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INTRODUZIONE I nostri paesi entrano nella storia intorno al Mille e si presentano divisi: quelli della zona di Fontanafredda appartengono all’area di Porcia, quelli della zona di Vigonovo, all’area di Sacile. Col passar dei secoli la divisione si consolida: Fontanafredda e Villadolt diventano comuni del distretto di Porcia; Vigonovo, del distretto di Sacile (nel 14° secolo, per qualche tempo, di Caneva). Così li trovò Napoleone: comuni separati fra loro, felicemente separati si potrebbe addirittura supporre. Ma li trovò anche scarsi di popolazione e allora, decreto 14 luglio 1807 alla mano (“I comuni vicini che non raggiungono i 3.000 abitanti possono essere fra loro aggregati’), li uni in un “comune solo e individuo”. L’operazione avvenne in due tempi. Nel 1807 venne unito Fontanafredda a Villadolt e nacque il comune di Ronche (635 abitanti); tre anni dopo, questo venne aggregato al comune di Vigonovo, che in tal modo raggiunse una popolazione di 1920 persone. Fontanafredda e Villadolt, cresciute, come si è visto, nel medesimo distretto (di Porcia) e nella medesima parrocchia (fino al 1607 di Palse, poi di Fontanafredda), già legate da cento fili e parentele, non impacciate da confini interni, si erano unite benissimo; tanto bene che da qui in avanti, quando si sentirà parlar di Fontanafredda, bisognerà intendere anche tutte le “ville” della sua zona: Ceolini, Ronche, Villadolt, Camolli e Casut. Ma tra Vigonovo e Fontanafredda la faccenda si presentò subito diversa. Un confine tra loro c’era, eccome; a memoria d’uomo c’era sempre stato, non solo di comune ma di parrocchia e distretto; un confine storico, rispettato dalle guardie del Podestà e Capitano di Sacile da una parte, “dalli archibusieri del Conte di Portia” dall’altra, dai due pievani nei loro giri di benedizioni e questue; un confine che, durante le non infrequenti epidemie, veniva sbarrato sulle strade con “restelli’ come dire cancelli, ben sorvegliati per impedire il passo ai viandanti privi della fede di sanità. I restelli, per la cronaca, venivano posti sullo Sdornàl: alla fontana (non lontano dall’incrocio dell’attuale corso Leopardi con via Gortani) e ai guadi (su via Colombo e, più sotto, su via Stringher); non su via Cavour naturalmente, oggi pur attraversata dallo Sdornàl, perché ancora non esisteva. * * * Mi si permetta una parentesi. Lo Sdornàl (una volta ruscello di risorgiva, oggi scarico di acque d’irrigazione) si chiama così perché duemila anni fa la sua sorgente si chiamava Fontana di Saturno: SATURNALIS FONS. Lo dice il nome stesso, ma anche una pietra, dissotterrata vicino alla palla superiore durante scavi di canalizzazione, su cui era ancora possibile leggere: SAT…AL.. …S

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INTRODUZIONE

I nostri paesi entrano nella storia intorno al Mille e si presentano divisi:quelli della zona di Fontanafredda appartengono all’area di Porcia, quelli dellazona di Vigonovo, all’area di Sacile. Col passar dei secoli la divisione siconsolida: Fontanafredda e Villadolt diventano comuni del distretto di Porcia;Vigonovo, del distretto di Sacile (nel 14° secolo, per qualche tempo, di Caneva).

Così li trovò Napoleone: comuni separati fra loro, felicemente separati sipotrebbe addirittura supporre. Ma li trovò anche scarsi di popolazione e allora,decreto 14 luglio 1807 alla mano (“I comuni vicini che non raggiungono i 3.000abitanti possono essere fra loro aggregati’), li uni in un “comune solo eindividuo”.

L’operazione avvenne in due tempi. Nel 1807 venne unito Fontanafredda aVilladolt e nacque il comune di Ronche (635 abitanti); tre anni dopo, questovenne aggregato al comune di Vigonovo, che in tal modo raggiunse unapopolazione di 1920 persone.

Fontanafredda e Villadolt, cresciute, come si è visto, nel medesimo distretto(di Porcia) e nella medesima parrocchia (fino al 1607 di Palse, poi diFontanafredda), già legate da cento fili e parentele, non impacciate da confiniinterni, si erano unite benissimo; tanto bene che da qui in avanti, quando si sentiràparlar di Fontanafredda, bisognerà intendere anche tutte le “ville” della sua zona:Ceolini, Ronche, Villadolt, Camolli e Casut.

Ma tra Vigonovo e Fontanafredda la faccenda si presentò subito diversa.

Un confine tra loro c’era, eccome; a memoria d’uomo c’era sempre stato,non solo di comune ma di parrocchia e distretto; un confine storico, rispettatodalle guardie del Podestà e Capitano di Sacile da una parte, “dalli archibusieri delConte di Portia” dall’altra, dai due pievani nei loro giri di benedizioni e questue;un confine che, durante le non infrequenti epidemie, veniva sbarrato sulle stradecon “restelli’ come dire cancelli, ben sorvegliati per impedire il passo ai viandantiprivi della fede di sanità. I restelli, per la cronaca, venivano posti sullo Sdornàl:alla fontana (non lontano dall’incrocio dell’attuale corso Leopardi con viaGortani) e ai guadi (su via Colombo e, più sotto, su via Stringher); non su viaCavour naturalmente, oggi pur attraversata dallo Sdornàl, perché ancora nonesisteva.

* * *

Mi si permetta una parentesi. Lo Sdornàl (una volta ruscello di risorgiva,oggi scarico di acque d’irrigazione) si chiama così perché duemila anni fa la suasorgente si chiamava Fontana di Saturno: SATURNALIS FONS.

Lo dice il nome stesso, ma anche una pietra, dissotterrata vicino alla pallasuperiore durante scavi di canalizzazione, su cui era ancora possibile leggere:

SAT…AL.. …S

SATURNALIS FONS! Un nome che attesta e conferma una stabilepresenza romana nella nostra zona, un nome che evoca tutta una civiltà. Chi saquali cerimonie avran fatto, presso quella Fontana di Saturno, i coloni di alloraper propiziarsi il dio della seminagione, Saturno appunto. Molto probabilmentegli avran dedicato anche la strada che vicino alla fontana passava.

Un pezzo di quella strada è stato incluso, e definitivamente salvato!, nelparco della Nuova Villadolt: perché non lo chiamiamo SATURNALIS VIA ?

* * *

Parrocchie diverse, comuni diversi, distretti diversi, e Sdornàl frammezzo,avevano tenuto le comunità di Fontanafredda e di Vigonovo perfettamenteestranee l’una all’altra; proprio come erano alle origini. Senza quel decretonapoleonico, mai si sarebbero messe insieme, questo è poco ma sicuro.

Abituate al proprio piccolo mondo, ai piccoli consueti problemi, alle piccoleprevedibili soluzioni, l’improvviso allargamento d’orizzonte e di responsabilità letrovò impreparate e quindi ostili. Abituate a sentirsi padrone in casa propria, maincapaci di sentire casa propria il nuovo comune perché incapaci di abbatterevecchi confini mentali, ognuna vide nell’altra un’intrusa, una rivale, unacompagna di catena.

Nei cent’anni di passione che seguirono, troviamo che da quell’unioneforzata tutti si ritengono danneggiati: i Vigonovesi perché il comune, nato “diVigonovo”, dopo neanche un anno, nel 1811, è diventato “di Fontanafredda “e làil municipio è migrato; i Fontanafreddesi perché dentro quel municipio sono unaminoranza senza futuro, destinata a rimaner tale.

Nei cent’anni di passione che seguirono, troviamo che le due parti voglionosempre e ardentemente la separazione, ma troviamo che Vigonovo, in attesa eaddirittura in alternativa della medesima, vuole ridiventar capoluogo e soprattuttoriavere il municipio; incontrando qui la più viva, la più decisa, la più appassionataresistenza di Fontanafredda.

L ‘amministrazione austriaca, succeduta alla napoleonica, costituzional-mente allergica ad ogni cambiamento, non lasciò spazio a nostre iniziative diseparazione o di altro, le quali pertanto scoppiarono nel 1866, all’arrivo degli“Italiani”, o poco prima. Era dal ‘48 che si continuava a parlar di libertà; quelloparve ai Nostri il momento buono per acchiapparla e allora, via!, consiglicomunali, ordini del giorno, delibere, petizioni, viaggi a Roma. Per dividere ilcomune. Per tenere il municipio qui. Per spostare il municipio là.

Non sempre la libertà dell’uno coincide con la libertà dell’altro.Ma la cosa più triste di tutta la triste faccenda è che, nei cent’anni di

passione che seguirono, non una persona si levò, non una sola, a proporrel’accettazione della nuova realtà, il superamento del campanilismo, una visioneamministrativa che andasse oltre la “carriola di ghiaia”.

Ne doveva passar di acqua giù per lo Sdornàl prima che ciò accadesse!Ma vediamo come andarono le cose.

QUESTA DIVISIONE S’HA DA FARE

Seduta straordinaria del consiglio comunale del 15 settembre 1881.

Presenti i signori: Angelo Diana, Zilli dott. Nicolò, Celeste Filermo,Luciano Graziani, Andrea Da Pieve, Pietro Rossetti, Angelo Verardo, Angelo DeRovere, Sante Nadin, Pietro Cimolai, Basilio Nadin, Basilio Sfreddo, GregorioBressan, Pietro Della Schiava, Angelo Marzocco, Antonio Camiel, Paolo Ceolin.

RICOSTITUZIONE IN COMUNI SEPARATI DELLE FRAZIONIVIGONOVO E FONTANAFREDDA

Il signor presidente fa dar lettura all'onorevole consiglio comunale dellapregiata nota dell’Ill.mo Signor Commissario Distrettuale del 13 corrente n. 6299e quindi invita a deliberare in proposito.

Dopo una breve discussione, sempre nel senso favorevole alla ricostituzionein comuni separati delle frazioni Fontanafredda e Vigonovo, vien concordato ilseguente

ORDINE DEL GIORNO

VISTA la relazione del dott. Antonio Cardazzo in data 14 gennaio scorsoimprontata alla più scrupolosa verità ed esattezza, accettata e firmata da unanumerosissima schiera di elettori di ambe le frazioni, accolta anchefavorevolmente da questo Consiglio nella seduta 11 aprile 1881;

CONSIDERATO che sola, anzi unica misura per il benessere materiale emorale del Comune, per lo ristabilimento della pace e tranquillità finora turbate,sarebbe la disgregazione del Comune e la conseguente ricostituzione in duedistinti Comuni

IL CONSIGLIO COMUNALE DELIBERA

di domandare, come domanda, al Governo del Re lo scioglimento dell’unitàdel Comune e la conseguente costituzione delle due frazioni di Fontanafredda eVigonovo in due Comuni distinti e che l’invocato provvedimento debba seguireper Decreto Reale o, in via straordinaria, per legge speciale.

Letto, approvato e firmato.

IL CONSIGLIERE ANZIANO IL PRESIDENTEAngelo Marzocco Angelo Diana

IL SEGRETARIOMatteo Cimolai

TEMPI CALDI

Seduta straordinaria del 17 agosto 1884.

Presenti i signori: Pietro Della Schiava, facente funzione di Sindaco;Angelo Giol, Gioachino Bressan, Marco Cimolai, Angelo Marzocco, EugenioCimolai, Basilio Nadin, Luciano Graziani, Celeste Filermo, Valentino Da Pieve.

Oggetto: Ricorso per irregolarità elettorali presentato da alcuni elettori.

Il consigliere Marco Cimolai, a sostegno del ricorso letto dal Presidente,dice che il seggio fu chiuso prima dell’ora prescritta, che non ci fu controllo fra ilnumero dei votanti e quello delle schede, che non venne fatto il secondo appellodegli elettori della frazione di Fontanafredda.

- Non è vero, ribatte il consigliere Valentino Da Pieve, il secondo appellovenne fatto e cominciò vari minuti dopo la chiusura, avvenuta regolarmente

alle ore 13, stando all’orologio della sala e come possono far fede i signori Zillidott. Nicolò e Guarnieri dott. Valentino. E il controllo del numero delle schedecon quello dei votanti lo feci io stesso come scrutatore.

- Il secondo appello non fu fatto, insiste Marco Cimolai, e le votazionivennero chiuse prima delle 13, come risultò dagli orologi dei reclamanti e daquello dell’ing. Gio Batta Sartori. In proposito promuoverò un’investigazionegiudiziaria. Propongo pertanto che siano dichiarate valide le votazioni diFontanafredda e nulle quelle di Vigonovo perché il numero dei votanti diquest’ultima poteva cambiare il risultato delle votazioni.

Interviene il sig. Luciano Graziani: - Premetto che non faccio questione dipersone o di circostanze. Affermo solo che, nelle tre volte in cui sono entratonella sala delle votazioni, mai ho riscontrato la minima irregolarità. Comeassessore comunale quindi accompagnerò il ricorso al Regio CommissarioDistrettuale con parere contrario. Propongo invece il seguente

ORDINE DEL GIORNO

VISTO che nessuna disposizione è stata violata perché il secondo appelloebbe inizio un’ora dopo mezzodì e quattro ore dopo il primo;

VISTO che lo scrutatore Valentino Da Pieve dichiara che il numero deivotanti corrispondeva esattamente al numero delle schede spogliate;

VISTO che il secondo appello venne regolarmente effettuato perchérisposero alla chiamata gli elettori presenti tanto di Fontanafredda quanto diVigonovo;

le elezioni amministrative di questo Comune effettuate il 13 luglio 1884sono valide.

Marco Cimolai rimane fermo: - Nossignore! Il secondo appello non vennefatto e mi riservo di presentare dimostrazione scritta.

Valentino Da Pieve e Gioachino Bressan precisano: - Nel secondo appello inomi degli elettori di Fontanafredda vennero chiamati fino a metà, poi fuchiamato il nome dell’unico elettore presente in sala, il sig. Francesco Zilli,

saltando gli altri. Completo fu l’appello degli elettori di Vigonovo.- Quindi, trionfa il Cimolai, per Fontanafredda la cosa non fu regolare ed

ho ragione di chiedere la nullità delle votazioni di Vigonovo.Il Consiglio respinge il ricorso con voti contrari 7, due favorevoli, astenuto

Graziani.

Seduta del 10.10.1884.

- Il Consiglio Comunale tiene l’ufficio del Giudice Consigliatore dovevuole, risponde Marco Cimolai a Celeste Filermo che s’era lagnato perché dettoufficio era a Vigonovo anziché a Fontanafredda.

AGITAZIONI DI MAGGIO. GIORNO 14

- Per 900 lire di pigione l’anno offro l’intera casa mia per sistemarviscuole, ufficio municipale , posta, alloggi per il medico e per un maestro, proponel’assessore Luciano Graziani.

L ‘offerta viene respinta, ma da un Consiglio ridotto a nove persone.

GIORNO 17.

- Per 600 lire di pigione l’anno offro il “maschio” di casa mia per ufficiomunicipale ed alloggio del medico, ripropone l’assessore.

- L’ufficio municipale sta bene do v’è, ribattono Angelo Giol, Angelo DelFiol e Paolo Ceolin; i consiglieri di Vigonovo, per il municipio, hanno in mentequalcosa, un certo piano, e non possono permettere cambiamenti di situazione.Stranamente però il vigonovese Marco Cimolai si schiera con Graziani; è l’unicodel Consiglio perché, più stranamente ancora, contro la proposta Graziani votanoanche i quattro consiglieri di Fontanafredda presenti in sala. Rottura di fronte maisuccesso.

Graziani si sente tradito, tradito da Valentino Da Pieve, da Celeste Filermo,da Valentino Guarnieri, da Basilio Sfreddo. E reagisce.

- Per dimostrare che non ho avuto di mira il mio interesse ma solo quellodel Comune, chiedo che la mia offerta venga esaminata dalle autorità superiori. Emi dimetto. Sissignori, mi dimetto da assessore, da consigliere, da membro dellaCongregazione di Carità, da membro della Giunta di Statistica.

Il Consiglio, naturalmente con voto unanime, respinge le dimissioni, ma ilGIORNO 24 deve prendere atto che il Graziani ha inteso dare dimissioniirrevocabili, irrevocabilissime. Che tali rimarranno perché il signor Luciano insala del Consiglio non entrerà più.

Almeno fino a quando ce la farà a resistere. Cioè per ben 209 giorni.

OPERAZIONE “LUOGO CENTRICO”

Seduta straordinaria del 16 ottobre 1885.

Presenti i signori: Zilli dott. Nicolò, sindaco; Eugenio Cimolai, Angelo DeRovere, Paolo Ceolin, Angelo Del Fiol, Gioachino Bressan, Angelo Marzocco,Giuseppe Pasut, Serafino Nadin, Angelo Bressan, Gio Maria Bressan, ValentinoDa Pieve, Angelo Giol, Pietro Della Schiava, Antonio Liberali.

Oggetto: Nomina di una commissione di tre membri la quale, unitamente adun ingegnere di sua scelta faccia gli opportuni studi per stabilire il luogo cèntricodel comune per la costruzione dell’ufficio municipale e riferisca al consiglio.

Il presidente Zilli si esprime così: - L’argomento mi risveglia il pensiero atristi e dolorose discordie che vorrei non sopite ma spente del tutto e per sempre.Quale capo di questa Amministrazione, o signori, non posso fare a meno dipresentarvi alcune considerazioni economico-politiche di grave momento.

E un fatto innegabile che l’attuale ufficio municipale, per la limitataquantità di vani e più specialmente per la loro ristrettezza, lascia forse adesiderare.

E pure un fatto che il proprietario di questo stabile, non per propria volontàma per forza maggiore, può essere obbligato in ogni momento a darci disdettaformale lasciandoci momentaneamente in qualche imbarazzo.

Dinanzi a questa situazione la proposta dell’onorevole Ceolin potrebbeessere appoggiata, se non nella sua integrità, almeno in parte. Ma quando, EgregiSignori, dò solo uno sguardo alle ingenti spese che il bilancio ci mette innanzi,quando dò ascolto ai pianti ed ai guai dei poveri contribuenti, taluni dei qualiveggo ridotti da proprietari in affittajuoli, allora penso sia dovere di onesticittadini e buoni amministratori della cosa pubblica andare assai guardinghinell’affrontare spese non fruttifere o non strettamente necessarie.

Per realizzare i progetti di nuove strade e di locali per le scuole abbiamodovuto già stanziare un'egregia somma, e una somma gravissima dovremostanziare per le strade di Nave e dei Ceolini.

Quando penso che nel bilancio frazionale di Fontanafredda siamo gravatidall’eccessiva sovraimposta di centesimi 90 per ogni lira di imposta diretta, allorapiù che mai mi sembra che sia d’uopo rinunciare per ora a nuovi lavori e chequindi sia almeno estemporanea se non inutile anche la nomina di unacommissione per gli studi relativi. I quali, prima di venire un fatto compiuto,sarebbero destinati ad ammuffire in qualche gabinetto d’antichità.

Ed ora un’ultima considerazione e poi ho finito.

Qualora il Consiglio accettasse la proposta che si trova all’ordine delgiorno, i frazionisti di Vigonovo non vedrebbero con questo realizzarsi il lorotanto vagheggiato sogno del cambiamento di nome del Comune: non èl’ubicazione del fabbricato municipale che dà il battesimo ad un comune, ma idiritti acquisiti dal tempo, dalle consuetudini e da speciali decreti.

Invece si può sperare che per il continuo aumento della popolazione e permutate circostanze possa venire il giorno che senza scosse né progetti rovinosiquesto Comune abbia a realizzare le sue aspirazioni di scindersi in due centriautonomi, restando buoni amici e vicini.

A scanso di equivoci chiarisco che non intendo combattere la propostaCeolin per spirito di campanile; quale capo di questa Amministrazione mi ispiroal pubblico bene e non all’egoismo e allo spirito di parte.

Il sig. Paolo Ceolin chiarisce: - L’oggetto all’ordine del giorno viene da meproposto solo perché ritengo indecoroso per un comune di una certa importanzacome il nostro non avere un fabbricato per l’Ufficio Municipale.

Interviene il sig. Valentino Da Pieve: - Quando si è trattato di recar vantaggialla pubblica amministrazione il Consiglio mi ha sempre trovato disponibile; inquesto momento, di fronte alle ristrettezze economiche del Comune, propongo disospendere la trattazione di questo oggetto, riservando di riprenderla quando lecircostanze finanziarie lo permetteranno.

Posti ai voti, l’ordine del giorno Ceolin ottiene undici voti favorevoli, trecontrari, astenuto il sig. Zilli. Il sig. Marco Cimolai era uscito di sala.

La votazione per la nomina dei tre membri della commissione dà il seguenterisultato:

Basilio Sfreddo, voti 11Gioacbino Bressan, voti 11Pietro Cimolai, voti 10Astenuti dal votare: Zilli dott. Nicolò, Giuseppe Pasut, Valentino Da Pieve

e Antonio Liberali.

* * *

Seduta ordinaria del 26 aprile 1886.

Presenti: Zilli dott. Nicolò, Gioachino Bressan, Serafino Nadin, AngeloMarzocco, Angelo Bressan, Marco Cimolai, Angelo De Rovere, Angelo Dcl Fiol,Paolo Ceolin, Giuseppe Pasut, Valentino Da Pieve, Guarnieri dott. Valentino,Luciano Graziani, Pietro Della Schiava.

Oggetto: Autorizzare la spesa per gli studi opportuni onde stabilire il luogocèntrico del Comune per la sistemazione dell’Ufficio Municipale.

Il Presidente invita l’assessore Paolo Ceolin ad illustrare il suo ordine delgiorno e questi aggiunge poche parole alla mozione presentata.

Il consigliere Pietro Cimolai, ottenuta la parola, così si esprime:

- Spero che nessuno dubiti delle mie aspirazioni; per non essere fraintesodichiaro esplicitamente che voterò sempre in favore di proposte che possonoriuscire di vantaggio alla frazione di Vigonovo. In questo caso però non posso

proprio associarmi alla mozione del collega Ceolin perché non collima con ladeliberazione consiliare 10 ottobre 1885, la quale indica nettamente eprecisamente la via da percorrere nella trattazione di tal oggetto.

Quella delibera è passata in giudicato e quindi noi abbiamo unacommissione la quale deve eseguire le incombenze demandatele e riferire alConsiglio per sentire da esso il verdetto definitivo.

Ora nulla ancora è stato fatto e la proposta Ceolin è astratta e non si puòaccogliere. Tanto più che implicitamente verrebbe a menomare gli effetti dellasuccitata delibera.

Il consigliere Guarnieri svolge alcune considerazioni di ordine finanziario.Dice che i vantaggi materiali per la frazione di Vigonovo sarebbero sogni eipotesi e che i possidenti sono gravati da tali spese che non è possibileaggiungerne altre.

Il consigliere Cimolai, in risposta al preopinante, osserva che secolariaspirazioni non possono essere obliterate, che vi sono interessi morali chesovrastano ogni interesse materiale e presenta il seguente

ORDINE DEL GIORNO

“Il Consiglio Comunale fa voti perché la delibera 16.10.1885 abbiaesecuzione.”

Tale ordine del giomo viene approvato per alzata e seduta con votifavorevoli 11. Zilli, Guamieri, Graziani, Da Pieve e Pasut, astenuti.

* * *

Seduta ordinaria del 6 gennaio 1887.

Presenti: Zilli dott. Nicolò, sindaco; Basilio Sfreddo, Angelo Pivetta,Giuseppe Pasut, Luciano Graziani, Valentino Da Pieve, Guarnieri dott. Valentino,Gioachino Bressan, Eugenio Bressan, Serafino Nadin, Angelo Marzocco, MarcoCimolai, Paolo Ceolin, Angelo De Rovere, Angelo Del Fiol, Pietro Diana,Angelo Giol, Pietro Della Schiava.

Oggetto: Relazione della commissione incaricata di fissare il luogo cèntricoper la costruzione dell’edificio municipale e provvedimenti da prendersi.

Il presidente fa conoscere che la commissione ha presentato il proprioelaborato dal quale risulta che il luogo cèntrico del comune è sulla stradaVigonovo - Fontanafredda, a 700 metri circa dal centro di Vigonovo.

- Il signor Basilio Sfreddo, continua il presidente, si è rifiutato di firmarlaper coerenza: egli e i suoi colleghi di Fontanafredda hanno sempre combattutol’obiettivo e disapprovato la nomina della commissione stessa. La qualecommissione, formata con maggioranza di Vigonovo, viene in ultima analisi adessere giudice in causa propria.

Ma la ragione fondamentale del suo rifiuto sta nel fatto che conl'approvazione di tale relazione si verrebbe a trasferire di fatto la sede municipalea Vigonovo, il che è contrario alle decisioni delle Autorità Civili e Militari, delMinistero e del Governo del Re, che hanno tutti luminosamente dimostrato perben tre volte la necessità che la sede municipale stia a Fontanafredda e nonaltrove.

Il consigliere Sfreddo potrà comunque fornire maggiori spiegazioni.

Una raccomandazione: siccome trattasi di argomento in cui sono posti incollisione interessi delle due frazioni, la discussione sia calma e dignitosa.

Basilio Sfreddo:- Mi son rifiutato di firmare l’anzidetta relazione ancheperché non sono state prese in considerazione e calcolate le distanze che separanoil punto prescelto dagli aggruppamenti di case situate nelle località Casut, Camol,Pieve, Campardi e Caselli ferroviari; distanze che avrebbero mutato interamentel’ubicazione del cosiddetto luogo cèntrico.

Non capisco poi come, trattandosi di un’operazione puramente geometrica,l’ingegner Luigi Salice non si sia trovato d’accordo con quanto fecero negli anni1869 e 1873 i signori ingegneri Marco Zanussi e Nicolò Zilli i quali,concordemente avevano trovato che il luogo centrale del comune cadeva nelterritorio di Fontanafredda, quasi nell’attuale capoluogo.

Ma queste sono osservazioni di ordine secondario; quelle che contano sonole ragioni portate dal Presidente.

Marco Cimolai:- Sia inserito a verbale che il signor Basilio Sfreddo è statosempre invitato a intervenire alle sedute della commissione ma non si è maipresentato.

Presidente:- I signori consiglieri di Fontanafredda si sono astenuti dal votarel’ordine del giorno che nominava la commissione di tre membri, perciò siasterranno dal prendere parte alla votazione relativa alla relazione.

Il signor Guarnieri dott. Valentino presenta il seguente

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO

SENTITA la relazione della commissione;

CONSIDERATO che con decreto 28 aprile 1866 n. 9790 della Luogote-nenza Veneta, con voto del Comando Generale Militare 2 aprile 1865 n. 10235/237, con delibera 9 settembre 1868 del Consiglio Provinciale e con delibera 7settembre 1869 confermata con Dispaccio Ministeriale 19 ottobre 1869 n. 5536,con altra delibera del Consiglio Provinciale 17 febbraio 1873 e Nota Ministeriale29 marzo 1873 n. 15365, venne ripetutamente respinta la domanda dei frazionistidi Vigonovo per il trasporto della sede municipale da Fontanafredda a Vigonovo;

CONSIDERATO che, effettuandosi la proposta della commissione, siverrebbe di fatto ad eseguire detto trasporto poiché il luogo indicato per lacostruzione del nuovo edificio cade appunto nel territorio di Vigonovo, trasportonon giustificato né da nuove esigenze, ne da nuove circostanze, né da bisognirealmente sentiti dalla popolazione del comune, trasporto in contrasto con leSuperiori Decisioni accennate;

CONSIDERATO che ad ogni modo il luogo proposto, cadendo in localitàisolata, distante ed incomodissima per tutte le frazioni, lungi dal corrisponderealle esigenze del pubblico servizio crea invece inconvenienti grandissimi;

CONSIDERATO che i bilanci delle singole frazioni, segnatamente quellodi Fontanafredda, non consentono una spesa di lusso quale la proposta, superfluadal momento che la sede attuale del municipio risponde con piena soddisfazioneai pubblici servizi;

CONSIDERATO che la sovraimposta comunale, gravante già troppo suicontribuenti, non può, senza loro jattura, venire ulteriormente aumentata,aumento d’altronde vietato da recente legge;

IL CONSIGLIO

RITENUTA inutile la proposta e inopportuno il sito indicato;

CONSIDERATE le condizioni dei bilanci e l’illegalità del propostotrasporto della sede municipale;

DELIBERA di non prendere in esame la relazione della commissione.

* * *

Posto in votazione per alzata e seduta, l’ordine del giorno Guarnieri vienerespinto con voti 11, favorevoli 7.

Il signor Marco Cimolai dà lettura di una relazione del consigliere PaoloCeolin.

EGREGI SIGNORI!

La nostra commissione, con l’elaborato puramente tecnico che presenta,indica il luogo dove dovrà sorgere il nuovo municipio; luogo e nuovo municipioda tempo reclamati dalla popolazione.

Ma non solo le distanze e la popolazione, o signori, reclamano il provvedi-mento cosi saggiamente proposto dalla commissione. Altre ragioni, e tutted’indole superiore, militano diuturnamente a vantaggio di questa soluzione che èconforme alle aspirazioni secolari della frazione di Vigonovo, vale a dire dellagrande maggioranza degli abitanti del Comune.

A queste ragioni basterà solo accennare, poiché sono state tante volteripetute e son note a tutti.

1) La rendita censuaria ed il patrimonio speciale di Vigonovo non possonoessere paragonati a quelli di Fontanafredda tanto sono superiori. C’è dameravigliarsi che prima d’oggi non si siano arresi all’evidenza.

2) L’istruzione pubblica, presa anche solo dal lato numerico dei frequentantila scuola, dimostra che in Vigonovo c’è un grado di cultura tale da rendere ilnostro paese degno di giusta soddisfazione.

3) L’industria agricola e manifatturiera non concedono l’onore di unconfronto alla rivale frazione di Fontanafredda. Gli Artisti di Vigonovofrequentano con onore i grandi stabilimenti Nazionali ed Esteri, oppureeseguiscono importanti commissioni nelle loro officine. Il terreno agricoloprivato, di natura anche più feroce di quello di Fontanafredda, si feconda sottol’assidua cura del nostro lavoratore. Fontanafredda non può risponderci che conla desolante piaga del pascolo vagante.

4) Vigonovo ha una rete stradale oggetto d’encomio da parte dei comunicontermini.

Gli uffici devono servire alle persone ed io sono certo che il Consiglioemanerà un verdetto conforme a giustizia, un verdetto che farà dimenticare unfatale antagonismo, che toglierà la lotta attuale, la lotta del diritto contro lapotenza dell’essere, e che sarà alla fine propizio alla Rappresentanza Comunale.

Firmato: Paolo Ceolin

Dal signor Presidente viene combattuta in ogni sua parte la relazione Ceoline dimostrate gratuite le affermazioni in essa contenute.

Dopo breve discussione viene concordato il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Si approva la relazione 16 ottobre 1886 presentata dalla commissionenominata con delibera consiliare 16ottobre 1885, relazione che determina il luogocentrale del Comune perla costruzione del fabbricato ad uso ufficio municipale, esi autorizza ad eseguire le pratiche necessarie per la relativa esecuzione.

Posto ai voti, viene approvato con voti 11 favorevoli e 7 astenuti. Si sonoastenuti i consiglieri di Fontanafredda: Zilli dott. Nicolò, Basilio Sfreddo,Guamieri dott. Valentino, Giuseppe Pasut, Angelo Pivetta, Valentino Da Pieve,Luciano Graziani.

CONTROFFENSIVA:OPERAZIONE “CANONICA’

Seduta straordinaria del 13 novembre 1887.Oggetto: Provvedimenti da prendersi per l’adattamento della casa canonica

per il parroco di Fontanafredda e per l’Ufficio Municipale.

Il presidente, dott. Nicolò Zilli, cosi si esprime:- Egregi Signori, ho portatoalla discussione questo argomento facendomi interprete dei sentimenti degliOnorevoli Colleghi del Capoluogo e della maggioranza della popolazione.

Fra poco qui a Fontanafredda avremo il nuovo parroco e occorrerà mettermano alla canonica, proprietà della frazione, per sistemarne le adiacenze. Conuna spesa leggermente superiore si potrebbe ampliare l’edificio e ricavarne ancheun locale adatto per Ufficio Municipale.

Un giorno o l’altro a questo Ufficio bisognerà pur pensare. Non vorremomica stare sempre in affitto! Tra l’altro i nuovi proprietari han già manifestatol’intenzione di aumentarci il canone.

Con l’ampliamento della casa canonica si risparmierebbero le spese d'affittoper le adiacenze e per l’Ufficio Municipale. Quest’ultimo interessa non solo lafrazione di Fontanafredda, ma il comune intero.

La spesa, ogni spesa, verrebbe sostenuta da questa frazione; Vigonovocontinuerebbe a pagare, per l’Ufficio Comunale, la quota di affitto che pagaadesso. Se poi le due frazioni volessero un giorno ottenere di costituirsi in comuniautonomi, il locale resterebbe a Fontanafredda. Chiedendo l’autorizzazione asostenere tale spese non intendo affatto oppormi alle aspirazioni di Vigonovo,sempre libero di tentar tutte le vie che ritiene necessarie per la sua autonomia.

Ripeto: quello che ora viene proposto è solo per non continuar a pagare gliaffitti che attualmente paghiamo.

I consiglieri di Vigonovo dichiarano che voteranno contro la spesa perl’ampliamento della canonica per collocarvi l’Ufficio Municipale, perché essi nonrinunciano all’idea di trasportarlo a Vigonovo.

Cosi la proposta viene respinta con 12 voti contrari e 6 favorevoli.

Anche gente meno prevenuta dei Vigonovesi avrebbe capito il vero scopodella proposta Zilli: una volta che il municipio avesse avuto sede propria aFontanafredda, chi mai sarebbe più riuscito a spostarlo?

RIPRENDE L’OPERAZIONE “CENTRO”

Seduta ordinaria autunnale del 21 ottobre 1888Presenti: Zilli dott. Nicolò, Serafino Nadin, Gioachino Bressan, Gio MariaBressan, Eugenio Bressan, Venanzio Bressan, Basilio De Marchiò, Pietro

Della Schiava, Eugenio Malnis, Angelo Giol, Angelo Del Fiol, Angelo DeRovere, Angelo Diana, Giuseppe Pasut, Luciano Graziani, Valentino Da Pieve,Guarnieri dott. Valentino, Basilio Sfreddo, Paolo Ceolin.

Oggetto: Costruzione fabbricato ad uso Ufficio Comunale nel luogocèntrico del comune.

Il consigliere Eugenio Malnis di Pasquale dà lettura del seguente

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO COMUNALEOSSERVATO che le determinazioni ministeriali degli anni 1869 e 1973

non si oppongono a quanto deliberato dal Consiglio Comunale nella seduta 6gennaio 1887 circa la sede della casa municipale nel luogo cèntrico del comune;

RITENUTO perciò che la domanda è perfettamente nei termini di legge;

INSISTE formalmente nella medesima e

DELIBERA che venga data comunicazione alla Superiore Autorità conpreghiera di approvarla per il benessere dello stesso Comune.

* * *

- Desidero inoltre, continua Eugenio Malnis, che sia inserito a verbale chel’attual casa ad uso municipio non è proprietà del Comune, ma del sig. PietroVerardo, per la quale il Comune paga lire 200 d’affitto l’anno; che più e più voltenegli anni addietro, ed anche ultimamente, fu dichiarato l’attuale municipiodall’intero Consiglio insufficiente per i bisogni. E questo comprovano diversedeliberazioni consiliari che prego il sig. Segretario di citare nel processo verbaleodierno, e più di tutto citare l’ultima delibera nella quale si propone di adattare lacasa canonica del parroco di Fontanafredda ad uso municipio.

Da tutto ciò appare chiara la necessità di avere un locale ad uso municipio.Ora si costruisca adunque questo municipio e lo si costruisca a comodo

della popolazione, vale a dire nel centro, e così si porrà termine alle questioni chedissanguarono il Comune per diversi anni e ne trarremo grande vantaggio.

Luciano Graziani:- Davvero non so persuadermi come mai venganoproposti argomenti altre volte discussi, deliberati e dall’Autorità Tutoria bocciati.Come questo della costruzione dell’Ufficio Comunale, per esempio. Tanto piùche nessun fatto è avvenuto nelle frazioni del comune che possa indurre laDeputazione Provinciale a revocare la sua delibera 7 marzo 1887 n. 3323 / 586.

Valentino Guarnieri:- Se con decreto 28 aprile 1866 n. 9700 dellaLuogotenenza Veneta e voto del Comando Generale Militare 2 aprile 1865 n.10235 / 237; se con deliberazione 9 settembre 1868 del Consiglio Provinciale econ delibera 7 settembre 1869 confermata con Dispaccio Ministeriale 19 ottobre1869 n. 5536; se con altra conforme delibera del Consiglio Provinciale 17febbraio 1873 e Nota Ministeriale 29 marzo 1873 n. 15965 venne ripetutamenterespinta la domanda dei frazionisti di Vigonovo per il trasporto della sedemunicipale da Fontanafredda a Vigonovo, ritengo inutile la trattazionedell’oggetto all’ordine del giorno Malnis.

Il sig. Zilli precisa:- Tanto nel bilancio dell’anno corrente, quanto in quellodel venturo non è stanziata veruna somma per la costruzione dell’UfficioMunicipale. Non solo, ma neppure le condizioni finanziarie del comune lopermettono perché la sovraimposta della frazione di Fontanafredda è di lire 1,86per ogni lira di tributo diretto, e di lire 1,10 per Vigonovo.

Non so comprendere come sia venuta agli Onorevoli Consiglieri diVigonovo l’idea di permettersi ora delle spese di lusso mentre giorni or sonorespinsero la proposta del Consiglio Scolastico di istituire una seconda classefemminile nella loro frazione motivando il rifiuto con la ristrettezza del bilancio.Ed ora vorrebbero deliberare un Oggetto onerosissimo, che la DeputazioneProvinciale ha già respinto nella sua seduta del 7 marzo 1887.

Siccome a questo punto alcuni consiglieri di Vigonovo chiedono lavotazione dell’ordine del giorno Malnis, il sig. Graziani propone questo

ORDINE DEL GIORNO

Ritenuta inutile e illegale la proposta Malnis di fronte alle molteplicidecisioni accennate, si respinge detta proposta.

Il Presidente invita il Consiglio a passare alla votazione per alzata e seduta.L’ordine del giorno Graziani viene respinto con 13 voti contrari e 6

favorevoli.L’ordine del giorno Malnis viene approvato con 13 voti favorevoli e 6

contrari.Furono favorevoli all’ordine del giorno Graziani tutti i consiglieri presenti

di Fontanafredda e contrari quelli di Vigonovo; favorevoli all’ordine del giornoMalnis i consiglieri di Vigonovo e contrari quelli di Fontanafredda.

CHI HA DATO HA DATO

Seduta consiliare del 16 marzo 1890.Presenti i signori: Zilli dott. Nicolò, Sindaco; Celeste Cimolai, FrancescoCimolai, Giuseppe Pasut, Guamieri dott. Valentino, Vincenzo Carnelutto,

Paolo Ceolin, Eugenio Malnis, Serafino Nadin, Angelo De Rovere, Angelo DelFiol, Eugenio Bressan, Francesco Bombardella, Gregorio Nadin, Valentino DaPieve, Luciano Graziani, Venanzio Bressan.

Oggetto: Rimborso spese per andata a Roma.

Il Presidente fa conoscere:- che nell’anno 1872 andavano a Roma i signori Felice Nadin e Sebastiano

De Rovere, assessori comunali, unitamente a Marco Cimolai, per ottenere il tra-sferimento della sede municipale da Fontanafredda a Vigonovo;

- che detta commissione sosteneva una spesa di lire 2.300,30;- che il Comune aveva più volte deliberato di rifondere tali spese, sostenute

da Felice Nadin con denaro ricevuto in prestito dalla famiglia Policreti di Aviano;- che l’autorità tutoria aveva sempre bocciato tali rifusioni;- che il sig. Davide Nadin fu Valentino, fratello del defunto Felice, chiede

detta somma, certo dell’approvazione del Consiglio e della Prefettura.

Il Presidente invita ad uscire dalla sala i parenti della famiglia Nadin fino alquarto grado civile, ed escono i signori Serafino Nadin, Celeste Cimolai edEugenio Malnis.

IL CONSIGLIO COMUNALE quindi, AVUTA LETTURA dell’istanza delsignor Davide Nadin;

VISTO dalla dichiarazione 25.11.1879, che Felice Nadin, Sebastiano DeRovere e Marco Cimolai furono autorizzati a recarsi a Roma dalla popolazione diVigonovo;

OSSERVATO che sarebbe disonorevole per la frazione di Vigonovomancar a impegni volontariamente assunti;

OSSERVATO che il Nadin è colpevole solo d’aver creduto ad ordinimancanti della prescritta forma, ma poi sempre ad unanimità sanzionati;

SENTITE le proposte avanzate dai signori Venanzio Bressan, EugenioBressan ed altri

DELIBERA AD UNANIMITÀ per alzata e sedutadi liquidare, come liquida, la parcella di lire 2.300,30 in lire 1.300 e

autorizza la Giunta Comunale a stanziare la relativa somma nei bilanci dellafrazione di Vigonovo degli anni 1891, 1892 e 1893, in tre rate uguali, senzainteressi e a saldo.

ULTIMA BATTAGLIA

Presenti i signori: Venanzio Bressan, Sindaco; Zilli dott. Nicolò, Guamieridott. Valentino, Zeffirino Della Flora, Andrea Da Pieve, Beniamino Della Flora,Ernesto Zilli, Geremia Del Col, Serafino Nadin Chion, Serafino Nadin Zorzit,Costante Marzocco, Giovanni Bressan, Eugenio Malnis, Angelo Della Schiava,Pietro Cimolai, Francesco Diana, Paolo Ceolin, Guglielmo Del Fiol, PietroBeduz.Assente Achille Zuccaro.

Oggetto: Provvista d’un locale ad uso Ufficio Municipale.

Il consigliere Eugenio Malnis presenta subito il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio Comunale,

VISTO che la deliberazione presa dalla Giunta Provinciale Amministrativain data 10dicembre 1894 sotto i numeri 29049 / 2043 radiava dal bilancio generaledel Comune la somma di lire 200 per pigione del locale ad uso ufficio Municipalee nel contempo suggeriva di usare il fabbricato di proprietà comunale attualmenteadibito a canonica, facendolo bastare per tutti e due gli uffici;

VISTO che tale fabbricato non potrebbe servire ad entrambi gli scopi,risultando insufficiente e alla fine indecoroso; e che nell’ipotesi che potessebastare si dovrebbero far delle spese non indifferenti di adattamento;

VISTO che motivo principale, anzi assoluto della succitata deliberazionedella Giunta Provinciale Amministrativa fu quello di ridurre le spese peralleggerire le stremate finanze del Comune;

VISTO che la frazione di Vigonovo possiede un fabbricato ampio, capace erispondente allo scopo, che metterebbe gratuitamente a disposizione;

VISTO che detto fabbricato sorge in posizione più centrale che non quellodi Fontanafredda;

VISTO che la frazione di Vigonovo ha una popolazione che è due terzi epiù di quella dell’intero Comune e che nelle questioni pubbliche vige la leggedella maggioranza;

CONSIDERATO che l’Amministrazione Comunale è basata sopra taleprincipio e che i frazionisti di Vigonovo, nella faccenda del municipio, intendonotale principio far valere affinché siano, non esauditi i loro voti, ma riconosciuti iloro diritti;

DELIBERA

che non sia stanziata in bilancio somma alcuna per pigione né peradattamento di fabbricati ad uso Municipio; che l’Ufficio Municipale siatrasportato a Vigonovo, che mette a disposizione del Comune, gratuitamente, unfabbricato rispondente allo scopo.

Interviene il sig. Zilli:- Strana, subdola, illogica e buona solo per gli ingenuie la proposta avanzata dalla Giunta Comunale di togliere dal bilancio la sommaannua relativa alla pigione per il locale dell’Ufficio Municipale sotto pretesto diadeguarsi alle disposizioni della Giunta Provinciale Amministrativa.

Se è vero che questa propone di togliere dalle uscite del bilancio generaledetta voce, lo fa unicamente perché la frazione capoluogo, disponendo d’una casaesuberante per gli usi della canonica, con poca spesa adatti quell’edificio ancheper il municipio.

Voi invece, Signori Consiglieri di Vigonovo, volete servirvene per tentar dirisolvere a vostro vantaggio la vecchia questione del trasporto della capitale daFontanafredda a Vigonovo. Evidentemente i dolorosi ricordi delle solenni tredecisioni del Consiglio Provinciale di Udine, e dei tre Decreti Reali che licresimarono, vi hanno suggerito di cambiar tattica ed ora presentate la faccendasotto il profilo economico. E con questo stratagemma vorreste calpestare isacrosanti diritti di Fontanafredda la quale, ricordo, sempre riuscì vittoriosa inquesta lotta titanica ad onta delle tre potenti cariche a fondo che in epoche diversetentaste di portarle.

Il trasporto della residenza municipale a Vigonovo è un mostruoso delitto,una vera ingiustizia amministrativa, la negazione di quanto finora è stato fatto.

Alla formazione del Consiglio Comunale concorrono 13 elementi diVigonovo e 7 di Fontanafredda. Il potere esecutivo, cioè quello della Giunta, è inmano vigonovese. A Vigonovo c’è la sede del Giudice Conciliatore. A Vigonovouna sede dell’Ufficio di Stato Civile. A Vigonovo la residenza del medicocondotto. In una parola, Vigonovo è despota delle sorti di Fontanafredda. E voi aFontanafredda vorreste togliere anche il nome? Siamo giusti: è umanamentegiusto un connubio in cui una parte abbia tutto e l’altra niente? Vi sembra logicaquesta società mostruosa dove si parla solo di doveri da compiere e mai di dirittida rivendicare?

Non voglio essere profeta di malaugurio, ma francamente vi dico: fintantoche l’Autorità Tutoria, valendosi della legge, non provvederà d’ufficio allaresidenza del Municipio di Fontanafredda, gli interessi del Comune sarannovilmente compromessi e l’ordine pubblico seriamente turbato.

A nome dei Consiglieri di Fontanafredda offro di tagliare dal bilanciogenerale la pigione annua per il locale dell’Ufficio Municipale, sempre che siattui integralmente la delibera 10 dicembre 1894 della Giunta ProvincialeAmministrativa che stabilisce di trasportare nella casa canonica di Fontanafreddal’Ufficio Municipale e si stanzi nel bilancio la somma relativa ai lavori di riattocome da progetto che presenteremo.

Ah, se non ci fosse stata debolezza da parte del Prefetto di allora! Se avesseappoggiato, com’era logico, il voto della Giunta Provinciale e tradotto in atto lasua delibera! Se non avesse avuto tutta quella condiscendenza nei confronti dellaCuria Vescovile di Concordia che aveva domandato la sospensione di quelladecisione nonostante la canonica sia proprietà assoluta del Comune! A quest’ora,o Signori, il Comune avrebbe il suo Municipio stabile e non staremmo qui aparlar di pigioni o d’altro.

In alternativa, e per togliere qualunque eventuale conflitto fra autorità civileed ecclesiastica, conflitto che con apposita relazione dimostrerò erroneo edassurdo, propongo l’acquisto di un altro fabbricato per la canonica, riservandol’attuale al Municipio.

Concludo ripetendo che, se l’Autorità Tutoria non provvederà d’ufficio alladefinitiva risoluzione del problema, gli interessi del Comune sarannocompromessi e l’ordine pubblico seriamente turbato.

Il consigliere Zilli dott. Nicolò ha tirato fuori tutto quello che aveva nelsacco, ha toccato ogni tasto.

Ha accusato (Voi, signori Vigonovesi, travisate il senso della deliberaprovinciale!) e provocato (Vi bruciano ancora le tre sconfitte ...); ha fatto ilpatetico (Avete tutto, volete toglierci anche il nome?) ed il generoso (Per voiniente più affitti da paga re); ha attaccato gli avversari nel morale (Ricordate cheabbiamo vinto sempre noi!) e confuso le acque (Solo l’autorità tutoria puòdecidere per il nostro municipio); ha inveito contro un Prefetto (Troppo debole!)e coinvolto la Curia (Non ci ha dato nemmeno un pezzetto della “nostra”canonica!), salvo poi, sacrificando convinzioni fieramente laiche, alla medesimatendere la mano (Toglieremo ogni assurdo contrasto); con ammonitoria insistenzaha parlato e riparlato di “ordine pubblico seriamente turbato “.

Ha detto tutto, nella maniera giusta, con i toni giusti, un maestrod’eloquenza non avrebbe fatto meglio.

Ma ci vuol altro che un bel discorso per fermar i consiglieri di Vigonovo infuga decisiva verso il traguardo. Ci vuol altro e l’oratore lo sa. Sa pure che laproposta di togliere a Vigonovo la quota della pigione per l’Ufficio Municipale,unica proposta concreta che è stato in grado di avanzare, è semplicementeridicola. cento lire l’anno in cambio di un agognatissimo municipio! Davvero iconsiglieri di Vigonovo ci avrebbero riso sopra.

E difatti non per essi egli ha parlato.Ha parlato per sé, per i suoi, per Fontanafredda: anche l’ultima battaglia va

combattuta. Si deve saper morire in piedi.

Il risultato della votazione non dà sorprese: l’ordine del giorno Malnisviene approvato con 11 voti favorevoli e 7 contrari; il Sindaco, vigonovese, si èastenuto, dimostrando, con poco rischio, che non vuol infierire.

I giochi sono fatti.Resta da dimostrare se, e come, e quando, tale risultato sarebbe stato rag-

giunto qualora nessuno avesse brigato nei corridoi provinciali per far bocciarelo stanziamento relativo alla pigione dell’Ufficio Municipale.

Nell’orazione zilliana non ci sarà stata anche un po’ di mea culpa?

FIATO ALLE TROMBE

Seduta straordinaria del 12 agosto 1896.Presenti: Venanzio Bressan, sindaco; Serafino Nadin di Valentino, Serafino

Nadin Zorzit fu Valentino, Costante Marzocco, Francesco Diana, Pietro Cimolai,Eugenio Malnis, Angelo Della Schiava, Guglielmo Del Fiol, Paolo Ceolin. PietroBeduz, Beniamino Della Flora, Giovanni Bressan.

Assenti Guamieri dott. Valentino, Zilli dott. Nicolò, Ernesto Zilli, ZeffirinoDella Flora, Geremia Del Col, Andrea Da Pieve, Achille Zuccaro.

Oggetto: Comunicazione del Regio Decreto 23 luglio 1896.

Visibilmente agitato, voce commossa, il Presidente legge:

REGIO DECRETO che autorizza il comune di Fontana fredda astabilire la sede comunale nella frazione di Vigonovo.

23 luglio 1896

UMBERTO IPER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA' DELLA NAZIONI

RE D’ ITALIA

Vista la deliberazione 13 ottobre 1895 con cui il consigliocomunale di Fontanafredda, in provincia di Udine, chiede che lasede comunale sia stabitita nella frazione di Vigonovo;

Vista la deliberazione 27 aprile 1896 del consiglio provincialedi Udine

Vista la legge comunale e provinciale;Sulla proposta del Nostro ministro segretario di Stato per gli

affari dell’interno, presidente del consiglio dei ministri;Abbiamo decretato e decretiamo:

Articolo unico.

Il comune di Fontanafredda è autorizzato a stabilire la sedecomunale nella frazione di Vigonovo.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo delloStato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti delRegno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farloosservare.

Dato a Roma, addì 23 luglio 1896.

UMBERTORUDINI'.

Appena il Presidente finisce di leggere, interviene il consigliere BeniaminoDella Flora:- Il Consiglio Comunale è oggi convocato puramente esemplicemente per aver comunicazione di un Regio Decreto. -

Questa è una illegalità. L’ultima di una lunga serie.Come mai, invece, non è stata portata in Consiglio la Nota ministeriale 25

giugno 1896 relativa alla nostra delibera 13 ottobre 1895 con la quale si decidevadi non stanziare in bilancio somma alcuna per l’affitto dell’Ufficio Municipale?Come mai, insisto a chiedere, tanta deplorevole omissione? Forse perché quellaNota lascia immutato lo statu quo e pertanto non autorizza alcun spostamento diMunicipio?

Il Regio Decreto 23 luglio 1896 è in - co - sti - tu - zio - na - le! Poteva pro-vocarsi solo in seguito a parere della IV Sezione del Consiglio di Stato, a suavolta provocata dall’Eccelso Ministero o da una delle parti interessate. Se inco-stituzionale, deve ritenersi anche non esecutivo!

Per le ragioni esposte, che saranno unite al verbale di seduta, e per queimotivi che separatamente saranno presentati al Consiglio di Stato,

I CONSIGLIERI DI FONTANAFREDDA

FANNO APPELLO, in questa circostanza solenne, all’imparzialità del PrimoMagistrato del Comune.

CHIEDONO che al Regio Decreto suddetto non venga dataesecuzione fino a quando non siano trascorsi i terminid’appello ed il Decreto stesso confermato da quelDicastero.

CREDONO che la modesta domanda non troverà opposizioniirrazionali.

* * *

Il Consiglio Comunale, per alzata e seduta, ad unanimità di voti, dichiara diaver preso conoscenza del Regio Decreto 23 luglio che autorizza il Comune astabilir la propria sede municipale a Vigonovo.

Con dodici voti contrari ed uno favorevole, respinge la domanda deiConsiglieri di Fontanafredda tendente a rinviare l’esecuzione ditale decreto fino aquando non siano trascorsi i termini d’appello.

È veramente finita.Beniamino Della Flora, ultimo combattente di una lotta durata 85 anni.

pateticamente solo col suo unico voto contro la coalizione dei Dodici, BeniaminoDella Flora fu Osvaldo, sacrificato in un ‘estrema richiesta di tregua (non diresa!) lascia la sala consiliare.

Riconosciamo che avrebbe meritato l’onore delle armi.

NOTTURNO E MATTINATA

Giorni di gran soddisfazione a Vigonovo, ma i responsabili raccomandanodi star quieti; di non provocar nessuno. Meglio evitar incidenti, dicono; non si samai.

A Fontanafredda delusione, rabbia, voglia di combinar qualcosa di grosso;non han niente da perdere; anzi, l’Autorità potrebbe ancora essere convinta acambiare tutto. In piazza c’è sempre gente che va e gente che viene; i caporioninon smettono di soffiar sul fuoco, gli osti di servir vino a credito, la gente di farsiscaldar la testa. Guai se in quei giorni un Vigonovese dovesse passar per via! Maquelli hanno odorato il vento infido e, se han bisogno di andar a Pordenone,vanno al giro di Roveredo. Il segretario comunale, vigonovese, si dà malato. fìSindaco egli Assessori, naturalmente vigonovesi, evitano di farsi vedere: un sassoè presto tirato.

Si sente parlar di cancelli da mettere sulla strada di Vigonovo, di ponte diTalmasson da far saltare, di barricate da alzare davanti al municipio; si parlasempre più insistentemente di bruciare in piazza mobili e registri.

Il prefetto sollecita il trasloco: se s’ha da fare, si faccia subito.Subito. Una parola. Con l’aria che tira c’è da far succedere qualcosa di

grosso, proprio l’ultima cosa che i responsabili vogliono. Sempre per via di quelnon si sa mai. Gran riunioni a Vigonovo e gran parlari; grandi incertezze fra glistrateghi.

- Andiamo di notte, salta su a dire il solito ultimo arrivato.Finalmente una buona idea. Sì, di notte, quando tutti dormono. In Otto o

dieci, un colpo di mano e tutto è finito.E così avviene. Alle due e mezzo, mezz’ora dopo che i tre fanali a gas

dell’illuminazione pubblica sono stati spenti (vengono spenti alle due perché sipresume che dopo quell’ora nessuna persona per bene giri ancora per le strade),alle due e mezzo del 17agosto 1896, un carro con le ruote avvolte di stracci, tiratoda un cavallo con gli zoccoli fasciati, si accosta alla porta del municipio diFontanafredda; rapide ombre entrano nell’edificio ed escono, entrano ed escono,e registri e carte e sedie e tavoli e orologio vengono ammonticchiati sul carro.

- Però, ce n’è di roba in un municipio. Sta a vedere che dobbiamo fare unaltro viaggio.

Ma ecco il solito cane. Voi sapete come sono i cani, di notte: gli par disentire un rumore e abbaiano, di sentir qualcosa d’insolito e abbaiano, sembra chenon abbiano altro da fare. E così fa il cane dei Filermo. A sua discolpa si può solodire che forse in quei giorni risentiva del nervosismo dei padroni, fontanafreddistiper la pelle. Catena tesa verso la canonica (la sua cuccia è quasi sull’orlo dellafontana), comincia ad abbaiare contro il persistente odor di estranei che gli arrivaalle nari. E non la smette più. Altri cani gli rispondono.

Qualche impannata si apre, qualche viso si sporge, qualcuno chiama,qualcuno intuisce e da l’allarme. Campane a martello e in un minuto la piazza siriempie. Ma gli altri in quel minuto, smesso di caricare, richiusa la porta delmunicipio a chiave e messo il cavallo al galoppo, già han passato il capitello chesi trova all’inizio della strada per Vigonovo.

- Io avrei voluto fermarmi a finir di caricare, si vanterà in seguito,separatamente, ognuno degli uomini del commando, ma gli altri han preferitoevitar incidenti.

Nessuna medaglia, ad ogni modo, fu coniata per celebrar l’avvenimento,nessuna onorificenza distribuita.

A Fontanafredda, con le osterie subito aperte, nessuno pensa all’insegui-mento e nessuno torna a dormire: matto chi perde un’occasione simile.

- Però, quei Vigonovesi. Solo di notte potevan riuscire a portarci via “laComun”. Se venivan di giorno

I pensieri più grandi son sempre del Sindaco. come finire il trasloco?Via Roveredo, corre a Pordenone dai carabinieri; corre da sior Toni del “Ca

vallino’ lo stallo di corso Garibaldi.A Fontanafredda arrivano i carabinieri: quattro bei fusti a cavallo, con

moschetto, bandoliera e rivoltella; il minimo che il comandante ha credutonecessario mandare; è ancora fresca nella memoria della Benemerita lasollevazione fontanafreddese di vent’anni prima, quando le donne, grembiuligonfi di sassi, non esitarono ad affrontare la forza pubblica.

Quattro carabinieri eran comunque molto meno di quelli che il Sindacoaveva richiesto; si sa, viste da vicino, le cose son sempre più grosse.

A Fontanafredda arriva una “giardiniera”, lunga carrozza passeggeri, contetto, tende scorrevoli ai lati, scaletta posteriore ribalta bile; con due lucidi cavallidavanti e sior Toni a cassetta.

A Fontanafredda arriva la squadra vigonovese, una ventina di uomini,calmi, occhi bassi, senza armi in vista ma con le tasche gonfie; venendo in qua cihan messo un niente a buttar oltre le siepi tutti gli erpici che han trovato ditraverso sulla strada a denti in su.

Arrivano le donne di Fontanafredda a chiamare i mariti.- Cori via. No sta aintrigarte. Lassa che i se range.

Sempre piene di buon senso, le donne. Vent’anni prima si trattava diconcreti interessi, ora solo di ripicche, di ambizioncelle personali, tutte stupidag-gini che con la polenta non c’entrano. Fino a quel momento avevano lasciato imariti giocare, come sifa con i ragazzi; ora le cose sono serie: tornino a casa.

E il municipio viene svuotato senza incidenti. Anche la legna portan via.Anche la panca rotta.

All’arrivo della giardiniera, a Vigonovo gran suonar di campane, la genteaccorre, la gente grida, la gente batte le mani.

Parte un telegramma: AlI’on. Emidio Chiaradia. Camera dei Deputati.Roma. Ringraziamo per vittorioso vostro interessamento. Viva l’Italia.

GLI ASSENTI HAN SEMPRE TORTO

Seduta autunnale del 13 ottobre 1896.Oggetto: Dimissioni da consiglieri dei signori: Nicolò Zilli fu Francesco,

Zeffirino Della Flora di Olivo, Andrea Da Pieve, Ernesto Zilli fu Francesco,Beniamino Della Flora fu Osvaldo, Geremia Del Col di Domenico, ValentinoGuarnieri di Giacomo, eletti nelle votazioni suppletive del 27 settembre.

Subito dopo la comunicazione ditale rinuncia interviene Pietro Cimolai:- Senza contestare minimamente il pieno diritto dei Consiglieri di

Fontanafredda di rinunciare alla carica (quantunque la cosa appaia poco seria inquanto dal verbale delle elezioni del 27 settembre scorso risulta che tutti gliattuali dimissionari meno uno hanno posto nell’urna, fra gli altri, anche il proprionome), mi permetto alcune osservazioni che concreto nel seguente

ORDINE DEL GIORNO

VISTO che i signori Consiglieri di Fontanafredda appoggiano le lorodimissioni al trasporto della sede municipale che è avvenuto prima che fosseroeletti;

CONSIDERATO che tale trasporto fu provocato e, starei per dire,addirittura voluto dai Consiglieri di Fontanafredda con il loro modo di agire,come si prova col presente riassunto storico:

“Nella seduta 26 ottobre 1894 il dott. Valentino Guarnieri, che figura tra idimissionari, proponeva al Consiglio Comunale la disdetta del locale ad usoUfficio Municipale ed il trasporto del medesimo nella canonica della parrocchiadi Fontanafredda. La maggioranza del Consiglio si opponeva a tale proposta,pronunciandosi per la conservazione dello statu quo al fine di non suscitare attritifra Vigonovo e Fontanafredda.

Se non che i Consiglieri di Fontanafredda non acquietavansi a questadecisione del Consilio Comunale e, duce il sig. Zilli dott. Nicolò, inoltraronodelle istanze alle superiori autorità e tanto dissero e fecero che giunsero aprovocare dalla Giunta Provinciale Amministrativa la delibera 10 dicembre 1894n. 29049, con la quale si ordinava che dal nostro bilancio 1896 fosse radiata lasomma di lire 200 stanziata per affitto del locale ad uso municipio, e che gli ufficifossero portati nella canonica, suddivisa in modo da servire e per gli ufficicomunali e per l’alloggio del parroco.

In seguito a quest’ordine il consigliere Eugenio Malnis, nella seduta 1 3ottobre 1895, presentava al Consiglio Comunale un ordine del giorno col quale,considerato il decreto della Giunta Provinciale, vista l’insufficienza dellacanonica (neppur bastevole all’alloggio del parroco, come risulta dal fatto che sison dovuti prendere per il medesimo ad affitto altri locali, (e come non risultainvece da certe informazioni fatte pervenire alle autorità), proponeva il trasportodell’Ufficio

Municipale a Vigonovo, in locale di pertinenza di detta frazione, disposta acederlo gratuitamente.

Quest’ordine del giorno ebbe la fortuna di trovare l’appoggio del ConsiglioComunale, di essere approvato dal Consiglio Provinciale e di ottenere la SovranaSanzione, come consta dagli atti.”;

CONSIDERATO che i Consiglieri di Vigonovo non fecero che usare di unloro incontestabile diritto, sia nel presentare l’ordine del giorno, sia nel votarlo;

CONSIDERATO che nel trasporto della sede municipale, che pur rappre-sentava l’attuazione di voti lungamente carezzati, i Vigonovesi conservarono unatemperanza ed una moderazione che maggiori non si sarebbe potuto desiderare,per non urtare la suscettibilità dei frazionisti di Fontanafredda;

CONSIDERATA la disponibilità dei Consiglieri di Vigonovo a favorire intutto e per tutto, nei limiti delle Leggi, la frazione di Fontanafredda, come sidesume dalle pratiche avanzate in questo senso dall’on. Sindaco;

CONSIDERATO non esser giusto che per capriccio di pochi una grandemaggioranza debba sottostare a conseguenze forse finanziariamente pesanti ecompromettenti l’ordine pubblico, subendo pene per colpe che non ha;

CONSIDERATO inoltre esser pericoloso creare precedenti atti ad intralcia-re o impedire il regolare andamento dell’Amministrazione Comunale;

IL CONSIGLIO COMUNALE prende atto delle decisioni presentate daisette Consiglieri di Fontanafredda, incarica il sig. Sindaco di trasmetterleall’Autorità competente per i creduti provvedimenti, aggiungendo però che, setali provvedimenti dovessero importare come che sia delle spese, questedovranno gravare unicamente sul bilancio della frazione di Fontanafredda, in basealla sacrosanta regola del “chi rompe paghi”.

* * *

Posto ai voti, l’ordine del giorno viene approvato all’unanimità.

Nicolò Zilli, Ernesto Zilli, Zeffirino Della Flora, Beniamino Della Flora,Angelo Rossetti fu Domenico, Andrea Da Pieve ed Angelo Pivetta, eletti nellevotazioni successive, vennero nel 1899 dichiarati decaduti perché mai presentati-si alle sedute consiliari.

In seguito però ogni atteggiamento aventiniano fu abbandonato.

UFFICI STACCATI DI STATO CIVILE

Nel 1807 i vecchi comuni di Villadolt e di Fontanafredda erano stati riuniti.Ne era nato il comune di Ronche e in un edificio di Ronche erano stati riuniti idue precedenti “Uffici Municipali”.

Nel 1810 il giovane comune di Ronche era stato “aggregato” al vecchiocomune di Vigonovo. Era nato un nuovo comune, quello di Vigonovo, e il nuovomunicipio unificato aveva avuto la sua sede a Vigonovo.

Nel 1811 il comune, per motivi che non siamo riusciti a conoscere e che adogni modo qui non interessano, divenne “di Fontanafredda “ed il municipio là futrasferito. Considerate distanze, situazione e opportunità di addolcir la pillola aqualcuno, in Vigonovo venne istituito un ufficio staccato di Stato Civile. queiqualcuno, almeno per denuncie di nascite e di morti, non siano costretti azoccolare fino al “capoluogo”.

Ottantacinque anni dopo le cose si rovesciarono e la pillola del municipioperduto dovette essere addolcita ai Fontanafreddesi, che difatti ebbero il loroufficio staccato di Stato Civile e risparmiata l’onta, almeno per nascite e morti, didover arrivare ne/la ‘frazione” di Vigonovo.

Detto ufficio venne istituito su autorizzazione (udite, udite, e attenzione anon inciampar nelle maiuscole), su autorizzazione del Guardasigilli MinistroSegretario di Stato per gli Affari di Grazia, Giustizia e Culto.

In via provvisoria l’incarico di tenere l’ufficio fu dato al fontanafreddeseLuigi Anselmi; poi venne il concorso ed uscì vincitore Eugenio Malnis.

Nominato il 20 ottobre 1897, si presentò per assumere servizio il giornodopo ed il 27 dello stesso mese, appena cioè (pensiamo) bene o male funuovamente in grado di scrivere, fece pervenire a chi di dovere la propriarinuncia.

Come mai tanto subitanea e, potete giurarci, dolorosa decisione? Dietroc’era stata forse la mano (e/o qualcos’altro) dei Fontanafreddesi che, è risaputo,son persone di memoria lunga e di sentimenti tenaci?

Era stato, il dimissionario, un acceso consigliere vigonovista, presentatore,fra l’altro, di due non dimenticati ordini del giorno: quello del 2l ottobre 1888 perla costruzione del municipio nel “luogo cèntrico”, e quello del 13ottobre 1895 peril trasferimento del “loro” municipio.

13 ottobre 1895: come dire due anni prima. Due anni e sette giorni prima.Qua/mai sorta di argomentazioni avevano convinto il neoeletto ufficiale di

Stato Civile che l’aria del vulnerato paese era ancora per qualcuno pochissimosalutare?

L’ufficio staccato di Stato Civile tornò al fontanafreddese Luigi Anselmi,che lo tenne sino alla morte. Gli successe, nel 1920, il fontanafreddese GiovanniEmilio Del Col, nobile figura di mutilato. Alla sua andata in pensione, l’ufficiovenne chiuso.

Con esso scomparve l’ultimo segno delle nostre passate divisioni.

.- . . . .

Il municipio nel 1901. L’ala rivolta alla chiesa comprendeva anchel’alloggio del medico e alcune aule scolastiche (il tubo di stufa esce da una diesse). Quest’ala verrà ristrutturata nel 1912.

Al centro della foto, davanti al giovanissimo campanile, c’è il plurisecolarecrucugnèr, “l’albero della Regola” (o della Vicinia) di cui si parla in appendice.

A destra s’intravede il ripido tetto di paglia di un casòn.

Il municipio fino al 1976.

TUTTI D’ACCORDO PER LA DIVISIONE

Seduta ordinaria del primo ottobre 1909.Presenti: Angelo Della Schiava, sindaco; Zilli dott. Nicolò, Daniele

Sfreddo, Basilio De Marchiò, Cesare Bombardella, Guglielmo Del Fiol, EugenioMalnis, Costante Marzocco, Giovanni Nadin, Venanzio Bressan, Sante Nadin,Basilio Bressan, Zeffirino Della Flora, Andrea Da Pieve, Giuseppe Del Col,Antonio Giol Malnis, Francesco Marchesini.

Assenti: Giovanni Del Col, Angelo Giol, Sante Carnelutto.

Oggetto: Domanda degli Elettori Amministrativi di Vigonovo per lacostituzione in due comuni separati: Fontanafredda e Vigonovo.

Il Presidente fa conoscere che gli Elettori Amministrativi di Vigonovo,venuti a conoscenza della delibera della Giunta Provinciale Amministrativa 15maggio 1909 n. 1067/794, con la quale si apportano ai bilanci di Fontanafreddavariazioni a tutto carico e danno dei Vigonovesi, chiedono la divisione delcomune.

IL CONSIGLIO COMUNALE,AVUTA LETTURA del ricorso presentato dagli Elettori Amministrativi di

Vigonovo per la costituzione in comuni separati delle frazioni Fontanafredda eVigonovo;

VISTO che le due frazioni hanno censo proprio;VISTO che da cinquant’anni a questa parte mantengono separate le loro

entrate e passività, avendo bilanci distinti, e nel bilancio comune stanziano solo lesomme di cui non è possibile la divisione;

VISTO che la delibera di approvazione del bilancio dell’anno corrente dellaGiunta Provinciale Amministrativa aggrava l’amministrazione separata di Vigo-novo a tutto vantaggio della frazione di Fontanafredda;

VISTO che Fontanafredda dista dalla sede dell’Ufficio Municipale duechilometri e le altre frazioni Villadolt, Ronche, Ceolini e case sparse fino a sei;

VISTO che la costituzione in due comuni autonomi Fontanafredda eVigonovo è desiderata dagli abitanti di entrambe le frazioni;

VISTO l’art. 115 del nuovo Testo Unico della Legge Comunale eProvinciale;

DELIBERA per alzata e seduta con voti favorevoli 17, contrari nessuno,d’approvare, come approva, la costituzione in Comuni separati delle due frazioniFontanafredda e Vigonovo, e autorizza il sig. Sindaco a far tutte le pratiche chesaranno necessarie per ottenere dal Consiglio Provinciale la sua approvazione erelativo Decreto Reale.

BILANCIO UNICO

Il 23 ottobre 1915 il Commissario Prefettizio sig. Querini (provvisorioamministratore del Comune), ritenuto che nessuna ragione più giustificaval’esistenza nel comune di due bilanci separati non avendo nessuna delle frazionipatrimoni tali da consigliare l’amministrazione separata, visto che l’autoritàtutoria anche quell’anno, ad esercizio quasi finito e quindi con evidente danno peril regolare andamento della contabilità comunale, aveva trasportato nel bilanciogenerale molte spese già previste nei bilanci parziali, delibera di riunire i bilancidelle frazioni di Vigonovo e di Fontanafredda in un bilancio unico.

Il lodevole tentativo non riesce e tutto resta come prima.

Solo dieci anni dopo, nel 1925. il Consiglio Comunale (sindaco NicolòCimolai; consiglieri: Graziani dott. Lodovico, Angelo Da Pieve, Gio Batta DeLuca, Fioravante Magnoler, Domenico De Nardi, Antonio Cimolai, Nicolò Giol,Luigi Rossetti, Daniele Sfreddo, Giovanni Nadin) potrà definitivamente unire idue bilanci.

* * *

Il municipio dall'alto.

ULTIMO TENTATIVO

Seduta consiliare del 15.4.1947, ore 21.30.

Oggetto: Domanda dei frazionisti di Fontanafredda per la scissione delComune con sede in Vigonovo.

Il Sindaco dà lettura della domanda inoltrata dal “Comitato Provvisorio perscissione comunale di Fontanafredda” in data 10.4.1947, nella quale vengonosistematicamente espressi i desideri della popolazione di staccarsi dal centro(Vigonovo) formando il Comune di Fontanafredda con le frazioni di Talmasson,Villadolt, Ronche, Ceolini, Camolli e Casut, motivando le aspirazioni col fattoche prima del 1895 la sede comunale (Municipio) era a Fontanafredda e che ilComune Nuovo che risulterebbe dopo la scissione comprenderebbe ben 3.000abitanti e 1.800 ettari di terreno circa.

Ora, prosegue il Presidente, pur non ritenendo illegittime le aspirazioni diquelle popolazioni, si rende necessario vagliare la situazione economico-finanzia-ria in cui verrebbe a trovarsi tanto il progettato Comune di Fontanafredda quantoil nuovo Comune di Vigonovo, situazione non certamente florida date le attualicondizioni deficitarie di bilancio, che si dovrebbero aggravare ulteriormente perla spesa della costruzione della sede comunale in Fontanafredda.

Dopo questa sommaria esposizione del delicato problema, il Presidenteinvita il Consiglio a discutere e deliberare.

SENTITA l’esposizione del Presidente;CONSIDERATA la necessità di misurare le decisioni che si vengono a

concretare nella risoluzione dell’importante argomento;CONVENENDO infine di procedere a votazione per appello nominale;VISTO che la votazione ha dato i seguenti risultati:

Sante Fracas di Talmasson: Si Raimondo Bressan di Ranzano: NoGiuseppe Fregonas di Fontanafredda: Sì Basilio Nadin di Ranzano: NoGioachino Corazza di Fontanafredda: Sì Angelo Bravin di Vigonovo: NoGiuseppe Pes di Fontanafredda: Sì Aristide Burigana di Vigonovo: NoGiuseppe Zucchet di Fontanafredda: Sì Ottavio Burigana di Vigonovo: NoCirillo Del Col di Villadolt: Sì Luigi Ceolin di Vigonovo: NoLiberale Gasparollo di Ronche: Sì Luigi Ceolin di Vigonovo: NoAngelo Rossetti di Ceolini: Si Angelo Del Fiol di Vigonovo: NoAdamo Del Ben di Paissan: Si Pietro De Rovere di Vigonovo: NoUrbano Bonfiglioli di Nave: No Luigi Santarossa di Vigonovo: No

DELIBERA

di esprimere il suo parere per la scissione del Comune di Fontanafredda dalcentro di Vigonovo con 11 voti contrari e 9 favorevoli.

La Prefettura, con lettera in data 14.6. 1947 n. 29402, domanda ‘notizie edati sulla scorta dei quali giudicare se ricorrono le condizioni previste dalla Leggee se le due zone, separatamente, possono reggere a comuni autonomi”.

SEDUTA CONSILIARE DELL’8.l 1.1947

Presenti i signori: Basilio Nadin, sindaco; Ottavio Burigana, Angelo DelFiol, Giuseppe Pes, Raimondo Bressan, Angelo Bravin, Virgilio Pietro DeRovere, Cesare Cimolai, Luigi Santarossa, Luigi Ceolin, Urbano Bonfiglioli,Gioachino Corazza, Giuseppe Fregonas, Cirillo Del Col, Giuseppe Zucchet,Adamo Del Ben, Aristide Burigana, Liberale Gasparollo.

Assenti i signori: Sante Fracas, Angelo Rossetti.Assiste il segretario comunale sig. Emidio Bombardella.

Il Sindaco premette che il Consiglio Comunale, in seguito a domanda datata10 aprile 1947 del Comitato Provvisorio per la scissione comunale sorto fra gliabitanti della zona di Fontanafredda, nella seduta del 15 aprile u.s.. dopo lunga edanimata discussione passava ai voti per appello nominale l’ordine del giorno edesprimeva parere contrario alla scissione con li voti no e 9 si.

Successivamente a tale responso, il Comitato, a termini dell’art. 122, primocomma, della Legge Comunale e Provinciale, inoltrava formale domanda, firmatadalla maggioranza dei contribuenti ed autenticata nelle firme. all’Ill.mo Sig.Prefetto di questa provincia, che con lettera del 14 giugno u.s. n. 29402 rimetteval’istruttoria a questo Comune perché venisse corredata di un prospetto di entratadelle zone Vigonovo e Fontanafredda, separatamente, e di uno specchio diprevisione delle uscite per le due zone separatamente, dimostrativo anche dellespese che le Amministrazioni dovrebbero eventualmente sostenere per ilconseguimento dei fini istituzionali.

Il contrasto di opinioni sorta tra i frazionisti di Talmasson sulla linea didemarcazione delle due zone ha procrastinato fino a questi giorni il progetto didelimitazione territoriale; ciò che ha indotto l’Ill.mo Sig. Prefetto ad inviare sulposto un proprio funzionario, il dott. Carlo Bozzi, per l’espletamento dellepratiche in questione.

Il quale, avuto contatto con tutti i capifamiglia della frazione di Talmasson,firmatari e non firmatari della domanda, e constatata la quasi unanime volontà deimedesimi che la frazione stessa venisse compresa nella zona di Fontanafreddaperché con capoluogo più vicino, ha dato incarico al tecnico del comune dielaborare il progetto di delimitazione territoriale e di separazione del patrimonio.

Ciò esposto, il Sindaco mette in discussione l’ordine del giorno, avvertendoche la decisione ha carattere di parere puramente consultivo.

Chiesta ed ottenuta la parola, il consigliere Pes domanda se non sia il casodi rimandare ad altra seduta del Consiglio l’affare in questione, osservando che.trattandosi di argomento di rilevante importanza, sarebbe opportuno che sulmedesimo si pronunciasse l’intera rappresentanza consiliare.

La proposta viene respinta.Altri consiglieri esprimono l’avviso che la votazione venga fatta a scrutinio

segreto e la proposta viene accolta all’unanimità.

Distribuite le schede, raccolte poi in apposita urna e fattone lo spoglio dalPresidente con l’assistenza degli scrutatori Giuseppe Pes e Gioachino Corazza, siottiene il seguente risultato:

Presenti 18 Votanti 18 Maggioranza 10

Schede bianche: nessuna Schede nulle: nessuna

Schede portanti la parola “Si” 9Schede portanti la parola “No” 9

IL PRESIDENTE

DATO ATTO dell’esito della votazione, proclama che il Consiglio Comu-nale con voti favorevoli 9 e contrari 9, ha espresso il proprio parere in merito alladomanda dei frazionisti di Fontanafredda per la separazione dalla zona diVigonovo ed erezione in comune autonomo.

* * *

Con questo risultato di parità , ai nostri conflitti di municipio fu messa laparola

FINE

APPENDICE

Il notaio Felice Seccante, invitato il 10 luglio 1572 all’assemblea generaledel comune di Fontanafredda per redigere alcuni atti relativi a deliberazioniparticolarmente importanti, comincia un suo scritto così:

(Dictis millesimo, indictione, mense et die. Actum in villa Fontis frigidijurisdictionis Purliliarum, super plathea “sub cruchignario” loco solito ubiuniversitas cummunis et hominum Fontis frigidi et Talmassoni pro rebus suisprovidcndis et Sindicis constituendis se congregari solent.)

Cioè: Nei sopraddetti anno, indizione, mese e giorno. Redatto nella villa diFontanafredda della giurisdizione di Porcia, in piazza, “sotto il crucugnèr”. luogosolito dove l’assemblea generale del comune e degli uomini di Fontanafredda e diTalmasson suole radunarsi per provvedere alla cosa pubblica ed eleggere i proprirappresentanti.

(Arch. Stato PN, 4831/25v)

Anche a Fontanafredda quindi, come a Vigonovo, l’assemblea deicapifamiglia, la “Regola”, si teneva sotto un crucugnèr.

Perché noi adesso non piantiamo un crucugnèr vicino al municipio?

Significherebbe riallacciarsi alle origini, riprendere una tradizione, ricreareun ambiente. Significherebbe soprattutto dare un simbolo alla nostra Comunitàfinalmente unita.

Un simbolo degnissimo. Il crucugnèr (bagolaro, spaccasassi, perlaro, celtisaustralis) non solo è albero longevo, bello e maestoso, ma è nobilitato dal fattoche per secoli fu nei nostri paesi, e in molti altri della Patria del Friuli, “l’alberodella Regola”. La quale Regola, non dimentichiamolo, per tutti quei secoli ful’unica voce delle nostre Comunità.

Sul bagolaro esiste anche una leggenda: con i suoi frutti si sarebberosfamati ed alla sua ombra riposati gli esausti compagni di Ulisse al loro sbarco inSicilia.

Dallo STATUTO DEL COMUNE DI FONTANAFREDDA approvato daiconti di Porcia il 3 aprile 1596:

1. Che il Merìga (Sindaco) con li Zuradi eletti dalli huomini della villa diFontanafredda siano obbligati a prestar giuramento di servir giustamente leragioni del Comun.

2. Che sia creato un Commandador che ad ogni richiesta del Merìgacomandi la Regola. Non la facendo sia condannato a Otto soldi per cadauna volta.

3. Che tutti quelli che saranno comandati a Regola siano obbligati a veniresotto pena di soldi otto di multa. Che sia fatta nota dei presenti. Che tutto quelloche nella Regola sarà deliberato (quando i presenti siano più della metà) sia fermoe valido.

4. Che due o tre huomini del Comun siano incaricati di andar a torno per ilpaese almeno due volte al mese a veder che nelle case non sia alcun pericolo difuoco.

5. Che il Merìga e Zuradi andando fuori per servizi del Comun per cinquemiglia lontano vadano senza spesa a carico del Comun se tornano a casa la sera;che non possano mangiar a nome del Comun; ma habbiano durante ilmerighezzo, il Merìga lire 6 e soldi 4 (un ducato) per un anno, e li Zuradi lire 4per cadauno, per le loro fatiche.

6. Che oltre le cinque miglia siano pagati per quel tanto che gli sarà fissatodal Comun.

7. Che li huomini incaricati di conciar la mazza (stabilire elenchi e importidelle tasse) debbano prestar giuramento et habbiano per le loro fatiche soldi 20(una lira).

8. Che due huomini dcl Comun siano comandati di andar a torno a vederese si lavora li vèneri di maggio et il sabato dopo sonata l’ultima campana dellevigilie e delle feste comandate; e condannar li trasgressori a soldi Otto percadauno.

9. Che ogni Merìga sia obbligato a pagar li debiti del suo Merighezzo.10.Che nessuno possa star nella villa non volendo partecipar ai lavori che

occorrono al Comun.11.Che non si possa accettar per vicino chi non darà idonea sigurtà di far

tutti i lavori, pagar le colte (collette, tasse) et altre angarie.12.Che le colte debbano esser pagate entro 8 giorni, sotto pena di pègnora.13.Che la parte delli beni comunali che si dividono venga divisa per cortili

(famiglie).14.Che non parteciperà alla divisione chi non habbia pagato le colte et altre

angarie.15.Che nessuno possa vender fuori di villa la parte di erba comunale

toccatagli se prima non verrà alla Regola ad offrirla a quelli del Comun.16.Che alla Regola debba venire uno per casa, sotto pena di soldi Otto.

NOTA: A questo proposito il comune di Villadolt era molto più esigente. Alla suaRegola doveva partecipare non solo uno per casa, ma quest’uno doveva essere il Padronedi Casa ovvero il Capofamiglia, e quello, in caso di impedimento, doveva farsirappresentare da persona abile e matura, non da un ragazzo o da persona “mancante digiudizio”. Doveva venire e rimanere sino alla fine, o quanto meno allontanarsi solo dopoottenuto il permesso dal Merìga e dai Zuradi.

(Arch. Stato PN, 483 1/26)