IRS86_IL FIGLIOL PRODIGO

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MARGARET MOORE

IL FIGLIOL PRODIGO

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Rogue's Return

Harlequin Historical © 1997 Margaret Wilkins

Traduzione di Federica Isola Pellegrini

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

© 2001 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione I Grandi Romanzi Storici gennaio 2001

Seconda edizione I Romanzi Storici Harlequin Mondadori agosto 2011

Questo volume è stato impresso nel luglio 2011 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd)

I ROMANZI STORICI HARLEQUIN MONDADORI

ISSN 1828 - 2660 Periodico mensile n. 86 del 10/08/2011

Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 212 del 28/03/2006

Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA

Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI)

Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A.

Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Inghilterra, 1868 «Oh, signorina Barton, che piacere incontrarvi! Non è assolutamente spaventoso?» cinguettò una ben nota voce femminile. Con un vago sorriso Grace Barton si volse verso la signorina Myrtle Hurley e la sua silenziosa gemella, la signorina Ethel, che adesso le bloccavano la strada con la stessa efficacia di un muro di mattoni. Come sempre, le due anziane sorelle vestivano in modo pressoché identico con abiti di rasatello nero, mantelli neri, cuffie nere e manicotti spelacchiati che dovevano possedere dall'epoca della Reggenza. I loro folti capelli bianchi erano acconciati in modo molto simile e all'occhio di un osservatore casuale sarebbero apparse come immagini allo specchio della stessa, mi-te vecchietta. Sfortunatamente, Grace sapeva per esperienza che né il frizzante vento di aprile che spirava dalle paludi e le faceva svolazzare il sottile mantello di lana né l'o-dore proveniente dalla bottega poco distante del pesci-vendolo le avrebbero spinte a muoversi finché non a-vessero detto ciò che avevano da dire. «Buon pomeriggio» le salutò, chiedendosi quale

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succoso pettegolezzo le avrebbero propinato quel giorno. «Buon pomeriggio» rispose la signorina Myrtle, maggiore della gemella di ben cinque minuti, con vo-ce trafelata. Parlava sempre come se le mancasse il fiato e sempre sorridendo, per quanto terribili fossero le notizie che si preparava a comunicare o per quanto critica si mostrasse al riguardo. Grace aveva spesso l'impressione che fosse per que-sto che le ragazze Hurley, che erano ragazze da circa settantacinque anni, riuscissero esse stesse a evitare di venire aspramente criticate. Se altre persone che non fossero sembrate l'incarnazione di una soave sene-scenza avessero detto le cose che dicevano loro o rive-lato i segreti che spifferavano loro, nessuno le avrebbe più frequentate. «È troppo, troppo penoso!» esclamò la signorina Myrtle. «Non per noi, ovviamente, ma per tanti altri.» «Che cosa è successo?» domandò Grace in tono neutro, spostando il cestino della spesa da una mano all'altra, sia perché fremeva per l'impazienza sia per-ché la signorina Ethel stava cercando di sbirciarvi dentro e lei non voleva che ne vedesse il contenuto. Non era affar suo se lei aveva comprato il pesce più a buon mercato che era riuscita a trovare. «Si tratta degli affitti» annunciò la signorina Myrtle non senza un certo sussiego. «Sir Donald ha intenzio-ne di aumentarli... senza possibilità di dubbio. L'ho sa-puto dalla signora Banks neanche due ore fa.» Lei deglutì a stento. Oltre che il proprietario della più vasta tenuta della regione, Sir Donald era anche il padrone di Barton Farm. Per una volta l'informazione delle Hurley era davvero importante e se veniva dalla sua governante, doveva essere vera. «Detesto essere portatrice di cattive notizie» riprese

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la signorina Myrtle continuando a sorridere. «Ma tutti ne verranno a conoscenza, presto o tardi. Sir Donald è tornato ieri e ha già parlato con alcuni dei suoi affit-tuari.» Era tipico delle Hurley discutere di una notizia di una simile gravità come se non fosse che un banale pettegolezzo, pensò Grace avendo cura di non lasciar trapelare la propria costernazione. Le gemelle non a-vevano nulla da temere, poiché i loro genitori avevano ammassato un notevole patrimonio con il commercio del legname, patrimonio che avevano poi lasciato alle loro figlie. Sir Donald avrebbe anche potuto triplicare l'affitto senza che loro ne soffrissero. Non così lei e Mercy. I loro antenati erano stati i più grandi proprietari terrieri della contea per più di tre secoli. Il villaggio di Barton-by-the-Fens portava ancora il loro nome. Purtroppo, ai tempi del loro non-no, diversi investimenti si erano rivelati disastrosi. Il loro padre aveva tentato invano di rifarsi. A poco a poco le loro terre erano passate nelle mani di Sir Do-nald, finché alla morte dei loro genitori, avvenuta tre anni addietro, non erano rimasti che la casa in cui abi-tavano e l'acro di terreno che la circondava, e per tira-re avanti non potevano contare che sulla rendita della dote della loro madre, una cifra appena sufficiente a procurare loro lo stretto necessario. «Sapete di quanto intende aumentarli?» domandò con tutta la calma che riuscì a chiamare a raccolta. «No, non lo sappiamo» cinguettò la signorina Myr-tle. «È disdicevole per delle signore parlare di affari.» «Disdicevole» mormorò la signorina Ethel. Grace evitò di far notare loro che ne stavano parlan-do in quello stesso momento e che se desideravano fungere da banditori cittadini, avrebbero dovuto aspet-tarsi di essere interrogate. «E sapete quando?»

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«Non sono cose che ci riguardano. Forse, quando lo farà, provvederà a pagare gli stipendi di altri agenti dell'ordine. Il capo della polizia della contea sostiene che non può porre rimedio al problema del vagabon-daggio con un personale così scarso.» La signorina Myrtle accennò in direzione del Tre Corone, uno dei piccoli edifici di mattoni che fian-cheggiavano la piazza del villaggio, fuori del quale bighellonava un gruppo di uomini cenciosi e malnutri-ti. Le tre donne si strinsero addosso i mantelli simulta-neamente, quasi per difendersi dai loro sguardi insi-stenti. «E proprio l'altro giorno, mia cara, ho sentito dire che alcuni viaggiatori erano stati derubati da una ban-da di briganti sulla strada per Grantham. Perfino le no-stre campagne sono diventate malsicure!» «Malsicure» ripeté la signorina Ethel con un sorriso affabile. Se il presunto aumento degli affitti fosse servito ad apportare dei miglioramenti nella contea, Grace ne sa-rebbe rimasta meno sconvolta, anche se il denaro per pagarlo avrebbe continuato a costituire un problema. Dubitava però che Sir Donald avesse intenzione di spendere le entrate supplementari per chiunque altro all'infuori di se stesso. Dopo essere diventato cavalie-re, una nomina recente e che non aveva mancato di sbalordire gli abitanti di Barton, aveva dichiarato che la casa che apparteneva alla sua famiglia da tre gene-razioni non era abbastanza imponente per un nobiluo-mo. I lavori per renderla più degna, o almeno più am-pia, erano iniziati immediatamente. «Dovrei andare...» azzardò, con la speranza di al-lontanarsi dalle Hurley prima che queste avessero la possibilità di annunciarle altre disgrazie.

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«Dicono che sta pensando di sposarsi» la interruppe la signorina Myrtle. «Una ricca ereditiera» aggiunse la signorina Ethel. «Se facesse un buon matrimonio, forse non sarebbe costretto ad aumentare gli affitti» osservò lei auguran-doselo di tutto cuore, e non solo per una questione e-conomica. «Se volete scusarmi, è meglio che torni a casa da Mercy.» «Oh, e come sta la cara, piccola Mercy?» si premu-rò di chiedere la signorina Myrtle, come se Mercy fos-se una bambina di sei anni e non una ragazza di diciot-to. «Benissimo, grazie» mentì Grace. Se le Hurley avessero saputo che sua sorella non si sentiva bene, sarebbero piombate in casa loro nei mo-menti meno opportuni con pentole di minestra, medi-cinali che acquistavano dai venditori ambulanti o da-gli zingari, o semplicemente per vedere come sta, po-vera cara. Dopodiché lei avrebbe appreso dai benin-tenzionati che le gemelle ritenevano che la pulizia del-la casa lasciasse alquanto a desiderare, che trovavano il giardino maltenuto e il cibo mezzo crudo. In momenti simili ringraziava il cielo che non aves-sero domestici in grado di riferire che quella mattina Mercy aveva dato di stomaco. «Spero che l'assenza di Adam non l'addolori trop-po» disse la signorina Myrtle con la timidezza di una quindicenne, riferendosi al nipote. «Non l'ha neanche nominato, in quest'ultimo mese. Dopotutto, non erano che semplici conoscenti.» O così Grace si augurava fervidamente. Mercy non aveva fatto mistero della sua infatuazione per l'aitante ufficiale di marina che era andato a trovare le zie du-rante una licenza. Benché non fosse rimasto a Barton che un mese,

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sua sorella sembrava essersi incapricciata di lui. «Semplici conoscenti» ribadì fermamente la signo-rina Ethel. Senza dubbio il solo pensiero che il loro prezioso nipote sposasse una ragazza povera, anche se di buona famiglia, rischiava di mandarle in deliquio. «Sono sicura che la signorina Mercy si è limitata a essere incantevole come sempre» dichiarò la signorina Myrtle. «E Adam è un giovanotto talmente attraente, che chiunque abbia un minimo di discernimento do-vrebbe desiderare di godere della sua compagnia.» Era un rimprovero destinato a lei, Grace lo sapeva, dato che non gli aveva prestato molta attenzione. Le era sembrato un bell'uomo, ma nulla di più, e un tanti-no troppo pieno di sé. Ciononostante, assentì sorriden-do. «È arrivato sano e salvo a Gibilterra ed è già diven-tato uno dei beniamini del quartiere generale» la infor-mò la signorina Myrtle. «Uno dei beniamini» ripeté orgogliosa la signorina Ethel. «Non ne dubito. Ora però devo proprio chiedervi di scusarmi. Questo vento è così freddo.» Accennando una riverenza, Grace si affrettò a girare sui tacchi. «Buonasera, signorina Barton» le gridò dietro la si-gnorina Myrtle in tono gaio. «Cercate di non preoccu-parvi troppo per l'affitto!» Con quelle parole nelle orecchie, lei udì appena il «'Sera!» della signorina Ethel mentre attraversava la piazza di buon passo, poiché in effetti il vento si era fatto più impetuoso e decisamente gelido. Qualora l'intero villaggio non fosse già stato a co-noscenza della situazione economica delle sorelle Bar-ton, avrebbero gridato ancora più forte la loro racco-mandazione, si disse Grace acidamente. Be', non a-

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vrebbe dovuto volergliene per questo. In fondo sape-vano tutti che se la cavavano a malapena. C'erano po-chi segreti in quella piccola comunità. Pochi cambia-menti nella routine quotidiana. Poche facce nuove che rendessero la vita interessante... Non per la prima volta, tentò di immaginarsi mentre lasciava Barton-by-the-Fens per cominciare da capo in una grande città, in cui nessuno avrebbe saputo chi fosse o quali difficoltà dovesse affrontare. In cui nes-suno si curasse di lei, o la trattasse con rispetto perché nella notte dei tempi i suoi antenati erano stati signori e padroni del luogo. Emise un pesante sospiro. Come al solito, le sue fantasticherie su un'eventuale partenza erano giunte a un punto morto e avevano contribuito soltanto ad accrescere il terrore di abban-donare la sua casa. Inoltre doveva pensare a Mercy, e Mercy avrebbe preferito farsi tagliare un braccio piut-tosto che lasciare Barton. Lo aveva detto e ripetuto fin troppo spesso. Ripeteva tante di quelle cose fin troppo spesso e con una tale enfasi, che i suoi sentimenti erano un li-bro aperto non solo per sua sorella, ma per l'intero vil-laggio, comprese le gemelle Hurley. Perché non si comportava con maggior cautela?, si chiese Grace con la vecchia, ben nota frustrazione. Perché non poteva imparare a essere più riservata? Perché aveva dovuto dimostrare in modo così plateale la sua ammirazione per il tenente Brown? Be', sarebbe stato assai peggio se avesse espresso a parole la sua ammirazione per il nipote delle Hurley. Ogni volta che le avessero incontrate, le sue zie non a-vrebbero mancato di rimarcare per quali e quante ra-gioni la loro sarebbe stata un'unione male assortita, benché il vero nocciolo della questione fosse che le

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gemelle Hurley non avevano alcuna simpatia per la sorella maggiore di Mercy. Non l'avevano mai avuta, almeno da quando Grace era diventata un'adolescente. Aveva impiegato un cer-to tempo a capirne il motivo: le Hurley vivevano in at-tesa delle reazioni della gente e lei non ne dimostrava nessuna. Era sempre stata taciturna, piuttosto timida e poco incline a dare a vedere ciò che provava. Le ge-melle preferivano di gran lunga il tipo di reazioni che manifestava sua sorella. Mercy era sempre emotiva e sentimentale e i loro racconti riuscivano a innalzarla alle più alte vette della felicità o a farla precipitare in un abisso di disperazione nello spazio di pochi minuti. Raggiungendo l'estremità della piazza, notò la con-sueta, piccola folla all'interno della bottega del fabbro. Stavano certo parlando del futuro aumento degli affit-ti. Mal comune mezzo gaudio, si sforzò di consolarsi. Benché gli abitanti del villaggio avessero dato per scontato che Sir Donald avesse tutto il diritto di andar fiero del suo cavalierato, erano circolate non poche congetture su come intendesse procurarsi il denaro per le migliorie che stava apportando alla sua casa. Ora a-vevano la risposta che desideravano. Probabilmente stavano anche parlando, per l'ennesi-ma volta e con notevole astio, della manodopera as-sunta da Sir Donald, che aveva fatto venire da Londra muratori e falegnami. Correva voce che anche il mobi-lio fosse stato ordinato in quella città. Una carrozza nera imboccò la strada principale e, riconoscendo il suo passeggero, Grace si affrettò a in-dietreggiare nell'ombra dell'uscio del macellaio, il ce-stino della spesa stretto al petto. Non desiderava che Sir Donald la vedesse, più di quanto desiderasse rivol-gergli la parola.

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Debra Lee Brown La fanciulla dei ghiacci

Margaret Moore Il figliol prodigo

Isole Shetland - Scozia, 1206 - Per George, laird del clan scoz-zese dei Grant, il matrimonio con Rika è solo un mezzo per tornare a casa dopo un naufragio. Per la giovane vichinga, in-vece, è l'unico modo per entrare in possesso della propria dote e liberare il fratello. Ma il destino ha altri progetti.

Inghilterra, 1868 - Quando Grace trova l'affascinante Lord El-liot privo di sensi, impulsivamente lo porta a casa sua e a poco a poco si innamora di lui. Il suo sentimento è ricambiato, ep-pure lui, convinto di non essere degno di quella donna bellis-sima, decide di andarsene. Grace però non ci sta.

Scandali di famiglia Georgina Devon

Londra, 1815 - L'avvenente Samantha Davidson, stella del pal-coscenico londinese, crea scompiglio nella famiglia del potente Marchese di Langston. Due fratelli si contendono il suo amore, ma solo uno di loro sarà davvero disposto a rischiare lo scan-dalo pur di averla per sempre al proprio fianco.

Sposa d'estate Catherine Archer

Inghilterra- Scozia, 1463 - Erede di terre e castelli, Lady Gene-viève è innamorata di Marcel da sempre. Il giovane, però, è de-ciso a farsi strada da solo nella vita e diventa capitano di va-scello. Ma Genevieve non è disposta a rinunciare a lui, e quan-do Marcel torna in Scozia, molti anni dopo, non esita a...

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Chaterine Archer Sposa d'autunno

Deborah Hale Una inutile scommessa

Inghilterra, 1472 - Quando soccorre un forestiero rimasto vit-tima di un'imboscata, Annaliese non immagina che da quel momento la sua vita cambierà. Al villaggio spadroneggia Kra-mon, un crudele barone i cui crimini dovrebbero essere sma-scherati da un uomo rude e coraggioso, e lo sconosciuto che lei ha salvato sembra troppo raffinato e aristocratico per po-tersene occupare! In effetti, come Annaliese scopre più tardi, si tratta del fratello minore di Lord Brackenmoore, e lei ha ogni ragione per temere la nobiltà. Come farà il giovane a convince-re quella fanciulla meravigliosa che il suo è vero amore?

Inghilterra, 1812 - Profondamente convinta che sia l'educa-zione e non la nascita a produrre un vero gentiluomo, Leonora Freemantle si impegna in un'originale scommessa con lo zio: in tre mesi di lezioni trasformerà il rude soldato Morse Archer in un perfetto gentiluomo in grado di incantare la buona socie-tà di Bath. Se vincerà la scommessa, otterrà i fondi per aprire una scuola per giovinette, altrimenti si rassegnerà a sposare l'uomo che lo zio sceglierà per lei. Le sue lezioni, però, avran-no un esito imprevedibile e assolutamente romantico...

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Il corsaro gentiluomo ANN LETHBRIDGE

INGHILTERRA, 1814 - Il corsaro Lionhawk rapisce Alice, la figlia del suo peggior nemico. Ma il fato capriccioso lo po-ne di fronte a una difficile scelta: la vendetta o l'amore?