Iride Novembre 12

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Copia Iride novembre 2012

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pian

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Sede, Uffi ci, Recapiti

CONTATTI FEDERAZIONE INTERPROVINCIALESegreteria, tel. 0321.674223

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Responsabile Provinciale Epaca, tel. 0321.674219Elaborazione Buste Paga, tel. 0321.674216

• Editoriale........................................................3

• Coldiretti: mercato del latte penalizzato da troppe importazioni..............4

• Gorgonzola mae in Usa: lo ha scoperto Coldiretti

insieme al nebbiolo svedese in polvere........5

• Annata agraria, il riassunto dell'analisi dell'Osservatorio Regionale Mercati

di Coldiretti Piemonte...................................6

• Filiera Italiana Riso, "così prepara il futuro"...8

• Comune di Novara e Tarsu: si continua a lavorare, problema non risolto.................10

• Mercati, Punti e Botteghe: così cresce il progetto di Campagna Amica.................13

• La Pasta della Bontàandrà anche alle case di riposo...................14

• Ossola, l'allevamento ovicaprinorisorsa da valorizzare..................................15

• Imprenditoria giovanile.il pacchetto di sostegno..............................16

• "Missione Impresa", si è svolto a Novarail corso per i giovani a cura di Ager..............16

• Distribuzione ed effl uenti zootecnici: attenzione alle modifi che del calendario...17

• Ocm Vino - Bando per estirpo e reimpianto (ristrutturazione vigneti).......19

• Prevenzione incendi: prorogatii termini per le richieste...............................20

• Sicurezza sul lavoro: normativaed obblighi stabiliti dal Testo Unico...........21

• Imbottigliamento, semplifi catidiversi adempimenti..................................22

• Dichiarazione di raccolta uvee produzione vino 2012...............................23

• Imu: la dichiarazione entro il 4 febbraio....24

• Legge di stabilità: cosa cambiaper l'agricoltura?........................................26

• Articolo 62, le nuove indicazioni da riportare in fattura..................................27

• Il reddito agrario ha infl uenza sul sistema di calcolo..................................28

• Assegni sociali Inps: dal 2013 il requisito dell'età è adeguato alle aspettative di vita....29

• Il Ringraziamento nelle Sezioni...................29

• Il Corsivo...................................:...................30

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di GIAN CARLO RAMELLA, direttore Coldiretti Novara Vco

Mesi di lavoro, ambizioso e sinergico hanno portato nei mesi scorsi a far crescere ancor più sul territorio il progetto di Campagna Amica, con l'apertura di nuovi "Punti" e la

creazione delle prime "Botteghe" nelle due province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.Un progetto, quello di Campagna Amica, che in appe-na tre anni ha premiato le imprese che vi hanno aderi-to applicando il concetto "di rete", investendo tempo e fatiche che sono state premiate dal successo di un'idea e hanno dimostrato che, attraverso le innovative forme di vendita diretta, può affermarsi un'agricoltura "che sa vincere e crescere" nonostante la congiuntura econo-mica.Soprattutto, è risultata vincente una linea in perfetta si-nergia con il progetto della "Filiera Agricola tutta Ita-liana" promossa da Coldiretti e dal nostro presidente nazionale Sergio Marini e che, giova ancora ricordarlo, ha applicato fi n da subito alcuni propositi inderogabi-li: dare valore agli agricoltori che scommettevano sul proprio futuro e offrire nuove e migliori opportunità di acquisto ai consumatori che sceglievano di fare i loro acquisti attraverso il nostro circuito. E, ancora, contri-buire a riequilibrare i rapporti di forza in favore della parte agricola nei complessi sistemi della fi liera agroa-limentare del nostro Paese.Oggi, dopo appena tre anni - ma intensi - di lavoro, pos-siamo dire che il raggiungimento di questi tre obiettivi è reale e che Campagna Amica, da semplice progetto, è ora una realtà consolidata sul piano sociale ed eco-nomico, divenuta di conseguenza patrimonio materiale ed immateriale dell'agricoltura italiana.Un patrimonio che si basa, appunto, sulla "rete reale" del primo circuito agroalimentare europeo composto, oltrechè dagli Agrimercati, dalle imprese accredita-te come "Punto Campagna Amica", dalle centinaia di botteghe di prossimità e, ora, anche dagli agriturismi e dalle cooperative in vendita diretta.

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012 3

Una rete, quella di Campagna Amica, che sa unire l'Ita-lia e che, dall'estremo sud fi no al nostro Piemonte, ha saputo adottare e condividere gli stessi valori, lo stesso codice etico, le stesse regole, lo stesso format di vendita ed il medesimo sistema di controllo che conferisce au-torevolezza e serietà al circuito commerciale.Un patrimonio che si avvale di una "cabina di regia" a livello nazionale ma che ha avuto nel "sano protagoni-smo dell'agricoltura del territorio" la sua autentica forza realizzatrice.Grazie alla rete di Campagna Amica, nelle province di Novara e del Vco anche le giovani imprese vivono di prospettive nuove, sono portate ad crescere e a porsi sul mercato con rinnovati stimoli e vigore.Il rafforzamento del sistema territoriale di Coldiretti e del sistema servizi di Impresa Verde apre, per l'immediato futuro, importanti prospettive di ulteriore sviluppo, con servizi e consulenze mirate che saranno indispensabili ad aziende sempre più innovative e specialistiche.Campagna Amica e Coldiretti parlano, ovviamente, la stessa lingua e perseguono obiettivi comuni: il primo, o più importante, è la valorizzazione della Filiera Agrico-la tutta Italiana, attraverso quella nuova offerta commer-ciale, sostenibile e compatibile capace di dare vera "di-stintività al made in Italy" e, quindi, un concreto valore aggiunto alle imprese agricole del territorio.Lo scenario è quello di una congiuntura pesante e di grandi cambiamenti sul piano internazionale e na-zionale: cambiamenti che l'agricoltura è chiamata a vivere consapevole del suo ruolo fondamentale per la ripresa, e che sul territorio vivremo con una Coldi-retti rinnovata in seguito al percorso assembleare in atto e che ci porterà, tra pochi giorni, all'appuntamen-to con l'assemblea interprovinciale del 24 novembre.La nuova, grande scommessa sarà scrivere e realizzare innovativi progetti economici di fi liera locale, creando sinergie con le importanti realtà produttive industriali del territorio per dar volano all'intera fi liera locale.

Campagna Amica:un'agricoltura che

sa vincere e crescere

Editoriale

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Impollinazione

SINDACALE

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Coldiretti: mercatodel latte penalizzatoda troppe importazioniChiesti alla Regione i dati riguardanti il Piemonte

da TORINO - (REDAZIONE)

Quanto pesa l'import di latte e cagliate dall'estero nella pe-nalizzazione della filiera in-terna e, in particolare, nella

difficoltà a trattare un nuovo prezzo per il latte piemontese? È quanto si chiede la nostra organizzazione agricola che, a livello regionale, ha chiesto di conosce-re i dati aggiornati sulle importazioni di prodotto straniero.Le verifice "sul campo" ci sono eccome: auto civetta di Coldiretti hanno moni-torato i valichi di frontiera piemontesi, dai quali di primo mattino arrivano tir di latte da Francia, Germania e Polonia destinati alle industrie in regione.Del resto, la situazione del mercato è sotto gli occhi di tutti: il comparto case-ario è in ripresa, l'export dei formaggi ti-pici dà segnali più che incoraggianti ma, ad oggi, la parte industriale non ha ac-cettato di adegare il prezzo. Uno scenario su cui pesano, dunque, le tante, sicuramente troppe, importazio-ni di latte dall'estero.Ultimamente si è intensificata anche l'importazione dai paesi dell'est, in par-ticolare da Lituania e Romania.Unico dato positivo è che questo latte non può essere utilizzato per produrre il Gorgonzola Dop, per il quale è richiesto unicamente latte munto nelle province piemontesi e lombarde ricomprese nel disciplinare di produzione.Tutto questo latte che arriva dall'estero, in ogni caso, appesantisce il mercato e giunge a creare una concorrenza sleale ai nostri produttori, stretti nella morsa dei costi di produzione, che da noi sono più alti (a partire dal prezzo dei cereali, del fieno e del costo della manodopera).Da qui la richiesta all'assessore Sacchet-to a pubblicare i dati relativi alle impor-

tazioni del latte e all'indicazione delle industrie che lo lavorano."Importazioni di latte e trasformati da una parte, inadempienze continue nel-la gestione delle multe sulle quote latte, dall’altra, mettono il mondo degli alle-vatori piemontesi in una condizione di grande difficoltà non più accettabile" denuncia da tempo la Coldiretti. "All’assessorato, tramite l’intervento sull’Uvac chiediamo di conoscere quanto latte arriva in Piemonte dall’estero, dove arriva, dove viene trasformato e quali prodotti a marchio va a produrre".La trattativa, com'è noto, è saltata an-che in Lombardia, altra regione di ri-ferimento per il territorio delle nostre due province di Novara e Vco: l’atteg-giamento delle industrie non ha alcuna giustificazione di mercato – sottolinea Coldiretti – anche perché l’export di gra-na e parmigiano è aumentato di oltre il

7%, quello di gorgonzola del 5,70% e del 6,53% per il grattugiato. Il prezzo del latte spot (quello commer-cializzato al di fuori dei normali contratti di fornitura) sta sfiorando i 43 centesimi al litro contro i 32 centesimi di maggio, con un progressione di quasi il 21% in appena 6 mesi, indice di una richiesta in crescita sul mercato delle partite di pro-dotto italiano non vincolate da accordi precedenti. "I prezzi sui quali si è arroccata l’indu-stria – afferma Coldiretti – sono una condanna a morte per decine di aziende agricole che hanno subito rincari sui co-sti di produzione di oltre il 40%. Il rifiuto compatto delle industrie a non accettare alcun adeguamento del prezzo di acqui-sto del latte degli allevatori delle nostre province è un’azione irresponsabile e pri-va di lungimiranza che peserà su tutto il settore zootecnico".

▶ VACCHE IN STALLA

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La classifica del falso vedein testa formaggi, salumi, olio e vini

In testa alla classifica dei prodotti più clonati ci sono i formaggi, a par-tire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano che ad esempio ne-gli Stati Uniti in quasi nove casi su dieci sono sostituiti dal Parmesan prodotto in Wisconsin o in California. Ma anche il Provolone, il Gor-

gonzola, il pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i nostri salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati” ma anche gli extravergine di oliva e le conserve come il pomodoro san Mar-zano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti. Recentemente sul mercato sono arrivati anche i wine kit che con polveri miracolose promettono in pochi giorni di ottenere a casa le etichette più prestigiose come il Barolo o il Nebbiolo ma anche Lambrusco, Chianti o Montepulciano. A differenza di quanto accade per la moda dove a copiare sono soprattutto i paesi poveri per il cibo Made in Italy le imitazioni proliferano specialmente in quelli ricchi, con gli Stati Uniti e l’Australia in testa, dove ci sono consumatori che hanno disponibilità economiche più elevate e sono affascinati dal cibo del nostro Paese.

Gorgonzola made in Usa:lo ha scoperto Coldirettiinsieme al Nebbiolosvedese in polvere...

da TORINO

C'è anche un improbabi-le Gorgonzola americano tra i falsi agroalimenta-ri scovati da Coldiretti e

messi in mostra all'ultimo Salone del Gusto a Torino. Un business da 60 mi-liardi quello dei "prodotti finti italia-ni" che, ai quattro angoli del pianeta, sfruttano l’immagine dei prodotti ma-de in Italy costruita nel tempo dai no-stri agricoltori.E ovviamente questi prodotti nulla hanno a che fare con la realtà produt-tiva nazionale. E proprio al Salone del Gusto sono state esposte da Coldiretti alcune delle opere più impensabili rea-lizzate dai pirati del gusto che sfruttano l’immagine dell’agroalimentare pie-montese. Dal Barbera bianco prodotto in Romania al Gorgonzola grattugia-to made in Usa, dal Barolo canadese al Nebbiolo svedese entrambi in polvere.«La lotta alla contraffazione e alla pi-rateria rappresentano per le istituzio-ni un’area di intervento prioritaria per

recuperare risorse eco-nomiche uti-li al Paese e generare oc-cupazione», ha affermato il presidente della Coldi-retti Sergio Marini nel s o t t o l i n e -are che «le esportazio-ni agroa-l i m e n t a r i potrebbero addirittura triplicare».

Alla perdita di opportunità econo-miche ed occupazionali si somma il danno provocato all’immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il fal-so è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori.

Dal Territorio

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ROMAGNANO SESIA - No alle scorie delle acciaierie sui terreni che dovrebbero vedere realizzata la nuova tangenziale di Romagnano Sesia: a ribadirlo è la Col-diretti interprovinciale di Novara-Vco che sottolinea “come quei terreni agricoli sono e agricoli devono essere considerati”.La maggiore organizzazione dei produt-tori agricoli ha trovato dalla sua parte il sostegno di ampie realtà territoriali e della stessa rappresentanza industriale nell’espri-mere le proprie preoccupazioni circa l’in-tegrità dei terreni stessi, dei vigneti, dei pozzi e delle falde acquifere che insistono sull’area interessata dal progetto.«Ci auguriamo la massima collaborazione su un tema che non sottovalutiamo e che continueremo a monitorare – sottolineano i vertici interprovinciali dell’organizzazione – mettendoci al contempo a disposizione per un più diretto coinvolgimento».Nei giorni scorsi si è dibattuto il tema in una riunione che, oltre al presidente Ro-vellotti e al direttore dell’Ain Aurelia-no Curini, ha visto la partecipazione del sindaco di Romagnano Sesia Carlo Bac-chetta, del sindaco di Ghemme Alfredo Corazza e di quello di Prato Sesia Luca Manuelli.Al termine dell’incontro è stato convenuto di chiedere alla Provincia di valutare at-tentamente l’impatto ambientale dell’intera operazione: «Le scorie potrebbero essere rischiose per le polveri prodotte – dicono i tre sindaci – in particolare nel caso di per-colamenti nel terreno, perché contengo-no metalli pesanti (tra cui cromo, vanadio ecc.)». I primi cittadini sottolineano anche la ne-cessità di “difendere i pregiati vigneti dell’area”, trovando la condivisione piena di Coldiretti.

ROMAGNANO,TANGENZIALEALL'ANALISI

DEL TERRITORIO▶ VIGNA A ROMAGNANO SESIA

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da NOVARA - (REDAZIONE)

San Martino amaro sul fronte dei prezzi, nonostante le produzioni tengano e facciano anzi registrare un incremento dell’8%.

A pochi giorni dalla tradizionale ricorren-za cara al mondo agricolo (San Martino è ancor oggi data di scadenza e rinnovo di contratti d’affitto, oltrechè, per convenzio-ne, termine dell’annata agraria), Coldiret-ti Novara-Vco traccia un bilancio non solo relativo ai raccolti, ma più in generale vol-to all’analisi delle condizioni economiche e di mercato in cui operano le imprese del territorio. I dati si basano sull'analisi dell'Osservato-rio Mercati di Coldiretti Piemonte.L’annata è positiva sotto il profilo delle produzioni, ma i numeri sono tutt’altro che incoraggianti a livello economico e di quotazione dei prodotti agricoli. E ciò, so-prattutto, nei settori chiave dell’economia novarese e del Vco, come la risicoltura e al-la zootecnia da latte. Gli effetti negativi sull’andamento dell’eco-nomia reale sono generati dalla crisi finan-ziaria, hanno accentuato ulteriormente le difficoltà del comparto agricolo italiano, con remunerazioni che sono risultate ten-denzialmente in ribasso, in modo sostan-ziale su alcuni settori. Un’annata quella del 2012 che traduce sul territorio le diffi-coltà dell’agricoltura italiana. La produzio-ne agricola, a livello nazionale, dovrebbe registrare un incremento del 7-8% in più rispetto al 2011 e i prezzi all’origine una di-minuzione compresa tra il 8-10%.Le imprese agricole, inoltre, segnalano una strutturale difficoltà a recuperare redditua-lità ed efficienza ed a proporre, quindi, in-novazione ed investimenti.Grosse difficoltà, infatti, si stanno riscon-trando sull’accesso al credito e di conse-guenza sulla liquidità. I pagamenti sono sempre più dilazionati nel tempo (6 mesi

nel caso della frutta). Con l’introduzione dell’articolo 62 del “Decreto liberalizzazio-ni” si spera, dopo un normale periodo di stabilizzazione, che i rapporti contrattuali tra le parti diventino finalmente chiari sia nella tipologia di fornitura, sia nei tempi di pagamento.Anche sul territoriodelle due province Col-diretti ha operato e sta operando per dare valore aggiunto alla produzione agrico-la che ha subito una forte contrazione in termini di prezzi ed inciso quindi nega-tivamente in termini di reddito. Stiamo operando con convinzione sviluppando concreti contratti di filiera e facendo cre-scere la rete di Campagna Amica che già oggi conta decine di punti vendita e diversi Agrimercati nelle nostre due province. Relativamente al RISO rimandiamo al box nella pagina a fianco.Passando al LATTE, i ben noti problemi del comparto vertono sulla necessità di ridi-scutere il prezzo alla stalla, anche alla luce

del mercato in ripresa e del forte aumento dei costi di produzione per le imprese agri-cole.Per il Piemonte, nel periodo aprile/agosto 2012 la produzione ha raggiunto le 401.857 tonnellate, con un aumento del 2,88% ri-spetto allo stesso periodo dell’anno pre-cedente e, quindi, superiore alla media nazionale. A luglio 2012 la produzione cu-mulata (329.581 tonnellate) aveva raggiun-to addirittura un +3,88% rispetto al 2011.Sul fronte della trattativa regionale, se lo scorso anno il prezzo indicizzato era dive-nuto il riferimento regionale, altrettanto non si può dire per la campagna in corso. Coldiretti Piemonte sostiene fortemente l’applicazione dell’indice storico, il qua-le ha garantito e confermato negli ultimi anni la sua validità, mantenendosi perfet-tamente in linea all’andamento del merca-to, non solo nazionale ma anche europeo e globale. Al momento la trattativa sta attraversan-

SINDACALE

ANNATA AGRARIAil riassunto dell'analisidell'Osservatorio RegionaleMercati di Coldiretti Piemonte

▶ CINGHIALI

▶ DATI POSITIVI PER LA PRODUZIONE DEI CEREALI

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7L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012

Riso, un buon raccoltoma preoccupa il fronte dei prezzi

Un buon raccolto sotto il profilo della qualità, ma è il prezzo che toglie il sonno ai produttori italiani, compresi i risicoltori di Novara e Vco.I prezzi del risone sono lontani dalle aspettative e, anche nelle ulti-me contrattazioni della Borsa Merci.

Prezzi che si moltiplicano per il consumatore quando acquista il riso lavorato nei consueti canali di distribuzione e che lascia l’amaro in bocca ai risicoltori, i quali vedono sfumare altrove il loro margine di guadagno.La ricetta per il futuro? I produttori devono tornare protagonisti del meccani-smo di filiera, ed è ciò che Coldiretti intende realizzare con il suo progetto della Filiera Italiana Riso (Fir). E tra i consumatori va promossa una positiva cultura agroalimentare ed enoga-stronomica del riso italiano.La risicoltura, del resto, continua ad essere strategica nel territorio della pro-vincia di Novara: il raccolto 2012 è stato dunque di buona qualità, complice anche una calda fine-estate che ha permesso un ottimale sviluppo del riso, te-nendo lontane le malattie fungine.Infine, ecco alcune previsioni di resa riguardanti il raccolto, che – da una prima stima dei tecnici di Coldiretti Novara e Vco – dovrebbe attestarsi tra i 70 quintali/ettaro (Lunghi A) e i 78 quintali/ettaro (Lunghi B): nel mezzo i “Tondi” con 75 quintali/ettaro.Sotto l’aspetto delle produzioni l'an-nata si èresenta buona, sotto l’aspet-to delle quotazioni la situazione è pesante ed insostenibile, priva di ogni logica.«È un mercato che umilia i nostri pro-duttori - osservano i vertici della Col-diretti interprovinciale - ed evidenzia in modo drammatico come simili storture appartengano ancora una volta alla nostra storia presente. Ovviamente, ci auguriamo che il peso del nostro progetto potrà avere riper-cussioni positive anche sulle quota-zioni della Borsa a beneficio di chi il riso lo semina e lo produce».

do una fase interlocutoria che fa ipotizza-re, verosimilmente, un’altra annata senza accordo regionale, come peraltro già av-venuto in passato, rimandando il tutto alla prossima campagna.Sostanzialmente statico, invece, il mercato del settore della carne bovina in Piemonte.Relativamente al SETTORE FRUTTICO-LO, non sfugge che la produzione di kiwi, la cui coltivazione è in costante crescita nel comprensorio novarese, abbia subito con-trazioni anche superiori al 50% per colpa delle gelate dello scorso inverno (febbraio).Per quanto concerne l’ORTICOLTURA E PICCOLI FRUTTI, l’annata di produzione

2012 per il settore orticolo può considerar-si nel complesso discretamente positiva. Il protrarsi per alcuni anni di trend nega-tivi, in termini economici, con il conse-guente leggero ridimensionamento delle superfici investite ha fatto si che, tolti brevi periodi, non si venisse ad avere un surplus produttivo e garantendo una sostanziale tenuta dei mercati e dei prezzi.Riguardo ai CEREALI, la campagna di rac-colta di frumento tenero e orzo, ad ecce-zione di alcune aree, è stata nel complesso ottima, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, e con ottimi riscontri an-che dal mercato. Fortemente condiziona-

▶ RISO IN SELEZIONATRICE

ta dal clima è stata la produzione del mais, dove si registrano marcate variazioni a se-conda delle zone.Com’è noto, la CASTANICOLTURA, anche nel Novarese e in Vco ha registrato notevo-li criticità con una contrazione di offerta rispetto alle annate precedenti. Le cause principali sono legate principalmente a due fattori: il cinipide galligeno, il quale da diversi anni sta condizionando pesante-mente la produzione, e la siccità estiva.Riguardo al SETTORE FLOROVIVAISTI-CO, si rileva come esso abbia mantenuto anche per il 2012, in linea con le annate precedenti, una relativa stabilità nelle ven-dite, anche se l’acquirente si sta sempre più orientando su generi di prodotto diversi, in quanto il consumatore finale è sempre più preparato ed esigente in merito al giardi-naggio e al verde. La soppressione dell’esenzione del paga-mento delle accise sul gasolio per il riscal-damento delle serre ha comportato una notevole ripercussione in termini di costi di produzione.Per quanto concerne, invece, il SETTORE AVICUNICOLO, l’annata 2012 per il setto-re avicolo da carne, ha mantenuto il trend positivo delle precedenti due annate, con quotazioni medie addirittura in crescita. Per il mercato cunicolo, l’annata 2012 è da considerarsi invece critica, con andamen-to altalenante delle quotazioni.Per quanto riguarda il VINO, siamo inve-ce di fronte ad una seconda annata con-secutiva avara quantitativamente, quanto generosa in termini qualitativi. Così è risul-tata la vendemmia 2012 da poco terminata e con i vini che promettono grandi soddi-sfazioni anche sul territorio delle Colline Novaresi e delle Valli Ossolane.La vendemmia ha potuto raggiungere un livello qualitativo tra l’ottimo e l’eccellente. Insieme alla quantità non abbondante ha vivacizzato un mercato che dava segni di stanchezza, appesantita dall’abbassamen-to di consumo pro-capite, ora al disotto dei 40 litri annui. L’esportazione è in crescita anche per i vini del nostro territorio.La stagione apistica 2012 è stata caratte-rizzata da scarsi raccolti primaverili con produzioni molto limitate di MIELE di ta-rassaco e ciliegio. Il raccolto dell’acacia è risultato quasi ovunque circa 1/3 delle produzioni delle due annate precedenti. Finalmente, inve-ce, è stata positiva la produzione di miele di castagno, anche nelle zone dove per pri-mo era comparso il cinipide. Molto abbon-danti anche le produzioni di tiglio e ottime le produzioni di alta montagna con la pre-senza anche di partite di rododendro.

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Impollinazione

SINDACALE

L'Iride Agricoltura 2000 - Ottobre 201210

Filiera Italiana Riso,"così prepara il futuro"EMANUELE OCCHI SPIEGA I VANTAGGI DELLA NUOVA REALTÀ

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da NOVARA

La stagione 2012 ha visto, com’è noto, l’inizio dell’operatività del-la Filiera Italiana Riso che vede il territorio del Novarese quale pro-

tagonista di un’iniziativa che vuol essere una “piccola rivoluzione copernicana” nel mondo del riso.Ad illustrare l'evoluzione del progetto (cre-sciuto in questi mesi) ai risicoltori novare-si è stato Emanuele Occhi, responsabile del progetto in ambito nazionale, durante l’incontro svoltosi giovedì 25 ottobre: «Con Filiera Italiana Riso mettiamo dunque i risicoltore al centro della scena, eliminia-mo ogni intermediazione e consentiamo a chi è produttore di materia prima di essere decisore del proprio futuro e non subire le logiche speculative dei mercati globali. In altre parole, i nostri produttori non saran-no più, de facto, subordinati al solo potere della parte industriale, bensì padroni del proprio futuro».Il progetto si concretizza con la presenza di strutture, attrezzature e personale dedi-cato alla commercializzazione del risone. Sarà presente anche la struttura finanzia-ria (creditagriItalia), unica struttura per il credito e la finanza in agricoltura esisten-te a livello nazionale nata in casa Coldiretti a sostegno delle imprese per tutto ciò che riguarda gli anticipi fatture, prestiti di con-duzione, prestiti chirografari, garanzia per le operazioni a breve, medio e lungo perio-do. Inoltre il prodotto commercializzato sarà coperto da assicurazioni sul credito.

Dottor Occhi, qual è l’esigenza che ha portato alla nascita di FIR?«L’esigenza è quella di sempre, accorciare la filiera, trasparenza in fase di contrattazio-ne, accordi di filiera, ridare dignità al mon-do della produzione, ridare valore aggiunto al prodotto riso.Vogliamo modernizzare – e lo facciamo con fatti concreti, non a parole – un com-parto strategico dell’agroalimentare italia-no qual è, appunto, il settore risicolo: con

FIR poniamo le basi operative di ciò che vorremmo possa essere una svolta “econo-mica e culturale"».

Cosa cambia nel concetto di filiera e mer-cato proposto da FIR?«Come anticipato prima, si opererà su tutto il territorio nazionale, con una sola struttu-ra ed una sola governance e, quindi, un’im-postazione lineare ed univoca. Ciò nell’ambito sopra descritto di una ca-pillare presenza sui territori: l’unione – quella vera, dei nostri risicoltori – potrà così essere davvero la forza e la spinta propulsi-va di questo progetto».

Quali cambiamenti FIR auspica di poter potare nell’attuale situazione di mercato del riso?«Attuare in concreto quanto detto sopra. Iniziando dal garantire una maggior pre-senza del mondo della produzione in fase di commercializzazione del prodotto: non dimentichiamoci mai che il patrimonio della produzione è dei risicoltori e non di altri attori della filiera.Ciò porterà di conseguenza ad una maggior informazione sulle dinamiche del merca-to e ad un maggiore e sano protagonismo della risicoltura italiana: agendo insieme, si potranno ottenere risultati importanti anche dal punto di vista della promozio-ne e della valorizzazione commerciale del prodotto-riso».

NOVARA - A Novara è presente un’uni-tà locale di FIR (Filiera Italiana Riso), e con personale dedicato sia in termini di commercializzazione del prodotto sia in termini di credito e finanza per le imprese.Una “fisicità” che tiene conto dell’im-portanza di un rapporto diretto con i produttori, della presenza sul territorio e della strategicità delle strutture di Col-diretti e Impresa Verde, presso le quali l’unità di FIR è allocata.L’articolazione di FIR nelle “province del riso” si concretizza con unità locali come quella prevista di Novara. Il grande vantaggio che così operando si possono attivare economie di scala ed aggregare i produttori ed il prodot-to di tutte le aree risicole nazionali. Così operando aumenta indiscutibil-mente il potere contrattuale del mondo agricolo: un sistema sinergico, dunque, che porta le “terre del riso” a dialoga-re, fare squadra e sistema, governare le proprie economie nell’ambito di una strategia comune che guarda al moni-toraggio dei mercati, alle pianificazio-ni di semina, alla possibilità di gestire intelligentemente lo stoccaggio e la vendita del risone.

A NOVARAPRESENTE

L'UNITÀ LOCALE

Aumentail potere contrattualedel mondo agricolo:un sistema sinergicoche porta le nostre"terre del riso"a fare squadrae sistema

▶ RISO MATURO

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ImpollinazioneImpollinazione

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SINDACALE

Comune di Novara e Tarsu si continua a lavorare,problema non risolto

da NOVARA -(Redazione)

Coldiretti definisce "interlo-cutorio" l'incontro avuto lo scorso mese di ottobre con il Comune di Novara in re-

lazione all'ormai nota vicenda Tarsu. Intanto, le imprese agricole hanno già raccolto numerose firme in una peti-zione che vuole impegnare i capigrup-po ad affrontare il problema.Vicenda che vede, da un lato, la posi-zione assunta dall'amministrazione comunale e, dall'altra, quella di tutte le imprese agricole ubicate sul territorio del comune di Novara.La questione trae origine con la delibe-razione di Consiglio Comunale n.130 del 28/11/1994 (e successive modifi-cazioni) che approvava il regolamento riguardante la TARSU, la quale non di-sponeva alcunchè per l'attività agricola.Il 19 maggio 1998 il Consiglio Comuna-le deliberava l’assimilazione dei rifiuti non pericolosi provenienti da attività economiche al medesimo regime pre-visto per i rifiuti urbani, dando man-dato all’azienda Assa di provvedere allo smaltimento degli stessi. Tanto è che l'11 novembre 1999 fu sottoscrit-to un accordo di programma provin-ciale (ai sensi dell'art. 4, comma 4, del D.lgs n.22/97) tra i Consorzi di Smal-timento Rifiuti, l'Assa e le Organizza-zioni Agricole per lo smaltimento di rifiuti agricoli e, pertanto, già da al-lora, il servizio che l'Assa faceva era speficicamente a pagamento privato.

La privatizzazione del servizio re-so dalla municipalizzata Assa, di fat-to, ha comportato l'esclusione della specificità agricola dall'assoggetta-

mento alla Tarsu e da ogni delibera comunale afferita all'imposta stessa.La municipalizzata Assa, per antieco-nomicità del servizio privatistico reso

NOVARA - Desta particolare interesse il caso di un'azienda novarese impegnata nel tessile, la Nisatex, che ha avuto il parere favorevole di ben due commissioni tributarie (quella provincia e quella regionale) dopo un ricorso legato proprio alla questione della tassa di smaltimento per i rifiuti solidi urbani.Nisatex si era rifiutata di pagare la Tarsu per la parte dell'area di magazzino di cui usufruisce al Cim, in quanto luogo dove non si producono rifiuti smaltiti dall'Assa, bensì unicamente imballaggi che l'impresa stessa provvede in proprio ad avviare al recupero.Altro principio sostenuto dall'azienda p la non ammissibilità ai rifiuti urbani di quelli che si trasformano nelle aree produttive e, più precisamente, l'assenza di un servizio pubblico di smaltimento per quanto riguarda il magazzino.I punti d'analisi sono sicuramente interessanti ed un paragone con quanto stanno affrontando le imprese agricole del comprensorio cittadino (come si evince anche dall'articolo principale della pagina) non mancano.Dal canto suo, il Comune di Novara ha deciso di ricorrere alla Corte di Cassazione, sia per il "mancato consolidamento di un chiaro orientamento giurisprudenziale", quant'anche per il rilievo economico che la questione potrebbe assumere: e il riferi-mento non è, ovviamente, al singolo caso, ma alla possibilità che il precedente che si andrebbe a creare induca altre centinaia di consimili posizioni tributarie a percorrere questa via.Non resta dunque che attendere quale sarà il giudizio in merito che andrà ad espri-mere la Suprema Corte.Va altresì precisato che la Tarsu, così come oggi intesa, dovrà scomparire con il pros-simo anno per essere sostituita dalla Tares, la quale dovrebbe essere calcolata, alme-no in parte, tenendo conto parametri diversi rispetto alla sola superficie: tuttavia non sono ancora state emanate le normatice di regolamento.

IL CASO COMUNE-NISATEXSULLA TARSU

FINISCE IN CASSAZIONE

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alle imprese agricole, dismette il me-desimo: conseguentemente, le impre-se agricole ricorrono ad altri circuiti di raccolta rifiuti organizzati e speci-fici per l'attività agricola (Cascina Pu-lita), sostenendone direttamente e totalmente i costi. Va altresì precisa-to che nei fabbricati rurali presi a ri-ferimento per i conteggi dell'imposta, non vengono prodotti rifiuti assimila-bili agli urbani, ma bensì di categorie diverse che vengono gestite come so-pra specificato. Le aziende agricole, certificano annualmente gli adempi-menti cui sono soggette attraverso il Modello Unico di Dichiarazione pre-sentato presso la Camera di Commer-cio (con il pagamento dei relativi oneri).Solo a far data dal 2010, il Comu-ne di Novara ha avviato azioni di accertamento, presumendo l'omis-sione al pagamento della tassa stessa da parte di tutte le imprese agricole (peraltro retroattivamente di cinque anni) site sul territorio comu-nale, con aggiunta di interessi mora-tori e sanzioni per l'omessa denuncia.Gli avvisi di accertamento hanno dap-prima riguardato una quindicina di aziende agricole: subito, le Organiz-zazioni di Rappresentanza, in primis

Coldiretti, hanno chiesto un incontro all'allora Vicesindaco e Assessore al bi-lancio Moscatelli per valutare un per-corso risolutivo della problematica.La ristrettezza dei tempi rispet-to alle elezioni comunali avvenute il 15/16 maggio 2010 (con il succes-sivo ballottaggio del 29/30 maggio) non hanno consentito di conclude-re il percorso positivamente avvia-to con l'amministrazione precedente. È superfluo citare che, durante, la cam-pagna elettorale, tutte le forze politiche si erano dette disponibili a risolvere il problema, confermando la non applica-bilità della TARSU per il settore agricolo. Con il nuovo assessore Dulio il confron-to è stato ripreso nei mesi successivi: il Comune mantenne però la propria in-transigenza e rigidità, costringendo di fatto le imprese agricole a ricorrere nei termini di legge presso la Commissione Tributaria Provinciale in quanto, senza godere di alcun servizio, si vedono as-soggettate al conteggio dell'imposta superfici di fabbricato che non produ-cono alcun rifiuto e, in alcuni casi, non tassabili (legnaie, porcilaie, stalle, cas-seri) o addirittura non godute all'eser-cizio dell'attività di impresa. Il tutto ad una tariffazione di ben altra attivi-

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tà economica (corrieri e magazzini).L'alta responsabilità del mondo agri-colo – stante la situazione di difficoltà economica da parte del Comune stes-so – indusse le organizzazioni di rap-presentanza a chiedere un ulteriore incontro al Sindaco Ballarè e all'As-sessore Dulio, poi tenutosi il 28 mag-gio 2012 “per capire se, politicamente, era possibile trovare una soluzione al-la vertenza apertasi con un consistente numero di imprenditori agricoli in me-rito all'applicazione della TARSU”. In tale incontro si conviene sulla possibi-le soluzione e, parimenti, viene assicu-rata l'adozione da parte del Comune di Novara di un regolamento dove, per la prima volta, si classifica l'attività agri-cola in termini di luoghi ove si produ-cono i rifiuti, tipologie dei luoghi stessi e conseguente, adeguata tariffazione. Per i fatti sopra esposti, malafede e dolo vanno perentoriamente esclu-si, in quanto mai i produttori agricoli e le loro rappresentanze hanno avuto alcun cenno ad essere potenzialmen-te soggetti all'imposta Tarsu da par-te dell'amministrazione comunale di Novara: fatto che, conseguentemen-te, esclude ogni pretesa sanzionato-ria per “omessa o mancata denuncia”. Il 16 giugno scorso, anche l'Anci (As-sociazione Nazionale Comuni d'Ita-lia), appositamente interpellata dal “vicino” comune di Crescentino circa l'assoggettabilità o meno delle impre-se agricole alla Tarsu medesima, si è espressa in merito. Dopo aver analiz-zato questi punti, i sottoscrittori de-la petizione "fanno appello alla carica istituzionale e al ruolo dei capogruppo affinchè il problema sia affrontato nel-le opportune sedi politiche nei dovuti e giusti modi, e vengano date risposte alle imprese agricole del Comune di Novara che, se vessate da un'imposizione tribu-taria assolutamente anomala, si vedo-no precluso il loro futuro".Parallelamente, va dato conto dell'in-contro avuto da Coldiretti Novara Vco con i vertici del Comune di Novara lo scorso 26 ottobre: incontro interlo-cutorio al quale hanno preso parte il presidente interprovinciale Paolo Ro-vellotti, il direttore Gian Carlo Ramella e il presidente di sezione Carlo Tega.Coldiretti, in particolare, ha fornito al Comune di Novara, nella persona dell'assessore Dulio, gli atti a suo tem-po sottoscritti dalla municipalizzata comunale Assa che gestiva a pagamen-to lo smaltimento dei rifiuti agricoli.

▶ PALAZZO CABRINO, SEDE DEL COMUNE

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Una grande rete di venditain continua espansione

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Impollinazione

CAMPAGNA AMICALA FILIERA AGRICOLA TUTTA ITALIANA

da NOVARA - MARCO CIAMPANELLI(Referente Campagna Amica)

Campagna Amica è uno straordinario progetto che continua a crescere, in Italia e sul territorio delle nostre province, dove è prossima l'apertura di nuo-ve Botteghe e Punti gestiti direttamente dalle im-

prese agricole aderenti al circuito.Una rete che può contare anche sulla presenza capillare de-gli Agrimercati che, in appena tre anni, sono diventati oltre mille in tutta Italia.Val la pena di fare qualche numero: oggi Campagna Amica rappresenta una rete in grado di realizzare in un anno oltre 30 mila giornate mercato a livello nazionale, coinvolgendo almeno 20 mila produttori agricoli che "intercettano" le pre-ferenze di oltre 9 milioni di consumatori.Dati positivi che si riflettono anche sul fatturato, oggi supe-riore ai 500 milioni di euro: Campagna Amca è oggi confi-gurabile come un nuovo modello distributivo per i prodotti alimentari di sicura provenienza agricola ed italiana.Ma è anche, allo stesso tempo, un circuito di tutta l'"offerta di campagna" dove, insieme al cibo in filiera corta, si vede l'ospitaità rurale dei nostri agriturismi, la gastronomia tipica della nostra alimentazione, la magnifica cultura rurale di cui solo noi disponiamo e le straordinarie risorse ambientali che distinguono i nostri territori.

In tutta ItaliaCampagna Amicaè oggi una retein grado di generareun fatturatosuperiore ai 500milioni di euroe si confi guracome un nuovomodello distributivoper i prodotti al 100%agricoli e italiani

MERCATI, PUNTIE BOTTEGHECosì cresce il progetto di Campagna Amicain Italia e sul territorio

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Sono già 7 milioni gli italianiche fanno la spesa "insieme"

coi Gruppi di Acquisto Solidale

S i Sono saliti a 7 milioni gli italiani che nel 2012 hanno partecipato a gruppi di acquisto, i co-siddetti Gas, formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare

la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggio-se. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Censis dalla quale si evidenzia che i Gruppi solidali di acqui-sto (Gas) sono diventati un fenomeno di rilievo che ha contagiato quasi 7 milioni di persone, di cui quasi 2,7 milioni in modo regolare.Ogni Gas ha inoltre propri criteri per selezionare i for-nitori, individuare i modi di consegna, stabilire con il produttore un prezzo equo e scegliere cosa acquistare privilegiando la stagionalità, il biologico, il sostegno al-le cooperative sociali, la riduzione degli imballaggi, le dimensioni del produttore o infine la vicinanza territo-riale (chilometro zero). Le modalità di acquisto variano notevolmente e vanno dalla consegna a domicilio, alla prenotazione via internet fino “all'adozione” in gruppo di interi animali o piante da frutto.Un crescente numero di gruppi di acquisto nasce in realtà con l'obiettivo di approvvigionarsi di-rettamente nei mercati, nelle botteghe o nei pun-ti vendita degli agricol-tori di Campagna Amica per assicurarsi l'origine, la genuinità dei prodotti che si portano in tavola. Più in generale, si tratta di relazioni che nascono da esigenze di acquisto, dalla voglia di ritrova-re un diverso, migliore equilibrio tra qualità e prezzo.

▶ UNA BOTTEGA DI CAMPAGNA AMICA

▶ IMPORTANTE PER I GASIL RUOLO DEI FARMER'S MARKET

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Dal Territorio

La "Pasta della Bontà" 100% italiana sarà fornita gratuitamente da Coldiretti anche ad alcune Case di Riposo e mense solidali del territorio: sono stati individuati, tra i beneficiari, il Banco Alimentare di

Novara, la Caritas di Borgomanero e, per la zona di Oleggio, la Casa di Riposo Castagno Rsa, la Casa di Riposo Pariani Residenza Casa Protetta di Bellinzago.

La Pasta della Bontà andràanche alle case di riposo

BENE L'INIZIATIVA SOLIDALE IN VALLE ANTIGORIO

La “Pasta della Bontà” ha conquistato la Valle Antigorio, in occasione di “Mele Miele” (1/4 novembre).Coldiretti era presente con un proprio stand e con i kit di Pasta 100% italiana: una “Pasta della Bontà” buona da cucinare e solidale con i più bisognosi: il ricavato della sua distribuzione viene infatti devoluto alla “Lega del Filo d’Oro” che da quasi 50 anni assiste in tutta Italia i sor-dociechi e i pluriminorati psicosensoriali.La confezione di Pasta della Bontà proposta ai consuma-tori Valle Antigorio come in tutto il resto d'Italia era com-posta da tre pacchi da 500 grammi di pasta, di grano duro 100% italiano, in un pratico shopper, a fronte di una donazione. Insieme al kit è stato distribuito un mini-ricettario con le ricette di Renzo Arbore, Marisa Laurito e Teresa Mannino.

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▶ RENZO ARBORE E LA "PASTA DELLA BONTÀ"

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Dal Territorio: Basso e Medio Novarese

da NOVARA - BRUNO BACCAGLIO(Segretario di Zona Coldiretti Domodossola)

La fiera ovicaprina che si è svol-ta di recente a Croveo, frazio-ne di Baceno, ha dato modo di evidenziare ancora una volta il

ruolo della zootecnia ovicaprina nella provincia del Verbano Cusio Ossola e, più in generale, nelle valli alpine.Ma qual è lo stato di salute dell’alleva-mento di capre e pecore nel Vco e nel Novarese?Va detto che l’allevamento ovicaprino costituisce ancor oggi una risorsa stra-tegica per l’economia agricola monta-na del Verbano Cusio Ossola e dell’Alto Novarese: è il mantenimento di un’an-tica tradizione che si proietta verso un futuro fatto di imprese giovani e con-sapevoli del proprio ruolo.Sono imprese che, oggi, sono in gra-do di produrre le eccellenze dell’eno-gastronomia ossolana, ovvero quei formaggi e salumi che sono ricercati anche al di fuori dei confini del terri-torio: un esempio, proprio tra i salumi è il “violino di capra”, un unicum che si produce unicamente in Val Vigezzo ol-trechè nella lombarda Val Chiavenna.La produzione di formaggi caprini si è fortemente sviluppata negli ultimi 5-6 anni proprio grazie ad una rinnovata imprenditoria agricola fatta di giovani capaci e determinati.Non ultimo, è di forte rilievo il ruolo multifunzionale di tali imprese, che svolgono un’importante azione di pre-sidio del territorio alpino, altrimenti destinato, in molti casi, all’abbandono.Oggi nel Vco sono presenti oltre 10.000 capi ovini ed oltre 10.800 caprini: per quanto riguarda le razze più diffuse, tra le capre vanno citate la Camoscia-ta delle Alpi, la Saanen e la Verzasca mentre, per quanto riguarda le pecore, la più diffusa è la razza biellese.

UN SETTORE STRATEGICO PER L'ECONOMIA MONTANA

Ossola, l'allevamentoOVICAPRINO risorsa da valorizzare

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Mentre gli ovini sono destinati alla produzione di lana e carne, i caprini sono vocati a quella di carne e latte, da cui si ottengono – come già detto - for-maggi di qualità.Nel Vco gli allevatori di ovini sono circa 200, quelle con caprini, oltre 300, come conferma anche l’ultimo censimento regionale sull’agricoltura piemontese: una tendenza marcata è quella dell’al-levamento specialistico della capra da latte, il che fa ben sperare per lo speci-fico comparto caseario che ne valoriz-za e trasforma il latte.Importante, a questo proposito, è il ruolo della Coop Agricola Vigezzo che oggi produce formaggi molto apprez-zati proprio con il latte caprino munto “a chilometro zero” nelle aziende os-solane”. Dunque c’è un mercato per i prodot-ti derivati da questo comparto alle-vatoriale. Ed è un mercato che fa ben sperare, grazie anche al ruolo che Col-diretti svolge attraverso il progetto di

Campagna Amica e della valorizzazio-ne della Filiera Agricola tutta Italiana: una filiera che, sul territorio ossolano, si traduce proprio nella valorizzazione delle produzioni dell’agricoltura loca-le.Spesso si abusa del termine “agricol-tura eroica”: ma in questo caso, ben si addice a designare chi, con coraggio e costanza, decide oggi di portare avanti questo tipo di attività agricola.Creare e far crescere una stalla in mon-tagna implica certamente difficoltà maggiori rispetto alla pianura e per questo tutti i nostri allevatori che pre-sidiano la montagna vanno premiati e sostenuti. La promozione dei prodotti? Si è fatto molto, ma occorre continuare in una via tracciata: e, certo, il buon successo pubblico che ancor oggi affolla i Punti di Campagna Amica, gli Agrimercati e le fiere specialistiche sul territorio del-le nostre due province ci incoraggia a proseguire e progredire.

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012

Sempre più giovani negli ultimi annicredono nel futuro di un compartoche sta scommettendo sulla trasformazionedel latte e che garantisce al territoriola tradizione di prodotti di qualità

▶ CAPRE NEL VCO

▶ FORMAGGI DI CAPRA

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CAA - IN PRIMO PIANO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

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Imprenditoria giovanile,il pacchetto di sostegno

INIZIATIVA DI CREDITAGRI E GIOVANI IMPRESA da NOVARA - ANNA ROSSO - (Referente CreditAgri)

Un pacchetto di servizi pensati ad hoc per il setto-re agricolo per incentivare la nascita di imprese, il ricambio generazionale, l'espansione della di-mensione aziendale. Lo strumento è stato messo

a punto da Ismea e presentato al Ministero per le Politiche agricole. Un’arma in più per sostenere le aziende under 40, che va ad affiancarsi ad iniziative già in campo come il pac-chetto promosso da Coldiretti Giovani Impresa e CreditA-gri Italia, in collaborazione con FriulAdria e Cariparma che prevede Start Up, Prestito Informatizzazione Aziendale, For-mazione, Fideiussione a favore di Ismea, Tutto Compreso e Linea Scelgo Io.Il pacchetto si rivolge a giovani imprenditori (meno di 40 an-ni), start up, imprenditori che vogliono rilanciare o espandere l'azienda e si compone di sei strumenti, di cui due comple-tamente inediti: il Fondo capitale di rischio, ossia un fondo (di circa 50 mln di euro) per supportare la capitalizzazione e l'espansione delle pmi, attraverso il quale Ismea diventa so-cio di minoranza in imprese agricole organizzate in spa o srl; il Fondo di credito per ridurre il costo dei finanziamenti ban-cari (in attesa del decreto attuativo).Reinserito, inoltre, il regime di primo insediamento dei gio-vani agricoltori, che permette di acquistare terreni agricoli, anche pubblici, a un tasso agevolato e bloccato. Allargato a tutta Italia il sostegno al subentro nella conduzione di azien-de in cui avvenga il ricambio generazionale. Previste infine

"Missione Impresa", si è svolto a Novarail corso per i giovani a cura di Ager

È stato attivato a partire da mercoledì 7 novembre presso la sede della fe-derazione interprovinciale Coldiretti Novara Vco (via Ravizza 11/13) il modulo 3 del progetto “Missione Impresa” relativo all’accesso ai fi-nanziamenti nazionali e comunitari per le imprese agricole “Impresa

e territorio: come finanziare lo sviluppo”. Il modulo ha visto lo svolgimento di un corso in cinque giornate formative con il seguente programma: mercoledì 7 “Come valorizzare l’impresa agricola: dalle politiche ai mercati” e “La Filiera Agricola italiana: una risposta ai bisogni dei consumatori ed alle esigenze delle imprese agricole”; giovedì 8 novembre “Dall’idea alla costruzione di un Proget-to di sviluppo d’Impresa”; venerdì 9 “Psr: dalla programmazione 2007/2013 alla programmazione 2014/2020”; martedì 13 “Servizi alle imprese agricole: accessi al credito ed assicurazioni agevolate”; mercoledì 14 “Testimonianze e approfon-dimenti” e, infine, “Valutazione dell’apprendimento ed esperienza formativa".Il corso riguarda quanti si sono iscritti nel 2011: i docenti intervenuti sono Franco Ramello, Marco Ciampanelli, Federica Giovannone, Andrea Fugaro, Adelina Reolfi, Marco Castelli oltre a due funzionari di Ager e Mipaaf. In occasione dell'ultima giornata di lavoro hanno portato il loro contributo il giornalista del settore agricolo Gianfranco Quaglia e la segretaria ge-nerale della Camera di Commercio Cristina D'Ercole, oltre alla testimonianza dell'imprenditore biellese Roberto Mercan-dino, allevatore di bovine da latte e vicepresidente di Coldiretti Vercelli Biella.

garanzie per l'accesso al credito agrario e incentivi per stipu-lare polizze assicurative per le avversità atmosferiche.Secondo quanto emerso dalla presentazione, alla quale han-no preso parte il ministro delle Politiche agricole, Mario Ca-tania, e il presidente di Ismea Arturo Semerari, a settembre 2012 sono già stati rilasciati oltre 15 milioni di euro di fondi a garanzia diretta per lo start up di nuove imprese agricole av-viate da giovani al di sotto dei quarant'anni.Proprio su questi ultimi due punti il ministro Catania ha sottolineato la necessità, in prospettiva, di "andare al di là" dell'intervento pubblico: «Sul fronte del credito dobbiamo prendere in seria considerazione l'idea di ritornare ad un re-gime di credito agrario differenziato, la cui scomparsa e' sta-ta un grave danno per il settore; sul fronte delle assicurazioni dobbiamo superare la logica di affrontare il rischio ex post, fa-cendo decollare, anche a livello comunitario, il sistema assicu-rativo ex ante». Anche perchè, ha aggiunto Semerari, «in otto anni il mercato assicurativo agricolo e' praticamente raddoppiato».«Occorre investire in intelligenti attività di accompagnamen-to alla progettazione, adeguati meccanismi di assistenza allo start up, filiere corte di accesso al credito gestiti dai confidi co-me Creditagri Italia, vista la grande propensione agli investi-menti da parte dei giovani imprenditori» ha commentato il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Vittorio Sangiorgio. Secondo un’indagine Coldiretti/Swg, 30, le giovani imprese hanno la metà delle possibilità di accedere al credito rispetto a quelle adulte.

▶ I PARTECIPANTIAL CORSO "MISSIONE IMPRESA"

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CAA - IN PRIMO PIANO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

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▶ CAMPO AGRICOLO ARATO

Distribuzione effluenti zootecnici:attenzione alle modifiche del calendario

Sono state approvate alcune modifiche all'artico-lo 25 del regolamento regionale 10R/2007 con ri-ferimento al calendario invernale di distribuzione degli effluenti zootecnici. In particolare, l'appli-

cazione al terreno degli effluenti zootecnici e delle acque reflue, nonchè dei concimi aotati degli ammendanti orga-nici saràvietata nella stagione autunno-invernale e, in par-ticolare, nei seguenti periodi minimi:a) 90 giorni (a partire dal 19 novembre) per i concimi azo-

tati e per ali ammendanti organizi, mer i letami e i mate-riali ad essi assimilati, fatti salvi: 1) il letame con contenuto di sostanza secca pari o su-periore al 20% ed assenza di percolati, utilizzato su prati permanenti o avvicendati, per cui il divieto si applica nel periodo 15 dicembre/15 gennaio;2) l'ammendante compostato con tenire di azoto totale inferiore al 2,5% sul secco, di cui non oltre il 15% come azoto ammoniacale, per cui il divieto si applica nel pe-riodo 15 dicembre/15 gennaio;3) Le deiezioni degli avicunicoli essiccate con processo rapido a tenori di sostanza secca superiori al 65%, per

cui il divieto si applica dal 1° novembre alla fine di feb-braio;

b) 120 giorni (a partire dal 1° novembre) per i liquami, i ma-teriali ad essi assimilati e per le acque reflue, fatto salvo il liquame distribuito su terreni dotati di copertura ve-getale (prati, pascoli, cereali vernini, erbai autunno/in-vernali, colture arboree inerbite, cover-crops) oppure su terreni con residui colturli ed in preparazione di una se-mina primaverile anticipata, per il quale il divieto si ap-plica nel periodo 15 novembre-15 febbraio.

Su richiesta motivata e provvedendo ad informare il mi-nistero dell'ambiente, la giunta regionale può disporre la temporanea sospensione dei periodi di divieto in caso di particolari situazioni climatiche, con l'esclusione del perio-do 1° novembre 31 gennaio nel caso dello spandimento dei liquami e dei materiali ad essi assimilati. Su richiesta moti-vata e provvedendo ad informare il ministero dell'ambiente, la giunta regionale può disporre la una diversa decorren-za dei periodi in caso di particolari situazioni climatiche, con l'esclusione del periodo 1° dicembre-31 gennaio.

REFLUO periodo vietatoMateriali palabiliLetame con tenore di sostanza secca maggiore uguale al 20%, se distribuito su prati appuntamenti o avvicendati 15 dicembre - 15 gennaioAltri letami; materiali assimilati ai letami* 15 novembre - 15 febbraioAmmendante compostato con tenore di N totale inferiore al 2,5% (sul secco), di cui non oltre il 15% come N ammoniacale 15 dicembre - 15 gennaioAltri ammendanti organici 15 novembre - 15 febbraioDeiezioni di avicunicoli essiccate con processi rapidi a tenori di sostanza secca oltre il 65% 1 novembre - 28 febbraioConcimi contenenti azoto 15 novembre - 15 febbraioMateriali non palabiliLiquame, se distribuito s terreni dotati di copertura vegetale (prati, pascoli, cereali vernini, erbai autunno/invernali, colture arboree inerbite, cover-crops) oppure su terreni con residui colturali ed in preparazione di una semina primaverile anticipata 15 novembre - 15 febbraioAltri liquami; materiali assimilabili ai liquami **; acque refl ue del settore agro-alimentare 1 novembre - 28 febbraio

REFLUO periodo vietatoMateriali palabili nessunoMateriali non palabili 1 dicembre - 31 gennaio

*materiali assimilti ai letami=lettiere esauste degli allevamenti avicunicoli; deiezioni avicunicole anche non mescolate a lettiera rese palabili da processi di disidratazione (naturali o artifi ciali svolti all'interno o all'esterno dei ricoveri); frazioni palabili risultanti dal trattamento dei refl ui zootecnici (compresi la separazione solido/liquido,la disidratazione e il compostaggio).** materiali assimilati ai liquami=liquidi di sgrondo dei materiali palabili e dei foraggi insilati; deiezioni avicunicole non mescolate a lettiera; frazioni non palabili risultanti dal trattamento dei refl ui zootecnici (compresa la separazione solido/liquido); acque di lavagio di strutture, attrezzature ed im-pianti zootecnici, se mescolate ad effl uenti zootecnici e qualora destinate ad utilizzo agronomico.

Entro fine anno bisognerà predisporre il Piano di Utilizzazione Agronomica è uno strumento che raccoglie ed elabora le informazioni utili a dimostrare l'equilibrio tra:• il fabbisogno prevedibile di azoto delle colture;• l'apporto di azoto alle colture, proveniente dall’ambiente e dalla fertilizzazione;Tale equilibrio viene verificato tramite l’elaborazione di diverse metodologie di bilancio, in funzione della tipologia delle aziende tenute alla sua redazione e del tipo di indicatore ricercato.Redazione del Piano di Utilizzazione Agronomica in forma completa (PUA)Il Piano di Utilizzazione Agronomica in forma completa elabora due diverse metodologie di bilancio: la prima si basa sull’equazione e pone a confronto il fabbisogno prevedibile di azoto per la nutrizione delle colture con l'azoto fornito dall’agro-ambiente e dalla ferti-lizzazione. La seconda metodologia si basa sull’equazione, e pone a confronto l’azoto allontanato dall’azienda e l’azoto apportato in campo, trascurando i flussi interni al sistema suolo/pianta.Gli uffici del Caa Coldiretti sono a disposizione degli interessati per i relativi adempimenti.

ALLEVATORI: ENTRO FINE ANNO IL PUA

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CAA - IN PRIMO PIANO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

da NOVARA - LORENZO ROLANDO(Responsabile Caa Coldiretti)

Anumerose aziende agrico-le stanno giungendo in questi giorni lettere a firma di impor-tanti realtà industriali semen-

tiere relative alla rotazione colturale (mais in particolare), facenti però riferi-mento a regioni ben diverse dal nostro Piemonte.Al fine di meglio chiarire la questione relativa alla rotazione colturale e agli obblighi di condizionalità, si ritiene op-portuno tornare sull'argomento con le opportune specificazioni.Innanzitutto, va ricordato che state puntualizzate, con DGR n. 24 del 26/10/ 2011 della Regione Piemonte, le proce-dure per rispettare alcuni obblighi di condizionalità che le aziende agricole devono rispettare.Si ricorda brevemente che le norme di condizionalità sono prescrizioni di ca-rattere ambientale e tecnico che ogni azienda agricola che presenta qualsi-voglia domanda di aiuto su regimi di pagamento comunitari (principalmen-te PAC e PSR) deve rispettare, le regole della condizionalità si articolano in una serie di atti e di norme, tra queste ulti-me figura lo standard 2.2 che riguarda l’avvicendamento delle colture. La norma sull’avvicendamento preve-de che al fine di mantenere il livello di sostanza organica del suolo e di salva-guardarne la struttura, è ammessa una durata massima della monosuccessio-ne pari a cinque anni per i cereali: fru-mento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, sca-gliola, farro, mais e sorgo.Per monosuccessione di cereali s’inten-de la coltivazione dello stesso cereale sul medesimo appezzamento per 2 o più anni consecutivi.Il computo degli anni di monosucces-sione decorre dall’anno 2008. Non in-terrompono la monosuccessione le colture intercalari in secondo raccolto.

Condizionalità e rotazione colturale,le normative per le imprese

È considerata come monosuccessione dello stesso cereale la successione dei seguenti cereali: frumento duro, fru-mento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro.La ragione della norma risiede nel fatto che una buona conduzione agronomi-ca dei terreni è sempre stata impernia-ta sulla rotazione delle colture, non solo per mantenere la fertilità del suolo ma anche per contrastarel’insorgenza di malattie o parassiti; ne-gli ultimi anni tuttavia la modifica de-gli assetti aziendali e la disponibilità di macchine e mezzi tecnologici nuovi hanno favorito la diffusione della mo-nosuccessione verso quelle colture che meglio rispondono alle mutate esigen-ze aziendali, per la nostra provincia, ad esempio, una delle colture più interes-sate dalla monosuccessione è il mais. Per molte aziende quindi l’obbligo di ruotare le colture può risultare mol-to gravoso da osservare, d’altro can-to, numerose esperienze sperimentali

evidenziano che nei terreni oggetto di fertilizzazione organica (con letame o liquame) il livello della sostanza orga-nica si mantiene a buoni livelli (spesso aumenta) anche in presenza di colture fortemente esigenti e produttive. Sulla scorta di tali evidenze, nella norma di condizionalità 2.2. sono state previste delle deroghe al divieto della monosuc-cessione ed in particolare: 1. è ammessa la monosuccessione di riso; 2. è ammessa la monosuccessione di cerea-

li autunno vernini per le zone montane;3. è ammesso prolungare la monosucces-

sione oltre il termine del quinquennio qualora il mantenimento del livello di sostanza organica sia dimostrato me-diante analisi del terreno.

Se in un anno del periodo di deroga viene evidenziata, mediante analisi del suolo, una diminuzione del livello di so-stanza organica, sulle superfici interes-sate dalla monosuccessione deve essere effettuato almeno uno dei seguenti in-

Una guida per consentire alle imprese zootecniche biologiche di interpretare correttamente il regolamento adottando le giu-ste prassi di allevamento. A predisporla è stato il Centro per la Produzione della Carne e il Miglioramento genetico di Montero-

tondo. Il documento punta a facilitare la lettura per il Regolamento di ese-cuzione (Ue) N. 505/2012 della Commissione del 14 giugno 2012In particolare, tale guida, disponibile alla pagina Internet: http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/guida.pdf, ri-guarda l’interpretazione di alcuni articoli dei regolamenti Ue n. 889/2008 e 505/2012 per facilitarne la comprensione, soprattutto in merito all’uso di alimenti per animali e all’etichettatura dei mangimi.La zootecnia biologica è cresciuta in Italia in 10 anni. Nel settore zootec-nico, nonostante alcune differenze tra le diverse specie, si è assistito ad un aumento del numero di capi allevati con metodo biologico. Confrontando i dati del Sinab dal 2001 ad oggi, si registra un aumento dei capi per tutte le specie ad eccezione dei bovini che da 330.700 si sono ridotti a 193.675.

Zootecnia biologica, è disponibileuna guida per l'applicazionedelle normative comunitarie

Page 19: Iride Novembre 12

terventi di ripristino: - letamazione;- apporto di liquame; - apporto di digestato da impianti di di-

gestione anaerobica per la produzio-ne di biogas;

- apporto di ammendante compostato;- restituzione al terreno delle stoppie e

delle paglie (asporto della sola granella);- sovescio.

L’analisi del terreno non è richiesta se sui terreni interessati dalla monosuc-cessione, se in ogni anno del periodo di deroga, si effettua in via preventiva al-meno uno degli interventi sopra citati. Tradotto in termini pratici, le aziende cerealicolo–zootecniche, avendo a di-sposizione letame o liquame prodotti dagli allevamenti possono facilmente ottemperare alle prescrizioni richieste per operare in deroga, è sufficiente in-fatti che ai seminativi vengano apporta-ti regolarmente letame o liquame. Le aziende solo cerealicole senza alleva-menti possono usufruire della deroga se procedono all’interramento delle stop-pie o delle paglie; qualora le stoppie (ad. es. stocchi del mais) o la paglia vengano asportate allora è necessario provvedere ad una concimazione organica median-te l’apporto di letame o liquame o am-mendante o digestato. Se nessuna delle azioni sopra descrit-te è attuabile da parte dell’azienda, per usufruire della deroga occorre effettuare annualmente un’analisi del terreno per verificare che il livello di sostanza orga-nica dello stesso non diminuisca; per avere un termine di confronto occor-re effettuare un’analisi nel quinquen-nio (essendo questo iniziato nel 2008 l’analisi deve essere effettuata nel 2012, ultimo anno dei monosuccessione am-messa) ed una in ciascun anno succes-sivo, quindi dal 2013 in poi. Se le analisi evidenziano un calo di so-stanza organica diventa obbligatorio intervenire con una concimazione orga-nica che la riporti ai valori precedenti. Rispetto alla stesura iniziale, la norma sull’avvicendamento (che non contem-plava la possibilità di deroga automatica per chi effettua un qualche tipo di ferti-lizzazione organica) è stata così sempli-ficata molto nella sua gestione, lo staff tecnico di Coldiretti non è estraneo a tali modifiche in quanto già dal 2008 ci si era adoperati per rendere tale norma più aderente alla realtà.Gli uffici del Caa Coldiretti sono a di-sposizione di tutti gli associati per ogni ulteriore indicazione sull'argomento.

19L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012

OCM VINO - BANDO PER ESTIRPOE REIMPIANTO

(RISTRUTTURAZIONE VIGNETI)

È stato aperto in data 6 novembre 2012 il bando per l'accesso a con-tributi a fondo perduto per estirpo e reimpianto di superfici vitate.

Beneficiari sono tutti in conduttori di vigne-ti, a qualunque titolo, con priorità ai Col-tivatori Diretti/Imprenditori Agricoli iscritti all'INPS.Se l'azienda ha già una superficie vitata di almeno 1 ettaro la superficie minima di impegno è di 0.3 ettari, in caso diverso la superficie minima di impegno è di 0.5 ettari.La domanda deve essere esclusivamente presentata in via telematica attraverso il CAA gestore del fascicolo aziendale en-tro la data del 30 gennaio 2013 in via telematica e con la presentazione della parte cartacea entro il giorno 6 febbraio 2013, ore 12, presso il competente Ser-vizio Agricoltura Provinciale, completa di tutti gli allegati e di copia della domanda cartacea sottoscritta dal beneficiario.I contributi riguardano l'estirpo ed il reim-pianto di vigneti aziendali e/o il reimpian-to con l'acquisizione da terzi del diritto di reimpianto. Le motivazioni possono essere la riconversione varietale e/o la ricolloca-zione di vigneti in aree più vocate.Vi è anche la possibilità di avere un con-tributo per la sostituzione integrale di pali e fili del vigneto al fine di adeguarlo ad una migliore meccanizzazione, come ad

esempio la vendemmia meccanica ed an-che per il sovrinnesto.L'ammontare dell'aiuto è pari a 12.300 eu-ro/ettaro per estirpo e reimpianto, 10.100 euro /ettaro per reimpianto con acquisto da terzi del diritto e di 4.700 euro/ettaro per la sostituzione di pali e fili; 4.200 eu-ro/ettaro per il sovrinnesto.Questi contributi aumentano nel caso di zone di montagna, ciglionamenti, terraz-zamenti e vanno valutate le singole situa-zioni.Il contributo viene erogato entro il 15 ot-tobre 2013, previa sottoscrizione di una fideiussione per il 120% dell'importo del contributo e le opere possono essere ese-guite entro il 31/07/2015E' importante ricordare che prima della presentazione della domanda di contributo l'azienda deve essere in possesso del dirit-to di reimpianto: aziendale o acquisito.Si ritiene interessante suggerire di aderire alla misura il questo anno, in quanto, essen-do alla chiusura del periodo OCM VINO 2007/2013, la domanda 2013/2014 potrebbe subire dei rallentamenti e quindi aderire ora vuol comunque dire poter fare i lavori con tre primavere a disposizone per gli impianti: 2013, 2014, 2015.Gli uffici COLDIRETTI sono a disposizione per informazioni, valutazioni di fattibilità e presentazione delle domande.

CARLO TODESCHINO

▶ VIGNETO

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L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 201220

da NOVARA - ELENA ROLANDO(Referente Abilitata Sicurezza Imprese)

Le attività soggette ai control-li di prevenzione incendi (DPR 151/11) hanno un anno in più di tempo per presentare la SCIA

senza incorrere in sanzioni. Il DPR 151/11 aveva introdotto un elen-co, nuovo rispetto a quello esistente dal 1982, delle attività soggette alle visite e ai controlli per la prevenzioni incendi, i cui soggetti avrebbero dovuto adegua-re la propria posizione entro e non oltre lo scorso 7 ottobre 2012, termine, come detto sopra, differito di un anno.Secondo la nuova disciplina normativa, le attività d’impresa interessate alle visi-te ed ai controlli di prevenzione incendi sono distinte in 3 categorie: A, B, C.Appartengono alla Categoria A le atti-vità di limitata complessità. Rientrano nella Categoria B le attività caratteriz-zate da una media complessità e da un medio rischio. Nella Categoria C rien-trano tutte le attività ad alto rischio e ad alta complessità tecnico-gestionale.

Le procedure distinte per categoriaCategoria AUn imprenditore che desidera costruire un’attività secondo la nuova disciplina, compie i lavori necessari alla realizza-zione dell’opera senza chiedere pareri preventivi ai Vigili del fuoco. Dopo aver realizzato la costruzione, per dare inizio all’attività, invia allo Spor-

Prevenzione incendi:prorogati i terminiper le richieste

tello Unico attività Produttive SUAP il progetto dell’opera e una segnalazione certificata d’inizio attività (SCIA) con al-legata la documentazione comprovan-te il rispetto delle prescrizioni vigenti in termini di sicurezza antincendio.

Categoria BSe l’imprenditore intende avviare un’at-tività di media complessità, è necessa-rio far valutare il progetto al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco che esprimerà il parere ssull’eventuale ade-guatezza dell’opera alle norme antin-cendio. Al termine dei lavori, è sufficiente in-viare al SUAP una segnalazione certi-ficata d’inizio attività con allegata la documentazione comprovante il ri-spetto delle prescrizioni vigenti in ter-mini di sicurezza antincendio.Per le due categorie A e B, i controlli da parte dei Vigili del fuoco verranno ese-

guiti entro 60 giorni dal ricevimento della SCIA, con metodo a campione.

Categoria CIn questo caso è necessario ottenere il parere preventivo di conformità del progetto ai Vigili del Fuoco. Terminati i lavori, si invia al SUAP la SCIA con allegata la documentazione comprovante il rispetto delle prescri-zioni vigenti in termini di sicurezza an-tincendio. Entro 60 giorni dall’inizio dell’attività i Vigili del Fuoco effettue-ranno il sopralluogo per controllare che tutte le norme antincendio siano rispet-tate e in caso positivo, rilasceranno il Certificato di prevenzione incendi CPI.Il CPI rilasciato in base al nuovo decreto dovrà essere rinnovato ogni 5 o 10 an-ni a seconda della tipologia dell’attivi-tà e del grado di rischio di pericolosità dell’attività stessa.

Le principali attività agricole soggette al controllo sono:

- Impianti per l'essiccazione di cereali e di vegetali in genere con depositi di prodotto essiccato con quantitativi in massa superiori a 50.000 kg (cat. C);

- Impianti per la produzione di calo-re alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kW (categoria varia-bile in base al valore di potenzialità dell’impianto);

- Contenitori distributori carburanti li-quidi con punto di infiammabilità so-pra i 65 gradi, con capacità superiore a 9 litri (categoria A);

- Depositi di gas infiammabili disciolti o liquefatti (Gpl) in serbatoi fissi di ca-pacità geometrica complessiva supe-riore a 300 litri (categoria dipendente dalla capacità geometrica del deposi-to).

L'essere a norma è condizione indi-spensabile in caso di sinistro per poter accedere e beficiare delle coperture assicurative in atto.

IL SISTEMA COLDIRETTI SI È DOTATO DELL'INGE-GNER ELENA ROLANDO, PROFESSIONISTA ABILI-TATO DALL'ORDINE DEGLI INGEGNERI, ALLE QUALE È POSSIBILE RIVOLGERSI PER OGNI ADEMPIMEN-TO INERENTE LA SICUREZZA SUL LAVORO.PRESSO LA SEDE DI COLDIRETTI NOVARA È PRE-SENTE NELLE GIORNATE DI MARTEDÌ E MERCOLEDÌ, PREVIO APPUNTAMENTO TELEFONICO DA CON-CORDARSI CON GLI UFFICI ZONALI DI COLDIRETTI

Prorogate di un annole scadenze previste in originea ottobre 2012.Secondo la nuovadisciplina normativa,le attività d'impresainteressate alle visiteed ai controlli di prevenzione incendi vengono distinte nelle tre categorie A, B e C.

SICUREZZA CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDI-

NOTIZIE PER LE IMPRESE

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L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012

Pubblicate le linee guida per gli

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Sicurezza sul lavoro:normativa ed obblighi stabiliti dal Testo Unico

da NOVARA - ELENA ROLANDO(Referente Abilitata Sicurezza Imprese)

In Italia, la salute e la sicurezza sul la-voro sono regolamentate dal D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. conosciuto come Testo Unico sicurezza sul Lavoro.

Il decreto si applica a tutti i settori di atti-vità, privati e pubblici, e a tutte le tipolo-gie di rischio.Per le imprese medie e piccole che ope-rano nel settore agricolo il decreto ha previsto all’articolo 21 regole specifiche. Il Testo stabilisce che le aziende agrico-le, sia individuali sia società devono:a) utilizzare attrezzature di lavoro a norma;b) munirsi di dispositivi di protezione in-

dividuali e utilizzarli conformemente alle norme di sicurezza;

c) munirsi di apposita tessera di rico-

noscimento corredata di fotografia, qualora effettuino lavori in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto (es. contoterzisti).

I soggetti di cui all’art 21 sono puniti:a) Con l’arresto fino a un mese o con

l’ammenda da 200 a 600 euro per il mancato utilizzo di attrezzature di la-voro a norma di Legge e dei Dispositivi di protezione individuali.

b) Con la sanzione amministrativa pe-cuniaria da 50 a 300 euro per ciascun soggetto che non possieda apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, qualora effettui lavori in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subap-palto.

Valutazione dei rischi aziendali

Nelle aziende ove sono presenti lavorato-ri subordinati, la legge impone l’obbligo di valutare i rischi per la salute e la sicu-rezza a cui possono essere esposti i lavo-ratori durante l’attività svolta. Si ricorda che nelle aziende che occupano fino a 10 dipendenti, il datore di lavoro può auto-certificare l’avvenuta valutazione dei ri-schi entro e non oltre il 31/12/2012. A decorrere dal 1 gennaio 2013 i datori di lavoro non potranno più autocertificare i rischi aziendali, ma dovranno anch’essi provvedere alla redazione del documen-to di valutazione dei rischi DVR. Il DVR deve essere tenuto in azienda e serve principalmente a delineare tutti gli interventi da attuare per eliminare, ri-durre o controllare i rischi e pericoli pre-senti all'interno dei luoghi di lavoro.Con l’anno prossimo, tutte le imprese agricole, anche con un solo addetto, do-vranno adeguarsi alle norme in materia di sicurezza sul lavoro, onde evitare le pe-santi sanzioni previste. Per omessa reda-zione del DVR è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 euro.

PRINCIPALI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO• Valutare tutti i rischi con conseguente

elaborazione del Documento “DVR”• Designazione del Responsabile del

servizio di prevenzione e protezione RSPP

• Nomina del Medico Competente• Nomina dei lavoratori incaricati a ri-

coprire il ruolo d’addetto antincendio e primo soccorso

• Elezione/ designazione del rappresen-tante dei lavoratori per la sicurezza

• Informazione/formazione dei lavorato-ri sui rischi connessi al tipo di mansio-ne svolta

I • nviare i lavoratori alla visita medi-ca entro le scadenze previste dal pro-gramma di sorveglianza sanitaria

• Aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro.

La conferenza La Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni ha individuato le attrezzature da lavoro per le quali è obbli-gatorio uno specifico addestramento. I costi della formazione sono a totale carico del datore di lavoro, la

partecipazione dei lavoratori deve avvenire durante l’orario di lavoro e so-prattutto la durata e contenuti dei corsi sono da considerarsi minimi.Per quanto riguarda la formazione del datore di lavoro, i corsi rimangono invariati ad eccezione di quello per il Responsabile del Servizio Prevenzio-ne e Protezione che da 16 ore è diventato di 32, perciò nulla cambia per il corso di Primo soccorso e per l’antincendio.Per quanto riguarda invece i dipendenti la formazione ha due livelli, quella che deve essere fatta in base alle risultanze dalla valutazione dei rischi, che possiamo chiamare generale e quella che riguarda tutti i dipen- denti che utilizzano le attrezzature individuate dall’accordo approvato.La formazione generale dura 12 ore, è obbligatoria e riguarda tutti i tipi di contratto di lavoro ad eccezione dei soci lavoratori di società semplici e de-gli avventizi con meno di 50 giorni lavorativi l’anno. L’addestramento per ottenere l’abilitazione riguarda invece tutti gli ope-ratori che utilizzano le attrezzature previste nell’accordo compresi anche i partecipanti alle imprese familiari e alle società semplici in agricoltura senza dipendenti per l’agricoltura oltre ai trattori agricoli e forestali si può trattare di carrelli elevatori semoventi e delle macchine per il movimento della terra.

Salute e sicurezza sul lavoro:la formazione è importante (e obbligatoria)

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L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 201222

CAA - IL VINO E IL VIGNETO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

Imbottigliamento,semplicati diversiadempimenti

da NOVARA - CARLO TODESCHINO(Responsabile Servizio Vitivinicolo)

Il ministero, dopo i tanti solleciti, ha proceduto a semplificare (parzial-mente) gli adempimenti connessi a talune operazioni di imbottiglia-

mento. Secondo il piano dei controlli la comunicazione di imbottigliamento può avvenire a consuntivo (entro sette giorni dallo stesso) e comunque almeno tre giorni prima della vendita ed uscita dalla cantina dei recipienti. Solo nel ca-so in cui i due adempimenti non siano rispettati l’imbottigliatore potrà essere assoggettato a non conformità grave. Nel caso di imbottigliamento imme-diato come per la vendita diretta ope-rata presso la cantina al consumatore

finale, l’impresa vitivinicola imbotti-gliatrice comunicherà le operazioni di imbottigliamento a consuntivo, entro sette giorni lavorativi dal giorno in cui ha effettuato la vendita (e quindi l’im-bottigliamento contemporaneo) e non vale in questa circostanza l’obbligo del-la comunicazione dei 3 giorni prima dell’uscita dei recipienti. Le aziende che ottengono vino diret-tamente dalle proprie uve raccolte in azienda e le cantine cooperative (per le uve conferite dai propri soci), co-siddette “verticali”, che procedono al confezionamento possono, tuttavia, effettuare la comunicazione di imbot-tigliamento anche con cadenza mensi-le ed in forma riepilogativa, ma questo trova applicabilità solo per le DO che

utilizzano il lotto. La deroga perde d’ef-ficacia, infatti, nei casi dove si applicano le fascette poiché la stessa comunica-zione è necessaria per la prenotazione dei contrassegni. Inoltre, in virtù di altre disposizioni in materia, non è considerato imbottiglia-mento il riempimento di recipienti alla presenza dell’acquirente privato e dallo stesso forniti (attenzione a che sussista-no tutte le condizioni: acquirente finale, sua presenza all’operazione e recipienti dallo stesso forniti). In tale circostanza l’operazione può non essere annotata sul registro di imbot-tigliamento e non è richiesta di conse-guenza la comunicazione di cui sopra. I volumi così ceduti saranno, tuttavia, oggetto di unica comunicazione mensi-le riepilogativa. Se viceversa si ritiene di registrare co-munque l’operazione, dovranno effet-tuarsi le comunicazioni alla struttura di controllo, come anzidetto.

NOVARA - L’applicazione del Piano dei Controlli, specie per la fase vigneto, ri-chiede di definire meglio le procedure di comunicazione e di correzione delle eventuali irregolarità riscontrate. Coldiretti ha puntualmente chiesto di ren-dere più snelli i flussi delle informazioni e univoci i comportamenti tra i vari sogget-ti interessati: produttore, Regione, Provin-cia, ICQ, struttura di controllo...È noto come le non conformità lievi, se-gnalate con verbale dalla struttura inca-ricata ai controlli, debbano essere risolte nei 30 giorni successivi, altrimenti diven-gono non conformità lievi, con relativa se-gnalazione all’ ICQ. Considerata la situazione complessa do-vuta all’allineamento delle superfici vita-te, non di rado succede che la correzione non possa avvenire sul sistema senza l’in-tervento esterno da parte della Pubblica Amministrazione, oppure senza la “lavo-razione” della foto aerea da parte delle società incaricate, con conseguente allun-gamento dei tempi, anche oltre i 30 giorni.

In questi casi è stato proposto di dare la possibilità, avviando l’iter di correzione e segnalandolo alla struttura di controllo per le vie brevi, di sospendere, o meglio di al-lungare i suddetti 30 giorni per non fare scattare la non conformità grave. Il ministero ha recepito le difficoltà connes-se alla misurazione delle superfici ed alle fasi di controllo e con una recentissima no-ta rende meno impattanti le non conformi-tà, lasciando inoltre la porta aperta verso tolleranze, scadenze e sanzioni. Abbiamo chiesto che tali aperture siano presto rese applicative a livello regionale. Occorre inoltre stabilire, un “sistema” co-municativo definito, condiviso ed efficace tra il produttore ed i vari attori, evitando gli attuali andirivieni di carteggi. È infine importante che le aziende verifi-chino sempre la corrispondenza in arrivo dalle strutture di controllo e non dimenti-chino di effettuare le correzioni indicate sui verbali, oppure diano corso ad azio-ni di contradditorio, ove lo ritengano ne-cessario. CARLO TODESCHINO

PIANO DEI CONTROLLI, LE RICHIESTE DELLA COLDIRETTI

SCADENZIARIOVITIVINICOLO

• DENUNCIA DI PRODUZIONE VITIVINICOLA E CONTROLLO FASCICOLO VITIVINICOLOScadenza presentazione: 15/1/2013Contattare gli uffici Coldiretti per prende-re appuntamento al fine di concludere il lavoro preliminare entro il 30/11/12.

• OCM VINO 2013Contributo a fondo perduto del 40% su acquisti di macchine ed attrezzature per cantine, e/o costruzioni e ristrutturazio-ni cantine. L'apertura del bando è an-nunciata ad inizio 2013 e fine lavori/acquisti al 31 agosto 2013. Per ogni ac-quisto/opera necessitano tre preventivi di ditte diverse. Tutti gli interessati devo-no contattare gli uffici al più presto per valutre gli acquisti/opere ammissibili e non al finanziamento e la modalità di re-alizzazione degli interventi.

▶ BOTTI IN CANTINA

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CAA - IL VINO E IL VIGNETO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012 23

CANTINE E PRINCIPALI REQUISITI GENERALI PER L'OPERATIVITÀ

ENTRO METÀ GENNAIO

Dichiarazione di raccolta uvee produzione

vino 2012 da NOVARA

Entro il 15 gennaio 2013 va pre-sentata la dichiarazione vitivi-nicola, adempimento a cui sono tenuti coloro che hanno prodot-

to uva o vino, in questa campagna. Precisiamo che in caso di cessione di uve o prodotti a monte del vino occorre co-municare ai destinatari, tramite apposito attestato - mod.F1 - i dati della vendem-mia anticipatamente (almeno 6 gg pri-ma) rispetto la scadenza del 15.1. Richiamiamo l’attenzione sulla superfi-cie vitata da prendere in considerazio-ne per la dichiarazione in oggetto e per la rivendicazione delle DOC/G, che do-vrà essere quella risultante dal fascicolo del produttore /schedario, senza più ri-ferimento all’Albo dei Vigneti, definitiva-mente archiviato. Essa è soggetta, oltre alla procedura di al-lineamento, anche alle verifiche con so-pralluogo, previste dai piani di controllo. È dunque importante mantenere aggior-nata la superficie, anche sulla base delle risultanze degli eventuali sopralluoghi, attraverso i dati riportati nei verbali dalle strutture di controllo. In caso di non conformità le correzioni devono effettuarsi entro 30 giorni dalla comunicazione. La dichiarazione è presentata elusiva-mente in forma telematica entro il 15 gennaio 2013.La superficie risultante sulla dichiarazio-ne è necessario sia corrispondente al “fa-scicolo aziendale”.Ai produttori si chiede conseguente-mente di verificare prima di presentar-si negli uffici quali siano nuovi impianti, estirpazioni, acquisti, affitti di vigneti av-venuti rispetto la precedente campagna. Occorre prestare attenzione ai dati da di-chiarare, in particolare ai quantitativi di uve e di vini prodotti, separatamente per le varie DOC/G e tipologie, nonché i rife-rimenti dei destinatari. Si invita a porta-re i documenti di vendita quali DDT, DA/IT, fatture e gli eventuali verbali emessi dalla struttura di controllo.

ESPOSIZIONE AD ANIDRIDE CARBONICAL’anidride carbonica che si sviluppa natu-ralmente dalla fermentazione del mosto a causa della sua maggiore densità (rispetto all’ossigeno) tende ad accumularsi in basso nell’ambiente di lavoro con conseguente di-minuzione dell’ossigeno. Questo rischio è reale quando i tini sono po-sti all’interno di locali. In questa fattispecie (fermentini situati all’inter-no dei locali di lavorazione) i locali dovranno essere dotati di idonei sistemi di rilevazione di CO2 (es: rilevatori CO2 posizionati nei punti significativi della zona a rischio, even-tualmente connessi ad un impianto di estra-zione localizzata con bocche di espulsione nella zona inferiore delle pareti e nella zo-na superiore dei vasi vinari, diversamente potranno essere dotati di sola segnalazione acustica di superamento di soglia).

ESPOSIZIONE AD ANIDRIDE SOLFOROSALe varie operazioni legate alla fase di solfi-tazione (stoccaggio e movimentazione delle bombole di SO2, riempimento del solfimetro, solfitazione del mosto) possono determinare l’esposizione degli addetti ad anidride solfo-rosa (SO2). Si tratta di un gas più pesante dell’aria che pertanto tende ad accumularsi verso il basso. Nel caso sia effettuata la sol-fitazione in fermentini posti all’interno dei lo-cali della cantina, questi ultimi devono essere dotati di idonei sistemi di aerazione, posizio-nando estrattori d’aria, possibilmente nelle parti basse delle pareti.

GESTIONE BOMBOLE DI GAS A PRESSIONELe bombole contenenti gas a pressione (ani-dride solforosa, anidride carbonica, azoto etc.) devono essere stoccate in locali/aree separati dalle zone di lavorazione, aerati e riparati dall’irraggiamento solare, lontani da altri materiali infiammabili o che costituisca-no un elevato carico di incendio, ovvero in aree esterne debitamente protette ed attrez-zate. Inoltre le bombole stoccate devono es-sere fissate in modo che sia impossibile la loro caduta.È opportuno evitare per quanto possibile la presenza di dislivelli tra i reparti dove è ne-cessario l’utilizzo delle pompe di travaso, do-ve ciò non sia possibile è opportuno limitare al massimo la pendenza degli scivoli di co-municazione tra reparti a quote diverse ov-vero prevedere montacarichi per superare i dislivelli.

ACCESSO AI TINI PER LA FERMENTAZIONE La salita sulla sommità dei tini, utilizzando una scaletta portatile o struttura metallica fis-sa costituita da scale di accesso e passerel-le espone i lavoratori a rischio caduta, verso l’esterno o all’interno del tino. La eventuale presenza di gas asfissianti (anidride carbo-nica) o tossici (anidride solforosa) e di vapo-ri alcolici può aggravare il rischio di caduta dall’alto. Nel caso in cui lungo i fermentini esistano strutture fisse di accesso e relative

passerelle, le stesse devono essere realizzate in materiali antiscivolo (ad esempio grigliato metallico) dotate di parapetti e fasce ferma-piedi. Le passerelle grigliate devono essere realizzate in modo che il boccaporto supe-riore del tino sia qualche cm. più basso del piano di calpestio, prevedendo una “botola” incernierata sul grigliato che può essere aper-ta per togliere il coperchio del boccaporto del tino e poi immediatamente richiusa lasciando il boccaporto aperto.

ACCESSO AI VASI VINARI PER OPERAZIONI DI GESTIONE DELLA CANTINAModalità di accesso ai vasi vinari per ope-razioni di pulizia, manutenzione, ecc. (con presumibile presenza di anidride carbonica, anidride solforosa, azoto – rischio di asfissia).Effettuare una approfondita valutazione dei rischi relativi ai lavori che richiedono la pre-senza di un lavoratore all’interno delle va-sche da vino, definendo le procedure corrette per la loro esecuzione.Tali procedure dovranno essere contenute in un documento scritto, portato a conoscen-za di tutti i lavoratori e dovranno prevedere almeno le seguenti misure: nominare un re-sponsabile della procedura con il compito di controllare che vengano effettuate tutti i pas-saggi previsti; provvedere ad un lavaggio dell’aria dell’ambiente mediante utilizzo di un ventilatore di adeguata portata; controllare la percentuale di ossigeno presente all’interno della vasca mediante apposito strumento mi-suratore, prima di permettere l’accesso del lavoratore incaricato; prevedere la presenza di un lavoratore all’esterno della vasca, con funzione di assistenza continua e a vista, per tutto il tempo dell’intervento, incaricato unica-mente di compiere questo compito di sorve-glianza; valutare il rischio di caduta dall’alto nella fase d’ingresso alla vasca da parte del lavoratore incaricato; fornire a tutti i lavora-tori impegnati nei lavori in questione, una adeguata informazione e formazione mirata ai fattori di rischio propri di tale attività ed alla conoscenza delle procedure corrette cui attenersi; provvedere al fissaggio della sca-la portatile prima di consentire l’accesso del lavoratore all’interno della vasca; provvedere aperture di accesso di dimensioni tali da con-sentire un intervento di soccorso al lavoratore eseguito in sicurezza.Oltre a quanto sopra, per i lavori in que-stione, occorre attenersi alle disposizioni contenute nel DPR 177/11, in particolare in-caricando lavoratori con un adeguato livello di esperienza e di capacità professionali e verificando di essere nelle condizioni previste per effettuare direttamente con il proprio per-sonale gli interventi all’interno delle vasche, oppure in caso di affidamento dei lavori ad impresa appaltatrice o lavoratori autonomi occorre controllare che questi abbiano irequisiti necessari per compiere tali lavori atte-nendosi alle misure definite dal citato decreto.

CARLO TODESCHINO(segue sul prossimo numero)

Page 24: Iride Novembre 12

da NOVARA - MARCO CIAMPANELLI(Referente Campagna Amica)

L'apicoltura cresce e mantiene la propria strategicità nella pro-vince di Novara e Vco, dove sono diverse le imprese agricole dedi-

te a tale attività: in particolare, il Novarese si posiziona tra i primi posti in Piemonte, con 207 apicoltori presenti in provincia, consi-derando anche gli hobbisti, per un totale di circa 22 mila arnie. Nel Vco, invece, gli api-coltori sono 351, per un totale di 5.500 arnie.Nelle due province si riescono a produrre molti mieli monoflorali.Alcuni possono essere raccolti tutti gli an-ni con produzioni variabili per quantità ma con caratteristiche costanti per qualità organolettiche, altri, invece, risultano più

saltuari e variabili o ancora possono essere prodotti solo in aerali molto ristretti e infine solo se si verificano particolari condizioni climatiche. Vediamo, quindi di individuare tutti i potenziali raccolti.Tra i mieli monofloreali principali vi sono

quelli di Acacia, di Castagno, di Tiglio, cui si aggiunge, particolarmente in Ossola, quello di Rododendro.A questi vanno aggiunti gli altri prodotti del-le api, come propoli e cera.Importante è, anche per il settore dell'api-coltura, il collegamento con la rete degli Agrimercati, dei Punti e delle Botteghe di Campagna Amica, canali di mercato ideali per poter raggiungere i consumatori anche al di fuori dei confini del comprensorio.Coldiretti è a disposizione di tutti gli api-coltori con la propria struttura tecnica ed i servizi a loro dedicati: per informazioni, è possibile rivolgersi agli uffici zona presenti sul territorio.Approfondiremo puntualmente l'argo-mento filiera miele sui prossimi numeri del giornale.

FISCALE E CAFSISTEMA SERVIZI COLDIRETTI

Scade il 30 novembre 2012 il ter-mine ultimo per l'accatastamento degli immobili rurali al Catasto dei Fabbricati.

Sappiamo bene come il nostro territorio sia indissolubilmente legato alla tradizio-ne rurale e quanto ampio sia il patrimo-nio edilizio rurale esistente. Però forse non tutti sanno che , in se-guito alle nuove leggi, il patrimonio im-mobiliare rurale stia assumendo un inqua-dramento fiscale diffe-rente rispetto al passato.Poiché dal 2012 i fab-bricati rurali divengono anch'essi soggetti ad IMU, onde evitare che i fabbricati iscritti al ca-tasto dei terreni quindi privi di rendita possano sfuggire al prelievo, la Legge di conversione al decreto Monti ha posto l’obbligo di accatasta-mento di tutti i fabbrica-ti rurali al Catasto dei Fabbricati. Per questo motivo, entro il 30 no-vembre 2012 (il vec-chio termine era il 31 marzo 2012, poi pro-

rogato al 30 giugno) gli immobili rurali an-cora iscritti al Catasto terreni dovranno es-sere dichiarati al Catasto edilizio urbano.Il decreto legge 557 del 1993 (convertito con modifiche dalla legge 133/1994) ha previsto l'accatastamento obbligatorio per tutti i fabbricati rurali, siano essi in pianu-ra, in collina depressa o in Comuni monta-ni. Dopo una serie di proroghe successive, la data ultima per procedere all'accatasta-

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 201224

Imu: la dichiarazioneentro il 4 febbraio 2013

La nuova scadenza deriva dalla combinazione della pubblicazio-ne sulla Gazzetta Ufficiale del de-creto 30 ottobre 2012, con il quale

il ministero dell’Economia e delle Finanze ha approvato il modello e le istruzioni per la sua compilazione, con il maxi-emenda-mento presentato in sede di conversione del DL n. 174/2012 (“decreto enti locali”).Il decreto è stato pubblicato sulla G.U. n. 258 del 5 novembre 2012 e il maxi-emen-damento ha previsto l’applicazione del rispetto del termine di 90 giorni.

Ora, per comprendere se occorre presen-tare la dichiarazione IMU e per calcolare l’imposta a saldo entro il 17 dicembre, posto che il ministro Grilli ha escluso qualsiasi proroga, è necessario sapere se il Comune ha deliberato o meno riduzio-ni d’imposta (o aumenti), consultando il link: www.finanze.it/dipartimentopoliti-chefiscali/fiscalitalocale/imu2012/scelta-regione.htm.Il ministro Grilli, inoltre, in base a noti-zie di stampa, ha fatto presente che “nei Comuni che non avranno deciso in pro-

posito entro il termine del 30 novembre” l’imposta municipale propria si paghe-rà con “l’aliquota già decisa dallo Stato”. Tuttavia, concedendo tale non previsto beneficio ai suddetti enti locali, il rischio è che la delibera possa essere visibile sul sito i primi giorni di dicembre e dunque a una manciata di giorni dal termine ultimo per il versamento dell’Imu a saldo. Termine, peraltro, non derogabile affinché le somme versate tramite F24 o tramite bollettino postale (prerogativa quest’ulti-ma che compete solo al saldo dell’Imu ma non è stata fruibile per l’acconto) conflui-scano nella contabilità dello Stato entro il 31 di dicembre.

mento dei fabbricati ancora censiti al ca-tasto terreni e privi di rendita h fissata al 30 novembre 2012.L'intento del legislatore è identificare tutti gli immobili esistenti sul territorio italiano. In realtà, non tutti i fabbricati rurali do-vranno essere accatastati. Le eccezioni sono contenute al comma 3 dell'articolo 3 del Dm 28/98, che indi-ca una serie di immobili che non vanno

accatastati, a meno che non abbiano ordinaria autonoma suscettibilità reddituale.Ricordiamo che lo scor-so mese di marzo è stata stipulata una convenzio-ne tra la Coldiretti ed il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Novara per l'affidamento dell'inca-rico di accatastamento dei fabbricati rurali.La convenzione è dispo-nibile in visione presso gli uffici della Coldiretti interprovinciale, presso i quali è inoltre possibile rivolgersi per tutte le ul-teriori informazioni.

da NOVARA - ELENA SASSONE(Responsabile Fiscale Impresa Verde Novara Vco

FABBRICATI RURALI, SCADE A FINE NOVEMBRE IL TERMINE PER L'ACCATASTAMENTO

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L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012 25

IMU: NUOVE PRECISAZIONISU CHI NON LA DEVE PAGARE

Non devono presentare la di-chiarazione IMU i possessori di fabbricati rurali strumenta-li.

Non sono tenuti all’adempimento nem-meno i possessori di immobili iscritti al Catasto terreni che entro il 30 novembre 2012 dovranno dichiararli al Catasto edilizio urbano.È una delle precisazioni contenute nelle istruzioni per la compilazione del model-lo di dichiarazione IMU approvato con il DM 30 ottobre 2012, che è stato pubbli-cato sulla Gazzetta Ufficiale n. 258.Secondo il Ministero, non si sarebbe te-nuti all’obbligo dichiarativo in quanto l’Agenzia del Territorio rende disponibili ai Comuni (sul portale per i Comuni ge-stito dalla stessa Agenzia del Territorio) e all’Agenzia delle Entrate le domande presentate per il riconoscimento dei re-quisiti di ruralità ai sensi del DM 26 lu-glio 2012.Per quanto concerne i fabbricati rurali già iscritti al Catasto fabbricati, ad ec-cezione di quelle che risultano già ac-certate in categoria D/10, si ricorda che le recenti modifiche normative hanno stabilito che la sussistenza dei requisiti di ruralità sia indicata negli atti catastali attraverso un’apposita annotazione, in-dipendentemente dalla categoria attribu-ita (DM 26 luglio 2012 e circ. Agenzia del Territorio 7 agosto 2012 n. 2). Ori-ginariamente, invece, prima che i com-mi 2-bis, 2-ter e 2-quater dell’art. 7 del DL 13 maggio 2011, n. 70 (conv. L. 12 luglio 2011 n. 106) venissero abrogati, la richiesta di variazione catastale era volta a ottenere che all’immobile venisse

attribuita la categoria A/6, se si trattava di immobile rurale ad uso abitativo o la cate-goria D/10, se si trattava di immobile rura-le ad uso strumentale.Invece, i fabbricati rurali ancora (legittima-mente) censiti al Catasto Terreni dovranno essere denunciati al Catasto Edilizio Ur-bano entro il 30 novembre 2012, ai sen-si dell’art. 13, comma 14-ter del DL n. 201/2011, conv. L. n. 214/2011, utiliz-zando la procedura DOCFA di cui al DM 19 aprile 1994 n. 701.Sono esclusi dall’obbligo dichiarativo gli immobili non oggetto di inventariazione ai sensi dell’art. 3, comma 3 del DM 2 gen-naio 1998, n. 28 (a meno di una loro ordi-naria autonoma suscettibilità reddituale, si tratta dei manufatti con superficie coperta inferiore a 8 mq., delle serre adibite alla col-tivazione e protezione delle piante sul suolo naturale, delle vasche per l’acquacoltura o di accumulo per l’irrigazione dei terreni, dei manufatti isolati privi di copertura, di tetto-ie, porcili, pollai, casotti, concimaie, pozzi e simili, di altezza utile inferiore a 1,80 m, purché di volumetria inferiore a 150 metri cubi e dei manufatti precari, privi di fon-dazione, non stabilmente infissi al suolo).Quindi, né per i fabbricati strumentali iscrit-ti al Catasto urbano, né per quelli iscritti al Catasto terreni che dovranno essere trasfe-riti a quello urbano è previsto l’obbligo di presentare la dichiarazione IMU.Si ricorda che le conseguenze che la richie-sta e l’eventuale riconoscimento dei requisiti di ruralità sono in grado di generare sono di-verse a seconda che si tratti di ICI o di IMU.Ai fini ICI era ed è in gioco l’esenzione dal tributo sia per i fabbricati strumentali che per quelli abitativi.

Ai fini IMU, invece, si può fruire esclusi-vamente di riduzioni del tributo per i fab-bricati strumentali all’attività agricola.Più precisamente, ai fini IMU (art. 13, comma 8 del DL n. 201/2011), “L’ali-quota è ridotta allo 0,2 per cento per i fabbricati rurali ad uso strumentale di cui all’art. 9, comma 3-bis, del D.L. n. 557/93, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133/94. I comuni posso-no ridurre la suddetta aliquota fino allo 0,1 per cento”, mentre per i fabbricati abitativi (ancorché sia riconosciuta loro la ruralità), purché non strumentali, val-gono le ordinarie agevolazioni stabilite per l’abitazione principale, sempreché tale requisito sussista e, in mancanza, si applicherà il trattamento ordinario di cui al comma 6 dell’art. 13 del DL “Salva Italia”.Per i fabbricati rurali strumentali ubica-ti nei Comuni classificati montani o par-zialmente montani, di cui all’elenco dei Comuni italiani predisposto dall’ISTAT, inoltre, l’art. 9, comma 8 del DLgs. n. 23/2011 ha previsto l’esenzione da IMU.Giova anche ricordare che la citata nor-ma dispone altresì che “Le province au-tonome di Trento e di Bolzano possono prevedere che i fabbricati rurali ad uso strumentale siano assoggettati all’impo-sta municipale propria nel rispetto del limite delle aliquote definite dall’artico-lo 13, comma 8, del D.L. n. 201/2011 (...) ferma restando la facoltà di introdur-re esenzioni, detrazioni o deduzioni ai sensi dell’articolo 80 del testo unico di cui al D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, e successive modificazioni”.

PICCOLE E MEDIE IMPRESE E FONTI RINNOVABILI:L'AUTORITÀ PER L'ENERGIA ELETTRICA

HA APPROVATO UN PACCHETTO DI SEMPLIFICAZIONE

L’Autorità per l’energia elettri-ca e il gas ha approvato un primo pacchetto di misure di semplificazione degli oneri a

carico di piccole e medie imprese e famiglie. Il provvedimento prevede, in particolare, l’esonero da oneri previsti dalla regolazione a carico di alcune categorie di piccoli autoproduttori di energia elettrica, quali le Pmi.L’esonero riguarda e coinvolge, nello

specifico, i produttori elettrici con im-pianti di potenza nominale complessiva inferiore/uguale a 100 kW che non sia-no contemporaneamente gestori di com-ponenti del servizio idrico integrato, che non svolgano nessuna altra attività nel settore elettrico o del gas e che sia-no già registrati sul sistema informatico Gaudi gestito da Terna.Questi soggetti, a seguito della decisio-ne del Regolatore, verranno esonerati

dall’obbligo di iscriversi all’Anagrafi-ca operatori, di comunicare i dati sul versamento del contributo annuale per il funzionamento dell’Autorità e dall’in-vio delle informazioni per acquisire elementi utili per le attività conoscitive e la predisposizione della Relazione annuale.Per queste ultime, l’Autorità attingerà dai dati già disponibili presso il siste-ma Gaudi gestito da Terna.

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da NOVARA - MARCO CIAMPANELLI(Referente Campagna Amica)

L'apicoltura cresce e mantiene la propria strategicità nella pro-vince di Novara e Vco, dove sono diverse le imprese agricole dedi-

te a tale attività: in particolare, il Novarese si posiziona tra i primi posti in Piemonte, con 207 apicoltori presenti in provincia, consi-derando anche gli hobbisti, per un totale di circa 22 mila arnie. Nel Vco, invece, gli api-coltori sono 351, per un totale di 5.500 arnie.Nelle due province si riescono a produrre molti mieli monoflorali.Alcuni possono essere raccolti tutti gli an-ni con produzioni variabili per quantità ma con caratteristiche costanti per qualità organolettiche, altri, invece, risultano più

saltuari e variabili o ancora possono essere prodotti solo in aerali molto ristretti e infine solo se si verificano particolari condizioni climatiche. Vediamo, quindi di individuare tutti i potenziali raccolti.Tra i mieli monofloreali principali vi sono

quelli di Acacia, di Castagno, di Tiglio, cui si aggiunge, particolarmente in Ossola, quello di Rododendro.A questi vanno aggiunti gli altri prodotti del-le api, come propoli e cera.Importante è, anche per il settore dell'api-coltura, il collegamento con la rete degli Agrimercati, dei Punti e delle Botteghe di Campagna Amica, canali di mercato ideali per poter raggiungere i consumatori anche al di fuori dei confini del comprensorio.Coldiretti è a disposizione di tutti gli api-coltori con la propria struttura tecnica ed i servizi a loro dedicati: per informazioni, è possibile rivolgersi agli uffici zona presenti sul territorio.Approfondiremo puntualmente l'argo-mento filiera miele sui prossimi numeri del giornale.

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LEGGE di Stabilità: cosa cambia per l'agricoltura?

LEGISLATIVOSISTEMA SERVIZI COLDIRETTI

Rivalutazione dei redditi agrari e dominicali, rifi-nanziamento del Fondo di Solidarietà, disposizioni

sulle società agricole. Sono alcune delle misure contenute nella bozza di Legge di Stabilità, approvata dal Consiglio dei Ministri, di interesse per il settore agricolo.Sul versante fiscale la bozza di legge prevede la rivalutazione ulteriore (rispetto a quella già attualmen-te prevista ai fini delle imposte sui redditi dell’80 e 7%, rispettivamen-te per i redditi dominicale ed agra-rio come risultanti in catasto) nella misura del 5% per i soggetti “pro-fessionali” (Cd e Iap iscritti nella re-lativa gestione previdenziale) e del 15% per gli altri soggetti, da appli-care sia al reddito dominicale che

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 201226

agrario. In altre parole, si incrementa ri-spettivamente del 5 e del 15% la base di calcolo per le imposte de-terminate con i criteri catastali, con una netta distinzione tra chi vive di agricoltura e chi no.Tali incrementi non saranno im-mediatamente mitigati dalla ridu-zione di un punto percentuale del-le prime due aliquote Irpef, atteso che questa diminuzione opererà solo a partire dalle dichiarazioni dei redditi 2014, mentre le rivalu-tazioni hanno effetto già dal perio-do d’imposta in corso.È stato poi rifinanziato con la som-ma di 120 milioni di euro il Fondo di Solidarietà, così da avere la ne-cessaria copertura finanziarie per le polizze assicurative.Ancora, l’abrogazione delle dispo-sizioni sulle società agricole (art. 1, commi 1093 e 1094 della legge n. 296 del 2006) non tocca le società semplici ma fa venire meno la pos-sibilità di optare per la determina-zione catastale del reddito per le società agricole costituite con la forma “commerciale” (snc, sas, srl) che conducono i terreni e per la de-terminazione forfetaria del reddito (25% dei ricavi) per le cosiddette società di commercializzazione.È previsto, altresì, che le opzioni precedentemente esercitate per-deranno di efficacia già dal 2012, rinviando ad apposito provvedi-mento le disposizioni transitorie. La norma appare critica, soprattut-to perché le disposizioni abrogate si ponevano nel solco dell’evolu-zione e modernizzazione dell’agri-coltura, iniziato con il d.Lgs. n. 228 del 2001 e perché, atteso il parti-colare momento congiunturale, a fronte di un evidente aggravio di tipo “burocratico” (senza dubbio la determinazione catastale rap-presenta una semplificazione per le aziende agricole) non si ottiene un rilevante impatto in termini di gettito.

NUOVA DISCIPLINA IVA PER CASSA - Il decreto attuativo ha previsto che la nuo-va disciplina dell’IVA per cassa si applicherà alle operazioni effettuate dal 1° dicem-bre 2012. Pertanto, in conformità all’art. 32-bis, comma 5, del DL n. 83/2012, da tale data sarà abrogato l’attuale regime, regolato dall’art. 7 del DL n. 185/2008, mentre resta confermata l’esigibilità differita a tempo indeterminato per le operazioni di cui all’art. 6, comma 5, secondo periodo, del DPR n. 633/1972, come quelle poste in essere nei confronti dello Stato e di altri enti pubblici.La soluzione che appare preferibile, in assenza di una disciplina transitoria specifica sul punto, è quella basata sull’effettuazione dell’operazione, quale criterio da assume-re, sul piano temporale, per individuare il regime applicabile alle operazioni attive e passive con IVA “in sospeso”.In altri termini, le operazioni effettuate in applicazione dell’attuale regime restano as-soggettate al medesimo, sicché l’IVA a debito e a credito deve essere computata nella liquidazione del periodo (mese o trimestre) in cui le relative fatture vengono, rispetti-vamente, incassate e pagate, anche se dopo il 30 novembre 2012.

ICI E RURALITA' DEI FABBRICATI - Il riconoscimento della ruralità dei fabbricati ai fini dell’Ici ha effetto retroattivo, se il contribuente ha presentato nei termini di legge la domanda di variazione catastale per l’attribuzione delle categorie A/6 e D/10. Lo ha stabilito la commissione tributaria provinciale di Brescia che, con sentenza n. 89/10/12, ha accertato il diritto alla restituzione dell’Ici versata e non dovuta per le annualità 2009 e 2010. La decisione è particolarmente importante perché va nella direzione opposta rispetto a quella delineata dalla sentenza n. 77/1/12, pronunciata dalla commissione tribu-taria regionale di Milano che, per lo stesso contribuente, ha respinto l’appello.

ULTIME NOVITÀ FISCALI

Si incrementa del 5 e 15%la base di calcoloper le imposte determinatecoi criteri catastali,con una netta distinzione trachi vive di agricoltura e chi no

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SCONGIURATO L'INCREMENTO DELL'IVA PER I BENI AGROALIMENTARI PRIMARI

MA RESTA L'AUMENTO AL 22% PER IL VINO

Niente aumenti per carne, pe-sce, yogurt, uova, ma anche per riso, miele e zucchero per i quali si continua ad appli-

care l’Iva al 10% grazie all’intesa rag-giunta tra governo e maggioranza che risparmia dall’aumento dell’Iva la gran parte dei prodotti alimentari di grande consumo.Questo l'esito delle modifiche apportate alla legge di stabilità con le quali si pre-vede tra l’altro di sterilizzare l’aliquota dell’Iva al 10%. Una scelta necessaria per scongiurare ulteriori effetti depressivi sulla doman-da di fronte al drastico calo dei consumi

che per gli alimentari ha raggiunto il 3% in quantità nei primi nove mesi dell’anno con picchi per prodotti come la carne (-5.5%) che sarebbe stata colpita dall’aumento.Un aumento dell’Iva generalizzato, in una fase in cui la mancanza di liquidità e di fidu-cia ha già portato ad una contrazione della spesa, avrebbe alimentato un circolo vizio-so: l’aumento dell’Iva fa calare i consumi e la produzione che a loro volta significano più disoccupazione e debito pubblico. Resta invece confermato il previsto incre-mento dell’Iva dal 21 al 22% che interes-sa alcuni prodotti come l’acqua minerale, la birra e il vino, ma anche specialità come i tartufi.

ARTICOLO 62, LE NUOVE INDICAZIONIDA RIPORTARE IN FATTURA

Come anticipato sullo scorso numero del giornale, dal 24 ottobre 2012 sono ef-ficaci le disposizioni contenute nell’art. 62 del DL n. 1 del 24 gennaio 2012

(convertito con modificazioni dalla L. 24 marzo 2012 n. 27), che disciplina le relazioni commer-ciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari.Le disposizioni previste dal citato articolo 62 mi-rano ad una maggiore trasparenza dei rapporti all’interno della filiera.Le principali novità riguardano:- la previsione dell’obbligo della forma scritta

per i contratti di cessione di beni agricoli e alimentari;

- il divieto di pratiche commerciali sleali;- i termini di pagamento per le cessioni di pro-

dotti agricoli e alimentari (60 giorni per i prodotti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili).

È una vittoria della filiera agroalimentare, soste-nuta dalla Coldiretti l’emanazione di tale articolo. L’articolo 62 ed il relativo decreto applicativo sul-la cessione dei prodotti agricoli e alimentari è molto positivo, in particolare che le nuove dispo-sizioni considerino pratica commerciale sleale le condizioni contrattuali che determinano “prezzi palesemente al di sotto del costo di produzio-ne medio” dei prodotti agricoli”; Il corrispettivo deve essere pagato:- entro 30 giorni per le merci deteriorabili (il com-ma 4 dell’art. 62 del DL n. 1/2012 fa un elenco di quali prodotti alimentari debbano considerar-si deteriorabili);- entro 60 giorni per tutte le altre merci.IMPORTANTE LA DATA CERTA (tale data è “va-

lidamente certificata” soltanto se il ricevimento della fattura sarà avvenuto tramite consegna “a mani”, raccomandata A.R., fattura elettronica, PEC, ma non per posta ordinaria. Se vi è incer-tezza in merito alla data di ricevimento della fattura va fatto riferimento alla data di consegna dei prodotti.)Il mancato rispetto dei termini di pagamento sarà punito con la sanzione da 500 euro a 500.000 euro (la misura della sanzione sarà determina-ta in ragione del fatturato dell’azienda, della ricorrenza e della misura dei ritardi). Inoltre, dal giorno successivo al termine per il pagamento decorreranno automaticamente gli interessi al tasso maggiorato di due punti percentuali. Tutte le cessioni di prodotti agricoli non alimentari, tra cui appunto anche i fiori recisi, devono ritenersi merci non deteriorabili e dunque soggette come termine di pagamento a 60 giorni. Mentre ai sensi del comma 4 del citato art. 62 sono prodotti alimentari deteriorabili quelli che rientrano in una delle seguenti categorie:a) prodotti agricoli, ittici e alimentari preconfe-zionati che riportano una data di scadenza o un termine minimo di conservazione non superiore a 60 giorni;b) prodotti agricoli, ittici e alimentari sfusi, com-prese erbe e piante aromatiche, anche se posti in involucro protettivo o refrigerati, non sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a 60 giorni;c) prodotti a base di carne che presentano, al-ternativamente, una delle seguenti caratteristiche fisico – chimiche: aW superiore a 0,95 e pH su-periore a 5,2; aW superiore a 0,91; pH uguale o superiore a 4,5;

d) tutti i tipi di latte.Ricordiamo che la fattura emessa deve essere integrata con le sotto riportate specifiche: 1) La Durata contrattuale: Immediata2) La quantità del prodotto/merce: es Kg, nu-

mero, lt ….3) Le caratteristiche del prodotto venduto: es: fio-

ri, tipologia animale, tipologia di vino, mais, risone ….

4) Il prezzo: 5) Le modalità di consegna: es trasporto con vetto-

re, trasporto diretto, trasporto dell’acquirente….6) Le modalità di pagamento: es bonifico a 30gg

(per prodotti deteriorabili); bonifico a 60 (per prodotti agricoli non deteriorabili) ”Assolve gli obblighi di cui all’articolo 62, comma 1, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27”.

▶ NON AUMENTA L'IVA PER IL PANE

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NOTIZIE EPACA

LUTTO A OLEGGIO

È mancatoa Oleggio il cavalier Giacomo Colombo:

una vitaper l'agricoltura

da NOVARA - EMILIO SIMONELLI(Presidente Federpensionati Coldiretti)

Non è retorica dire che il ca-valier Giacomo Colombo ha dedicato tutta la sua vita all'agricoltura e non è retori-

ca dire che tutti noi, di cuore, ne pian-giamo la morte. Nato in frazione San Giovanni nel 1909, è sempre vissuto a Oleggio, essendo te-stimone, dei grandi eventi del Novecen-to oltrechè dell'incessante evoluzione che, mai come in questo secolo, ha coin-volto l'agricoltura. I più anziani lo ricordano presidente del-la sezione di Oleggio negli anni Cinquan-ta e Sessanta, inolre è stato membro del consorzio irriguo della Roggia Molinara. La dedizione all'agricoltura gli valse la nomina, nel 1994, di Cavaliere della Re-pubblica.Scomparso a quasi 103 anni, ne ricor-diamo la tenacia, l'impegno e il sorriso e a tutti i suoi familiari formuliamo di cuore le nostre più sincere e sentite con-doglianze.

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 201228

Un'importante verifica che ogni azienda deve fare con l'aiuto dei nostri uffici

Il reddito agrario ha infl uenza sulsistema di calcolo

da NOVARA - PAOLO FAVINI(Responsabile provinciale Epaca Novara)

Con la L. 233/90 il sistema di calcolo dei contributi dei col-tivatori diretti è variato con la nascita della contribuzione

legata al reddito agrario prodotto dai terreni dichiarati.Detto importo è desumibile dagli at-ti d’acquisto, dai certificati catastali o calcolato secondo tabelle pubblicate con decreto ministeriale. In particolare sono state stabilite quat-tro fasce di reddito agrario la cui collo-cazione al momento della iscrizione dà la misura dei contributi previdenziali. In corrispondenza della specifica fa-scia in cui è inquadrata l’azienda vie-ne riconosciuto un numero di giornate che viene moltiplicato per il reddito convenzionale individuale, stabilito annualmente con decreto del Ministro

del Lavoro e della Previdenza Sociale. Viene così calcolata la base imponibile su cui si applicano le aliquote contribu-tive che sono ridotte per i soggetti che hanno meno di 21 anni e per quelli che possiedono l’azienda in zone montane o svantaggiate.Il D. Lgs.146/1997 ha rideterminato le fasce di reddito dall'1 luglio 1997, abbas-sandone il limite massimo d'ognuna. Ad oggi sono le seguenti:

È assolutamente necessario che vi sia congruenza tra denuncia azien-dale consegnata e depositata presso l'Istituto Previdenziale, i dichiarati-vi fiscali ed il fascicolo del produttore consegnato ad Agea/Regione Piemon-te, anagrafe regionale (Libretto Uma).Diversamente, l'impresa potrebbe in-correre in acertamenti e sanzioni am-ministrative.È altresì necessario per gli allevamenti che i dati presenti in denuncia aziendale siano allineati all'anagrafe zootecnica.Ogni variazione di conduzione deve es-sere aggiornata e notificata all'Inps, per il tramite dei nostri uffici che restano a disposizione per avere le informazioni ed il supporto necessari.Va aggiunto che a far data dal prossimo anno, le dichiarazioni per le nuove dit-te verranno effettuate solo ed esclusi-vamente tramite supporto informatico, mentre in un successivo momento - ma a breve - verranno informatizzate tutte le posizioni cartacee esistenti.Gli uffici sono a disposizione per veri-ficare la congruità dei dati.

FASCEREDDITOAGRARIO

DLGS 146/97

Coeffi ciente di moltiplicazione

per il reddito medio

convenzionale

1 Da 0 a 232,40 156

2 Da 232,41 a 1.032,91 208

3 Da 1032,92 a 2324,05 260

4 Da 1032,92 a 2324,05 312

NOVARA - Con la circolare n. 128 del 2 novembre scorso, l’Inps riepiloga le principali novità in materia di apprendistato, alla luce del recente riordino legislativo di questo istituto contrattuale, fornendo indicazioni in merito agli aspetti contributivi. A tale proposito si evidenzia, tra le più recenti misure, l’azzeramento dei contributi a carico del datore di lavoro, previsto per i contratti di apprendistato stipulati dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016 da datori di lavoro che occupano fino a nove dipendenti.Per quanto concerne la tutela previdenziale e assistenziale per i lavoratori, le forme as-sicurative e il carico contributivo rimangono, fino al 31 dicembre 2012, quelle traccia-te dalla legge Finanziaria 2007 e dal conseguente DM 28/3/2007, che ha ripartito le aliquote contributive alle varie gestioni previdenziali di competenza. Pertanto, gli apprendisti rimarranno tutelati fino alla fine dell’anno dalle seguenti assicurazioni: IVS; malattia; maternità; assegno per il nucleo familiare e assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. A partire dal 1° gennaio 2013, poi, anche gli apprendisti saranno destinatari dell’ASpI (Assicurazione sociale per l’impiego). Sempre con decorrenza dal 1° gennaio 2013, muterà anche il carico contributivo aziendale, che risentirà dell’aumento derivante dall’onere (1,61%), relativo alla nuova forma assicurativa.

L'INPS E LE NOVITÀIN MATERIA DI APPRENDISTATO

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L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012 29

Assegni sociali Inps: dal 2013 il requisito dell'etàviene adeguato alle aspettative di vita del richiedenteNOVARA - L’assegno sociale è una presta-zione assistenziale riconosciuta dallo Sta-to ai cittadini italiani, comunitari e stranieri soggiornanti di lungo periodo purché a bas-so reddito e residenti legalmente e in via continuativa in Italia da almeno 10 anni. Al momento per ottenere l’assegno è richiesto, in presenza delle altre condizioni richieste dalla legge, il compimento del 65 mo anno di età, sia per le donne che per gli uomini. Dal prossimo anno il requisito di età di 65 anni per l'accesso all'assegno sociale sarà soggetto all'incremento delle speranze di vita. Pertanto, a decorrere dal 1°gennaio 2013, per il conseguimento dell'assegno sociale nonché dell'assegno sociale sostitu-tivo della pensione d'inabilità civile, dell'as-segno mensile di assistenza agli invalidi parziali e della pensione, non reversibile ai sordi, sarà necessario aver compiuto 65 an-ni e 3 mesi.Sul punto, l’Inps ha di recente chiarito che a causa dell'innalzamento del requisito ana-grafico per l'assegno sociale, la pensione d'inabilità civile, l'assegno mensile di assi-stenza agli invalidi parziali e la pensione non reversibile ai sordi, saranno concesse, a seguito del riconoscimento sanitario e sus-sistendo le altre condizioni socio economi-

che previste, a soggetti di età non inferiore al diciottesimo anno e fino al compimento del ses-santacinquesimo anno e tre mesi.I cittadini che hanno presentato domanda di assegno sociale e compiono il 65mo anno en-tro il 31 dicembre 2012, sussistendo gli altri requisiti socio-economici necessari, consegui-ranno il diritto alla prestazione secondo la nor-mativa previgente, senza l’aggiunta quindi dei mesi relativi all’aspettativa di vita.Analogamente gli invalidi civili titolari di inabi-lità, assegno mensile e pensione non reversibi-le ai sordi, che compiono il 65mo anno entro il 31 dicembre 2012, conseguiranno il diritto all'assegno sociale sostitutivo, secondo la nor-mativa previgente.Inoltre per effetto della riforma pensioni Forne-ro, dal 1° gennaio 2018 il requisito anagrafi-co per il conseguimento dell'assegno sociale, oltre all'incremento della speranza di vita, sarà aumentato di un anno.Per ottenere l’assegno sociale è necessario presentare la domanda all’Inps esclusivamen-te in via telematica. Pertanto raccomandiamo a tutti gli interessati di rivolgersi al Patronato Epaca. Gli operatori forniranno gratuitamente tutta l’assistenza necessaria, predisponendo e inviando tutta la documentazione all’Inps.Ricordiamo anche a coloro che già sono titola-

ri dell’assegno sociale, la cui situazione fa-miliare o reddituale sia variata nel tempo, che occorre presentare domanda di ricostitu-zione dell’assegno sociale per non perdere i benefici economici. Per conoscere l’ufficio Epaca più vicino si può telefonare al numero verde 800.667711 oppure visitare il sito Internet http://www.epaca.it/.

NOVARA - Sono 313.724 i lavoratori stranieri impegnati in agricoltura dove per la prima volta si sono però ridotti sia il nu-mero di immigrati che le giornate lavorative da loro trascorse nei campi per effetto della crisi.Nonostante la riduzione l’apporto del lavoro straniero resta determinante in agricoltura e rappresenta ben il 23,06% del totale delle giornate di lavoro dichiarate dalle aziende. Sono ben 172 le diverse le nazionalità anche se a prevalere sono nell’ordine Romania (113.543), India (24.823), Maroc-co (24.519), Albania (23.982), Polonia (22.601), Bulgaria (15.242), Tunisia (12.027), Slovacchia (11.551), Macedo-nia (10.254), Moldavia (5.422), Senegal (5.193) e Ucraina (4.756).Sono numerosi i distretti produttivi agroalimentari che vedono Anche in Ossola, nelle stalle dove si munge il latte cresce la presenza dei lavoratori indiani e pakistani.I lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e deter-minante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va garantita la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale.

AGRICOLTURA,IMMIGRATI IN CALOPER LA PRIMA VOLTA

Per ottenere l'assegnosociale è necessariopresentare la domandaall'Inps esclusivamentein via telematicaQuanti sono già titolaridell'assegno sociale,la cui situazionefamiliare o redditualesia variata nel tempodevono presentaredomanda di ricostituzione

NOVARA - Da Cerano e Borgolavezzaro fino ad Armeno, è iniziato il lungo calendario delle Giornate del Ringraziamento che vedono impegnate le sezioni territoriali di Coldiretti: le pri-me si sono svolte domenica 11 novembre a Cerano e Borgo-lavezzaro, cui è seguita, domenica 18, quella di Armeno che ha riunito i coltivatori del paese alle pendici del Mottarone, rinnovando nel contempo il gemellaggio con la comunità agri-cola di Sillavengo. Le Giornate del Ringraziamento rappresentano per Coldiretti un momento molto significativo, ancorato alle proprie radici ed ispirazione cristiana: in particolare, la ricorrenza si celebra dal 1951 ed è giunta quest'anno alla 62a edizione. La Giornata nazionale del Ringraziamento 2012 è stata ce-lebrata da Coldiretti a Termoli, in Molise: un'occasione per tracciare, a partire dal giorno di San Martino, il tradizionale bilancio di una annata agraria che è stata contraddistinta da una andamento climatico anomalo che ha fatto segnare il crol-lo dei raccolti made in Italy ma anche segnali incoraggianti sul ruolo che può svolgere l’agricoltura per la ripresa del Paese in termini economici ed occupazionali anche per le giovani generazioni. “Investire nell'agricoltura e una scelta non solo economica, ma anche culturale, ecologica, sociale, politica di forte valenza educativa" scrivono infatti i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata.

Il Ringraziamentonelle Sezioni

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L'Iride Agricoltura 2000 - Dicembre 201130

il Corsivo Agroalimentare

di JACOPO FONTANETO(Responsabile Comunicazione)

Erbe Offi cinali, il territorio del Vco è semprepiù protagonista

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 201230

Da secoli, anzi, da millenni so-no il nutrimento e medicina della montagna. Si tratta delle erbe officinali, nelle loro mil-

le e più varietà: una storia, la loro, che ha sempre seguito quella dell'uomo e del-le sue civiltà le quali, in ogni tempo, ne hanno affinato la conoscenza e l'utiliz-zo.Buone a tavola, importanti per l'econo-mia rurale e, molte volte, dotate di effetti benefici per l'organismo umano, merito

di quelle sostanze che – combinandosi con quelle del corpo umano – possono risultare calmanti, antidolorifiche, depu-ranti, lenitive, ecc.Ma la storia delle erbe officinali di mon-tagna segna anche il cammino di una ci-viltà agricola e rurale che con esse ha sempre convissuto, specie nel nostro ar-co alpino, un cammino evolutivo fatto di antiche ricette tramandate e nuove me-todologie di lavorazione.Anche oggi l'attività di coltivazione del-le erbe officinali trova in Ossola un im-portante ruolo all'interno dell'economia rurale montana: una citazione in parti-colare va al consorzio Erba Böna che, con sede a Crodo, e raggruppa i coltiva-tori di erbe officinali delle vallate di tutta la provincia del Vco, dalla Valle Formaz-za alla Valle Cannobina.Il Consorzio Erba Böna trae origine dall'omonima associazione, costituita nel 2001 grazie ad un programma tran-sfrontaliero Interreg Italia-Svizzera con l'obiettivo di promuovere la coltivazio-ne delle piante medicinali nelle valli del sud delle Alpi.I fondatori si occupano, innanzitutto, di recuperare alcuni terreni situati nelle aree vicine ai luoghi abitati con la col-tivazione di erbe officinali per evitarne l'abbandono. Un progetto che coinvolge soprattutto le donne, ed è questo il segno di una tra-dizione che, anche nei secoli trascor-si, vede la figura femminile occuparsi dell'attività di raccolta e lavorazione del-le erbe officinali: oggi il consorzio Erba Böna è presieduto da Vittorina Prina,

imprenditrice capace e sempre in prima linea quando si tratta di promuovere il ter-ritorio e le sue produzioni tipicheAlla voglia di recuperare un'attività sto-rica, si affianca una forza e una volontà imprenditoriale che, da subito, sanno im-primere al progetto la necessaria innova-zione: innanzitutto con l'installazione del primo essiccatoio a Cavaglio Spoccia, in Val Cannobina, al quale tre anni dopo si affiancherà quello di Verampio di Crodo.L'entusiasmo e la voglia di crescere si concretizza, nel frattempo, la ricerca e l'adesione di sempre nuovi soci. Nel 2002, Erba Böna produce la prima ti-sana, detta “della Valle Cannobina”: col tempo arrivano le certificazioni Bio e cre-sce la gamma dei prodotti che, alla già ci-tata tisana, vede aggiungersi le caramelle Bumbögn, a base di estratto di erbe offi-cinali con goccia di miele e l'amaro Le-pontinum a base di genepì, genziana e achillea moscata anche chiamata camo-milla di montagna.Il legame con il territorio si concretizza anche nella ricerca dei nomi dei prodotti, tra i quali si possono ricordare tisana del Romito e l’Infuso del Cistella. Oggi il successo imprenditoriale è cosa concreta, agevolato anche dall'interesse che questo segmento di attività rurale ha suscitato nei consumatori italiani: le pian-te medicinali ed aromatiche sono sempre più richieste dall'industria farmaceutica, alimentare, liquoristica, cosmetica ed er-boristica. Secondo gli ultimi dati disponibili, in Ita-lia si coltivano soprattutto menta piperita, camomilla, origano, salvia e lavanda.

L’Iride Agricoltura 2000Mensile di politica, ambiente, agricoltura

di Novara, della Valsesia e del Verbano Cusio Ossola

DIRETTORE EDITORIALE E AMMINISTRATIVO: GIAN CARLO RAMELLA

DIRETTORE RESPONSABILE: JACOPO FONTANETO

direzione, redazione, amministrazione: via Ravizza, 11-13- 28100 NovaraRecapiti telefonici: 0321.674224 Recapito fax: 0321.674200e-mail della redazione: [email protected]

hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:Aldo Isotta, Bruno Baccaglio, Eleonora Barè, Marco Ciampanelli, Paolo Favini, Domenico Giorcelli, Elena Rolando, Lorenzo Rolando, Elena Sassone, Claudio Salsa, Carlo Todeschino, Paolo Seitone

Fotocomposizione ed impaginazione a cura del nostro Settore Grafi co - Generazione CTP e Stampa: Tipografi a Italgrafi ca, Novara

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CONVENZIONEColdiretti ha rinnovato la convenzione con Fleming Research di Novara anche per l'anno 2012: queste le gevolazioni previste:

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