INVERNO 2017/18 - Palestra a...

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INVERNO 2017/18 Treadmill & Jump: nuovi attrezzi, grandi soddisfazioni di Stefania Siboni 5 consigli per migliorare la tua composizione corporea di Leonardo Musa Kiropratic, Yoga, Pilates. Come integrare gli allenamenti in sala fitness di Maria Falconi e Alessandra Morelli Il Microbiota, il lato nascosto della salute di Michela Bellini Il binomio dieta-attività fisica di Michela Bellini Radiofrequenza viso e corpo di Redazione Life Distorsione della caviglia e l’importanza della ginnastica propriocettiva di Marco Bellanti Teal Leaf: tutor per il risparmio energetico di Redazione Life Cross Training: intensità, intensità, intensità! di Francesca Mazzali

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INVERNO 2017/18

Treadmill & Jump: nuovi attrezzi, grandi soddisfazioni di Stefania Siboni

5 consigli per migliorare la tua composizione corporeadi Leonardo Musa

Kiropratic, Yoga, Pilates. Come integrare gli allenamenti in sala fitnessdi Maria Falconi e Alessandra Morelli

Il Microbiota, il lato nascosto della salutedi Michela Bellini

Il binomio dieta-attività fisicadi Michela Bellini

Radiofrequenza viso e corpodi Redazione Life

Distorsione della caviglia e l’importanza della ginnastica propriocettivadi Marco Bellanti

Teal Leaf: tutor per il risparmio energeticodi Redazione Life

Cross Training: intensità, intensità, intensità! di Francesca Mazzali

Dal 9 Ottobre abbiamo cominciato ad utilizzare questi due nuovi grandi attrezzi, il treadmill (tapis roulant) e il jump (tap-peto elastico) e direi che le soddisfazioni non sono mancate. Tutti coloro che hanno seguito le lezioni in circuito, fin da su-bito, hanno potuto constatarne la notevole diversità di lavoro e di conseguenza la necessità di reimpostare certi schemi mo-tori tipici del lavoro acquatico con un’immersione corporea del 90%.

Questi attrezzi, infatti, costringono ad una maggiore emersione il corpo rispetto al livello dell’acqua e quindi ad un lavoro car-diovascolare più vicino a quello terrestre, ma sempre con oltre il 70% del corpo immerso, mantenendo quindi inalterati i be-nefici di scarico sulle articolazioni, in particolare per la zona lombare, le anche, le ginocchia e le caviglie.

Inizialmente abbiamo creduto opportuno proporre per una in-tera settimana il circuito, per permettere a tutte le iscritte di “imparare” a gestire il proprio corpo in relazione ai nuovi at-trezzi. Alla luce dei risultati ottenuti, ci sentiamo di dire che è stata una scelta vincente poiché tutte le nostre allieve hanno avuto la possibilità di relazionarsi con i nuovi attrezzi più volte in una settimana ma mai per tempi estremamente prolungati, che avrebbero potuto compromettere la capacità di resistere alla fatica che questi nuovi movimenti comportano.

A tal scopo, la prima settimana di utilizzo, il circuito composto da sei stazioni che abbiamo proposto, aveva lo scopo di alle-nare il sistema aerobico attraverso l’utilizzo di esercizi volti a portare il lavoro cardiaco a livelli tali da “bruciare” più calorieSono stati proposti due esercizi per ogni stazione che avevano una durata di due minuti e trenta ciascuno per un totale di lavoro di cinque minuti per ognuna delle sei stazioni. Fin da subito le reazioni sono state di stupore rispetto alla velocità con cui la fatica si presentava e la necessità di incrementare il controllo corporeo per affrontare i nuovi movimenti. Nella seconda settimana in cui abbiamo presentato il lavoro in circuito, abbiamo mirato ad un allenamento tonificante utiliz-

zando tre esercizi da un minuto e quarantacinque secondi cia-scuno per un totale di cinque minuti circa a stazione, lasciando un tempo di recupero più alto tra una stazione e l’altra.

Di seguito abbiamo proceduto con un’integrazione sempre più frequente di questo particolare lavoro in circuito con il treadmill e il jump, inserendoli nella nostra normale programmazione che vede, lo ripetiamo, lo svolgimento di tre tipi diversi di lezioni (diverse per tipo di riscaldamento proposto, diverse per obiet-tivo prefissato, diverse per uso di attrezzi) così da garantire un uso costante, non esasperato, di questi attrezzi che si differen-ziano abbastanza dal classico lavoro a cui eravamo abituate con la “nostra” acquagym. Questi attrezzi, ci siamo rese conto, oltre ad imporre un discreto carico aerobico e tonificante, impongono anche una continua supervisione su sè stessi, nel senso che chi utilizza il treadmill e il jump è in “ascolto” di sè stesso per riuscire a mantenere il controllo ed utilizzare fino in fondo tutte le potenzialità fisiche richieste. Questo aspetto è fortemente emerso dopo le prime due setti-mane di lavoro dove voi stesse ci avete detto che oltre ad un immediato aumento del carico di lavoro, oltre ad una neces-saria dose di attenzione, vi siete ritrovate ad essere ancor più concentrate su voi stesse, per ricevere il massimo beneficio dall’uso degli attrezzi.

Questo per voi è sicuramente un valore aggiunto: lavoro in-tenso, lavoro di controllo corporeo e lavoro di auto-riequilibrio, il tutto miscelato con il divertimento del fare attività fisica in-sieme con musica e le luci colorate che creano sempre nella nostra pi-scina un’atmosfera ener-gizzante.

E allora… ci vediamo a bordo vasca!!

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attività in acqua

Stefania Siboni

treadmill & jumpnuovi attrezzi, grandi soddisfazioni

5 consigli per migliorare...

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la tua composizione corporeaCome possiamo definire la “composizione corporea”? Questa rappresenta il rapporto tra le varie componenti che costitui-scono il corpo umano; in particolar modo, i due parametri che ci interessano maggiormente dal punto vista fitness e sportivo, sono quelli della percentuale di massa grassa e percentuale di massa muscolare. Infatti questi due valori hanno degli effetti di-retti sullo stato di salute, benessere e sulla nostra performance sportiva.Da cosa dipendono quindi le nostre attuali percentuali di massa magra e grassa? Da tutte le scelte sia alimentari, sia di vita, che abbiamo fatto dal giorno in cui siamo nati fino ad oggi; per que-sto ho raccolto 5 consigli, che potete adoperare per modificare in meglio la composizione del vostro corpo, sin da oggi:

1. Limita nella tua dieta cibi raffinati ed industriali.Fermo restando che è sempre la quantità che crea il danno, li-mitando nella tua dieta alimenti raffinati o lavorati industrial-mente avrai diversi benefici sia dal punto di vista della salute, sia dal punto di vista del miglioramento della composizione cor-porea; questo perchè questi alimenti sono generalmente pro-dotti con farina bianca, zucchero raffinato e grassi idrogenati, che a seguito del loro processo di produzione, non trovandosi più al loro stato naturale, perdono gran parte delle loro carat-teristiche; oltre ai danni sulla nostra salute, ormai conclamati, derivanti da uno stile di vita alimentare composto prevalente-mente da questi alimenti, questi contengono spesso additivi che conferiscono a loro più sapore, andando quindi ad ingannare il senso di sazietà. Saremmo quindi portati a mangiare più calorie di quelle di cui abbiamo bisogno, andando inevitabilmente ad accumulare liquidi, tossine e scorte energetiche in eccesso.

2. Inverti l’ordine delle portate.Generalmente, l’ordine delle portate di un classico pasto nella cultura italiana prevede un primo a base di pasta o riso ed un secondo proteico come carne o pesce con contorno di verdure.Un trucco che può aiutarvi, nel miglioramento della vostra sa-lute e composizione corporea è quello di riorganizzare l’ordine delle portate, ovvero, iniziare il pasto con una portata abbondante

di verdure, passare poi ad una porzione di carne, pesce o legumi e solo infine, qualora ce ne fosse il bisogno, concludere con una fonte di carboidrati amidacei come pasta, pane riso o patate.Adottando questa scelta godrete di ben 3 benefici diversi: per primo, eviterete dannosi picchi glicemici, che avvengono tipi-camente iniziando il pasto con abbondanti porzioni di pasta o riso; in secondo luogo iniziando il pasto con generose porzioni di verdure farete il pieno di fibre per la salute intestinale e mi-cronutrienti (vitamine e minerali), uno su tutti il potassio, il più grande alleato delle donne nel combattere la ritenzione idrica; in terzo luogo invece, dando prima spazio alle proteine rispetto alle fonti amidacee, avrete sia un maggior dispendio energetico derivato dalla digestione, in quanto il 15/30% delle kcal prove-nienti dalle fonti proteiche stesse vengono utilizzate per la loro digestione, sia un aiuto per quanto riguarda il miglioramento della composizione corporea dato il loro alto potere saziante e grazie ai vari benefici dati da un maggiore apporto proteico applicato nella dieta.

3. Riduci lo stress.Alti livelli di stress incidono significamente in maniera nega-tiva sulla nostra composizione corporea; fattori di carattere la-vorativo, emotivo, cognitivo o sociale mettono il nostro corpo in allerta, causando l’aumento di ormoni dello stress, come il cortisolo e l’adrenalina, al nostro corpo utili per la produzione di energia. Tale produzione ormonale, se non controllata nel tempo ha però diversi effetti collaterali, tra i quali, aumento della glicemia, riduzione delle difese immunitarie, aumento del catabolismo proteico (perdita di massa muscolare a scopi ener-getici) o stimolazione della lipogenesi (sintetizzazione degli acidi grassi). Tutto questo, si traduce in un peggioramento della nostra composizione corporea, c’è chi perde peso, causa perdita sia di massa magra, sia di massa grassa e c’è invece chi accumula peso in eccesso, causa fame da stress, anche definita come fame nervosa, cioè il bisogno di assunzione di cibo in ma-niera eccessiva. Imparare a riconoscere lo stress è importante, così come apprendere alcune strategie che ci permettano di imparare a gestire le fonti di stress, o se è possibile addirittura

eliminarle. Praticare attività come yoga, pilates, dormire 7-8 ore per notte rispettando possibilmente i ritmi circadiani, praticare regolare attivtà fisica almeno 2/3 volte a settimana possono aiutarvi in maniera significativa, nella gestione dei problemi di tutti i giorni.

4. Più pesi, meno aerobica.L’attività aerobica fa bene, migliora la resistenza polmonare, vi aiuta a mantenervi in forma e rinforza il muscolo cardiaco; con-siglierei a chiunque, salvo rari casi, soprattutto a chi per motivi lavorativi ha uno stile di vita sedentario, di dedicare una parte del proprio allenamento ad un lavoro aerobico, ma se vogliamo migliorare la nostra composizione corporea non dobbiamo pun-tare tutto su quest’ultima, infatti un eccesso di attività aerobica può portare ad un acceleramento dello stress ossidativo, velo-cizzando i processi di invecchiamento ed ad uno stress delle ghiandole adrenali, peggiorando il rapporto testosterone/cor-tisolo, con conseguente diminuzione della massa muscolare ed aumento di quella grassa. A cosa dobbiamo quindi puntare, per un significativo miglioramento della nostra composizione corporea? All’attività anaerobica, cioè a quella caratterizzata da sforzi brevi ma intensi. Attività con pesi liberi e macchine in primis, sia in sala fitness, sia grazie ai corsi di allenamento funzionale. Grazie a questo tipo di attività avremo benefici im-mensi: incremento della forza e della resistenza muscolare, mi-glioramento dell’apparato respiratorio e circolatorio, aumento della densità ossea, miglioramento dell’aspetto estetico e tanti altri ancora; per quanto riguarda il miglioramento della com-posizione corporea, il fattore dimagrimento sarà determinato dall’alimentazione, che con un adeguato deficit calorico, andrà a creare i presupposti necessari per la perdita di massa grassa.

5. Aumenta l’intensità di allenamento.Che cos’è innanzitutto “l’intensità di allenamento”? Possiamo definirla come la qualità dell’allenamento svolto in un deter-minato periodo di tempo. In che modo possiamo aumentarla? Aumentando i carichi di lavoro, adottando dei tempi di recupero adeguati e soprattutto preferendo esercizi multiarticolari, tra-

mite pesi liberi e macchine, ad esercizi di isolamento, cioè eser-cizi che, coinvolgendo più articolazioni, impegnano un numero maggiore di muscoli in un solo movimento; grazie alla maggiore massa muscolare coinvolta, questi rendono possibile l’utilizzo di carichi maggiori. In che modo tutto questo si tradurrà in un miglioramento della nostra composizione corporea? Innanzi-tutto preferendo esercizi multiarticolari, creeremo un maggiore dispendio energetico e calorico sia durante, sia dopo l’allena-mento; questi infatti incidono significamente sull’aumento dell’EPOC (l’aumento del consumo di ossigeno in seguito ad una intensa attività) in proporzione all’entità della massa mu-scolare coinvolta, aumentando inoltre la risposta metabolica ed ormonale in seguito all’allenamento.Tutto questo si tradurrà in un aumento graduale del tono e della massa muscolare; in che modo l’aumento di quest’ultima andrà ad incidere sul dimagrimento e sul miglioramento della composizione corporea? Aumentando la vostra massa musco-lare andrete ad aumentare il vostro metabolismo basale, cioè il vostro dispendio energetico a riposo, quindi, a parità di kcal introdotte, il vostro corpo consumerà più energia favorendo in questo modo, la perdita della massa grassa in eccesso.

Da come avete appena letto, potete notare che la nostra com-posizione corporea dipende sia da fattori alimentari, sia dai ca-ratteri psicologici di una persona, sia dal livello di attività fisica che questa pratica.Il range di salute indicativo, dal punto di vista della percentuale di massa grassa di un individuo, è dato da un livello grasso salutare massimo nell’ uomo del 15% e nella donna del 22%.Questo è un ottimo traguardo da raggiungere se si vuole es-sere sicuri di essere in uno stato di salute dal punto di vista della composizione corporea. Se siete curiosi di venire a cono-scenza, della vostra percentuale corporea di massa grassa e massa magra, non esitate a chiedere ai nostri istruttori e per-sonal trainer, che tramite l’utilizzo della plicometria, ovvero un metodo semplice e veloce per stimare la vostra percentuale di tessuto adiposo e magro, vi potranno dare precise indicazioni per raggiungere i vostri risultati.

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Leonardo Musa

stili di vita

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Kiropratic, yoga, pilatesSpesso i corsi a corpo libero possono offrire una valida integra-zione ai nostri allenamenti in sala fitness.La scelta di quale Corso scegliere ed il “perché” sceglierlo è soggettiva e va fatta considerando in che modo integrare l’al-lenamento (ho bisogno di essere più flessibile, devo acquisire consapevolezza sulle posture che assumo durante gli esercizi, devo migliorare la mia coordinazione, etc.).Visto che i Corsi a disposizione allo SportCity offrono tipi di allenamenti adatti a tutte le esigenze, oggi ne prendiamo in considerazione 3. Kiropratic, Yoga e Pilates.Sono tutti e tre Corsi nei quali viene posta particolare atten-zione alla postura, mobilità articolare, consapevolezza di se. Di seguito la specifica tecnica di ciascuno di essi e di come po-treste utilizzarli per ottimizzare e rendere ancora migliore e più completo il vostro allenamento quotidiano.

KIROPRATICIl nome di questo corso prende spunto dal termine chiropratica che è uno dei metodi di cura naturale più diffuso al mondo e si concentra sul trovare le cause che provocano i problemi fisici invece di trattare i sintomi. Si basa su un assunto semplice: i problemi strutturali del corpo, in particolare i problemi della colonna spinale, possono generare disfunzioni alla funziona-lità del corpo, specialmente al sistema nervoso. La chiropratica scopre quindi le interferenze fra il sistema strutturale ed il si-stema nervoso.Questo corso prevede esercizi utili per automatizzare una cor-retta postura, stabilizzare e proteggere la colonna vertebrale durante gli sforzi, decomprimere i dischi intervertebrali nonché quelli per mobilizzare e allungare la muscolatura. Sono inoltre previsti esercizi di rilassamento per ridurre stress e ansia che sono spesso causa del dolore vertebrale.Nel mondo moderno le persone trascorrono molte ore della loro giornata impegnate in lavori o attività che tendono a sbilanciare la parte superiore del loro corpo in avanti; una schiena ecces-sivamente arcuata tende a creare il petto incavato, cosa che provoca una ridotta ampiezza del respiro e che contribuisce a

creare disturbi cardiovascolari oltre ad altri problemi di salute.Una schiena curva, un torace incavato, la testa spinta in avanti, la rigidità ed il dolore nei movimenti sono così comuni da essere considerati una parte normale del processo di invecchiamento.Il kiropratic contrasta e inverte queste tendenze. Con questo corso quindi si andrà a migliorare notevolmente la mobilità articolare, la flessibilità, la salute e l’integrità della colonna ver-tebrale, l’elasticità e l’allungamento dei muscoli. Contempora-neamente si otterrà una maggiore consapevolezza della propria postura con il risultato di un enorme benessere psicofisico; un vero miglioramento a livello di dolore vertebrale e a livello posturale.Il kiropratic è quindi un corso molto utile per chi soffre di do-lori articolari, contratture muscolari, si sente rigido e poco flessibile, soffre di mal di schiena, collo, crampi muscolari; inoltre assolutamente indispensabile e complementare a chi pratica un allenamento costante in sala pesi o segue corsi di tonificazione perché va ad allungare e detensionare tutta la muscolatura sciogliendo le rigidità articolari.Immediatamente, dopo avere praticato il kiropratic si percepi-sce un grande benessere psicofisico perché oltre agli esercizi di stretching, flessibilità e mobilità articolare, viene data molta attenzione al respiro durante ogni singolo esercizio per favorire il rilassamento. Un vero riequilibrio posturale e recupero fun-zionale post allenamento.

YOGALo yoga è una disciplina millenaria che coinvolge corpo, po-stura, respiro, spiritualità; è un universo che tocca la persona nel profondo, la ingloba e al contempo la libera conducendola verso l’unità. È l’unione con se stessi e con ciò che ci circondaattraverso una pratica completa ed equilibrata, rivolta al miglio-ramento generale delle proprie condizioni.La pratica dello yoga è integrale quando corpo e psiche non sono scissi. Il collante è l’energia, il canale la respirazione. Lo yoga agisce su due livelli: fisico: l’allungamento dei muscoli che si compie nel corso della pratica, abbinato alla respirazione, favorisce l’ossigenazione

come integrare gli allenamenti in sala fitness

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del corpo, facilitando l’eliminazione delle tossine.mentale: attraverso l’attenzione che è necessario applicare alla pratica delle posizioni lo yoga permette di aumentare la con-centrazione e la consapevolezza, fattore importantissimo per interrompere o almeno mitigare gli effetti di quel circolo vizioso nel quale tutti viviamo e che si conclude con lo stress.Lo yoga è unico nella sua capacità di prevenire i segni dell’in-vecchiamento, soprattutto l’accorciamento e arrotondamento della colonna vertebrale.La postura influenza la salute di tutti i sistemi del corpo: neuro-muscolare, endocrino, cardiovascolare e respiratorio. Allungare la colonna vertebrale è di vitale importanza per la nostra salute poiché i nervi connessi alle strutture del corpo, inclusi gli organi interni, si ramificano dal midollo spinale che si trova lungo il canale vertebrale. Lo yoga nutre i dischi intervertebrali; senza il movimento i dischi intervertebrali riducono gradualmente il loro spessore provocando una riduzione della nostra altezza.Nella pratica dello yoga tutta l’attenzione è rivolta all’ascolto del corpo e del respiro. Siamo concentrati e focalizzati sul momento presente, senza altre distrazioni mentali. In questo modo acquisiamo propriocezione, conservandola dentro di noi anche dopo la pratica, diventando cosi più consapevoli di ogni nostro gesto, parola, azione.Il segreto dello yoga è la sua capacità di mettere in relazione benefici fisici e mentali che si ripercuotono nella nostra quoti-dianità e che ci aiutano ad affrontare con più sicurezza e deter-minazione la vita di tutti i giorni.Questa disciplina è soprattutto indicata per chi svolge allena-menti in sala pesi o corsi di tonificazione in quanto si andrà ad allungare e rilassare il corpo non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale. In questa lezione, attraverso la pratica delle asana, si intraprende anche un percorso molto introspettivo e di grande conoscenza di se stessi.Le asana (le posizioni dello yoga) non sono mai un fine ma sono un mezzo per aumentare la consapevolezza del proprio corpo, della propria psiche e della propria anima; una lezione quindi che porterà, oltre a miglioramenti fisici, ad un aumento delle percezioni e ad una grande crescita interiore personale.

PILATESIl Pilates è una disciplina adatta a tutti, è una filosofia del mo-vimento, non solo una serie di esercizi. Lavorando sul centro, sulla respirazione e su controllo e concentrazione, che sono al-cuni dei principi fondamentali di questo tipo di allenamento, i benefici che ne derivano sono molteplici.

Ma a cosa serve il Pilates?E’ una disciplina a tutti gli effetti che lavora sull’armonia glo-bale dell’individuo, potenzia le capacità motorie, migliora la cir-colazione, riequilibra la muscolatura e mobilizza le articolazioni bloccate e scioglie le tensioni provocate da posture scorrette.L’obiettivo è quello di raggiungere armonia fisica e mentale, rinforzare i muscoli senza appesantirli in modo innaturale, mi-gliorare l’elasticità e tonificare ogni parte del corpo soprattutto grazie alle tecniche di respirazione.L’accoglienza e la professionalità dell’insegnante giocano un ruolo fondamentale in quanto durante l’esecuzione illustra la postura e lo svolgimento più corretti. Oltre a questo si preoccu-perà di riconoscere i limiti o le difficoltà dell’allievo guidandolo con visualizzazioni e sostegno verbale.

Ed eccoci arrivati al punto: perché un abituale frequentatore della sala fitness dovrebbe avvicinarsi al Pilates?Innanzitutto per i motivi sopra elencati, ma principalmente per-ché molti di coloro che utilizzano attrezzature per aumentare il trofismo muscolare (volume o massa) si ritrovano a potenziare una struttura non equilibrata con il rischio di sviluppare patolo-gie ed incrementare la percentuale di infortuni o degenerazioni a lungo termine (esempio: compressioni vertebrali del rachide, coattazioni articolari, lesioni tendinee). Quindi praticando regolarmente lezioni di Pilates non andreb-bero incontro a questi rischi, migliorerebbero decisamente la loro performance e svilupperebbero un fisico più armonioso oltre che muscoloso.In ultima analisi come tutte le altre attività olistiche anche il Pilates garantisce un ottimo controllo sui livelli di stress e affa-ticamento che sono proprio di discipline più logoranti.

Maria Falconi e Alessandra Morelli

costruisci il tuo benessere

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il microbiota,il lato nascosto della salute

C’era una volta il microbiota… potrebbe essere l’inizio di una storia di buoni e cattivi che combattono nello spazio alla con-quista dei pianeti. E invece è una storia molto più antica, che da sempre accompagna la specie umana e che ad oggi ha attirato l’interesse di molti ricercatori. Si perché il microbiota non è uno strano “mostro”, ma il pool di microrganismi che vive nel nostro corpo e che ci accompagna per tutta la vita. Presentato così potrebbe far storcere il naso, ma tutti i mammi-feri, fin dalla loro comparsa sulla terra, hanno stretto simbiosi vitali con i microrganismi attraverso un lunghissimo e costante processo di co-evoluzione e l’uomo non è stato da meno.Molti studi hanno infatti dimostrato che questi simbionti svol-gono un ruolo chiave nel regolare alcune importanti funzioni metaboliche e fisiologiche, contribuendo all’omeostasi nel corso della vita. Come accennato sopra, il microbiota è l’insieme dei microrga-nismi che convivono nel corpo umano. Il colon è l’organo più densamente popolato (si contano fino a centomila miliardi di microbi) e la sua popolazione microbica ha importanti intera-zioni con molti aspetti della fisiologia umana: assorbimento di nutrienti, metabolismo, funzioni di barriera, interazione con il sistema immunitario, sintesi di vitamine e digestione. Tutto in un costante equilibrio di cooperazione, che se viene alterato può causare danni di non poca entità.Un numero sempre crescente di studi sta portando proprio alla luce come cambiamenti in questo ecosistema microbico siano cruciali per lo sviluppo di molte patologie: diabete, obesità, ar-trite reumatoide, alzhaimer, parkinson, autismo, tumori, ansia e depressione. Sono solo una parte delle patologie indicate per le quali l’interazione uomo-microrganismi sembra avere un ruolo fondamentale. Alla base di tutto parrebbe esserci lo stato infiammatorio che una popolazione microbica alterata provocherebbe. Sono state infatti individuate specie batteriche in grado di promuovere l’in-fiammazione e tali specie sono state riscontrate proprio nell’in-testino di quei pazienti affetti da tali patologie, al contrario di soggetti sani che invece presentano una prevalenza di batteri con azione anti-infiammatoria.

La nuova frontiera della prevenzione sembrerebbe quindi pas-sare dalla cura del proprio microbiota, la cui formazione inizia al momento della nascita e risente di numerosi aspetti quali: dieta, stress, alcool, ambiente e la dieta, in tutte le fasi della vita, è considerata il fattore ambientale che ha la maggior influenza sulla composizione e sul cambiamento della flora intestinale.Di seguito alcune indicazioni che vi possono aiutare a mante-nere un microbiota “sano”, partendo dalla cura dei vostri bimbi.1. NASCITA: la colonizzazione dell’intestino inizia proprio dalla nascita. Bambini nati da parto naturale presentano un micro-biota con più microrganismi benefici rispetto a bambini nati con parto cesareo.2. ALLATTAMENTO: bimbi allattati al seno presentano una pre-dominanza di bifidobatteri, che diminuisce invece nei neonati allattati artificialmente.3. SVEZZAMENTO: con l’introduzione di cibi solidi, il micro-biota del bambino inizia a diventare via via più simile a quello dell’adulto; alcuni studi hanno dimostrato che la popolazione microbica instaurata nei primi tre anni di vita avrà ripercussioni a lungo termine potendo diventare anche fattore di rischio per lo sviluppo di patologie degenerative (studi ancora in corso).4. ALIMENTAZIONE: sebbene non vi siano ancora molte indi-cazioni sull’effetto di diete specifiche sulla composizione della flora intestinale, alcune sostanze contenute negli alimenti hanno mostrato la capacità di influenzare positivamente la flora intestinale.- INULINA: importantissima sostanza ad azione prebiotica che stimola la crescita dei batteri benefici. La ritroviamo in asparagi, cipolla, grano, carciofi, avena, aglio, tarassaco e noci.- POLIFENOLI: molecole di origine organica vegetale presente in molteplici forme e varietà. Esercitano una funzione antimicro-bica contro i batteri patogeni e creano un ambiente favorevole per la crescita della flora benefica. Li ritroviamo in: cereali inte-grali, frutti rossi, uva e suoi semi, fave, piselli, ciliegie, prugne, tè verde, cacao e cioccolato fondente.Iniziamo quindi a fare prevenzione partendo dalla nostra tavola e dalla cura dell’alimentazione della famiglia, per dare anche ai nostri figli le basi per un futuro all’insegna della salute.

dott. Michela Bellini

Quante volte vi sarete trovati a sfogliare riviste di gossip o di moda soffermandovi ad osservare, a volte anche invidiare, fisici statuari di modelle e personaggi famosi? Donne toniche dalle curve mozzafiato e uomini dalle braccia forti e petti poderosi che catturano la vostra attenzione e vi por-tano a chiedervi perché loro si e voi no.

E’ così che spesso scatta un’auto-analisi del proprio stato fi-sico, ci si confronta, si sogna di poter avere quei corpi e ci si chiede come poter fare.Via allora alla ricerca della soluzione perfetta che possa dare ot-timi risultati, in poco tempo e con la minima fatica. Siti internet e articoli sui giornali invadono l’informazione fornendo ognuno la ricetta perfetta per la bellezza, peccato che ancora ad oggi nessuno sia riuscito a realizzare i sogni di chi quotidianamente combatte con lo specchio e la vita da gestire.Questo perché purtroppo la famosa bacchetta magica non ci è stata donata e se vogliamo ottenere quel corpo tanto deside-rato ahimè dobbiamo metterci del nostro. Come? Prendendoci cura dei nostri cari e amati muscoli ALLE-NANDOCI e NUTRENDOCI nel modo corretto.

Alimentazione e attività fisica sono un binomio imprescindibile per ottenere un fisico tonico, bello e sano. Si tratta di una co-operazione che va ben oltre il concetto di fatica e di dieta, ma che può portare a risultati inaspettati e soprattutto duraturi nel tempo.

Il principio che sta alla base di questo è molto semplice: pen-sate al corpo come a una macchina di formula uno che per funzionare bene necessita di due cose: una meccanica per-fetta e un carburante di ottima qualità. Il vostro carburante è il cibo che assumete e i muscoli sono la parte di meccanica che deve funzionare al meglio possibile. Se allenate bene i vostri muscoli, questi diventeranno sempre più efficienti nel consu-mare energia, terranno attivo il vostro metabolismo (arrivando anche ad aumentarlo), favoriranno l’ossigenazione tessutale e lavoreranno in favore della consistenza delle ossa (molto

importante specie per le donne dai 32 anni in su, nelle quali i livelli di estrogeno iniziano gradualmente a calare sfavorendo il deposito di calcio nelle ossa). Parallelamente l’alimentazione abitualmente adottata influirà sulla efficienza del vostro corpo: qualità, quantità e timing di assunzione degli alimenti possono arrivare anche a vanificare tutto il lavoro fatto in palestra du-rante l’allenamento.

Questo accade perché spesso si incorre in luoghi comuni quali: ho consumato molte energie perciò posso mangiare di più op-pure, di contro, dopo l’allenamento mangio solo un po’ di ver-dura così dimagrisco più in fretta.Purtroppo il nostro organismo ragiona in modo ben più com-plesso e atteggiamenti come quelli sopra descritti portano a risultati che sono ben lontani da quelli sperati. Volete qualche esempio? Sapevate che la donna ginoide, ov-vero con il morfotipo a pera, tollera male un eccesso di atti-vità aerobica e se a questo associa una forte oscillazione nella assunzione di carboidrati non farà altro che peggiorare l’accu-mulo di adiposità su fianchi e glutei?E che il volume muscolare non dipende solo dalla assunzione di proteine ma anche dai carboidrati assunti in particolari mo-menti?

E ancora che una alimentazione energeticamente insufficiente, soprattutto in presenza di attività fisica, porta ad un calo della massa magra e a un drastico calo del metabolismo basale? Per non parlare poi di diete fortemente restrittive senza alle-namento che a tutto ciò aggiungo l’inestetico inflaccidimento.Questo e tanto altro si potrebbe dire sul binomio funzionale alimentazione-attività fisica, ma ciò che è importante compren-dere è che seguendo le regole giuste anche i desideri possono diventare realtà.

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benessere fisico

dott. Michela Bellini

il binomiodieta-attività fisica

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wellness & lifestyle

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Un sorriso per una fotoUn sorriso per una foto

11 inverno 2017/18

Life’s fitness

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RIATTIVA L’ECOSISTEMA DELLA PELLELa radiofrequenza è una metodica non invasiva e non dolorosa che contrasta efficacemente i segni dell’INVECCHIAMENTO CU-TANEO e consente di ottenere un duraturo miglioramento della qualità della pelle del corpo e del viso, migliorando con una certa stabilità i principali inestetismi che la riguardano come le rughe o le lassità. Viene applicata anche per trattare in maniera molto efficace gli inestetismi della pelle causati dalla cellulite.

L’utilizzo della radiofrequenza in campo estetico rappresenta una grande opportunità per l’operatore estetico qualificato: è in costante aumento infatti la richiesta di trattamenti di ringio-vanimento cutaneo soprattutto della zona del viso, del collo, del decoltè e dell’addome, assicura grandi risultati nella tonifi-cazione tessutale, nel trattamento delle rughe, nella riduzione delle zone colpite dall’inestetismo della cellulite e nel processo di snellimento.

I risultati della radiofrequenza sono visibili fin dalle prime se-dute ed i progressi conseguiti si mostrano stabili nel tempo. Una vera sferzata di ritmo al nostro corpo e all’ecosistema della pelle, dalla superficie alle zone più profonde, che riattiva i natu-rali meccanismi riparativi e anti infiammatori corporei. Tramite il richiamo ematico e la riattivazione del sistema linfa-tico, le cellule adipose sono stimolate al rilascio delle tossine e dei liquidi in eccesso ristabilendo il giusto equilibrio. Le onde elettromagnetiche della radiofrequenza migliorano l’attività della pompa sodio-potassio della membrana fibroblastica sti-molando la produzione di nuovo collagene, elastina e acido ialuronico in modo naturale.

I principali effetti della radiofrequenza:VISO EFFETTO LIFTING: si ottiene grazie alla contrazione del collagene ai diversi livelli di profondità; il riscaldamento va ad agire direttamente sul collagene provocando una denaturaliz-zazione di quest’ultimo: fino al 30% delle fibre si accorciano rigonfiandosi, ottenendo come risultato il rimodellamento della zona trattata.

OSSIGENAZIONE CELLULARE: già ad un livello basso di radio-frequenza emessa, si ha un effetto di ossigenazione causato dall’aumento del metabolismo cellulare con conseguente mi-glioramento dell’efficienza del microcircolo.DRENAGGIO: grazie al grande effetto di vascolarizzazione otte-nuto a livelli sostenuti di radiofrequenza, è possibile ottenere degli ottimi risultati sugli accumuli causati dalla ritenzione idrica. Grazie anche al ritrovato equilibrio della membrana cel-lulare è possibile dare stabilità a tale effetto. SNELLIMENTO: biostimolando direttamente gli adipociti, sfrut-tando l’effetto drenante e ossigenante della radiofrequenza, è possibile riscontrare ottimi risultati sugli accumuli adiposi lo-calizzati od estesi. Si consiglia, al fine di ottimizzare i risultati, di prevedere dei cicli di trattamento di almeno 8 sedute con dei richiami per il mantenimento.TONIFICAZIONE TISSUTALE E MUSCOLARE: sono evidenti dalla prima applicazione della radiofrequenza. Sulle pelli sot-tili i risultati sono più immediati che sui soggetti con la pelle spessa, ma bisogna considerare che il miglioramento avviene anche dopo che la seduta è terminata e nei giorni a seguire. L’o-peratore che utilizza il trattamento della radiofrequenza dovrà stabilire il giusto protocollo estetico in base al cliente e alle sue caratteristiche. Sottoponendosi al trattamento della radiofre-quenza si ha uno sviluppo di calore: questo fenomeno si pre-senta a tutti i livelli di profondità del tessuto ed è più marcato dove il tessuto presenta una maggiore impedenza al passaggio degli ioni trascurabile sulle fibre muscolari.

Con la radiofrequenza si ottiene un aumento della tempera-tura: insieme al conseguente aumento del flusso ematico sti-molano i processi di riparazione tissutale, favorendo l’apporto di substrati organici, l’incremento della pressione capillare, l’aumento della permeabilità di membrana cellulare, l’aumento delle reazioni metaboliche locali, la modificazione nella condu-zione nervosa sensitiva (effetto analgesico).La radiofrequenza permette inoltre una migliore ossigenazione dei tessuti e un complessivo notevole miglioramento della cir-colazione linfatica.

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inverno 2017/18

La distorsione è la perdita momentanea ed incompleta dei rapporti articolari fra due capi ossei. L’evento traumatico può portare, nella caviglia di un atleta, ad una patologia articolare, suddivisa in due quadri:1. quello della lassità, con lesioni capsulari, distensioni e lace-razioni del comparto legamentoso laterale e mediale della tibio-tarsica e della sottoastragalica, che determinano una escursione articolare oltre i limiti fisiologici;2. quello dell’instabilità, che l’atleta avverte come un segno di cedimento articolare durante il gesto sportivo ed anatomopatologi-camente obiettivabile in una rottura più o meno totale dei legamenti.

ClassificazioneGrado 0: tilt astragalico inferiore a 8°, non rotture legamentose;Grado 1: tilt astragalico (10°-20°), rottura legamento peroneo- astragalico anteriore;Grado 2: tilt astragalico (20°-30°), rottura legamento peroneo- astragalico anteriore e peroneo calcaneare;Grado 3: tilt astragalico superiore a 30°, rottura di tre legamenti

Sintomi- Dolore vivo, localizzato a livello della zona anteriore del malle-olo peroneale, che insorge durante la palpazione; - Tumefazione modesta o cospicua a livello periarticolare ed ar-ticolare, segno della rottura della piccola arteriola passante al di sopra del legamento peroneo-astragalico anteriore;- Limitazione funzionale causata dal dolore che il paziente av-verte durante i movimenti dell’articolazione;- Instabilità dell’ articolazione tibio-tarsica

La distorsione alla caviglia è il più frequente trauma musco-lo-scheletrico dell’arto inferiore. Gli sport dove questo trauma è più frequente, in ordine crescente, sono: pallavolo (56%), basket (55%), calcio (51%)e la corsa (40%). Nella distorsione alla caviglia quasi sempre rimane un dolore residuo abbastanza significativo che comporta una limitazione funzionale. Anche dopo che il trauma è stato curato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al 30%, che la-

mentano una sintomatologia cronica caratterizzata da sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed insuffi-cienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell’episo-dio acuto. Questo capita perché il danno del trauma distorsivo non avviene solo a carico del tessuto legamentoso, ma anche del tessuto nervoso e muscolo-tendineo, intorno al complesso della caviglia. Il tempo necessario per il recupero funzionale completo, qualunque sia il trattamento riservato al paziente varia dalle 3 alle 5 settimane; I traumi distorsivi possono essere acuti (in se-guito ad urti, contrasti, scontri o improvvisi cambi di direzione) o cronici (dopo carichi notevoli e prolungati).

Trattamento ConservativoÈ diviso in 3 fasi: Acuta, Sub-acuta e di Rieducazione Funzionale.

FASE ACUTAIl protocollo più accreditato per le lesioni acute è il P.R.I.C.E.: Protection Rest Ice Compression ElevationIn fase acuta gli obiettivi sono: a) L’immobilizzazione; b) Diminuzione dei fattori che causano dolore e favoriscono l’edema; c) La prevenzione di ulteriori sollecitazioni meccaniche della struttura lesa.

FASE SUBACUTAIn fase sub-acuta lo scopo del trattamento è quello di sottoporre il tessuto leso ad una serie di sollecitazioni meccaniche, utili per promuovere l’orientamento fisiologico delle fibre collagene. Gli obiettivi in questa fase sono: a) L’eliminazione del dolore; b) Il recupero della particolarità; c) L’eliminazione dello spasmo muscolare; d) L’eliminazione dell’edema; e) Il recupero della forza muscolare. Per raggiungere questi obiettivi si utilizzano massaggi, terapie fisiche, tecniche di mobilizzazione e la chinesiterapia.

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distorsione della cavigliae l’importanza della ginnastica propriocettiva

FASE DI RIEDUCAZIONE FUNZIONALENella fase di rieducazione funzionale si mira al: a) Recupero della propriocettività; b) Recupero della forza; c) Prevenzione delle recidive.

IL BENDAGGIO FUNZIONALE previene l’insorgere di ricadute o recidive quando si riprende l’attività motoria; evita i danni di una prolungata immobilizzazione o inattività funzionale e riduce i tempi di recupero.

Rieducazione PropriocettivaCon il termine di rieducazione propriocettiva, come appare chiaro dal termine stesso, si intendono tutte le metodiche e gli esercizi mirati a stimolare e rieducare la sensibilità propriocet-tiva, quella, cioè, che ci permette di conoscere anche ad occhi chiusi la posizione del nostro corpo e dei suoi segmenti nello spazio. Particolari recettori raccolgono i segnali di origine periferica, tra-smettendoli al sistema nervoso centrale che elabora le informa-zioni ricevute e le integra con altre afferenze (visive, labirintiche), per organizzare adeguate risposte motorie. La funzione dei pro-priocettori è quindi fondamentale per regolare il tono muscolare, la postura e la corretta esecuzione dei movimenti.

Percorso Riabilitativo ed Esercizi PropriocettiviIl percorso riabilitativo per questo tipo di disfunzioni prevede principalmente l’impiego di esercizi specifici per riacquistare la piena funzionalità del distretto interessato. In particolare gli esercizi propriocettivi sono quindi quelle attività che vanno a stimolare il sistema propriocettivo, con l’obbiettivo di allenarlo a fornire delle risposte rapide ed adeguate in situa-zioni destabilizzanti e potenzialmente pericolose, rendendo co-sciente l’individuo nei confronti del proprio corpo. In particolare la rieducazione propriocettiva nel caso della cavi-glia deve proporsi come fine quello di far acquistare all’ articola-zione tibio-tarsica una maggiore coordinazione nelle contrazioni muscolari e delle leve ossee, in relazione al movimento.

Inizialmente la rieducazione propriocettiva si effettua in sca-rico o in maniera passiva, per abituare il paziente a percepire le diverse caratteristiche del movimento indotto e renderlo co-sciente riguardo alle sue possibili reazioni motorie. Successivamente, prima di eseguire gli esercizi propriocettivi in stazione eretta andremo a fare recuperare, se non ancora pre-sente, un’equa distribuzione del carico.

Progressivamente si propongono esercizi su superfici instabili, come i piani circolari, le tavolette quadrate e le semisfere Il pa-ziente deve imparare a mantenere l’equilibrio con semplici mo-vimenti delle caviglie, inizialmente ad occhi aperti e con l’aiuto del terapista, successivamente senza aiuto e senza il controllo visivo. Il lavoro prosegue poi in monopodalica sia sull’arto leso sia su quello sano. In questa fase il terapista può aiutare il pa-ziente, o destabilizzarlo con delle spinte quando ha raggiunto un buon controllo dell’equilibrio. Quando il paziente ha recuperato una buona deambulazione si procede con l’eseguire un percorso propriocettivo composto da cuscini che hanno una diversa consistenza e deformabilità, in modo da adattare il passo e stimolare i recettori propriocettivi durante la camminata su un terreno non omogeneo.

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fisioterapia

dott. Marco Bellanti

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Ottimizzazione dei costi: primi passi

Ormai lo conosciamo, si chiama Teal Leaf il tutor che sta guidando il Life Planet lungo l’ambizioso programma di Efficientamento Energetico che, step by step, porterà la palestra verso una migliore gestione delle risorse e che garantirà, tra le altre cose, un controllo vantaggioso di spre-chi e costi. Vediamo nel dettaglio come Sandro Pocognoli, direttore di progetto, ha lavorato per finalizzare la fase di analisi avviata all’inizio della scorsa estate e quali sono i passi che intende intraprendere per giungere con successo al prossimo delicato step: L’ottimizzazione dei costi e i conseguenti vantaggi economici reali, scaturiti da moni-toraggio, impianti di avanguardia, scelta di fornitori adegua-ti e programmi di incentivazione.“Dopo esserci occupati del problema legato all’energia elettrica, emerso con l’approfondimento di analisi dei consumi estivi, ci siamo concentrati su come ridurre gli sprechi rilevati per il consumo di gas. Durante il periodo di chiusura del Club, abbiamo installato una caldaia di nuova generazione che, come emerge già dal monitoraggio del primo mese, permetterà di ottonere una notevole riduzione di consumi durante tutto il periodo invernale. Con i dati alla mano abbiamo comparato i consumi con quelli dell’anno scorso ed analizzato le bollette del fornitore rispetto all’andamento dei prezzi di mercato di luce e gas.”Quale strategia avete adottato per ottimizzare i costi di fornitura?“L’approccio è stato di tipo commerciale. Conclusa la fase di analisi generale, ci siamo occupati della ricerca di fornito-ri adeguati e abbiamo chiesto a tre di loro di proporci offerte legate alle complesse esigenze della struttura, valutando affidabilità, prezzo e servizi. La scelta è ricaduta sul fornitore che, dopo un’attenta tratta-tiva, ha sensibilmente modulato i prezzi (anche in relazione ai dati reali forniti, scaturiti da tutto il lavoro di monitoraggio eseguito sui vari impianti). Ci tengo a sottolineare come la scelta del partner sia importante al nostro scopo e quanto si renda necessario guidare il Life Planet in questo delicato compito.”Ci sono idee per abbattere i costi sostenuti fino ad ora?“Certamente. Stiamo istruendo alcune pratiche per chiede-re una contribuzione alle spese di diagnosi energetica. La regione Emilia Romagna promuove infatti dei programmi di incentivazione attraverso L’Unione Europea che prevedono la disposizione di sostanziosi fondi a copertura delle spese

sostenute dalle PMI. Ci occuperemo nello specifico della preparazione della documentazione necessaria per la presentazione della domanda, oltre alla redazione della Diagnosi Energetica. L’intervento di efficientamento che stiamo eseguendo, anche di tipo gestionale come quello del monitoraggio e di analisi dei consumi, è necessario per l’ottenimento del contributo e pensiamo quindi di poterlo ragionevolmente ottenere”Puoi darci un consiglio su come recuperare i costi di un nuovo impianto anche in ambito privato?“Una delle novità di maggiore rilievo previste dalla Legge di Stabilità è la proroga fino al 31 dicembre 2017 delle detra-zioni fiscali al 65% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, il cosiddetto Eco bonus. Gli interventi di efficientamento di parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, sono invece stati prorogati fino al 31 dicembre 2021. In quest’ultimo caso e qualora siano rispet-tate un insieme di condizioni riportate nel provvedimento, l’incentivo può salire al 70 o anche al 75% del totale delle spese. Occorre comunque che vi sia l'Attestato della Prestazione Energetica degli edifici (APE), redatto da professionisti abilitati come noi. Il mio consiglio è quello di richiedere una consulenza personalizzata per cogliere questa opportunità. L’agevolazione è prevista anche per edifici di proprietà di istituti autonomi per le case popolari e adibiti ad edilizia residenziale pubblica. L’obiettivo di queste incentivazioni è di contribuire al raggiungimento degli obiet-tivi in tema di efficienza energetica, considerato l’aumento dei consumi di energia per usi civili.”

Curiosi di ritrovarti al prossimo step, ti ringraziamo per il tuo prezioso aggiornamento! Ci racconterai?

“Ovviamente, è essenziale che molti conoscano i meccanismi che ci permet-tono di portare un contributo reale in termini di efficientamento.Alla prossima!”

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dott. Sandro Pocognoli

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cross trainingintensità, intensità, intensità...

Ecco su cosa puntiamo quest’anno nel nostro corso cross training. Allenamenti brevi, sempre variati e per persone che hanno voglia di sudare, divertendosi e mettendo alla prova se stesse e perché no confrontandosi con gli altri!Ecco la vera novità e l’obiettivo di quest’anno: la determinazione.Siamo certi che la determinazione sia la chiave per raggiungere la massima intensità e quindi i risultati che desideri: tonico e forte divertendoti. Tramite una serie di circuiti selezionati dai nostri istruttori e sempre esposti in sala in un apposito forex ti diamo la pos-sibilità di misurarti costantemente con te stesso e con gli altri,tirare fuori il meglio di te e anche ciò che non pensavi di riuscire a fare.Stiamo parlando di superare i tuoi limiti, stringere i denti per fare una rep in più o vincere di qualche secondo sul timer!Tutto questo sotto l’occhio attento degli istruttori che sapranno accompagnarti nell’ imparare o migliorare sia i movimenti funzio-nali che le tue attitudini. Non sai se sei fatto per tutto ciò? Pensi sia troppo difficile o di non essere in grado? Non preoccuparti vieni a provare e a scoprire che non solo ti divertirai un mondo ma che ci sarà un istruttore e tante persone del tuo gruppo pronte a sostenerti e a incitarti!

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