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Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013 Maggio - Giugno 2013 PERIODICO DELLE FIGLIE E DEI FIGLI DELLA MADONNA DEL DIVINO AMORE – ROMA

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eriodico delle figlie e figli della Madonna del Divino Amore

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Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

Maggio - Giugno 2013

PERIODICO DELLE FIGLIE E DEI FIGLI

DELLA MADONNA DEL DIVINO AMORE – ROMA

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Direttori responsabili: Lucia Bonaiti FMDA e Fernando Altieri OFMDA Redazione:

Gerardo Di Paolo, OFMDA Giuseppina Di Salvatore, FMDA Maria Domenica Pinca, FMDA Collaboratori:

Comunità FMDA di S. Agata sul Santerno (RA), Comunità FMDA di Zogno (BG), Comunità FMDA della Rustica (RM), Rocio Agurto Arce e Libia Car-ballo Angarita, FFMDA, Federico Corrubolo, Gerardo Di Paolo e Giuseppi-na Di Salvatore. Progetto grafico:

Gerardo Di Paolo Direzione:

Segreteria Generale - Casa della Madonna Via Ardeatina, 1221 - 00134 Roma Tel. fax 0671351754 [email protected]

In copertina:

“L’angelo Gabriele disse a Maria: Ave, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra

le donne. Alleluia!” (dalla liturgia della solennità dell’Annunciazione del Signore).

Appena si entra in Santuario dopo esser stati avvolti dalla luce dirompente delle ve-trate azzurre e colpiti dalla grande figura del globo arancione, lo sguardo si posa sulla scritta a vetrini bianchi Ave Maria. Questo saluto invita alla riverenza verso la Santa Madre di Dio: si è nella sua casa e nel cuore nasce spontaneo ripetere: Ave Maria! Il saluto dell’angelo nell’originale greco suona “Chàire!”, cioè “Rallegrati!”. La versione latina ha appiattito questo senso originario, traducendolo con “Ave” (letteralmente: “Sta’ bene!”: era il saluto ordinario dei romani). La tradizione della Chiesa ha sosti-tuito il nome proprio “Maria” alla parola greca originale, “kekaritomene”, resa in latino con “gratia plena”. La parola latina significa “riempita di grazia”, quella greca “perfettamente completa di grazia”. In ogni caso la scritta intende sottolineare il mi-stero della giovane donna a cui il saluto è rivolto. Secondo l’interpretazione più comune il nome Maria ha due radici: una egizia “Myr” che vuol dire “amata”; l’altra ebraica “yam” che è l’abbreviazione di JHWH, il Nome divino, che gli ebrei non osano pronunciare. Miryàm significherebbe, dunque,

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“l’amata di JHWH”, “la prediletta di Dio”. Il suo nome appare, di conseguenza, già indicativo del suo destino eccezionale, della sua vita straordinaria e della sua missio-ne unica. Il fondo dei vetri su cui compare la scritta è un campo quasi del tutto verde. Il colore verde riveste un carattere altamente simbolico; evoca la natura incorrotta, la libertà, la calma, la serenità, la primavera … tutte sensazioni positive. E’ un colore del tutto in armonia con le colline attorno al Santuario che durante il ciclo delle stagioni si vestono di marrone, verde e giallo; non sappiamo perché Padre Costantino lo ha scelto come fondale della scritta. Forse voleva indicare la natura uscita dalle mani di Dio prima del peccato, custodita dalla Vergine, che è stata concepita senza peccato. Comunque tutto ci fa pensare ad un colore non aggressivo che dispone all’accoglien-za e alla pace. Sappiamo che solo san Luca ci consegna il saluto che l’arcangelo Gabriele esprime alla vergine di Nazareth. Abbiamo già visto che usa il termine: Chàire, che significa “Rallegrati”. Questo termine è legato etimologicamente a Chàra (gioia) e Chàris (grazia), ed ha quindi nel contesto lucano una connotazione gioiosa, quasi un co-mando a gioire, a far festa: Rallegrati, Maria! Come la luce fa rimbalzare il colore delle vetrate sulle persone all’interno del santua-rio così il saluto rimbalza sulla vita sorprendendoci ed entusiasmandoci. Esso non si è consumato nella lontana casa di Nazareth in Galilea, ma ha mantenuto tutta la sua vitalità fino ai nostri giorni. L’invito a rallegrarsi è anche per l’uomo d’oggi! “Gioisci, o cristiano che sei venuto a rendere omaggio a tua Madre nella sua santa casa! La tua anima si disponga a cercare sempre la grazia; solo allora il tuo spirito sarà colmo di gioia vera”. Questo saluto-invito alla gioia chàire è per la presenza salvifica del Signore, Egli non delude nessuna speranza ed attua le sue promesse in quanti cercano il Signore con cuore sincero. Suor M. Giuseppina Di Salvatore

Editoriale 4

Parola del Padre don Umberto Terenzi 6

Dalle nostre comunità in Italia 17

Notizie di famiglia 28

L’angolo della poesia 30

L’angolo degli auguri 31

Sommario

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Editoriale

Carissimi,

in questi ultimi tempi abbiamo assistito a innumerevoli eventi

sia ecclesiali, come l’elezione di Papa Francesco, che politici, come le vicissitudini del nuovo governo italiano.

Sono ancora presenti nei nostri occhi e nei nostri cuori le imma-

gini del nuovo Papa, il suo esordio e il primo discorso in piazza S. Pie-tro, e tutti gli altri che sono seguiti, insieme a gesti di umana e tenera sensibilità.

In questi mesi che si aprono dinanzi a noi vogliamo farci accom-

pagnare da alcune sue affermazioni e considerazioni, in modo particola-re quelle riguardanti la Vergine Maria, da lui tanto amata e venerata, a cui raccomandiamo il suo ministero.

Preghiamo insieme, nel nome del Signore morto e risorto, e per

intercessione di Maria Santissima, perché il Mistero pasquale possa

operare profondamente in noi e in questo nostro tempo, perché l’odio

lasci il posto all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdo-

no, la tristezza alla gioia. (Regina Coeli, Lunedì dell'Angelo, 1° aprile

2013)

Preghiamo insieme la Vergine Maria, perché ci aiuti, Vescovo e

Popolo, a camminare nella fede e nella carità, fiduciosi sempre nella

misericordia del Signore: Lui sempre ci aspetta, ci ama, ci ha perdona-

to con il suo sangue e ci perdona ogni volta che andiamo da Lui a

chiedere il perdono. Abbiamo fiducia nella sua misericordia! (Regina

Coeli, 7 aprile 2013)

La Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spiri-

to Santo e che cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra

vita. Lei ha concepito Gesù per opera dello Spirito, e ogni cristiano,

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ognuno di noi, è chiamato ad accogliere la Parola di Dio, ad accogliere

Gesù dentro di sé e poi portarlo a tutti. Maria ha invocato lo Spirito

con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in

preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di

Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare

Gesù risorto. (Regina Coeli, 28 aprile 2013)

Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei

santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accom-

pagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me! (Piazza San

Pietro, Martedì, 19 marzo 2013, Solennità di San Giuseppe).

Lasciamo che queste parole di Papa Francesco animino i nostri cuori e che ciascuno di noi si impegni a “conoscere e far conoscere, amare e

far amare Maria” nell’ambito della propria pastorale, attraverso la cate-chesi e la pietà popolare, con l’entusiasmo e l’originalità di chi propone un messaggio che fa ardere il cuore di Divino Amore.

Buon apostolato a voi tutti! Ave Maria!

Don Fernando Altieri e

Madre M. Lucia Bonaiti

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Meditazione per la Pentecoste 1953

MT s.n. del 24 maggio 1953

Dopo aver rievocato la scena della Pentecoste (§§ 1-8), Terenzi la accosta alla prima

ordinazione dei primi sacerdoti novelli della Madonna del Divino Amore, Mazzer, Di

Liegro e Petroni. Ne ricorda il concepimento e la lunga gestazione, fino alla nascita

tanto attesa (§§ 9 - 13). Presenta i tre sacerdoti novelli (§§ 14 - 16) che si vanno ad

aggiungere agli altri (§ 17) per la diffusione del Divino Amore a Roma e nel mondo

(§§ 18-19).

La festa della Pentecoste è di buon auspicio per le prossime elezioni politiche, importan-

te appuntamento per il quale, ancora una volta, la Madonna trionferà contro i nemici

di Dio (§§ 22-26). In passato la Madonna si è mossa per salvare il popolo di Roma e

d’Italia: nel 1944, nel 1948 e nelle elezioni comunali di Roma nel 1952 (§§ 27-29).

La lotta contro satana è senza fine, ma Dio manderà la Madonna ed essa, in una

terribile battaglia sgominerà il nemico infernale e conseguirà una sfolgorante vittoria

(§§ 30-35).

Questa meditazione fa riferimento in più punti alla situazione politica italiana del periodo. A tal proposito è bene ricordare che le elezioni per la seconda legislatura repubblicana si tennero il 7 giugno 1953, nello stesso clima di forte scontro ideologico che aveva caratterizzato le precedenti elezioni politiche del 18 aprile 1948. Al § 25 si trova una probabile allusione alla cosiddetta “legge truffa”, una modifica della legge elettorale in senso maggioritario voluta dalla DC e dai suoi alleati per ottenere il controllo della Camera. Essa prevedeva che alla lista o all'insieme delle liste apparentate tra loro con più del 50% dei suffragi toccasse il 65% dei seggi. La DC fallì il tetto previsto per poche mi-gliaia di voti e la legge fu subito revocata. Al § 29 sono citate le elezioni comunali a Roma si tennero il 23 maggio 1952. All’ultimo momento Pio XII bloccò la cosiddetta “operazione Sturzo”, che prevedeva l’appoggio alle forze di destra in funzione anticomunista, preferen-do sostenere la DC di de Gasperi.

PAROLADELPADRE

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Per la problematica generale di questa fonte, cfr. introduzione alla meditazio-ne precedente, MT s.n. del 27 marzo 1953 (L’addolorata). Il testo di questa meditazione venne pubblicato nel Bollettino La Madonna del Divino Amore (1953, n. 3-4, pp. 3-10). La distanza tra le due recensioni è però maggiore ri-spetto alla precedente Meditazione sull’Addolorata. Il testimone conservato nella collana del Vicolo del Divino Amore (vol. I, pp. 39ss: sigla Vic) è un dattiloscritto in copia carbone, e presenta alcune situazioni testuali tipiche dell’oralità, poi eliminate nel testo definitivo (p.es. alcune interiezioni: “un bel pacioccone, eh!” al § 16; il frequente ricorso al discorso diretto nella pri-ma parte); altri passaggi sembrano invece riferirsi ad un originale scritto (“Questo … lo scriviamo soltanto per i nostri cari lettori …” al § 30). Nella fattispecie, vi sono emendamenti sintattici: l’aggettivo possessivo è talvolta spostato avanti al sostantivo (al § 10 “mano sua” è corretto in “sua mano”; al § 35 “trono suo” in “suo trono”). Circa il lessico sono eliminate alcune forme dialettali (al § 32 “mondo sano” è corretto in “mondo tutto”). Alcune corre-zioni sono dettate da ragioni di opportunità, per evitare dettagli imbarazzanti (al § 16), ed è appena attenuata la dura polemica anticomunista (al § 26, da “questa forza nemica” si passa a “questa o quell’altra forza nemica”). Nel ripubblicare questo testo abbiamo tenuto conto della sistemazione dei paragrafi della prima edizione, accorpando i capoversi che si riferiscono ai dialoghi diretti. Per le maiuscole si segue l’uso moderno.

[1.] Quel che è accaduto al Santuario per la festa della Madonna del Divino Amore a Pentecoste ci ha fatto ricordare assai gli avvenimenti della prima Pentecoste al Cenacolo di Gerusalemme (1).

[2.] Abbiamo infatti quest’anno avuti, come al Cenacolo con Gesù (2), i pri-mi Sacerdoti al Divino Amore. [3.] Gesù li aveva fatti i primi Sacerdoti al Cenacolo (3) nell’ultima cena poi prima dell’Ascensione aveva dato ad essi la potestà di rimettere i peccati, l’or-dine di andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo e li aveva assicurati (4) che in questa predicazione non sarebbero stati soli; Egli, li avrebbe assistiti e con tanti miracoli avrebbe sostenuto la loro missione.

[4.] Però tutto questo l’avrebbero fatto solamente dopo aver ricevuto lo Spiri-to Santo, proprio come Gesù, nelle ultime istruzioni date ad essi, aveva detto (5):

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[5.] “Giovanni battezzò con l’acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito San-to; di qui a non molti giorni, voi riceverete la virtù dello Spirito Santo che ver-rà sopra di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme e in tutta la Giudea, nella Samaria (6) e fino all’estremità della terra” e detto questo mentre essi lo guar-davano si levò in alto e una nuvola lo tolse agli occhi loro. Era asceso al Cielo!

[6.] Gli Apostoli fedeli a quanto Gesù aveva loro suggerito, comandato anzi, se ne andarono al Cenacolo rimanendo lungamente a pregare (7) per tutti questi nove giorni, con la Madonna, in attesa dello Spirito Santo promesso.

[7.] E poi venne lo Spirito Santo; ed ecco che li riempì della Sua grazia e diede ad essi quell’intelligenza, quel fervore, quello zelo che li spinse fuori dal Cena-colo stesso (8) dove si erano rifugiati tanto timorosi, per paura che i Giudei uccidessero anche loro, e andati fuori cominciarono, Pietro e Giovanni, coi miracoli (9). Ed ecco la conversione in massa della folla accorsa a Gerusalem-me per la festa di Pentecoste, ed ecco anche i miracoli: “Non ho argento, non ho oro, alzati e cammina in nome di Gesù Nazareno” disse san Pietro al pove-ro paralitico della porta bella del Tempio.

[8.] La missione degli Apostoli era cominciata dopo la discesa dello Spirito Santo su di loro, nel Cenacolo (10); dopo la benedizione, direi quasi, della Madonna che li ha congedati, per mettere in esecuzione il divino mandato (11) del suo divin Figlio Gesù: “Andate, predicate, battezzate, rimettete i pecca-ti”.

[9.] Anche l’Opera dei Sacerdoti del Divino Amore doveva essere, dovrà sem-pre essere un’opera di fede. Anche a noi ci dissero, ci fecero intravedere la pos-sibilità di questi Sacerdoti, e credemmo confidando in Dio, aspettando il mo-mento che la Madonna se li facesse i suoi sacerdoti e ce li mandasse al suo San-tuario.

[10.] Fu così vent’anni fa, precisi vent’anni fa. C’era allora il compianto Card. Francesco Marchetti Selvaggiani. Un giorno mi disse che aveva tanto desiderio che dal Santuario venissero fuori dei preti oblati per la diocesi, perché dal San-tuario la diocesi potesse essere aiutata anche in questo: ad avere molti preti, e preti del tutto dedicati al Vescovo, in mano sua (12), a sua disposizione com-pleta per tutto quello che fosse stato necessario alla diocesi. Mi disse: “Fa su un po’ di regolamento; vedi un po’ e portamelo”. E glielo portai, scritto tutto nel-la festa della Madonna della Mercede, 24 settembre 1933.

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[11.] Il buon Card. Marchetti Selvaggiani, se lo tenne qualche giorno, lo esami-nò, poi alla prima occasione mi disse: “Il regolamento è bello, ora però bisogna fare i preti” e diede quel piccolo regolamento, quel piccolo schema di norme per i futuri sacerdoti oblati della diocesi di Roma a Mons. Ercole, che natural-mente (dovendo aspettare che “si facessero i preti”)(13), lo pose in archivio; e non se n’è parlato più, o meglio, se n’è parlato, ma il regolamento è rimasto in archivio. Tanta polvere in vent’anni ci sarà andata sopra!

[12.] Domenica mattina, 17 maggio, mi trovavo alla consacrazione del secondo Vicegerente di Roma, Mons. Cunial, c’era con me il primo sacerdote (14) della Madonna, don Ettore Mazzer, ordinato in Quaresima, il giorno di san Bene-detto, 21 marzo, e in sagrestia, dopo la consacrazione di S. E. Mons. Cunial, vedo Mons. Ercole, lo chiamo e gli dico: “Monsignore, si ricorda quel che mi disse vent’anni fa insieme al Card. Marchetti? Il regolamento è bello, bisogna adesso però (15) che fai i preti. Eccolo, questo è il primo” - “Ah! si?” - “E non solo, ce ne sono altri due ordinati a Pasqua dal nostro amatissimo Card. Vica-rio Micara, che ha avuto la consolazione di dare alla diocesi i primi due preti venuti dal Santuario”. E Mons. Ercole, commosso, mi rispose: “Allora, se ades-so ci sono i preti, non c’è che da fare l’opera!”

[13.] Già! Ed ecco dunque l’Opera dei Sacerdoti della Madonna del Divino Amore oggi è possibile. I sacerdoti che il Cardinale Vicario Marchetti Selvag-giani sognò di avere e che soltanto, il Cardinal Micara potè aver la gioia di con-sacrare, ci sono e vorrebbero essere i Sacerdoti Oblati della diocesi di Roma (16); i sacerdoti del Papa, i sacerdoti del Cardinal Vicario, ma soprattutto i sacerdoti della Madonna del Divino Amore (17).

[14.] Chi sono questi primi tre preti? (18) Non vi sto certamente a farne la bio-grafia (19), non ne varrebbe la pena, sono tre di quei tanti giovanetti che voi, cari devoti della Madonna avete visto tante volte da molti anni vicino al San-tuario, che ora vedete aumentati, s’avviano a un centinaio adesso (20), hanno pure la casa nuova, hanno le scuole regolari, tutto il ginnasio, e c’è in giro per l’aria il proposito di farne tanti di preti della Madonna perché possa essere sollevato il cuore del Cardinal Vicario dalla preoccupazione di non aver preti, perché possa essere consolato il nostro S. Padre, dal pensiero di vedere in giro per la diocesi di Roma e chissà fin dove, tanti sacerdoti che la Madonna si sarà scelti, si sarà trovati un po' da tutte le parti d’Italia, e forse, anche da qualche altra parte fuori dell’Italia, per mandarli nell’apostolato tra il popolo, per por-tare il Divino Amore in mezzo al popolo.

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[15.] Dunque, questi tre sacerdoti erano tre ragazzi. don Ettore Mazzer, il pri-mo, era proprio piccoletto, tra i “paggetti” della povera Sr. Maria Ida (21), la prima Suora della Madonna che s’occupò tanto delle Vocazioni ecclesiastiche, allora faceva la III elementare, adesso è arrivato ad esser prete della Madonna.

[16.] E gli altri due più o meno lo stesso. don Luigi Di Liegro, me lo ricordo sulla spiaggia di Gaeta, tra le barche e le reti dei pescatori, figlio di autentico pescatore anche lui (22); e ho fatto un po' come Gesù ai primi Apostoli: “Vuoi venire con me al Divino Amore?” E venne, raggiungendo la sorella già Suora della Madonna; e fu prete anche lui. Ha studiato al Seminario Minore, al Se-minario Maggiore, oggi sta aspettando gli ultimi esami, e poi?...Poi in mano al Card. Vicario, farà quello che Sua Eminenza dirà. C’è l’altro (23), don Ottavio Petroni. Quello veniva da Salisano, sulle montagne, là, dell’alta Sabina, anche lui piccoletto (24); e la Madonna ha pensato a fargli fare il ginnasio, il liceo, la filosofia, la teologia; e la Madonna ha visto anche lui al giorno di Pasqua insie-me a don Luigi, prete, suo prete, suo sacerdote, poi farà (25) quello che il Car-dinal Vicario dirà.

[17.] Così questi tre Figli della Madonna si sono aggiunti al Padre, povero sot-toscritto, si sono aggiunti agli altri cari sacerdoti, don Massimiliano, don Mi-chele, don Rocco (26), tutti per servire la Madonna, questa è la loro intenzio-ne; non soltanto per servire (27) la Madonna nel suo Santuario, ma per servire la Madonna nella Sua missione di portare il Divino Amore trionfatore nel mondo. Beh! lasciamo le parole grosse, il mondo, pensiamo a Roma; a Roma, via, a Roma almeno, il Divino Amore a Roma; e … poi si sa, che tutto quello che è romano scoppia in tutto il mondo. [18.] Da Roma la parola, da Roma il sentimento, da Roma la parola del Santo Padre, e da Roma la parola della Madonna del Divino Amore, la missione in-somma del Divino Amore che i sacerdoti vorrebbero nel Suo santo nome e col suo santo aiuto, anche col conforto di innumerevoli e stragrandi grazie ottenu-teci dalla Madonna stessa, dal suo Divino Amore, la missione di questi sacer-doti è proprio questa, la santificazione delle anime; è riportare (28) un po' di quel Divino Amore accesosi nel Cenacolo e man mano spentosi lungo la stra-da del mondo, nelle anime, che oggi specialmente (29), ne hanno tanto biso-gno. [19.] (30) Che grande, che bella missione è questa della Madonna del Divino Amore di darci animo, conforto, sicurezza, nelle circostanze più critiche della nostra vita privata e pubblica.

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[20.] Pentecoste quest’anno, con la sua festa della Madonna del Divino Amo-re, dev’essere di lieto auspicio anche per il prossimo fatto nazionale delle ele-zioni. (Nota della redazione: questo articolo fu scritto e consegnato per la stampa nel

maggio, subito dopo Pentecoste) (31).

[21.] La festa della Madonna del Divino Amore celebrata con tanta solennità da tutta Roma al 24 maggio, con la partecipazione di centinaia di migliaia di pellegrini anche dai paesi della provincia, vuole essere ancora una volta il ricor-so fiducioso alla Madonna di tutto il nostro buon popolo per implorare, otte-nere la protezione della nostra cara Madre del Cielo sui fatti che ci riguardano sulla terra.

[22.] Noi ai piedi della Madonna del Divino Amore, vediamo il fatto nazionale (32) delle elezioni, dal punto di vista della Madonna. Solo così vogliamo veder-lo questo fatto, che appassiona tanto tutti quanti, appassiona dico, e impressio-na, fa sperare e fa temere per le sue conseguenze; ma ai piedi della Madonna noi non vediamo la lotta dei numeri, noi non vogliamo fermarci ai nomi dei partiti; ai piedi della Madonna del Divino Amore, noi vogliamo vedere la gran-de lotta che da anni in qua sta sferrando Satana contro Dio. Odio contro l’a-more, e Satana ha i suoi seguaci che perciò sono senza Dio e l’amore ha i suoi seguaci che sono con Gesù Cristo e con la Sua Croce.

[23.] C’è da temere che l’avanzata di Satana non si arresti sul mondo? Purtrop-po a questa impressionante domanda, constatando le deficienze nostre sulla via di Dio, i peccati, tanti, troppi, anche di quelli che sono su questa via di Dio, ci sarebbe da temere il castigo del Signore.

[24.] Tanti di noi vivono senza Dio, senza, cioè, la Sua grazia, senza la Sua vita e si rendono schiavi di Satana, anche se non lo dichiarano, anche se vogliono anzi dichiararsi figli di Dio e della Chiesa. Per questo, per questa mistificazio-ne del nostro cristianesimo, per questa nostra vita poco devota, così poco unita a Dio, per questo, per i nostri peccati, cioè noi meriteremmo il castigo di Dio di rimanere anche ufficialmente senza Dio come purtroppo è accaduto e acca-de in tante altre nazioni.

[25.] Ma pur non meritandola, noi siamo sicuri, appellandoci all’amore della Madonna, di ottenere anche questa volta la Sua misericordia e perciò la salvez-za sua. Essa ci salverà! Non gli amminicoli della propaganda delle leggi elettora-li, dello sforzo materiale di organizzazione, non questo ci salverà, ma l’amore

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della Madonna; saremo salvi sicuramente, ma soltanto per una immeritata misericordia della Madonna. Perché la Madonna col suo Divino Amore l’ha detto a Fatima e la ripete continuamente la sua promessa, col suo Divino Amore vuole regnare nel mondo, vuole salvare l’umanità. E trionferà!

[26.] Questa è parola della Madonna, perché la Madonna ha detto chiaramen-te: “Il mio cuore Immacolato trionferà”. Non trionferà questa o quell’altra forza (33) nemica, satanica, ma trionferà “il mio Amore” e specialmente per Roma, specialmente per il Papa, specialmente per l’Italia, l’amore della Ma-donna, è sicurissimo, trionferà (34). Chiunque pensi il contrario si sbaglia e si sbaglia di grosso (35).

[27.] C’è stato un altro grave momento della nostra (36) vita nazionale, 1944, quando le armi nemiche minacciavano Roma e conseguentemente tutta l’Ita-lia; la Madonna del Divino Amore si mosse. Si mosse il popolo intero verso di Lei, il popolo di Roma, il popolo dei paesi vicini corse ai suoi piedi, ricorse alla sua misericordia e, contro ogni previsione e contro ogni disposizione uma-na, le armi nemiche, come era già stato detto chiaramente, s’infransero a Ro-ma, ai piedi della Madonna.

[28.] Si è ricorso alla Madonna di nuovo nel 1948, si è affidata alla Madonna la causa del bene comune, la salvezza della nostra civiltà cristiana, la salvezza della santa Chiesa, la salvezza del Papa, col trionfo delle leggi sante umane e civili della nostra cristiana civiltà e anche allora guerra terribile, si, ma anche allora vinse la Madonna.

[29.] A Roma ha vinto di nuovo la Madonna nel 1952, ora è appena un anno. Quando si muove la Madonna! E sappiamo che la Madonna per Roma, per il Papa, per l’Italia si muove e si muoverà sempre fino a non permettere mai il trionfo di Satana in essa, fino ad assicurarsi completo il trionfo Suo in mezzo a noi. Quando si muove la Madonna non c’è niente da fare, i nemici si mettano pure da parte, arriva la Madonna, il trionfo deve essere suo.

[30.] Questo non lo scriviamo essendocelo sognato la notte; lo scriviamo sol-tanto per i nostri cari lettori, con la sicurezza di chi sente dalla Madonna l’assi-curazione dell’antica parola di Dio detta e ripetuta dal Suo apostolo, da quello che amava tanto la Madonna, da quello che la conobbe così bene, da quello che l’ebbe in consegna da Gesù sulla croce, san Giovanni (37): “Ecco il drago-ne infernale che vuole andare contro (38) la Madonna, questa donna che scen-

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de dal cielo, rivestita di sole, terribile a tutte le forze infernali e il dragone si azzarda ad andare contro di Lei ma ha la peggio; la Madonna avanza, sfolgo-rante col suo sole di grazia, col suo sole di amore, non percuote nessuno, non fa male a nessuno, ma l’avanzare del suo sole di amore distrugge ogni forza satanica, ogni forza nemica e il mostro infernale ripiomba nel profondo degli abissi”. La visione di san Giovanni evangelista nell’Apocalisse rimane quella che è anche oggi per la battaglia che il mondo sta sostenendo.

[31.] Satana contro Dio? Dio sta fermo in cielo, e dal Suo cielo, dal Suo amo-re, manda la Madonna, e la Madonna sgomina (39) il mostro infernale. Que-sto sarà anche per il prossimo evento nazionale delle elezioni, deve essere così, specialmente se noi ricorriamo, come sempre, all’amore della Madonna e ap-pelliamo al Suo amore, e sfidiamo il Suo amore a continuare la sua missione definitivamente contro Satana, ad appoggiarci in questa battaglia nella quale non ci fanno vincere i manifesti, i comizi, le chiacchiere, neanche i fatti gran-di; nella quale ci fa vincere solamente il Suo amore.

[32.] È la Madonna che si è posta in difesa del Papa, della Chiesa di Roma, della Chiesa d’Italia, della Chiesa intera, del mondo tutto (40); è la Madonna che anche adesso vuol vincere. Ma neanche (41) questa battaglia nazionale del '53, che più che una battaglia di partiti, è una battaglia di Satana contro la Chiesa, contro le anime, neanche (42) questa è la battaglia finale (43) Anche dopo questa parziale vittoria, la guerra continua, ci sono altre battaglie (44). Anzi vi è lo sforzo di Satana che s’illude ancora di poter vincere finalmente; vincere del tutto (45), definitivamente la battaglia sua contro la Chiesa, contro le anime.

[33.] Ma più o meno presto che sia, il cozzo terribile di questa battaglia che ha da venire, l’esito sarà lo stesso: la vittoria della Madonna. [34.] Noi crediamo alla carità, scrisse san Giovanni, noi crediamo all’amore; l’amore deve vincere, non l’odio. E la Madonna è l’espressione più autentica e più completa dell’amore di Dio e allora ecco: quando verrà (46) questo cozzo terribile di Satana contro la Chiesa, anche qui a Roma, apriamo le pagine sa-cre, rileggiamo l’apparizione sgominatrice della Madonna contro il dragone infernale, anche (47) allora rivolgiamo lo sguardo alla Madonna e vedremo il “signum magnum apparuit” in cielo, il grande prodigio nel cielo, vedremo, dovre-mo vedere il sole sfolgorante della Madonna, lo chiamerei l’atomica della gra-zia, anche allora e proprio allora nel momento in cui l’umanità sarà più (48)

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nel pericolo, boccheggiante con la faccia in terra, stravolta, e temerà (49) di aver perduta la battaglia, anche allora il signum magnum, il sole della carità, dell’amore della Madonna, apparirà con la sua luce da Roma, nel mondo inte-ro (50) e il dragone infernale ancora una volta, proprio sulla pietra rocciosa di Roma, ai piedi della Madonna si scornerà definitivamente.

[35.] Più che mai luminoso sorgerà allora il trono della Madonna e vicino a lei, e vicino a questo suo trono (51), anzi sotto la sua protezione, come sotto il suo sguardo, come sotto la sua difesa, il trono del Papa; il quale guarderà al mondo come Gesù in terra e sfolgorante di gloria, sia pure sanguinante di martirio, la croce di Gesù apparirà ancora una volta in cielo, nel cielo di Ro-ma, nel cielo d’Italia, e da questo cielo di Roma e d’Italia al mondo intero e proclamerà che unica è stata la vittoria, la vittoria dell’amore, la vittoria del Divino Amore sul peccato. Nel quadro sfolgorante di questa vittoria ci sarà soprattutto più luminoso che mai, un nome solo: Maria.

Don Umberto Terenzi

Rettore - Parroco del Santuario

Festa di Pentecoste, 24 maggio 1953

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Note: (1) La festa della Madonna del Divino Amore quest’anno a Pentecoste coincide in certo modo con gli stessi avvenimenti della prima Pentecoste Vic. (2) Cenacolo allora con Gesù Vic. (3) nel Cenacolo Vic. (4) l’aveva assicurati Vic. (5) Però tutto questo l’avrebbero fatto solamente dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, e, Gesù infatti, nelle ultime istruzioni date ad essi, disse proprio che dovevano aspet-tare lo Spirito Santo Vic. (6) in tutta la Samaria Vic. (7) rimanendo a pregare Vic. (8) li spinse fuori dove si erano rifugiati Vic. (9) ancora ecco i miracoli Vic. (10) dal Cenacolo Vic. (11) il mandato Vic. (12) in sua mano Vic. (13) Questa parentesi non è presente in Vic. (14) il primo dei sacerdoti Vic. (15) Omittit Vic. (16) I sacerdoti che il Card. Vicario Marchetti Selvaggiani sognò di avere e che soltan-to, invece, potè aver la gioia di consacrare lui stesso il Card. Micara, Sacerdoti Oblati della Diocesi di Roma Vic. (17) della Madonna Vic. (18) Chi sono questi primi tre preti? Mi ricordo che nei primi anni, ormai circa venti-quattro anni fa, che ero al Divino Amore e andavo predicando per i paesi del Lazio in preparazione ai pellegrinaggi che venivano al Santuario, perché venissero più prepara-ti spiritualmente e facessero un pellegrinaggio più santificato, giravo tanto per quei paesi, allora non conoscevano forse nemmeno il mio nome, però tutti quanti mi chia-mavano, la buona gente del popolo, quando mi vedevano arrivare trafelato, più o meno sempre in ritardo: “Uh! ecco il prete della Madonna del Divino Amore”: così dunque, mi chiamò il popolo allora, e così la Madonna vorrà chiamare i Figli Suoi adesso. Non vi sto certamente a fare … Vic. (19) fare la biografia loro Vic. (20) adesso omittit Vic. (21) Madre Ida Vic. (22) tra le barche e le reti dei pescatori, figlio di autentico pescatore anche lui omittit Vic; in mutandine da bagno addit Vic. (23) un bel pacioccone, eh! addit Vic. (24) scuole elementari addit Vic (25) per fare Vic. (26) In Vic l’ordine è diverso: don Pierluigi, don Massimiliano, don Michele, don Rocco. Il primo è assente nell’edizione a stampa. (27) Non per servire soltanto Vic.

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Vicolo Divino Amore—Roma

UNA VISITA IMPREVISTA,

UN AIUTO INATTESO

La Madonna del Divino Amore

nella Parrocchia di Dio Padre Misericordioso

(28) e riportare Vic. (29) specialmente omittit Vic. (30) Nell’edizione a stampa il titolo è ripetuto senza una ragione plausibile. (31) Questa parentesi è ovviamente assente in Vic. (32) il prossimo fatto nazionale Vic. (33) o quell’altra omittit Vic. (34) è sicurissimo che trionferà Vic. (35) all’ingrosso Vic. (36) nostra omittit Vic. (37) Da Gesù sulla croce, S.Giovanni omittit Vic. (38) verso Vic. (39) domina Vic. (40) Sano Vic. (41) anche Vic. (42) anche Vic. (43) non è la finale battaglia Vic. (44) Anche dopo la parziale vittoria, ci sono altre guerre, altre battaglie, la battaglia non è finita Vic. (45) finalmente del tutto Vic. (46) e quando verrà Vic. (47) anche omittit Vic. (48) più omittit Vic. (49) crederà Vic. (50) nel mondo e per il mondo intero Vic. (51) trono suo Vic.

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17 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

Dalle nostre Comunità in Italia …

Vicolo Divino Amore—Roma

UNA VISITA IMPREVISTA,

UN AIUTO INATTESO

La Madonna del Divino Amore

nella Parrocchia di Dio Padre Misericordioso

Roma, 26 aprile 2013

Cara Sr. Maria Giuseppina, Ti ho già espresso a nome mio e di tutta la parrocchia la nostra

profonda gratitudine per esserti prestata a scrivere l’icona della Madonna del Divino Amore destinata ai nostri fratelli orientali in Pakistan. E’ la pri-ma volta che la Madonna del Divino Amore arriva in Pakistan. Come ti ho detto, su indicazione di don Kamran, il parroco, già nostro ospite in parroc-chia due anni fa, questa opera così bella troverà la sua collocazione nel Se-minario della Diocesi di Feisalabad, dove costituirà un invito continuo alla santità in una terra in cui essere cristiani significa mettere ogni giorno in

conto la possibilità di una fine violenta, cioè del marti-rio. Come certamente ricorderai, la giaculatoria del padre, che accompagnerà il nostro dono sarà tradotta per la prima volta in urdu, la lingua del Pakistan, e, a detta dello stesso don Kamran costituirà una impressionan-te meditazione sulla vocazione battesimale per tutti i seminaristi, in una cultura in cui la santità è considera-to attributo esclusivo di Dio.

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18 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

Mi sembra giusto ora raccontarti il frutto del cambiamento di pro-gramma che ti ho richiesto a seguito delle dimissioni di papa Benedetto. So bene che questo mutamento ti ha provocato disagi piuttosto rilevanti, costrin-gendoti ad accelerare le ultime fasi del lavoro, non meno delicate di quelle che le hanno precedute: però questi tuoi sacrifici conclusivi hanno contribui-to ad impreziosire questa bellissima tavola che abbiamo potuto inaugurare non solo con una benedizione, ma soprattutto con la preghiera fervorosa e raccolta davanti alla Vergine Madre in un momento difficile per tutta la Chie-sa.

La Madonna del Divino Amore è arrivata da noi domenica 24 feb-braio, nel pomeriggio, quasi alla fine di una giornata di festa e di lavoro, come sono tutte le domeniche in parrocchia. Non sarebbe potuta entrare con più discrezione: senza cerimonie, senza canti né processione, è stata subito portata sul presbiterio, e sistemata con la semplicità affettuosa di chi sente di accoglie-re in casa una persona di famiglia. L’annuncio delle dimissioni del Papa e del prossimo inizio della sede vacante sconsigliavano quei grandi festeggiamenti che avevo pensato di allestire in un primo momento.

Voglio confidarti che la decisione di cambiare programma la presi proprio in quelle prime ore del pomeriggio dell’11 febbraio, subito dopo lo storico annuncio di papa Benedetto. In un attimo intuii che la Madonna do-veva restare con noi, nella chiesa parrocchiale, per tutto il tempo necessario, anche se non sapevo ancora precisare il contenuto di questa espressione. L’i-dea di avere un segno forte della presenza di Maria in casa aveva avuto il pote-re di calmarmi immediatamente. Da frastornato e confuso ero tornato di col-po sereno e concentrato sul punto fondamentale: guidare i miei parrocchiani in questa nuova epoca della storia della Chiesa.

Insomma, prima di tutto ho voluto la Madonna perché stesse accanto a

me, te lo confesso: solo in un secondo tempo mi sono reso conto che l’eccezio-nalità del momento richiedeva anche una risposta pastorale adeguata alla gra-vità della situazione: la visita di Maria, il suo “venire a stare da noi” era pro-prio quello che ci voleva.

Anche nella vita di famiglia, quando ci sono fatti gravi (una malattia, un lutto) viene istintivo partire subito per stare un po’ di giorni insieme, fino a che la fase dell’emergenza sia superata. Così è avvenuto per la nostra parroc-chia. Ti sono grato per avermi suggerito la durata di questo “tempo necessa-rio”, cioè fino all’elezione del nuovo Papa. Così la Madonna del Divino Amo-re non sarebbe stata associata solo ad una fine, ma anche ad un nuovo inizio.

La sera stessa dell’arrivo dell’icona, subito dopo la Messa vespertina

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della domenica, recitai il primo rosario con i miei parrocchiani. Non posso farci niente se eravamo un cuor solo ed un anima sola: l’espressione è logora ma non ce ne sono altre per descrivere il clima che fin da subito si era creato: a volte gli Atti degli Apostoli tornano di prepotenza nella vita di una parroc-chia …

Nei giorni seguenti molte persone venivano a trovar Maria per prega-re, inginocchiarsi, meditare in silenzio. Gli ultimi tre giorni del pontificato di Benedetto furono dedicati agli esercizi spirituali in parrocchia (anche questi anticipati rispetto al calendario normale). Il tema era: amare la Chiesa. Aveva-mo un po’ tutti bisogno di tornare a dire a noi stessi ed al mondo che a capo della Chiesa c’è il Signore Gesù e non il Papa … Non avevo messo in conto però che la presenza di un’immagine mariana modificava i toni della predica-zione. Durante le meditazioni inserii diversi “fuori onda” su alcuni elementi dell’immagine che si riferivano proprio al mistero della Chiesa sposa di Cri-sto.

Il giorno della fine del pontificato e dell’inizio della sede vacante coin-cideva con la fine degli esercizi e l’ora della chiusura del portone di Castel Gandolfo con la solenne preghiera di Pio XII alla Madonna del Divino Amo-re. Volevo ricordare espressamente a me ed alla mia gente che Maria era stata vicina alle lacrime del popolo romano nei tragici giorni del 1943-44, e aveva salvato la città da una terribile distruzione. Ora le affidavamo le sorti della Chiesa, nel momento in cui per la prima volta dopo secoli si apriva una sede vacante “programmata a tavolino”. Fu una serata memorabile. Alle 20, l’ora della fine del pontificato, la preghiera raggiunse una intensità straordinaria: qualcuno seguiva in silenzio, tutti erano inginocchiati, molti non riuscivano a trattenere le lacrime. Il Santissimo era esposto ed era stato debitamente incen-sato, ma non riuscii a trattenere la mano e incensai anche la Madonna, sebbe-ne non fosse liturgicamente corretto, imitando però l’angelo alla destra della Vergine. L’incenso nella Bibbia è il simbolo della preghiera dei santi, e quella sera la preghiera era veramente di una densità straordinaria, al Signore Gesù, ma anche alla Vergine Madre: “Sub tuum presidium …”.

Nei giorni seguenti non ci furono mai grandi folle attorno a Ma-ria, ma tante anime solitarie e silenziose, per un pensiero, un saluto, una pre-ghiera … La sera dell’elezione di papa Francesco c’erano diverse attività in par-rocchia con giovani, adulti e bambini in vari gruppi, ma ci radunammo tutti insieme a festeggiare un altro momento storico che eravamo pienamente con-sapevoli di aver vissuto. Anche in questo caso, il giorno dopo ci ritrovammo davanti alla Vergine Madre, a recitare il rosario per dirle il nostro grazie, pro-prio come due settimane prima avevamo fatto per chiedere aiuto:

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“Nell’andare se ne va e piange, portando la semente da gettare; ma nel tornare viene con giubilo, portando i suoi covoni”.

Quando alla vigilia della Domenica delle Palme ti riportai l’icona al Vicolo del Divino Amore, la sua uscita di scena non provocò malumori: tutti capivano che, dopo aver vissuto il mistero pasquale nella vita della Chiesa, ora bisognava rivivere tutto nella liturgia, e centrare l’attenzione sul Signore Gesù. E’ bello questo apparire-sparire di Maria che la-scia discretamente lo spazio al mistero di suo Figlio, soprattutto nel tempo di Pasqua.

Qualcuno per la verità mi aveva chiesto di far restare per sempre l’icona in chiesa. Però, alla fine si è imposta un’altra idea: non poteva-mo infatti riprenderci un dono già fatto. Poteva-mo però chiederne un altro! Ecco allora il moti-vo della nuova richiesta che a nome di tutti ti ho rivolto due settimane fa: una nuova icona della Madonna del Divino Amore, più piccola, da por-tare in pellegrinaggio nelle nostre case durante il mese mariano e da collocare per sempre nella cappella feriale, che è ancora priva di un’immagine mariana … Voltala come ti pare, alla fine il risultato è che lavori sempre! (Ma spero che la cosa ti farà pia-cere …)

Soltanto adesso, nel terminare queste righe mi rendo conto che que-sta bella icona della Madonna del Divino Amore ha un grande “valore aggiun-to”. Quando la consegnerò al vescovo di Okara, in Pakistan potrò spiegare che questa immagine ha accompagnato una parrocchia di Roma in un passaggio cruciale della storia della Chiesa, il passaggio da Benedetto a Francesco; che tanti occhi romani, pieni di speranza e di lacrime l’hanno guardata; che questi andranno ad unirsi ad altri occhi pieni di speranza e di lacrime, quelli dei cri-stiani perseguitati del Medio oriente. Come la Madonna ha consolato i suoi figli di Roma così farà con i suoi figli orientali.

Vergine Immacolata, Maria, madre del Divino Amore, fateci santi … insieme!

Don Federico Corrubolo

Parroco di Dio Padre misericordioso

A Tor tre teste – ROMA

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S. Agata sul Santerno (Ravenna)

Facciamo esperienza dei progressi nell’amore del prossimo

e nell’amore di Dio

La benedizione è un'invocazione della grazia e del favore su qualcuno o su qualcosa. Vuole dire un'invocazione di bene. A S. Agata sul Santerno lo abbiamo fatto in preparazione alla Pasqua. Sappiamo che è Dio che benedice, anche quando la benedizione è pronunciata dagli uomini. Le persone sono sempre strumenti nelle Sue Mani. “Dice il Signore: Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazio-

ne santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravi-

gliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile lu-

ce” (1Pt2,9). Con la benedizione dell'acqua noi facciamo memoria di Cristo, acqua viva, e del sacramento della nostra rinascita dall'acqua e dallo Spirito Santo. Per ricevere la benedizione, Dio ci chiede soltanto due cose: che lo amiamo

e che amiamo il nostro prossimo. Più scopriamo questa verità in noi più riu-sciamo a fare esperienza dei progressi nell’amore del prossimo e nell’amore di Dio. Ma bisogna essere persone sensibili, capaci di misericordia per essere veramente fratelli e non estranei. “Nelle profondità dell’amore umano, vi è

una interiorità, dove s’incontra l’uomo abbandonato come tale, dove riec-

cheggiano, per cosi dire, le grida di aiuto del sofferente …” (L. Boros). La sofferenza dei nostri vicini, dei nostri fratelli che tante volte cono-sciamo. Portare con sé la capacità di essere colpito dalla sofferenza del vicino è avere coscienza di ciò che l’altro significa per Dio, per la comunità e per me, e perché non sforzarsi di capire le diversi situazione di indifferenza, di miseria, di delusione, di abbandono soprattutto quando si è anziani e malati. Ma an-che ciò che manca nella società e nel mondo di oggi. Nel mio percorso andando a trovare le famiglie di questa comunità par-rocchiale di S. Agata, ho provato la gioia dell’accoglienza di tante persone so-prattutto de coppie giovani, delle famiglie credenti e perseveranti nella fede, ma allo stesso tempo ho trovato persone molto sofferenti per causa della ma-lattia, della mancanza di lavoro, della solitudine, dell’ abbandono, qualcuno anche senza fiducia e senza un senso per continuare a vivere.

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In alcune case al mio arrivo per la preghiera di benedizione c’è chi ha risposto: “Non ci serve!”. Mi ha fatto tanto male al cuore. Non per il rifiuto della mia presenza in casa, ma per il rischio che pensino veramente che Dio non serva alla nostra vita e per la nostra gioia piena. Penso che tanti battezzati abbiano bisogno della nostra vicinanza con la testimonianza e l’affetto di veri fratelli per sentirsi in famiglia e capire il senso di quella Luce: Cristo e di quella Fonte di Grazia Santificante alla quale an-che loro appartengono. Abbiamo bisogno di migliorare la nostra comunicazio-ne per arricchire la nostra fraternità, per acquistare la conoscenza con gli altri e non rendendo nessuno estraneo né anonimo nella nostra bella Parrocchia. Chi accoglie e ama il prossimo compie il suo dovere di amore verso Dio, perché Dio ritiene questo dono fatto a lui: “Ogni volta che avete fatto

queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). In questo nuovo tempo di grazia cerchiamo di capire meglio il significa-to della benedizione e della nostra missione come cristiani. Dobbiamo sempre ricordarci che la benedizione è anche il nostro ringraziamento a Dio che è da-tore di ogni bene e perciò si tratta di amare e avvertire il nostro senso di appar-tenenza e riconoscimento come famiglia, anche se siamo di diversi popoli, raz-ze e nazioni. Dobbiamo volerci bene e voler bene ad ogni persona della nostra comu-nità, della nostra bella città, della nostra bella Parrocchia. Vicinanza, prossimi-tà e fraternità sono sentimenti di una comunità dove si crea lo spazio privile-giato dell’amore reciproco secondo il modello del Vangelo.

Ave Maria!

Suor M. Esperanza Marquez, fmda

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Zogno (Bergamo)

Nel mese di gennaio mi è balenata l’idea di dar vita ad una festa della creatività per incentivare le abilità creative di ciascun genitore in un lavoro che implicasse la partecipazione di ogni famiglia della scuola dell’infanzia e del paese di Zogno e così ho pensato di predisporre un KIT contenente del materiale di recupero da distribuire a tutti coloro che vi volessero partecipare. Cosa mettere in questo Kit? Alla ditta Mi-nelli di Zogno specializzata nella lavorazione del legno ho chiesto del materiale di scarto e così a scuola sono pervenute 4 grossi scatoloni con del legno di 4 forme diverse. In casa c’erano altri materiali di grosse quantità. Anelli in legno, rotelle ad incastro sempre in legno, stoffe, tappi di qualsiasi tipo, scovolini in ciniglia e per finire ho chiesto ad un papà proprietario di una grossa ferramenta di regalarci circa 700 bullo-ni e così con l’aiuto di alcune mamme alla sera abbiamo preparato circa 150 buste contenente tutte le stesse cose: 4 pezzi di legno uno rettangolare, un quadrato, e due quadrilateri irregolari, 4 anelli in le-gno 2 rotelle seghettate. 4 tappi, 5 bottoni 2 scovolini e 4 bottoni. Il kit è stato così denominato: IO + MAMMA E PAPA’ UNA MISCELA DI CREATIVITA’ Un modulo di iscrizione completamente gratuita e l’invito a creare quello che volevano purché venissero utilizzati tutti i materiali in busta. Il legno si poteva ritagliare ma doveva essere tutto riutilizzato, la carta e la stoffa potevano ugualmente essere ritagliati e si potevano aggiungere solo tre cose chiamate i 3 C: colla, colore e chiodi. Le opere realizzate e identificate con un nome e con i dati della famiglia incollate sot-to dovevano essere portate a scuola dal 7 al 12 aprile e poi la domeni-ca 14 ci sarebbe stata la festa con la premiazione delle prime tre realiz-zazioni. I genitori hanno aderito con gioia all’iniziativa ma si guardavano piutto-

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sto perplessi da quello strano Kit che lì per lì non suggeriva proprio niente. Abbiamo consegnato circa 110 KIT e CON GIOIA INFINITA AB-BIAMO RICEVUTO 98 REALIZZAZIONI una più bella e fantasiosa dell’altra. Un vero successo!!!! Gli stessi genitori erano emozionati e meravigliati loro stessi di ciò che erano riusciti a fare e non solo:ci hanno detto che quel lavoro è stato preziosissimo per riunire la famiglia a pensare e a lavorare per la stessa finalità. A scuola siamo riusciti ad esporli benissimo in tutti gli spazi disponibili e visibili a tutti. Una giuria di tre esperti scelti con l’ausilio di una mamma e abitanti non a Zogno hanno esaminato ad uno ad uno le opere. Ne hanno scartate solo 2 dove c’erano dei materiali non nel kit ma tutte le altre erano una più originale dell’altra e nessuna uguale. La scelta è stata difficilissima e alla fine ne hanno scelte 4 di cui due arrivate terze a pari merito. La mattina di domenica 14 aprile un caldo sole dava il benvenuto alla 1^Festa della creatività di Zogno . Presenti più di 350 persone che hanno ammirato la mostra della creatività mentre i bambini nel nostro grande e nuovissimo giardino si sono divertiti sui giochi, col clow Albi-cocco e truccati dalla signora Ciliegina. Il venerdì precedente alla festa dopo aver predisposto tutto ho pensato che erano tutti meritevoli di un premio, ma purtroppo le nostre finanze avendo già speso per l’ac-quisto dei primi 4 classificati (un tablet, una stampante polifunzionale, e due fotocamere digitali Canon ) non lo permettevano, ma con la ca-parbietà che mi contraddistingue sono riuscita a comperare un piccolo giocattolo per i bambini piccoli componenti ciascuna famiglia e un di-ploma a tutti i partecipanti. Terminate le premiazioni tutti ad abbuffar-ci al mega rinfresco preparato da tutti i genitori. E’ stata veramente una bellissima festa all’insegna della creatività e della famiglia!!!!! Provateci tutte voi che gestite e animate una scuola d’infanzia e non ve ne pentirete!!!! Ave Maria!

Suor M. Nives Beonio, fmda

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26 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

Ecco le foto dell’evento ...

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27 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

La Rustica (Roma)

Ore 9.15 - SAGGIO FINE ANNO SCOLASTICO

SEGUE: SAGGIO ENGLISH

GIOCHI SENZA FRONTIERE - Per tutti: Bambini – Mamme – Papà – Nonni,

Previa iscrizione per motivi logistici”

13:30 - PRANZO con barbecue, pane e salsiccia, Hamburger, bibite, acqua, altro.

Durante l’intera giornata ci sarà il mercatino “Artigianale”

realizzato da bambini e genitori.

Vendita di TORTE dolci e salate

Scuola in festa: PARTY DAY!!

Giovedì 30 maggio

2013

Giovedì 30 maggio 2013

Annuncio straordinario!!!

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28 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

Nuove destinazioni: Brasile.

Il 25 marzo u.s. è partita sr. M. Jisha Joseph dall’India per la sua nuova missio-ne in terra brasiliana, precisamente a Recife. Mentre sr. M. Sonia Ramirez rientra in Colombia l’11 maggio, dopo aver vissuto una breve esperienza mis-sionaria nella Comunità di Recife. Don Sijo e don Prakash.

Domenica 21 aprile il santo Padre Francesco ha ordinato dieci sacerdoti per la diocesi di Roma, fra questi c’erano anche i nostri fartelli Oblati, don Sijo e don Prakash che lunedì 22 aprile hanno celebrato la loro prima Messa nella Cappella della Casa generalizia delle Figlie della Madonna del Divino Amore.

Visita in famiglia.

In questo periodo si sono recate in famiglia per la consueta visita periodica, sr. M. Aney Varghese (22 aprile), sr. M. Jincy Porathur e sr. M. Siji Catherin (11 giugno). Missione mariana a Roiate dal 22 al 26 aprile 2013., guidata dalle Figlie e dai

Notizie di famiglia

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29 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

Figli della Madonna del Divino Amore.

La settimana missionaria mariana a Roiate è stata organizzata dal parroco don Antonino in preparazione alla festa della Madonna delle Grazie, tanto venerata e invocata dalla popolazione roiatese. Essa ha coinvolto in modo particolare le famiglie della parrocchia, con le quali abbiamo tenuto incontri formativi sulla fede di Maria nella sua quoti-dianità, essi si sono svolti in diverse zone del paese per dare maggiori possi-bilità di partecipazione a tutta la popolazione. Una gioiosa partecipazione l’abbiamo trovata anche al centro anziani del paese dove abbiamo incontrato uomini e donne di fede, desiderosi di ap-profondire la vita della Vergine Santissima sotto le sue diverse invocazioni La testimonianza della fede semplice e popolare è motivo di grande gioia e coraggio nel proseguire nel cammino di una fede autentica che non richiede solo preparazione intellettuale, ma anche e soprattutto amore vero e fiducia in Colui che dà senso alla nostra esistenza. Molto sentita è stata anche la partecipazione dei giovani e dei bambini, con i quali abbiamo condiviso momenti di animata preghiera. Giorni di Grazia per noi perché siamo stati accolti con gioia dalle persone che ci hanno testi-moniato la loro fede quotidiana con gesti di semplicità e di immenso valore. Accenniamo anche il dispiacere di non essere stati accolti dalle scuole del paese che oramai non si considerano più cattoliche perché diventate “laiche”. È veramente triste trovare ostacoli di questo genere, in un paese piccolo e cattolico come Roiate, ricco di fede e di tradizione cristiana. Questo ci spinge però a non dimenticare tutti quei missionari sparsi nel mondo, i quali incontrano non poche difficoltà nell’annunciare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Sosteniamoli con la nostra preghiera. La Vergine Santissima ci aiuti a testimoniare il suo figlio Gesù con le parole e con le opere. Ave Maria! Sr. M. Rocio Agurto A. e sr. M. Libia Carballo A., ffmda

Defunti.

Ricordiamo nelle nostre preghiere di suffragio Antonio, fratello di sr. Anna Greco; Fabiola, nipote di sr. Annamaria Giovina Ferretti.

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30 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

I doni dello Spirito Santo

Tra tutti la Sapienza è il primo;

un bene da ricercare

per poterlo da Dio ottenere.

E’ capacità di uno sguardo divino.

Poi vien l’intelletto,

uso saggio della ragione

per cogliere senza finzione

le ragion della vita e del Creato.

Il Consiglio è dono speciale

per l’arte del discernimento,

perché ognun, con ardimento,

piaccia a Colui che non ha eguale.

Fortezza è il dono ambito

da colui che ama fedeltà

perché non prevalga la viltà

nei momenti duri dell’incognito.

La Scienza è dono riservato

a colui che sa leggere il Creato,

perché attraverso l’osservatore

ognuno giunga al Creatore.

Pietà è l’arte dell’orante

verso Colui che solo è l’Amore,

perché non si stanchi mai il cuore

di trasformar nell’amato l’amante.

Il Timor di Dio, l’ultimo, tutti sostiene;

non è certo invito a paura,

bensì a capir con bravura

cosa vale non perder il Sommo Bene.

Don Gerardo di Paolo, ofmda, Poesie, p.57

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31 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

01 Don Rodolfo 01 Sr. M. Liji 03 Sr. M. Nazzarena 04 Sr. M. Riny 05 Sr. M. Joby 07 Don Arnulfo 07 Don Fidel 08 Sr. M. Rubiela Epia 08 Sr. M. Swapna 11 Don Michele 12 Don Giorgio 13 Sr. M. Marzia 14 Sr. M. Eurosia 14 Sr. M. Jincy Francis 16 Sr. M. Siji Bramakulam 19 Sr. M. Luisa Carminati 21 Sr. M. Rosa Lorusso 22 Sr. M. Palma 24 Sr. M. Gabriella Pistelli 24 Sr. Rose Marie 26 Don Vincent 27 Sr. M. Antonietta Papangelo 28 Sr. M. Stejy 30 Sr. M. Consolata 30 Sr. M. Rosy

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32 Insieme … per Maria! Maggio - Giugno 2013

01 Sr. M. Patrizia Pignatelli 05 Sr. M. Vincenzina 06 Sr. M. Daniela 06 Sr. Diana Maria 07 Sr. M. Aydelma 08 Sr. M. Mirla Daniela 09 Sr. M. Emilia 12 Sr. M. Dina 19 Sr. M. Teresa De Jesus 22 Sr. M. Jaisy 28 Sr. M. Leila Rosa 28 Sr. M. Redenta 29 Sr. M. Sirlene

25.05.1967 Don Edmondo del Granchio 06.05.1970 Sr. M. Silvana Crescini 29.05.2005 Sr. M. Concetta Belogi 28.05.2009 Sr. M. Cecilia Meucci 12.06.1964 Suor M. Antonietta Fabbri 17.06.1985 Suor Annamaria Giacchè 20.06.1999 Suor M. Luisa Pannunzi 22.06.1976 Suor M. Giuseppina Bernassola

Stampato in proprio - non commerciabile