Inverse Go Nio

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Funzioni inverse e disequazioni LORENZO ROI Edizioni H–ALPHA

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  • Funzioni inversee disequazioni

    LORENZO ROI

    Edizioni HALPHA

  • c Edizioni HALPHA. Febbraio 2006. H

    Il disegno di copertina rappresenta un particolare dellinsieme di Mandelbrotcentrato in (1.2897200621, 0.43530057) e ingrandito 7.6799275 108 volte.Titolo: Sfumature frattali.

  • INDICE

    Capitolo 1

    1.1 Funzioni inverse delle goniometriche . . . . . . . . . . . . . . . 11.2 Equazioni goniometriche elementari . . . . . . . . . . . . . . . . 91.3 Disequazioni goniometriche elementari . . . . . . . . . . . . . . 12

    Capitolo 2

    2.1 Funzioni lineari in seno e coseno . . . . . . . . . . . . . . . . . 162.2 Funzioni omogenee di secondo grado . . . . . . . . . . . . . . . 20

    Capitolo 3

    3.1 Equazioni e disequazioni omogenee . . . . . . . . . . . . . . . . 223.2 Metodi alternativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233.3 Tavola riassuntiva dei metodi discussi . . . . . . . . . . . . . . . 25

  • CAPITOLO 1

    1.1 Funzioni inverse delle goniometricheI graci delle funzioni, denite in R, y = senx, y = cosx e y = tg x, sono a tuttinoti (gg. 1.1, 1.2). Questi suggeriscono con immediatezza la non invertibilita`delle funzioni circolari in quanto, se ad x R corrisponde una sola y (a partei valori x = /2 + k dove la tangente non e` calcolabile), ad una y in genere,corrispondono piu` valori di x.

    y = senx

    y = cosx

    O 2

    2

    32

    2

    1

    1

    Fig. 1.1. Graci del seno e del coseno.

    Trattandosi di funzioni periodiche, la corrispondenza

    y ! x | x = f1(y)non e` soddisfatta e quindi le funzioni sopraddette non sono delle biiezioni. Inoltrein R non sono monoto`ne.

    Ricordando quanto detto al riguardo dellesistenza delle applicazioni inverse*,sappiamo che anche si possa parlare di funzione inversa e` necessario che f : x y* 2.5 della dispensa sulle funzioni.

  • 2 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche

    sia iniettiva. Daltra parte osservando i graci delle funzioni circolari e` possibiledeterminare degli intervalli, sottoinsiemi di R, dove le funzioni stesse sono iniet-tive (gg. 1.1, 1.2).

    32 2 32

    2

    O

    y = tg x

    Fig. 1.2. Graco della tangente.

    Rispettivamente per il seno, coseno e tangente, le possibili restrizioni del lorodominio negli intervalli I R

    seno:[

    2+ k,

    2+ k

    ]

    coseno:[k, (k + 1)

    ]tangente:

    ]

    2+ k,

    2+ k

    [con k Z

    permettono di ridenire delle funzioni invertibili. In tal modo possiamo disporredi due funzioni

    f : A B f1 : B Ache sappiamo* soddisfano alle

    f1 f = IA f f1 = IB ,dove la prima rappresenta lidentita` in A e la seconda quella in B: scritte intermini di equazioni rappresentative, assumono la forma

    f1[f(x)

    ]= x per x A (1.1)

    f[f1(y)

    ]= y per y B (1.2)

    * 2.6 della dispensa gia` citata.

  • 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche 3

    Si sceglie pertanto di restringere la funzione seno nellinsieme

    [

    2,

    2

    ],

    intervallo su cui e` strettamente crescente; linversa quindi di

    sen : x y

    o piu` esplicitamente

    y = senx con x [

    2,

    2

    ]e y [1 ,+1]

    si chiama arcoseno, si indica con il simbolo arcsen

    arcsen : y x

    ed e` tale che

    x = arcsen y con y [1, 1] e x [

    2,

    2

    ].

    Tenendo presente il teorema che assicura il medesimo carattere di monotonia siaper la funzione f che per la sua inversa f1, tale funzione risulta essere unabiiezione strettamente crescente dellintervallo [1, 1] sullintervallo [/2 , /2].Per ogni y [1, 1], x = arcsen y e` percio` lunico numero reale x [/2 , /2]tale che y = senx ossia x e` larco (o angolo) il cui seno e` y .

    Il graco della funzione x = arcsen y risulta essere nientaltro che quello dellafunzione seno ristretto nel gia` detto intervallo. Difatti per conoscere i valoridella funzione arcoseno e` suciente leggere a rovescio la tabella dei valori delseno per gli intervalli sopra deniti.

    Daltra parte onde mantenere la convenzione che associa alla variabile indipen-dente la lettera x e a quella dipendente la y, possiamo risalire al graco dellafunzione Y = arcsenX (g. 1.3) considerando quello simmetrico al graco diy = senx ottenuto con una simmetria assiale avente per asse la bisettrice b : y = xdel I e III quadrante ed espressa dalla equazioni*

    {X = yY = x .

    * 3.3 della dispensa sulle funzioni.

  • 4 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche

    y = arcsenx

    y = senx

    1 2

    O

    12

    1

    2

    1

    2

    Fig. 1.3. Graci del seno, dellarcoseno e proprieta` di simmetria.

    Da tale rappresentazione risulta immediato rilevare la simmetria dispari dellafunzione arcoseno cioe` la validita` dellidentita`

    arcsen(x) = arcsen(x) x [1, 1] ,diretta conseguenza dellanaloga proprieta` del seno.

    Pure evidente emerge la gia` nominata proprieta` di monotonia strettamente cre-scente rappresentata dalle disequazioni

    x1 < x2 arcsenx1 < arcsenx2 con x1, x2 [1, 1] (1.3)e che discendono da quelle per il seno

    x1 < x2 senx1 < senx2 con x1, x2 [

    2,

    2

    ]. (1.4)

    Inne si osservi che lanaloga di (1.1) risulta essere

    arcsen(senx) = x x [

    2,

    2

    ](1.5)

    mentre, per ogni x R risultaarcsen(senx) = x

    dove x e` lunico punto di [/2 , /2] tale chesenx = senx

  • 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche 5

    (si veda la g. 1.4 e il successivo esercizio).

    Per ogni x [1, 1] si ha poisen(arcsenx) = x , (1.6)

    che costituisce il caso particolare della (1.2), dove va ricordato che la y e` statarinominata x.

    Esercizio 1.1. A conferma del fatto che in generale x = arcsen(senx) implicax = x si propone lo studio del graco delle seguenti funzioni in R:

    y = arcsen(senx) y = arccos(cosx)

    e di y = arctg(tg x) denita per x R {/2 + k} con k Z. Calcolando lediverse funzioni in un numero suciente di punti (con il calcolatore tascabile, masi puo` pure arontare il problema formalmente), emerge con evidenza che y = x.(La figura successiva mostra come la prima funzione mappi un qualsiasi valoreesterno a [/2, /2] nellintervallo stesso.)

    xx 22

    senx

    Fig. 1.4. Signicato di x = arcsen(senx).

    Procedendo analogamente, per la funzione coseno si sceglie la restrizione nellin-tervallo [0, ], in tal modo inducendo una biiezione strettamente decrescente diquesto intervallo su [1, 1]. Linversa quindi di

    cos : x yossia

    y = cosx con x [0 , ] e y [1 , 1]si chiama arcocoseno, viene indicata dalla scrittura arccos e simbolicamente come

    arccos : y x ,ed e` tale che

    x = arccos y con y [1,+1] e x [0 , ] .

  • 6 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche

    11

    1

    2

    1

    2

    y = arccosx

    y = cosx

    O

    Fig. 1.5. Graci del coseno e dellarcocoseno.

    Per ogni y [1, 1], x = arccos y e` percio` lunico numero reale x [0 , ] tale chey = cosx ossia x e` larco (o angolo) il cui coseno e` y.

    Sottoponendo il graco del coseno alla simmetria assiale che scambia gli assicoordinati e denita sopra, si ottiene quello della funzione y = arccosx (g. 1.5).

    Le proprieta` di monotonia strettamente decrescente si sintetizzano nelle

    x1 < x2 arccosx1 > arccosx2 con x1, x2 [1, 1] (1.7)

    che discendono da quelle per il coseno

    x1 < x2 cosx1 > cosx2 con x1, x2 [0 , ] . (1.8)

    Le analoghe espressioni di (1.1) e (1.2) sono:

    arccos(cosx) = x x [0 , ] (1.9)

    cos(arccosx) = x per x [1 , 1] . (1.10)Va notato ancora che la (1.9) vale se e solo se x [0 , ] mentre se non appartienea questo intervallo e` arccos(cosx) = x ossia, in generale e`

    arccos(cosx) = x

  • 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche 7

    dove x risulta quel numero appartenente a [0 , ] che soddisfa alla cosx = cosx(vedi esercizio 1.1).

    Inne restringendo la funzione tangente allintervallo ] /2 , /2[ si ottiene unabiiezione strettamente crescente di questo intervallo in R. Linversa di

    tg : x y

    cioe`

    y = tg x con x ]

    2,

    2

    [e y R

    viene detta arcotangente, e` identicata dai simboli arctg o arctan cioe`

    arctg : y x

    ed e` tale che

    x = arctg y con y R e x ]

    2,

    2

    [.

    Il numero x = arctg y rappresenta quellunico valore reale che soddisfa alla y =tg x ossia x esprime larco (o angolo) la cui tangente e` y . Il graco (g. 1.6),ottenuto con la consueta operazione di simmetria, evidenzia la simmetria disparidella funzione e la sua monotonia strettamente crescente.

    2

    2

    O

    y = tg x

    y = arctg x

    2

    2

    Fig. 1.6. Graci della tangente e arcotangente.

  • 8 1.2 Funzioni inverse delle goniometriche

    Valgono pertanto le seguenti identita` e relazioni:

    simmetria: arctg(x) = arctg x x Rmonotonia: x1 < x2 arctg x1 < arctg x2 con x1, x2 R (1.11)

    che discendono da quelle per la tangente

    x1 < x2 tg x1 < tg x2 con x1, x2 ]

    2,

    2

    [. (1.12)

    Inoltre, con considerazioni analoghe a quelle fatte per il seno e coseno e`

    arctg(tg x) = x x ]

    2,

    2

    [(1.13)

    mentretg(arctg x) = x (1.14)

    per ogni x R.E` interessante notare landamento asintotico della funzione y = arctg x e chediscende da quello della tangente, avendo questa due asintoti verticali di equazionix = /2 e x = /2. Con scrittura informale risulta,

    x + y +2

    x y 2

    ,

    espressioni che nellAnalisi verranno riprese entro un opportuno quadro teorico.

    Per concludere e` facile dimostrare la seguente identita`:

    arcsenx + arccosx =

    2.

    Difatti posto = arcsenx, discende x = sen = cos(/2 ). Poiche

    /2 < < /2

    risulta pure0 < (/2 ) <

    cosicche (

    2

    )= arccosx

    da cui la tesi.

  • 1.2 Equazioni goniometriche elementari 9

    1.2 Equazioni goniometriche elementariVolendo risolvere le equazioni goniometriche elementari

    senx = m cosx = m tg x = n

    e ricollegandoci alle osservazioni nali fatte per ciascuna delle funzioni inversesopra denite, possiamo dire che se m / [1 , 1] le prime due non hanno soluzioni,mentre se m [1 , 1] lequazione senx = m possiede innite soluzioni. Difatti,riscrivendo lequazione senx = m nella forma{ y = senx

    y = m,

    e` possibile identicare la ricerca delle sue soluzioni con quella delle ascisse deipunti di intersezione delle due funzioni del sistema. Poiche i graci di questeultime sono noti, osservando la g. 1.7, e` possibile concludere che le soluzionicostituiscono un insieme numerabile di numeri reali.

    + 2

    y = m

    Fig. 1.7. Interpretazione graca dellequazione senx = m.

    Per determinare questo insieme e` suciente conoscere un unico valore dellango-lo (si veda la g. 1.7) con [/2, /2] in corrispondenza del quale il seno valem ossia sen = m. Tale valore e` fornito dalla funzione = arcsenm cosicchelinsieme cercato si puo` rappresentare tramite le espressioni

    x = arcsenm + 2k e x = arcsenm + 2k (k Z),

    per le quali esiste pure una forma piu` compatta

    x = (1)k arcsenm + k (k Z).

    Analogamente, se m [1 , 1] lequazione cosx = m si puo` interpretare comelintersezione delle due funzioni { y = cosx

    y = m.

  • 10 1.2 Equazioni goniometriche elementari

    2

    y = m

    Fig. 1.8. Interpretazione graca dellequazione cosx = m.

    Osservando la g. 1.8 e determinato quellunico valore dellangolo il cui cosenovale m cioe` = arccosm con [0, ], le soluzioni sono date da

    x = arccosm + 2k (k Z).

    Inne linterpretazione dellequazione tg x = n con n reale qualsiasi tramite ilsistema {

    y = tg xy = n,

    (g. 1.9) conduce alle soluzioni

    x = arctg n + k (k Z),

    essendo = arctgn.

    O +

    y = n

    2

    2

    Fig. 1.9. Interpretazione graca dellequazione tg x = n.

  • 1.3 Equazioni goniometriche elementari 11

    Le equazioni senx = m, cosx = m e tg x = n possiedono pure una diversainterpretazione che spesso risulta piu` comoda ed immediata. Difatti tenendopresenti le denizioni del seno e del coseno e` noto che si pone senx = yP ecosx = xP cioe`, il seno di un angolo e` interpretabile come lordinata di unpunto P appartenente alla circonferenza goniometrica e individuato dal latovariabile dellangolo x: il coseno invece ne rappresenta lascissa. Da cio` segueche lequazione senx = m si puo` riscrivere come yP = m. Poiche P allorax2P + y

    2P = 1 per cui si ottiene il sistema{ yP = m

    x2P + y2P = 1,

    e la ricerca delle soluzioni dellequazione goniometrica iniziale equivale dal puntodi vista geometrico allindividuazione delle intersezioni della retta orizzontaleyP = m con la circonferenza goniometrica (vedi g. 1.10).

    P yP = m

    11

    1

    1

    Fig. 1.10. Interpretazione alternativa dellequazione senx = m.

    Per il coseno invece lequazione cosx = m diviene xP = m per cui la ricerca dellesue soluzioni si riconduce alla risoluzione del sistema{xP = m

    x2P + y2P = 1,

    costituito da una retta verticale e dalla circonferenza goniometrica (g. 1.11).

    Nel caso della tg x = n poiche tg x = yQ con Q punto della retta t : x = 1tangente a in (1, 0), lequazione iniziale si puo` riscrivere come yQ = n edequivale a determinare il punto Q di t che possiede ordinata pari a n (g. 1.12).

    Onde evitare comunque facili fraintendimenti va sottolineato che le interpretazionigrache proposte per le equazioni goniometriche elementari costituiscono essen-zialmente un supporto visivo alla risoluzione in quanto solo la conoscenza delle

  • 12 1.3 Disequazioni goniometriche elementari

    P

    xP = m

    11

    1

    1

    Fig. 1.11. Interpretazione alternativa dellequazione cosx = m.

    11

    1

    1

    QyQ = n

    Fig. 1.12. Interpretazione alternativa dellequazione tg x = n.

    funzioni inverse delle goniometriche permette di denire correttamente langolo e quindi linsieme delle soluzioni (nel caso ovviamente che questo insieme nonsia vuoto).

    1.3 Disequazioni goniometriche elementariLa risoluzione delle disequazioni elementari e quindi della forma

    senx > m cosx > m tg x > n

    oppure dellasenx < m cosx < m tg x < n

    si puo` facilmente ricondurre alla risoluzione delle relative equazioni associate.Difatti volendo risolvere senx > m e supposto m [1, 1], la ricerca dei valori di

  • 1.3 Disequazioni goniometriche elementari 13

    x per cui la precedente disequazione si riduce ad una diseguaglianza vera, equivalealla determinazione delle ascisse dei punti del graco della funzione y = senx chepossiedono ordinata maggiore dei corrispondenti punti appartenenti alla rettay = m (evidenziati in rosso in g. 1.13). In base alla gura e` quindi immediatodedurre che cio` si verica per tutte le x appartenenti agli intervalli

    + 2k < x < ( ) + 2k (k Z),dove si ottiene ancora tramite = arcsenm.

    + 2

    y = m

    Fig. 1.13. Interpretazione graca della disequazione senx > m.

    Se invece si vogliono ricercare le soluzioni di senx < m, dallo stesso graco sideduce che queste sono rappresentate dallinsieme di valori (in nero)

    ( ) + 2k < x < + 2k (k Z).

    In modo del tutto analogo si puo` interpretare la disequazione cosx > m percui, in base al graco di g. 1.8 discende che le soluzioni saranno rappresentatedallinsieme

    cosx > m + 2k < x < + 2k (k Z)con = arccosm. Se invece si vuole cosx < m, le soluzioni sono individuatedalla scrittura

    cosx < m + 2k < x < (2 ) + 2k (k Z).

    Nel caso che sia m [1, 1] le soluzioni delle relative disequazioni si ottengonoimmediatamente in quanto e` noto il codominio della funzione seno: allora se

    m > 1 senx > m = x Rm < 1 senx > m = x Rm > 1 senx < m = x R

    m < 1 senx < m = x R

  • 14 1.3 Disequazioni goniometriche elementari

    Analoghe espressioni si ottengono sostituendo al senx il cosx.

    Inne, riprendendo il graco di g. 1.9, e con le medesime modalita` discende

    tg x > n + k < x < 2

    + k con = arctg n (k Z)

    oppure

    tg x < n 2

    + k < x < + k con = arctg n (k Z).

    Sulla base invece dellinterpretazione che fa uso della circonferenza goniometrica, gli angoli che soddisfano alla senx > m sono individuati dai punti di cheappaiono in rosso nella gura 1.14a. I punti di che soddisfano alla cosx > msono invece evidenziati sempre in rosso in gura 1.14b. Inne per la tangente sipuo` utilizzare una rappresentazione del tipo di gura 1.15 che mette in evidenzai punti di che soddisfano alla tg x > n.

    yP = m

    11

    1

    1

    a) senx > m

    xP = m

    11

    1

    1

    b) cosx > m

    Fig. 1.14. Interpretazioni grache alternative per senx > m e cosx > m.

  • 1.0 Disequazioni goniometriche elementari 15

    11

    1

    1

    y = n

    Fig. 1.15. Interpretazione graca alternativa della disequazione tg x > n.

  • CAPITOLO 2

    2.1 Funzioni lineari in seno e cosenoIl problema che si vuole arontare e` di studiare le caratteristiche generali dellafunzione lineare in senx e cosx di equazione

    y = a senx + b cosx + c

    detta anche funzione omogenea di primo grado.*

    Iniziamo con alcune semplici osservazioni introduttive. Le proprieta` e il gra-co della funzione y = senx sono ben noti. Piu` in generale, se consideriamolespressione y = a senx con a costante reale qualsiasi, il codominio e` alloralinsieme dei valori reali compresi tra a e a ossia lintervallo chiuso [a, a]: di-fatti essendo 1 senx 1 moltiplicando per a e` pure a a senx a. Ilgraco di y = a senx e` sostanzialmente analogo a quello del seno a parte quindiil codominio e il coeciente a si dice ampiezza ed esprime lentita` dello stira-mento subito dalla funzione seno (g. 2.1). Analoghe osservazioni si possonofare ovviamente anche per il coseno.

    Consideriamo ora la funzione

    f : x y = a senx + b cosx + c (2.1)

    dove a, b, c rappresentano delle costanti reali date. Questa e` denita per x Rossia si puo` calcolare per qualsiasi valore di x in quanto costruita con le funzioni

    * In taluni testi viene detta omogenea di primo grado la funzione avente il terminenoto c = 0.

  • 2.1 Funzioni lineari in seno e coseno 17

    1 2 3 4 5 6 71234

    1

    2

    1

    2

    y = 2 senx

    Fig. 2.1. Graci delle funzioni y = senx e y = a senx per a = 2.

    seno e coseno ovunque calcolabili e con operazioni di addizione e moltiplicazione.Il dominio e` pertanto linsieme R. Poiche

    sen(x + 2) = senx e cos(x + 2) = cosx,

    la (2.1) per la

    f(x + 2) = a sen(x + 2) + b cos(x + 2) + c= a senx + b cosx + c = f(x)

    risulta periodica con periodo T = 2: cio` signica che il suo graco si ripetera`sul piano cartesiano ad intervalli di ampiezza 2 analogamente a quanto succedeper il seno e il coseno.

    Supponiamo a = 0 (successivamente discuteremo a = 0): allora (2.1) si puo`riscrivere come

    y = a senx + b cosx + c = a senx +ab

    acosx + c

    = a(senx +

    b

    acosx

    )+ c. (2.2)

    Il numero b/a e` noto e poiche sappiamo che la tangente assume tutti i valorireali quando il suo angolo varia tra /2 e /2, in corrispondenza al valore b/ae` sempre possibile determinare un angolo con ] 2 , 2 [ tale che

    tg = b/a.

  • 18 2.1 Funzioni lineari in seno e coseno

    Langolo e` fornito dalla funzione inversa della tangente ossia

    = arctg(

    b

    a

    ),

    per cui la (2.2) diviene

    y = a(senx + tg cosx) + c = a(senx +

    sencos

    cosx)

    + c :

    eseguendo il minimo comune denominatore allinterno della parentesi

    y = a(

    senx cos + sen cosxcos

    )+ c

    e ricordando la formula di addizione per il seno, sen(x + ) = senx cos +sen cosx abbiamo

    y =a sen(x + )

    cos+ c =

    (a

    cos

    )sen(x + ) + c. (2.3)

    Il coecienteA =

    a

    cos(2.4)

    e` una costante che puo` essere espressa tramite a e b: difatti basta esprimere cosin termini di tg che e` nota e poiche ]2 , 2 [ e` pure cos > 0, per cui

    cos =1

    1 + tg2 : sostituendo tg =

    b

    a

    cos =1

    1 +(

    b

    a

    )2 = 11 +

    b2

    a2

    =1

    a2 + b2

    a2

    =|a|

    a2 + b2

    e (2.4) diviene

    A =a

    cos=

    a( |a|a2 + b2

    ) = a|a|

    a2 + b2. (2.5)

  • 2.1 Funzioni lineari in seno e coseno 19

    In denitiva y = a senx + b cosx + c si puo` riscrivere come

    y = A sen(x + ) + c (2.6)

    con A denito dalla (2.5) e langolo dalla = arctg(b/a).

    La forma appena ottenuta per la funzione f suggerisce di applicare a questa unasemplice traslazione.* Difatti, portando a primo membro la costante c risultay c = A sen(x + ) per cui denita la traslazione

    :{

    y = y cx = x +

    e la sua inversa 1 :{

    y = y + cx = x , (2.7)

    la funzione trasformata f assume la forma

    y = A senx

    il cui graco per quanto detto allinizio, e` noto. f non e` altro che la funzioneseno avente unampiezza pari ad A (g. 2.2).

    y = A senx

    O 2

    2

    32

    2

    A

    A

    c

    y = A sen(x + ) + c

    t

    Fig. 2.2. Graco di f ottenuto come traslazione di y = A senx.

    Risulta ora immediato risalire al graco della funzione originaria f . Difattiriprendendo le equazioni (2.7) della traslazione inversa 1{

    y = y + cx = x ,

    emerge che si ottiene traslando il graco di f del vettore t = (, c) (g. 2.2)ossia, usando termini meno formali ma comunque sucientemente descrittivi,

    * Si veda a tale proposito il 3.5 della dispensa sulle trasformazioni.

  • 20 2.2 Funzioni omogenee di secondo grado

    si deduce traslando verso sinistra quello di f di una quantita` pari ad se > 0 (viceversa se < 0) e verso la direzione positiva dellasse delle ordinate sec > 0 (viceversa se c < 0).

    Per esempio il punto (0, 0) di f e` immagine tramite del punto di coordinate(, c). Pertanto riferendoci al graco di f , esprime lentita` della traslazioneorizzontale mentre c determina quella verticale. Con una terminologia mutuatadalla Fisica viene detto termine di sfasamento e molto spesso semplicementefase.

    In denitiva, il graco della funzione lineare f : x a senx+b cosx+c si ottienetraslando opportunamente il graco generalmente stirato della funzione seno.*

    Rimane da trattare leventualita` che sia a = 0. In tali ipotesi la (2.1) si riduce ay = b cosx + c che si puo` riscrivere come

    y c = b cosx.

    Denita la traslazione di equazioni

    {y = y cx = x

    la funzione f possiede limmagine f descritta da

    y = b cosx

    che rappresenta un coseno di ampiezza b. Con osservazioni analoghe alle prece-denti possiamo concludere che il graco di y = b cosx + c risulta essere quello diun coseno di opportuna ampiezza b traslato solo verticalmente di un tratto c.

    2.2 Funzioni omogenee di secondo gradoPure la funzione omogenea di II grado in seno e coseno puo` essere studiata con ilmetodo descritto nella precedente sezione. Difatti data la sua equazione generale

    y = a sen2 x + b cos2 x + c senx cosx + d (2.8)

    con a, b, c, d costanti reali note, utilizzando le formule di bisezione

    sen2 x =1 cos 2x

    2cos2 x =

    1 + cos 2x2

    * Tale stiramento, nellambito di uno studio piu` completo sulle trasformazioni li-neari, si esprime attraverso una semplice trasformazione ane.

  • 2.2 Funzioni omogenee di secondo grado 21

    e di duplicazione senx cosx = 12 sen 2x, si puo` riscrivere la (2.8) come

    y = a(

    1 cos 2x2

    )+ b

    (1 + cos 2x

    2

    )+

    c

    2sen 2x + d

    =a

    2 a

    2cos 2x +

    b

    2+

    b

    2cos 2x +

    c

    2sen 2x + d

    =(

    c

    2

    )sen 2x +

    (b a

    2

    )cos 2x +

    (a + b

    2+ d

    )

    che con le posizioni

    A =c

    2B =

    b a2

    C =a + b

    2+ d

    si trasforma iny = A sen 2x + B cos 2x + C (2.9)

    che e` una funzione lineare ma relativa allangolo doppio 2x. Cio` implica* che laperiodicita` di (2.9) sia pari a anziche a 2: difatti

    f(x + ) = A sen 2(x + ) + B cos 2(x + ) + C= A sen(2x + 2) + B cos(2x + 2) + C= A sen 2x + B cos 2x + C = f(x).

    La (2.9) a sua volta, e con il metodo della precedente sezione, si puo` ricondurrealla forma y = E sen(2x + ) + C e quindi il suo graco corrisponde a quello delseno opportunamente traslato ma dove unoscillazione completa corrisponde adun intervallo di ampiezza .

    Conviene inne osservare che le trasformazioni presentate per le funzioni linearie omogenee hanno validita` generale in quanto non ce` mai stata la necessita` diimporre delle restrizioni alla variabile reale x.

    * E` immediato dimostrare che data una funzione del tipo f(x) = sen ax (oppure f(x)= cos ax) questa risulta periodica con periodo T = 2/a. Difatti

    f(x + 2/a) = sen a(x + 2/a) = sen(ax + 2) = sen ax = f(x).

  • CAPITOLO 3

    3.1 Equazioni e disequazioni omogeneeI metodi presentati precedentemente nello studio delle funzioni omogenee di I eII grado si possono estendere pure al problema della ricerca delle soluzioni di unaequazione o disequazione lineare in senx e cosx cos` come alle omogenee di grado2. Difatti volendo risolvere la disequazione lineare

    a senx + b cosx + c 0

    basta applicare ad essa il procedimento che la trasforma nella disequazione

    A sen(x + ) + c 0.

    Questa e` facilmente risolvibile dato che con pochi passaggi si puo` ricondurre aduna disequazione elementare avente la forma

    sen(x + ) cA

    se A > 0

    oppuresen(x + ) c

    Ase A < 0.

    In modo del tutto analogo la disequazione omogenea di II grado

    a sen2 x + b cos2 x + c senx cosx + d 0

    si puo` riscrivere con successive trasformazioni nella forma elementare

    E sen(2x + ) + C 0

  • 3.2 Metodi alternativi 23

    da cui, a seconda del segno di E, discende la forma canonica

    sen(2x + ) CE

    se E > 0

    oppure

    sen(2x + ) CE

    se E < 0

    con C/E costante nota.

    3.2 Metodi alternativiAi metodi di risoluzione presentati nella sezione precedente si aancano altre me-todologie pure di carattere generale, e che hanno per obiettivo la trasformazionedella disequazione (o equazione) data in una disequazione (o equazione) razionalerelativa ad una sola funzione goniometrica.

    Nel caso della disequazione lineare

    a senx + b cosx + c 0 (3.1)

    si dimostrano utili le identita` che esprimono il seno e il coseno in termini dellatangente dellangolo meta` ossia

    senx =2 tg x2

    1 + tg2 x2cosx =

    1 tg2 x21 + tg2 x2

    . (3.2)

    Poiche queste valgono per x = +2k va controllato preventivamente se i valorix = + 2k sono delle soluzioni della (3.1). A tal ne basta sostituire questivalori e vericare se la disuguaglianza che si ottiene risulta soddisfatta o meno.Successivamente considerando x = + 2k e posto t = tg x2 si sostituiscono le(3.2) in (3.1) ottenendo

    a

    (2t

    1 + t2

    )+ b

    (1 t21 + t2

    )+ c 0

    da cui moltiplicando per 1 + t2 > 0 discende

    2at + b bt2 + c + ct2 0

    ossiat2(c b) + 2at + (b + c) 0

    che costituisce unespressione razionale nellincognita ausiliaria t. La risoluzionedella precedente conduce quindi a delle disequazioni elementari della funzionetg x2 .

  • 24 3.2 Metodi alternativi

    Analogamente le omogenee di II grado

    a sen2 x + b cos2 x + c senx cosx + d 0 (3.3)si riconducono ad una espressione razionale dividendo entrambi i membri percos2 x > 0. Ovviamente e in modo analogo a quanto delineato sopra, vannostudiati a parte (e preventivamente) i valori dove risulta cosx = 0 cioe` in x =2 + k. Per x = 2 + k discende invece

    asen2 xcos2 x

    + b + csenxcosx

    +d

    cos2 x 0

    e poichesenxcosx

    = tg x e1

    cos2 x= 1 + tg2 x

    risultaa tg2 x + b + c tg x + d(1 + tg2 x) 0.

    Posto tg x = t la precedente diviene una disequazione razionale di II grado nellavariabile t

    t2(a + d) + ct + (b + d) 0la cui risoluzione conduce a delle disequazioni elementari della funzione tg x.

    Vogliamo inne trattare una forma particolare delle disequazioni lineari ma chesi incontra abbastanza di frequente nei problemi e cioe` il caso in cui sia nullo iltermine noto c. Allora la disequazione assume la forma

    a senx + b cosx 0 (3.4)e ai metodi gia` discussi si aggiungono altre due possibili alternative.

    La prima consiste nello studiare a parte il caso cosx = 0 ossia va analizzato se ivalori x = 2 + k sono delle soluzioni della (3.4) e successivamente, nellipotesiche sia x = 2 + k e fattorizzando il cosx, la disequazione si puo` riscrivere come

    a senx + b cosx 0 = cosx(a tg x + b) 0 :di conseguenza si possono ottenere le sue soluzioni tramite lo studio del segno deidue fattori.

    In alternativa, a seconda delle ipotesi sul segno di cosx, la disequazione (3.4)risulta equivalente ai due sistemi{

    cosx > 0a tg x + b 0

    {cosx < 0a tg x + b 0

    e nel caso sia cosx = 0, ancora una volta vanno trattati a parte i valori x = 2+k.

    Come si puo` ben vedere anche i metodi generali presentati inizialmente in que-sta sezione necessitano di alcune ipotesi restrittive che obbligano ad uno studioseparato per alcuni valori della variabile. Questa limitazione non sussiste inveceper i metodi della sezione 3.1.

  • 3.3 Tavola riassuntiva dei metodi discussi 25

    3.3 Tavola riassuntiva dei metodi discussi

    DISEQUAZIONI LINEARI

    Metodi generali

    1) a senx + b cosx + c 0 = A sen(x + ) + c 0Non contiene limitazioni su x.

    2) a senx + b cosx + c 0 = A tg2 x2

    + B tgx

    2+ C 0

    per x = + 2k.x = + 2k si deve studiare a parte.

    Metodi particolari: c = 0

    3) a senx + b cosx 0 = cosx(a tg x + b) 0 per x = 2

    + k

    Si studia il segno di entrambi i fattori e, a parte, il caso x = 2 +k dove cosx = 0.

    4) a senx + b cosx 0 ={

    cosx > 0a tg x + b 0

    {cosx < 0a tg x + b 0

    Si studia a parte il caso x = 2 + k dove cosx = 0.

    DISEQUAZIONI OMOGENEE DI II GRADO

    Metodi generali

    1) a sen2 x + b cos2 x + c senx cosx + d 0= A sen 2x + B cos 2x + C 0 = E sen(2x + ) + C 0

    Non contiene limitazioni su x.

    2) a sen2 x + b cos2 x + c senx cosx + d 0= A tg2 x + B tg x + C 0 se x =

    2+ k.

    x = 2 + k si deve studiare a parte.