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La donna: un modello di forza e determinazione

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La donna: un modello di forzae determinazione

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Il percorso che ho scelto di presentare è un argomento che ritengo fortemente importante. Parlo del ruolo che ha assunto la donna nel contesto storico – sociale.I motivi che mi hanno condotta alla scelta e all’analisi di tale tematica sono molteplici e diversi tra loro: innanzitutto l'argomento della donna e della sua condizione mi sembra un tema che è ancora oggi molto attuale, per questo ho scelto di evidenziare il processo discriminatorio a cui la donna è stata sottoposta nel corso dei secoli, e ritengo che oggi, anche se in misura inferiore, ne sia ancora soggetta.La mia è una “critica”ad una società che ha considerato l'emisfero femminile inferiore, dimenticando il ruolo chiave che esse hanno assunto e che tutt’oggi assumono all’interno della società e dei suoi molteplici settori.La parità dei diritti e l'accesso alle professioni, sono ormai conquiste delle donne, anche se segnate da numerosi pregiudizi.

Futuro dell’umanità e liberazione della donnaDa migliaia di anni la storia dell’umanità è una storia di uomini nella quale le donne sono presenti solo di riflesso e sempre in ruoli secondari: Penelope, la sposa fedele; Cornelia, la madre dei Gracchi; Beatrice, l’amore impossibile sognato da Dante Alighieri, dove, con il dolce stil novo (il passaggio che trasforma il volgare in una lingua letteraria, l’aggettivo dolce definisce lo stile terso e musicale, mentre l’espressione novo sottolinea la consapevolezza dei poeti che lo hanno adoperato, tra cui Guido Cavalcante e Dante Alighieri, di aver inaugurato un nuovo modo di concepire il sentimento amoroso), gli stilnovisti celebrano la donna gentile,rappresentandola come una donna angelo, e così via.Una donna soggetta alla proprietà paterna è, anche, Gertrude, ovvero la Monaca di Monza, la quale, è il personaggio protagonista dei capitoli IX e X del romanzo “I Promessi Sposi”, l’opera più importante di Alessandro Manzoni, a cui egli lavora dal 1821 al 1840. Essa rappresenta un’immagine opposta del mondo degli ordini religiosi rispetto a quella offerta da Padre Cristoforo, perché da ospite e aiutante di Lucia si trasforma in aiutante dei suoi rapitori. Appartenente alla più alta nobiltà, essa vive, fin dalla sua monacazione forzata, tutte le contraddizioni e i malefici effetti dell’intreccio tra sistema ecclesiastico e prepotenza sociale.Oggi però la situazione va rovesciata, prima di tutto perché il progredire della democrazia è stato accompagnato dalle lotte delle donne per la conquista dei loro diritti, in secondo luogo perché i più ascoltati economisti contemporanei sostengono che rinunciare al contributo extra-familiare di metà dell’umanità porta a crisi economiche, guerre e rovine.L’Occidente sta già procedendo sulla strada di questa radicale trasformazione; invece, in Africa come in Asia e in vaste zone dell’America centrale, le donne stanno cominciando solo ora a reagire ai soprusi. Il fenomeno delle “spose bambine” , è il

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primo ostacolo da abbattere a causa della catena di conseguenze che porta con sé. E’ un fenomeno che interessa nel mondo 60 milioni di minorenni.

Le cause del fenomeno delle “spose bambine”Il fenomeno delle “spose bambine” ha diverse cause, alcune di carattere culturale, altre di carattere economico. Tra le prime vi è l’obbligo per le ragazze di essere vergini al momento del matrimonio o la convinzione che sposarsi presto metta al riparo le giovani dal rischio di subire violenze. Ma la causa principale è la povertà.Per le famiglie che vivono in miseria, infatti, dare in sposa una figlia il più presto possibile significa non doverla più mantenere. Inoltre, in molti Paesi, più la ragazza è giovane più bassa è la dote, la spesa principale che la famiglia della sposa deve affrontare in vista del matrimonio. Quasi sempre i mariti sono uomini adulti. In una situazione simile, per molte famiglie povere non ha alcun senso investire tempo e denaro nell’istruzione delle figlie e così il fenomeno non fa che perpetuarsi, perché meno le donne studiano meno speranze hanno di procurarsi un lavoro e rendersi autonome.

Le conseguenze: analfabetismo e morte precoceI matrimoni delle spose bambine comportano molte conseguenze. La prima è l’abbandono scolastico, che condanna la donna a rinunciare per sempre ai suoi diritti civili e politici.La seconda è la morte per parto, in quanto il loro fisico spesso non è ancora pronto a sopportare la gravidanza. E infatti nel mondo gravidanza e parto sono la prima causa di morte per le donne fra i 15 e i 19 anni. Dati del 2010 affermano che nel mondo ogni minuto una donna muore di parto, altre venti donne ogni minuto restano vittime di infermità. Anche in questo caso le differenze tra le varie aree del pianeta sono abissali. In molti Paesi non si investe abbastanza in strutture ospedaliere e non si tutela la salute delle donne povere e poco istruite.

Un indicatore della disuguaglianzaIn molte parti del mondo, milioni e milioni di donne muoiono per cause dovute esclusivamente al fatto stesso di appartenere al sesso femminile.In Cina il rapporto è di 107 maschi ogni 100 femmine e in India 108 maschi ogni 100 femmine. Secondo l’indiano Amartya Sen, vincitore del premio Nobel per l’Economia nel 1998, la spiegazione sta nel fatto che in questi Paesi le donne vivono in condizioni di enorme inferiorità e dunque muoiono prima, tanto che il rapporto tra la popolazione maschile e femminile rappresenta, secondo Sen, il miglior indicatore della disuguaglianza tra i sessi. Le bambine muoiono prima, perché non ricevono le stesse cure mediche dei maschi. Le donne sono vittime della discriminazione e della scarsa considerazione in cui la società tiene la loro vita e la loro salute.Secondo i calcoli di Sen, al mondo mancano all’appello più di 100 milioni di donne.

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Più di cento milioni di vittime del sessismo, la forma di discriminazione che, così come il razzismo prende di mira una razza, colpisce un sesso, quello femminile. Come tutti i razzismi, il sessismo non ha alcun fondamento reale e va combattuto con tutte le forze.Nella novella “Gli orfani”, di Giovanni Verga, il maggiore esponente della corrente letteraria del Verismo, un movimento che afferma la necessità di descrivere la realtà così com’è, è evidente quanto sia importante la figura femminile in una casa. L’autore, infatti, nel suo titolo usa il plurale, perché la morte della comare Nunzia aveva lasciano orfani, oltre la figlia, il marito che accudiva come un bambino.Il Verga ebbe una concezione dolorosa della vita. Egli pensava che tutti gli uomini sono sottoposti ad un destino crudele che li condanna anche ad una condizione di immobilismo. Chi cerca di uscire da tale condizione va in contro a pene maggiori, per cui all’uomo non resta che la rassegnazione al suo destino.Questa concezione fatalistica dell’uomo è in contrasto con la fede nel progresso.Il Verga non nega il progresso ma afferma che costa pene infinite.La visione verdiana viene confortata da tre elementi positivi:la grandezza dell’eroismo umano che lo portano ad avere un atteggiamento di pietà verso i “vinti”;la fede nei valori come la famiglia, la religione;la saggezza che ci aiuta a superare le delusioni.Gli umili del Manzoni sono i poveri che lottano contro i soprusi dei potenti.I “vinti” del Verga sono tutti gli uomini, che spinti dal desiderio di migliorare la propria vita, urtano contro il volere del destino.Gli umili del Manzoni hanno fede nella provvidenza che li consola.I vinti del Verga sono soli, rassegnati senza il conforto della fede, legati al loro dolore e destino.

In Italia: uomini che uccidono le donneNei cosiddetti “Paesi ricchi” si diffonde sempre di più la violenza domestica, che va fino all’omicidio.In Italia la violenza domestica è la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni.Eliminare questo fenomeno non sarà facile, perchè le sue radici sono profonde. Da tempo anche l’uomo occidentale ritiene la donna una sua proprietà e questa stortura di lunga durata sta riaffiorando a mano a mano che la donna si affranca dalla sua situazione di subordinazione.

Donne pronte a entrare nella StoriaEllen Johnson Sirleaf, è stata la prima donna capo di Stato di un Paese africano. Nel 2011, ha ricevuto il premio Nobel per la pace in ragione del suo impegno nella lotta per i diritti delle donne.

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Si sposò a 17 anni con un uomo violento, a 23 era già madre di quattro figli. Riuscì a divorziare e a studiare, e intraprese una lunga e difficile carriera politica per la quale ha patito il carcere e l’esilio.“Donne, siete pronte a entrare nella Storia?” è stato il grido con il quale ha esordito nel suo primo discorso dopo l’elezione, convinta che non sarebbe mai arrivata fin lì se non avesse imparato sulla sua pelle a resistere e superare le discriminazioni.Da quando è diventata presidente del suo Paese, è riuscita a traghettare la Liberia lontano dalle guerre civili. La chiave della sua azione politica è stata quella di fare affidamento sulle donne nella convinzione che, siano loro le uniche a poter garantire a Paesi afflitti da miseria e guerra un futuro di ricchezza e pace.

Come ho riscontrato quest’anno, infatti, nel brano “Quando il genio è donna” per secoli si è pensato che le donne fossero incapaci di dedicarsi a qualsiasi attività di carattere intellettuale. Più di tutte lo dimostra Ipazia di Alessandria che per le sue numerose conoscenze fu giudicata secondo la leggenda una specie di mostro e per questo fu uccisa da monaci cristiani. Dopo molti secoli ci fu la milanese Maria Gaetana Agnesi che fu nominata da papa Benedetto XIV professore di Matematica e Filosofia naturale all’università di Bologna senza però aver mai potuto insegnare. Per essere prese in considerazione le donne scienziate dovevano pubblicare col nome maschile le loro opere.Come dimostra la vicenda di Trotula De Ruggiero, medico e autrice di importanti trattati di ginecologia, che firmava le sue opere col suo nome, ma poi nelle trascrizioni successive lo vide cambiato nel maschile “Trottus”.Tutto questo ha avvantaggiato uomini più famosi, spesso padri, mariti o fratelli.Un ruolo importante le scienziate lo hanno avuto nel progetto internazionale “La carte du ciel” (la mappa delle stelle) e nel progetto “Manhattan”, programma segreto per la costruzione delle bombe atomiche.Oggi sono 12 le donne cui è stato riconosciuto un Nobel. Tra le ultime c’è Rita Levi Montalcini forse la più grande scienziata italiana, premiata dal re Gustav di Svezia nel 1986.Il segreto, ha spiegato la Montalcini, è tutto in una frase di Primo Levi: “Amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla Terra”.La prima fu, invece, la scienziata polacca Marie Curie (nata nel 1867 a Varsavia si trasferì a Parigi, dove conobbe e sposò lo scienziato Pierre Curie) che scoprì il radio, elemento chimico presente nei minerali di uranio, e studiò la radioattività, ottenendo due premi Nobel ( nel 1903, con il marito, per la fisica e nel 1911, da sola, per la chimica). Pierre e Marie non vollero mai brevettare il metodo con cui ottennero questo elemento, affinchè tutta l’umanità potesse usufruirne. Rimasta vedova Marie continuò gli studi e allo scoppio della Prima Guerra Mondiale

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organizzò un servizio radiologico per l’esercito e si recò di persona al fronte. Morì nel 1934 per le radiazioni cui il suo fisico era stato per lungo tempo esposto.

La crisi energetica degli ultimi decenni del secolo scorso ha spinto le ricerche verso lo sfruttamento dell’energia nucleare con la costruzione delle prime centrali termonucleari.Una centrale termonucleare è una centrale in cui il calore è prodotto da nuclei di uranio. La macchina in cui si realizza la reazione nucleare è il reattore. All’interno c’è il nocciolo, in cui avviene la reazione nucleare; qui l’uranio è contenuto in migliaia di elementi contenuti a loro volta in tubi di acciaio. Nel nocciolo sono contenute anche le barre di controllo che regolano la reazione.Il calore prodotto è utilizzato per scaldare l’acqua che si trasforma in vapore.Il vapore giunge alla turbina collegata con un alternatore che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica.All’uscita dalla turbina il vapore viene raffreddato in un condensatore, in cui arriva l’acqua proveniente da una torre di raffreddamento. Così raffreddato il vapore si trasforma di nuovo in acqua.Dopo un certo periodo di sfruttamento il combustibile esaurisce la sua capacità di produrre energia, ma rimane radioattivo.Attualmente le scorie radioattive vengono sepolte in strutture geologiche stabili, in modo che possano esaurire la carica radioattiva. Le grandi torri di raffreddamento immettono nell’atmosfera enormi quantità di vapore acqueo, che può influire sul clima.Le reazioni nucleari sviluppano un’enorme quantità di energia e sono reazioni a catena, cioè il loro effetto si amplifica con il progredire della reazione.Il combustibile nucleare è molto radioattivo, perciò un danno nell’impianto può far sfuggire radioattività nell’ambiente, con effetti devastanti.Allo sfruttamento dell’energia nucleare si arriva nel 1942 con la pila atomica del fisico italiano Enrico Fermi, che dà il via alla fissione nucleare con reazione a catena controllata.Ogni atomo è formato da un nucleo, costituito da protoni (carichi positivamente) e da neutroni, attorno al quale ruotano gli elettroni (carichi negativamente).La forza che attrae protoni ed elettroni è di natura elettrica e rende l’atomo neutro e completo.Questo è dovuto al fatto che protoni e neutroni sono soggetti a una forza di grandissima intensità, la forza nucleare.Questa forza tiene unito e compatto il nucleo di tutti gli atomi, che contengono all’incirca lo stesso numero di protoni e di neutroni.Esistono però alcuni elementi che hanno un numero di neutroni sensibilmente diverso da quello dei protoni. In questi elementi la forza nucleare, si disintegra emettendo protoni, neutroni o elettroni.

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Tale fenomeno è detto radioattività; gli elementi che hanno questa proprietà sono detti radioattivi e le particelle che essi emettono sono dette radiazioni.

Gli effetti dannosi delle radiazioni sulle generazioni successive sono le vere e proprie lesioni genetiche. I meccanismi attraverso cui si manifestano questi fenomeni non sono ancora del tutto capiti, ma si sa con certezza che ciascuno è il prodotto di alterazioni chimiche che vengono attivate dalle radiazioni e proseguono in modo casuale nella cellula. Qualsiasi struttura molecolare all'interno della cellula può essere danneggiata, ma il DNA del materiale genetico è il target più critico in quanto il danno a un singolo gene può essere sufficiente a uccidere o alterare profondamente la cellula. Sono possibili alterazioni, di numero e di forma, dei cromosomi e mutazioni geniche. In caso di mutazioni geniche dominanti l'effetto potrà comparire in prima generazione, altrimenti comparirà nelle successive.

I cromosomi sono lunghe molecole di una particolare sostanza, l’acido desossiribonucleico, indicato con la sigla DNA, la cui struttura costituisce il“codice della vita”.Il DNA ha una singolare struttura, identificata nel 1953 da James Watson e Francis Crick, detta a doppia elica.In questa scala le due “ringhiere” sono formate da zuccheri e acido fosforico e i “pioli” sono costituiti da basi azotate: adenina (A), timina (T), citosina (C) e guanina (G).Una molecola di acido fosforico, una di zucchero (desossiribosio) e una base azotata formano il nucleotide, l’unità fondamentale del DNA.Esistono quattro tipi di nucleotidi che, collegati l’uno all’altro nei vari modi possibili, formano due filamenti (le ringhiere) che si tengono uniti attraverso le basi azotate (i pioli) e, avvolgendosi, formano la doppia elica del DNA.Ciascun polo è formato da due basi azotate legate fra loro, sempre e solo fra adenina e timina (A-T) e fra citosina e guanina (C-G).Secondo il numero di nucleotidi e la sequenza delle loro basi si possono formare innumerevoli molecole di DNA, tutte diverse tra loro, ciascun essere vivente ha infatti il proprio DNA, la cui particolare costituzione forma il patrimonio genetico.Una sequenza più o meno lunga di nucleotidi forma un gene, che è il messaggio in codice di una proteina. Sono infatti i vari geni che forniscono le informazioni per la produzione delle proteine e quindi per la determinazione dei vari caratteri.La cellula produce le specifiche proteine che determinano i caratteri leggendo le informazioni scritte in codice nei vari geni: si parla di codice genetico.

Il 9 novembre di quest’anno si è tenuto il 7° anniversario di morte di Alda Merini, una poetessa che si è sempre sentita vicino alla tematica della donna.

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Alda Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano in una famiglia di condizioni economiche modeste. La Merini era secondogenita di tre figli. Della sua infanzia si conosce quel poco che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche. Era una ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: ...perché lo studio fu sempre una sua parte vitale".Dopo aver terminato il ciclo elementare con voti molto alti, tenta di essere ammessa al Liceo Manzoni, ma non riesce in quanto non supera la prova di italiano. Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato. Nel 1947, la Merini incontra "le prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese nella clinica a Milano. Per questo motivo viene chiamata anche “poetessa pazza”. Tra le sue opere troviamo la poesia “A tutte le donne”, dove descrive la donna come una creatura bella ma fragile che ha segnato la storia. Vista sempre di cattivo occhio dall'uomo e, a causa del peccato originario causato da Eva, anche da Dio. La donna ha sempre lottato per affermarsi, per far capire a tutti quanto vale e quanto merita di essere trattata come si deve e non come una subordinata. La donna ha sofferto molto per amore e piange ancora per ogni delusione e sofferenza ma quando vede i suoi figli, il suo cuore si riempie di amore e dimentica ogni problema, si sente come la "Terra" che ha donato la vita.

Un’altra grande donna nello sport è la nuotatrice italiana Federica Pellegrini, specializzata nello stile libero. È la primatista mondiale in carica dei 200 m stile libero ed europea dei 400 m.Fece parte della nazionale italiana ai Giochi della XXVIII Olimpiade di Atene nel 2004, manifestazione nella quale riuscì a conquistare la medaglia d'argento nei 200 m stile libero. Divenne così, a soli 16 anni, la più giovane atleta italiana di sempre a salire su un podio olimpico individuale, riportando i colori azzurri al successo.Nel 2008, in occasione dei Giochi della XXIX Olimpiade di Pechino, vinse la medaglia d'oro nei 200 m stile libero, stabilendo il quarto record del mondo della propria carriera. All'età di 20 anni, fu la prima nuotatrice italiana in grado di conquistare la medaglia d'oro olimpica. Ai Campionati del mondo vinse quattro titoli iridati, diventando così la prima e unica donna in grado di vincere consecutivamente l'oro sia nei 200 m che nei 400 m stile libero in due edizioni diverse dei Campionati. In questa manifestazione è l'atleta più vincente nei 200 m, grazie ai due ori, tre argenti e un bronzo conquistati in sei diverse edizioni.A partire dai mondiali di Montreal del 2005, infatti, è sempre salita sul podio in questa specialità.

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Poi c’è stata Marie Sophie Germain, la più grande matematica francese della storia, alla quale il padre sequestrava le candele per scoraggiarla negli studi.

Marie-Sophie Germain (1 Avril, 1776-27 Juin 1831) était un mathématicien français qui a fait d'importantes contributions à la théorie des nombres et la théorie de l'élasticité. L'un des plus importants est l'étude qui ont été plus tard nommé Sophie Germain amorce (nombres premiers dont deux augmenté d'une unité est aussi un nombre premier). Mathématiques, physique et philosophe. Malgré l'opposition de ses parents et les difficultés présentées par une société sexiste, elle a gagné ses livres d'éducation pris dans la bibliothèque de son père et de la correspondance avec les mathématiciens célèbres Lagrange, Legendre et Gauss. En raison de préjugés contre son sexe, elle n'a pas pu établir une carrière en mathématiques, donc je travailler de façon autonome tout au long de sa vie.

En France, où Marie Sophie est née, il y a la Tour Eiffel qui a est construite par l'ingénieur Gustave Eiffel pour célébrer le centenaire de la Révolution. Elle est le symbole de la France. Il y a la Cathédrale Notre-Dame qui a est le premier édifice religieux de France. Il y a le musée du Louvre qui a est ancienne demeure des roi de France. Il y a la Bastille qui a est une forteresse et qui a Louis XV fait abattre les remparts et decide de faire une prison de luxe pour les gens de qualité.

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Le donne sono state accettate nell’arte, nei secoli, prevalentemente come oggetti proni all’azione artistica maschile di osservazione, rappresentazione, espressione e raffigurazione. Anche la scomposizione dei corpi, operata da Pablo Picasso nella fase cubista in uno dei suoi più celebri dipinti “Les Demoiselles d'Avignon”, olio su tela, realizzato nel 1907, crea effetti di grande espressività, dolente e intensa evidenziando anche una disgregazione del soggetto donna e una crisi d’identità pur nella volontà di apparire.

Il quadro mostra cinque prostitute in un bordello di calle Avignon, a Barcellona. Picasso creò oltre un centinaio di studi preparatori e schizzi in preparazione a questo lavoro, uno dei più importanti nello sviluppo iniziale del Cubismo.Picasso dipinse in maniera differente ciascun personaggio. La sua testa è la più cubista di tutte e cinque, e rappresenta una forma geometrica acuta.La testa cubista della figura che si accascia ha subito almeno due revisioni. Le maschere sembrano derivare dalle quelle tribali africane. La maggior parte del dibattito critico negli anni si è concentrato sul tentativo di identificare la molteplicità di stili all'interno dell'opera. L'opinione dominante esposta in particolare da Alfred Barr, il primo direttore del Museum of Modern Art di New York, è stata che l'opera si può interpretare come una prova del periodo di transizione nell'arte di Picasso, uno sforzo di connettere i suoi primi lavori al cubismo, uno stile a cui avrebbe collaborato e sviluppato per i seguenti cinque o sei anni, insieme anche a Georges Braque.Il Cubismo è l’avanguardia che ha rivoluzionato maggiormente il modo di interpretare la realtà; la sua radicale trasformazione dell’immagine è stata paragonata a quella che, nel Rinascimento, portò al superamento dei modi espressivi medievali. Nel Cubismo la nostra conoscenza della realtà avviene muovendoci all’interno di essa e osservandola da diversi punti di vista. Ogni oggetto viene dipinto sovrapponendo le immagini in cui esso ci appare in posizioni diverse, dandone una visione simultanea.

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I dipinti cubisti presentano incroci di linee che attraversano le forme e le legano allo sfondo; gli artisti vogliono indicare in questo modo le direzioni dello spazio. Ne risultano immagini piene di sfaccettature, che vennero definite come “fatte a cubetti”: da cui il nome del movimento d’arte.Nel Cubismo analitico predominano la frammentazione delle figure e i colori con toni smorzati.Nel Cubismo sintetico le forme scomposte appaiono sempre più irriconoscibili. Gli artisti ricorrono alla tecnica del collage. Carta di giornale, legno, stoffa, sabbia vengono utilizzati in tecniche miste, insieme a carboncino, colori a olio e a tempera. Seconda metà dell’Ottocento negli Stati UnitiA metà dell’Ottocento nel mondo intero non c’era nemmeno uno Stato che riconoscesse alle donne i diritti politici. Per ottenerli nacquero i movimenti femminili per l’emancipazione della donna: cominciarono negli Stati Uniti, dove diversi gruppi di militanti organizzarono proteste pacifiche di fronte ai seggi elettorali. Dopo la liberazione degli schiavi, alle associazioni delle donne bianche si affiancarono quelle delle donne di colore.L’ostilità del mondo maschile era generale perché si riteneva che le donne fossero incapaci di occuparsi di interessi collettivi. Vincendo queste resistenze, nel 1869 le americane ottennero il diritto di voto nello Stato del Wyoming; ci volle però oltre mezzo secolo perché il diritto di voto fosse esteso alle donne in tutti gli Stati Uniti, che oggi sono una repubblica federale di tipo presidenziale, composta da 50 Stati.Il territorio degli Stati Uniti può essere suddiviso in tre grandi regioni fisiche . La prima regione comprende la pianura costiera atlantica, la seconda è quella delle pianure interne e la terza è il West. Le Montagne Rocciose dividono il territorio in due bacini idrografici: quello occidentale dove scorrono i fiumi diretti all’Atlantico e al Golfo del Messico, come il Mississippi, e quello orientale con i fiumi che sfociano nell’Oceano Pacifico. La regione orientale ha un clima marittimo, nella regione dell’West, il clima è alpino, mentre nella fascia costiera del Pacifico il clima è di tipo Mediterraneo. Il paese è tra i primi tre maggiori produttori mondiali di carbone, petrolio, gas naturale, oro e rame.

Primo Novecento in InghilterraAnche in Inghilterra la lotta iniziò a metà Ottocento. L’economista John Stuart Mill, propose al Parlamento l’estensione del voto alle donne. La legge fu approvata nel 1869, ma continuava a escluderle dalle elezioni politiche nazionali. Cominciò una lunga stagione di lotta che portò le donne a riunirsi in movimenti femministi per chiedere il “suffragio”, cioè il voto, e per questo furono chiamate “suffragiste”.All’inizio adottarono strategie pacifiche di protesta; poi, siccome non ottenevano nulla, nel 1903 un’attivista, Emmeline Pankhurst, fondò un movimento di vera e propria disobbedienza civile. Alle sue militanti fu dato il nome dispregiativo di “suffragette”. Subito la lotta assunse forme esasperate finché, nel 1911, degenerò in

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violenze: centinaia di suffragette furono ferite negli scontri con la polizia; altre, per reazione, fracassarono le vetrine dei negozi, intasarono le buche delle lettere con la marmellata, incendiarono due stazioni ferroviarie, demolirono sei edifici.Il governo ne fece arrestare diverse decine, ma le condizioni in carcere erano così dure che esse proclamarono lo sciopero della fame, finché le autorità carcerarie non le nutrirono a forza. Il voto politico fu finalmente concesso alle inglesi nel 1918, alla fine della Prima guerra mondiale: durante la guerra, infatti, le donne avevano mantenuto in piedi la nazione sostituendosi agli uomini impegnati al fronte. Lo stesso era avvenuto in molti altri Stati europei, come la Francia e l’Italia, dove le donne avevano preso il posto dei mariti soldati alla guida dei tram.Tra i brani studiati quest’anno, troviamo la canzone “Suffragette, a noi!” di Mary Poppins, che parla, appunto, di queste donne appartenenti a un movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto per le donne; che lottano o si adoperano per ottenere il riconoscimento della loro piena dignità. A differenza invece troviamo la canzone “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia, che racchiude tutta la sofferenza, tutto l'isolamento in cui le donne da sempre sono relegate. Sono donne che non possono essere trascurate tutto il giorno e poi sedotte all’ultimo minuto, hanno bisogno di stimare la persona che hanno accanto, e di sentirsi stimate da lui.Aspettano l'amore, vivono di ricordi, di vecchi amori, dell'infanzia. Cercano il senso della vita,ma non si abbattono perchè credono nella speranza.

The Fight For EqualityWomen created and sustained women’s suffrage movement in order to fight against the injustices in society. Women also campaigned for the right to vote and hold public office, the right to work and the right to education. Their principal aim was to get an improvement in their status. The hope for women, and also for lots of men, is that the 8th of March should not be the only day in the year when women deserve some consideration for what they are and do.

Alice Paul’s Fight For SuffrageAlice Paul was born on January 11, 1885. She was a feminist and a suffragette who fought for equal rights for all women.In England, she met Christabel Pankhurst, daughter of England’s most radical suffragette, Emmeline Pankhurst. The Pankhurst women were leaders of a militant group of suffragettes whose motto was “Deeds not words”.When Alice returned to her home country, she decided to adopt the English suffragettes style. She organized protests and rallies anded up imprisoned three times.

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She pushed for the amendment of the Costitution to give men and women equal rights in every part of America.After several decades, American women gained the right to vote on August 26, 1920.

Le italiane sotto il fascismo e durante la Seconda guerra mondialeConcluso il conflitto, le francesi riuscirono in gran parte a mantenere i posti di lavoro mentre le italiane furono licenziate quasi tutte e rispedite a casa. Con l’avvento del regime fascista, si affermò un’ideale di donna il cui unico compito doveva essere quello di mettere al mondo più figli possibile per contribuire alla campagna demografica voluta da Mussolini.La Seconda guerra mondiale fu per le italiane una prova tremenda ed eroica. Con i mariti al fronte, moltissime di loro entrarono in fabbrica e ricominciarono a lavorare. Al quarto anno di guerra, anche quelle che un tempo erano state benestanti furono costrette a racimolare denaro svolgendo qualsiasi tipo di lavoro e ad affrontare ogni genere di rischio per procurarsi il cibo per i figli.Le donne organizzarono manifestazioni e proteste contro la guerra e la mancanza di cibo; molte ci rimisero la vita. Nelle regioni del Nord, tantissime entrarono nella Resistenza e alcune combatterono armi in pugno a fianco degli uomini.Nel 1946 ottennero finalmente i diritti politici.

La chiave del progresso: la scolarizzazioneLa sfida per superare il divario nell’istruzione tra maschi e femmine serve anche a far progredire i Paesi sul piano economico e politico.“Le donne reggono metà del cielo”, recita un proverbio cinese, e il modo più efficace per combattere la povertà è aiutare le donne a rendersi indipendenti. Infatti, le donne lavoratrici possono contribuire a cambiare l’atteggiamento delle istituzioni verso l’intero genere femminile. Il caso più noto degli ultimi anni è quello del Bangladesh. Questo popolosissimo Paese asiatico, da quando è riuscito a garantire alle bambine un accesso all’istruzione quasi analogo a quello dei maschi, ha visto diminuire costantemente il suo tasso di povertà.Le donne non sono il problema ma la soluzione del problema.Come ha detto Irina Bokova, prima donna a guidare l’Unesco, <<sono i dati a dimostrare che con l’incremento dell’istruzione delle ragazze diminuisce la povertà>>.I molti progetti avviati hanno permesso di individuare i fattori fondamentali che favoriscono la scolarizzazione delle ragazze: per esempio, dotare i villaggi di pozzi, libera le bambine dall’incombenza quotidiana di andare a prendere l’acqua a distanza di chilometri. Un altro elemento importante è munire le scuole di bagni separati per superare il problema della sicurezza delle ragazze quando sono a scuola.

Page 14: Web viewCome tutti i razzismi, il sessismo non ha alcun fondamento reale e va combattuto con tutte le forze. Nella novella “Gli orfani”, di Giovanni Verga,

Donne contro la crescita demografica eccessivaAlle donne africane e asiatiche oggi è affidato anche il compito di arginare la vertiginosa crescita demografica.Le organizzazioni internazionali sanno che ogni anno di scuola in più riduce del 10% il numero di figli che una donna è in grado di avere ed è sulle donne scolarizzate che hanno deciso di puntare per sensibilizzarle e provare a invertire la rotta.

Sessismo in OccidenteBisogna tuttavia ricordare che nel mondo intero le donne ancora faticano a raggiungere le posizioni di massimo prestigio e potere. Il fatto che le donne rivestano nelle istituzioni un ruolo secondario rispetto agli uomini dimostra che l’accesso all’istruzione da solo non basta e che il sessismo è un male difficile da estirpare.Esso è spesso radicato nella società attraverso millenni di storia in cui la cultura, le istituzioni, le consuetudini popolari, la religione, la legge hanno posto i maschi un gradino sopra le donne.In Italia il diritto di voto fu riconosciuto solo nel 1946, mentre le prime donne furono ammesse nella magistratura nel 1961 e la piena parità nel diritto di famiglia giunse solo nel 1975.Di conseguenza, ancora oggi le donne faticano a raggiungere i ruoli di maggior rilievo. In un’autorevole ricerca internazionale svolta per quantificare il divario tra uomini e donne nel lavoro, l’Italia si colloca all’ottantesimo posto, in una classifica dominata dai Paesi dell’Europa settentrionale, che, pur essendo assai più virtuosi del nostro, non hanno comunque colmato del tutto la disuguaglianza prodotta dal sessismo.

Donne ai vertici contro il sessismoCome per i Paesi più arretrati, la chiave sta nel dare alle donne gli strumenti concreti per poter essere autonome. Nel nostro Paese si tratta di sostenere il loro inserimento e i loro progressi nel mondo professionale, consentendo loro di conciliare le esigenze della carriera con quelle della vita familiare, senza essere costrette a rinunciare a una delle due. Occorre seguire le scelte compiute da altre nazioni che hanno ottenuto risultati migliori dei nostri: imporre, ad esempio, le cosiddette “quote rosa” ai vertici della politica. Una volta che le donne si saranno insediate nei ruoli di maggiore potere e responsabilità in ogni settore, il loro esempio non potrà che incoraggiare tutte coloro che intendono realizzare le proprie ambizioni e togliere argomenti a chi vorrebbe ancora relegare l’intero genere femminile in un ruolo subordinato. Come sostiene Rita Levi Montalcini “Le donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”.