INTRODUZIONE ALLA DEPURAZIONE DEI REFLUI DA...
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La disciplina generale degli scarichi contenuta
nella parte Terza, titolo III, Capo III del decreto legislati-
vo 3 aprile 2006, n. 152, distingue due tipologie: scari-
chi di acque domestiche o ad esse assimilabili; scarichi
industriali. Fra gli scarichi industriali, particolarmente
importanti sono quelli delle cantine vinicole, il cui inqui-
namento è talmente elevato da richiedere una partico-
lare attenzione nell’individuazione delle soluzioni più
idonee per una corretta depurazione.
Il nuovo approccio giuridicosi adegua agli standard
europei e impone che tutte le aziende che producono
acque reflue nel processo di produzione siano soggette
all’autorizzazione allo scarico e alla depurazione delle
acque, se non rispettano i limiti fissati negli Allegati. Le
aziende enologiche, pertanto, necessitando di acqua
per la pulizia di tutti i macchinari e serbatoi, ricadono
negli obblighi di legge previsti dal D. Lgs. 152/06.
Normalmente si è portati a pensare che le cantine
non costituiscano un “problema” ecologico poiché si
considera limitato il consumo idrico. Inoltre si è portati
a credere che la presenza nei reflui di sole sostanze
organiche non possa essere dannosa all’ambiente na-
turale. Tuttavia è bene confutare tali osservazioni: gli
scarichi degli stabilimenti enologici, se non sono oppor-
tunamente trattati, comportano gravi danni alla fauna
ittica se lo scarico avviene su corpo idrico o notevoli
problemi gestionali ai depuratori consortili se lo scarico
avviene in fognatura o notevoli inquinamenti alla falda
idrica e al sottosuolo se lo scarico avviene sul sopra-
suolo. Tanto per dare un termine di paragone, una pic-
cola cantina che lavora 10000 q di uva in un anno sca-
rica durante il periodo della vendemmia come un paese
di 500 abitanti.
Le cantine devono quindi entrare nell’ottica di
adeguarsi ai contenuti della normativa vigente,che si
traduce nel rispetto dell’ambiente naturale ed agricolo
sul quale le cantine stesse insistono.
Premessa
En. Ec. Srl —Fitodepurazione - Biolaghetti - Biopiscine - Trattamento acque
INTRODUZIONE ALLA DEPURAZIONE
DEI REFLUI DA CANTINA
Peculiarità del comparto vinicolo
1
L'inquinamento prodotto dalla cantina è di natura
essenzialmente organica dovuto alle sostanze asporta-
te dall'acqua durante le operazioni di lavaggio e nor-
malmente presenti nei vini quali alcool etilico e metili-
co, zuccheri, acidi organici, polifenoli (poco degradabili),
sostanze tanniche e lieviti sia allo stato disciolto che in
sospensione. Accanto agli elementi presenti in soluzio-
ne ve ne sono di sospesi, quali frammenti di graspi,
vinaccioli, pellicole, tartrati e i residui dei prodotti utiliz-
zati nelle reazioni di chiarificazione e demetallizzazione
dei vini, quali farine fossili, bentoniti, ferrocianuro di
potassio, anidride solforosa, carboni attivi, etc. In più si
trovano soluzioni alcaline e tensioattivi cationici impie-
gati nelle operazioni di pulizia.
Il trattamento delle acque di scarico delle cantine
di vinificazione costituisce pertanto un problema di non
facile soluzione a causa della stagionalità della lavora-
zione per lo più concentrata in 1-2 mesi all’anno rica-
denti nel periodo autunnale della vendemmia. Pertanto
le produzioni e il carico inquinante dei reflui di cantina
sono discontinui nel corso dell’anno e variabili in fun-
zione delle fasi di produzione e dei processi di vinifica-
zione adottati e delle lavorazioni sostenute. In conse-
guenza delle oscillazioni nella composizione chimico-
fisica degli effluenti, anche il loro possibile effetto inqui-
nante varia sensibilmente.
Considerevoli sono anche gli apporti di metalli
pesanti (rame in particolare, per la massiccia utilizza-
zione dello stesso nei programmi di protezione fitosani-
taria della vite).
Da un punto di vista impiantistico, la depurazione
di tali acque reflue costituisce un serio problema, sia
per gli elevati carichi inquinanti, sia per la variabilità nel
tempo di tanti parametri che impediscono a priori di
avere un quadro di riferimento definito e definitivo.
In particolare durante la vendemmia si concentra-
no i consumi d'acqua (oltre 50% dei consumi annuali) e
si raggiungono i picchi massimi delle concentrazioni di
COD che risultano essere almeno 5 volte superiori al
periodo primaverile ed estivo. Appare del tutto eviden-
te, allora, la difficoltà di concepire un impianto di depu-
razione classico per gestire portate e carichi elevati per
due mesi all’anno mentre risulta eccessivamente sovra-
dimensionato per il resto dell’anno. Perciò la progetta-
zione dell’impianto di depurazione della cantina deve
evitare dimensionamenti eccessivi che comportano
costi troppo elevati per la realizzazione e difficoltà nel
gestire poi le portate minime durante i periodi di basso
carico, ma nel contempo deve tenere conto di futuri
aumenti di produzione dello stabilimento poiché si deve
ragionevolmente pensare che il depuratore debba ope-
rare almeno per 15 - 20 anni prima di procedere a ri-
strutturazioni o a interventi sostanziali di modifica.
I sistemi di depurazione tradizionali hanno biso-
gno, per un buon funzionamento, di un afflusso dei
reflui costante, anzi più è costante ed equilibrato e più i
sistemi di depurazione risultano efficienti ed utili per il
loro scopo. L'impossibilità di mantenere un afflusso dei
reflui continuo nel tempo, elemento che caratterizza le
cantine, necessita quindi di soluzioni depurative idonee
e differenti, progettate da professionisti del settore.
I principali elementi di valutazione per la scelta
delle soluzioni impiantistiche più performanti sono:
portate e caratteristiche dei reflui; ubicazione dello sta-
bilimento e caratterizzazione ambientale-urbanistica
del sito; natura del corpo ricettore; limiti imposti allo
scarico; efficienza depurativa richiesta; disponibilità per
lo smaltimento dei residui; esigenza di riutilizzare le
acque depurate; ottimizzazione e sensibile riduzione
dei consumi energetici; riduzione dei costi gestionali e
di investimento.
Scelta delle soluzioni depurative
più idonee
En. Ec. Srl —Fitodepurazione - Biolaghetti - Biopiscine - Trattamento acque
Configurazione tipica degli
impianti proposti
Inoltre, gli impianti proposti da “EN. EC. Srl” sono
ecosostenibili e tengono conto dei seguenti aspetti:
funzionamento costante nel tempo,per garantire la sal-
vaguardia delle acque superficiali e delle falde acquife-
re, soprattutto se la cantina è alimentata con pozzi per-
forati; sensibile risparmio di acqua attraverso il riutilizzo
delle acque reflue depurate; basso o quasi nullo impat-
to ambientale; salubrità dei materiali utilizzati per la
costruzione; utilizzo, dove possibile, di materiali riciclati
e/o riciclabili.
Per le cantine non è possibile fornire progetti stan-
dardizzati. Il dimensionamento di un depuratore deve
quindi soddisfare in prima analisi l'andamento stagio-
nale sia delle portate idrauliche sia dei carichi inqui-
nanti assicurando il massimo della flessibilità. Gli im-
pianti sono progettati a “moduli” in maniera da utilizza-
re l’intera potenzialità nei periodi di vendemmia e per
tutto il resto dell’anno funzionare in maniera parziale
così da abbattere notevolmente i costi di utilizzo.
Per garantire la necessaria elasticità funzionale si
utilizzano soluzioni con più linee di trattamento da col-
legare in serie e possibilità di by-passare alcuni moduli,
utilizzando la massima capacità depurativa solo nel
periodo della vinificazione.
In generale lo schema di trattamento adottato
prevede sicuramente: grigliatura; accumulo ed equaliz-
zazione del refluo; depurazione con tecnologie naturali
di fitodepurazione.
In funzione delle caratteristiche intrinseche e di
una serie di parametri tecnico-economici, lo schema
può essere di volta in volta integrato da: neutralizzazio-
ne del pH; trattamento biologico (SBR – MBR – Filtri
biologici, ecc.); sistemi di affinamento con fitodepura-
zione, ecc.
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Il punto di forza e di innovazione degli impianti
proposti da “EN. EC. Srl” è senza dubbio rappresentato
dal ricorso massiccio a tecniche naturali di depurazione
e tecnologie innovative che rispettando il più possibile
l’ambiente e il paesaggio, sono caratterizzate da bassi
costi di costruzione e di esercizio e oneri di conduzione,
ossia dal comparto di fitodepurazione. Spesso si asso-
cia al termine fitodepurazione il concetto di un’area a
verde da realizzare semplicemente mediante uno scavo
e la piantumazione di specie vegetali, tuttavia la proget-
tazione, la realizzazione e la gestione richiedono com-
petenze specifiche e notevoli esperienze per evitare la
spiacevole sorpresa di un funzionamento insoddisfa
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Prima configurazione di impianto
cente (intasamenti, pendenze non rispettate, rese
depurative non soddisfacenti, regolare crescita e svilup-
po delle piante, ecc), trascurando così le infinite possi-
bilità in termini di depurazione e risparmio economico
offerte da un impianto correttamente progettato e rea-
lizzato. A tal proposito, quindi, non esiste una sola tec-
nologia di fitodepurazione, ma di volta in volta può es-
sere conveniente realizzare:
Fitodepurazione tradizionale ibrida (FSS-V + FSS-H
+ FWS): un sistema a più letti in cui il refluo percola
verticalmente e/o orizzontalmente, viene raccolto alla
base ed inviato ad un laghetto naturale da cui può es-
sere prelevato per essere riutilizzato;
Seconda configurazione di impianto
Sistema ibrido
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Fitodepurazione “Alla Francese” (VRBF + FSS-V +
FSS-H): un sistema a percolazione verticale all’interno
del letto che sostituisce i trattamenti preliminari e ne-
cessita solo di una sezione di grigliatura, offrendo il
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vantaggio di non produrre fanghi che devono poi
essere gestiti e smaltiti successivamente con costi non
trascurabili;
Fitodepurazione alla francese
FCC, Fertirrigazione Confinata e Controllata: siste-
ma brevettato unico in Europa, frutto della ricerca italia-
na, ad evapotraspirazione totale, che depura i reflui
all’interno del letto filtrante e poi li fa evaporare
attraverso la vegetazione, eliminando il problema dello
“scarico” dei reflui;
Fertirrigazione confinata
Fitodepurazione con letto di Zeolite e piante inocu-
late: sistema innovativo di depurazione che sfrutta la
combinazione tra la proprietà della zeolite di assorbire
gli inquinanti e la proprietà delle piante di sequestrare
e ridurre la sostanza organica e inorganica.
In definitiva, la fitodepurazione è una tecnica che
ben si presta alla depurazione dei carichi enologici in
quanto permette di sopportare forti variazioni del carico
idraulico e organico, presenta contenuti costi di realiz-
zazione e gestione, permettendo nello stesso tempo il
raggiungimento dei parametri minimi previsti dalla leg-
ge, ed è il sistema meno impattante a livello di inquina-
mento. Effettuato il trattamento, le acque reflue posso-
no essere utilizzate per scopi agricoli, per esempio irri-
gazione o trattamenti fitosanitari, consentendo un note-
vole risparmio economico e di acqua, anche per chi
preleva le acque da pozzi artesiani. Ultimo, ma non
meno importante, si tratta di una tecnica a basso im-
patto ambientale con ottime ricadute di immagine per
chi la utilizza, fondamentale soprattutto per chi
esporta vini all’estero, in particolare in Paesi dove è
alta la sensibilità ambientale, permettendo inoltre di
poter ottenere certificazioni ambientali e di qualità che
possono dar lustro all’Azienda.
Conclusioni
“EN. EC. Srl” si occupa della progettazione e realiz-
zazione degli impianti descritti in questo breve opusco-
lo. Quando realizziamo un impianto seguiamo lo start
up e lo gestiamo insieme a Voi almeno per la prima
vendemmia (salvo accordi diversi di estensione dell’as-
sistenza), andando poi a formare una figura all’interno
della cantina che sia in grado di gestire i processi di
depurazione con competenza e in piena autonomia.
La società “EN.EC Srl” inoltre, presente sul territo-
rio pugliese da diversi anni, dopo aver realizzato l’im-
pianto fornisce un continuo apporto nelle fasi di manu-
tenzione ordinaria e straordinaria.
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