Into My Life, · 2019. 2. 15. · cussionista, vibrafonista, pia - nista, cantante, direttore di...

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  • Cremona, capitale mondialedella liuteria e della musica

    Cremona è la culla della liute-ria. Nel capoluogo lombardosono nati nel Seicento AntonioStradivari, Nicola Ama e Giu-seppe Guarneri del Gesù, con-siderati universalmente comei più grandi liutai di tutti i tem-pi. Per questo la tradizioneliutaria cremonese è ricono-sciuta come patrimonio cultu-rale dell’Unesco. Grazie al ta-lento e all’operosità dei suoiabitanti, Cremona è riuscita atenere viva nei secoli la sua vo-cazione musicale e a conser-vare la leadership nella liuteriainternazionale. In questo con-testo si inserisce, dal 1987,Mondomusica, la fiera di liu-teria n. 1 al mondo, tenutasi neiprimi giorni di ottobre e visi-tata da 247 espositori e più diquindicimila tra professionistie semplici appassionati. L’espe-rienza acquisita in quasi tren-t’anni di ininterrotta attività eil successo internazionale del-la manifestazione testimonia-to da espositori e visitatori,hanno creato l’ambiente idea-le per ospitare, dal 2011, PianoExperience, l’unico salone de-dicato al pianoforte e agli stru-menti a tastiera. Dal 2014 è sta-to lanciato l’Acoustic GuitarVillage, il nuovo punto di ri-ferimento per il mercato dellesei corde. Per completare l’of-ferta musicale, dal 2015 è natoCremona Winds, uno spazioesclusivo rivolto agli strumentia fiato artigianali.

    Istituto Franci di Siena, mu-sica formato baby con i corsidi propedeutica e avviamen-to musicaleLa formazione musicale nonha età all’Istituto Superiore diStudi Musicali Rinaldo Francidi Siena. A settembre sono ri-presi i corsi di avviamentoalla pratica strumentale e le le-zioni dedicate ai più piccoli peravvicinarsi alla musica in ma-niera divertente, spontanea e

    naturale. Un’offerta formativadoppia che si rivolge ai “piccolimusicisti di domani”, attra-verso un calendario di lezionidi strumento per i bambinidai sei anni in poi e con un cor-so di propedeutica musicaleper i più piccoli, dai quattroanni di età. Per l’anno2016/2017 i corsi attivati sonoquelli dedicati allo studio dipianoforte, chitarra, violino,viola, violoncello, contrabbas-so, flauto, oboe, clarinetto,tromba, corno e degli stru-menti a percussione.

    Le lezioni, organizzate in grup-pi omogenei per età, offronol’opportunità di avvicinarsi almondo musicale in modospontaneo e naturale. Sonopreviste attività propedeuti-che ai corsi, saldamente lega-te a canto, movimento e prati-ca ritmica per far conquistareal bambino piacevolezza e na-turalezza nel far musica insie-me. Un insegnamento che ibambini avranno modo di met-tere in pratica, durante l’annoscolastico, partecipando allaformazione di una piccola or-chestra nella quale vengonoimpiegati, accanto allo stru-mentario Orff, anche gli stru-menti dell’orchestra tradizio-nale (archi e fiati) che sarannoal centro di vere e proprie pre-sentazioni curate dei docentidel Franci.

    Murray Perahia firma un ac-cordo storico con DeutscheGrammophonIl grande pianista lascia Sonydopo più di quarant’anni percollaborare con l’etichetta gial-la.“La sua umiltà si estende alsuo modo di fare musica, doveil mettersi in mostra non hamai avuto un ruolo fonda-mentale, e dove l’apparentesemplicità può rasentare il su-blime” (Financial Times, giu-gno 2015).Deutsche Grammophon ha an-nunciato che Murray Perahia,uno dei più grandi musicisti

    del nostro tempo, ha firmatoun contratto storico. Il pianistaamericano intende registrarelavori chiave del suo reperto-rio, così da preservare la sua vi-sione della musica, costruitanel corso di una carriera ini-ziata a metà degli anni Ses-santa e che continua a ri-splendere nonostante si avvi-cini ai settant’anni. L’arte di Pe-rahia viene celebrata per lesue numerose qualità tra cuispiccano la poetica eloquente,la sfumatura tonale e la pro-fondità spirituale. Il suo in-gresso in Deutsche Grammo-phon segue il rapporto esclu-sivo con Sony Classical e inprecedenza con Columbia Ma-sterworks iniziato nel 1973.Questa significativa collabo-razione, destinata a lasciareinterpretazioni di artisti delpiù alto calibro nel catalogoDeutsche Grammophon, par-tirà questo autunno con lanciodelle Suite Francesi di Bach.Una delle qualità di Murray –nella vita come nella musica –è il desiderio di sfidare se stes-

    so e non mollare mai, lottandoper ottenere il risultato mi-gliore. Il suo modo di fare mu-sica oggi è fresco e convincen-te, così come lo è stato sin dal-l’inizio della sua carriera, maora si fonda anche sulla sua va-sta esperienza e sugli studi ditutti gli aspetti, accademici epianistici, del suo repertorio.Così Murray Perahia: “Il pro-cesso di registrazione dà l’op-portunità di ritornare alla com-posizione – scoprendo nuovimodi di pensare e ascoltare –ed esplorare capolavori delrepertorio pianistico in tutte lesue fasi di sviluppo. C’è qual-cosa di speciale per me nel ri-visitare la musica di composi-tori come Bach, Beethoven,

    Mozart, Chopin e Brahms. Laloro arte, eterna, rimane fontecostante di ricerca di ispira-zione.”Murray Perahia è nato il 19aprile 1947 nel Bronx, NewYork City. Prese lezioni di pia-no sin dall’infanzia e il suo ta-lento eccezionale emerse du-rante l’adolescenza. La suacarriera è spinta ad alti livelligrazie alla vittoria di concorsiquali la Leeds InternationalPiano Competition nel 1972 econ l’incoraggiamento, tra glialtri, di Benjamin Britten, PeterPears e Vladimir Horowitz,tutti artisti che, tra l’altro, han-no influenzato il suo modo disuonare. Perahia, che ha vis-suto a Londra per molti anni,è richiesto come solista nellesale da concerto più importantidel mondo e con le orchestre ei direttori più eminenti. Per lesue registrazioni ha vinto 3Grammy Awards, 8 Gramo-phone Awards, e una miriadedi altri prestigiosi premi e ri-conoscimenti internazionali.Murray Perahia è stato nomi-nato Cavaliere Comandanteonorario dell’Ordine dell’Im-pero Britannico dalla ReginaElisabetta II nel 2004 ed è ha ri-cevuto, con Jessye Norman,l’israeliano premio Wolf per lamusica nel 2015.Un’artista dell’importanza diMurray Perahia si unisce aDeutsche Grammophon nellafase avanzata di una carrierasenza precedenti. Durante glianni Ottanta, CBS Master-works perse due dei suoi piùgrandi pianisti del tempo, Ru-dolph Both e, poco dopo, Vla-dimir Horowitz che decisero diaffidare le loro registrazioni piùmature all’etichetta gialla, oggicon risultati leggendari.

    Into My Life, sette raffinatecanzoni tra sonorità psiche-deliche, jazz e minimal scrit-te e interpretate da GiacomoRiggi MazzoneInto my life è il nuovo lavoro

    discografico del musicista,compositore toscano GiacomoRiggi Mazzone in uscita il 15settembre per l’etichetta Wor-kin’ Label e la distribuzione diIRD. Proveniente da esperien-ze artistiche e pubblicazioniche lo vedono impegnato comepercussionista e pianista sia inambito classico che jazz, per

    78 FDS 250▼ Notizie dal mondo della musica • a cura della Redazione

    Libri, notizie, appuntamenti e curiosità dal mondo della musica

  • 79Notizie dal mondo della musica▼ FDS 250

    questo nuovo lavoro Giaco-mo sceglie la veste inedita dicantante e autore. Il disco è unviaggio introspettivo attraver-so ricordi, persone, luoghi,certezze del presente e possibilifuturi, un diario raccontato in7 canzoni alle quali Giacomoconsegna pensieri, accadi-menti, paure e speranze. Jour-ney Home racconta del primoritorno a casa di Giacomo dopoessersi stabilito in Colombia,Thinking Twice dedicata a Fi-lippo ed Elisabetta, i suoi gio-vani fratelli gemelli, My Love-ly Anxiety racconto della pro-pria ansia vissuta come moto-re creativo e ancora Wind InMy Mouth che parla della“guerra” tra il corpo che vor-rebbe semplicemente dormiree il cervello che incessante-mente continua a pensare.Con Giacomo Riggi Mazzonei musicisti Gabrio Baldacci alla

    chitarra elettrica e baritona,Brian Vasquez alla chitarraelettrica e Jacobo Alvarez allabatteria.Giacomo Riggi nasce a Barga(Lu) nel 1983. È batterista, per-cussionista, vibrafonista, pia-nista, cantante, direttore digruppi vocali, autore di operesinfoniche e di musica da ca-mera. Ha ottenuto il massimopunteggio e una menzionespeciale diplomandosi in stru-menti a percussione pressol’Istituto Superiore di studimusicali “P. Mascagni” di Li-vorno. Vince una borsa di stu-dio nel 1999, nel 2000 vince ilprimo premio come solista nel2002 (Città di Fusignano) e ilpremio “Waltex jazz competi-tion” nel 2010 con il suo pro-getto “Isevarm”. Ha suonato

    con grandi nomi del jazz, comePaul McCandless, LucianoBiondini, Danilo Rea, TonyScott, Tino Tracanna, Stefano“cocco” Cantini, Cristina Za-valloni e molti altri. Ha effet-tuato tournée in Italia, Giap-pone, Cina, India, Russia, Spa-gna, Germania e Colombia.Ha pubblicato 15 dischi e hascritto e realizzato decine diopere musicali.Nel 2015 pubblica il disco “Li-nea S”, concept album ispira-to al testo di Raymond Que-neau “Esercizi di stile”.  Gia-como scrive la sua musica at-torno a undici estratti dallatraduzione di Eco, recitati ma-gistralmente dall’attore GuidoCiavola, dando forma a settecomposizioni la cui esecuzio-ne è affidata a Piero Bronzi, Ga-brio Baldacci, Gabriele Evan-gelista e Bernardo Guerra.

    Dal 29 ottobre al 5 novembre,Rudy Rotta, mitico bluesmanitaliano, unico guest europeodella prestigiosa LegendaryRhythm & Blues CruiseRudy Rotta è un artista attivoda anni nel panorama blues, ericonosciuto a livello interna-

    zionale (più che, purtroppo,italiano). Ha suonato insiemeal meglio del blues (B.B. King,Allman Brothers, Luther Alli-son, John Mayall e molti altriancora). A conferma della suafama e della stima che nutre alivello internazionale parteci-perà per la quarta volta allaprestigiosa Legendary Rhythm& Blues Cruise, una crocieranei Caraibi in cui dividerà ilpalco con leggende del calibrodi Taj Mahal, Buddy Guy, Keb’Mo’, John Hammond e moltialtri.L’artista, dopo aver pubblica-to, nel 2015, un bellissimo di-sco Beatles vs The Rolling Stones,sta lavorando a un nuovo al-bum che uscirà nel 2017.

    + Love – Stress, il nuovo discoautoprodotto di Cato, in usci-ta il 7 novembreCato non si ferma mai. Nel2014 l’omonimo disco d’esor-dio, trainato da una tripletta divideoclip dagli ottimi riscontri

    su Youtube (36 mila visualiz-zazioni in tutto). L’anno scor-so il viaggio in auto lungo laVia della Seta, una traversata di15 mila km in 35 giorni dal-l’Italia a Hong Kong insiemealla sua chitarra per raccoglie-re fondi a favore di Emergen-cy e Admo. Ora un nuovo di-sco, l’ottavo sino ad oggi, inuscita autoprodotto il 7 no-vembre. Un lavoro che allargagli orizzonti sonori del suo

    cantautorato pop capace direagire alle brutture della vita.+ Love – Stress è il disco roots diRoberto Picinali (questo il veronome di Cato), dove per radi-ci si intendono tutti i rivoli so-nori di un musicista cosmo-polita, che ama muoversi peril mondo e divertirsi con lapropria musica, portando ingiro il suo messaggio di pace,amore e sorrisi. + Love – Stressè un disco roots in una dire-zione innanzitutto reggae, de-clinata secondo melodie allegree contagianti come nella dan-zereccia La-Up e nel primo sin-golo African Boys dedicato agliimmigrati con cui Cato è acontatto quotidianamente (la-vora come operatore pressoun comunità di accoglienza eper scrivere il pezzo ha raccoltooltre cento testimonianze diprofughi e immigrati econo-mici). Un brano che accompa-gna le celebrazioni per i ven-ticinque anni di vita della coo-perativa bergamasca Ruah evede la partecipazione di al-cuni ragazzi giunti nel nostroPaese per cercare fortuna. Male radici di Cato sono anchequelle che s’incontrano nelle al-

    tre tracce del disco. E così le“classiche” e rotondissime bal-lad pop-rock del nostro ven-gono via via contagiate dalblues (Respirando il sole), dalrock (Brucerò), dal surf (Bluesy,Senza fretta) ma anche dal folkgaliziano (Bambole, con il flau-to del musicista spagnolo Xu-lio Lorenzo), senza dimenticarele atmosfere europee della fi-sarmonica, il corno nella prog-gheggiante “Corri nel vento” el’elettronica che caratterizzaTranquillo e Everyday fuckin’robots, sorprendente tracciasynth pop che chiude il discoprima delle comiche follie diSteppa infinita.Questa mescolanza di generinon sminuisce il consuetomood solare di Cato, che anchequando racconta vicende do-lorose come l’immigrazione ouna più quotidiana storiad’amore finita mantiene sem-pre un’innata vitalità, ben rap-presentata dall’ottimismo deltitolo scelto per il disco.E’ nel segno di + Love – Stress,slogan che vale anche comeuna dichiarazione di amiciziae accoglienza, che Cato è riu-scito a coinvolgere nella lavo-razione delle sue nuove can-zoni ben ventuno musicisti,alcuni dei quali sono fra i mi-gliori esecutori della scenamusicale bergamasca. Quelloche ne risulta alla fine è un la-voro fresco, divertente e con-tagioso: proprio quello di cuiabbiamo bisogno in tempi nonproprio allegri come quelli at-tuali. Cato ci ricorda che, no-nostante tutto, la vita merita diessere vissuta perché c’è sem-pre un modo per cercare di es-sere felici. E quando ci si ri-trova nelle situazioni più stres-santi delle nostre giornate acanticchiare mentalmente unadelle sue canzoni allora vienedecisamente voglia di dargliragione.

  • FDS 250 ▼ CLASSICA DISCHI • a cura della Redazione80

    La Parco della Musica Records pubblica il secondo vo-lume del progetto discografico Trio Music dedicato aFranco D’Andrea, in occasione del suo settantacin-quesimo compleanno e della consegna di un Ricono-scimento alla Carriera per il suo straordinariopercorso artistico. Con questo trio Franco D’Andrea si avventura in unnuovo interplay su composizioni originali. Cambianogli equilibri, la timbrica e i dialoghi con un baricentrogenerale spostato verso il pianoforte, al fine di crearesonorità non identificabili in un semplice suono a tre. L’intento, quindi, è quello di allargare lo spettro so-noro facendo percepire all’ascoltatore una più ampiagamma timbrica. Per fare questo, Franco D’Andrea hachiamato a sé, come sempre, musicisti straordinari einnovativi. Aldo Mella al contrabbasso e Zeno DeRossi alla batteria, per la prima volta in trio conFranco, ma già presenti nel suo quartetto e sestetto,giocano in questa nuova formazione un ruolo fonda-mentale; dove De Rossi può lavorare maggiormentedal punto di vista timbrico e ritmico, Mella riesce conil contrabbasso, e l’uso talvolta anche dell’archetto, aconcentrarsi maggiormente sull’effettistica delle so-norità del trio. È nella natura di D’Andrea spostare gli elementi percambiare gli effetti e i ruoli dei musicisti. L’assenza distrumenti a fiato, sempre presenti nelle altre forma-zioni, denota ancora una volta la volontà di FrancoD’Andrea di mettersi sempre in gioco. Avventurandosi con Mella e De Rossi in un nuovospazio bianco e giocando con il trasformismo deglistrumenti, D’Andrea disegna nuove linee e orizzontisonori. Con 18 premi Top Jazz vinti nella sua carriera, di cui

    10 nella categoria “Musicista italiano dell’anno”,Franco D’Andrea è ormai considerato uno dei miglioripianisti contemporanei e rappresenta l’eccellenza cheil jazz italiano ha saputo partorire negli ultimi cin-quant’anni. Un’unicità la sua, testimoniata da più diduecento brani composti, autorevoli riconoscimentiaccademici, centinaia di collaborazioni con musicistidi tutto il mondo, masterclass tenute in diverse scuolee accademie. Fino, ovviamente, alle tante formazioniche ha saputo incendiare con il suo sconfinato talento.Franco D’Andrea ha tracciato con i suoi dischi, i suoiconcerti e la sua attività didattica un percorso tuttopersonale nel jazz, portando avanti una ricerca pro-fonda nell’ambito della musica afroamericana, dandovita a progetti ambiziosi che vanno dal solo ai grandiensemble, sempre mantenendo una cifra estetica epoetica estremamente originale.

    Franco D’Andrea Piano Trio Trio Music Vol. IIFranco D’Andrea, pianoforte Aldo Mella, contrabbasso Zeno De Rossi, batteriaUna produzione Parco della Musica Records

    Il connubio tra la musica di Bach e l’interpretazione delMaestro Accardo creano un miracolo sonoro di unicapurezza ed espressività. Questa esclusiva edizione in Vinile Fonè, realizzata insole 496 copie e registrata nell’antica Pieve di Peccioli,ci travolge con Fughe impetuose e ci avvolge con Adagisognanti. Le Sonate per violino solo, rimaste inedite per tutta lavita dell’autore, sono di mirabile complessità, forsepensate per un qualche virtuoso del suo tempo, e mo-strano astratta perfezione e perfetta polifonia affidatealle corde del violino. Una vera perla nella discografia italiana, un’interpreta-zione unica.

    J.S. BACH: Sonata I e Sonata II per violino soloSalvatore Accardo, violinoVinile Fonè 33 rpm 180 gr. Limited Edition 496 copie LP083

  • 81CLASSICA DISCHI▼ FDS 250

    Dopo lo straordinario successo di Cantate Domino, albumdi debutto del coro del Papa su Deutsche Grammophon,recente vincitore di un Echo Klassik Award in Germania,il Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina affrontauna nuova incisione, interamente dedicata ad uno dei piùcelebri e raffinati compositori di musica sacra: GiovanniPierluigi da Palestrina. Questa nuova release contiene treprime registrazioni mondiali assolute: la celebre MissaPapae Marcelli nella nuova edizione critica basata sullaprima edizione a stampa del 1567, due Mottetti inediti(Veritas mea et misericordia mea e Iubilate Deo) e altre rarità.La registrazione, rigorosamente realizzata all’internodella Cappella Sistina, è stata fortemente voluta nell’annodel Giubileo straordinario delle Misericordia che PapaFrancesco ha definito “una rivoluzione di amore e tene-rezza”, messaggio sottolineato anche dal contenuto deiMottetti selezionati appositamente dal Mons. MassimoPalombella. La Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigida Palestrina è avvolta da una comprensione quasi “mi-tologica”. È la prima composizione a sei voci pubblicatada Palestrina, è l’unica composizione dedicata esplicita-mente a un Papa, le si attribuisce il merito di aver salvatola polifonia assicurando quella “intelligibilità del testo”richiesta per la musica polifonica dal Concilio di Trento,

    è stata oggetto di numerose trascrizioni ed è oggi forse lacomposizione più conosciuta di Palestrina, e giudicata“esemplare” del suo stile di scrittura. Tutti questi ele-menti conferiscono un fascino particolare e unico a que-sta Messa, che è stata oggetto di molte registrazioni estudi.

    Giovanni Pierluigi da PalestrinaMissa Papae Marcelli – Mottetti Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina, Mons. Massimo Palombella1 CD Deutsche Grammophon 4796131

    Continua la felice collaborazione tra Kent Nagano el’Orchestre Symphonique de Montréal, con la pubbli-cazione di questa Danse Macabre, che continua sulla sciadi L’Aiglon, il Singspiel di Arthur Honegger e JaquesIbert che l’Orchestre Symphonique de Montréal e KentNagano hanno registrato in prima mondiale nel marzo2016 e che ha ricevuto numerosi riconoscimenti findalla sua uscita, tra cui un premio Echo Klassik.Questa nuova registrazione diretta da Kent Naganoconquisterà sia i neofiti sia gli amanti della musica di

    lungo corso. Tutte e sei le opere presentate sul CD sonolegate da un tema comune: Halloween, e anche se nonsono stati tutti composti appositamente in occasionedelle festività di Ognissanti, le opere ne sfruttano glielementi caratteristici più tipici delle culture anglosas-soni, come la morte, le streghe, gli scheletri e i demoni.“Tra la fine del Diciannovesimo e l’inizio del Ventesimosecolo, abbiamo assistito a grandi progressi nella tec-nologia, e un simultaneo aumento dell’interesse per lequestioni dello spiritualismo laico - una tendenza cheosserviamo nel nostro attuale era tecnologica”, sottoli-nea il direttore musicale dell’Orchestre Symphoniquede Montréal, Kent Nagano. “Questo entusiasmo ciclicoper il soprannaturale e l’occulto tende a pervadere lacoscienza popolare e la produzione artistica, non im-porta quanto avanzata e razionale sia la società. Si trattadi un tema che di per sé trascende la nazionalità, la cul-tura e il tempo. La grande varietà di opere presenti inquesta registrazione, dalla magia vorticosa dell’Ap-prendista Stregone di Dukas all’umorismo tipicamenteamericano di Halloween di Ives, rappresenta lo sforzodell’Orchestre Symphonique de Montréal di offrire unafinestra unica su un periodo storico interessante nellamusica classica, ma anche un punto di connessione incomune col mondo in cui viviamo oggi.”L’album è stato registrato nel corso dei tre concerti pre-sentati il 29 e 30 ottobre 2015 presso la Maison Sym-phonique de Montréal. L’Orchestre Symphonique deMontréal e Kent Nagano eseguono opere di Dukas,Dvořák, Musorgskij, Balakirev, Saint-Saëns e Ives.

    Saint-Saëns: Danse Macabre, Op. 40, R. 171Kent Nagano e l’Orchestre Symphonique de MontréalCD Decca B01ISVRNDY

  • FDS 250 ▼ IL DISCO DEL MESE • di Mauro Bragagna82

    Qualche giorno prima dell’uscita dell’album, alla 73Mostra del Cinema di Venezia è stato presentatofuori concorso “One More Time with Feeling” diAndrew Dominik, un documentario su Nick Cave. Haavuto un impatto forte, su critica e pubblico, perché nonè il solito ritratto agiografico di un artista, ma il raccontodi un percorso musicale devastato dalla tragedia che loha colpito l’anno scorso. Il figlio Arthur, quindicenne, èmorto precipitando da una scogliera del Sussex, dopoaver ingerito Lsd. Dolori simili non possono essere og-getto di una recensione, chiunque abbia un cuore può farda sé nell’immaginare lo strazio. Ma Nick Cave ha decisodi sopravvivere, e resistere, ab-battendo le barriere che proteg-gono la vita privata. La musicadell’australiano non è mai stataparticolarmente ridanciana, seescludiamo il progetto paralleloGrinderman. Un’esperienza so-nora potente, sia quando siesprimeva con esplosioni elettri-che degne degli Stooges siaquando è diventata più cantau-torale. Influenzata dalla scritturasofisticata di Leonard Cohen, dalcontrasto fra il Bene ed il Maleche era al centro della poeticacountry di Johnny Cash. InMercy Seat ha raccontato i pen-sieri di un uomo che sta per es-sere giustiziato sulla sediaelettrica, in Murder Ballads haraccolto una serie di canzoni dal-l’epilogo tragico, rappresen-tando quella violenza che è sempre stata ignorata dal popma è un elemento essenziale del folk e del blues più au-tentici. La sua musica, insomma, era già abbastanza tra-gica di suo. Ma non è mai stata così tragica, intensa comeun Requiem. La morte di Arthur ha inevitabilmente con-dizionato Skeleton Tree, il titolo dice tutto, ed è un eser-cizio molto più complicato di una Tears in Heaven,l’omaggio di Eric Clapton al proprio piccolo tragicamentescomparso. La scrittura di Nick Cave è più visionaria edellittica, il flusso di coscienza che ci si può aspettare dauno dei migliori cantautori del mondo. Bastano pochi mi-nuti di ascolto per far sembrare autori eccellenti come BillCallahan o Ryley Walker degli appassionati di vintage, ogli ultimi album di U2 e Coldplay pezzi di plastica da de-stinare al contenitore della differenziata. In realtà è solomusica mediocre, è quella di Nick Cave ad essere fuoridall’ordinario. I testi sono di una profondità dantesca, masi possono anche glissare. Non serve afferrare il signifi-cato delle parole, ascoltando il suo disco ci sentiamo comei fedeli che partecipano ad una Messa in latino, è impli-cito di cosa tratta. L’incipit di Jesus Alone mette i brividi:

    “sei caduto dal cielo, precipitato su un campo vicino alfiume Adur” … Eppure è uno dei pezzi terminati primadella tragedia. Distant Sky l’ha invece scritta dopo: “cihanno detto che i nostri Dei ci sopravvivono, che i nostrisogni ci sopravvivono, ma hanno mentito”. In Magnetosi celebra l’amore, ma non come farebbero Biagio o Gigi:racconta anche i momenti di depressione, in coda al su-permercato, la follia momentanea che lo porta a lottarecon “l’irrefrenabile impulso di uccidere qualcuno”. Nella con-clusiva Skeleton Tree si afferma che “tutto va bene, ora”,ma l’atmosfera è scheletrica come l’albero del titolo. Nonci sono melodie, nell’album, ma una voce spaventosa-

    mente credibile, un’elettronicaminimale e ambient, usata comeun pennello, che si confonde conil pianoforte, gli archi discreti, labatteria quasi inesistente. Unamusica da camera inventata in-sieme a Warren Ellis, così intimache la dicitura “and the BadSeeds” appare impropria, anchea prescindere dal fatto che MickHarvey –in “Rock e i suoi fra-telli” trovate un suo album solo -ha lasciato il gruppo. Erano anniche la musica rock non riuscivaa proporre opere davvero rile-vanti, capaci di sfidare il tempo.Il 2016 invece ci ha già regalatoun triplete straordinario edoscuro, nero come le copertinedegli ultimi album di DavidBowie, Iggy Pop e Nick Cave.

    Chissà se avrà un destino simile a quello di Blackstar:amato dagli appassionati di tutto il mondo, snobbato daun gruppo di audiofili che non ne apprezza la qualità so-nora. Il suono di Skeleton Tree è straordinariamente ori-ginale e creativo, ma tecnicamente appare poco dinamicoe sostanzialmente involuto, avvolto da una cappa che li-mita la definizione. Considerato che sia Nick Cave cheWarren Ellis hanno partecipato al mixaggio, l’effetto par-rebbe voluto, non si può descrivere un dramma in bellacalligrafia, o semplicemente la qualità sonora non è stataLa Priorità. Anche la stampa del vinile, contenuto in unacopertina leggermente più grande dello standard, nonappare esemplare, eppure la versione europea dovrebbeessere realizzata dalla germanica Optimal. La voce diNick Cave ci arriva intatta ed emozionante come nessun’altra cosa che abbiamo ascoltato in questi mesi, comun-que. DISCRETO

    LP + Download Kobalt Music Group Ltd 5060454943846

    IL DISCO DEL MESE

    NICK CAVE AND THE BAD SEEDS“SKELETON TREE”

  • 84 FDS 250 ▼ ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI • di Mauro Bragagna

    Michael Kiwanuka “Love and Hate” CDPolydor Records 4785905

    Pensavamo di averlo perso, o almeno so-pravvalutato. Danger Mouse, come produt-tore, ha dimostrato di essere capace di cose no-tevoli, personalizzando in modo geniale il popdi Norah Jones (…Little Broken Hearts), e rea-lizzando con la stessa Norah, Jack White e Da-niele Luppi uno degli omaggi più riusciti alMade in Italy, lo splendido Rome. Moltomeno fortunati i suoi lavori più recenti, perquanto ambiziosi: con gli U2 ha completa-mente mancato il bersaglio, con i Red Hot Chi-li Peppers quasi. È con piacere, dunque, cheriabbracciamo il Danger Mouse illuminato, ca-pace di condurre un giovane di belle speran-ze come il londinese Michael Kiwanuka dovenemmeno sperava di arrivare. Il suo secondoalbum ricorda un titolo di Leonard Cohen,Songs of Love and Hate, e lo cita senza ap-parire presuntuoso. La sua voce alla Bill Wi-thers è oggettivamente capitale umano, ma ècosì classica e “perfetta” da rischiare di in-ciampare nel cliché della musica elegante. In-vece Love and Hate è coraggioso come i di-schi dei fratelli afroamericani, nel difendere lanegritudine (Black Man in a White World),e musicalmente è una botta di creatività. Il bra-no iniziale è un omaggio alle canzoni più com-plesse di Marvin Gaye e Curtis Mayfield, ol-tre che agli arrangiamenti delle colonne sonoreitaliane e alla visionarietà organizzata deiFloyd Anni Settanta. Dura una decina di mi-nuti. La voce di Michael arriva dopo cinqueminuti di dolcissima attesa, mentre seguiamol’evoluzione di una musica messa in testa al-l’album come una dichiarazione di intenti perdire: il disco del 2012 non è stato un caso, nonsono una meteora, posso fare ancora meglioe ci provo. Cold Little Heart è sicuramente ilbrano che più resta impresso nella memoria,ma anche il seguito è di alto livello. Il vestitoche Danger Mouse ha cucito attorno allecanzoni suggerisce ripetuti ascolti senza noia,rivelando sempre nuovi dettagli. Ecco perchéLove and Hate rischia di diventare un classicodella musica nera inglese, e non solo.

    Registrato fra Londra, Los Angeles e l’isola diWight, masterizzato da Guy Davie all’ElectricMastering. Ma è soprattutto il tocco del pro-duttore Brian Burton, in arte Danger Mouse,a influire sul risultato finale. Un tocco perso-nale in un mondo omologato, per fortuna, maabbastanza lontano dai valori audiophile.Accade come con i lavori di Brian Eno o del-la Motown: si sente che il suono non è del tut-to naturale, per scelta artistica, ma lo ricono-sci fra mille. Così è se vi pare. DISCRETO/BUONO

    Di geni se ne intende, Mick Harvey. Ha pas-sato la vita nei Bad Seeds di Nick Cave, e nel-la carriera solista si è specializzato nella di-vulgazione del repertorio di Serge Gain-sbourg. Il suo primo album di riletture è usci-to nel 1995 (Intoxicated Man), presto replicatonel 1997 (Pink Elephants). Ma i veri amori nonmuoiono mai, e il terzo capitolo è arrivatoquando nessuno se lo aspettava più, dopo tut-ti questi anni. È già stato annunciato che ar-riverà pure il quarto. Ci può stare, consideratoche nel canzoniere di Serge ci sono cinque-cento canzoni. In Delirium TremensHarveyinterpreta i brani che in passato aveva ritenutotroppo difficili da affrontare con successo. Adesempio The Man With the Cabbage Head,la storia di un uomo mezzo vegetale, con la te-sta di un cavolo. O lo humour nero di SS C’EstBon, dal famigerato Rock Around the Bun-ker, sberleffo alla Charlie Hebdo di un provo-catore nato, che durante l’occupazione nazi-sta di Parigi ha capito sulla sua pelle che es-sere ebreo non era un grande vantaggio.Quando Gainsbourg se ne è andato, il Presi-dente Mitterrand lo ha celebrato dicendoche per i francesi “era il nostro Baudelaire, ilnostro Apollinaire”. O il nostro Nabokov, seè vero che il suo album più famoso, il miticoHistoire de Melody Nelson con Jane Birkinin copertina, racconta l’amore tragico e loli-tesco per una tredicenne. Oggi lo denunce-rebbero per elogio della pedofilia, forse si sta-va meglio quando si stava peggio. Lo pensaanche l’australiano Harvey, che però affron-ta il repertorio dell’artista maledetto per ec-cellenza con una certa prudenza, con il rispettoche Gainsbourg nella vita non ha mai avutoper nessuno. Mick si comporta come un attoreche recita i testi che ama, si immedesima ne-gli stessi e scompare all’orizzonte. In una nu-vola di quelle Gitanes senza filtro che Sergeconsumava a cinque pacchetti al giorno.

    Alcune tracce sono state registrate al CandyBomber di Berlino, altre al Birdland di Mel-bourne, dove Lindsay Gravina ha mixato emasterizzato il tutto. Con risultati che possonosembrare soddisfacenti rispetto agli stan-dard del pop corrente, ma che fanno rim-piangere gli originali almeno per la qualità so-nora, decisamente meno compressa. SUFFICIENTE/DISCRETO

    Mick Harvey “Delirium Tremens” CDMute Artists CDSTUMM595

    Allen Toussaint “American Tune” 2 LPNonesuch Records 554656 1

    Allen Toussaint se ne è andato da pochimesi, quando il suo nuovo album – un even-to: da solista ne ha pubblicati pochissimi – eragià pronto. American Tune in realtà non ècome ce lo aspettavamo. Non è coloratocome le strade di New Orleans prima del-l’uragano Katrina, tanto amate dall’ultimo,grande ambasciatore di “The Big Easy”, l’uo-mo che ha inventato Lady Marmalade delleLabelle. Non è la festa di suoni annunciata leg-gendo i crediti dei musicisti coinvolti: Bill Fri-sell, Greg Leisz, Charles Lloyd, Van DykeParks. È un lavoro serio come la sua coperti-na, un disco in giacca e cravatta. È così scar-no che hanno chiesto al produttore Joe Hen-ry se la morte avesse impedito ad Allen dicompletarlo, ma ha negato decisamente: l’al-bum è uscito proprio come lo voleva. Tous-saint è spesso e volentieri da solo, al piano-forte, mentre rilegge i classici di Fats Waller,Billy Strayhorn, Bill Evans, Earl King, Earl Hi-nes, Duke Ellington. Oltre che, naturalmente,un paio di classici suoi. Il disco è immerso neljazz e nel blues seguendo la lezione di Pro-fessor Longhair e Jelly Roll Morton, ma pren-de il titolo da una canzone di Paul Simon,quella che conclude l’album. È l’unico pezzocantato da Toussaint, le altre due tracce vocalisono affidate a Rhiannon Giddens, e con la suaatmosfera cantautorale pare un corpo estra-neo, rispetto al resto. Ma forse è il suo mododi dirci che anche il folk dei bianchi ha la stes-sa dignità di una composizione di Duke El-lington, se è ispirato. Paul Simon l’ha scrittanel 1973, dopo l’elezione di Nixon e con il Viet-nam ancora sullo sfondo. L’immagine dellaStatua della Libertà che prende il largo deveessere piaciuta ad Allen, che ha portato NewOrleans nel mondo e nel 2005 con Katrina l’havista morire, nel disinteresse del governo fe-derale.

    Delusione preventiva: i due ellepì sono “solo”dei 140 grammi. Soddisfazione successiva: ol-tre a contenere tre brani in più rispetto al cd,sono anche tecnicamente una delizia. C’èpraticamente tutto: armoniche, immagine,profondità, dinamica … Non gli diamo il mas-simo solo per qualche incertezza nella stam-pa della quarta facciata, quella con gli inedi-ti. Masterizzato da Bob Ludwig. BUONO/OTTIMO

  • ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI▼ FDS 250 85

    Jeff Beck “Loud Hailer” LP+ DownloadAtco 081227944438

    Però, che bella! Ma dove l’abbiamo sentita l’ul-tima volta, questa chitarra strepitosa? Il suoalbum precedente ha già sei anni, non è pas-sato tanto. Ah, ecco: l’anno scorso, quando èuscita la spettacolare ristampa in vinile diAmused to Death di Roger Waters, che ave-va fortemente voluto Beck per non far rim-piangere ai fan dei Pink Floyd il tocco di Da-vid Gilmour. Con Jeff si vince facile, è comearrivare al Billionaire con l’ultimo SUV dellaMaserati. Quello che sorprende è che il vir-tuoso inglese abbia ancora lo spirito e l’atti-tudine di un ragazzino, come accade a MickJagger (che volle Jeff nel suo album Primiti-ve Cool, per non far rimpiangere ai fan il toc-co di Keith Richards). Alla festa di compleannodi Roger Taylor dei Queen ha scoperto il duodelle The Bones, e dopo averle ascoltate in con-certo ha deciso di fare un disco con loro. Si èritagliato uno spazio uguale alle sue ospiti, cosìalla fine l’album pare un solo della cantanteRosie Bones, accompagnata dalla chitarraritmica di Carmen Vanderberg e dai suoi as-solo. Il disco è decisamente combat rock nei suo-ni, per la prima volta nella sua infinita carrieraBeck si è fatto prendere dalla politica, LoudHailer (megafono) è un atto di accusa controi poteri forti, le guerre in cui vincono semprei Signori del Denaro, l’ingiustizia sociale di-lagante e la televisione che deforma la realtà.Con un certo ritardo si aggrega alle tesi com-plottiste sull’11 Settembre. Insomma, la pen-sa come un mucchio di italiani, ma nei piùcompassati paesi anglosassoni questi testisono stati pesantemente criticati. È l’approc-cio un po’ sguaiato delle Bones a essere criti-cabile, semmai, mentre la chitarra di Jeff regalaun crescendo di buone vibrazioni. L’album siapre con The Revolution Will Be Televised,che si permette dopo qualche decennio dismentire il poeta e musicista nero Gil Scott He-ron, e la sua celebre The Revolution Will NotBe Televised.

    La produzione di Filippo Cimatti e Jeff Beckè piuttosto aggressiva, per cui il suono apparepiù compresso di quello che è realmente. Al-meno su ellepì non è affatto male (DR 11),mentre il cd è spaventosamente meno dina-mico (DR 5): alla faccia dei candidi che so-stengono che, se il master è digitale, non nevale la pena... Beck si dimostra un signore, ein un eccesso di democrazia regala alle suegentili ospiti lo stesso spazio riservato alla suachitarra. DISCRETO

    Amiamo i musicisti che si fanno male al po-sto nostro, se passiamo su una strada dove c’èstato un incidente la curiosità ci spinge ad al-lungare l’occhio, alla ricerca di un particola-re da raccontare. Siamo tutti voyeur, come so-steneva Alfred Hitchcock in un film come “Lafinestra sul cortile”. E Michael Gira ha sem-pre goduto della devozione di chi è già statonell’Aldilà, almeno metaforicamente, ma è riu-scito a tornare fra noi. Siamo avvezzi a leggeredi tutto, in questi tempi sfortunati, ma l’ideadi un ragazzino che è già tossicodipendenteall’età di dodici anni, e dopo qualche decen-nio è ancora fra noi a darci lezioni di musica,è degna delle storie più forti del Novecento.Impossibile ascoltare The Swans senza pen-sare alla vita del loro deus ex machina, chedopo averli ricostituiti nel 2010 con una nuo-va formazione ha deciso di dire ancora stop.I prossimi Swans saranno diversi da quelli diThe Glowing Man, un disco con i brani cosìlunghi che nella versione in vinile triplo nonci stanno su una sola facciata. Musica che ap-pare evidentemente catartica, un incrocio frail rock più brutale e la ripetitività della musicaminimale. Canzoni infinite come preghiere,come mantra. Una musica che Gira definisce“l’equivalente musicale di Ben Hur unito aRan di Kurosawa”. Troppo complicato per pia-cere agli appassionati del rock rumoroso toutcourt, troppo spigoloso per piacere agli aman-ti del prog e della musica classica. Così gliSwans si trovano in una Terra di Nessunodove sono amati follemente da una mino-ranza, incompresi o persino osteggiati dai più.Ma è proprio lì che Michael Gira vuole stare.

    Meglio il cd o il vinile? Considerato che alcunipezzi sono lunghissimi, il formato digitale po-trebbe sembrare preferibile. The GlowingMan, il brano che dà il titolo all’album, du-rando 28 minuti inizia sulla quinta facciata eprosegue sulla sesta. Ma il suono del vinileesalta la ritualità di una musica fuori dai ca-noni, apocalittica e labirintica. La confezionecontiene anche un poster, tanto per sottolineareil formato preferito da Michael Gira. DISCRETO

    The Swans “The Glowing Man” 3 LP +download Mute Records YG58

    Ryley Walker “Golden Sings That HaveBeen Sung” 2 LP+ Download Dead Oce-

    ans 124

    Non è stata un’avventura. Ryley Walker si èfatto conoscere al mondo solo nel 2014, un ra-gazzo dell’Illinois innamorato della musicabritannica che sa di bruma. Quella di NickDrake, dei Pentangle di John Renbourn e BertJansch, di Van Morrison. Il Van Morrison del-l’inarrivabile Astral Weeks, in particolare, conil folk che si mescola con il jazz e la poesia esi-stenzialista. Tutto bene, in teoria, ma è diffi-cile sopravvivere a certi confronti, o almenonon uscirne con le ossa rotte. Ma Ryley Wal-ker evidentemente è infrangibile come i pilotidella MotoGP, e continua a riproporci una mu-sica clamorosamente fuori dal tempo, che staraccogliendo qualche critica proprio perché,mentre omaggia continuamente e sommes-samente i Santi del folk-rock, può essere con-fusa con il revival. Ma che colpa ne ha, Ryley,se è un sognatore ad occhi aperti e la musicadi oggi non gli piace? Mica può fare il rappero studiare il crossover, se tutto quello che im-magina scivola sulle corde di una chitarra. Sul-len Mind dura sei minuti, ma se comprate lalimited edition la potete ascoltare in una ver-sione live di minuti 41.01, in cui si può trovarel’eco del Tim Buckley più sperimentale – an-che se Walker non ne condivide le straordi-narie doti vocali – e un approccio visionarioche ricorda i Pink Floyd che stanno per stac-carsi da Syd Barrett, diciamo quelli di ASaucerful of Secrets. Insomma, Golden SingsThat Have Been Sung è un disco derivativofin che volete, ma –ogni riferimento a fatti epersone non è per niente casuale – non è det-to che chi sceglie un duetto trendy come Vor-rei ma non Posto di Fedez e J-Ax rimarrà piùsoddisfatto.

    Il vinile “deep cut” è spettacolare, rosa (pinkfrost) nel disco vero e proprio, turchese (seafoam blue) nel live al SiriusXM the Loft. Belloda vedere, girare, ma come accade nei pictu-re disc il suono non è il massimo. Disturbatoda qualche rumorino di stampa, da una mes-sa a fuoco che appare spesso un po’ vaga. Mol-to hippie, poco audiophile, capita di ascolta-re più dettagli nell’Mp3 grazie alla downlo-ad card. Meglio il CD o la versione non limi-ted del vinile, se potete rinunciare al delirioilluminato dei 40 minuti di Sullen Mind. SUFFICIENTE

  • 15 ottobre Firenze, OBIHall22 ottobre Torino, Teatro Colosseo24 ottobre Genova, Teatro Carlo Felice6 e 7 novembre Roma, Audito-rium Parco della MusicaIncontro con Francesco Guccini e i Musici

    Dopo l’uscita della sua ultimaraccolta Se io avessi previsto tuttoquesto - Gli amici, la strada, lecanzoni, la prima opera “monu-mentale” che racconta i suoiquarant’anni di carriera attra-verso inediti riscoperti, rarità,duetti, collaborazioni, grandisuccessi e live mai pubblicati pri-ma d’ora, e dopo l’uscita del suoultimo libro di racconti Un ma-trimonio, un funerale, per non par-lar del gatto (Mondadori).Guccini si racconterà percor-rendo l’Italia dal dopoguerra aigiorni nostri attraverso le suecanzoni e i suoi libri (romanzi,gialli, fumetti) e attraverso i suoimiti, le sue origini, le sue ispira-zioni.A coronare la serata un concer-to dei Musici, i musicisti che han-no accompagnato Guccini inuna lunga carriera di concertilive. Verranno interpretate alcu-ne delle canzoni suonate in quel-lo che è stato definito un neve-rending tour durato oltre qua-rant’anni: Juan Carlos FlacoBiondini (Voce e Chitarre), Vin-ce Tempera (Pianoforte e Ta-stiere), Antonio Marangolo (Sax),Pierluigi Mingotti (Basso) e Iva-no Zanotti (Batteria).

    18 ottobre, Mezzago (Mb), BloomThe Mission: 30th AnniversaryTour + The AwakeningTrent’anni di attività quest’annoper i Mission che, per l’occasio-ne, si imbarcano in un lunghis-simo tour celebrativo.A partire dal 1986, i Missionhanno collezionato una lun-ghissima serie di successi, 12album in studio, tour in tutto ilpianeta inclusi sette sold out con-secutivi al London Astoria, re-

    cord mai più battuto, e diversepartecipazioni come headliner afestival come quello di Reading:tutto questo ha consentito loro diavere una fitta schiera di fan fe-delissimi, che hanno saputoaspettare durante le “pause di ri-

    flessione” della band. Questo sipreannuncia come il tour piùlungo di sempre dall’ultima reu-nion della band, datata 2011, eben presto la discografia deiMission si arricchirà di un nuo-vo album di inediti.Il 30th Anniversary Tour deiThe Mission farà tappa anche inItalia: occasione unica per ascol-tare dal vivo nel nostro Paese lagothic rock band fondata daWayne Hussey e Craig Adams,che affida l’opening act a TheAwakening, la band supportoufficiale per le date europee del30th Anniversary Tour. The Awa-kening è il progetto dell’artistaAshton Nyle, originario di Jo-hannesburg, che ha ottenutogrande attenzione di pubblico ecritica con successi quali TheDark Romantics e un’ originale ri-visitazione di The Sound Of Si-lence. Supportare il tour dei TheMission è un sogno che si avve-ra per Nyle, anima dei The Wa-kening e artista a tutto tondo chesi destreggia abilmente tra mu-sica e produzioni teatrali. Nel2016 ha collaborato con MarkGemini Thwaite alla realizza-zione del suo album da solista e,per l’occasione, la stampa haetichettato Nyle come il cantan-te ideale di MGT. L’artista di Jo-hannesburg sta attualmente la-vorando al nuovo album targa-to The Awakening, la cui uscitaè prevista per il 2017.

    22 e 23 ottobre, Torino, Cinema Teatro GioielloLe voci dello swingUno show dedicato allo swing ealle voci, soliste e armonizzate.Protagoniste di questa kermes-se vocale saranno le notissimeBlue Dolls, che da undici annipercorrono l’Europa con il loro

    swing italiano dal Trio Lescanoai giorni nostri. Accanto a loro,un nuovo sestetto vocale, il Len-tini’s vocal Sestet che invece af-

    fronta il repertorio swing ame-ricano, da Ellington a Porter,dal Disney d’epoca swing ad Ar-mstrong.Peculiarità di questo sestettofemminile è il fatto di essere di-viso in due sezioni (come una bigband) dove tre voci cantano itemi, mentre le altre tre rispon-dono come se fossero una se-zione di tre fiati, tromba, sax alto,sax tenore. Una sonorità rarissi-ma. Entrambe le formazionisono sostenute da una solida rit-mica composta da chitarra, pia-noforte, contrabbasso e batteria.Lo spettacolo sarà introdotto epresentato nel suo evolversi, tragag e notizie curiose. La con-clusione vedrà ovviamente riu-nirsi le due band in un gran fi-nale a otto voci e quattro stru-menti.

    26 ottobre, Roma, AuditoriumParco della MusicaHeartfelt Music on RomeMilena Angelè 5tet: Milena An-gelè sax tenore, Edoardo Rava-glia pianoforte, Enrico Braccochitarra, Riccardo Gola con-trabbasso, Fabio Sasso batteria.No. Quintet: Leonardo Cecca-relli guitar, Francesco Fratini

    trumpet, Giacomo Nardelli bass,Edoardo Petretti piano, PaoloVolpini drum.Marco Olivieri Trio: Marco Oli-vieri pianoforte, Andrea Colellabasso, Davide Pentassuglia bat-teria.

    Heartfelt Music on Rome è unaserata per valorizzare la creativitàe le risorse, per intrecciare storiedi artisti, romani ma non solo,italiani ma non solo, esplorandosuoni, gesti e linguaggi; un’oc-casione per interagire, mettere aconfronto e condividere espe-rienze diverse. Presentano i lorocd Milena Angelè 5tet (SomethingThere), No. Quintet (All is for thebest), Marco Olivieri Trio (Il mon-do fatto a scale). Dalle atmosferecinematografiche e letterarie diMilena Angelè alla miscela dijazz contaminato di soul, hip-hop, R’n’B, funk e pop dei No.Quintet, alle strutture che on-deggiano tra improvvisazione einterplay tra strumenti di Mar-co Olivieri.

    27 ottobre, Roma, AuditoriumParco della MusicaJames Senese e Napoli Centrale: ‘O sangheJames Senese voce, sax;ErnestoVitolo tastiere;Gigi De Rienzobasso; Agostino Marangolobat-teria; open act Maldestro.James Senese è un artista che nonha bisogno di essere presentato.La sua musica, la sua storia per-sonale, lo fanno per lui. In qua-si cinquant’anni di musica, ha at-traversato trasversalmente lacanzone leggera italiana, il funk-jazz, il grande cantautorato. E’una leggenda vivente, colui ilquale ha dato uno dei primi in-gaggi all’indimenticabile Pino

    Daniele, con cui collaborerà edavrà amicizia vera sino al suo ul-timo giorno. O’ Sanghe è un nuo-vo orizzonte su cui si volge losguardo del sassofonista parte-nopeo, mai fermo due volte nel-lo stesso posto. All’interno del di-sco tutti i riferimenti artisticiche hanno fatto grande la suamusica, con una rinnovata cari-ca espressiva. Funk, blues, ve-nature jazz, e tanto mediterraneo,tanta Napoli nelle melodie, nel-le storie raccontate; vita, lavoro,lotte quotidiane per la soprav-vivenza, amore, fede. In O’ San-ghe c’è groove da vendere, come

    86 FDS 250▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO • a cura della Redazione

    Rassegna di concerti ed eventi di tutti i generi musicali per lasciare, una volta tanto, l’impianto spento. O, quantomeno, in stand-by...

  • 87APPUNTAMENTI D’ASCOLTO▼ FDS 250

    solo James sa. A settant’annicompiuti, James Senese si con-ferma come un artista senzatempo, con una riconoscibilitàimmediata ed un cuore intatto,che parla agli ultimi. Dal set-tembre 2016 inoltre vi è stato unimportante avvicendamento nel-la formazione live di James Se-nese Napoli Centrale: il batteri-sta Agostino Marangolo entra afar parte della band guidata dalsassofonista napoletano. La for-mazione attuale vede James Se-nese alla voce e sax, Ernesto Vi-tolo alle tastiere, Gigi De Rienzoal basso e Agostino Marangoloalla batteria. Questa è anche laband che ha registrato Nero ametà di Pino Daniele, forse il di-sco più famoso dello scomparsoartista napoletano. Ad aprire ilconcerto sarà Maldestro, l’artistache ha infiammato Piazza SanGiovanni a Roma al Concerto delPrimo Maggio con i brani Sopraal tetto del comune (con il quale hafatto incetta di premi nel 2014) el’inedito Facciamoci un Selfie.

    28 ottobre Palermo, Teatro MassimoLungo le Vie del Cuore, conAntonella Ruggiero, Radio-dervish e Quartetto d’Archi. Un concerto eccezionale, unico,appositamente realizzato, nelquale, accompagnati dal Quar-tetto d’Archi del Teatro Massimo,l’ex Matia Bazar, Antonella Rug-giero, ed il gruppo italo-palesti-nese dei Radiodervish darannovita ad un’intima grammaticamusicale dell’amore, declinato inmille sfaccettature, da quelloterreno a quello più spirituale.“Lungo le vie del cuore” è unconcerto unico ed esclusivo, chenasce dall’incontro tra la voce cri-stallina e il repertorio di Anto-nella Ruggiero e le canzoni me-diterranee dei Radiodervish. At-traverso un accurato percorso so-noro, il concerto disegna un’ine-

    dita mappa del cuore alla ricer-ca di emozioni oggi sempre piùpreziose per orientarsi in un’epo-ca di paura e confusione.29 ottobre Casalecchio di Reno

    (Bo), Unipol Arena30 ottobre Roma, PalaLottomatica1 e 2 novembre Assago (Mi),Mediolanum ForumThe Cure + special guest TheTwilight Sad TourNel corso degli ultimi sette anniThe Cure hanno tenuto una se-rie di spettacoli di alto profilo aLondra, sono stati headliner deipiù importanti festival europei,tra cui Roskilde, Werchter, Rea-ding e Leeds, Pinkpop, Hurri-

    cane e Southside, Paleo, VieillesCharrues, Bilbao BBK, Belfort,Optimus Alive !, Primavera, Fre-quenza, Electric Picnic, Bestivale molti altri.Il tour vedrà Robert Smith (vocee chitarra), Simon Gallup (basso),Jason Cooper (batteria), RogerO’Donnell (tastiere) e ReevesGabrels (chitarra) presentaretrentasette anni di canzoni dei

    The Cure con i loro successi, i re-mix, le rarità e brani ancora ine-diti. Il tutto con una nuova pro-duzione per uno spettacolo chepromette di essere uno deglieventi imperdibili del nuovoanno. Supporter, per tutte ledate, saranno The Twilight Sad.

    30 ottobre, Roma, AuditoriumParco della MusicaAndrew BirdAndrea Morricone piano solorepertorio di Andrea & EnnioMorriconeAndrew Bird presenterà all’Au-ditorium Parco della Musica ilnuovo album Are You Serious,vero punto di svolta per l’eclet-tico e geniale polistrumentistache ha collaborato con artistidel calibro di St. Vincent, Wilco,Ani Di Franco, Rufus Wain-wright e suonato in tutto il mon-do affermandosi come uno deitalenti della scena indipendenteamericana degli ultimi ventianni. Prodotto da Tony Berg, l’al-bum proietta Bird in una nuovacategoria di cantautori america-ni. Questo è , tra i suoi lavori,quello che vede una maggiore at-tenzione ai testi e che vanta, tral’altro, collaborazioni di  artisticome Fiona Apple e Blake Mills.Andrew Bird inizia a suonare ilviolino all’età di quattro anni econtinua la sua crescita musica-

    le appassionandosi ad una enor-me varietà di stili musicali tra cuiil jazz, il country blues e il folk,definendo così il suo persona-lissimo ed elegante pop. L’iniziodella sua carriera discografica nel1996 è con l’album d’esordioMusic of Hair Bird. Una ricca

    carriera discografica che lo por-ta a pubblicare tredici albumstudio e ad annoverare tantissi-me collaborazioni. Tra i tanti ri-cordiamo gli acclamati Break ItYourself e Hands of Glory, segui-ti nel 2014 dall’EP Want To SeePulaski At Night e più recente-mente da una collezione di coverdi The Handsome Family intitola-ta Things Are Really Great Here,Sort Of... che contiene anche FarFrom Any Road.

    31 ottobre Milano, Teatro NuovoRocky Horror TributeOltre trenta artisti in scena perl’originale versione in linguaitaliana, con la regia di RiccardoGiannini, prodotto da NicolaMagnini. Il Rocky Horror Mu-sical tribute, nell’adattamentodella compagnia MagnoProg,per la regia di Riccardo Gianni-ni è un’originale versione in lin-gua italiana (solo nelle parti can-

    tate è stato mantenuto l’inglese)di una delle opere più diverten-ti e trasgressive della storia delrock.Lo spettacolo è interamente suo-nato e cantato dal vivo: unagrande produzione, con oltretrenta tra ballerini, attori, cantantie musicisti sul palcoscenico.Molte le sorprese che accompa-gneranno Brad Majors e JanetWeiss nel loro insolito viaggionotturno, che coinvolgerannoanche il pubblico in sala, invita-to a partecipare ad uno show rit-mato, divertente e intrigante,con una scenografia surreale efarsesca, che richiama il celebreingresso liberty della metropo-litana parigina, come a voler in-

  • 88 FDS 250▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

    vitare gli spettatori in un viaggiosotterraneo, alla scoperta di ciòche vive sotto la superficie del-l’apparenza e delle regole delbuon senso. “La cosa più difficile- spiega il regista Riccardo Gian-nini - è stata attualizzare, senzastravolgere, la messa in scena diuno spettacolo nato negli anniSettanta e frutto del clima socio-culturale di quel periodo. La re-gia ha dunque voluto rispettarele particolarità originali di que-sto musical, pur introducendoqualche innovazione e pren-dendosi qualche libertà di in-terpretazione”.

    5 novembre, Reggio Emilia,LIME Theatre6 novembre, Torino, Teatro Colosseo7 novembre, Firenze, Opera di Firenze8 novembre, Roma, Auditorium ConciliazioneCoro dell’Armata RossaIl Coro dell’Armata Rossa è ilsimbolo della cultura e della so-cietà russa, della quale ne incar-nano i valori e la storia. Si sonoesibiti inoltre per Papa Giovan-ni Paolo II, alle cerimonie di

    apertura dei giochi olimpici diMosca nel 1980 e di Sochi nel2014.L’ensemble, composto da uncoro maschile, un’orchestra eun corpo di ballo, è stato fonda-to nel 1928. Sebbene la maggiorparte dei componenti attualisiano civili, tutti vestono l’uni-forme dell’esercito per i concer-ti e sono un punto fermo nelle ce-lebrazioni a tema militare inRussia. Il repertorio del Corocomprende circa duemila com-ponimenti; nella maggior partedei casi si tratta di canzoni tra-dizionali russe e brani dell’epo-ca sovietica, ma vi sono inclusianche classici dell’opera e occa-sionali successi pop.

    5 e 6 novembre Milano, Teatro degli Arcimboldi 8 e 9 novembre Firenze,Teatro Verdi 11 e 12 novembre Roma, Auditorium Conciliazione 14 e 15 novembre Torino, Teatro ColosseoKing CrimsonIl gruppo musicale rock britan-nico King Crimson, torna in Ita-

    lia con il nuovo Tour. Sul palcodei più prestigiosi Teatri Europei,insieme al leader Robert Fripp,saliranno il sassofonista MelCollins, Tony Levin al basso,Jakko Jakszyk alla chitarra e i trebatteristi Gavin Harrison, JeremyStacey e Pat Mastelotto. I KingCrimson hanno fatto la storia delprogressive e del rock , duranteil corso della loro carriera hannoinfluenzato ed ispirato molti ar-

    tisti contemporanei dai diversigeneri musicali, creando unasorta di culto attorno al loronome. Pur essendo nato in In-ghilterra, il gruppo ha visto trale sue file anche musicisti statu-nitensi (a partire dal 1981) e at-tualmente è composto quasiesclusivamente da strumentistiamericani. La formazione si ècontinuamente modificata e, ne-gli oltre quarant’anni di attivitàdel gruppo, si sono avvicenda-ti al suo interno ben diciottomusicisti, più due parolieri. Uni-ca costante la presenza del chi-tarrista Robert Fripp, membrofondatore e indubbio cardinedi tutta la storia del gruppo.

    dal 5 al 20 novembreBologna Jazz Festival 2016Incroci di jazz puro, musica con-temporanea e suoni dalla forteconnotazione geografica daran-no un tono di creativa speri-mentazione al Bologna Jazz Fe-

    stival 2016. Un BJF che si svol-gerà nel segno di grandi esclu-sive concertistiche, con iconedella musica contemporanea eband all star per regalarvi un au-tunno indimenticabile.Ecco i cinque concerti teatrali del-la prossima edizione del BolognaJazz Festival:5 novembre, Auditorium Unipol - The Cookers

    Una all star di musicisti chehanno fatto la storia del main-stream moderno, dagli anni Ses-santa a oggi: nell’impressionan-te intensità delle loro vampatehard bop sono incastonati echi digospel e frenesie modali. BillyHarper, sax tenore; Donald Har-rison, sax alto; David Weiss,tromba; George Cables, piano-forte; Cecil McBee, contrabbas-so; Billy Hart, batteria.8 novembre, Auditorium Uni-pol - Aziza featuring Dave Hol-land, Chris Potter, Lionel Lo-ueke, Eric HarlandCol suo cast altisonante e quasiincredibile (Dave Holland, ChrisPotter, Lionel Loueke ed EricHarland), il quartetto Aziza sipreannuncia come una squa-dra olimpica del modern main-stream più avanzato. Chris Pot-ter, sassofoni; Lionel Loueke,chitarra; Dave Holland, con-trabbasso; Eric Harland, batteria.11 novembre, Auditorium Tea-tro Manzoni - Paolo Fresu, UriCaine & Quartetto AlboradaLa star della tromba Paolo Fre-su in uno dei suoi progetti di piùduraturo successo: il duo colpianista Uri Caine, per l’occa-sione allargato in una più ampiadimensione cameristica graziealla presenza degli archi delQuartetto Alborada. Paolo Fre-su, tromba; Uri Caine, pianofortee piano elettrico; Anton Berovski,violino; Sonia Peana, violino;Nico Ciricugno, viola; Piero Sal-vatori, violoncello.14 novembre, Teatro Duse -Steve Coleman and Council ofBalance Steve Coleman, unodei più dinamici innovatori dellinguaggio jazzistico degli ultimitrent’anni, guida il vasto e poli-cromo organico dei Council ofBalance: la summa del movi-mento M-Base (jazz, funk, soul,world music) si fonde con le so-norità della classica e i ritmi la-tini. Steve Coleman, sax alto;Maria Grand, sax tenore; Jona-than Finlayson, tromba; MilesOkazaki, chitarra; Anthony Tidd,basso elettrico; Dan Weiss, bat-teria.19 novembre, Auditorium Tea-tro Manzoni - Kronos Quartet Il quartetto d’archi classico-con-temporaneo che ha infranto lebarriere divisorie tra gli stili mu-sicali con le sue incandescentiesecuzioni e le scelte di reperto-rio lungimiranti, visionarie, spes-so spiazzanti. Dal minimalismostatunitense a Jimi Hendrix, daiclassici del Novecento ad AstorPiazzolla, dal jazz a Tom Waits,David Bowie, Paul McCartney,

    Björk. David Harrington, violi-no; John Sherba, violino; HankDutt, viola; Sunny Yang, vio-loncello.

    Dal 4 al 15 novembreJAZZMIPonderosa Music & Art, in col-laborazione con CRT Teatro del-l’Arte e Blue Note Milano, pre-senta JAZZMI 2016. Con più diottanta concerti e un cartellonericco di artisti tra i più afferma-ti del panorama Jazz interna-zionale classico e contempora-neo, JAZZMI si appresta a di-ventare l’evento jazz più im-portante dell’anno a Milano.Ron Carter, Dee Dee Bridgewa-

    ter, Paolo Fresu !50 & Uri Caine,Gregory Porter, Junun di JonnyGreenwood, Robert Glasper emolti altri.Un festival che rappresenti almeglio l’universo musicale delJazz: la sua storia, la sua attuali-tà, il suo futuro, le musiche concui dialoga.Un festival che tenga presente, ri-cordi, racconti la Storia di questamusica nella Città di Milano. Unevento aperto al nuovo, allecontaminazioni, alle declinazio-ni più recenti del Jazz: dai rap-porti con l’elettronica al ritornopopolare dello swing.Un cast che include grandi nomiinternazionali ma che faccia sco-prire le promesse, le possibili star,italiane ed europee, del domani.Un festival che metta in rilievol’importantissima scena Jazz mi-lanese e italiana. Un programmaricco che includerà momenti diapprofondimento, di divulga-zione, di didattica per tutte le età,incontri pubblici con musicisti,produttori, mostre e proiezionidi film, documentari in tema. Unfestival che per fare tutto questoutilizzi al meglio e dia grande vi-sibilità a tutte le realtà cittadineche a Milano si occupano diJazz tutto l’anno: dalle scuole alleassociazioni, dalle rassegne aiclub, grandi e piccoli, noti emeno noti. Una grande rete dicollaborazioni e di forti sinergieper dodici giorni non stop di fe-sta del jazz milanese.

    Il programma4 novembre - Ron Carter5 novembre - Dave Holland

  • 90 FDS 250▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

    5 novembre - Christian Scott6 novembre - Sons Of Kemet6 novembre - Richard Galliano8 novembre - Jacob Collier +Bill Laurance 9 novembre -John Scofield Country for OldMan 10 novembre - Junun11 novembre - Gilles Peterson11 novembre - Dee Dee Brid-gewater12 novembre - Robert Glasper12 novembre - Paolo Fresu e UriCaine13 novembre - Gogo Penguin 13 novembre - Giovanni Guidi,Enrico Rava e Matthew Herbert15 novembre - Gregory Porter

    Dal 7 al 12 novembreXIX Padova Jazz FestivalMolto glamour e un tocco di clas-sicità: il programma del dician-novesimo Padova Jazz Festival,in scena dal 7 al 12 novembre,coinvolgerà artisti di grande no-torietà extra-jazzistica, come ilguru dei DJ radiofonici NickThe Nightfly e uno degli idoli delcantautorato alternativo italiano,Roy Paci. Entrambi saranno im-

    pegnati in progetti musicali ca-ratterizzati dal marcato recupe-ro delle radici del jazz. Con que-sti spettacoli in cui la storia del-la musica afroamericana passaattraverso l’interpretazione ca-rismatica di musicisti capaci dicomunicare con un pubblico va-sto ed eterogeneo, Padova Jazz2016 salirà sulla ribalta del Tea-tro Verdi. Ma la kermesse jazzi-stica padovana si insedierà perun paio di concerti anche nellastorica sala Barbarigo del MuseoDiocesano. Qui si potrannoascoltare punti di vista radical-mente diversi sulla musica im-provvisata: quello classicamen-te immerso nella storia del jazzstatunitense del pianista JoeyCalderazzo e quello invece vo-tato a una poetica distillazione distilemi d’avanguardia, worldmusic e classica del violoncelli-sta Ernst Reijseger, in trio conHarmen Fraanje e Mola Sylla.Ancora in fase di perfeziona-mento, il resto del programma diPadova Jazz 2016 confermerà

    l’attitudine multidisciplinare delfestival, coniugando il tema jaz-zistico in varie forme espressive:presentazioni editoriali, mostrefotografiche e di pittura, proie-zioni cinematografiche, perfor-mance artistiche. E non man-cheranno numerosi concerti dif-fusi sul territorio cittadino, gra-zie al coinvolgimento di varilocali con il format Jazz@bar,che ha avuto molto successogià in diverse edizioni.Mercoledì 9 novembre, a inau-gurare le serate di Padova Jazz2016 alla Sala Barbarigo del Mu-seo Diocesano arriverà un triodal cui virtuosismo abbagliantescaturiscono inesauribili sor-prese. Il violoncellista olandeseErnst Reijseger, il suo conna-zionale Harmen Fraanje al pia-noforte e il vocalist senegaleseMola Sylla si muovono in bilicotra jazz d’avanguardia e musicacontemporanea, avvincendol’ascoltatore con sonorità di ar-cana bellezza. La tecnica stru-mentale alquanto trasgressiva diReijseger riesce a trasformarein poesia anche la sperimenta-zione sonora.Giovedì 10, sempre alla SalaBarbarigo del Museo Diocesano,l’ascolto si sposterà sulla grandetradizione post-boppistica, con iltrio dello statunitense Joey Cal-derazzo. Pianista dal tocco pos-sente e la tecnica prodigiosa,Calderazzo ha assorbito la storiadel piano jazz afroamericano, tra-sfondendola poi nelle sue ese-cuzioni di impressionante mae-stria tecnica eppure sempre uma-nistiche nel respiro interpretati-vo.Venerdì 11 il festival si trasferi-rà al Teatro Verdi per le sue dueserate conclusive, illuminate dagrandi star dello spettacolo e del-la musica italiana. Intanto perquesta prima serata al Verdi ar-riverà Roy Paci. Per quanto siacresciuto a suon di jazz, oggi èperò assai raro vedere Roy cal-care il palcoscenico di un festivaljazz. L’enorme successo riscossocome cantautore “alternativo”,oltre che come brillante trom-bettista, lo hanno portato infat-ti in ben diverse situazioni, comequella celeberrima della suaband Aretuska. A Padova inve-ce Roy Paci tornerà a suonarejazz del più verace. Sarà infatti acapo di un sestetto co-diretto as-sieme al trombonista Mauro Ot-tolini, col quale eseguirà un pro-gramma interamente dedicatoalle canzoni di W.C. Handy:brani dalla vocazione corale edall’intensità primordiale coi

    quali Handy nei primi decennidel Novecento gettò le basi peril blues e il jazz moderni.Sabato 12, sempre al Teatro Ver-di arriverà un altro beniaminodel pubblico: Nick The Nightfly,personaggio carismatico del-l’etere italiano, voce inconfon-dibile di Monte Carlo Nights, ilprogramma radiofonico in ondasu Radio Monte Carlo da ormai25 anni. Ma Nick è anche ungrande uomo di spettacolo, en-tertainer, cantante. Oltre che die-tro la consolle radiofonica, ilsuo posto ideale è il palcosceni-co e dunque ecco qui, alla guidadella sua orchestra, una big bandcompleta. Con essa riporterà invita i fasti sonori del grandeswing, arricchendolo di sonori-tà funky e soul jazz, pescando apiene mani in uno dei più bei re-pertori canori: quello di NatKing Cole, in un omaggio chenon dimenticherà di ripescareanche le canzoni di Natalie Cole,figlia di Nat e anche lei celeber-rima cantante.Il Padova Jazz Festival è orga-nizzato dall’Associazione Cul-turale Miles presieduta da Ga-briella Piccolo Casiraghi, con ilcontributo dell’Assessorato allaCultura del Comune di Padovaoltre che di GBR Rossetto e de-gli storici “Amici del festival”.

    8 novembre, Roma, Audito-rium Parco della MusicaIl Ministero per i Beni e le Atti-vità Culturali e del Turismo, Fon-dazione Musica per Roma e In-ternational Music Festival Foun-dation presentanoJoshua Redman & Brad Me-hldau DuoJoshua Redman sassofoni, BradMehldau pianoforte

    Joshua Redman e Brad Mehldaunon sono solo due maestri deljazz contemporaneo, ma anchedue amici di vecchia data. Suo-nano insieme fin dai primi anniNovanta, quando Redman eraun giovane leone del sax in pie-na ascesa e Mehldau un sidemannel suo quartetto. Da allora, nehanno fatta di strada: oggi, Red-man è un solista maturo e un lea-der autorevole, mentre Mehldauè il pianista più influente della

    sua generazione, capace di spa-ziare nel jazz e oltre, fino al rocke all’elettronica. Questo concer-to fornisce la rara opportunità diascoltarli nel formato intimo econcentrato del duo.

    8 novembre, Milano, Teatro degli Arcimboldi9 novembre, Padova, Gran Teatro GeoxNorah JonesNorah Jones si presentò sulla sce-na mondiale dieci anni fa conl’uscita nel febbraio 2002 di ComeAway With Me, da lei stessa de-scritto come “piccolo lunatico al-bum” che introduce una nuovasingolare voce, poi cresciuta finoa diventare un fenomeno glo-bale, ricevendo molti premi aiGrammy Awards nel 2003 e chesegnala un paradigma che si al-lontana dalla musica pop pre-

    valente del tempo. Da quel mo-mento la Jones ha venduto 40milioni di album in tutto il mon-do ed è diventata 9 volte vinci-trice dei Grammy. Ha pubblica-to una serie di album da solistaacclamati dalla critica e che han-no avuto un ottimo successocommerciale (Feels Like Home,Not Too Late, The Fall, e Little Bro-ken Hearts), così come albumcon le sue band The Little Williesand Puss ‘n Boots. Con la com-pilation del 2010 …FeaturingNorah Jones dimostra la sua in-credibile versatilità attraversola raccolta delle sue collabora-zioni con artisti così diversi comeHerbie Hancock, Willie Nelson,Outkast, e Foo Fighters. Little bro-ken hearts, prodotto da DangerMouse è stato un passo affasci-nante nell’evoluzione artistica diNorah Jones, rivelando di esse-re una delle più intriganti can-tanti- cantautrici del mondo.Norah Jones è l’artista america-na più significativa di questa era,colei che fornisce un’inequivo-cabile sound che unisce insiemei fili di ogni stile della musicaAmericana: country, folk, rock,soul, and jazz.

    9 novembre Roma,Teatro Quirinetta10 novembre Bologna, Locomotiv Club

  • 92 FDS 250 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

    11 novembre Segrate (Mi), Circolo MagnoliaKOO – Koop Oscar Orchestra La Koop Oscar Orchestra nasceda un fortuito incontro tra Si-monsson e la cantante lituanaJazzu, con la quale da lì a pocoha preso la decisione di dare vitaad un organico più ampio. Lamissione principale della KOOè quella di vivere e celebrare lagrandezza della musica dal vivo,capace di connettere tra loro lepersone, come nessun’altra cosaal mondo. La band ha fatto la suaprima apparizione nel 2015 e al-terna materiale inedito, brani diKoop e qualche melodia popo-lare.La Koop Oscar Orchestra è ilnuovo progetto di Oscar Si-monsson, già fondatore del raf-

    finato duo elettro jazz svedeseKoop. La piccola orchestra di Si-monsson rivisita il modern jazztipico di Koop e affronta unviaggio musicale sperimentaleattraverso la musica classica,l’elettronica, il jazz e lo swing, incontinuo movimento tra inedi-ti e pezzi che hanno segnato lafama di Koop. Il duo è arrivatoladdove ogni musicista a faticariesce: al cuore della gente, gra-zie alla capacità di combinare unsuono unico e inedito con ilsongwriting classico. Un suc-cesso dopo l’altro con Koop Is-land Blues al numero 1 nella clas-sifica di elettronica della Billbo-ard; Strange Love, la bonus trackdi Coupe de grace è una dellecanzoni più apprezzate.

    10 Novembre, Mareno di Piave(TV), Corner LiveBlue Moka feat. Fabrizio Bos-soL’autunno fa spazio al sound ne-wyorchese con una nuova bandin arrivo sul palco del CornerLive di Mareno di Piave. BlueMoka è un’ energica band“Made in Italy” capace di tra-sportare l’ascoltatore nei mean-dri del sound newyorkese findalle prime note. Propone unoshow di brani e arrangiamentioriginali, ripercorrendo il sounddella new generation di hard-bopper del mainstream ne-

    wyorkese facente capo a nomicome Peter Bernstein, Billy Ste-ward, Eric Alexander, musicistidi riferimento che hanno sapu-

    to riesplorare il jazz accattivan-te degli anni ‘60 attraverso un lin-guaggio personale focalizzatosul continuo ed incalzante in-terplay. Il risultato è di grandeimpatto sonoro, bluesy, elettrico,con rimandi R&B alla contem-poraneità. I Blue Moka sono:Alberto Gurrisi, Hammond.Formatosi a Milano nella CivicaJazz Band di Enrico Intra e resocelebre dalle formazioni di Fran-co Cerri, Gurrisi è considerato adoggi un riferimento internazio-nale per l’organo Hammondnelle formazioni blues-jazz-funk(Gegè Telesforo, Enrico Rava,Max Ionata).Emiliano Vernizzi, sax. Vetera-no del Blakey Legacy di GianniCazzola; fondatore del pluri-premiato progetto “Pericopes”;dal 2011 nucleo della band ne-wyorkese di Izzy Zaidman contour in USA ed Europa.Michele Bianchi, chitarra. Di-scepolo di Franco Cerri, dal 2010ad oggi elemento della band diMario Biondi; collaborazioni instudio con Mina e performer conDee Dee Bridgewater.Michele Morari, percussioni.Membro del Beppe di Benedet-to 5tet; collabora come freelancecon JAO, Henghel Gualdi, Jen-ny B, Aida Cooper, StefaniaRava, Andrea Braido, GiovanniAmato, Claudio Filippini, Mat-tia Cigalini.Fabrizio Bosso non ha bisognodi presentazioni. È una leggen-da internazionale del jazz italia-no e straniero, ospite esclusivoper Blue Moka. L’artista ed ilquartetto si uniscono in un livericco di energia e classe capace disorprendere il pubblico, artico-lato tra brani originali e rivisita-zioni del repertorio jazzisticohard bop (W. Shorter, M. Davis,etc.) con richiami alle modernesonorità del nu-jazz.

    12 novembre, Roma, Audito-rium Parco della MusicaIl Ministero per i Beni e le Atti-vità Culturali e del Turismo Fon-dazione Musica per Roma e In-ternational Music Festival Foun-

    dation presentanoRichard Galliano 30th Anni-versary New Musette QuartetRichard Galliano fisarmonica,Philip Catherine chitarra, YaronStavi contrabbasso, André Cec-carelli batteriaRichard Galliano è uno specia-lista nell’unire mondi lontanis-simi. Ha preso la fisarmonica,strumento di rara frequentazio-ne jazzistica, relegato perlopiùnel campo della musica popo-

    lare, e le ha fatto suonare prati-camente di tutto: dalla musettefrancese al jazz, dal tango (suo-na anche il bandoneon) alla mu-sica classica, dalle colonne sonoredi Nino Rota alla world music.Il 30th Anniversary New Mu-sette Quartet vuol essere una ce-lebrazione della sua carriera,con una carrellata su tutte leesperienze che l’hanno segnatain questi trent’anni. La storia diun musicista che ha infuso neljazz una calda anima mediter-ranea.

    15 novembre Assago (Mi), Mediolanum ForumPlaceboI Placebo intraprenderanno untour mondiale a partire da otto-bre, per celebrare il ventesimoanniversario della pubblicazio-ne del loro album di debutto’Placebo’. Prevista una tappaanche nel nostro Paese. In sca-letta la band proporrà tutte lecanzoni più importanti del lororepertorio. Brian Molko ha det-to, scherzosamente: “Diciamosolo che ci saranno in scalettacanzoni che avevo giurato di non

    suonare mai più. Penso sia giu-sto dare ai nostri fan quello chevogliono ascoltare veramente.Sono stati molto pazienti con noi,

    perché raramente proponiamo ibrani più commerciali. Un an-niversario di 20 anni è il mo-mento giusto per farlo. Questa èl’intenzione. Questo tour è so-prattutto per i fan; per noi è l’oc-casione di rivisitare un sacco divecchio materiale. Quindi, sevolete vederci suonare dal vivocanzoni come Pure Mornin’ eNancy Boy, che non facciamo daquasi dieci anni e probabilmen-te non faremo mai più, farete me-glio a venire a uno di questi con-certi.”

    18 novembre, Cosenza, Teatro RendanoSergio Cammariere, Danilo Reae Gino Paoli Sarà un evento imperdibile perchi ama la grande musica italia-na, quello che la trentesima edi-zione di Fatti di Musica, la pre-stigiosa rassegna del MigliorLive d’Autore, presenterà il pros-simo 18 novembre alle ore 21 alTeatro Rendano di Cosenza: ec-cezionalmente insieme, sul pal-coscenico dello storico teatrocosentino arriveranno SergioCammariere, Danilo Rea e GinoPaoli, accompagnati da una su-per band composta da Ame-deo Ariano, batteria, Luca Bul-garelli, contrabbasso, Bruno Mar-cozzi, percussioni, Daniele Tit-tarelli, sax. Nel concerto che du-rerà oltre due ore, sarà anche pre-sentato il nuovo album di SergioCammariere in uscita ai primi dinovembre, che contiene un bra-no di Paoli eseguito in duetto.

  • 93di Francesco Peluso • JAZZ DISCHI ▼ FDS 250

    FRANCO D’ANDREA TRIO“Trio Music Vol. II”

    PARCO DELLA MUSICA RE-CORDS MPR 80 CD

    L’etichetta italiana Parco della Musi-ca Records, in occasione della conse-gna di un ennesimo Riconoscimentoalla Carriera e il significativo legameumano e professionale che lo uniscealla Fondazione Musica per Roma, ce-lebra il settantacinquesimo comple-anno del maestro Franco D’Andreacon la pubblicazione di una nuovaproduzione nel segno del piano jazztrio. Unanimemente riconosciuto frai maggiori talenti internazionali deljazz made in Italy, Franco D’Andreasfoggia, in questo “Trio Music Vol. II”,la propria inesauribile verve in com-pagnia del contrabbassista Aldo Mel-la e del batterista Zeno De Rossi.Pianoforte, contrabbasso e batteria sifondono in un unico humus innova-tivo che, dalla profonda conoscenzadel linguaggio afro-americano, siestende verso inesplorati orizzonti so-nori. Per la prima volta in trio conMella e De Rossi, il pianismo diD’Andrea si avventura in un nuovointerplay, proponendo in due CDun’articolata sequenza di composi-zioni originali. In assenza di unostrumento a fiato, il dialogo colletti-vo vede il pianoforte al centro dellascena in un creativo eloquio a tre voci.Se, da un lato, Aldo Mella riesce conil suo groove denso di archettato a raf-forzare gli slanci dinamici del trio, dal-l’altro, Zeno De Rossi si profonde nelcomporre e scomporre un’incalzantetrama ritmica. Il ritorno per FrancoD’Andrea al piano trio denota la vo-lontà del navigato maestro di mettersinuovamente in gioco, realizzandoun concreto trasformismo formale emescolando, da far suo, le timbrichedegli strumenti ed i ruoli dei musici-sti coinvolti in un percorso all’altez-za della sua fama.

    Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica 8

    Vito Di Modugno, Guido Di Leone eMimmo Campanale sono i tre co-lea-der di un “Organ Trio” che, in que-sto recente lavoro edito dalla AbeatRecords, si fregia della presenza delrespiro d’oltreoceano del sassofonistaJerry Bergonzi. Hammond organ,chitarra, batteria, e la corposa voce deltenore di Bergonzi, rendono accatti-vante una produzione che spazia dalmitico suono del fascinoso “Ham-mond” alle chiare accezioni swingpresenti nelle dieci tracce del disco.Per questo, “Swing vellutato e privodi smancerie” (vedi note di copertinadi Nicola Gaeta), rappresenta il mar-chio di fabbrica di un gruppo che in-tende ribadire un personale farejazz, attraverso un repertorio di ori-ginal, standard jazz e un doppioomaggio a due icone del ‘900, comeWes Montgomery e Jimmy Smith. Adistanza di quindici anni dal prece-dente lavoro, la formazione pugliesepropone “Con Alma meets Jerry Ber-gonzi”, un itinerario musicale che si di-spiega in un susseguirsi di strutturein cui si fa largo tecnica strumentalee puro divertimento. Il tutto ruota in-torno al consolidato interplay cheintercorre fra Di Modugno, Di Leone eCampanale, a cui si aggiunge la po-derosa cifra stilistica di Jerry Ber-gonzi, in grado di creare un intensofeeling e un intreccio virtuosisticoche si apprezzano nelle due compo-sizioni dedicate ai maestri sopra citati.Se in “Mr. Smith” di Vito Di Modugnosi coglie una perfetta sintonia d’ideeche accomuna il nostro organista algrande hammondista, in “Mr. Mon-tgomery” emerge la cifra creativa diGuido Di Leone a caratterizzare un di-sco dalla piacevole fluidità linguisti-ca.

    Qualità artistica 8 Qualità tecnica 8,5

    DI MODUGNO, DI LEONE, CAM-PANALE

    “Con Alma Trio meets Jerry Bergonzi”ABEAT RECORDS AB JZ 154

    MARKUS STOCKHAUSEN /FLORIAN WEBER

    “Alba”ECM 2477

    Il duo, composto dalla tromba e il fli-corno di Marcus Stockhausen e ilpianoforte di Florian Weber, giunge,dopo sei anni di intensa collabora-zione, alla pubblicazione di una pro-duzione discografica dal significativotitolo “Alba”, quale nascita di una nuo-va idea creativa. Provenienti da dif-ferenti esperienze: maggiormentesperimentale l’opening sound di Stoc-khausen nei suoi trascorsi con il triodi Rainer Brüninghaus, assoluta-mente acustico il lessico pianistico diWeber, perfezionato nei progetti conAlbert Mangelsdorff e Lee Konitz, ilduo si muove in un territorio com-positivo dall’elegante e variegatocontenuto formale. Entrambi si pon-gono in ascolto l’uno dell’altro, la-sciando fluire una musica dalla toc-cante espressività, che propone ri-verberi ambientali, accezioni elettro-niche, fresche intuizioni linguistiche,arricchendo il catalogo della presti-giosa etichetta tedesca di un nuovo ca-pitolo dagli ambrati paesaggi sonori.“Alba” è il primo disco di Marcus Stoc-khausen con il talentuoso FlorianWeber ed anche il primo per la ECMdel pianista tedesco. Nel fluire dei nu-merosi brani (alcuni di breve durata,altri di maggiore respiro) si resta am-mirati per la discontinuità offertadalle contrastanti coloriture timbrichee dalle cangianti atmosfere che pre-sentano accennati cambi ritmici dal-l’inusuale soluzione estetica. In talsenso, si può tranquillamente tribu-tare un convinto plauso a questoesordio discografico di Marcus Stoc-khausen e Florian Weber in cui, dif-fusa poeticità e garbata sperimenta-zione, si fondono in un unico magmamusicale dalle tonalità prevalente-mente chiaroscurali.

    Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica 9

  • 94 FDS 250 ▼ Le Oasi d’Ascolto • Retro Reproduction Edinburgh • di Antonio Scanferlato

    Per prima cosa gli do-mando come ha co-minciato e cosa loappassiona dell’alta fe-deltà di una volta ed eccola sua risposta: “Tutto co-minciò nei primi anni ‘90.Avevo CD player Philips,ampli Pioneer e casse Mis-sion. All’epoca credevo cheil 33 giri fosse un formatosuperato. Ma un amico miinvitò a casa sua per il clas-sico confronto digitale ana-logico, così portai unalbum in CD che lui posse-deva in versione LP, mifece sedere e mi disse dichiudere gli occhi. Perprimo ascoltammo il CD

    ALTA FEDELTÀ VINTAGE, OTTIMACOME UN PURO MALTO SCOZZESE...

    A passeggio per la Leith Walk scorgo un negozio con un’insegna piuttosto intrigante: “Vintage Hi-Fi”. Mi ci fiondo dentro e viscopro il paradiso degli amanti dell’Hi-Fi Vintage: Quad, Leak, Radford, Naim, Lowther, SME, Garrard, J.A. Michell, Linn, BBC emoltissimi altri marchi ed oggetti di raro pregio si affollano nel piccolo negozio della capitale scozzese. Il negozio si chiama Retro Reproduction, è gestito dal gentilissimo Mr. Graeme che tratta esclusivamente i migliori oggetti dialta fedeltà degli anni d’oro…Gli chiedo subito un intervista e me la concede!

  • 95RETRO REPRODUCTION EDINBURGH ▼ FDS 250

    con un lettore Naim. Mapoi... con il vinile i musici-sti si materializzarono da-vanti a me, ebbi la concretasensazione di poterli quasitoccare, tanto erano mate-rici, realistici. Quando ria-prii gli occhi capii chequelli che sembravano ter-mosifoni erano dei diffu-sori elettrostatici: i miticiQuad ESL 57, pilotati dauna coppia di finali a val-vole Quad II, con il loro pree giradischi Linn. Decisi dimigliorare il mio impianto,barattando oggetti Hi-Fi,finché cominciai a trarrepiccoli profitti, che reinve-stivo nell’acquisto di altreelettroniche magari da ri-pulire, aggiustare o restau-rare… E quando mi

    ritrovai con un numero diapparecchi di un certo in-teresse chiesi ad alcuniamici, proprietari di un ri-storante del centro, di po-terli esporre nella vetrinadel locale vuoto, al pianodi sopra. La mia attività dinegoziante, appassionato,di Hi-Fi Vintage era cosìcominciata”.Previo appuntamento èpossibile ascoltare ogni og-getto esposto in negozioche, preciso, è vera Hi-FiVintage, dove per vintagenon s’intende vecchio o ti-rato fuori dalla cantina maapparecchio elettronico omeccanico di grande inte-resse storico, collezioni-stico e di qualità tecnica esonora indiscussa!

    Il negozio offre anche ilservizio di riparazione erestauro di tutti i tipi dielettroniche, grazie al si-gnor Gianni, un giovaneabilissimo tecnico italiano.Retro Reproduction sitrova al 28/a di Haddin-gton Place, Edimburgo,Scozia e vende in tutto ilmondo, anche grazie alsuo sito web: www.retrore-production.co.uk, contatta-bile per telefono al +440131 558 9989; per email:off [email protected].

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  • 96 FDS 250▼ ANNUNCI COMPRO/VENDO

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