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Isabella Guerrieri Matr.549053 Isabella Guerrieri Matr.549053 Francesca Francato Matr.548699 Francesca Francato Matr.548699 LA SCHIZOFRENIA LA SCHIZOFRENIA Psicopatologia degli schizoidi e degli schizofrenici Eugène Minkowski Eugène Minkowski Ed. Einaudi 1997 ( prima pubblicazione 1927) Ed. Einaudi 1997 ( prima pubblicazione 1927)

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Isabella Guerrieri Matr.549053Isabella Guerrieri Matr.549053Francesca Francato Matr.548699Francesca Francato Matr.548699

LA SCHIZOFRENIALA SCHIZOFRENIAPsicopatologia degli schizoidi e degli schizofrenici

Eugène Eugène MinkowskiMinkowski

Ed. Einaudi 1997 ( prima Ed. Einaudi 1997 ( prima pubblicazione 1927)pubblicazione 1927)

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“ “ La personalità di un autore si rispecchia La personalità di un autore si rispecchia sempre in qualche modo nella sua opera”sempre in qualche modo nella sua opera”

Minkowski introduce il concetto di “Sentimento di armonia con la

vita” legandolo ad una delle sue scoperte più importanti: il razionalismo morboso degli schizofrenici.

il suo pensiero trae ispirazione dagli studi filosofici di Bergson e Husserl

tempo e spazio

SITUAZIONE posto dell’ uomo nel cosmo, collocazione ontologica: “ L’ uomo è un rapporto con l’ altro”

( Nietzsche )

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LIBERTA’e RESPONSABILITA’: LIBERTA’e RESPONSABILITA’: valori fondanti l’essere umano valori fondanti l’essere umano

LIBERTA’

orienta verso il mondo dei valori, verso il benecon essa si afferma l’originaria solidarietà interumanacoincide con l’esistenza propria dell’essere umano e con il suo essere situato in un mondo

RESPONSABILITA’postula la libertà, decide della nostra natura e della nostra vocazione umanaSuprema istanza che nasce dal nostro più intimo Io e che dirige la nostra vitaNel rapporto con “ l’ altro ” coincide con l’ inquietudine

“ Fintanto che un solo uomo resta incatenato nessun altro uomo può essere interamente libero” ( Rabbino Najditch)

Il compito “ impossibile” di ogni curante sta nel fatto che il suo Io deve responsabilmente aprirsi all’ assoluta esteriorità dell’ altro che è incontenibile; questa apertura può definire lo spazio di cura.

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Per affrontare i problemi posti dalla Per affrontare i problemi posti dalla psicopatologia è necessaria una teoria dialettica psicopatologia è necessaria una teoria dialettica

del soggettodel soggetto

Originalità metodologica di Bergson spirale aperta verso l’alto per indicare il movimento del “fenomeno umano”Assenza di dogmatismo e rigidità centralità della vita rispetto alla visione idealistica dello spirito;Nozione di “intuizione” connessa a quella di “ visione delle essenze” (fenomenologia Husserliana ) conoscenza della realtà secondo una metodologia capace di superare l’apparenza e l’ esteriorità;Antipositivista l’ intuizione non è contraria alla ragione: scienza in grado di indagare fenomeni che l’ intelletto razionalistico aveva nascosto;

Quando si è di fronte ad uno schizofrenico, nell’ unicità della dimensione faccia a faccia, egli provoca delle risonanze non solo nel nostro apparato percettivo, ma anche nel nostro mondo interiore la nostra percezione si integra con la presenza del paziente e si manifesta come proveniente da lui.

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Valori della relazione terapeuticaValori della relazione terapeutica::

COESISTENZA: possibilità di dispiegare l’ essere del paziente attraverso l’ introiezione di questo da parte del terapeuta che lo restituirà compatibile con sé, con il mondo e con gli altri;COMPRENSIONE: non sottoporre l’ uomo a una definizione assoluta, non dar mai nulla per scontato;INTUIZIONE : come negazione di tesi insufficienti;PAZIENZA: il terapeuta deve incarnare l’ immagine di cui il paziente ha bisogno ed entrare nella sua immaginazione.

Espressione del paziente schizofrenico:Livello superficiale : uso del comune linguaggio di idee (relazione di reciprocità );Livello profondo: uso della metafora ( per trovare quelle immagini capaci di cogliere i dati immediati della coscienza).

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FENOMENOLOGIA di HUSSERLFENOMENOLOGIA di HUSSERL

Scienza del fondamento che non può e non vuole presupporre ipotesi precostituite al fine di cogliere il fenomeno nel suo essere tale, al suo stato nascente.

METODO DELL’ EPOCHE’

punto di partenza di ogni problematizzazione fenomenologica: sospende la tesi sulla realtà del mondo;immediatezza dell’ intuizione ( fenomeni colti nella loro immanenza);Intenzionalità fenomeno primordiale della vita della coscienza

Minkowski non è interessato al metodo ma ne trae ispirazione al fine

di ricercare il disturbo generatore.

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“ “ SCHIZOFRENIA” SCHIZOFRENIA” termine coniato da Bleuler, che termine coniato da Bleuler, che si riferisce alla psicosi descritta da Kraepelin con il nome di si riferisce alla psicosi descritta da Kraepelin con il nome di

“ demenza precoce” “ demenza precoce”

Kraepelin:

Concezione positivista, nosografica ed organicista dei disturbi psichiatrici;Formula l’ idea di “ unità morbosa” : unicità delle cause, forme, sviluppo, decorso, esito, reperto cerebrale; importanza dell’ esito della malattia due gruppi di malattie : psicosi maniaco- depressiva e demenza precoce;Perdita di vista dell’ individuo e del lato puramente personale della malattia;Interesse al fenomeno del “ negativismo” : negli infermi manca completamente l’ interessamento nei confronti dell’ambiente sua “ osservazione neutra” non considera che la condizione di vita nell’istituzione maniacale sia una variabile influente;Metodologia attualmente più conosciuta e praticata dagli psichiatri.

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BLEULERBLEULER sottrae i “ dementi precoci” di Kraepelin sottrae i “ dementi precoci” di Kraepelin al loro destino con il concetto di “ schizofrenia”al loro destino con il concetto di “ schizofrenia”

- va alla ricerca del disturbo fondamentale - va alla ricerca del disturbo fondamentale - dà agli psichiatri la speranza di poter fare qualcosa- dà agli psichiatri la speranza di poter fare qualcosa

Pone attenzione agli episodi acuti di malattia ed eventuali recidive piuttosto che ai suoi esiti;I disturbi del pensiero degli schizofrenici sono più o meno intensi a seconda delle condizioni;La psicoterapia deve tener conto del fatto che lo schizofrenico benchè malato è in possesso di facoltà psichiche sane;È necessario che lo schizofrenico si trovi nel vivo di una comunità di persone in modo che riesca sempre a sentirsi preso sul serio, come una persona umana.

Dissidio tra teoria e pratica

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Distingue la schizofrenia in:Distingue la schizofrenia in:

1. SINTOMI FONDAMENTALI: alterazione del processo di associazione , “ autismo”, “ ambivalenza”, “contatto affettivo con la realtà-ambiente”

2. SINTOMI ACCESSORI: allucinazioni e idee deliranti

AUTISMO disturbo del pensiero che provoca nel malato un distacco dalla realtà e un ripiegamento su se stesso, con una attività immaginativa esagerata. È un concetto globale, in quanto investe la persona tutta intera, rendendola indifferente verso il mondo tanto da vivere in un mondo parallelo.

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PsicoanalisiPsicoanalisi non può esaurire da sola la non può esaurire da sola la ricerca psicopatologica anche se il contributo è stato ricerca psicopatologica anche se il contributo è stato

grandegrande

Disprezza il “pansessualismo” freudiano ma ne apprezza : l’ introduzione del “romanzo”, il conflitto e l’ evento vissuto, che rendono la psicopatologia più vicina alla vita e all’ essere umano, ed il superamento della frattura causa-effetto.

Di Jung apprezza il punto di vista diverso nell’ affrontare “ dal di dentro “ uno schizofrenico, ponendo

attenzione all’ esperienza duale della cura. L’ esperienza terapeutica con questo paziente è costituita non solo da ascolto, empatia e comprensione,

ma è anche il risultato della serie di trasformazioni interiori che riguardano lo stesso terapeuta

Schizofrenico : “non un assemblaggio di sintomi ma colui che vive in contraddizione con il fluire della vita recando in sé un sentimento di morte proveniente da non si sa dove insieme a una disgregazione e ad un profondo cedimento della propria persona”

Compito della psicopatologia: rivolgersi all’ essere umano sofferente e, attraverso esso, all’ essere umano tuot court; non può considerare l’ essere umano sofferente come un “ oggetto” perché lo snaturerebbe, deve invece cercare di ristabilire l’ intimità e la prossimtà inter-umana.

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Minkowski invita gli psichiatri ad usare il metodo della Minkowski invita gli psichiatri ad usare il metodo della DIAGNOSI PER“PENETRAZIONEDIAGNOSI PER“PENETRAZIONE”” (o Diagnosi mediante il (o Diagnosi mediante il sentimento):sentimento):

1. Atteggiamento interessato e attento dello psicologo 2. Riconoscimento dei sentimenti personali del terapeuta

verso il paziente 3. Contatto quotidiano con gli schizofrenici situati nel loro

contesto come essenzialità del sentire e premessa ad ogni agire terapeutico

4. Rendere espressivo l’ ovvio , donare significatività a ciò che passerebbe inosservato

5. Rispetto dell’ alterità ( se non devozione) 6. Disposizione alla passività: il terapeuta deve creare in sé

stesso uno svuotamento per far si che il malato possa trovare spazio in lui

7. Cercare l’ “essenziale”, conoscere l’ “anima dell’alienato”

“Noi conosciamo la verità non soltanto mediante la ragione, ma anche attraverso il cuore” (Pascal)

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SCHIZOIDIA E SINTONIASCHIZOIDIA E SINTONIA

“ Il nostro spirito continua sempre a ricercare, attraverso innumerevoli variazioni dell’ universo, l’ identità nel tempo [..]. Spiegare un fenomeno è in fondo conoscere la sua pre- esistenza “.

( Meyerson, “ Identitè et Realitè”, 1912)

Kretschmer distingue due ordini crescenti e paralleli :1. Follia maniaco-depressiva cicloidia( comp rispetto all’ ambiente)

ciclotimia( variazione ciclica nel tempo)

2. Schizofrenia schizoidia ( comp rispetto all’ ambiente)

schizotimia ( variazione ciclica nel tempo)

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CICLOIDECICLOIDE::

Passaggio da gaiezza a tristezza con facilità (“proporzione diatesica e coefficiente dell’ umore”) Non perde mai il contatto con l’ ambiente e con la vitaLa sua collera è liberatoriaI depressi cercano di approfondire il “ lato morale” della vita e di agire di conseguenza sono profondamente comprensivi , buoni ed indulgenti Sono socievoli, hanno relazioni gradevoli e preziose perché restano sempre “ umani”Traggono piacere dal lavoro e spesso posseggono molta energia pratica

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SCHIZOIDESCHIZOIDE::Si muove tra due poli : iperestesia e anestesia affettiva (“proporzione psicoestesica”)Non è o troppo sensibile o troppo freddo, ma le due cose nello stesso tempo Ha difficoltà ad uscire dallo stato di collera, resta assorbito dalla sua irritazione, perdendo il contatto con la vitaIn ogni circostanza spinge l’ antitesi “ io e il mondo “ fino ai suoi limiti estremi, vive così una atmosfera di costante conflitto con l’ ambienteIl suo egoismo freddo , il suo orgoglio smisurato e il suo bisogno di auto-analisi lo tengono perennemente nell’ incertezza rendendo la sua vita un calvarioNon è socievole perché

- cerca di mettere la sua anima iperestesica a riparo dai colori troppo vivi e forti della vita quotidiana

- si ripiega su sé stesso preferendo il mondo interiore - relazioni superficiali ed incomplete prive di note affettive; le

differenze individuali non emergono affatto - non ammette che il proprio modo di essere

I DUE ORDINI NON SI ESCLUDONO

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schizoidia fattore costituzionale

SCHIZOFRENIA fattore nocivo natura evolutiva che può

determinare un processo morboso mentale specifico

SCHIZOIDIA + FATTORE PATOLOGICO DI NATURA CICLICA schizofreniaSINTONIA + FATTORE PATOLOGICO DI NATURA CICLICA follia maniaco

depressiva

SCHIZOIDIA fattore costituzionale immutabile SCHIZOFRENIA malattia che tende a progredire dove i meccanismi di difesa che

lo psichismo può contrapporle non riescono a frenarla

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SCHIZOIDIA e SINTONIASCHIZOIDIA e SINTONIA: “principi vitali” (Bleuler) che : “principi vitali” (Bleuler) che regolano l’atteggiamento nei confronti degli avvenimenti, regolano l’atteggiamento nei confronti degli avvenimenti, delle persone e degli oggetti-ambiente. Si uniscono in delle persone e degli oggetti-ambiente. Si uniscono in proporzioni variabili (non sovrapponibili) determinando proporzioni variabili (non sovrapponibili) determinando l’aspetto di ciascun individuo rispetto l’ambiente.l’aspetto di ciascun individuo rispetto l’ambiente.

Follia maniaco-depressiva: mantenuto il contatto con la realtà; è in sintonia con l’ ambiente; possiede l’intuizione della misura e dei limiti.

L’iperemotività è percepita come disagio, debolezza, corpo estraneo; il malato si “nasconderebbe” volentieri davanti la vita, ma lotta contro la sua ossessione.Il contatto col mondo esterno è però degradato, esiste soltanto nel momento; rappresenta perciò una sintonia deformata rispetto a quella “piena e armoniosa” del sintono normale.Schizofrenia: rompe il contatto vitale con la realtà. Lo schizoide si confonde con la propria iperestesia, vi associa l’idea della propria personalità e vede una superiorità sugli altri; si allontana del tutto dalla vita perché si identifica con i suoi fenomeni ossessivi.

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Segno patognomico di ordine negativo che permette di escludere la schizofrenia è la sintonia.

Oltre a sapere se il malato è schizofrenico è importante vedere fino a che punto lo è (psicosi mista o associata); per non cadere nella trappola dell’etichettamento è preferibile un’incertezza che ci ponga davanti a problemi nuovi.

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IL DISTURBO ESSENZIALE DELLA IL DISTURBO ESSENZIALE DELLA SCHIZOFRENIASCHIZOFRENIAMINKOWSKIMINKOWSKI : : Il disturbo generatore fondamentale della schizofrenia è la Il disturbo generatore fondamentale della schizofrenia è la

perdita del contatto vitale con la realtàperdita del contatto vitale con la realtà, il quale non fa riferimento ad un , il quale non fa riferimento ad un contatto di tipo sensoriale-motorio, quanto piuttosto ad un contatto che contatto di tipo sensoriale-motorio, quanto piuttosto ad un contatto che riguarda l’essenza della personalità vivente nei suoi rapporti con l’ambiente; riguarda l’essenza della personalità vivente nei suoi rapporti con l’ambiente; esso fa riferimento ai fattori irrazionali della vita.esso fa riferimento ai fattori irrazionali della vita.

Il concetto di “contatto vitale con la realtà” non può essere condiderato quale Il concetto di “contatto vitale con la realtà” non può essere condiderato quale nozione interamente nuova, in quanto deriva almeno in parte dal pensiero di nozione interamente nuova, in quanto deriva almeno in parte dal pensiero di KRAEPELIN e di BLEULER e dalla filosofia di BERGSON.KRAEPELIN e di BLEULER e dalla filosofia di BERGSON.

•KRAEPELIN:KRAEPELIN: Alla base della schizofrenia si ha Alla base della schizofrenia si ha un unico processo morboso un unico processo morboso sottostantesottostante, il quale riguarderà non un’unica specifica funzione, quanto , il quale riguarderà non un’unica specifica funzione, quanto piuttosto la coesione e l’armonia tra diverse funzioni.piuttosto la coesione e l’armonia tra diverse funzioni.•BLEULERBLEULER: Il disturbo generatore della schizofrenia è un : Il disturbo generatore della schizofrenia è un disturbo particolare disturbo particolare nell’associazionenell’associazione delle ideedelle idee, di cui si dovrà cercare la base organica., di cui si dovrà cercare la base organica.•BERGSONBERGSON: Lo psichismo umano si compone di : Lo psichismo umano si compone di intelligenza intelligenza (= insieme di (= insieme di fattori del nostro psichismo che si riferiscono al solido, all’inerte, allo spazio) e di fattori del nostro psichismo che si riferiscono al solido, all’inerte, allo spazio) e di istinto istinto (= insieme di fattori del nostro psichismo che si riferiscono alla durata (= insieme di fattori del nostro psichismo che si riferiscono alla durata vissuta, al dinamismo). Ciascuno di questi due fattori principali è di per sè vissuta, al dinamismo). Ciascuno di questi due fattori principali è di per sè insufficiente ad assicurare l’esistenza dell’individuo, in quanto essi si insufficiente ad assicurare l’esistenza dell’individuo, in quanto essi si compenetrano e si completano a vicenda, a formare un tutt’uno armonioso. compenetrano e si completano a vicenda, a formare un tutt’uno armonioso.

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L’armonia di cui Bergson ci parla, ritornando ora al pensiero di Minkowski, può

essere perturbata anche notevolmente da modificazioni patologiche.

• INDEBOLIMENTO INTELLETTIVO (es. paralisi generale): modificazioni

patologiche dell’intelligenza, con conseguente scomparsa dell’immagine spaziale

della durata; tutto diviene movimento e successione immediata. Vengono cioè a

mancare i fattori statici del nostro psichismo e si ha un decadimento delle funzioni

puramente intellettive (si parla di demenza vera e propria).

• SCHIZOFRENIA: modificazioni patologiche dell’istinto, con conseguente

progressiva staticità pervasiva (che si ritrova nei movimenti stereotipati degli

schizofrenici), difficoltà nell’adattamento al reale e nella modulazione degli stati

affettivi. Minkowski la chiama anche deficit pragmatico, il quale è visto

essenzialmente come indebolimento dello slancio vitale e dell’affettività (non si

può parlare di demenza vera e propria, in quanto non sono le funzioni intellettive

ad essere direttamente coinvolte).

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IL CONTENUTO DELLA PSICOSI

Le manifestazioni incoerenti, le stereotipie, il mutismo, l’ipercinesia disorganizzata

degli schizofrenici, non vengono più viste come totalmente incoerenti e

impenetrabili alla nostra comprensione, ma si cerca ora di decifrarne il senso,

riconducendoli ad avvenimenti a forte carica affettiva del passato del malato. Tali

avvenimenti sono detti “complessi”.

Il contenuto della psicosi non è proprietà esclusiva di una

sola malattia mentale, non ha valore diagnostico, nè dà la possibilità di diagnosi

differenziali; esso non rappresenta nemmeno la causa della psicogenesi dei

disturbi ai quali essa si applica, e ancor meno dell’affezione che li condiziona.

I complessi hanno solo un ruolo secondario nella patogenesi della schizofrenia, ma

risultano comunque molto importanti, quali tentativo di comprensione dello

psichismo schizofrenico e delle sue incoerenti manifestazioni

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Pensiero che non cerca più di adattarsi alla realtà, ma che al contrario si distacca da essa; esso non persegue alcuno scopo reale e non cerca più nè di venir comunicato agli altri in modo comprensibile, nè di dirigere la nostra condotta conformemente alle esigenze della realtà.

Una delle conseguenze di tale forma di pensiero investe il LINGUAGGIO, il quale diviene incomprensibile per chi lo ascolta e presenta simbolismi, neologismi, condensazioni, associazioni,..

AUTISMO: E’ principalmente visto come un distacco dell’individuo dalla realtà, che lo conduce ad un ripiegamento su se stesso, o piuttosto sui complessi che porta in sè e che ormai lo assorbono completamente; dà così preferenza al suo mondo immaginario a detrimento della realtà e traduce esteriormente questo stato di cose, soprattutto nei casi gravi, con un atteggiamento di ostilità e ancor più di passività e di immobilità rispetto al mondo-ambiente.

IL PENSIERO AUTISTICO

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Se ci limitassimo a ciò, dovremmo considerare gli schizofrenici come soggetti passivi, ripiegati su sè stessi, immersi nella loro rêverie allo stato di veglia.

L’ATTIVITA’ PRIMITIVAMENTE AUTISTICA, che possiamo ritrovare nei soggetti schizofrenici accanto all’espressione di un forma autistica di passività, che permette di assorbirsi maggiormente nel proprio mondo interiore, è costituita da un’attività personale la quale è però privata del contatto normale con la realtà. Questo “difetto di contatto” con la realtà, può avvenire nel corso delle diverse fasi della sua realizzazione (atto senza domani, volontà eccessiva, valore assoluto,..).

• u

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AUTISMO RICCO: caratterizzato dalla costituzione di un mondo immaginario, in

cui i complessi hanno una funzione preponderante. Essi determinano il contenuto

dei sintomi e le variazioni nelle reazioni del malato. In questi malati ritroviamo

spesso una forte tendenza alla rêverie.

AUTISMO POVERO: caratterizzato dall’abbandonarsi ad un’attività ininterrotta, la

quale assume un carattere profondamente morboso. Lo schizofrenico getta il suo

atto o il suo lavoro nel mondo-ambiente, senza preoccuparsi delle esigenze di

quest’ultimo, come se in fondo non esistesse affatto. Il costruire un proprio mondo

immaginario e il viverci, non è alla portata di questi soggetti. Lo slancio personale

si arresta e si spezza del tutto.

“Alcuni schizoidi sono come delle ville romane che hanno chiuso le loro imposte al sole cocente, ma all’interno, nella penombra, ci sono feste e banchetti (autismo ricco). In altri, invece, dietro questa facciata silenziosa, non ci sono che rovine e cenere, il vuoto monotono, il soffio glaciale della demenza affettiva (autismo povero)” (Kretschmer).

Se l’autismo ricco con il suo mondo immaginario, i suoi complessi, riguarda ciò che ancora vi è di normale e di vivo nella personalità morbosa, l’autismo povero ci presenta invece il disturbo schizofrenico “allo stato puro”, l’aspetto deficitario della malattia e non ciò che di preservato (e talvolta ipertrofizzato oltre misura) si ha dello psichismo colpito.

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L’aspetto deficitario, che a seguito del disturbo schizofrenico viene a delinearsi nello psichismo del soggetto, tenta di essere compensato con tutta una varietà di manifestazioni reattive secondarie.

Troviamo da una parte la compensazione affettiva, dall’altra delle manifestazioni reattive più “meccaniche” o per meglio dire fenomenologiche. Lo scopo è quello di ricreare un nuovo equilibrio, il quale pur presentando caratteri profondamente morbosi, costituisce tuttavia un’ancora di salvezza per la personalità deficitaria.

Il soggetto schizofrenico, mette in atto tutta una serie di ATTEGGIAMENTI SCHIZOFRENICI, i quali solo raramente giungono a compensare del tutto la lesione o il deficit primario; inoltre malgrado la loro tendenza utile, ipertrofizzandosi possono diventare di per se stessi un pericolo per l’individuo. La nozione di “atteggiamenti schizofrenici” limita il ruolo dei “complessi” nella patogenesi dei disturbi schizofrenici; alcuni di questi atteggiamenti schizofrenici, comunque, vanno a fissarsi ad avvenimenti a forte carica affettiva, così come lo fanno del resto rispetto anche a qualsiasi avvenimento banale della vita ordinaria.

MANIFESTAZIONI SCHIZOFRENICHE SECONDARIE REATTIVE

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Tutti questi ATTEGGIAMENTI SCHIZOFRENICI

possono essere distinti in due gruppi principali:

• FENOMENI IDEO-AFFETTIVI (in rapporto a fenomeni, della vita normale, di natura chiaramente affettiva): rêverie morbosa, malumore morboso, rimpianti morbosi.

• FENOMENI INTELLETTIVI (ipertrofia patologica di fattori intellettivi): atteggiamento interrogativo, razionalismo morboso, geometrismo morboso.

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RêVERIE MORBOSA = essa differisce dalla RêVERIE NORMALE non per il

grado o per il cotenuto (anche se in quella morbosa il contenuto è spesso

molto più limitato e si riduce ad una o due idee desiderio, fisse ed

immobili, rivissute dal malato in modo stereotipato; a volte il contenuto si

riduce a nulla) quanto piuttosto per il fatto che in essa, al contrario di

quella normale, non viene mantenuta la coscienza latente della realtà;

qui la rêverie si trova a lato della realtà, come fenomeno equivalente,

mettendosi al posto di quest’ultima. Nella rêverie normale, invece, si ha

uno stato effimero che non si distacca mai completamente dalla realtà ed

è sempre pronto in ogni momento a cedere il passo alla realtà.

MALUMORE MORBOSO = esso, come anche le altre manifestazioni

schizofreniche secondarie, ha un carattere accidentale e non è

necessario che si produca per parlare di schizofrenia. E’ caratterizzato

da: egoismo o piuttosto particolarismo, orgoglio, cattivo umore abituale,

facili collere, difficoltà a sopportare la minima contrarietà, i quali tratti

amplificandosi danno origine a disturbi di carattere psicotico.

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• RIMPIANTI MORBOSI = come la rêverie, cercano di mantenere un contatto con la realtà e di trovarvi virtualmente uno sbocco verso il mondo reale; essi vengono però a qualificarsi come morbosi, in quanto privi di gradazione, di sfumature, di propulsione verso l’avvenire, fissi, immobili e sterili. Per il soggetto divengono il modo di mettersi ancora in rapporto con gli avvenimenti della propria vita interiore e della realtà in genere, obbligandoli a vivere in realtà solo nel passato.

• ATTEGGIAMENTO INTERROGATIVO = atteggiamento morboso rispetto alla relatà in genere; atteggiamento passivo, caratterizzato soprattutto da domande poste a vanvera, a non finire. Ma in queste domande senza fine manca completamente l’elemento emotivo e anche quasi del tutto l’elemento personale, riguardando esse soprattutto l’ordine oggettivo delle cose. Rappresenta, anch’esso, il legame che unisce il soggetto alle persone, agli avvenimenti, agli oggetti dell’ambiente.

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RAZIONALISMO MORBOSO = tutti gli atti della vita vengono considerati come antitesi razionali, con il conseguente risultato della mancanza di sentimento irrazionale e di armonia con se stessi e con la vita. Le principali conseguenze di ciò sono:

• scomparsa totale del limite e della misura,

• il soggetto governa la propria vita unicamente secondo delle IDEE (tra loro sconnesse e che talvolta si sovrappongono),

• principi giusti di per sè, portano a conseguenze mostruose proprio in ragione della loro generalizzazione,

• venendo a mancare il fattore regolatore della vita (contatto vitale con la realtà) lo psichismo risulta disarmonico,

• perdita della facoltà di cogliere nella loro portata individuale le persone e gli oggetti concreti,

• scomparsa dei fattori affettivi e della durata vissuta.

GEOMETRISMO MORBOSO = generalizzazione abusiva di nozioni di ordine spaziale, di un’influenza morbosa esercitata sul pernsiero e sul comportamento da criteri matematici, che determinano il valore degli oggetti e degli avvenimenti unicamente secondo le loro dimensioni e i loro caratteri geometrici.

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PORTATA TERAPEUTICA DELLA NOZIONE DI SCHIZOFRENIA

La concezione della schizofrenia come perdita di contatto vitale con la

realtà, implica l’idea che tale contatto possa essere in parte o

interamente ristabilito, in quanto le facoltà psichiche dell’individuo

schizofrenico non sono distrutte irreparabilmente, ma sono piuttosto

sregolate, deviate dal contatto con la realtà.

Lo schizofrenico non è più visto quale demente, quanto invece come

individuo che PUO’ GUARIRE.

Tale nozione di curabilità può avere di per sè valore curativo, in quanto

modifica il nostro atteggiamento nei confronti del malato.

Tale concezione nosologica ha un enorme valore terapeutico e apre le

porte ad una nuova prospettiva di attività terapeutica.

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APPLICAZIONI PRATICHE

Tale nozione di schizofrenia lascia ampio spazio all’analisi psicologica e porta alla creazione e alla messa in atto di tutta una serie di applicazioni pratiche, le quali hanno profondamente modificato tutta l’assistenza agli schizofrenici. Esse sono davvero numerose e se dovessimo citarne alcune, le più rappresentative forse sarebbero il DISPENSARIO PSICHIATRICO, la COLLOCAZIONE PRESSO LA FAMIGLIA, la TERAPIA DEL LAVORO, le DIMISSIONI PRECOCI, la SOMMINISTRAZIONE DI MEDICINALI.

Senza confinarsi in un unico metodo, si cercherà di mettere in pratica tutti i mezzi

suscettibili di ristabilire il contatto affettivo con il malato e ridurre quindi il suo

autismo. Non ci si accosterà più allo schizofrenico come ad un demente, per

assistere da spettatori impassibili, all’evoluzione fatale del suo male; ora vediamo

in lui proprio uno “schizofrenico”, cioè un individuo che rompe i legami con

l’ambiente e il cui atteggiamento morboso può essere combattuto.