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L'idrosfera occupa circa i due terzi della superficie terrestre e permette, attraverso il ciclo dell'acqua, lo scambio di energia e sostanze fra gli ecosistemi.

L'acqua inoltre modella il paesaggio e attraverso le masse d'acqua determina situazioni dinamiche locali e regionali.

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• i corsi d'acqua rappresentati da fiumi e torrenti;

• i laghi e gli invasi; • le acque di transizione

rappresentate dalle zone di foce dei fiumi,

• dalle lagune e dai laghi costieri, dove si verificano interazioni fra acque dolci e salate;

• le acque marine • e le acque sotterranee.

L'acqua attraverso gli apporti meteorici si distribuisce fra le acque dolci,  le acque marine e le acque di transizione in differenti corpi idrici, ma raggruppabili in alcune classi:

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Tutti i corpi idrici permettono e sostengono la vita degli organismi viventi, animali e vegetali e costituiscono sistemi complessi, sedi di interscambi fra le acque, i sedimenti, il suolo e l'aria.

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L’acqua presente sul pianeta può essere divisa in due gruppi:quella non usata dall’uomo composta da ghiacciai, mari e oceani e l’acqua dolce composta da fiumi, falde acquifere e laghi. Quest’ultimo gruppo compone circa il 3% dell’acqua presente e viene utilizzata per vari scopi.

Acqua dolce = 3%

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L'acqua costituisce una risorsa indispensabile per lo sviluppo e non deve essere considerata solo una risorsa da utilizzare, ma anche un patrimonio ereditato da tutelare.

Le politiche ambientali hanno come obiettivo evitare, per quanto possibile, il suo deterioramento a lungo termine. La funzione vitale dell’acqua deve essere riconosciuta prioritaria e deve essere considerata diritto umano universale.

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In Europa ci sono delle leggi che parlano dell’acqua a che stabiliscono che l’acqua è una risorsa limitata ed è essenziale per la vita, non solo dell’uomo ma anche degli ecosistemi presenti sul pianeta.

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Nel mondo 1 miliardo e 300 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.

200 milioni di bambini muoiono ogni anno per il consumo di acqua insalubre e per le cattive

condizioni sanitarie che ne derivano.

800 milioni di persone non hanno ancora un rubinetto in casa.

2 miliardi e 30 milioni di persone vivono in paesi a rischio idrico.

O … l’acqua è uguale per tutti?

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Il problema della crisi idrica è tra i più grandi problemi del pianeta.

La mancanza di acqua è dovuta a scarse precipitazioni, ma anche dalla inadeguatezza degli impianti, della povertà, dagli abusi di potere e dalle ineguaglianze.

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I periodi di siccità possono condurre a rilevanti conseguenze ambientali, economiche e sociali:

morte del bestiame; riduzione dell'estensione dei campi coltivati; incendi; diminuzione della quantità di acqua destinata alle industrie; desertificazione; tempeste di sabbia, laddove la siccità colpisca regioni già desertiche e colpite dall'erosione; fenomeni di disidratazione nella popolazione; carestie, dovute alla mancanza di acqua utilizzata per l'irrigazione dei campi coltivati; tensioni sociali; migrazioni di massa, sia interne ad una regione sia riguardanti nazioni diverse; guerre, volte ad assicurarsi beni di prima necessità, come cibo e acqua;

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Tali conseguenze ovviamente dipendono dalla vulnerabilità della zona colpita dalla siccità: laddove per esempio sia presente un'agricoltura di sussistenza, sarà più probabile assistere ad uno spostamento della popolazione a causa della mancanza di risorse alimentari; le conseguenze della siccità dipendono dunque fortemente dalle condizioni socio-politiche della regione in cui si manifesta.

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Sono diversi i significati che la scarsità idrica assume:

- la deficienza idrica o crisi idrica si ha quando non si può garantire l’approvvigionamento idrico di fronte a una ordinaria domanda d’acqua, è chiaro dunque, che si può avere una crisi idrica anche quando le precipitazioni non sono particolarmente deficitarie.

- per aridità si intende una condizione climatica naturale e permanente di scarse precipitazioni nell’intero anno o in un lungo periodo dell’anno.

- la desertificazione è spesso confusa con la siccità, è invece un processo permanente di degrado del sistema bio-produttivo (suolo, vegetazione, esseri viventi) provocata da cause antropiche o di cambiamenti climatiche.

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I cambiamenti climatici possono creare problemi sul laghi e fiumi, cambiando il ciclo idrologico e modificando le riserve d'acqua di una regione.

Gli ultimi 30 anni sono stati caratterizzati da numerose eventi di siccità.

Sono una conseguenza dei cambiamenti climatici? Cosa fare?

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La risposta istituzionale dell’Europa è piuttosto strutturata e può essere così riassunta:

misure tecniche finalizzante ad aumentare l’efficienza idrica;

maggiori investimenti; riduzione dei consumi; misure tecniche per incrementare la

fornitura d’acqua; promozione delle attività di previsione e

monitoraggio.

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Anche nel nostro paese, i cambiamenti climatici hanno influito molto sulle riserve d’acqua, con conseguenze di carenza di acqua.

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La siccità ha determinato una diminuzione dei livelli medi dei fiumi e dei laghi causando un’emergenza che ha colpito duramente l’economia.

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• investe l'agricoltura, con la scarsità d'acqua ad uso irriguo;

• colpisce l'industria, poiché sono vuoti i bacini idroelettrici;

• colpisce la vita civile, perché in un simile contesto l'acqua potabile diviene un bene tanto prezioso quanto razionato

La crisi idrica:

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ASPETTI TECNICI E GESTIONALI

Il settore idrico italiano e’ caratterizzato da alcuni punti di forza e da molte debolezze.

I punti di fragilità sono numerosi: • attrezzature; • mal distribuzione dell’acqua; • carenza di impianti di

depurazione; • sprechi notevoli; • mancanza di infrastrutture.

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Uno dei problemi più dibattuti riguarda la gestione dell’acqua: affinché l’acqua arrivi nelle nostre case occorre captarla e distribuirla a chi ne fa uso.

La tariffa dell’acqua in Italia e nettamente più bassa in confronto ad altre città europee. Inoltre sono notevoli le diminuzioni degli investimenti complessivi nell’industria dei servizi idrici.

Bisognerebbe investire nel miglioramento delle reti idriche.

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Per fronteggiare la crisi idrica è necessario intervenire sulla domanda della risorsa d’acqua regolando i consumi inutili e sprechi di acqua e migliorando la rete distributiva.

E’ indispensabile affrontare i problemi strutturali, dalla rete di distribuzione alla costruzione di onerosi bacini artificiali, sensibilizzare la popolazione ad un consumo responsabile dell’acqua e in infine, essere in grado di prendere decisioni che, pur comportando dei sacrifici per una o più categorie, consentano un uso della risorsa complessivamente migliore.

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Occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con

nuove opere infrastrutturali.

Servono interventi strutturali, in particolare è necessario varare un piano antisprechi ed

avviare l'ammodernamento della rete idrica italiana.

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Previsione e prevenzione

A differenza di molte altre calamità naturali perché si possa verificare la siccità è necessario un periodo prolungato di deficit idrologico.

Per tanto c’è il tempo necessario per predisporre indispensabile misure di prevenzione e di mitigazione; tuttavia, il più delle volte, si cominciano a definire le misure di contrasto ad emergenza in atto.

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Una strategia più efficace è quella basata sulla individuazione e sulla predisposizione di interventi di prevenzione in periodi “normali”. Questo permette rispondere con maggiore tempestività e puntualità durante la fase emergenziale e può evitare l’insorgenza del fenomeno stesso.

Ovviamente attuare una strategia di monitoraggio costante del fenomeno richiede uno sforzo maggiore, ma consente di ottenere risultati maggiormente soddisfacente

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A causa del progressivo peggioramento delle condizioni ideologiche del bacino del fiume Po e dei bacini limitrofi il consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza.

Viene quindi convocata la “cabina di regia” (organo di coordinamento) cui fanno seguito alcune indicazioni operative destinate ai gestori degli invasi idroelettrici, agli enti gestori dei grandi laghi prealpini regolati ed ai consorzi di bonifica.

Lo stato di emergenza.

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Il futuro non si presenta molto rassicurante, infatti, si prevedono precipitazioni in linea con la media dell'anno scorso, con un aumento della temperatura ambiente di circa 1°C, dunque potrebbe scattare un'emergenza siccità

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Tecnici, insieme a produttori e gestori di energia, Authority, Regioni, Autorità di

bacino e Protezione civile lavorano per la prevenzione di questa emergenza.

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Il monitoraggio

Nell’ambito di previsione, il monitoraggio è di fondamentale importanza per riconoscere una vicina crisi idrica, per descrivere l’evoluzione e per raccogliere anche le informazioni sull’effettiva disponibilità idrica. Il dipartimento della protezione civile compie in maniera continuata il monitoraggio delle risorse idriche esistenti, allo scopo di valutare l’insorgenza di una crisi.

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Il centro funzionale centrale dispone di una rete di stazioni in telemisura in grado di fornire dati con una cadenza di circa 30 minuti. La rete di Centri Funzionali rappresenta la struttura tecnico-scientifica a supporto delle decisioni di protezione civile. L’azione di monitoraggio viene effettuata attraverso l’elaborazione di alcune previsioni e il controllo di alcuni parametri

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Grazie al controllo si possono fare previsioni stagionali che saranno in grado di fornire una valutazione di massima sulle caratteristiche meteoclimatiche da oggi ad alcuni mesi successivi.

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Il Governo ha dovuto decretare Il Governo ha dovuto decretare lo stato di emergenza preventivo lo stato di emergenza preventivo per il Centro-nord dovuto a una per il Centro-nord dovuto a una magra primaverile eccezionale magra primaverile eccezionale che ha fatto sprofondare il Po, si che ha fatto sprofondare il Po, si parla soprattutto dei campi parla soprattutto dei campi inariditi inariditi causati dal cambiamento causati dal cambiamento climaticoclimatico. .

E’ questo vero? E’ questo vero?

O dipende da falde che si stanno O dipende da falde che si stanno impoverendo al ritmo di decine di centimetri impoverendo al ritmo di decine di centimetri all’ anno, perchè tutti prelevano e nessuno all’ anno, perchè tutti prelevano e nessuno

controlla?controlla?.

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Secondo uno studio effettuato nel 1999 dall’Istituto di Ricerca sulle acque del C.N.R., in Italia il 19% del acqua è utilizzata per usi civili, il 21% in usi industriali, il 49% per usi irrigui e l’ 11% per produrre energia.

Pericolosa tendenza agli sprechi, soprattutto in agricoltura.

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Gli agricoltori non pagano l’acqua al consumo, ma a forfait, in funzione della superficie irrigata o delle portate concesse.

««Una riduzione che ci deve fare cambiare atteggiamento. L’acqua ormai è un bene economico, ma rimane per fortuna di proprietà dello Stato che la dà in concessione d’uso». ». Presbitero, geologo e segretario generale dell’Autorità del bacino del Po

La maggior quantità di acqua viene impiegata nel agricoltura.

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«L’acqua destinata all’agricoltura per l’irrigazione costa meno rispetto a quella per usi civili, perché non è potabile; inoltre, ha funzioni produttive, come il metano utilizzato dalle industrie che è pagato molto meno rispetto a quanto sborsano le famiglie».

«Deve essere chiaro che se chiudono le imprese agricole per l’assenza di acqua si apre la strada al disastro economico e ambientale. Certo, molto deve essere ancora fatto, soprattutto nelle aree del Paese meno abituate a confrontarsi con il rischio siccità»Sergio Marini, presidente di Sergio Marini, presidente di ColdirettiColdiretti,

«L’acqua destinata a usi agricoli, serve a non far morire il made in Italy alimentare, a salvaguardare l’ambiente e a garantire la gestione del territorio contro il rischio di desertificazione che interessa un terzo della superficie nazionale»

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Ci sono varie tecniche di irrigazione e sono piuttosto diversificate tra loro. Le tecniche di irrigazione più moderne consentono di sfruttare in modo migliore la stessa quantità d’acqua adoperata per la crescita delle colture. La miglior tecnica è quella goccia a goccia inventata dagli israeliani negli anni 50.

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Il problema è che la ricarica del sottosuolo Il problema è che la ricarica del sottosuolo avviene lentamente mentre il prelievo avviene lentamente mentre il prelievo avviene più velocemente.  In tutto il Paese avviene più velocemente.  In tutto il Paese sono scarse o inesistenti le informazioni sulle sono scarse o inesistenti le informazioni sulle effettive disponibilità delle diverse fonti di effettive disponibilità delle diverse fonti di approvvigionamento da parte dei consorzi. approvvigionamento da parte dei consorzi.

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L’alto numero di illeciti commessi lungo i fiumi e nelle acque interne, tra:captazione delle acque,

pesca illegale, e inquinamento idrico

rendono critica la situazione degli ecosistemi

fluviali nella nostra Regione.

Le illegalità nel ciclo delle acque

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Inquinamento idrico

Il termine inquinamento si riferisce ad

un'alterazione di una caratteristica ambientale causata in particolare, da

attività antropica. Generalmente si parla di

inquinamento quando l'alterazione ambientale

compromette l'ecosistema

danneggiando una o più forme di vita.

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Inquinamento

naturale L’inquinamento naturale è dato da agenti naturali che non creano gravi problemi all’ambiente perché l'acqua è in grado di autodepurarsi, entro certi limiti.

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Inquinamento urbano

L’inquinamento urbano proviene dalle fogne delle città. I liquami che si trovano nelle fogne contengono grandi quantità di escrementi umani, perciò dovrebbero passare attraverso impianti di depurazione prima di essere scaricati nei fiumi purtroppo, in Italia meno della metà degli scarichi vengono depurati. I liquami fognari possono contenere microrganismi che provocano alcune malattie (colera, salmonellosi, ecc.). Una persona rischia di ammalarsi se ingerisce questi organismi (può capitare facendo il bagno nel fiume o mangiano molluschi contaminati).

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Tale materiale sommerso viene decomposto biologicamente, il che implica un forte consumo di ossigeno. L'impoverimento di ossigeno conseguente, oltre a favorire i processi di putrefazione, compromette la vita degli organismi acquatici, alterando l'intero ecosistema.

La decomposizione di sostanze organiche presenti nei liquami può provocare l’eutrofizzazione delle acque, dove per eutrofizzazione s’intende un eccessivo apporto di nutrimento (azoto e fosforo) nei corpi idrici che provoca un'anormale proliferazione della vegetazione sommersa, detta fioritura algale.

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L'inquinamento industriale è dato dall’emissione di sostanze chimiche (coloranti, acidi, tinture, schiume, polveri di metalli e mille altri veleni) non biodegradabili nell’ambiente le quali finiscono in gran quantità nelle acque dei fiumi e dei mari. Tutto ciò danneggia irrimediabilmente la flora e la fauna acquatica.

Inquinamento industriale

Alcuni tipi di industrie, per esempio quelle alimentari, scaricano materiali organici direttamente nei fiumi. Altre si liberano dei rifiuti tossici derivanti dalle diverse lavorazioni attraverso discariche speciali, tuttavia alcuni tipi di rifiuti tossici finiscono nei fiumi, con i liquami di fogna.

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Tra i rifiuti tossici dell’industria chimica troviamo:· I metalli pesanti (mercurio, usato spesso come fungicida; piombo, usato nelle batterie, nei proiettili, nelle vernici e nelle benzine; cadmio, usato nei rivestimenti di metallo, a volte come colorante e in alcuni tipi di batterie).· Gli ossidi metallici e i sottoprodotti dell’industria farmaceutica.· Idrocarburi tossici (usati per produrre insetticidi tipo il DDT o nelle lavorazioni di plastiche e vernici)· Il cromo (usato per la "cromatura" dei metalli, nella lavorazione di pelli e nelle acque di raffreddamento delle industrie.Tutte queste sostanze si stanno accumulando nel ciclo dell’acqua.

I problemi causati dall'inquinamento industriale (ed in particolare dai cancerogeni) cominciano a preoccupare a partire de gli anni 70. Già negli anni precedenti tuttavia si erano manifestati i pericoli per la salute legati allo sviluppo industriale.

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Inquinamento termico

L'inquinamento

termico è dovuto

all'immissione di

acqua calda usata

negli impianti di

raffreddamento.

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Inquinamento agricolo L’inquinamento agricolo è provocato da un uso

indiscriminato di fertilizzanti, concimi chimici e pesticidi che finiscono nel sottosuolo o nei fiumi e tramite la catena alimentare arrivano fino all’uomo

Le numerose sostanze utilizzate in agricoltura non restano solo sul suolo o sulle piante. Quando la pioggia dilava il terreno, una parte di essa finisce sui canali di scolo e da qui ai fiumi e poi al mare. Quando l’acqua piovana (o anche quella d’irrigazione) filtra nel terreno, tralascia lentamente un’altra parte di queste sostanze in profondità, fino alle falde acquifere da cui si prende l’acqua per bere, che potrebbe divenire non potabile a causa dei nitrati e dei fosfati rilasciati dai fertilizzanti chimici utilizzati sul terreno.

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Nel corso del 2006, il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente ha svolto controlli e riscontrato moltissime infrazioni alle normative ambientali; nel biennio 2005/6 la Guardia di Finanza sulla base dei controlli realizzati sull’efficienza della rete di depurazione ha ottenuto risultati assolutamente negativi e sconfortanti. Inoltre la Capitaneria di Porto ha accertato un alto numero di infrazioni alla legislazione ambientale.

Da questo traspare il livello di illegalità che caratterizza il Lazio.

Controlli per la tutela del ambiente

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Difendere l’ambiente e difendere la legalità sono compiti importanti che vanno affidati alle Istituzioni, però devono essere anche un impegno diretto per ciascuno di noi.

La Regione Lazio ha istituito lo “Osservatorio Ambiente e Legalità”, per raccogliere, coordinare, elaborare e fornire dati sugli illeciti ambientali ed è possibile chiamare un numero verde per chiedere informazioni o segnalare reati ambientali.

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L’acqua marina è inesauribile e la tecnologia punta sui dissalatori, una risposta efficace all'emergenza idrica del pianeta, per i quali l'Italia è uno dei paesi di riferimento sia sul piano tecnologico sia per quanto riguarda la loro filosofia di impiego.

NUOVE TECNOLOGIE

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Alcuni dissalatori si avvalgono di soluzioni innovative, specialmente in relazione ai costi operativi, mentre altri sfruttano soluzioni tecniche consolidate ormai da decenni, sebbene molto più dispendiose. I costi sono diversi a seconda del tipo di energia utilizzata e della tecnologia scelta

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Gran parte dell'acqua utilizzata dai paesi arabi desertici proviene dai dissalatori. Questi paesi si affacciano sul mare e non sono un problema né l'approvvigionamento di acqua salata né gli alti costi della sua desalinizzazione e potabilizzazione.

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IL BUSINESS DELL'ACQUA MINERALE

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L’acqua è la base della vita sulla terra. È sempre stata al centro del benessere materiale e colturale in tutto il mondo. Ma oggi questa risorsa molto preziosa è in pericolo.

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L’Italia, ricchissima di fonti, non fa parte, per sua fortuna, di quella parte del mondo che non ha accesso a questo diritto fondamentale.

Tuttavia, secondo una ricerca Istat del 2000 era stata rilevata una grave irregolarità nell’erogazione, nel 24% della popolazione del Molise 30% in Sicilia e addirittura nel 45% in Calabria.

In queste ultime regioni,soprattutto a causa più che della siccità, del cattivo sfruttamento delle falde e delle condotte colabrodo, l’acqua è diventato oggetto di ricatto da parte delle mafie locali e di sfruttamento da parte delle grosse multinazionali dell’acqua

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L’Italia mantiene uno sconcertante primato nel settore delle acque minerali: gli italiani infatti sono i primi consumatori di acqua minerale di tutto il mondo. I

l consumo medio, che nel 1988 era di 80 litri, nel 2003 si è più che raddoppiato passando a 182 litri, con un incremento pari al 115%.

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Secondo la legge l'acqua minerale deve provenire da riserve d'acqua sotterranee, naturali e protette da contaminazioni ed essere batteriologicamente pura. Sono permesse l'aggiunta di anidride carbonica e l'eliminazione di ferro e zolfo.

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Il riconoscimento ufficiale come acqua minerale da parte del ministero della salute avviene dopo accurate analisi (geologiche, chimiche, fisiche e microbiologiche), si esaminano anche le proprietà curative farmacologiche e medicinali. Sono prescritti assidui controlli della qualità dell'acqua e dei processi di lavorazione e imbottigliamento da parte degli esercenti (interni) e delle unità sanitarie (esterni).

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L'etichetta è una sorta di "carta d'identità" dell'acqua minerale, grazie alla quale è possibile conoscere i suoi elementi caratterizzanti.Per un'acqua in bottiglia sono di particolare interesse:

- il contenuto salino complessivo, detto Residuo Fisso, che consente di classificare quantitativamente l'acqua in Minimamente Mineralizzata, Oligominerale, Medio Minerale o Ricca di Sali Minerali - la concentrazione di ioni specifici, che consente di definire una classificazione qualitativa dell'acqua (esempio: acqua ferruginosa, acqua solforosa, ...)

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Vediamo i parametri che distinguono le diverse acque minerali in commercio:

Il residuo fisso - È quello che si ha portando l'acqua a una temperatura di 180 °C. È indicato in mg/l. Sono dette oligominerali se contengono una quantità di sali inferiore a 500 mg/l, minerali fra 500 e 1.500 mg/l e fortemente minerali oltre i 1.500 mg/l.

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Durezza in gradi francesi - La durezza, che si esprime in gradi francesi (°F), indica la presenza di calcio e magnesio nell'acqua, cioè se un'acqua è più o meno calcarea. In base alle normative CEE le acque con durezza inferiore ai 30 °F sono considerate "dolci", cioè con poco calcare.

pH - Il pH indica il grado di alcalinità (o di acidità) dell'acqua. Inferiore a 7, l'acqua è acida, mentre oltre 7 l'acqua è alcalina.

L'Unione europea ha fissato precise quantità per alcuni inquinanti delle acque minerali (arsenico, cadmio, cromo), anche se i limiti sono meno rigidi di quelli applicati per l'acqua potabile.

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Secondo esperti le differenze nella composizione tra acqua minerale ed acqua normale nelle maggior parte dei casi per persone sane non è rilevante

Gli italiani sono i leader nel mercato mondiale con 177 imprese e 287 marchi, 11 miliardi di litri imbottigliati di cui 1 miliardo destinato all’esportazione (soprattutto in Canada e America).

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Tra le imprese commercializzate in Italia la S.Pellegrino (gruppo Nestlè), la San Benedetto (gruppo Danone) e la Co.Ge.Di Italacqua coprono da sole i tre quarti del mercato italiano.Ricordiamo che la Nestlè (Svizzera) e la Danone (Francia) sono rispettivamente al n. 1 ed al n. 2 a livello mondiale tra le imprese di acqua minerale.

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L’acqua minerale non sarebbe infatti né per definizione né in pratica necessariamente più pura e più sana dell’acqua potabile comune.

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Acqua potabile

Sebbene l'acqua dei nostri rubinetti non abbia nulla da invidiare alle fonti da cui sgorga l'acqua in bottiglia, i consumatori ne diffidano.

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Per garantire i valori prescritti dalla legge, l'acqua viene controllata a determinati intervalli :

dalle centrali idrichedall'unità sanitaria, dal laboratorio per analisi dell'acqua dal laboratorio biologico provinciale.

A secondo della grandezza della rete di distribuzione i controlli vengono effettuati ad intervalli temporali più brevi.

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A seguito d'una pubblicità martellante che associa le virtù della minerale alla salute, alla bellezza, alla snellezza, noi italiani siamo diventati grandissimi consumatori dell'acqua minerale in bottiglia. Il fatto è che, mentre dell'acqua minerale, grazie ad una continua pubblicità, c'è molta informazione, poca ce n'è sull'acqua del rubinetto.

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Forse sarebbe necessario che gli acquedotti si facciano carico di promuovere l'acqua che essi stessi distribuiscono ed illustrare ai cittadini i numerosi trattamenti e controlli a cui l'acqua viene sottoposta quotidianamente.

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A Roma, dopo 250.000 prelievi dai propri acquedotti, il Comune ha deciso di rendere pubblica la carta d'identità della propria acqua che risulta essere buona, fresca e molto meno dispendiosa rispetto all'acqua in bottiglia.

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Sull'acqua del rubinetto le preoccupazioni più frequenti riguardano quello che si può vedere o in qualche modo percepire quando si lascia scorrere l'acqua: un sapore particolare, un odore particolare, la presenza di sassolini di sabbia, qualche residuo di tubi vecchi che lasciano una traccia, il calcare, la durezza dell'acqua che spesso viene associata a quelle tracce bianche che rimangono nelle stoviglie.

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Tuttavia, queste preoccupazioni non sono giustificate. E' molto importante che i consumatori vengano rassicurati. Può esserci qualche problema di gusto ma non ci sono assolutamente problemi per la salute. Infatti, per quanto riguarda la presenza di sostanze chimiche nell'acqua di casa, pericolose per la salute, la legge fissa dei parametri molto severi e perciò cautelativi e da analisi effettuate, nessuna acqua presa in considerazione, ha mai superato certi limiti e mai li ha raggiunti.

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Da analisi effettuate in tantissime città italiane quasi mai, a parte pochissime eccezioni, l'acqua ha superato i 500 milligrammi di residuo fisso che equivarrebbe ad una scritta oligominerale, quindi, alla pari delle acque minerali, anche l'acqua che sgorga dal rubinetto è diuretica.

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Per quanto riguarda invece il sapore, non propriamente gradevole dell'acqua di rubinetto, è perchè ci sono tracce di cloro, una sostanza che a volte è necessario usare nei vari trattamenti poichè uccide dei batteri. Tuttavia il cloro è volatile, non nuoce alla salute e si può ovviare al suo sapore lasciando riposare l'acqua un pò nel bicchiere prima di berla.

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Per il benestare del corpo bisognerebbe assumere 1,5 o 2 litri di liquidi.

Per abitudine la gente preferisce l’acqua minerale a quella del rubinetto ma non è detto che sia migliore perchè vengono effettuati gli stessi controlli su tutti e due i tipi di acqua

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Per allargare sempre di più il proprio business, si spendono annualmente cifre astronomiche in pubblicità . I produttori di minerale fanno parlare di sé a ogni spot televisivo, invadono le pagine dei giornali. Un fiume di milioni di euro sommerge i mass media e spegne, molto spesso, qualsiasi approccio critico all’informazione in questo delicato settore.

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Le previsioni degli operatori si orientano generalmente verso ulteriori incrementi delle quantità consumate, trainati dagli stessi fattori che li hanno fino ad oggi determinati:

inquinamento falde acquifere che limita la possibilità di disporre acqua corrente di buona qualità organolettica; intense attività marketing da parte dei maggiori gruppi industriali, che hanno destinato negli ultimi anni risorse crescenti in un business vitale; gli orientamento degli stili di vita alimentari privilegiano consumi salutistico-naturali, tra cui quelli minerale; disponibilità acque minerali a basso prezzo

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Un recente fenomeno è il lancio delle acque da tavola, acque non minerali, sottoposte a operazioni di microfiltraggio e purificazione.

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Il pet rappresenta il materiale più utilizzato dalla stragrande maggioranza delle aziende, mentre il vetro - pesantemente svantaggiato sia in termini di costi che di oneri gestionali legati alla pratica del vuoto a rendere - è tuttora impiegato nel canale delle consegne a domicilio ma continua a calare.

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Per produrre 1 chilo di Pet (polietilen-tereftalato), la plastica usata per le bottiglie, sono necessari poco meno di 2 chili di petrolio e 17 litri di acqua, la cui lavorazione rilascia nell'atmosfera molte sostanze inquinanti.

A cui poi va aggiunto l'inquinamento per il trasporto.

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Occorre peraltro sottolineare che le Regioni si devono anche sobbarcare il costo dello smaltimento dei contenitori di plastica (in pet). Più dell’80% delle acque minerali usa infatti bottiglie in plastica.

Le nostre Regioni hanno ceduto il diritto di gestione delle acque minerali a delle tariffe radicalmente basse: sugli introiti del business delle acque minerali, la Regione incassa una miseria rispetto agli incassi delle imprese private.

Le regioni italiane spendono più di quanto incassano dai canoni

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Negli ultimi tempi è iniziata una campagna contro l'acqua in bottiglia. Si tratta di una proposta portata avanti da numerose città nel mondo volta a ridurre, se non eliminare, l'uso di bottiglie di plastica, che inquinano l'ambiente, a favore del consumo dell'acqua del rubinetto, che non comporta rifiuti inquinanti.

Forse vale la pena rifletterci.