costruire nasse e a rammagliare reti, trascorrendo una vita serena e longeva, nella casta e feconda umanità del loro borgo marinaro, aperti a scambiarsi le umili e sapienti notizie nel prevedere il mutarsi dei venti e delle condizioni del mare. E al mare è dedicato il caratteristico Museo ubicato nel palazzo

dell’Orologio dove la storia della marineria isolana attraverso i secoli è la testimoni-anza inequivocabile dell’indissolubile legame degli ischitani con il loro mare. Così come sulle pendici del Monte Epomeo, la cui vetta raggiunge i 789 metri e rappresenta, al centro dell’Isola, una

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vestigia di antiche architetture mediterranee e delle sue torri, sorte tutte a difesa dalle numerose incursioni barbaresche del XVI secolo. A Forio, una candida chiesa, protesa sul mare e dedicata alla Madonna del Soc-corso, ricorda ancora una volta la vocazi-one e le tradizioni marinare degli abitanti dell’Isola. Ma basterà allontanarsi di pochi chilometri per riscoprire subito sulla vicina spiaggia di Citara un’Ischia del tutto di-versa. È l’Ischia in cui ha trovato il suo pi-eno sviluppo all’aperto, in giardini tra i più attraenti ed attrezzati del mondo, un tipo di modernissimo termalismo, che integra e completa quello già praticabile nei numero-sissimi stabilimenti isolani ed anche in tanti alberghi dotati di appositi reparti. Un ter-malismo che ha, da un lato, reso piacevoli e, talvolta, perfino divertenti le cure di cui taluni hanno bisogno e ha, dall’altro, esteso ad altri settori, primo tra tutti a quello estetico, l’uso delle balneazioni e dei fanghi. L’isola oggi è divisa in sei Comuni : Barano, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana.E prediletta per le sue bellezze e atmosfere dagli artisti di ogni epoca, l’isola visse un

specie di Pandizucchero ischitano, i conta-dini continuano a scambiarsi le altrettanto umili e sapienti notizie della conduzione della terra e del maturare dei vini nei cellai, scavati nel tufo della montagna. Dalla vetta dell’Epomeo è facile spaziare con lo sguardo su tutte le località isolane. Sul nuovo porto di Casamicciola Terme, la ridente cittadina ben nota per la ricchezza delle sue sorgenti e per la riposante tranquillità del soggiorno nelle sue ville in collina, di cui ampiamente si giovarono Giuseppe Garibaldi, curandosi i postumi delle ferite dell’Aspromonte, e Enri-co Ibsen che a Casamicciola riuscì finanche a sorridere, dando all’arte il “Peergent”.O sullo specchio d’acqua di Lacco Ameno, anch’essa celeberrima stazione termale, nel quale campeggia il caratteristico scoglio del “Fungo” mentre le campagne circostanti completano la visione di un paesaggio che giustamente ha guadagnato ad Ischia l’appellativo di “Isola verde”.O ancora su Forio, la bianca cittadina mozaraba, dove anche il sole, talvolta, tramonta con un insolito, fantastico “raggio verde”. Anch’essa ricca di vasti arenili, di un porto, di stradine caratteristiche, recanti

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periodo di particolare fervore culturale nel dopoguerra, quando a Forio si stabilì una folta colonia di intellettuali di ogni parte del mondo. E Ischia fu per tutti musa prodiga d’ispirazione.

L’isola e il suo mare

Per gli antichi questo era il mare delle sirene. Cullate dal ritmo infinito dell’onda, lanciavano il loro irresistibile richiamo ai naviganti, inducendoli a dimenticare la loro meta e a perdersi nella magica bellezza di questi luoghi. E l’incantesimo si perpetua. Lo spettacolo delle coste ischitane è maes-toso. Specie lungo il versante meridionale, dove imponenti pareti rocciose si ergono a picco sul mare. Le complesse vicende geologiche dell’isola sono tutte incise in quei fitti strati di roccia vulcanica dalle più varie sfumature di colore, testimonianze delle eruzioni che nei millenni model-larono la terra ischitana. La costa varia di continuo: ai severi promontori coperti di vegetazione seguono magnifiche insenature in cui il mare assume colorazioni stupe-facenti. Ischia sfoggia su quel versante due dei suoi più preziosi gioielli: Sant’Angelo, il caratteristico paesino presepe proteso sul mare. Che è ancora, con le sue piccole case aggrappate alla roccia, dai vivaci colori pastello, con la sua popolazione semplice ed attiva, un’autentica oasi di pace incontami-nata. Si gira tranquillamente a piedi all’interno del paese che è profondamente umano, perché nelle case e nelle cose si intravede la misura che le ha create e proporzionate.Subito dopo il villaggio, ecco presentarsi la spiaggia dei Maronti, la più grande dell’isola. Più volte bandiera blu dell’Unione europea, il lido dei Maronti è rinomato tra l’altro per l’alta temperatu-ra della sua sabbia, utilizzata

anche a scopo terapeutico. La costa torna alta e frastagliata proceden-do a oriente. Altri promontori e insenature disegnano il profilo dell’isola, fino alla spiaggia di Cartaromana, frequentata fin da tempi antichissimi. Qui ci si imbatte in uno degli scenari più affascinanti dell’isola; la baia di Sant’Anna con i suoi enormi scogli e l’isolotto del Castello Aragonese, che possente emerge dal mare. Oltre il ponte, che lo collega da cinquecento anni all’isola, la costa cambia repentinamente aspetto. Si susseguono la Spiaggia dei Pescatori, di Punta Molino, di San Pietro: lidi ben noti ai turisti che frequentano il mare di Ischia da maggio ad ottobre.Al di là del porto ischitano, la costa si alza di nuovo, protendendosi verso il mare con altri splendidi promontori che si alternano a spettacolari insenature. Dopo il porto di Casamicciola, tornano le spiagge attrezzate. A Lacco Ameno, dopo il celebre Fungo, il caratteristico scoglio di tufo verde simbolo della ridente cittadina. Tra i promontori di Monte Vico e Zaro, si apre la magnifica baia di San Mon-tano, dove sbarcarono i primi coloni greci dell’isola. Panorami di rara bellezza contraddistin-guono anche il litorale di Forio. Le ampie spiagge di San Francesco, di Cava dell’Isola e di Citara sono amatissime da quanti scelgono l’isola Verde per un soggiorno all’insegna del mare e del sole.

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Se l’isola offre ai suoi visitatori splendidi paesaggi al di sopra del livello del mare, il mondo sommerso che la circonda non è meno prodigo di bellezze e di emozioni. Oggi Ischia è un’area marina protetta, un luogo ideale per gli appassionati di attività subacquee in quanto i suoi fondali presen-tano ovunque una grande varietà di specie vegetali e animali. Le miti temperature dell’acqua favoriscono anche la sopravvivenza di specie non tipiche del Mediterraneo. Le pareti rocci-ose sommerse sono un vero paradiso per i fotografi. Crescono i frequentatori dell’isola che praticano sport legati al mare. I velisti sono stati i primi a verificare che Ischia è un’isola che ha molto da offrire.

L’isola verde

A guardarla dalla cima dell’Epomeo, nell’incanto che l’ha resa famosa nei secoli, ben si comprende perché Ischia si sia guadagnata l’appellativo di Isola Verde per eccellenza. Una fitta coltre di vegetazione fascia i fianchi dei monti, si insinua nelle gole più impervie, ricopre i dolci declivi delle colline e si spinge fin sulla costa, lì dove la terra s’incontra col mare. Maestoso e imponente il monte Epomeo sembra veg-liare sull’isola come un nume tutelare. Dalla sua vetta si offre allo sguardo una visione unica del golfo di Napoli cantato dai poeti fin dall’antichità. Per godere di quello spet-tacolo tanti s’inerpicano per i ripidi sentieri lungo le pendici del monte, tra i boschi di castagni, fino ad un antico rifugio scavato nella roccia. I castagni dominano le alture ischitane, dove proteggono con la loro ombra un esuberante sottobosco di essenze spontanee.Ritrovare le suggestioni di una natura dav-vero incontaminata non è poi cosa difficile a Ischia, neppure oggigiorno. Basta seguire gli antichi sentieri per incontrare luoghi di ineguagliabile bellezza. Non meno ricca di fascino è la campagna ischitana, model-

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lata dal lavoro millenario di generazioni di uomini. Il suolo vulcanico ricco di minerali, fertilissimo, è stato da sempre il grande al-leato del contadino ischitano, fin da quando i primi colonizzatori greci, otto secoli prima di Cristo, introdussero le coltivazioni dell’ulivo e della viteE proprio la vite era destinata a diventare la coltura principale dell’isola, sui rari terreni pianeggianti come sui rilievi, fino a dove la pianta resisteva. E con i vitigni, mise salde radici anche la cultura del vino. Del resto, le tradizioni vinicole sono tuttora vive sull’isola e si manifestano soprattutto nel rito della vendemmia. Fin da settem-bre e per tutto ottobre procede la raccolta e la spremitura dell’uva nelle campagne ischitane. Tanti i piccoli coltivatori che vinificano per la famiglia, mentre aziende vinicole di consolidata tradizione produ-cono i famosi vini doc ischitani, apprezzati dagli intenditori ed esportati in tutto il mondo. E sulle tracce della cultura del vino ci si imbatte nell’Ischia meno conosciuta, che custodisce le tipiche case rurali, le anti-che cantine e i cellai scavati nel tufo, i muri a secco di pietra. Gli itinerari prediletti per queste passeggiate nel verde toccano zone di alto valore ambientale che si affacciano spesso sui panorami più belli dell’isola. E la più genuina ospitalità ischitana è pronta ad accogliere i visitatori, con degustazione del vino appena spillato dalla botte, accompa-gnato dai piatti tipici della cucina locale. Una cucina semplice, dai sapori genuini, esaltata dagli aromi delle erbe che crescono spontanee nei campi o tra le pietre di tufo. Immancabile la specialità tipica dell’isola, il coniglio all’ischitana, preparato secondo una ricetta che si tramanda fedelmente da secoli. L’isola si è rivelata ambiente ideale per le specie vegetali più varie. Uno straordinario esempio di armoniosa convivenza tra piante originarie dei cinque continenti è il giardino della “Mortella”, sopra Punta Caruso, creato dal compositore inglese William Walton e da sua moglie Susana con la consulenza

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attendibile, visto che lui a quelle acque benefiche aveva dedicato lunghe ed appro-fondite ricerche per anni. Queste gli avevano consentito di individuare i 29 bacini termali da cui scaturiscono le 103 sorgenti ed i 69 campifumarolici dif-fusi sul territorio isolano. Già Ja-

solino aveva dimostrato che ogni sorgente presenta proprie peculiarità e proprietà curative, come poi sarebbe stato verificato anche dai ricercatori nostri contempora-nei, con la scoperta di Jasolino si riaccese l’interesse intorno alle acque termali, dopo secoli di oblio. Erano stati per primi i Romani, grandi fruitori delle terme, ad accorgersi di quella particolare ricchezza dell’isola, conseguenza della sua origine vulcanica. Ma proprio l’intensa attività sismica ed eruttiva che raggiunse il suo acme a quell’epoca, impedì che i Romani costruissero delle Terme. Comunque dei benefìci delle acque usufruivano gli abitanti dell’isola, che frequentavano la sorgente di Nitrodi, nel territorio di Barano. Una fonte miracolosa immersa in una natura selvag-gia, rimasta intatta fino ad oggi, che gli antichi identificavano con la dimora delle Ninfe Nitrodi, cui dedicarono dei bassorilie-vi votivi. E c’era poi Cava Scura, sempre nella zona di Barano. Un luogo che ancora oggi evoca profonde suggestioni, con le vasche scavate nella roccia, dove scorre l’acqua che acquista le sue qualità cura-tive dal contatto col fuoco che cova nelle profondità dell’isola. Scende l’acqua piovana sulla terra d’Ischia e, scorrendo vicino alle fumarole si riscalda, rubando alle rocce i minerali che

del paesaggista Russel Page. Un angolo paradisiaco, incorniciato in un panorama da cartolina che, dopo la morte del musicista, è stato aperto al pubblico.La “Mortella” è anche sede della Fondazi-one Walton posta sotto l’alto patronato del Principe di Galles. Immaginare Ischia senza le sue splendide pinete sembra oggi impossibile. Eppure il pino domestico con l’inconfondibile chioma a ombrello, è entrato a far parte del paesaggio isolano solo verso la metà del secolo scorso. Merito di un botanico, che piantò semi di pino per rivitalizzare l’enorme distesa di lava depositata nel cuore di Ischia dall’eruzione del 1301. Gli alberi crebbero rigogliosi e nacque la prima pineta, sul mare. Oggi trasformata in un grande parco pubblico nel centro d’ Ischia. Un miracolo della natura che, ancora una volta, l’Isola Verde deve alla feracità della sua terra ed alla straordi-naria mitezza del suo clima.

L’Isola e le sue terme

Miniere d’oro, così il medico Giulio Jasolino aveva ribattezzato le sorgenti termali dell’isola d’Ischia in un celebre volume del 1588. E non poteva essere! giudizio più

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l’arricchiscono donandole la capacità di guarire. L’acqua curativa può essere bevuta, come nel caso di Nitrodi, e giovare alle malattie dell’apparato digerente, dei reni e delle vie urinarie, del ricambio. Oppure si possono fare i bagni, particolarmente indi-cati per le malattie della pelle, reumatiche, del sistema nervoso, degli apparati circo-latorio e urogenitale. Ma Ischia è famosa soprattutto per i fanghi, utili nelle forme reumatiche e in ginecologia. L’argilla viene messa a maturare per sei mesi in vasche contenenti acqua minerale, rigorosamente controllata nella sua purezza, e il fango così ottenuto viene poi applicato sulla parte bisognosa di terapia. Sempre le acque termali vengono utilizzate per cure inala-torie che curano le infiammazioni croniche delle vie aeree. Lo sfruttamento delle acque termali sull’isola risale ai primi decenni del Seicento, a Casamicciola, dove si trovano due dei migliori bacini termali, quello de La Rita e soprattutto quello di Gurgitello, a poca distanza dalla costa. Sorsero in quella cittadina, decretandone una veloce crescita, le prime pensioni per accogliere i curandi, che già allora venivano numerosi da diverse nazioni europee. Fu l’inizio del turismo sull’isola, che doveva svilupparsi soprattutto nel secondo dopoguerra. Rizzoli rilanciò il termalismo ischitano negli Anni ‘50, costruendo grandi alberghi dotati di terme sul litorale di Lacco Ameno, lì dove sgorga

la sorgente della Regina Isabella. Da allora la capacità ricettiva di Ischia è cresciuta senza sosta. Oltre 300 strutture alberghiere, in gran parte dotate di proprie terme e di piscine di acqua calda, rappresentano una realtà d’avanguardia in Europa. Testimo-niata dalla modernità degli stabilimenti termali. Notevole il livello dei servizi offerti alla clientela nelle strutture ischitane. Le cure tradizionali si accompagnano ormai a massaggi, fisioterapia, ginnastica corret-tiva e riabilitativa, sauna. Secondo una tendenza sempre più accentuata, le terme sono diventate luoghi di recupero del benessere psico-fisico dell’individuo. Così anche sull’isola sono nate presso le strutture alberghiere più attrezzate beauty farm che coniugano i bagni termali con la fitness, la cura dell’alimentazione, i trattamenti estetici. Il tutto sfruttando i vantaggi di un ambiente salubre e ecologicamente sano, in grado di favorire un soggiorno tranquillo e piacevole. L’isola d’Ischia è l’unico luogo al mondo in cui la natura e l’impegno dell’uomo hanno saputo creare quelle meraviglie che sono i parchi termali. Nei luoghi più panoramici dell’isola, offrono ai loro visitatori piscine termali di diverse gradazioni incastonate in lussureggianti giardini, spiagge private, reparti per le cure termali tradizionali e servizi di alto livello.

I fanghi e le straordinarie acque di Gurgitello sono la componente primaria di una linea di prodotti ter-mali e cosmetici in vendita nelle migliori profumerie, che nasce dall’esperienza millenaria dei termalisti ischitani. Così l’isola prov-vede anche da lontano alla salute e al benessere dei suoi ospiti.

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La corsa dell’angelo a Forio del Prof. Agostino Di Lustro

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A Forio, lungo il corso principale della cit-tadina, nella tarda mattinata del giorno di Pasqua, si svolge la sacra rappresentazione chiamata “la Corsa dell’Angelo”, organiz-zata dall’antica arciconfraternita di Santa Maria Visitapoveri che ha sede nella chiesa omonima a Piazza Municipio. Di essa si ha notizia fin dal 1618, sorta nel clima spirituale del periodo della riforma cattolica quando la religiosità popolare è carat-terizzata da un complesso di pratiche che si esplicano in atti, gesti, parole e con la diffusione di rappresentazioni di argomento religioso quale il Natale, la Passione, la Res-urrezione. Questa sacra rappresentazione è pervasa da un alto valore poetico, quasi una lauda uscita della potente fantasia poetica di “Iacopone da Todi”. Essa presuppone solo l’evento storico e teologico della resurrezi-one di Cristo, mentre il resto è liberamente rielaborato dall’anonimo “poeta”che l’ha creata. I protagonisti sono quattro: Gesù risorto, la Madonna, S. Giovanni Apostolo resi presenti da tre statue lignee realizzate da un ignoto scultore napoletano negli anni 1756-57, e da un Angelo, anch’esso una statua di legno dorato uscita dalla bottega dello scultore Francesco Mollica intorno al 1620. Oggi la statua originale non corre più, e si può ammirare nella chiesa dell’Arciconfraternita. Il suo ruolo lo svolge una copia realizzata circa venti anni fa. La scena si svolge, durante la processione, lungo i corsi Matteo Verde e Francesco Regine ed è scandita dal canto dell’antifonia liturgica “Regina Coeli” secondo la solenne e toccante melodia propria di Forio. Le immagini di S. Giovanni e della Ma-donna, che ha il volto coperto da un velo bianco, avanzano lentamente lungo il corso Matteo Verde verso Piazza Matteotti, men-tre l’anglo dopo il canto del “Regina Coeli” e tre inchini eseguiti con tecnica tutta particolare, compie tre corse dalla statua del Cristo fino al quadrivio e viceversa. Quindi si apparta sotto il campanile della basilica di S. Maria di Loreto. Le statue della Ma-donna e di S. Giovanni intanto avanzano

lentamente fino all’altezza di Vico Piazza. Qui vien fatto cadere il velo dal volto della Madonna che subito corre fino a sistemarsi alla sinistra della statua del Cristo risorto, mentre dai balconi vengono lanciati corian-doli colorati, suonano le campane, scoppiano i mortaretti e dalla folla si leva un forte grido di gioia e un fragoroso applauso. Intanto la stat-ua di S. Giovanni indietreggia fino all’altezza del campanile. A questo punto l’Angelo spicca l’ultima corsa fino a raggiungere il Cristo e la Madonna; si ripete il “Regina Coeli”, l’Angelo fa i tre inchini ed indietreggia fino al campa-nile. Avanza allora lo stendardo dalla lunga asta con sulla punta un ciuffo di penne di struzzo. Si ripete il canto, quindi, lo stendardo viene calato per tre volte fino quasi a toccare terra, ma facendo attenzione che non la sfiori neppure. Se tutto riesce secondo il protocollo, la folla applaude alla forza dei muscoli e alla perizia del reggitore dello stendardo. Quindi si ricompone la processione.Questa sacra rappresentazione segue un canovaccio che rievoca liberamente il testo evangelico, la cui trama potrebbe essere la seguente: Gesù è risorto ed invia il suo An-gelo ad annunziarlo alla Madre che, accompa-gnata da Giovanni, si sta recando al sepolcro di Gesù. L’Angelo fa la spola tra Gesù e Maria per ben tre volte per annunziarle la resurrezi-one, così come nel corso della veglia pasquale la Chiesa annunzia nella liturgia della luce o del cero per ben tre volte che Cristo è la luce del mondo e tre volte canta Alleluja, l’inno della resurrezione e della vita. Lo scoprimento del volto della Madonna sta a significare il momento in cui la Chiesa viene illuminata dalla luce radiosa della resurrezione di Cristo che ha vinto la morte e ha riconciliato l’uomo con Dio.Questa sacra rappresentazione, nonostante in questi ultimi decenni abbia perso un poco della sua spiritualità per diventare un tantino folklore, costituisce il momento culminante della Pasqua per il vero foriano che rivive un momento di profonda fede religiosa e, al tempo stesso, le gloriose tradizioni della sua Terra e della sua forianità.

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La tradizione dell’uovo di Pasqua

di Francesca Novelli

Come e quando nasce la tradizione dell’uovo di Pasqua?L’uovo, oggetto misterioso dalla forma ir-regolare, proposto in tante varianti durante l’arco delle festività pasquali, è solo il frutto di un sempre più dilagante consumismo o ha origini antiche? Valori e simbologie radicate nella cultura arcaica che, arric-chendosi e forse anche un pò deformandosi nel corso dei secoli, hanno portato l’uovo, in un cammino temporale lunghissimo, ad essere punto di riferimento indiscusso nelle nostre case e sulla nostra tavola nei giorni odierni di festa. Ebbene, curiosando qua e la, si apprende che già nelle anti-chissime popolazioni Egizie e Persiane il dono e lo scambio dell’uovo dipinto era considerato un rituale propiziatorio e un gesto di buon auspicio. L’uovo infatti è per eccellenza da sempre il simbolo dell’origine della vita, della Rinascita, del mistero, della Primavera, della vittoria della vita stessa e, nella cultura Cristiana in particolare, della Resurrezione. Rinascita spirituale dunque, “passaggio”, nuova vita!

Anche in tavola le uova sode si affiancano all’agnello, simbolo di dolcezza e sacrificio, e si propongono come cibo umile, ma nello stesso tempo simbolicamente” irrinuncia-bile”. Delle uova si conoscono ormai tantissime varianti; quelle con il guscio variopinto ci riportano ad una leggenda antica che può spiegarci dove e quando nasce questa usanza, particolarmente amata dai più pic-cini. La leggenda narra infatti che Maria Maddalena, recatasi al sepolcro di Gesù ed avendolo trovato vuoto, corse dai discepoli, annunciò loro la straordinaria novità, ma Pietro la guardò e disse: crederò a quello che dici solo se le uova contenute nel cesto diverranno rosse! E subito le uova si col-orarono di un rosso intenso! Alla variante “artistica” ed estrosa si affianca la più golosa, amata veramente da tutti, irrinun-ciabile momento di dolcezza ed allegria, di sorpresa e di gioco, sono loro le festosissime uova di cioccolato, le protagoniste assolute delle festività pasquali! Pare che la loro invenzione avesse come patria d’origine la Francia dove un re, e chi se non il Re Sole, scialacquone, amante del lusso, dello sfarzo e delle leccornie, fu il primo a divulgarne la diffusione, che dalla produzione elitaria della sua corte pian piano si espanse anche oltre i confini della Francia stessa, trovando riscontro soprattutto nei paesi dell’Europa centrale, importatori dei semi di cacao, e già abili maestri nell’arte dolciaria del cioccolato. E le uova d’oro? Hanno inven-tato anche quelle! Nel lontano 1883 lo Zar Alessandro le commissionò al maestro orafo Peter Carl Fabergè, che realizzò manufatti di straordinaria preziosità e grandissimo valore artistico. Di cioccolato, di terracotta, variopinte e di cartapesta, di ceramica o di minerali preziosi, per tutti i gusti e per tutte le tasche, l’uovo insomma per eccellenza oggetto porta fortuna, simbolo di vita, di Primavera tanto attesa, di ricchezza per la casa e per lo spirito, di speranza e abbon-danza per tutti! Buona Pasqua e tanta …meraviglia!!!

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Le torri di Foriodi Francesca Novelli

Forio: le peculiarità del sito

“Alla parte occidentale dell’isola d’Ischia, quel paese bagnato dal mare per tutta la sua sinuosa estensione; circondato da pianure verdeggianti; spalleggiato dal monte che si asside su i suoi colli nella positura più voluttuosa e comoda, fiancheggiato da due correnti vulcaniche, l’uno a set-tentrione, l’altro a mezzogiorno; quel paese chiamasi Forio capoluogo di Mandamento.”Così nel lontano 1867, il D’Ascia comincia la descrizione, curata in ogni particolare, del Comune di Forio, da sempre carat-

terizzato dalle bianche pareti delle case, dal violento azzurro del mare e del cielo, dal colore ferrigno del Monte Epomeo che sembra incendiarsi con i suoi verdi vigneti e i suoi orti profumati, sotto la luce rossastra dei suoi unici tramonti.Bagnata lungo tutto il versante occiden-tale dal mare, confina a mezzogiorno col comune di Serrara Fontana, a greco con quello di Casamicciola e a settentrione con quello di Lacco Ameno.Forio, immortalata da celebri vedusti, ricor-data da poeti e letterati, è, più di ogni altro comune isolano, celebrata per l’amenità dei

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suoi colli e per la ricchezza e la prosper-ità delle sue terre generose. Non a caso lo Iasolino chiamerà Forio: Fiorio, poiché dopo la distruzione di ville e castelli, ad opera dei saraceni, “rifiorì” diventando il mag-giore comune per produzione di vino e di “frutti eccellenti”, grazie ad uomini forti e bellicosi, pronti a risorgere dopo i pericolosi e repentini assalti dei corsari.Il suo nome, quindi, potrebbe derivare con ogni probabilità dal greco phoros (ferax), ossia fertile. Lasciando l’opinione degli scrittori, più o meno scientifica, si riscontra anche quella, pur sempre autorevole, della tradizione popolare che rimanda a due diverse etimologie il nome di questo co-mune: l’una riconduce a fiorito, in base allo stemma, all’emblema del paese, ovvero un fiore in campo azzurro, come si osserva sul frontespizio delle principali chiese. Il nome fiorito, dato alla contrada, dai coloni che vennero a dissodare questa terra ricoperta interamente da fiori e da piante silvestri, si corruppe poi in fiorino - fiorio - forio.L’altra derivazione, più romanzesca, fa derivare il nome da un particolare episodio. Si racconta che per l’accresciuta moltitudine degli abitanti del castello e per l’esigenza di espandersi verso terre più produttive e generose, un abitante di questa, prese commiato da amici e parenti con le parole fuori - io cioè io vado fuori, così il motto di congedo, pronunziato prima di lasciare definitivamente il castello, diede nome al villaggio adagiato sul fianco occidentale dell’isola.Le vicende della storia plurisecolare dell’isola, dal primo insediamento di colo-nizzazione greca alla pax romana, fino ai secoli difficili dell’alto medioevo, diventano più immediatamente riscontrabili durante i regni angioino e aragonese. Durante il vice-regno spagnolo l’isola attraversa un periodo di gravi difficoltà a causa principalmente della pirateria del Barbarossa (22.06.1544).La fatale invasione spopolò principalmente il paese di Forio, lasciandolo incolto e disabitato.

Questi drammatici episodi lasceranno un segno duraturo soprattutto nelle scelte edili-zie che, connotando il territorio in maniera peculiare, mostreranno sempre vivo, nel corso dei secoli, questo stretto legame tra “terra e storia”.

Il territorio ischitano nel tempo: le difese urbane

L’isola d’Ischia, segnata nel suo sviluppo da due eventi storici che hanno inciso profon-damente sull’evoluzione e sulla crescita dei centri urbani isolani, le scorrerie piratesche e il disastroso terremoto del 1883, ci appare come una sorta di mosaico costituito dalle diverse storie dei suoi comuni, un tempo chiamati “ville” o casali”.I suoi tre centri principali, Lacco, Ischia Ponte e Forio, dislocati a breve distanza tra loro, risultano estremamente diversificati sia nell’evoluzione architettonica sia negli indirizzi storico culturali che hanno finito per connotare i luoghi stessi nel corso del tempo. Così il Comune di Lacco occupa il tassello importante della storia grecoro-mana e delle grandi scoperte archeologiche effettuatesi nel corso degli anni, grazie alle quali la sinergica collaborazione tra studiosi e archeologi ha dato luce ad uno dei periodi più significativi della colonizzazione greca lungo le coste del mediterraneo.Ischia, invece, è particolarmente interes-sante per la storia medievale e per l’enorme importanza che costituì il Castello quale luogo preminente rispetto al resto dell’Isola anche se, ricordiamo non rappresentò asso-lutamente l’unico polo urbano del tempo.Di Forio potremmo dire che la sua storia è testimonianza dell’accanita lotta contro i pirati che, come ogni lotta, valse a fortifi-care la cittadina; così, “la prima specialità” del Comune di Forio è costituita appunto dalla presenza sul territorio di un numero notevole di torri e case torre di diversa forma e dimensione che, dislocate su una linea interna ed una esterna, ottemperavano la duplice necessità di difesa dai corsari sulla costa e dai briganti nelle zone interne.

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Non a caso in una relazione del 1574, Antonio Stinca, funzionario della Regia Camera della Sommaria, inviato nell’Isola d’Ischia per svolgervi un’indagine cono-scitiva, precisa che “in lo casale di Forio si vedevano edificata sette torre di particolari cittadini, ben munite d’arme, ne le quali si ponno salvare la gente di detto casale, quando è correria di Turchi”.Le sette torri, documentate nella seconda metà del ‘500, diventano dodici, con la costruzione quindi di altre cinque, attestate dallo Iasolino e un’ultima ripresa che, agli inizi del ‘700, accresce il numero degli episodi fortificati dell’impianto difensivo al punto che Forio sarà denominata la “Tur-rita”.Un’accurata ricognizione sul territorio rileva oggi la presenza di ben dieci complessi fortificati e aggiorna un precedente elenco redatto nel 1980.A pianta circolare: 1) Il Torrione, di propri-età comunale; 2) La Torre di Vico Costanti-no; proprietà privata; 3) Il Torone, propri-età privata; 4) La Torre in Vico Schiano, proprietà privata.A pianta quadrata: 1) la Torre detta “Quat-trocchi”, proprietà privata; 2) La Torre detta di “Nacera”, proprietà privata; 3) La Torre di Via Baiola, proprietà privata; 4) La Torre in Via Casa Patalano, proprietà privata; 5) La Torre in Via San Vito, proprietà privata; 6) La Torre in Via Gaetano Morgera, proprietà privata.Con l’esigenza di difendere le coste inizia così, intorno al IX sec. la storia delle fortifi-cazioni ischitane.Il primo appello d’aiuto, (occasione in cui, per la prima volta, fu attribuito all’Isola il nome di “Ischia”) risale al Papa Leone III che, denunciando il devastante saccheggio effettuato dai Saraceni nell’812 su tutto il territorio ischitano, chiese a Carlo Magno un aiuto concreto. Dopo questo drammatico episodio, che si ripeterà nell’833 e nell’847, il problema della difesa locale diventa urgente ed irrimandabile, non basta più cercare riparo sulle alture o nelle zone im-

pervie, bisogna attuare un piano difensivo capace di dar sicurezza principalmente alle zone costiere che, già intorno all’anno mille sono soggette, come nel caso della marina di Citara, ad uno spopolamento in favore di zone più alte e lontane dal mare, al tempo sinonimo di pericolo e “sorpresa”, come la collina che attualmente prende il nome dalla Basilica di San Vito che ivi si erge.

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Dal XIII secolo si ha, grazie all’iniziativa Angioina, un incremento notevole del sistema difensivo lungo tutta la costa tir-renica. Questo slancio coinvolgerà anche l’Isola d’Ischia che, sotto la reggenza di re Carlo, vede la costruzione del Maschio nel Castello, di un porto con relativo arsenale e navi a presidio dei tratti di spiaggia più esposti agli attacchi esterni.

A Forio non risultano costruzioni angioine. Un momento di grave crisi politica locale nel XIV secolo segnerà una fase di stasi nelle iniziative precedentemente intraprese, al quale supplirà parzialmente lo sforzo della Chiesa. Nel XV secolo si ritorna invece al vecchio sistema di vedette.La svolta definitiva, nella storia delle for-tificazioni litoranee, nel sud Italia, si avrà nel XVI secolo, questo periodo vedrà infatti l’arrivo, non più di pirati isolati o sporadi-che scorrerie, bensì di flottiglie organizzate ed abilissime nello sbarco e nella conquista; dopo i Saraceni sarà la volta del più temi-bile e feroce Kaireddin detto il “Barbarossa”. A partire dal 1563, recuperando l’antico piano di difesa proposto dal viceré spagnolo Don Pedro da Toledo, fu edificato ex novo un primo nucleo di torri costiere e attuato un sistema difensivo più capillare che in-vestì, solo parzialmente, l’Isola d’Ischia con la costruzione della fortificazione del Cas-tello, della Torre a pianta quadrata di Monte Vico e con l’unica torre regia di Forio nei pressi di Punta della Cornacchia, della quale si fa ulteriore menzione in un documento che nel 1741 la cita insieme ad altre torri bisognose di riparazioni.Il programma finanziario dello Stato preve-deva che “l’onere ricadesse sulle Università in proporzione del maggior pericolo che le zone costiere correvano e del maggior bene-ficio che da esse traevano”. Questa clau-sola aggravò la situazione, infatti buona parte del territorio rimase indifeso, inoltre, problemi economici impedirono, non solo la costruzione stessa delle torri, ma princi-palmente il mantenimento finanziario del corpo di guardia.L’intervento offerto dagli ordini religiosi e dai privati fu indispensabile, e grazie al contributo di quest’ultimi, il Comune di Forio vide sorgere numerose torri di difesa al servizio, non solo di coloro che a proprie spese provvidero alla costruzione, ma della popolazione intera. Purtroppo queste strut-ture non riuscirono a contenere il problema delle incursioni e dei saccheggi, i cittadini

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si abituarono a convivere con la paura al punto che un emblematico detto popolare diceva:A Santa Restituta,le fave so’ venutele quaglie so’ fernute,le turche so’ partute.

Torri e case-torre

Le torri si distinguono per dimensioni e per tipo di pianta. Le torri circolari riflettono la forma più antica ed, erigendosi su massi rocciosi, ancor oggi emergono dal resto del tessuto urbano con grande imponenza, dis-locate non solo in vista del mare, ma anche all’interno del centro abitato, come piccoli baluardi aventi lo scopo di respingere con i propri mezzi i tentativi di conquista e di saccheggio.Le torri quadrate, invece, per via soprattutto della loro forma e delle dimensioni legger-mente inferiori a quelle dei fortilizi a pianta circolare, già al momento della loro costru-

zione risultano strategicamente inglobate nei nuclei abitati di più antica formazione, con lo scopo di ospitare i cittadini in fuga durante le invasioni. Oggi risulta difficile individuarle in mezzo ad altri gruppi di case, a causa dei notevoli cambiamenti che hanno stravolto i nuclei insediativi originari e le relative preesistenze. Lo schema adot-tato trova origine nell’architettura fortifi-cata di epoca medievale e rinascimentale: altezza a due piani con terrazzo superiore adibito a piazza d’armi e piani inferiori con pareti inclinate a “scarpa”, ovviamente i diversi livelli sono inaccessibili dall’esterno e adibiti a magazzino dei viveri e deposito dell’artiglieria. In alcuni casi questo tipo di torre viene posto come derivazione delle case - torre della costa laziale realiz-zate dallo Stato dello Chiesa. Anche in Sicilia ed in alcune zone della costa del Regno napoletano si trovano fabbriche che seguono questa particolare tipologia: con un corpo di fabbrica parallelepipedo (su due piani) che si innalza su una base scarpata

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a pianta quadrata con coronamento di bec-catelli, comici, tori che e finestre ad arco. In effetti tale tipologia rappresenta una “involuzione formale e tattica”, le strutture più alte ed emergenti che si distinguono dalle costruzioni a rocca bassa con pianta allargata, sono infatti maggiormente vul-nerabili dalle artiglierie. La ragione di tale scelta è da attribuire allo scopo per cui tali torri venivano realizzate cioè proteggere il Paese, avvistando il nemico proveniente dal mare sfruttando l’altezza vantaggiosa. La guarnigione, affidata al “torriere” , era composta da due a dieci uomini a seconda delle dimensioni delle torri, della posizione, del ruolo strategico che queste rivestivano. In ogni caso il compito fondamentale era quello di allarmare con fuochi, segnalazioni di fumo o suono di campane, gli abitanti del paese e i contadini nelle campagne vicine, facendo in modo che il segnale passasse di torre in torre al fine di raggiun-gere i luoghi dove si ipotizzava un danno maggiore.Seguendo l’itinerario delle torri tracciato sulla planimetria del centro di Forio, ci addentriamo, lasciando il Torrione nei pressi della Marina, verso i nuclei di più antica formazione, notando che le torri di

Corso Umberto, di via Casa Patalano, di Vico Costantino (leggermente spostato più a ovest) e di San Vito, seguono una stessa direttrice che si conclude, nella zona più a sud, fuori dall’antica maglia medievale, con il così detto “Torone”.Parlare di un vero e proprio piano difen-sivo, elaborato strategicamente su una mappa, è un’ipotesi da scartare, in effetti i cittadini foriani di fronte al pericolo, si adoperarono a costruire, sostenendone le spese, torri di difesa per tutelare la libertà delle loro famiglie da sempre minacciate dai saccheggi e dai più temuti rapimenti. Così la formazione di questo piccolo presidio difensivo non nasce da un disegno scientifi-camente curato per quel che riguarda la dis-locazione globale e strategica sul territorio, come accadde per la costruzione delle torri lungo la costa sorrentina designate sulla carta dai “Regi Ingegneri” e l’una posizio-nata obbligatoriamente in vista dell’altra, ma da un sentimento animatore di paura forte e costante che unì, in un momento di autentica solidarietà, il popolo foriano indirizzandolo verso una specifica tipolo-gia architettonica, in simbiosi col territorio e indicativa di un lungo e drammatico periodo storico.

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La Mortelladi Alessandra Vinciguerra

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DAL 1°APRILE RIAPRONO AL PUBBLICO I GIARDINI LA MORTELLA

Sarà la prima apertura senza Lady Walton, scomparsa nel primo giorno di Primavera.

Dal 1°Aprile prossimo i Giardini La Mortella si apriranno nuovamente al pubblico con i loro colori e le infinite essenze arboree che ne fanno uno dei giardini più eclet-tici d’Europa. I Giardini quest’anno non potranno contare sulla presenza di Lady Walton che dopo una lunga malattia ci ha lasciati nel primo giorno di Primavera. La “Signora dei Fiori” come tanti ad Ischia amavano chiamarla , verrà ricordata nel modo più semplice e a lei più caro: proseg-uendo il suo lavoro e le sue volontà. La Fondazione William Walton e La Mortella, cui la signora Walton aveva passato già da anni la proprietà e la gestione dei giardini, proseguirà il suo lavoro nel segno della continuità, portando avanti programmi e progetti per la valorizzazione della struttura e per promuovere i giovani talenti musicali. In occasione del lungo week end di Pasqua al via anche la stagione concertistica 2010 - particolarmente cara a Lady Walton - che quest’anno si aprirà con gli studenti del Royal Welsh College of Music and Drama di Cardiff, che come consuetudine inaugurano la stagione da camera alla Mortella. Due gli appuntamenti: il 3 e 4 Aprile entrambi alle 17,00 nella Sala Concerti-Museo.

I Giardini quest’anno sono aperti dal 1 aprile al 31 ottobre, il martedì, giovedì, sa-bato e domenica, dalle 9 alle 19. Il costo del biglietto è 12 euro. Grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche, fortemente voluto da Lady Walton, gran parte del Giardino è accessibile anche alle persone diversamente abili. All’interno della strut-tura si trova un Bar, per una piacevole sosta nel cuore della Mortella per un pranzo o una degustazione di tè inglesi, ed un museo dedicato a William Walton.

La Storia del Giardino

I Giardini La Mortella sono stati creati a partire dal 1958 da Susana Walton, moglie del famoso musicista Sir William Walton (1902-1983). Considerato fra i più grandi compositori inglesi del 20° secolo, William era di origini modeste, ma ebbe una carriera brillante e notevole fama grazie anche al patronato di una famiglia di aristocratici mecenati, i Sitwell. Scrisse concerti, sinfo-nie, un’opera lirica, musica per la famiglia reale inglese, e colonne sonore per film storici. A 45 anni, durante un viaggio in Argentina egli incontrò Susana, di ben 22 anni più giovane; si sposarono dopo pochi mesi. La coppia si trasferì nell’ottobre 1949 a Forio d’Ischia dove acquistarono un terreno e costruirono la propria casa. Per disegnare un giardino in quello spazio selvaggio e costellato di rocce vulcaniche si rivolsero al famoso architetto paesaggista Russell Page, che impostò la planimetria generale del giardino. Tuttavia la realizzazi-one pratica del progetto di Russell Page , la supervisione di tutti i lavori, la scelta delle piante, la loro composizione, la creazione insomma di quel giardino meraviglioso che è oggi La Mortella - il luogo dei mirti-, si deve interamente a Lady Walton che per più di 50 anni ha dedicato la sua leggen-daria energia, il suo infaticabile entusiasmo, la sua passione e competenza botanica al proprio giardino.I Walton acquistarono un terreno assolato e pietroso, con poca terra e niente acqua; oggi è un giardino tropicale ed esotico rino-mato in tutta Europa. La Mortella è divisa in due zone principali: la Valle e la Collina. La parte inferiore, detta appunto la Valle, è la più matura, impostata su disegno di Page; il giardino superiore, che si estende sulla collina, è invece più recente ed è tutto opera di Lady Walton. L’area, complessivamente circa 2 ettari, ospita una raccolta straordinaria di piante esotiche subtropicali, grazie alla ricchezza di esposizioni e di condizioni climatiche

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che il giardino offre. Si passa dall’ambiente tipicamente sub-tropicale nella Valle, con un microclima umido ed ombroso, alle zone più esposte al sole, sulla collina, tipica-mente mediterranee, alle zone boscose sul retro della stessa. Tutto il giardino è proget-tato sfruttando magistralmente il suggestivo ambiente roccioso ed i panorami sul mare, ed è arricchito da fontane e corsi d’acqua che permettono la coltivazione di numerose piante acquatiche, come papiro, fior di loto, ninfee. Nella serra tropicale ‘Victoria House’ viene coltivata in una vasca di acqua dalla temperatura costante di 28° la Victoria amazonica, la più grande delle ninfee. An-che la rarissima rampicante dalle Filippine Strongylodon macrobotrys cresce in questa serra e produce in primavera una cascata di fiori verde giada.Sono famose le collezioni di felci arboree dall’Australia e Nuova Zelanda; la ricca raccolta di camelie, le Agavi, un notevole insieme di palme – più di 120 esemplari-, alcune delle quali raramente sono colti-vate in piena terra alle nostre latitudini: Bismarkia nobilis, Dypsis decarii, Arenga, enormi Caryota, Brahea. La collezione di cycadaceae – più di 80 esemplari- annovera alcuni esemplari degni di ammirazione, come i grandi Encephalarthos altenstenii, la Macrozamia moorei, l’enorme Lepidoza-mia peroffskyana.. Di recente si è aggiunta una collezione di 150 fra specie e varietà di Aloe, dono di un collezionista. Fra gli esemplari insoliti ricordiamo Spathodea campanulata dall’ Africa tropicale, che fiorisce regolarmente tutti gli anni; le molte Erythrina e le Bahuinia, i grandi Metrosi-deros dalla Nuova Zelanda che fanno da frangivento, la Puya berteroniana dal Cile.Fra le piante più care a Lady Walton ci sono quelle che ha fatto crescere lei stessa dai semi portati dall’Argentina, come la Chorysia speciosa, la Jacaranda mimosifo-lia, l’Eucalytus ficifolia. Il giardino presenta ovunque un disegno fluido ed armonioso; sia per varietà e ric-chezza delle collezioni La Mortella può es-

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sere considerata alla stregua di un orto botanico, le piante non sono state col-locate basandosi su criteri sistematici o illustrativi, ma in base a considerazioni culturali, artistiche e scenografiche. L’effetto finale è lussureggiante ed esotico, con la vegetazione rigogliosa che accompagna le grandi rocce vulcaniche e a tratti sembra inghiottirle.Nel giardino superiore ci sono angoli tematici, come la Sala Thai, un giardino di gusto orientale, circondato da fiori di loto, peonie, bambù ed aceri giap-ponesi, il Tempio del Sole, decorato da bassorilievi mitologici; la Cascata del Coccodrillo, la Roccia di William, dove sono custodite le ceneri del composi-tore. Domina il giardino superiore il Teatro Greco, affacciato sul mare.

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Dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1983, Susana ha trasformato la proprietà in un monumento perenne alla memoria del marito, creando la Fondazione William Walton e La Mortella che ha due obiettivi: promuovere la cultura musicale e occuparsi del futuro del giardino. La Mortella è stata aperta al pubblico nel 1992, ed il numero dei visitatori è andato crescendo di anno in anno. La Fondazione, oggi proprietaria del giardino, gestisce il tutto, organizza visite al giardino, corsi di perfezionamento per giovani musicisti e concerti per il pubblico nella Sala Recite, con musica da camera, e nel Teatro greco, in cui si svolgono concerti all’aperto con orchestre sinfoniche giovanili.

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Il NinfeoNella zona più remota del giardino, in linea d’aria con la Roccia di William, si trova il Ninfeo, che appare come un elemento a sorpresa nel dipanarsi del racconto del giardino. Laddove il paesaggio della Mor-tella è esuberante, colorato, asimmetrico, lussureggiante, il Ninfeo è basato su un disegno geometrico, su siepi ben modellate, su un gioco coloristico raffinato di toni di verde, giochi di luce ed ombra, chiaro-scuri. Gli spazi minuti sono controllati da un equilibrio rigoroso, in un fitto dialogo fra roccia, vegetazione ed acqua, con la continua sorpresa di elementi decorativi – un bassorilievo mitologico, una panchina, un balcone che si affaccia sul panorama mozzafiato. Il disegno formale del Ninfeo è declinato con piante spontanee: alaterno, mirto, e ricavato quasi a fatica dalla roccia della montagna e dalla vegetazione che lo sor-monta, esuberante, frenata a stento. Cuore del Ninfeo è una fontana lucida, che riflette la luce: Lady Walton l’ha chiamata “lo specchio dell’anima”, in ricordo di antichi riti di iniziazione ed è in effetti un invito alla meditazione. Intorno alla fontana c’è una iscrizione:

Questo rifugio verde è dedicato a Susana, che ha vissuto con passione, ha amato ten-eramente ed ha creduto nell’immortalità.L’acqua che alimenta la fontana scorre da una piccola grotta, ricavata dalla roccia della montagna, e la sorgente è sorvegliata da una statua di Venere reclinata. Qui, accompagnate dal mormorio delle acque, riposano le ceneri di Lady Walton.

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Visite guidateLa Platypus Itinerary cura per i giardini La Mortella le visite guidate e un entusias-mante itinerario didattico per le scolaresche. Oltre alle informazioni inerenti la storia del giardino e la vita dei Waltons, il percorso è una conoscenza delle piante attraverso i sensi. I partecipanti verranno invitati a riconoscere alcuni esemplari servendosi solo del senso tattile e olfattivo, per aiutarli a percepire la vitalità delle piante. Questa vitalità potrà inoltre essere osservata con le strategie di cattura delle piante insettivore…E’ implicito il messaggio d’amore e rispetto della natura e dell’inscindibile legame con l’uomo, che attraverso questo percorso di-dattico si vuole indicare ai giovani parteci-panti per ritrovare quel linguaggio perduto tra uomo e natura, fatto di colori e odori.

La Mortella, via Francesco Calise, 39tel 081986220 - www.lamortella.org

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La sorpresa celata nei sapori della tradizione pasquale

di Rossella Guarracino

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Casatiello(foto nella pagina precedente)

Per 12 persone

INGREDIENTI:+ 800 g di farina + 50 g di lievito di birra+ 100 g di pecorino+ 100 g di provolone

piccante + 100 g di caciocavallo + 80 g di parmigiano+ 6 uova+ 200 g di sugna+ sale, pepe

PROCEDIMENTO:Fate un lievitino stemperando il lievito di birra con100 g. di farina, 50 g. di sugna e circa 2 dl di acqua.Amalgamate il composto con una forchetta, poicopritelo con un foglio di pellicola trasparente elasciatelo riposare finché in superficie cominceranno acomparire delle bollicine.Con la restante farina, fate la fontana e mettetevi alcentro il lievitino, 80 g. di sugna, il sale e il pepe;lavorate bene il composto aggiungendo l’acqua tiepidanecessaria. Coprite e lasciate lievitare ancora per circa2 ore. Riprendete la pasta, staccatene un pezzetto grandequanto un’arancia e tenetelo da parte. Stendete larestante allo spessore di 1 cm formando un rettangoloregolare; ungetelo generosamente di sugna ecospargetelo con uno strato di formaggi grattugiati.Ripiegatelo a metà e copritelo ancora di sugna eformaggio. Ripetete quest’operazione per tre volte utilizzando tuttala sugna e tutti i formaggi; infine, arrotolate la pasta aciambella su se stessa e disponetela in una teglia daforno di 24 cm di diametro con il buco centrale untadi sugna. Fate lievitare ancora per circa 2 ore. Lavate accuratamente le uova, asciugatele edisponetele sul casatiello con la punta rivolta verso ilbuco centrale. Con la pasta tenuta da parte, formate 12bastoncini di ½ cm di diametro e disponeteli a crocesu ciascun uovo fissandoli bene. Mettete il casatiello in forno freddo e accendete a 220°.Dopo circa 35 minuti, abbassate la temperatura a 180°e lasciate cuocere per altri 30 minuti. Sfornate elasciate intiepidire prima di togliere dallo stampo.

Fellata Con Uova RosseSimbolo per eccellenza della Pasqua e protagonisteassolute dell’antipasto, le uova a Ischia si coloranodi rosso e vengono offerte in dono a parenti edamici in segno beneaugurale di prosperità.

Per uno squisito antipasto, disponete su un piatto daportata diversi salumi affettati, insieme con laricotta salata, tocchetti di caciocavallo e uova sodecolorate di rosso. E servite con fette di casatiello efave fresche appena sgusciate.

PER COLORARE DI ROSSO LE UOVAMettete due litri d’acqua in una pentola, aggiungeteil succo di 4 rape rosse e portate a bollore; dopocirca 30 minuti, togliete dal fuoco e fate intiepidire.Aggiungete due cucchiai di aceto e immergetevi leuova, poi fate cuocere per 10 minuti. Lasciate leuova in immersione per qualche ora. Al momento di utilizzarle saranno perfettamentecolorate.

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INGREDIENTI:+ 500 g di pasta frolla

PER IL GRANO: + 600 g di granoammollato+ ½ l di latte+ 20 g di sugna+ la buccia di 1 arancia+ 1 baccello di vaniglia+ un pizzico di sale

PER IL RIPIENODI RICOTTA: + 500 g di ricotta+ 250 g di zucchero + 4 uova + 2 tuorli + 150 g di canditi apezzetti + 1 cucchiaino dicannella + 50 ml di acqua difiori d’arancio+ la buccia grattugiatadi 1 limone

PROCEDIMENTO:Mettete il grano in unacasseruola con il latte,la sugna, la vaniglia,la buccia dell’arancia eun pizzico di sale;avviate la cottura afuoco lento e lasciateandare per circa 20minuti, mescolandocontinuamente perevitare che si attacchi.Toglietelo dal fuoco efermate la cottura,

immergendoimmediatamente lapentola in acquaghiacciata. Passate la ricotta alsetaccio facendolacadere in una capaceciotola, unite lozucchero e tutti gliaromi, poi incorporatele uova e, per ultimo,il grano. Amalgamatebene tutto.

Imburrate e infarinateuno stampo perpastiera di 26 cm didiametro e rivesti telocon i 2/3 della pastafrolla stesa allospessore di 3 mm, poiversatevi il ripieno digrano e ricotta. Con il resto della pastapreparate dellestriscioline larghecirca 2 cm e

Pastieradisponetele a grigliasul ripieno. Mettete in forno giàcaldo a 160° per circa90 minuti. Senecessario, a metàcottura, coprite con unfoglio di cartaargentata. Fate raffreddarecompletamente, poiservite spolverizzandodi zucchero a velo.

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Crostata di taglioliniINGREDIENTIPER LA GLASSA: + 500 g di noce dimanzo+ 100 g di pancetta afette+ 1 bicchiere di vinobianco+ 1 l di brodo+ 1 mazzetto (cipolla,carota, sedano,prezzemolo)+ 1 cucchiaino diconcentrato dipomodoro+ olio extravergine + sale, pepe

PER IL RIPIENO:+ 500 g di taglioliniall’uovo+ 200 g di mozzarella+ 150 g di parmigiano+ 100 g di prosciuttocrudo+ 20 g di burro+ 30 g di pangrattato

PER I PISELLI:+ 250 g di pisellifreschi+ ¼ di cipolla+ 50 g di pancetta+ 50 g di prosciuttocrudo+ sale, pepe+ 1 dl di bechamel

PROCEDIMENTO:Avvolgete la carne nellapancetta e legatela bene;unitela, in un tegame dirame, al mazzettoaromatico e all’olionecessario. Coprite elasciate cuocere afiamma bassissima,mescolando di tanto intanto; quando la carnerisulterà ben dorata,aggiungete il vinobianco e un cucchiainodi concentrato dipomodoro, alzate lafiamma e lasciateevaporare; continuate lacottura per almenoun’ora unendo il brodonecessario. Togliete la

carne dal tegame efiltrate la salsa ottenuta.Rosolate in un filo d’oliola cipolla tritatafinemente, la pancetta eil prosciutto a dadini;unite i piselli e stufateliper qualche minuto afuoco lento.

Per la béchamel:frullate il latte con lafarina, il sale, il pepe ela noce moscata. In unacasseruola sciogliete ilburro a fuoco moltolento e versateci ilcomposto di latteportando a bollore emescolando di continuo

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Timballo di vermicelli con polpettine di palamitoINGREDIENTI:+ 800 g di vermicelli+ 800 g di frutti dimare misti+ 400 g di polpettinedi palamito+ 20 g di concentratodi pomodoro+ 100 g di pisellininovelli+ 25 g di funghi secchi + 50 g di acciughe salate+ 3 spicchi d’aglio + prezzemolo+ peperoncino + 2 dl d’olio extravergine+ sale, pepe

+ 500 g di pasta frolla + burro e farina pergli stampini

PROCEDIMENTO:Fate aprire i frutti dimare con un filo d’olio euno spicchio d’aglio;sgusciateli e filtrate illiquido di cottura.Rosolate in poco olio unaltro spicchio d’aglio;unite il concentrato dipomodoro, diluite conl’acqua dei frutti di maree fate addensare.Incorporate i funghiammollati e tagliuzzati, ipiselli, i frutti di mare ele polpettine dipalamito, e fateinsaporire. Infine,verificate di sale e pepe.Dorate l’ultimo spicchiod’aglio e il peperoncinonell’olio restante,

scioglietevi le acciughesalate e mantecatevi ivermicelli lessati aldente, pepategenerosamente eprofumate con ilprezzemolo tritato. Foderate con la pastafrolla 10 stampini di 7-8cm di diametroimburrati e infarinati eriempiteli a strati con ivermicelli e il ripieno;mettete in forno a 170°per 30 minuti.Per realizzare un unicotimballo occorre unostampo a bordi alti 15cm del diametro di 24cm. Il tempo di cottura èdi 50 minuti.

con un cucchiaio dilegno. Lasciate cuocereper circa 3 minutiquindi spegnete il fuocoe lasciate intiepidire.

Lessate al dente itagliolini e conditeli conla béchamel e qualchecucchiaio di sugo dicarne.

Imburrate una teglia daforno del diametro di 24cm, cospargetela dipangrattato edisponetevi metà deitagliolini conabbondante parmigiano.Ricoprite prima con unostrato di prosciutto e dimozzarella tagliati apezzettini, poi con ilripieno di piselli edinfine con i rimanentipezzetti di prosciutto emozzarella. Chiudetecon gli altri tagliolini erifinite con la glassa, ilparmigiano grattugiatoe qualche cucchiaio dibéchamel.

In forno già caldo a200°, lasciate gratinareper circa 45 minuti eservite la crostata solodopo averla fattariposare.

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Quando comincia la primavera e soprat-tutto si avvicina la Pasqua, l’isola entra in una fase di frenetico movimento, che ci fa entrare tutti in un concetto comune: “ il lavoro comincia”.Pochi sono gli ischitani che possono godersi a pieno la bella stagione, se dedicarsi a sole e mare non è possibile, quello che sicura-mente noi giovani non ci lasciamo scap-pare è la vita notturna. Dopo aver passato i sabato sera di questo piovoso inverno chiusi in locali adesso vogliamo “aria pura”. Il FRIENDS CLUB si sposta all’esterno con i suoi fantastici aperitivi estivi al ritmo di musica. Poi la RIVA DESTRA in quella sua bella atmosfera romantica ci fa saltellare da locale a locale come cavallette dai ris-toranti esclusivi per palati più fini come DA GENNARO, O’PORTICIULLO, LA BAIA DEL CLIPPER, MEZZANOTTE che vantano una buona cucina marinara agli after dinner come Il CAPPUCCINO.

Non possiamo non menzionare come meta della movida notturna ischitana, la suggestiva Ischia ponte, splendido centro storico - e se permettete uno dei luoghi più incantevoli dell’intera isola - immersa nella magnifica cornice del Castello Aragonese, eccellente caffè accompagnato da deliziosi dessert. Alcuni si sposteranno nel comune di Forio, non troppo caotico ma ugualmente movi-mentato, tra THOMAS, TIRA TARDI e LA LUNA BUSSO’ c’è il materiale necessario per un’allegra serata tra amici. Insomma tutti ci aspettiamo la solita estate calda e festosa, speriamo in serate ricche di divertimento e spensieratezza dai temi nuovi ed originali, che stimolino sempre di più la nostra curi-osità (se volete qualche idea contattateci!).Per i turista tutto è più semplice, si gode la nostra fantastica isola nel momento migliore dell’anno, beato lui! Il mio punto di vista…?Voglio venire in vacanza ad Ischia!

Il puntodi vista

di Luisa Cuomo

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Per visualizzare il calendario degli eventi aggiornato in tempo reale su qualsiasi applicazione-calendario che supporti il formato iCal (es.i-Phone, laptops, PC etc.) digita il seguente indirizzo:http://www.ischianews.com/index.php?option=com_eventlist&view=eventlist&format=ical

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Giovedì 1° aprile 2010 Ore 09:00 Forio – Giardini Ravino Fino al 26 aprileMostra Fotografica: Caleidocactus di Giu-liano Montieri. (aperta nei giorni lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica )Ore 10:00 Casamicciola - Chiesa Cattedrale.S. Messa Crismale presieduta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Filippo StrofaldiOre 20:00 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria MaddalenaS. Messa in Coena DominiOre 19:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’ AntonioS. Messa in Coena DominiOre 22:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’ AntonioAdorazione Eucaristica

Venerdì 2 aprile 2010Ore 03:30 Casamicciola - Congrega di Santa Maria di Pietà Processione dell’effige della Beata Maria Vergine Addolorata per le strade di Casam-icciola Terme ”Madonna di Notte”Ore 12:30 Forio – Regata internazionale x-35 “Il Raggio Verde”Ore 19:30 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria MaddalenaAzione liturgica in Passione et Morte Domini. Al termine, processione del Cristo morto e della Beata Vergine Maria Addolo-rata verso la Chiesa del Purgatorio al MajoOre 18:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’ AntonioAzione liturgica in Passione et Morte Do-mini. Al termine, Via Crucis per le strade di PerroneOre 18:00 Ischia - Biblioteca AntonianaTavola rotonda sul tema “Ischia, Luci e Ombre sullo Sviluppo”

Dalle ore 19:30 alle 23:30 ForioActus Tragicus, via crucis in costumi d’epoca: tradizionale rappresentazione vivente della passione e morte di Cristoore 21:30 Ischia Jazz Spring Alchemie – Friends Club - Rosalia De Sousa in concerto

Sabato 3 aprile 2010Ore 12:30 Forio – Regata internazionale X-35 “Il Raggio Verde”Ore 17:00 Forio – Giardini la MortellaEnsemble of the Welsh College of Music and DramaOre 19:00 Forio – Parrocchia di S. Sebas-tianoIncoronazione della Madonna AddolorataOre 22:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’ AntonioVeglia PasqualeOre 23:00 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria MaddalenaVeglia Pasquale

Domenica 4 aprile 2010 (Pasqua)Ore 10:30 Forio Corsa dell’Angelo: rappresentazione che riproduce il momento dell’incontro della Madonna con il figlio risorto.Ore 10:30 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria MaddalenaS. Messa Solenne. Al termine processione per Piazza MarinaOre 12:00 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria MaddalenaSacra Rappresentazione della Resurrezione di nostro Gesù Cristo con la partecipazione delle due Parrocchie e delle Congreghe di Casamicciola TermeOre 12:30 Forio – Regata internazionale X-35 “Il Raggio Verde”

Calendarioeventi aprile

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Ore 18:30 Casamicciola - Chiesa di Santa Maria Maddalena - S. MessaOre 08:30 - 10:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’ Antonio: Messa Solenne. Al termine processione per Piazza MarinaOre 19:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’ AntonioS. MessaOre 17:30 Forio – Giardini la MortellaEnsemble of the Welsh College of Music and Drama

Lunedì 5 aprile 2010 (Lunedì in Albis)Ore 09:00 CasamicciolaProcessione della “Perdonanza” dalla Basilica di S.M. Maddalena alla Basilica – Santuario di S. Resituta V. e M. All’arrivo, celebrazione della S. MessaOre 19:30 Forio - Basilica S.Maria di LoretoConcerto per organo e violino a cura dei Maestri Peppino Iacono e Mauro Rossi.

Sabato 10 aprile 2010Ore 17:00 Forio – Giardini la MortellaConcerto della pianista Patrizia Salvini.

Domenica 11 aprile 2010 Ore 17:00 Forio – Giardini la MortellaConcerto della pianista Patrizia Salvini.

Mercoledì 14 aprile 2010 Ore 21:00 Ischia - Cinema ExcelsiorTaxi a due piazze, commedia brillante in due atti di Ray Cooney a cura del Gruppo Teatrale Uomini di Mondo

Giovedì 15 aprile 2010 Ore 09:00 Ischia - 3° ISCHIA FOTO WORK-SHOP - 15-18 aprileUn entusiasmante “viaggio” nel mondo dei GURU della FotografiaOre 21:00 Ischia - Cinema ExcelsiorTaxi a due piazze, commedia brillante in due atti di Ray Cooney a cura del Gruppo Teatrale Uomini di Mondo

Sabato 17 aprile 2010 Ore 17:00 Forio – Giardini La MortellaConcerto del pianista Pietro Ceresini

Domenica 18 aprile 2010 Ore 17:00 Forio – Giardini La MortellaConcerto del pianista Pietro Ceresini

Lunedì 19 aprile 2010 Ore 21:00 Ischia - Cinema ExcelsiorFarina di Bue, commedia scritta e diretta da Eduardo Cocciardo.

Venerdì 23 aprile 2010 Ore 09:30 Forio – Giardini RavinoMeristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di piante succulente rare

Sabato 24 aprile 2010 Ore 09:30 Forio – Giardini RavinoMeristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di piante succulente rareOre 17:00 Forio – Giardini La MortellaConcerto del pianista Giulio Biddau

Domenica 25 aprile 2010 Ore 09:30 Forio – Giardini RavinoMeristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di piante succulente rareOre 17:00 Forio – Giardini La MortellaConcerto del pianista Giulio Biddau

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I sentieri dell’isola d’Ischia

di Aniello di Iorio

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Anche se da anni lavoro per i sentieri dell’Isola d’Ischia, devo dire che scriv-ere su di essi non è facile! La natura che circonda l’Isola è fantastica, i sentieri per andarci un po’ meno. Infatti, la maggior parte dei sentieri esistenti termina sempre in una proprietà privata. Sono i cittadini che si occupano di curare il sentiero fino a dove arrivano le loro proprietà. General-mente i comuni non si occupano di tenere in ordine i sentieri in quando non ritenuti importanti per la comunità e poi c’è sempre qualcun’altro che lo fa! In montagna vi sono comunque diversi sentieri accessibili a tutti, sono tenuti liberi per lo più dai cac-ciatori che vogliono sempre raggiungere i punti più idonei alla caccia che sono poi sempre i più panoramici! Questo, ci porta alla semplice conclusione che bisogna seguire la scia di cartucce, lasciate cadere lungo i percorsi, per raggiungere dei punti con vedute meravigliose. Poiché ognuno fa per sé, non vi sono sull’Isola d’Ischia delle cartine geografiche affidabili che tracciano i percorsi di montagna.

Passeggiare sull’Isola d’Ischia non è solo salutare, ma è anche un buon integratore della cura termale. Le passeggiate nei boschi, nelle pinete, per i vigneti, danno al corpo armonia e serenità! Ci sono alcuni sentieri che sono stati segnalati con tar-ghette o punti colorati percorribili anche senza guida, ma come già detto, la seg-naletica e la pulizia del sentiero non sono curate regolarmente, e quindi oggi sono ben accessibili, domani forse no!

Comunque in montagna è sempre consiglia-bile, andare in gruppo. In ogni caso andare in gruppo è più piacevole e divertente e si vedono cose interessanti che difficilmente si riescono a scoprire da soli. Unendosi ai gruppi, organizzati da guide locali, si viene generalmente condotti su posti incantevoli e non bisogna neanche scervellarsi per trovare la strada.I posti da vedere ad Ischia sono tantissimi. A farla da padrone, tra gli amanti del trekking è certamente l’Epomeo, ci sono diversi sen-tieri che conducono in cima, dalla quale, si domina l’Isola d’Ischia ed il Golfo di Napoli.

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Oltre all’Epomeo vi sono diverse altre aree, degne di essere visitate:• I Frassitielli - Falanga con le fosse della neve e le case medioevali scavate nella roccia.• La zona di Buceto - Piano San Paolo con le sorgenti e i fossili marini a quota 400m.• Piano Liguori con i paesaggi rurali e pan-orami mozzafiato sul Golfo di Napoli.• Capo Buttavento con le fantastiche vedute su Ischia, i Campi Flegrei e Procida.• Il sentiero che da St. Angelo porta a Ser-rara con la magnifica vista sui Maronti.

L’Epomeo e le aree interne e montagnose dell’isola hanno una vegetazione variegata, passeggiando per le sue verdi colline, si trovano giardini fioriti, vigneti, castagneti, mari di felci, boschi di acacie, ginestre fior-ite, e tanto altro, ma anche le aree costiere invitano a passeggiate incantevoli, con magnifici panorami e con il mare che as-sume diversi colori nell’arco della giornata. Diversi sentieri e passeggiate lungo la costa si trovano per esempio a Punta Imperatore a Forio, a Zaro, a Casamicciola Terme, ad Ischia Porto e Ponte ed ai Maronti. Andan-do per i sentieri lungo la costa la possibilità di perdersi è minima e si arriva sempre a una strada che porta a casa.

In ogni caso, è facile trovare, in edicola diverse cartine che indicano percorsi ac-cessibili, anche se non sempre precise e dettagliate, sono in ogni caso utili per potersi orientare in campagna e per i paesi, ma conviene, non fidarsi ciecamente in montagna. Ciò che si scopre lungo i sentieri ha a che fare con la formazione dell’isola stessa e gli agenti atmosferici che agiscono su di essa. Qui di seguito Vi riporto un po della storia geologica dell’Isola per aiutarvi a capire cosa di interessante potreste incontrare lungo i sentieri.

Storia geologica dell’isola d’IschiaL’isola d’Ischia si è formata ca. 150.000 anni fa. I primi crateri si formarono nelle vicinanze della collina di Campagnano non lontano dal Castello Aragonese. La roccia sulla quale è stato costruito il Castello Ara-gonese è essa stessa un vulcano che risale a 132.000 anni fà ed è il terzo vulcano più antico dell’isola d’Ischia. Fino a circa 55.000 anni fà l’attività vulca-nica era concentrata nella zona di Campag-nano, Monte Vezzi, Monte Cotto fino a St. Angelo e nella zona di Monte Vico a Lacco

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Ameno ed a Punta Imperatore, al Rione Bocca e alla Scarrupata di Barano. All’epoca, si formò una gigantesca cam-era magmatica sotto all’odierna Isola d’Ischia. Attraverso spaccature e crepacci nella crosta terrestre il magma fu scagliato nell’atmosfera e la camera magmatica si svuotò. Il coperchio della camera magmat-ica sprofondò e la conca che si creò nella crosta terrestre, chiamata “Caldera” è dove oggi si trova l’isola d’Ischia. Poiché ca. 55.000 anni fa la superficie del mare si trovava ca. 150-200 m più in basso di oggi, questa “Conca-Caldera” era terra emersa. In seguito all’innalzamento del livello del mare questa conca fu succes-sivamente sommersa, quindi l’attuale isola d’Ischia fu completamente immersa sotto il livello del mare, per svariati anni.Nuovo magma conflui nella vecchia camera magmatica, sotto all’odierna isola d’Ischia, il coperchio della camera magmatica cominciò a sollevarsi dal mare e a formare l’isola d’Ischia. Questo innalzamento ha dato origine al Monte Epomeo che oggi emerge per circa 787 m sopra del livello del mare. Testimoni del passato sottomarino dell’isola d’Ischia si trovano ancora oggi a ca. 400-500 m sul livello del mare nei pressi della fonte di Buceto sotto forma di detriti di spiaggia e fossili marini. Questo prova che lì prima c’era una spiaggia che più tardi fu spinta verso l’alto da movimenti del suolo. Ma non solo lì in diverse altre parti dell’isola d’Ischia si trovano testimonianza del passato sottomarino dell’isola: alla Fun-dera, ai Pizzi Bianchi, poco al disotto della cima dell’Epomeo, ecc. Per il sollevarsi della massa magmatica il coperchio della camera magmatica si ruppe in più zolle che furono sollevate in maniera diversa. L’Epomeo è la zolla più alta. Le zolle sono delimitate da faglie (tagli nella crosta terrestre) e le faglie, essendo punti deboli della crosta terrestre, fanno si che l’acqua piovana scorre lungo di esse e forma dei burroni molto profondi che sull’isola d’Ischia vengono chiamate “Cave”. Lungo questi burroni riescono a risalire fluidi e gas che formano le acque Termali sull’isola d’Ischia.

A poco a poco si sono formati altri vulcani ai bordi dell’Epomeo. I vulcani più giovani, che si sono formati negli ultimi 2000 anni, sono: l’Arso nel 1301; il Rotaro, il Vatoliere, la Molara e Cava delle Nocelle, tutti del III sec. d.C; Monte Trippodi del II sec. d.C; Montagnone/Maschiata del I sec. d.C. L’attività vulcanica si arrestò su tutta l’isola d’Ischia nel 1301 dopo l’eruzione del vulcano Arso. Una colata di lava si verso da Fiaiano, a monte di Ischia Porto, finendo nel mare e dando origine alla lingua di terra di Punta Molino. Ancora oggi questo trac-ciato è ben visibile, esso è delimitato dalla “Pineta” che fu piantata sulle rocce laviche del 1301. In questa pineta sia a monte che a valle si trovano, ben conservate, creste della lava solidificata. Non si può dire che l’attività vulca-nica sull’isola d’Ischia sia finita, segni dell’attività vulcanica odierna sono: le numerose sorgenti termali, le fumarole, la sabbia calda riscaldata da vapori risalenti, ecc.

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Le sorgenti termali si trovano dappertutto sull’isola fino a 200 m dalla costa. Le fumarole sono distribuite su tutta l’isola e quelle di maggior effetto si trovano a Fo-rio, ma anche a Lacco Ameno, Sant’Angelo, nella parte alta di Casamicciola Terme sul cratere del Rotaro e dell’Arso. Il vulcano Rotaro ha iniziato la sua attività nell’anno 700 a.C. e l’ha terminata per ora nell’anno 305 d.C. Si tratta della strut-tura vulcanica meglio conservata dell’isola d’Ischia, raggiunge circa 250 m sul livello del mare, ha un diametro di 350 m ed il cratere è profondo 125 m. Poco dopo la sua origine si formò in esso un lago di acqua dolce che oggi non è più presente. Ai suoi piedi sorge il Comune di Casamic-ciola Terme. Sentieri ben costruiti dentro e intorno al cratere del vulcano invitano alla scoperta del vulcano stesso. Sentieri anche ben percorribili si disbrigano sulla lava dell’Arso sia a monte che a valle. Su questa lava vi fu piantata nel 1854 una pineta. Un cratere vulcanico molto ben conservato e il Porto di Ischia. Altri crateri vulcanici ben conservati si trovano nel Comune di Barano, nelle zone di Testaccio, Vatoliere, Molara, Fondo Ferraro, a Forio nella zona di Campotese e a Citara.

Sulla lava di Zaro a Forio vi sono anche bellissimi sentieri che si disbrighino in boschi di lecci. Qui si trovano oltre ai pan-orami mozzafiato su Forio e sul mare anche le case dei VIP, come la villa che fu di Luchino Visconti. In una cava ove venivano estratti i blocchi di lava per pavimentare strade e costruire case è stato insediato il più bel Giardino Botanico dell’isola, la Mortella.

Per chi fosse interessato, oltre a fare trekking, anche sapere di più su come si è formata l’Isola d’Ischia, non deve fare nient’altro che partecipare alle escursioni con il geologo Aniello Di Iorio. Andando per magnifici sentieri con panorami mozzafiato si possono vivere i fenomeni naturali, come la fuoruscita di acqua termale a 90°C direttamente dalle sorgenti, le fumarole, le forme bizzarre di erosione, villaggi medioevali, fosse della neve, scendere nei crateri di vulcani, ecc. Il programma escursione è reperibile presso l’ufficio informazione, qualsiasi hotel dell’Isola d’Ischia, oppure online: www.eurogeopark.com.

Aniello Di IorioTel.: 081 90 31 936 oppure 348 766 92 01

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Cava Scuradi Tiziana Di Iorio

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Cavascura è un bacino idrologico allo stato naturale, dov’è possibile rivivere le epoche antichissime; scavata nella viva pietra di un vallone, non è stata trasformata col pas-sare degli anni ma conserva ancora le sue grotte, le sue piccole cascate, le sue sorgenti bollenti che continuano a venire giù dal monte all’incredibile temperatura di 90°. La sorgente si trova a circa 300 metri dalla spi-aggia dei Maronti, e vi si accede seguendo un rivoletto di acqua calda che si apre su un piccolo letto fra le pareti tufacee della collina. Interessante e pittoresco è il gioco di colori che si osservano man mano che ci si addentra: il violetto vi predomina; si in-travede un piccolo corridoio dalle alte pareti di tufo con delle cellette scavate nella roc-cia. E’ una sala termale a cielo aperto, con delle ginestre fiorite, folti cespugli, alberi di castagno e querce, le cui foglie passano dal verde al violetto. In alto sulla cresta, la vite distende i viticci abbarbicandoli ovunque

e in basso, sotto i vostri piedi, accanto al rivoletto formato dalle acque della sorgente, tanto muschio verde. Nel fondo della valle, dove finisce la parete tufacea gorgoglia la sorgente termale esalando i salutiferi vapori. Nelle grotte scavate nella roccia, le acque caldissime sgorgano naturali. Nella penombra riposante degli antri, i pazienti fanno il bagno assaporando l’autentico contatto con la natura non mediato dall’intervento dell’uomo. Ci sono poi anche delle docce bollenti che vengono giù dalla montagna come delle cascate e delle saune naturali. In una grotta satura di vapori i pazienti praticano le antichissime stufe, inalando esalazioni gassose che provengono direttamente dalla profondità del bacino idrotermale. C’è poi una doccia bollente che viene giù dalla montagna a forma di casca-tella. Sotto il getto di questa acqua termale non si può resistere che pochi minuti perchè la temperatura raggiunge 70-80°.

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Cenni storiciLe Terme di Cavascura affondano le loro radici in un epoca in cui la Storia faceva tutt’uno con la Religione e la Natura. In-fatti, già dal periodo della colonizzazione greca era vivissimo il culto per le fonti salutari, giacché gli Antichi attribuivano a queste acque un valore divino perché sim-bolo di vitalità e vigore inspiegabili. Anche negli scritti di Pindaro, Omero, Strabone e Plinio si possono trovare dei riferimenti a queste sorgenti; essi scrivevano che tutte le sorgenti appartenenti ai Comuni di Barano e Serrara Fontana erano assiduamente fre-quentate da antiche popolazioni. Anticamente questa fonte veniva chiamata “Aratro”, forse perché aveva la virtù di rad-drizzare e sollevare le persone con problemi di reumatismi, sciatiche e fratture. Infatti, per millenni gli uomini sono andati alle sorgenti termali per riattivare i meccanismi delle loro articolazioni ma anche della loro respirazione, ed infine per recuperare at-traverso l’acqua termale, gli sbiaditi valori estetici.Il termine Cavascura deriva, infatti, da due parole greche “causos” e “coure” che stanno proprio a significare il “calore estremo” dell’acqua di queste sorgenti. Stradone esaltava a suo tempo le virtù curative delle acque di Cavascura, attribuendo a queste ultime la proprietà di curare anche i dolori biliari. Nel periodo Romano, la sorgente di Cavascura conobbe un grandissimo splen-dore. Are, cappelle e piccoli templi furono eretti in prossimità di questa sorgente a testimonianza di un culto religioso molto spiccato presso queste popolazioni. Lo stesso Cicerone ricordando il suo soggiorno nell’isola di Ischia parla della spiaggia dei maroniti “dove sotto la sabbia e in fondo al mare brucia il cuore di un vulcano e nella valle di Cava Scura scorre un’acqua bollente”. In un documento del Trecento, conservato attualmente presso la Biblio-teca Angelica di Roma, il medico personale di Carlo D’Angiò, Giovanni da Casamic-ciola scriveva che la fonte di Cavascura era “fonte di salute e giovinezza e utile in tutti i dolori delle membra e valevoli per la digestione”.

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Dal 1700 ad oggiNel Settecento vi fu un rinnovato interesse per le Terme dopo un secolo di dimenticanza. Il merito fu di Gian Andrea D’Aloisio che analizzò le acque al microscopio e confermò le molteplici virtù curative. Nel 1769 a causa di grosse frane i Bagni di Cavascura erano rimasti sepolti per un lungo periodo sotto un grande ammasso di fango e detriti. Ma grazie al generale napoleonico Giorgio Corafà, viceré di Palermo, che sog-giornava al Testaccio per lunghi periodi dell’anno, dopo mesi di lavoro, il materiale tufaceo fu rimosso e l’acqua termale ad elevate temperature sgorgò nuovamente dalla roccia, ripristinando così il normale funzionamento della sorgente.La fama di queste acque raggiunse nel secolo scorso i luoghi più lontani. Da ogni parte d’Europa gli ammalati si portavano a Cavascura per sperimentare le virtù curative delle sue acque e dei suoi fanghi applicati sui corpi doloranti. La curiosità spinse Ferdinando II ad interes-sarsi di questa sorgente facendo analizzare le acque presso il “Reale Gabinetto Chimico di Napoli”. Una seconda frana verso la metà dell’Ottocento fece sospendere per molti anni le cure. La lontananza dai centri abitati, il disagio del percorso contribuirono a relegare nell’abbandono un patrimonio ideologico di eccezionale valore terapeutico. Fu per merito del medico di Serrara Fontana, Lorenzo Fiore, se verso il 1850 Cavascura venne nuovamente riattivata. Nel 1933 la sorgente e i terreni circostanti vennero donati all’Arciconfraternita di Serrara Fontana con l’intestazione “Opera Pia Benefi-cenza Fiore” che a sua volta la concedeva in affitto a Vincenzo Migliaccio. Dopo una gestione quarantennale il complesso venne chiuso per alcuni anni. Passarono circa 10 anni nei quali, questo meraviglioso parco archeologico romano, venne lasciato comple-tamente abbandonato e degradato.

AttualitàNel 1988 venne ristrutturato e riaperto dai fra-telli Di Iorio, che fecero di tutto per mantener-lo allo stato naturale senza apportarvi alcuna modifica o aggiunta. Attualmente è aperto al

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pubblico da aprile ad ottobre. Qui si possono fare trattamenti di cosmesi con applicazione di fango naturale rinvenuto sul posto e messo a maturare nell’acqua termale che sgorga dal sottosuolo, massaggi, fanghi e cure inalatorie. Da una decina di anni, utilizzando come base l’acqua termale, è stata creata una linea cosmetica (che prende il nome da queste Antiche Terme) con la volontà di offrire a uomini e donne fuori dall’ambito termale i benefici e la forza dermoterapica che da millenni sono propri della sua acqua e dei suoi fanghi. Per questo è stato creato un trattamento cosmetico completo in cui di volta in volta all’azione equili-bratrice , mineralizzante e purificante dell’acqua salso-bromo-iodica, del fango termale è associata l’azione fortemente idratante dei principi attivi come: il collagene, l’acido iarulonico, tutte le vitamine, gli oli essenziali, la proteina della seta e della soia e l’elastina. Se per millenni i nostri avi si sono mossi dalle più disparate zone del mondo per venire a curarsi presso questa mira-colosa fonte, oggi è possibile ottenere i desiderati benefici estetici di quest’acqua utilizzando questa linea di prodotti che è formata da: linea viso, linea corpo, linea benessere, linea uomo, solari, saponi e profumi.

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Giardini TermaliPOSEIDONUn’isola di pace pensata dall’uomo e forgiata dalla natura

a cura di Massimo Pilato

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Un parco naturale e Termale situato a Forio, nell’isola d’Ischia, affacciato sulla splendida baia di Citara e incorniciato da uno dei panorami più sontuosi dell’isola.

Un complesso di 20 piscine con temperature che variano dai 28 ai 40 gradi. Di queste, tre sono alimentate con acqua di mare riscaldata, mentre tutte le altre con acqua termale attinta dal sottosuolo. Un gruppo di quattro piscine è collocato all’interno di una struttura coperta. A completamento del percorso termale, ci sono l’attrezzato centro benessere, la sauna naturale scavata nella roccia e il bagno giapponese, un percorso disseminato di ciottoli sui quali camminare per riattivare la circolazione e donare un senso di benessere generale.

I tre ristoranti all’interno del parco inter-pretano la migliore tradizione culinaria mediterranea. Il più suggestivo di tutti è La Grotta del Vino, ricavato all’interno di un’antichissima cantina completamente sca-vata nella roccia. A disposizione degli ospiti del giardino c’è anche la lunghissima spiag-gia di Citara, e una boutique, per l’acquisto di giornali, tabacchi, cuffie, costumi e abiti griffati.

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Il parco si estende per oltre 60.000 metri quadri, ed è modellato a gradoni, secondo il tradizionale sistema dei terrazzamenti, collegati mediante un affascinante sistema di scalinate e viali sinuosi circondati dal verde. Grandissima è l’attenzione dedicata alle piante, da quelle spontanee ai fiori, pre-senti ovunque e curati assiduamente. I Gi-ardini Poseidon, portano avanti un impegno ecologico atto a far convivere l’attività termo-balneare con la tutela dell’ambiente, dalla scelta di nuove piante, tipiche della macchia mediterranea, a quella dei lettini per il sole e degli ombrelloni, realizzati con rafia del Madagascar.

UbicazioneI Giardini Poseidon Terme si trovano nei pressi della spiaggia di Citara, nel versante sud-occidentale dell’isola d’Ischia. Attraver-so le navi traghetto è possibile raggiungere l’isola in auto, sia dal porto di Napoli che da quello di Pozzuoli. Dall’aeroporto di Capodichino e dalla stazione di Napoli ci si imbarca dal porto di Mergellina o dal molo Beverello, da dove partono aliscafi alla volta di Ischia Porto, Casamicciola e Forio. Una volta giunti a Ischia bisogna seguire le indicazioni per Forio e successivamente quelle per la spiaggia di Citara. Dal porto d’Ischia è altresì possibile usufruire del servizio bus, direzione Forio-Citara, che ferma a pochi passi dal Poseidon.

Aperto tutti i giorni dal 03/04/2010 sino al 31/10/2010www.giardiniposeidonterme.comFoto di Mauro Galligani

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Terapie del benessere

di Anna Mazzella

Cos’è la Tecarterapia…La Tecarterapia® (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo) è un metodo di cura semplice e non invasivo di notevole efficacia che consente di trattare il tessuto biologico in modo innovativo: Un meccanismo d’azione che induce il paziente stesso ad “autoguarirsi”.In sostanza, si tratta di un sistema che crea una forte stimolazione a livello cellulare di energia all’interno dei tessuti stessi,così da riattivare e accellerare i naturali processi auto-riparativi e antinfiammatori del corpo umano, esercitando un’azione antidolorifica e curativa in maniera molto più rapida: è questo che la rende una tecnologia così rivoluzionaria.

Sono queste le tre azioni fondamentali della Tecar®, le stesse che compirebbe il nostro or-ganismo e che vengono potenziate e ricevono una forte accelerazione: stimolare la microcircolazione Aumentare la vasodilatazione Innalzare la temperaturaInfatti la stimolazione dei tessuti,anche negli strati più profondi, produce già dalla prima applicazione una sensibile diminuzione del dolore,aumenta il metabolismo cellulare, in-crementa la circolazione venosa e il drenaggio linfatico, migliora l’ossigenazione nella zona trattata, genera una vasodilatazione, riduce le contratture muscolari, facilita il riassorbimento degli edemi.

L’energia chiama energia. La rivoluzione tecnologica che rende più efficace la vostra terapia

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In funzione della problematica da trattare, l’azione può essere prevalentemente mirata alle fasce muscolari, al sistema circolatorio e linfatico, o si può esercitare più in profondità e dunque su tendini, articolazioni, legamenti, cartilagini e tessuto osseo. Ogni patologia osteo-articolare e dei tessuti molli rallenta e modifica i processi biologici che stanno alla base della riparazione del danno subito. L’idea di trasferire energia ai tessuti infor-tunati è comune a molte terapie elettro-medicali (radar e Marconi terapia usano l’effetto antenna, la magnetoterapia l’effetto Faraday-Neumann ecc.), ma tutte som-ministrano energia proveniente dall’esterno. A differenza, la Tecarterapia® non proietta dall’esterno energia e quindi la corrente non è presente per contatto diretto, ma richiama nella zona da trattare le cariche elettriche già presenti in tutto il corpo,e quindi l’energia viene generata dall’interno dell’organismo dalle cosiddette “correnti di spostamento”, cioè dal movimento alternato di attrazione e repulsione delle cariche elettriche naturali che si trovano nelle cellule sotto forma di ioni e che generano energia all’interno dei tessuti stessi da riparare con un’attivazione metabolica ed un effetto termico endogeno (cioè che nasce dall’interno). Rispetto ad altre terapie che utilizzano energie e frequenze elevatissime ma di poca efficacia in profondità,il vantaggio della Tecarterapia® di trasferire energia biocompatibile ai tessuti lesi, permette di trattare anche strati profondi, non trattabili con trasferi-menti esterni di energia che causano surriscalda-mento e danni alla cute. Ogni seduta di Tecarterapia® ha una durata media di 30 minuti; in genere, per un ciclo completo di cura, sono necessarie da 5 a 10 sedute.Non è però necessario rispettare una tabella di marcia: dato che la pelle non è in alcun modo sensibilizzata né è sottoposta a traumi dovuti al surriscaldamento,è applicabile immediatamente dopo un trauma o durante la fase acuta di un processo infiammatorio, è possibile effet-tuare anche più di una seduta nel corso della stessa giornata,senza controindicazioni né effetti collaterali, accelerando notevolmente i tempi di recupero,garantendo risultati immediati e soprattutto stabili,e può essere associata ad altre terapie,come anche la terapia manuale. Da un’analisi di alcune ricerche universitarie

risulta che i tempi di recupero sono all’incirca dimezzati, rivoluzionando così il modo di fare fisioterapia e riabilitazione: attraverso una tecnologia all’avanguardia, che in breve tempo e senza sofferenza restituisce la normale funzionalità e permette di recuperare la cor-retta articolarità.Rende i muscoli più elastici e reattivi, meno soggetti a stiramenti e strappi, ne aumenta la potenza ed ha un’azione de-faticante. Gli effetti positivi si possono con-statare già dopo la prima applicazione,infatti il paziente avverte un istantaneo sollievo dal dolore grazie al potente effetto analgesico sulle terminazioni nervose,un’azione profonda, omogenea e localizzata e risultati immediati e stabili grazie alla stimolazione e al rafforzamento delle capacità di autoriparazione dei tessuti. Tecar® è in grado di trattare con efficacia e in tempi brevi le patologie dovute ad eventi traumatici riguardanti ginocchio, spalla, anca, caviglia, colonna vertebrale, mani e muscoli, come pure le patologie dolorose infiammatorie osteoarticolari e muscolari quali artrosi, lombalgie e sciatalgie.La riabilitazione Tecarterapica integra l’intervento terapeutico nelle patolo-gie osteoarticolari sia acute che croniche. La Tecarterapia® ha come uniche controindi-cazioni l’applicazione su soggetti portatori di pace-maker e su donne in gravidanza. E’ invece possibile e senza effetti collaterali l’utilizzo nei pazienti portatori di mezzi di sintesi metalliche, protesi vascolari.Viene impiegata nelle terapie riabilitative per il recupero di:• distorsioni • lesioni tendinee • tendiniti e borsiti • esiti di traumi ossei e legamentosi • distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti è attiva in:• diverse forme di osteoporosi • programmi riabilitativi post chirurgici • artralgie croniche di varia eziologia• in particolare dopo interventi di artroprotesi La Tecarterapia® ha trovato ottimi riscontri non solo in medicina dello sport, nell’ambito fisioterapico e riabilitativo, nella terapia antalgica, garantendo buoni e duraturi risultati in tempi molto rapidi,ma si sta sempre più diffondendo anche nella flebolinfologia , grazie alla sua azione

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di drenaggio emolinfatico molto efficace,di ripris-tino del microcircolo e ossigenzazione tissutale. Non ha effetti collaterali e può essere associata senza problemi ad altre terapie, come la terapia manuale.Consente di ottenere risultati positivi in tempi rapidi anche in campo estetico: grazie alla sua capacità di indurre la riattivazione dei sistemi linfatico e circolatorio, è una metodica realmente efficace nella cura della cellulite, agendo sul microcircolo, sulle formazioni nodulari fibroscle-rotiche, e sugli adipociti, riattivando i naturali processi di lipolisi. Utilizzata con successo nei trattamenti viso anti-aging, migliora la circo-lazione linfatica, favorendo lo smaltimento dei cataboliti tossici, primi fra tutti i radicali liberi.

La pelle acquista levigatezza e luminosità, diventa più turgida e distesa, le rughe si attenuano e l’aspetto estetico complessivo appare visibilmente migliorato. Nel campo della chirurgia estetica è un ottimo supporto sia prima che dopo di un in-tervento perché rivascolarizza i tessuti ed aiuta a prevenire la formazione di edemi ed ematomi del post-operatorio grazie alla capacità di stimolare l’autoriparazione dei tessuti. Utilizzata in particolar modo per i cavalli da corsa e da competizione, Tecar® è a disposizione anche della medicina veterinaria per la soluzione di molte sindromi dolorose che colpiscono gli animali di grande o piccola misura.

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Centro benessere Zi Carmela via Mons. Filippo Schioppa, 27

Tel. (+39)081998423www.zicarmela.com

Al centro benessere dell’hotel Zì Carmela, la filo-sofia è “Attenzione totale alla persona”.Alle terme, i massaggi trasmettono il calore e l’empatia che soltanto un essere umano sa dare. Niente macchinari, se non quelli necessari alla riabilitazione ed alla cura di artriti e reumatismi, come l’apparecchio degli ultrasuoni o quello per la magnetoterapia.Al centro estetico dell’hotel Zì Carmela tutti i prodotti sono naturali ed assolutamente sicuri.Un personale altamente specializzato garantisce la idonea applicazione delle cure ed inoltre è pos-sibile integrare il ciclo con trattamenti di relax e benessere che aiutano a risolvere problemi derivanti dallo stress e dal superlavoro.

Elisir Thermae & SPA Località Cuotto

Tel. (+39)081907227/081908163www.sorrisoresort.it

Il nuovissimo reparto Elisir, fiore all’occhiello del Sorriso Thermae Resort & SPA, offre agli Ospiti una vasta gamma di trattamenti estetici e cura-tivi, massaggi e percorsi benessere (doccia senso-

riale, sauna finlandese, frigidarium, bagno turco, doccia jet, doccia emozionale con aromaterapia, piscina benessere termale con idromassaggio, zona relax), il tutto spesso abbinato con acque e fanghi termali rigorosamente naturali. Agli Ospiti è riservato l’utilizzo gratuito di sauna e palestra.

-Centro Benessere Venus Cytarea Parco Hotel Teresa - Baia di Citara

Tel. 081907126 www.villateresa.it

Il nome Citara è indissolubilmente legato alla ricchezza e rigogliosita delle sorgenti di acque minerali che sgorgano naturalmente in numerosi punti della baia.Quale riconoscimento delle proprietà curative e rivitalizzanti delle sue acque minerali i romani diedero alla baia il nome di Cytherea ereggendo un tempio in onore alla Venus Cyterea, dea dell’amore e della bellezza.Dopo millenni le acque della baia di Citara man-tengono inalterate le proprie virtù e ne abbiamo fatto il fiore all’occhiello dei nostro nuovo ed accogliente centro “Terme e Benessere Cyterea”.

Un’ampia gamma di applicazioni di estetica of-frirà l’integrazione ideale per sentirsi a proprio agio e, perché no, soddisfare la propria vanità.

Centro Benessere Negombo Baia di San Montano, Lacco Ameno

Tel. (+39)081986152/ [email protected]

Il Centro Benessere del Negombo è pensato e gestito come luogo delle delizie: racchiude dentro di sè i piaceri e i benefici che danno le sorgenti termali abbinate al mare e al giardino che li avvolge, potenziandoli con i flussi di energia dei massaggi e dei trattamenti che uilizzano sia le più moderne terapie sia le antiche pratiche curative.

Centri benessere e cure termali

Forio

Lacco Ameno

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Le Terme della Regina Isabella P.zza Santa Restituta

Tel (+39)081994322www.reginaisabella.it

Le Terme della Regina hanno un’origine antichissima e virtù terapeutiche uniche al mondo; il nostro quotidiano impegno mira a fornire un servizio all’altezza di questa unicità, affinchè i benefici dei trattamenti termali siano duraturi nel tempo, ed il soggiorno presso le nostre strutture si traduca in un’esperienza indimenticabile.Scegliere di soggiornare al Regina Isabella significa sposare una filosofia nuova nel pan-orama della salute e del benessere. Il Regina Isabella non è solo la promessa di un ritrova-mento del proprio equilibrio psicofisico, non è solo un luogo piacevole dove dedicarsi a delle cure estetiche, ma è principalmente un grande sì alla vita, all’energia e alla bellezza.

Parco termale Tropical Via Comandante Maddalena, 15 (S.Angelo)

Tel. (+39)081999242www.lapalmatropical.it

Il complesso termale Tropical, un incantevole parco stracolmo di fiori e piante esotiche e tropicali d’ogni specie, da cui si può ammirare uno dei panorami tra i più famosi di Ischia, sorge nella meravigliosa Baia S.Angelo a breve distanza dall’incantevole spiaggia di “Cava Grado”. Il parco comprende nove piscine di cui una con acqua di mare, una con idromas-saggio termale, una coperta termale, con temperature che vanno da 26° a 40°.Il parco termale Tropical dispone di un centro di cure termali sotto controllo medico, fango e cure inalative, con convenzione con il S.S.N, cure fisioterapiche, ginnastica correttiva, cure estetiche, curative e di bellezza, saune naturali, grotte romane e discesa diretta sulla spiaggia.

Sant’Angelo

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Sabato 20 marzo 2010, alla vigilia dell’entrata ufficiale della primavera, le Cantine Pietratorcia hanno presentato presso il ristorante-degustazione del Cuotto, dove erano poste le vecchie cantine dei Micho, la nuova creatura della ormai rino-mata azienda vitivinicola foriana, Forastera Doc 2009.Questa nuova gemma va ad arricchire il già nutrito bouchet della vetrina dei vini di Pietratorcia, e rappresenta un significativo motivo di orgoglio, rimarcando, la nuova tendenza delle Cantine Pietratorcia verso un vino mono vitigno, come già accaduto l’anno scorso con il Biancolella Doc 2008, che ha ottenuto un successo che è andato oltre ogni più rosea previsione. Le Cantine Pietratorcia con questa nuova bottiglia confermano uno standard qualitativo buono, contribuendo a rinverdire, attraverso l’enogastronomia, i successi del nostro turismo, rivitalizzandolo e creando nuove opportunità. Il futuro delle cantine per la prossima vendemmia è rosso, e quasi certa-mente sarà il Per’ e Palummo o Piedirosso, già presente al 45% nell’affermato Janno Piro, che è stato tra le prime scommesse vinte dell’Azienda del pesce di Eubea, che a suo tempo mise in commercio questo net-tare molto versatile sopratutto nella cucina di terra. Il forastera, è un vitigno, di origine scono-sciute, forestiero appunto, ma che è diven-tato nostro dalla metà dell’800, in seguito ad un periodo molto critico della fillossera, dimostrandosi molto più resistente alla malattia. Il vino che ne vien fuori è fresco e delicato con sentori di frutta bianca, con una buona struttura che dà al prodotto una gradevole persistenza. Ci auguriamo che Forastera Doc 2009 abbia lo stesso successo

riscontrato da Biancolella Doc 2008. Stiamo parlando del vitigno principe dell’Isola d’Ischia, il Biancolella in questo caso, proveniente dagli assolati terraz-zamenti, che hanno reso famoso in tutto il mondo questo vino intenso aromatica-mente, pieno di freschezza e di grandi note aromatiche. Noi, da buoni ischitani Doc, non possiamo che augurarci che questi pro-dotti Pietratorcia siano sempre più presenti sulle nostre tavole imbandite e che accom-pagnino la nostra buona e rinomata cucina ischitana, che negli ultimi tempi è diventata anche “stellata”, confermando ancora di più il suo già quotato nome in campo mondiale.

Forastera Doc 2009

di Gerardo Calise

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RistorantiOggi, forse, più che a mangiar tanto, si pensa a mangiar prelibato.Così, gli chef dell’isola si sono adoperati per realizzare dei menù di Pasqua che, purstrizzando l’occhio alla tradizione, rispettano le moderne evoluzioni del gusto.

sempre fresco fa da padrone. Il locale si specchianella rada dei diportisti del porto di Forio. Nelperiodo natalizio il locale sarà aperto, il 25 apranzo, il 26 a pranzo, il 27 a pranzo, dal 28,aperti sia a pranzo che a cena. Il 31, San Silvestro,è nostra tradizione fare il cenone come infamiglia. Avendo solo 25 posti (questa è lacapienza massima del ristorante)si prega ditelefonare per prenotare il tavolo.

4. Ristorante da GisellaLoc. Sorceto (Panza Ischia)Tel. 3474440571 Aperto Tutto l’anno a pranzo e cena

Sull’incantevole baia di Sorgeto, un’ampia salacon un bel panorama sul paesino di Sant’Angelo,cucina casareccia e porzioni molto abbondanti.Un’ampio parcheggio da sfruttare anche per unadiscesa alle vasche di acqua calda della baiafruibili tutto l’anno.

5. Ristorante tutto pizza da LucaPanza CentroTel.:+39 081907846

Se avete voglia di mangiare pizza a volontà,pagando sempre lo stesso prezzo, allora doveteassolutamente andare a mangiare al RistorantePizzeria Luca, uno dei luoghi di culto, per lapizza, presenti sull’Isola d’Ischia. Da Luca, apre�nalmente anche un nuovo locale per GIOVANIche piace anche a mamma e papà: "TUTTO PIZZASHOW" Buona musica, mangi tutte le pizze chevuoi e paghi sempre 10,00 , e gli alcolici restanoFUORI (eccetto la birra).

1. Trattoria Da Peppina di RenatoVia Montecorvo, 42Tel. 081998312www.trattoriadapeppina.it

Ambiente rustico ed elegante. Sulla collinadigradante, ai piedi dell’Epomeo, con la stupendavisione della baia di Citara. Serate a lume dicandela, nella magica atmosfera creata da Ritacon le sue specialità della cucina tradizionalesecondo il ritmo delle stagioni. Si respira un’atmosfera di tradizione ischitana che mette in mostra l’arte e gli oggetti della millenaria cultura contadina.

2. Piano Bar Ristorante Pizzeria OasisBaia di CitaraTel.: +39 081907227 / Fax:+39 081907290www.ristoranteoasis.it

Un panorama unico, un ambiente piacevole ericercato al tempo stesso ed una cucina basatasulla più antica e consolidata tradizionemediterranea, il sapore dell’esclusivo, quello chel’Oasis, a picco sulla Baia di Citara e teatroineguagliabile di tramonti mozza�ato, offre dasempre e in ogni occasione ai propri Ospiti.

3. Ristorante il SaturninoVia MarinaTel. 081998296 - 3331056719email:[email protected]

Ciro e Stefania sono i proprietari del ristorante,hanno impostato una carta dei vini Campani edun menù di poche portate dove il pesce selvaggio

Forio

ristoranti:Layout 1 18/12/09 18:32 Pagina 6

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6. Trattoria il FocolareVia Cretajo al crocefisso, 3Tel.: +39 081902944www.trattoriailfocolare.it

Il verde è la tonalità dell’isola per via dei vigneti,ma soprattutto per il tufo verde, pietra che lacaratterizza nella sua unicità. Ed è proprio ilpatrimonio dei sapori terragni che la famigliad’Ambra ha deciso di valorizzare, contro quantiidentificano l’isola con il blu del mare e unagastronomia legata esclusivamente al pesce. Tuttoiniziò quando Riccardo d’Ambra, la moglie Loretta e la numerosa famiglia fondarono un locale le cui proposte erano controcorrente rispetto a quelle di altri locali ischitani. A Pasqua, menu Tradizionale pasquale.

7. Ristorante Da Coco'Piazzale Aragonese Ischia PonteTel. 081981823

Non esiste un signor Cocò, ma un Salvatore DiMeglio che faceva, il pescatore. Da un pò ha smessoma è importante che continui a conoscere ipescatori. Capelli a spazzola, faccia grintosa dalottatore bulgaro, ha inaugurato il ristorante nel ’63,in uno degli scorci più belli dell’isola, proprio aipiedi del castello Aragonese. Facciamo le cose chefanno, un po’ tutti sull’isola, spaghetti con levongole, con le cozze, pesce all’acquapazza, frittura

di paranza, e questa è proprio buona, non che sianocattivi gli spaghetti, o i pesci all’acquapazza, lodiciamo per esperienza. Ma la frittura è il vero piattoforte, da Cocò.

8. Ristorante La NinfeaVia Nuova Cartaromana 135Tel e Fax 081984140www.hotellaninfeaischia.com

Per cenare al chiarore della luna sullapanoramicissima terrazza, allietati dal piano bar conmusica dal vivo. Abbina una cucina classica etradizionale, a conduzione familiare, fatta dispecialità marinare e base di pesce fresco e frutti dimare, alternata alle antiche tradizioni quali appuntoil piatto tipico dell’isola: il bucatino al sugo diconiglio, le grigliate miste e per finire, la vera pizzanapoletana cotta nel forno a legna da espertipizzaioli.

9. Ristorante OlimpoVia Falanga, 7Tel.:+39 081 999566 (chiuso il 25 ed il 31/12)

Nella parte alta dell’isola d’Ischia, nel Comune diSerrara - Fontana, Eugenio e Flora vi aspettanonell’atmosfera cordiale e familiare delle trattorie dicampagna. Il Ristorante Olimpo offre la cucina tipicaischitana, principalmente casereccia con pasta frescafatta in casa ed una ottima carne alla griglia. Chiama la cucina vegetariana troverà pietanze ricche diverdure e ortaggi.

Barano d’Ischia

Ischia Serrara Fontana

ristoranti:Layout 1 18/12/09 18:32 Pagina 7

PASQUA Pasc vo’ ‘a mnestella ‘mmaretata

cu a gallenella, ‘a ‘nnoglia e ‘ e sasiccelle, ‘ll anìello a ‘o furno, ‘o ppoco ‘e spezzatiello,

‘a felluccia ‘ e ricotta e ‘a suppressata.Quatt’ove toste, na cimm ‘ e nzalata,

na carcioffola e o’ fiasco ‘e maraniello;po’, se sape, ‘a pastiera, ‘o casatiello,

‘a presa ‘ e roce e na pres ‘ arraggiata.

G.Fico

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TAXI>>Ischia PortoPiazza Antica Reggia tel. 081984998 Via De Luca Alfredo tel. 081992493 Piazza degli Eroi tel. 081992550 Via Mirabella tel. 081991067 Piazzetta S.Girolamo tel. 081993720

>>Forio Via Porto tel. 081997482

>>Casamicciola TermePiazza Marina tel. 081900369

>>Lacco AmenoPiazza Girardi tel. 081995183Piazza Pontile tel. 081994310

>>Serrara FontanaPiazzetta S.Angelo tel. 081999899

OSPEDALIRicordate che per chiamare un’ambulanza bisogna comporre il numero 118. L’unica struttura ospedaliera pubblica a Ischia si trova a Lacco Ameno in via Fundera, 2.Centralino: 0815079111

GUARDIA MEDICADi seguito sono riportati i numeri della Guardia Medica dei rispettivi comuni:

>>Barano / Ischia Porto / Serrara Tel. 081 983292

>>Casamicciola / Forio /Lacco AmenoTel. 081998655 - 081998855

CLINICHECentro emodialisi via A.de Luca, 20Tel. 081983164

Guardia Medica Assistenza anzianivia prov.le Panza, 68 Tel. 0813332013

Guardia medica turisticavia prov.le Panza, 68 Tel 081998989

FARMACIE>>Ischia PortoSant’Anna.Via M. Mazzella -Tel 081991624 - 081985089Internazionale. Corso Vittoria Colonna, 179 - Tel. 0813331275Mirabella Via M. Mazzella. Tel. 081991237Dott.ssa Tiziana Costabile. Via Acquedotto, 83 - Tel. 081902634

>>CasamicciolaDe Luisa Piazza Marina, 1 - Tel. 081994060

>>Lacco AmenoCantone Corso Angelo Rizzoli, 77 -Tel. 081900224

>>ForioMigliaccio Corso Regine Francesco, 61 - Tel. 081989355Dr. Lobosco Michele Via G. Castellaccio, 53 Monterone -Tel 0815071489 - 0815071577S.Leonard Via Prov. Panza, 1 -Tel. 081907064

>>Serrara FontanaDella Fonte Dr. Castagliuolo Giuseppina, Piazza Pp. Iacono, 8 - Tel. 081999320Sant’Angelo Di Mario Foroni, Via Chiaia Delle Rose, 10 Tel. 081999973

>>BaranoGarofalo, Piazza S.Rocco, 15 -Tel. 081990012Isola Verde, Via di Meglio, 8 -Tel. 081906516 cell. 3476535608

AZIENDA SANITARIA LOCALE>>IschiaAzienda Sanitaria Locale Via De Luca Antonio, 20 Tel. 800.284270

Assistenza Integrata Di Psichiatria Via Fondo Bosso, 20 Tel. 081.985156

Centro Di Salute Mentale Via Mazzella Michele, 11 Tel. 0815070711

NumeriUtili

Page 63: Ischia News ed Eventi - Aprile - Ciao Susana

>>Casamicciola TermeAzienda Sanitaria LocaleVia De Gasperi, 23 Tel. 081980292

Ufficio Sanitario Rione De Gasperi, 23 Tel 081980204

>>Lacco AmenoLaboratorio Analisi Primario Via Fundera, 2 Tel. 081980439

>>ForioMedicina Legale Via provinciale Panza, 68 Tel. 081997730

>>Barano d’IschiaDist.57 Ass.pscichiatrica Via Corrado Buono, 39 Tel. 081906392

Ufficio Sanitario Via Corrado Buono, 1 Tel. 081905781

AMBULATORI VETERINARI>>Ischia PortoDott. Maio Mariani via Quercia, tel 081982529

>>ForioDott.ssa Lucia Cigliano Strada Statale 270 Forio Panza, 11 - Tel. 081 988249Dott. Alessandro Impagliazzo Via Statale, 278 - Tel. 081909057

>>BaranoDott. Pasquale Sbrogna, via Starza, 22 Tel. 081905193

NUMERI UTILI>>Isola d’IschiaSoccorso stradale (A.C.I.) -Tel 081984038Eliporto - Tel. 0815072545SEPSA Servizio autobus. Via M. Mazzella tel 081991808

>>IschiaComune d’Ischia centralino. Via Iasolino,1. - Tel. 0813333111U.R.P. (Ufficio Relazioni con il Pubblico) Via De Luca, 153 - Tel 081983335Protezione Civile. Via De Luca, 50 - tel 081982397

Carabinieri Via Casciaro, 22 -Tel 081991065 - 081991001 - 081981062 - 081992145

Pronto intervento 112Polizia di Stato Via delle terme, 80 Tel 0815074711 - 0817941111 - 0817941729Polizia di stato soccorso pubblico 113Guardia di Finanza Comando di Tenenza Centralino Via L Mazzella - tel 081991109Capitaneria di Porto Ufficio Circondariale Marittimo Via Iasolino, 10 Tel 081991417 - 081982845Casa del cane Via acquedotto Tel. 081901140

>>Casamicciola TermeMunicipio, Vicolo Paradisiello, 1 - tel 0815072511Carabinieri Via Pozzillo, 1 - tel 081994480Corpo Forestale Corso Garibaldi,95 - tel 081995117Approdo Turistico Cala degli Aragonesi - Tel 081980686 Approdo Turistico Marina di Casamicciola -Tel 3338887975

>>Lacco AmenoComune p.zza S. Restituta tel 0813330811Comando VV. UU. - tel 081900185Ospedale Anna M. Rizzoli centralino - tel. 0815079111

>>ForioMunicipio P.za Municipio Tel 0813332911 N° verde 800258151Comando VV. UU. tel 081997542Giardini “La Mortella” tel 081986220

>>Serrara FontanaMunicipio Via Roma - Tel. 081999626

Comando VV. UU. Via Roma 1 Tel 081999136

>>BaranoMunicipio Via Corrado Buono, 1 081906711Polizia Municipale Via Corrado Buono,10 - tel. 081905764Stazione Carabinieri Salita Municipio, 1 - Tel 081906463

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isola del mare, delle terme, del verde e del vino.Ischia

Vieni nella nostra splendida isola: ogni cantina racconta la storia del suo prezioso nettare. La degustazione dei nostri vini è una esperienza irrinunciabile.